Nelle uscite astrofotografiche notturne specie in solitudine può capitare di vivere delle situazioni di disagio, una sensazione che in alcuni casi può tramutarsi in paura o addirittura terrore di incontri ravvicinati. A giocare un ruolo fondamentale è il buio che mina la nostra zona di comfort: riuscire a vedere solo con il fascio luminoso della nostra torcia suscita inconsciamente una insicurezza che ci fa sentire inermi e indifesi, esposti ai pericoli e a possibili attacchi da parte di estranei.
Posso affermare con assoluta certezza che il 99% dei momenti in cui percepiamo un senso di paura nelle attività notturne non è dovuto ad un reale pericolo che minaccia la nostra incolumità ma è esclusivamente una questione psicologica, una battaglia interiore, da combattere con calma e razionalità.
Diciamoci la verità: nel mondo reale imbattersi in un malintenzionato che si aggira in luoghi remoti ed isolati per “accoppare” fotografi notturni è piuttosto improbabile tuttavia essere in due o più avvolte non è poi così sbagliato.
La mia esperienza è che siano più frequenti invece gli incontri con personaggi curiosi.
A Masua mentre studiavo la composizione con la Pentax su cavalletto, un altro fotografo si piazza 10 metri davanti a me; alla Torre di Piscinnì un altro pretendeva l’esclusiva per essere arrivato prima. A Piscinas un gruppo di ragazzi durante le proprie sessioni dispensava di urla e minacce chiunque accendesse una torcia in spiaggia.
Può capitare di ricevere visite dalle forze dell’ordine ma il più delle volte il tono è amichevole e cordiale. I curiosi non mancano mai e una serata di acquisizione può tramutarsi in una lezione di astronomia con tanto di puntatore laser.
Il nostro tipo di passione ci spinge su luoghi isolati e poco battuti che ci espone però spesso ad altri pericoli, più subdoli e celati, senza scrupoli o rimorsi, il cui unico motivo di vita magari in quel momento è nutrirsi.
Curiosi a Masua
È ormai noto il fenomeno degli avvistamenti di cinghialio maiali selvatici nelle spiagge di tutta Italia e della Sardegna. Non è mai stato raro nell’isola percorrere di notte una strada extraurbana secondaria, specie nell’entroterra, e avvistare dei cinghiali attraversare la carreggiata o nel ciglio della strada fuggendo dai fari abbaglianti delle auto. È consigliabile, a tal proposito, in questi tipi di vie moderare sempre la velocità e porre attenzione per evitare di investirli.
Mi é capitato tantissime volte di avvistarne, a Is Arutas, Siris, Sardara, Ingurtosu, Masua, nel montearci, sempre comunque dove presente una ricca vegetazione.
La novità è stata trovarli dove da almeno 2 anni faccio acquisizioni deepsky, in un piccolo altipiano nel comune di Villanovaforru, nei pressi dell’Antenna, lontano da boschi o foreste. La sorpresa è stata sentirli per vari giorni consecutivi, fino al giorno della loro apparizione in pubblico a 5 metri dal mio telescopio: ci siamo guardati nelle tenebre, smorzate solo dai led del setup, 3 secondi di indecisione, non so proprio chi abbia avuto più timore di chi..alla luce poi della torcia frontale mamma cinghiale ha “sgommato” nell’asfalto attraversando la stradina, seguita poi dai suoi 4 cuccioli che intanto facevano capolino tra gli arbusti.
scatto in zona PistisL’ARTICOLO COMPLETO è riservato agli abbonati alla versione digitale. Per sottoscrivere l’abbonamento Clicca qui. Se sei già abbonato accedi al tuo account dall’Area Riservata
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