Tra il 2 e il 4 novembre sono state registrate dal National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) una serie di esplosioni solari, che hanno scatenato una potente tempesta geomagnetica che ha colpito la Terra negli ultimi sette giorni.
«Negli ultimi anni abbiamo avuto una bassissima attività solare. Ma ora questa sta aumentando e accelerando abbastanza velocemente, dando inizio ad nuovo ciclo solare, che raggiungerà il suo massimo per il 2025», afferma Bill Murtagh, coordinatore del programma presso lo Space Weather Prediction Center (SWPC) del NOAA.
Le esplosioni sono legate alle macchie solari, tempeste magnetiche sulla superficie del Sole, che si generano e rimangono attive per un periodo che si ripete all’incirca ogni 11 anni.
Murtagh dice: «E’ come se il Sole si stesse risvegliando dopo un lungo periodo di letargo».
Questa intensa attività, quando raggiunge il nostro pianeta, causa una serie di fenomeni chiamati “meteo spaziale”.
La tempesta geomagnetica di questa settimana ha avuto origine da una serie di espulsioni di massa coronale, Coronal Mass Ejection (CME), ovvero bolle di materiale solare che delle volte il sole erutta. «Un CME è essenzialmente una nuvola di miliardi di tonnellate di gas plasma polarizzato magneticamente», spiega Murtagh, «Quindi il Sole ha lanciato delle nubi di particelle di cariche magnetiche nello spazio, che hanno raggiunto la Terra».
Ma anche il nostro pianeta ha un campo magnetico, e quando quest’ultimo s’incontra con le particelle solari, si generano delle intese tempeste geomagnetiche. La potenza di simili tempeste dipende sia dalle dimensioni della CME che dall’allineamento dei due campi magnetici. Nell’ultima settimana la Terra è stata colpita da CME di medie dimensioni: un grado di forza difficile da prevedere.
«A meno che una bolla di particelle non colpisce direttamente la nostra navicella spaziale, Deep Space Climate Observatory (DSCOVR), non possiamo affermare se una tempesta geomagnetica è o meno imminente», conclude Murtagh.
La previsione di tali fenomeni è di estrema importanza. Se la potenza delle CME fosse ancora più grande di quella attualmente emessa dal Sole, sulla Terra potremmo avere ingenti danni alle reti elettriche, ai satelliti e agli strumenti di comunicazioni radio per i trasporti. Monitorare il “meteo spaziale” sta diventando sempre più rilevante e allo stesso tempo apre opportunità di ricerca per comprendere meglio i meccanismi della nostra stella.
Per ulteriori approfondimenti:
Press release: https://www.noaa.gov/media-advisory/noaa-forecasts-strong-solar-storm-space-weather-experts-available-for-interviews