Già un paio di mesi fa abbiamo visto come l’ESA ha aperto al pubblico la scelta degli obiettivi scientifici da perseguire nel prossimo futuro, o per lo meno ha chiesto al pubblico un’opionione. Ormai è sempre più ampio il coinvolgimento del semplice appassionato nelle “cose di scienza”, e sempre più rivolto al pubblico generico e non solo agli astrofili, nel caso della ricerca astronomica, più accaniti.
Il motivo è presto detto, da una parte la comunicazione scientifica viene sempre più agevolata dai social media e da un’informazione veloce e subito disponibile, anche da parte direttamente delle grandi agenzie e istituti. L’interesse del singolo aumenta e la richiesta di nuova informazione di conseguenza. Dall’altra le agenzie spaziali, e la ricerca in genere, hanno comunque bisogno di fondi per sopravvivere, e l’aspetto educativo e divulgativo assume anche un ruolo importante nelle scelte politiche e nella predisposizione più o meno alta dei governi per lo stanziamento di fondi a favore. Più l’opinione pubblica è sensibilizzata e interessata, più le parti politiche saranno meglio predisposte (anche se, a nostro parere, servirebbe un po’ di lungimiranza in più da parte della classe politica, non necessariamente legata alla ricerca di voti…, ma anche la “classe politica” è fatta di persone e della loro cultura).
Ecco allora che la NASA, già da tempo, invita a viaggiare con le sue missioni spaziali, e sono in tanti in questi giorni ad aver già “prenotato il biglietto” per far viaggiare il proprio nome a bordo del prossimo rover diretto sulla supeficie marziana, il Mars 2020 – la cui partenza è prevista per luglio 2020, e l’arrivo sul pianeta rosso per il febbraio 2021. Il rover americano (dal peso di circa una tonnellata ed evoluzione di Curiosity), che andrà alla ricerca di segni di vita microbica nel passato del Pianeta Rosso, studierà clima e geologia del pianeta, raccoglierà campioni per il rientro a terra e aprirà la strada all’esplorazione umana di Marte.
«Mentre ci prepariamo a lanciare questa storica missione su Marte, vogliamo che tutti siano coinvolti in questo viaggio di esplorazione», spiega Thomas Zurbuchen, amministratore associato della Direzione della missione scientifica alla NASA (SMD) a Washington. «È un momento emozionante per la NASA, che si appresta a intraprendere questo viaggio per rispondere a domande profonde sul pianeta nostro vicino ma anche sulle origini della vita stessa».
Così si ha l’opportunità di far viaggiare il proprio nome con la missione, inciso in un chip di silicio su linee di testo più piccole della millesima parte di un capello umano (75 nanometri), grazie a un fascio di elettroni presso il Microdevices Laboratory del JPL. In questo modo in un solo chip troveranno posto più di un milione di nomi!
A chi lascerà il suo nome rimarrà in ricordo una carta d’imbarco da incorniciare, come è successo anche per InSight e altre missioni, alla quale però viene associato anche un programma di punti, un po’ come con tutte le compagnie aeree. Si tratta di una campagna che vuole in qualche modo evidenziare e collegare tra loro quelle missioni, e quelle tappe, che porteranno l’uomo a viaggiare dalla Luna a Marte, il grande impegno che l’agenzia americana ha ormai di deciso di intraprendere.
Fino al 30 settembre, quindi, avete tempo per prenotare il vostro posto a questo link: go.nasa.gov/Mars2020Pass
Ma non è l’unico appello della NASA di questi giorni. Non solo coinvolgimento emotivo, ma anche scientifico, o comunque di utilità pratica e concreta. La missione Osiris-Rex è in difficoltà per la scelta del luogo in cui tentare un avvicinamento per la raccolta di un campione della superficie ddell’asteoroide Bennu, da portare a Terra. Ne abbiamo parlato anche un paio di mesi fa, e se ne parla da quando la sonda si è avvicinata abbastanza da scoprire il vero volto dell’asteoride, più ispido e inospitale di quanto ci si aspettava. È però di pochi giorni fa l’appello al pubblico e ai cosidetti cittadini scienziati:
«Cittadini scienziati a raccolta! La missione OSIRIS-REx della NASA sull’asteroide Bennu ha bisogno di coppie di occhi extra per aiutare a scegliere il sito di raccolta dei campioni sull’asteroide – e per cercare qualsiasi altra cosa che potrebbe essere scientificamente interessante».
Comincia così l’appello rilasciato qualche giorno fa, in cui la NASA chiede appunto un aiuto agli appassionati per velocizzare il processo di selezione del sito di raccolta dei campioni. In pratica si tratta di dare una mano a costruire una mappa “contando i sassi” che si riescono a individuare su singoli fotogrammi della superficie dell’asteroide. Un vero ago in un pagliaio per i componenti del team, ma se si è in tanti, ognuno avrà solo una manciata di erba secca da spulciare… e contare!
Poi, come per la missione Juno ad esempio, o per i tanti progetti della piattaforma di citizen science Galaxy Zoo, ci sarà la possibilità di notare strutture particolari, o anomale, che possano essere target di studio per la missione.
«Per la sicurezza del veicolo spaziale, il team di missione ha bisogno di un catalogo completo di tutti i sassi vicini ai potenziali siti di raccolta campioni e invito i membri del pubblico ad assistere il team di OSIRIS-REx nel portare a termine questo compito essenziale», spiega Dante Lauretta, PI di OSIRIS-REx presso l’Università dell’Arizona, a Tucson.
Per questo appello, la NASA si è appoggiata a CosmoQuest, un progetto del Planetary Science Institute che sostiene iniziative di citizen science. I volontari svolgeranno gli stessi compiti che fanno gli scienziati planetari – misurando i massi di Bennu e mappando rocce e crateri – attraverso l’uso di una semplice interfaccia web, segnando anche caratteristiche di possibile interesse scientifico sull’asteroide per ulteriori indagini.
Un lavoro di precisione ma non così difficile, basta avere a disposizione un computer con un buono schermo, e un mouse in grado di fare spostamenti precisi (o una mano ferma). Si parte con un tutorial interattivo e si hanno a disposizione canali di assistenza e discussione grazie a una comunità su Discord e sessioni in live streaming su Twitch.
Meglio di un videogioco insomma…
«Siamo molto lieti ed entusiasti di rendere disponibili le immagini di OSIRIS-REx per questo importante progetto di scienza dei cittadini», ha dichiarato Rich Burns, project manager di OSIRIS-REx presso il NASA Goddard Space Flight Center. «Bennu ci ha sorpreso con un’abbondanza di massi. Chiediamo l’aiuto degli scienziati cittadini per valutare questo terreno accidentato in modo da poter tenere al sicuro il nostro veicolo spaziale durante le operazioni di raccolta dei campioni».
Che si voglia partecipare solo come passeggeri simbolici o per dare un aiuto più concreto ormai le occasioni per farsi coinvolgere nelle missioni spaziali sono tante, e un giorno potremo dire ai nostri nipoti… “c’ero anch’io!”.
…e Coelum Astronomia poteva forse mancare?
Indice dei contenuti
La Foto del Secolo
La prima immagine reale di un buco nero… e le risposte alle domande che vi sono venute in mente!
Coelum Astronomia di Maggio 2019
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