A ormai due settimane dal drammatico atterraggio del modulo sperimentale Schiaparelli sulla superficie marziana, la sonda americana Mars Reconnaissance Orbiter ha trasmesso le prime immagini a colori del sito di impatto.
L’immagine è stata scattata dal potente occhio robotico HiRISE a bordo di MRO il 1° novembre. La fotocamera ha ripreso il sito con tre diversi filtri, che gli scienziati hanno poi assemblato a formare un’unica immagine a colori. Rispetto alla precedente immagine ad alta risoluzione, questo nuovo scatto è stato ripreso leggermente più a ovest, in modo da fornire agli scienziati un punto di vista diverso.
Questa nuova fotografia conferma che i puntini bianchi che costellano i dintorni immediati del cratere lasciato da Schiaparelli sono oggetti reali. Gli scienziati sospettano che si tratti dei frammenti espulsi dall’impatto del modulo, oppure dalla successiva esplosione dei serbatoi di idrazina, che visto lo spegnimento prematuro del sistema di propulsione a 2-4 chilometri di quota, erano probabilmente quasi del tutto pieni al momento del contatto con il suolo.
Un possibile puntino bianco è visibile anche al centro del cratere, largo circa 2,4 metri, ma la sua identificazione è ai limiti delle capacità strumentali di HiRISE. Nell’immagine si nota anche una chiazza più chiara appena a sinistra del cratere, forse dovuta al materiale superficiale sollevato dall’impatto oppure alla decompressione esplosiva dei serbatoi.
Circa 900 metri più a sud, HiRISE ha avvistato anche il paracadute e lo scudo termico posteriore che hanno rallentato e protetto Schiaparelli durante la prima parte della sua discesa attraverso l’atmosfera marziana. Rispetto alle immagini del 25 ottobre, il paracadute pare aver cambiato forma, forse sotto l’azione dei venti marziani. Un fenomeno simile era stato osservato sempre da MRO nel paracadute del rover Curiosity.
Le osservazioni suggeriscono che lo scudo anteriore sia appoggiato con l’interno rivolto verso la superficie; tuttavia, ulteriori immagini, possibilmente stereoscopiche, saranno necessarie per confermare quest’ipotesi. Anche lo scudo termico frontale è stato fotografato di nuovo, ma anche stavolta in bianco e nero, visto che, al momento del passaggio di MRO, si trovava appena al di fuori del campo visivo dei tre filtri.
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