Lo scorso 10 maggio il cielo notturno sopra l’Italia è stato inondato da un fenomeno
spettacolare anche per la sua rarità: l’aurora boreale. Nelle pagine a seguire spiegheremo
il fenomeno dalle sue origini scientifiche sino alle modalità in cui si è manifestato e
come è stato possibile acquisirne dati e immagini anche con un approccio amatoriale.
Ci accompagnano nella ricca esposizione: Francesco Berrilli e Valentina Penza dell’Università
di Roma Tor Vergata, Alessandro Marchini dell’Università di Siena e Alessandro
Ravagnin.

PARTE 01

I COLORI DELLA TEMPESTA: COME, PERCHE’ E QUANDO

 a cura di Francesco Berrilli e Valentina Penza Università di Roma “Tor Vergata”

I fisici solari hanno delle specifiche date (e dei nomi) a cui sono particolarmente affezionati. Una ad esempio è il 1º settembre 1859, giorno in cui si manifestò sulla nostra stella un evento abbastanza comune nel suo genere, ma in quella occasione particolarmente violento nella sua intensità, al punto da meritare un appellativo tutto suo: evento di Carrington. In realtà il 1º settembre 1859 furono due gli astronomi inglesi, Richard Christopher Carrington e Richard Hodgson che osservarono sulla superficie del Sole un brillamento di luce “bianca” estremamente intenso in una zona del disco solare che stava attirando già da qualche giorno l’attenzione per la presenza un esteso gruppo di macchie solari. L’evento in sé sarebbe rimasto una notazione destinata ad incuriosire giusto qualche altro studioso, se non fosse stato per la grande quantità di particelle elettricamente cariche espulse ad alta velocità e in direzione della Terra il giorno successivo: una delle tempeste magnetiche più intense di cui si ha testimonianza nella storia dell’umanità. Il fenomeno diede luogo ad aurore a latitudini estremamente basse (come Roma e Catania) e danneggiò parte della rete telegrafica del mondo. Per avere una stima dell’intensità del fascio si può dire che il nostro Sole lanciò verso la Terra particelle cariche con un’energia pari a dieci miliardi di bombe atomiche.

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La cronaca della serata è nella seconda puntata

L’articolo è pubblicato in COELUM 269 VERSIONE CARTACEA