Un fenomeno abituale, che avviene in tutto il sistema solare. Tuttavia, fino ad oggi i ricercatori erano riusciti ad osservarlo in diretta solo sulla Terra, sulla Luna e su Giove. Nessun altro impatto di meteoroide (come si chiamano i piccoli frammenti rocciosi o metallici che vanno in giro per  il sistema solare) era stato osservato dal vivo. Come dire, con la pistola ancora fumante. Grazie ai dati catturati dalla sonda Cassini negli ultimi anni, arrivano le prime immagini che immortalano dal vivo il fenomeno tra gli anelli di Saturno. Ecco le meravigliose fotografie realizzate dalla sonda NASA-ESA-ASI, su cui si basa un articolo pubblicato lo scorso 25 Aprile sulla rivista Science.

Alcuni impatti tra gli anelli di Saturno osservati nel 2009 e 2012 dalla sonda Cassini-Huygens. Crediti: NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute/Cornell

Nelle immagini del montaggio, raccolte a diverse riprese, sono chiaramente visibili le nuvole di polvere sollevate dagli impatti tra i piccoli meteroidi e le minuscole particelle che compongono gli anelli (le frecce evidenziano il fenomeno, qui la versione originale). Da sinistra in alto, in verso orario: 2 diverse immagini scattate nel 2009, a un giorno e due giorni di distanza da un impatto avvenuto nell’anello A. A seguire, sempre del 2009, le immagini scattate a qualche ora di distanza da due impatti nell’anello C e nell’anello B. L’ultima immagine infine, è stata realizzata nel 2012 e ritrae un evento avvenuto poche ore prima nell’anello C (vedi a questa pagina la disposizione degli anelli di Saturno).

La preziosità di queste immagini è anche dovuta alla difficoltà di riuscire a vedere gli effetti dell’impatto di un meteroide, un oggetto che in prossimità di Saturno si stima abbia dimensioni che vanno da qualche centimetro a pochi metri.
Il fenomeno è stato sapientemente messo in evidenza grazie alla scelta di realizzare le immagini in particolari condizioni di illuminazione degli anelli. Le prime 4 immagini sono infatti state scattate nel 2009, all’equinozio di Saturno quando la luce del Sole colpiva gli anelli quasi perfettamente di taglio. Un fenomeno che si ripete per il pianeta Saturno solo ogni 14,5 anni terrestri (metà anno del pianeta). L’ultima immagine, invece, è stata realizzata nel 2012 sfruttanto una particolare geometria di illuminazione, con un grande angolo tra la direzione Sole-Saturno e quella Saturno-Cassini. Un po’ come quanto si guarda un piano in controluce e la polvere su di esso diventa visibile.

I dettagli di queste e di altre osservazioni, avvenute tra il 2005 e il 2012 per un totale di 9 meteororidi osservati, sono stati raccolti in un recente articolo comparso sulla rivista Science, con prima firma Matt Tiscareno, della Cornell University e Participating Scientist di Cassini. L’importanza dello studio è evidente ed è sottolineata da Linda Spilker, Project Scientist di Cassini, che parla di una tecnica che ha trasformato gli anelli di Saturno in un efficace ed enorme “rivelatore di meteoroidi”, grande 100 volte la superficie della Terra, che ha permesso di stimare il tasso di impatti in un periodo relativamente breve.

Le ricadute scientifiche sono sorprendenti. Dice ancora Spilker: “I risultati di questo studio suggeriscono che il numero di impatti di piccole particelle deve essere confrontabile in prossimità della Terra e di Saturno, due luoghi molto diversi del sistema solare.” Un dato che sarà fondamentale per comprendere meglio i meccanismi di formazione degli anelli di Saturno, che alcuni scienziati, a causa della loro brillantezza, ritengono molto più giovani del pianeta stesso.

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