L’americano Bruce Gray, un amatore dell’Arizona, è invece riuscito a catturare la flebile immagine della cometa già il 12 agosto, con almeno due settimane di anticipo, riprendendola all’alba quando era alta soltanto +6° sull’orizzonte. L’essere riusciti a scorgerla così presto non sta purtroppo a significare che la ISON sia improvvisamente aumentata di splendore.
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Anzi… Seguendola fino al 19 agosto è stato infatti possibile calcolare che la sua luminosità totale è soltanto di circa +14,3 magnitudini, ancora in ritardo di quasi due grandezze su quella teorica; lo stesso gap con cui ci aveva salutato in giugno prima di entrare in congiunzione con il Sole. Mettiamola così: rispetto a maggio la situazione non è migliorata, ma nemmeno peggiorata; ciò significa che per il momento non è necessario abbandonare la speranza che entro la fine dell’anno la cometa possa realmente dare lo spettacolo promesso. Pur tuttavia, è inutile nascondere che sta diventando sempre più concreta l’ipotesi che da qui a qualche mese si debba sopportare un’altra delusione, dopo quella recente della Pan-STARRS e quella ormai storica della Kohoutek [vedi anche in Coelum 149].
Se questo trend di crescita rallentata venisse confermato, infatti, si aprirebbero scenari in cui la cometa potrebbe anche non arrivare alla visibilità ad occhio nudo, a parte forse degli effimeri e del tutto imprevedibili picchi al momento del passaggio al perielio.
Leggi tutti i dettagli e i consigli per l’osservazione, con tutte le immagini, nell’articolo tratto dalla Rubrica Comete di Rolando Ligustri presente a pagina 67 di Coelum n.173.