I Paesi Bassi e il bacino padano si contendono la vetta di una poco invidiabile classifica: quella delle regioni con il maggior inquinamento luminoso in Europa. Da questi luoghi con così tante luci artificiali è ancora possibile riuscire a fotografare il cielo stellato? Per il Piemonte la risposta è sì, grazie anche ai monti che lo circondano su tre lati e che permettono di schermare – almeno in parte – il riverbero proveniente dalla pianura. Alcune valli piemontesi, soprattutto quelle che non hanno valichi stradali, mantengono ancora un basso livello di inquinamento luminoso e sono a buon diritto considerate delle oasi del cielo buio, piccoli angoli di paradiso per astrofili e astrofotografi.
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La mia passione
Ho cominciato ad appassionarmi all’astrofotografia paesaggistica nel 2012, quando – in una notte di mezz’estate – ebbi l’idea di fare una passeggiata al chiaro di Luna in compagnia della mia reflex di allora e di un treppiede. Ovviamente molte cose sono cambiate da quella notte, ma in me è rimasto immutato il desiderio di visitare e fotografare luoghi magari familiari, ma resi in qualche modo nuovi dal connubio con il cielo stellato
Mi è sempre piaciuto camminare in montagna: è raro che le mie escursioni in notturna si limitino al parcheggiare l’automobile sul ciglio di una strada più o meno asfaltata e, da lì, scattare il panorama messo a punto in fase di progettazione; molto più spesso la meta è a qualche tratto di sentiero di distanza, da percorrere zaino in spalla.
Una scelta che implica conseguenze. La più ovvia è che, così facendo, la scelta del luogo non è limitata dalla rete stradale ma è decisamente più ampia: se ci passa (vicino) un sentiero, allora ci si può andare! Lasciando la strada ci si allontana anche da case e lampioni, e dunque dall’inquinamento luminoso che potrebbe disturbare gli scatti. Per contro, la scelta dell’attrezzatura è limitata da ciò che ciascuno può permettersi di caricare sulle proprie spalle sottolineando che, in caso di incidente, il ritorno alla civiltà o l’arrivo dei soccorsi potrebbero risultare difficoltosi.
Tanti cieli per tutte le stagioni
Non credo esista un momento migliore per fotografare il ciel, in Piemonte. Così come cambiano le costellazioni di riferimento nei vari periodi dell’anno, anche il paesaggio muta con le stagioni, donando varietà allo stesso luogo.
L’estate è caratterizzata dal centro della Via Lattea ben visibile e dal Triangolo Estivo alto in cielo; le montagne sono quasi completamente sgombre di neve e i ghiacciai (ormai sempre meno estesi, purtroppo) sono scoperti, i valichi stradali sono aperti ed è possibile raggiungere anche quote importanti con relativa facilità.
In autunno, i larici infiammano le vallate con i colori del foliage (indicativamente tra metà ottobre e metà novembre) e le prime nevicate imbiancano le cime, mentre in cielo il Grande Carro si abbassa sull’orizzonte a Nord ed è facile fotografarlo riflesso in un laghetto alpino.
L’inverno porta con sé (o dovrebbe portare) neve copiosa: quasi tutti i valichi stradali sono chiusi e questo limita gli spostamenti, ma Orione domina sui pendii innevati ed è possibile catturarlo alto in cielo.
La primavera porta il disgelo: Orione, Toro e Cane Maggiore sembrano sdraiarsi sulle Alpi in direzione Ovest e tramontano al crepuscolo serale, mentre poco alla volta diventa sempre più visibile la porzione estiva della Via Lattea, che sorge nelle ore prima dell’alba.
Trovi i migliori scatti a cura di Emanuele Balboni sui cieli perfetti del Piemonte nel n° 264 di Coelum Astronomia V bimestre 2023.