Era l’autunno del 1604 quando l’astronomo tedesco Johannes Kepler (Keplero, per noi italiani) avanzò l’idea che la Stella di Betlemme potesse essere stata una supernova e da allora questa teoria ha avuto molti sostenitori.

La storia inizia tra il 16 e il 18 dicembre del 1603 quando Keplero aveva previsto la congiunzione di Giove con Saturno nel Sagittario.

La mattina del 16 dicembre l’astronomo era pronto a osservare ma i pianeti erano troppo vicini al Sole, pertanto, le cose non andarono alla meglio. Il giorno dopo, il 17 dicembre, quando i pianeti erano separati uno dall’altro di un solo grado, il tempo non fu clemente e così fino al giorno di Natale. Ma la mattina del 25 dicembre Keplero riuscì finalmente ad osservare Giove, Saturno e anche Mercurio formare un triangolo nel cielo. Keplero sapeva, in base ai calcoli effettuati, che anche Marte si sarebbe avvicinato a breve. E così quando Giove e Saturno si erano spostati di circa 8,5 gradi l’uno dall’altro, Marte si congiunse con Giove.

Poi all’improvviso la notte stessa in cui Giove e Marte si unirono, una supernova divampò nel mezzo di questo raggruppamento di pianeti. L’astronomo Kepler fu avvisato non appena apparve la supernova perché, con sua grande frustrazione, non fu in grado di vedere questa nuova luce fino a quando il cielo nuvoloso non si schiarì.

Keplero osservò questo straordinario incontro di pianeti e la nuova stella il 17 ottobre 1604 – a quel punto la supernova aveva una magnitudine negativa di 2,25, più luminosa anche di Giove.

La stella, oggi nota come stella di Keplero, brillava intensamente la sera ed era persino visibile di giorno, era situata ai piedi della costellazione di Ofiuco. Per diverso tempo rimase uno degli oggetti più luminosi del cielo notturno.

Disegno di Keplero raffigurante la stella nova (lettera N)

Keplero pubblicò i suoi risultati nel libro “De stella nova in pede Serpentarii” 

Diagramma in “De stella nova in pede Serpentarii“.
La Nova del 1604 è indicata in alto come un’esplosione. (Biblioteca Linda Hall)

Lo spettacolare incontro tra i pianeti, seguito dall’esplosione di una nuova stella, intrigarono Keplero e sollevarono domande nella sua mente.

Applicando la matematica dei moti planetari, fece i calcoli a ritroso nel corso dei secoli e giunse a una conclusione sorprendente. I suoi calcoli mostrarono che Giove e Saturno si erano uniti in una congiunzione nell’anno 7 a. C. e che anche Marte si era spostato nella stessa regione del cielo. Keplero affermò che la stella seguita dai Magi era l’equivalente della stella nova del 1604-5 e che era sorta durante una serie di congiunzioni planetarie correlate negli anni 7-5 a.C., che egli considerò come il periodo del concepimento di Cristo e del viaggio dei Magi a Betlemme. Keplero era affascinato dalla possibilità che la congiunzione planetaria fosse in qualche modo legata all’apparizione della nuova stella e che una sequenza simile di eventi fosse stata all’origine del fenomeno celeste raccontato nel vangelo secondo Matteo 2:9-10:

9 “Essi dunque, udito il re, partirono; ed ecco la stella che avevano veduta in Oriente, andava dinanzi a loro, finché, giunta al luogo dov’era il fanciullino, vi si fermò sopra”

10 “Ed essi, veduta la stella, si rallegrarono di grandissima allegrezza.”

L’interpretazione di Keplero della Stella Nova del 1604 intrecciò la scienza dell’astronomia con l’astrologia e la teologia nel tentativo di determinare la data di nascita corretta di Gesù.

La sua opera definitiva sulla data della nascita di Cristo fu descritta nel libro “De vero anno quo aeternus Dei Filius humanam naturam in utero benedictae Virginis Mariae assumpsit” (Francoforte, 1614).

In questo libro, quando arriva a considerare la Stella dei Magi, dice: ” Quella stella non era una normale cometa o una normale nuova stella, ma uno speciale miracolo passato nello strato più basso dell’atmosfera“.

 La stella di Betlemme è un argomento che tocca scienza e religione e l’indagine di Keplero mostra quanto sia un campo problematico e insidioso quello in cui la scienza e le Scritture si incontrano.

Buone feste a serenità a tutti!