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Editoriale Coelum Astronomia 262 III bimestre
Oramai ne parlano tutti
l’Intelligenza Artificiale applicata alla creatività ha mandato in tilt il web e in crush la mente di milioni di umani e a giudicare dai toni è la fine, siamo sull’orlo dell’inevitabile baratro. Ma sarà o è davvero così?
Nel corso dell’ultimo meeting di Planit, Associazione dei Planetari Italiani che si è tenuto a Ravenna lo dal 14 al 16 aprile scorsi, il presidente, Dario Tiveron ha saputo offrire una sorprendente ma anche sconcertante presentazione delle reali potenzialità dell’impiego dell’Intelligenza Artificiale se sapiente utilizzata anche per la divulgazione e la didattica. Certo ci vuole un po’ di abilità non certo difficile da acquisire visto che i servizi che sull’AI si basano sono studiati proprio per concederne l’accesso al più alto numero di utilizzatori possibile. Microsoft con la recente integrazione di ChatGPT (il più famoso fra i servizi in AI oggi in distribuzione) ha in maniera eclatante reso evidenti le grandi aspettative che tutti i più grandi stakeholders del web ripongono in questa nuova tecnologia.
L’Intelligenza Artificiale si sa non è una novità, già da alcuni anni sono a disposizione migliaia se non milioni di studi sui molteplici modi in cui gli algoritmi di apprendimento possono potenziare gli strumenti di ricerca e quali innumerevoli vantaggi se ne possono trarre. Non vanno per esempio dimenticati gli impieghi anche nella ricerca astronomica che vede moli quasi infinite di dati offerti in pasto a nuovi software in grado di ricostruire evoluzioni di oggetti celesti, distribuzione statistica di materia e catalogazione sulla base di funzioni di autoapprendimento.
Andava tutto bene a dire il vero finché, ma c’era da aspettarselo, qualcuno non ha ipotizzato che l’Ai avrebbe potuto “costruire una nuova realtà”. Nuove immagini, nuove notizie, nuovi ragionamenti, nuove testimonianze tutte create da dati reali ma totalmente originali e frutto della fantasia. Ma di una fantasia a cui non si può associare un io, non una mente pensante, non una proprietà, solo una creazione che vaga senza appartenenza distribuibile all’infinito e rigenerata all’infinito.
Le problematiche che si paventano sono davvero immani, spaventano chiunque a tal punto che anche le più complesse e stringenti norme da poco varate da altolocati organismi internazionali per la regolamentazione della circolazione delle informazioni nel web, appaiono letteralmente come acqua fresca.
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L’editoriale completo è pubblicato su Coelum Astronomia 262 III bimestre 2023