Ci vediamo tra un anno“Senti, perché stanotte non ce ne andiamo ad osservare le perseidi? Dicono che quest’anno non sarà male”.
“Certo, con piacere! Cosa ci portiamo? La macchina fotografica in parallelo al telescopio? Oppure la mettiamo fissa su un cavalletto? Porto anche un registratore ed i moduli da compilare, non si sa mai. Se ce ne venisse voglia…“.
“No! Niente di tutto questo, questa volta vorrei osservare soltanto. Steso sulla sdraio. Ti dispiace?”.
“Va bene, vengo a prenderti verso mezzanotte”.
È tanto che non si esce assieme. La sua compagnia mi ha sempre fatto piacere. È un ragazzo in gamba. Calmo e sereno, sempre pronto, sia per la battuta sia per i discorsi importanti. E noi appassionati di discorsi importanti ne facciamo continuamente. Un po’ di cosmologia, la vita nell’universo, i primi tre minuti, gli effetti della relatività. Temi che riempiono i dialoghi di una intera notte.
E cosi, ognuno con la propria sdraio caricata dietro, andiamo al solito posto.
Mezz’ora di auto, un ampio prato con l’erba a foraggio appena tagliata.
Come sempre io sono velocissimo, e in men che non si dica sono steso con un occhio al cielo e l’altro al mio compagno che con calma si prepara per l’osservazione. La debole luminosità del cielo sull’orizzonte mi permette di guardarlo con più attenzione.
Magro, spalle curve.
La sua altezza, che gli ha sempre dato un’aria distinta ed importante, ora lo rende più impacciato. Altro che ragazzo, per la prima volta mi accorgo che è quasi vecchio, che tutti e due siamo ormai quasi vecchi, che abbiamo passato i sessanta, e da un pezzo.
Che strano cielo in piena estate! Il triangolo estivo è al tramonto, le Pleiadi sono già alte, M31 è ormai allo zenit. Abbiamo davanti a noi il grande quadrilatero di Pegaso…
“Eccola!” – Una traccia luminosissima, quasi al meridiano, si spegne proprio sotto Markab.
Tento un inizio di conversazione, ma sento subito che qualcosa non funziona.
“È tanto che non ci vediamo. Va tutto bene?”.
“Insomma” – risponde a mezza bocca, subito distratto da una piccola sporadica nella Lira.
Mi pare che voglia cambiare discorso. Con un po’ di fatica si alza per prendere una giacca, che indossa nonostante il caldo.
“L’umidità del mattino è quella che ti frega!”, dice con un sorriso, e si stende nuovamente.
Le meteore si presentano con sempre minor intervallo.
Bellissime! Alcune sono molto luminose. Peccato che non abbiamo la macchina fotografica. Molte avrebbero certamente impressionato la pellicola. Le nostre esclamazioni segnalano ogni scia che transita in cielo, tutte provenienti rigorosamente dalla costellazione che ha dato loro il nome.
Improvvisamente lo sento dire – “È impossibile!”.
“È impossibile cosa?” – chiedo.
“Non c’è tempo per esprimere il desiderio, è proprio una bella presa in giro! Quanto dura la vita di una stella cadente?”
“Mah, forse le più longeve arrivano al secondo, altre molto meno!”.
“Vedi? è proprio una presa in giro”
– risponde con un’amarezza che riesco a cogliere nitidamente.
Mi scuoto, e la notte continua, ed è bellissimo! Senza preoccupazioni di telescopi, macchine fotografiche, tempi, rullini, sdraiati su un prato soltanto per osservare.
Forse ognuno di noi dovrebbe cominciare così, senza strumenti, lasciando che la fantasia corra ovunque desideri andare.
Le meteore aumentano la loro frequenza ed il loro splendore. Ancora per poco…
Il tempo, inesorabile, trascorre lentamente sino a farci notare un impercettibile chiarore che da levante si impadronisce di tutto il cielo. È l’ora del rientro.
Ci alziamo con fatica dai nostri giacigli e carichiamo le sdraio nel bagagliaio.
E dico: “Bravo! È stata veramente un’idea stupenda. Mai più con strumenti! Sono veramente soddisfatto di questa nottata di osservazione.
Mi prenoto già per il prossimo anno. Torniamo qui per l’undici agosto?”.
“Purtroppo no. Mi piacerebbe, ma non ci sarò”.
“Verrò a casa tua a prenderti con la forza!”
“Non sarò neanche a casa!”.
“Perché, hai intenzione di partire?”
Un attimo di silenzio e poi – “Si! Partirò ”.
“Verrò a prenderti anche in capo al mondo!” .
“Non mi troverai. Ma ti prometto che, se potrò far qualcosa, le prossime perseidi saranno entusiasmanti.
Tu tornerai qui ed io sarò al tuo fianco, anche se non mi vedrai”.
Adesso non posso fare a meno di fissarlo negli occhi e gli chiedo – “Ma che significa?”.
“Mi restano sei mesi. Un tempo lunghissimo in fondo, se pensi a quanto vive una meteora.”.
Non so che dire. Sono affranto. Ho voglia di piangere.
E lui, sorridendo – “Ah, dimenticavo, l’anno prossimo porta una sdraio e una giacca anche per me. Sai l’umidità del mattino…”.
Lo guardo, incapace del minimo gesto.
“Dai, non ti preoccupare, appena arrivo lassù fondo una associazione di gente strana come noi. Chissà che cielo stupendo ci sarà lì. E quando sarai stufo di questo inquinamento mi raggiungerai!”.