Era già nell’aria, ma questo ulteriore ritardo nel lancio di Endeavour rende molto più complicata la situazione del programma Space Shuttle.
I tecnici sul Pad 39/A non hanno ancora individuato la causa del corto circuito che una settimana fa ha bloccato il lancio della missione STS-134, diretta sulla Stazione Spaziale Internazionale con sei membri d’equipaggio e l’esperimento AMS2.
L'ALCA2, il box di derivazione incriminato - NASA
Dopo aver sostituito inutilmente la scatola di derivazione che controlla tutto il sistema di riscaldatori per le APU, gli ingegneri hanno deciso di sostituire anche il cablaggio completo che collega quella scatola con i vari riscaldatori e durante quelle operazioni è stato notato, in un fascio di cavi, un conduttore crimpato in modo anomalo, dettaglio che ha lasciato il sospetto che potesse essere lui il responsabile del problema.

Le operazioni di sostituzione sono comunque proseguite e per lunedì prossimo avremo una risposta sull’esito di tutta questa serie di lavori eseguiti su Endeavour.
La missione dovrebbe ora partire alle 1256 UTC del 16 maggio, con un inizio del countdown alle 1100 UTC di venerdì 13 (che non piacerà sicuramente ai superstiziosi americani) e un attracco alla ISS alle 1000 UTC del 18 maggio. Endeavour mollerebbe gli ormeggi alle 1500 UTC del 29 maggio ed atterrerebbe al KSC alle 0630 del primo giugno.

A complicare la situazione ci sono due fattori. Il primo è il rientro previsto per la Soyuz TMA-20 con Nespoli previsto per il 23 maggio (che quindi impedirebbe di fatto l’esecuzione della missione) e il periodo di beta-cutout (quando la Stazione rimane esposta perennemente alla luce solare causando un possibile surriscaldamento della navetta eventualmente attraccata) che si estenderà dal 29 maggio al 19 giugno.

Vedremo come i manager NASA gestiranno tutti questi problemi.


1 commento