Ve ne abbiamo raccontato la storia, come è stato ideato e costruito, e le emozioni suscitate da quel “cielo in 3D” visto dai primi fortunati a poter salire quella scaletta e mettere occhio agli oculari.
Quella storia ora è diventata un libro, in formato pdf, che Andrea Boldrini regala a chiunque abbia voglia di condividere con lui questa sua grande emozione.
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La storia della costruzione di uno strumento che non soltanto ha conquistato il primato di “più grande telescopio binoculare amatoriale del mondo”, ma ha anche confermato nei fatti la sua assoluta eccellenza nell’osservazione visuale di un cielo reso tridimensionale da due occhi da 24″ (61 cm di diametro).
Interrogato sul significato del Tempo, Sant’Agostino risponde: «Quando nessuno me lo chiede, lo so; ma se qualcuno me lo chiede e voglio spiegarglielo, non lo so».
In un certo senso, a me capita la stessa cosa quando mi chiedono le ragioni di questo smisurato telescopio binoculare e di cosa abbia mosso questo progetto. Io forse lo so, ma alla fine non so come spiegarlo!
Costruire un binocolo formato da due specchi di 24″ (61 cm di diametro) sembra in effetti uno di quei sogni destinati a farci compagnia per tutta la vita, ma sempre interrotti dall’immancabile risveglio. Poi si sa come vanno le cose… Anche per i desideri più impossibili basta a volte un pizzico di volontà e la vicinanza di qualcuno che ci crede quanto noi (la realizzazione del binodobson è stato un progetto che ho condiviso con la mia compagna Maria Kent Pasquarella, anche lei appassionata di cose celesti) e tutto all’improvviso si mette in moto…