Gli appassionati di scienza sono accorsi in migliaia per dare una “spolverata” alla storica classificazione di galassie utilizzata ormai da quasi un secolo, il famoso digramma a diapason (o sequenza) di Hubble. Un nuovo studio pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society nell’ambito del progetto Galaxy Zoo (creato per permettere, tra gli altri progetti, ai citizen scientist di classificare le immagini scovate dai telescopi in giro per lo spazio) ha utilizzato un campione di oltre 6 mila galassie per rivelare dettagli finora inediti.
Come suggerisce il nome, il metodo venne ideato da Edwin Hubble nel 1927: si tratta di un modo efficace per classificare le galassie in base al tipo e alla forma (dalle ellittiche alle spirali, passando per quelle lenticolari e irregolari). Da allora la sequenza di Hubble è stato il metodo più utilizzato per classificare le galassie a spirale ed è ancora ampiamente presente nei libri di astronomia. Hubble affermava che le galassie con rigonfiamenti centrali più grandi tendevano ad avere bracci a spirale più stretti verso il centro.
Il nuovo studio contraddice in parte il lavoro dell’astrofisico: secondo i ricercatori e i citizen scientist che li hanno aiutati non c’è una forte correlazione tra il centro galattico e il tipo di bracci a spirale delle galassie stesse. Gli esperti hanno trovato spiegazioni alternative al classico modello dell’onda di densità, cioè l’idea che i bracci non siano strutture fisse, ma causate da increspature nella densità del materiale nel disco della galassia.
Dallo studio si evince che almeno alcuni bracci a spirale potrebbero essere strutture reali, non solo increspature, e dunque ammassi di stelle legate dalla gravità e che ruotano fisicamente insieme.
Per saperne di più:
- Leggi lo studio pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society “Galaxy Zoo: unwinding the winding problem – observations of spiral bulge prominence and arm pitch angles suggest local spiral galaxies are winding” di Karen L. Masters et al.
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GIOVE il gigante venuto da lontano
Lo possiamo osservare brillante già in prima serata ma è anche oggetto di un nuovo studio che ne rivede l’origine e l’evoluzione…
Coelum Astronomia di Giugno 2019
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