Nella notte del 29 aprile il bravo astrofilo polacco dal nome impronunciabile Jarosław Grzegorzek mette a segno la sua scoperta numero 11 individuando una supernova di mag. +16,5 nella stupenda galassia a spirale M 100.
Si tratta di una delle più belle galassie a spirale del catalogo di Messier, vista di faccia e distante circa 55 milioni di anni luce nella costellazione della Chioma di Berenice (che anche questo mese è protagonista della rubrica di approfondimento di Stefano Schirinzi su Coelum astronomia 233).
Scoperta da Pierre Méchain il 15 marzo 1781, rappresenta una delle principali galassie starburst cioè con un’elevata attività di formazione stellare. Possiede due galassie satelliti NGC4328 e NGC4322 che sembrerebbero collegate ad essa con dei ponti di materia, ed è accompagnata a 17’ a sud da un’altra galassia a spirale NGC4312. La vicinanza però è solo prospettica, perché NGC4312 è in realtà molto più vicina (circa 25 milioni di anni luce) rispetto a M 100.
Dopo M 61, che con 7 supernovae conosciute, detiene il record di supernovae esplose in una galassia Messier, con questa nuova scoperta M 100 si posiziona al secondo posto, raggiungendo M 83 con 6 supernovae esplose al suo interno.
Le cinque precedenti sono state, in ordine cronologico, la SN1901B che rappresenta in assoluto la quinta supernova extragalattica scoperta e la seconda esplosa in una galassia Messier dopo la primissima SN1885A in M 31. Proseguendo, abbiamo avuto la SN1914A, la SN1959E, la SN1979C e la SN2006X scoperta dal giapponese Shoji Suzuki e dal cortinese Marco Migliardi.
Tornando all’attuale supernova polacca, denominata SN2019ehk, nella notte seguente la scoperta, dal Lick Observatory sul monte Hamilton in California, con il telescopio Shane da 3 metri, è stato ottenuto il primo spettro che ha permesso di classificare la supernova di tipo II core-collapse giovane cioè scoperta pochi giorni dopo l’esplosione evidenziando un forte assorbimento dovuto a polveri interstellari.
Nella notte del 1° maggio anche gli astronomi di Asiago, con il telescopio Copernico da 1,82 metri, hanno ripreso lo spettro di questa importante supernova, confermando il tipo II e il forte assorbimento, ed evidenziando che i gas eiettati dall’esplosione viaggiano a una velocità di circa 15.000 km/s.
Ma quale sarà il sottotipo di questa tipo II?
Per adesso è ancora presto per poterlo affermare. Una supernova di tipo II alle prime fasi è infatti difficile da catalogare, ancor di più se la polvere interstellare interferisce, andando ad estinguere la luce soprattutto alle lunghezze d’onda di 6000 Angstrom, proprio quelle dove si formano tutte le righe nelle prime fasi: He II, He I e tutte le righe di Balmer eccetto H-Alpha. Bisognerà perciò attendere i prossimi giorni o settimane. Se si formeranno le righe di He I nella parte rossa dello spettro, avremo una IIb. Se l’H-Alpha non svilupperà una componente in assorbimento, nè He I, saremo di fronte ad una II-L. Se infine svilupperà un plateau fotometrico potremo assegnarla al sottotipo II-P.
Nei giorni seguenti la scoperta, la supernova è leggermente aumentata di luminosità raggiungendo la mag. +15,5 ma difficilmente riuscirà a diventare più luminosa della mag. +15, sempre a causa del forte assorbimento causato dalle polveri.
Rimane comunque una bella supernova in una stupenda e fotogenica galassia, per di più visibile già in prima serata, che ci permetterà di ottenere delle bellissime immagini.
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Coelum Astronomia di Maggio 2019
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