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Abstract
Per il progetto ShaRA#7, il team ShaRA, composto da Alessandro Ravagnin, Andrea Iorio e altri membri ha utilizzato un nuovo telescopio situato nella valle di Rio Hurtado, in Cile, di proprietà di un membro del gruppo, assumendo vantaggi come la possibilità di effettuare esposizioni più lunghe senza limiti economici o vincoli sulle fasi lunari. Questa libertà ha permesso di optare per un target poco noto: il complesso nebulare IRAS Vela Shell, che include l’oggetto BBW56.
L’elaborazione delle immagini è stata complessa a causa della densità stellare e della difficoltà di calibrare i colori, poiché il target non è classificato in letteratura. Il gruppo ha utilizzato strumenti come StarNet++ e PixInsight per ottenere risultati ottimali, anche se ha incontrato difficoltà con la gestione dei dati a causa dell’elevata risoluzione delle immagini. Il progetto ha visto la partecipazione di 13 membri su 21 e ha prodotto elaborazioni molto diverse tra loro, segno di una sperimentazione avanzata del metodo di “superstacking”.
di ShaRA Team
Introduzione
Con il settimo progetto, il team ShaRA ha cambiato leggermente paradigma. Il team infatti ha operato sempre virtualmente dal Cile, sotto uno dei cieli più bui e belli del mondo sfruttando i telescopi del servizio Chilescope, questa volta tuttavia la scelta è ricaduta su un telescopio di recente installazione nel complesso ObsTech, sempre nella famosa valle di Rio Hurtado, di proprietà di un membro del gruppo. Sfruttare un telescopio di proprietà di un membro del gruppo offre svariati vantaggi fra i quali ad esempio nessun esborso economico per l’affitto del telescopio. Nessun limite anche nella gestione delle esposizioni tanto da calcare la mano allungandole a piacere senza particolari vincoli, cade anche il vincolo dovuto alla schedulazione dalle fasi lunari e, quindi, il team ha goduto di una maggiore flessibilità anche nella scelta del target finale. Inoltre, una volta deciso il soggetto, abbiamo anche potuto eseguire delle pose di prova per verificare il campo inquadrato e le emissioni al variare dei filtri della rastrelliera, test proibitivi in caso di affitto dello strumento e spesso sacrificati in favore di una maggiore disponibilità di tempo per l’acquisizione.
Normalmente infatti questi test non sono consigliabili con i telescopi remoti per una mera questione economica: ogni minuto speso per fare tentativi, costa tempo e quindi denaro! Inoltre i telescopi spesso non sono disponibili per brevi sessioni di prova; le sessioni minime prenotabili non possono essere inferiori ad un certo minutaggio (intorno ai 20 o 30 minuti a seconda del telescopio). Per tutti i motivi di cui sopra, per i precedenti progetti ShaRA, il team ha lavorato pianificando a tavolino in anticipo e in maniera rigorosa le riprese, documentandosi in rete sui vari target scelti, usando a riferimento le immagini di altri astrofotografi, e programmando le osservazioni minuziosamente in modo da prenotare tempestivamente i telescopi del servizio prenotato. La novità del nuovo strumento invece per ShaRA#7 ci ha consentito di lavorare in modo, diciamo, molto più smart e comodo, decidendo di giorno in giorno come procedere con le sessioni di ripresa e, nel caso, apportare modifiche anche all’ultimo secondo.
ShaRA#7: il target
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Contributi dei partecipanti
L’articolo è pubblicato in COELUM 267 IN VERSIONE CARTACEA