Home Blog Pagina 110

Circolo Astrofili Veronesi

0

07.03: “La ricerca scientifica delle stelle variabili dall’Oss. Monte Baldo” di Flavio Castellani.

Per informazioni: info@astrofiliveronesi.it
Cell: 334 7313710 (Antonio Cagnoli)
www.astrofiliveronesi.it

Gruppo Amici del Cielo di Barzago

0

07.03: 2a lezione ”Orientarsi con le stelle: costellazioni e zodiaco”.

Per info: didattica@amicidelcielo.it
www.amicidelcielo.it

Associazione Ligure Astrofili Polaris

0

07.03: ”L’Universo olografico. Una mera ipotesi?” di Paolo Brovia.

Per info: cell. 346.2402066 – info@astropolaris.it
www.astropolaris.it

2014 DX110 sfiora la Terra

0
Il diagramma dell'orbita (cliccare per il diagramma interattivo dell'SSD/JPL).

Domani 5 marzo, alle 21:07 TU (22:07 italiane), un asteroide di circa 30 metri di diametro passerà a meno di 350.000 km dalla Terra, circa 0,9 distanze lunari.

2014 DX110 – questo il nome assegnato all’asteroide, un NEO della famiglia Apollo – non sarà facilmente osservabile: non sarà infatti visibile ad occhio nudo, serviranno telescopi con un’apertura di almeno 40 cm per riuscire a fotografarlo e comunque, a causa della sua alta velocità, sparirà dalla vista piuttosto velocemente.

Per chi volesse comunque tentare la sfida, a questo link trovate le effemeridi per provare ad inseguirlo già da questa notte, altrimenti lo si potrà seguire in diretta streaming domani sera grazie al Virtual Telescope (meteo permettendo) che ne commenterà l’avvicinamento a partire dalle 20:30.

Risorse online:

Le effemeridi ogni 4 minuti per il 4 e 5 marzo (calcolati per una località situata a 12° di longitudine Est, 42° di latitudine Nord)

La diretta del Virtual Telescope

La pagina dedicata sul sito dell’SSD (Solar System Dynamics) con il diagramma dell’orbita e tutti i parametri fisici e orbitali dell’asteroide

Supernovae scoperte a gennaio 2014

0
SN2014K in PGC24869 di Riccardo Mancini cliccare per ingrandire).
Pubblichiamo il testo integrale della nota rubrica dedicata alle Supernovae curata da Fabio Briganti e Riccardo Mancini dell’Italian Supernovae Search Project e pubblicata su Coelum 179 di marzo, che per la quantità di interessanti scoperte e belle immagini è stato pubblicato solo in versione ridotta sulla rivista.
SN2014J in M82 ripresa da Marco Burali (Osservatorio MTM di Pistoia)

Come preannunciato lo scorso mese, iniziamo questa rubrica con il racconto della curiosa storia della scoperta della bella supernova in M82. Siamo a Londra. È il 21 gennaio 2014 e il professore universitario Steve J. Fossey, docente dell’University College, decide di effettuare una sessione pratica al telescopio di 35 cm, posto nell’Osservatorio dell’Università, per dimostrare a quattro suoi studenti l’utilizzo della camera CCD. Come target osservativo viene scelta la bella M82 ma, nel mostrare la galassia ai suoi studenti, Fossey si accorge della presenza di un oggetto anomalo: a 54″W e 21″S dal centro della galassia c’è infatti una nuova stella di mag. +11,7!
Ed è stato così che per un puro caso, per una di quelle fortuite circostanze che di rado capitano nella vita, il professor Fossey ha scoperto una delle supernovae più importanti, una di quelle che lasciano un segno: la SN 2014J è infatti la supernova più vicina a noi dopo quella esplosa nel 1987 nella Grande Nube di Magellano.

SN2014J in M82 di Sergio Bove (Astronomicalcentre)

La notizia si espande velocemente sul web e i telescopi di mezzo mondo vengono puntati sull’oggetto. Poche ore più tardi viene ripreso lo spettro che permette di classificare la supernova come di tipo Ia, scoperta circa due settimane prima del massimo di luminosità, luminosità che nei giorni seguenti aumenta fino a raggiungere la mag. +10,0/+10,5.

M82 – che con M81 forma una delle coppie più fotogeniche e bersagliate dagli astrofotografi – è una galassia irregolare, nota come “Galassia Sigaro” per la curiosa forma, posta prospetticamente nell’Orsa Maggiore; è una vicina della Via Lattea da cui dista infatti “solo” 12 milioni di anni luce circa (per approfondire ulteriormente vedi anche la notizia online nei giorni della scoperta e l’approfondimento di Giancarlo Cortini).


SN2014K in PGC24869 ripresa da Riccardo Mancini (cliccare per ingrandire).

Altra Ultima ora dello scorso mese, mentre molti appassionati puntavano i propri telescopi verso M82, il 22 gennaio Giancarlo Cortini metteva a segno la prima scoperta italiana del 2014 notando una stella di mag. +15,4 nella piccola galassia PGC 24869, anch’essa nell’Orsa Maggiore, appena 5° a ovest della coppia M81-M82. PGC2 4869 fa parte di un terzetto di piccole galassie ed al momento della scoperta la supernova, a cui è stata assegnata la sigla SN 2014K, appariva addirittura più luminosa della galassia ospite. Lo spettro ha permesso di classificarla di tipo Ia, scoperta ben 20 giorni dopo il massimo: ovvero non è stata notata per circa tre settimane ed infatti sono state individuate due pre-discovery del programma professionale MASTER Robotic Net russo. Una ottenuta dal MASTER-Tunka che aveva immortalato la supernova già l’11 gennaio e l’altra dal MASTER-Kislovodsk che l’aveva ripresa addirittura il 30 dicembre, quindi in prossimità del massimo di luminosità. Questo dimostra che i programmi automatici di acquisizione e controllo immagini non sono infallibili.


SN2014L in M99 di Marco Burali

Il mese di gennaio 2014 sarà però ricordato anche per un altro record. Il giorno 26 è stata infatti trovata una seconda supernova in una galassia Messier, ovvero la SN 2014L, esplosa in M99. Le galassie del catalogo Messier sono 40 e da quando è stato inventato il telescopio sono state solo 59 le supernova scoperte in queste belle e “vicine” galassie… possono passare degli anni senza che in una Messier ne venga scoperta una: due a distanza di solo 5 giorni è un evento davvero più unico che raro!

La scoperta della SN 2014L è stata assegnata al programma professionale cinese THU-NAOC Transient Survey (TNTS), che fa capo al National Astronomical Observatories of China ed alla prestigiosa Tsinghua University di Pechino. La luminosità della nuova stellina, che il 26 brillava di mag. +17,2, è aumentata nei giorni successivi fino a raggiungere il massimo nei primi giorni di febbraio intorno alla mag. +14,5. Lo spettro ha permesso di classificarla di tipo Ic, scoperta pochi giorni prima del massimo. Come per la SN 2014J in M82, anche la SN 2014L mostra nello spettro delle intense righe strette in assorbimento del doppietto di NA I dimostrando che luce della supernova è oscurata da polveri presenti sulla linea di vista.

L'immagine di luminanza è stata realizzata da Marco Burali all'osservatorio MTM con Takahashi FRC 300, ccd FLI 1001 e 120 minuti di posa, mentre il segnale RGB è stato richiesto in cortesia a Robert Gendler e ripreso al Misti Observatory.

Anche per questa importante supernova abbiamo una doppia pre-discovery del solito Koichi Itagaki con un’immagine ripresa nella notte della scoperta ed un’altra ottenuta due giorni prima, il 24 gennaio, con la supernova appena visibile intorno alla mag. +18. L’esperto giapponese (anni 66) sicuramente uno dei più importati ricercatori amatoriali di supernovae al mondo, è sempre in prima fila sulle scoperte dell’emisfero nord. Avrebbe potuto aggiudicarsi, nel giro di soli 5 giorni, la paternità della scoperta di queste due importanti supernovae in galassie Messier avendo su entrambe le primissime immagini di pre-discovery, ma purtroppo questa volta non è stato aiutato dalla fortuna. Un’altra pre-discovery è stata ottenuta dall’americano Greg Haider che aveva ripreso la galassia con la supernova la notte precedente alla scoperta.
M99 è una stupenda galassia a spirale distante circa 55 milioni di anni luce. Anche se posta nella costellazione della Chioma di Berenice, M99 è una delle galassie più brillanti della ammasso della Vergine. Possiede una curiosa particolarità: una strana asimmetria dei suoi bracci. In particolare il braccio ad Ovest è più aperto rispetto agli altri e questo potrebbe essere dovuto ad una collisione avvenuta in passato con un’altra galassia. Per osservarla conviene attendere la seconda parte della notte per avere la galassia ad una buona altezza sull’orizzonte. Questa supernova purtroppo è passata un po’ in secondo piano, anche se notevole, perché oscurata dall’importanza della supernova in M82. Se fosse esplosa in un altro periodo avrebbe invece riscosso un’attenzione molto maggiore. Per M99 è questa la quarta supernova conosciuta. In passato infatti la galassia aveva ospitato le SN 1986I, 1972Q e 1967H, tutte e tre di tipo II.


SN2014G in NGC3448 di Riccardo Mancini

Il mitico ricercatore del sol levante Koichi Itagaki in questo inizio 2014 non si è però limitato ad inanellare delle pre-discovery, ma è riuscito a mettere a segno anche due successi, raggiungendo l’invidiabile quota di 96 scoperte. La prima, la SN2014F, scoperta l’11 gennaio nella galassia NGC6667 ed una seconda molto interessante e luminosa degna di un approfondimento. Si tratta della SN2014G individuata nella notte del 14 gennaio nella galassia irregolare NGC3448 che fa parte del catalogo ARP al numero 205 e posta nella costellazione dell’Orsa Maggiore a circa 80 milioni di anni luce, a meno di 3° dalla bella galassia M108. Itagaki deve dividere questa scoperta con l’americano Patrick Wiggins che aveva individuato la supernova nella stessa notte, ottenendo la sua prima scoperta. L’oggetto appare subito luminoso (mag.+15,4) e nei giorni seguenti aumenta ulteriormente la luminosità fino a raggiungere a fine gennaio la notevole mag. +14. Grazie allo spettro ripreso da Asiago il 15 gennaio con il telescopio Galileo da 1,22 metri viene evidenziato che si tratta di una supernova di tipo IIn scoperta appena dopo l’esplosione. Nello spettro sono però evidenti delle forti ed inusuali linee di assorbimento del He I e He II. Viene perciò ripreso nuovamente il 18 febbraio in Estonia dal Tartu Observatory con il telescopio da 1,5 metri ed il 25 Febbraio dagli Stati Uniti con il Multiple Mirror Telescope da 6,5 metri, permettendo di correggere la classificazione dell’oggetto in una rara supernova di tipo II L.

Ettore, campione dei troiani

0
Rappresentazione artistica di Hektor e della sua luna. L’interno dell’asteroide, composto da una mistura di rocce e ghiaccio, è mostrato in sezione. Crediti: H. Marchis & F. Marchis

Rappresentazione artistica di Hektor e della sua luna. L’interno dell’asteroide, composto da una mistura di rocce e ghiaccio, è mostrato in sezione. Crediti: H. Marchis & F. Marchis

624 Hektor è un asteroide decisamente interessante. Scoperto nel 1907, con i suoi 250 km di larghezza è il più grande degli asteroidi “troiani” che si muovono sulla stessa orbita di Giove. Ha una forma estremamente allungata e orbita su sé stesso in meno di sette ore. Unico fra i troiani, possiede anche una luna, scoperta nel 2006 da un team guidato da Franck Marchis del SETI Institute. Ora, dopo otto anni di osservazioni, un team internazionale di astronomi guidato dallo stesso Marchis, ha pubblicato uno studio su Astrophysical Journal Letters che getta nuova luce sull’origine e sulle bizzarre caratteristiche di 624 Hektor e della sua luna.

Lo studio, basato principalmente su osservazioni effettuate con il potente telescopio ad ottica adattiva del W. M. Keck Observatory alle Hawaii, suggerisce che l’asteroide e la sua luna possano essere il frutto di una collisione tra due asteroidi ghiacciati, catturati nella fascia di Kuiper dall’attrazione gravitazionale di Giove mentre il gigante gassoso ricollocava la propria orbita nel sistema solare, all’alba della sua formazione.

La luna, che ha un diametro di circa 12 km, orbita attorno all’asteroide ogni tre giorni, a una distanza di circa 600 km e con un’inclinazione di almeno 45 gradi rispetto all’equatore del corpo principale. Il calcolo della sua orbita è stato particolarmente laborioso, sia per le difficoltà d’osservazione che per il suo percorso bizzarro. “L’orbita della luna è ellittica e inclinata relativamente alla rotazione di Hektor, il che è piuttosto diverso da quello che osserviamo in altri asteroidi con satelliti nella fascia principale”, ha spiegato Matija Cuk, scienziato del Carl Sagan Center al SETI Institute, tra gli autori della ricerca. “Tuttavia, dalle nostre simulazioni al calcolatore risulta che l’orbita della luna è stabile lungo miliardi di anni.”

Due osservazioni effettuate nel 2006 e 2008 con il telescopio Keck II. Al centro di ogni immagine è ben distinguibile la forma oblunga di Hektor, mentre la piccola e debole luna è indicata dal cerchio azzurro. Crediti: F. Marchis / WMKO

Non si conoscono le esatte fattezze di 624 Hektor, ma il gruppo di ricerca ha raffinato un modello secondo cui l’asteroide ha una forma bilobata. Gli scienziati ritengono che questa strutture duale sia stata determinata da una collisione a bassa velocità tra due asteroidi, mentre la luna potrebbe essersi originata da materiale espulso durante la collisione.

Anche la peculiare composizione dell’asteroide offre importanti informazioni sulla sua origine. “Nel nostro studio abbiamo dimostrato che Hektor potrebbe essere costituito da una mistura di rocce e ghiaccio, una composizione simile agli oggetti della fascia di Kuiper, di Tritone e di Plutone”, ha detto Julie Castillo-Rogez del Jet Propulsion Laboratory NASA, uno dei partecipanti allo studio. “Il motivo per cui Hektor sia divenuto un asteroide troiano, localizzato a sole 5 volte la distanza Terra-Sole, è probabilmente legato alla ridisposizione su larga scala avvenuta all’epoca in cui i pianeti giganti stavano ancora migrando nel sistema solare.”

La complessa forma dell’asteroide e l’orbita bizzarra della sua luna saranno materia di discussione per la comunità scientifica. Nel frattempo, gli autori della ricerca sono alla ricerca di un nome per la luna, che non ne ha ancora uno proprio. Sono benvenuti i suggerimenti che rispondano a due requisiti: il nome del satellite deve essere strettamente connesso a quello del corpo primario, nonché riflettere le dimensioni relative tra i due.

Per saperne di più:

  • Il preprint dello studio “The puzzling mutual orbit of the binary Trojan asteroid (624) Hektor” di F. Marchis, J. Durech, J. Castillo-Rogez, F. Vachier, M. Cuk, J. Berthier, M.H. Wong, P. Kalas, G. Duchene, M. A. van Dam, H. Hamanowa, M. Viikinkoski
  • L’articolo di Media INAF “Stregati da Giove

Il Planetario a Piacenza DAL 14 FEBBRAIO AL 22 MARZO

0

06.03, ore 21:00: conferenza Gruppo Astrofili.

Per informazioni: info@planetariopiacenza.com
www.planetariopiacenza.com

ASTROINIZIATIVE UAI

0

In diretta web con il Telescopio Remoto UAI Skylive dalle ore 21:30 alle 23:00, con la nuova Skylive Web-TV all’indirizzo:
http://www.skylive.it/WebTV.aspx
o collegandoti al Client Web:
http://app.skylive.name/Client/
IMPORTANTE: La tua iscrizione al canale Youtube è molto preziosa per noi al fine di migliorare la qualità della trasmissione. Basta cliccare sul pulsante sotto il video “iscriviti”, oppure andare al link diretto al nostro canale Youtube:
www.youtube.com/subscription_center?add_user=skylivechannel
Ovviamente tutto completamente gratuito.
Questi gli appuntamenti mensili.
UAI con SKYLIVE Una Costellazione sopra di Noi – Il primo venerdì di ogni mese, a cura di Giorgio Bianciardi (vicepresidente UAI).
SKYLIVE con UAI Rassegnastampa e cielo del mese – Quarto giovedì del mese a cura di Stefano Capretti.
www.skylive.it

ASTEROIDI – Cerere e Vesta insieme verso la super congiunzione di luglio

0
asteroidi_Mar

asteroidi_Mar

EFFEMERIDI di Marzo
(Coelum 179)

Eppure, da quasi un anno e mezzo, e cioè dal numero di ottobre 2012, non ho smesso di infilare qua e là dei riferimenti al singolare destino che sta legando gli spostamenti celesti dei due asteroidi più grandi della Fascia, e cioè al fatto che Vesta e Cerere negli ultimi 9 mesi non si sono mai distanziati per più di 7,5°, e che il prossimo luglio tale distanza si ridurrà a 10 primi d’arco!

asteroidi_Mar2In pratica, per una bizzarria del caso, il “pianeta nano” effettivo (Cerere) e il “pianeta nano” in pectore (Vesta), stanno viaggiando da mesi quasi affiancati, con traiettorie che, osservate dalla Terra, convergeranno quasi in un singolo punto il prossimo 4 luglio.

Si tratta ovviamente di convergenze prospettiche, perché in realtà i due oggetti, anche nel momento della strettissima congiunzione, disteranno tra loro la bellezza di 85 milioni di chilometri, ma resta comunque la straordinaria bellezza di un evento affascinante anche per la sua rarità.

.

Leggi tutti i dettagli e i consigli per l’osservazione, nell’articolo tratto dalla Rubrica Asteroidi di Talib Kadori presente a pagina 68 di Coelum n.179.

Al Planetario di Ravenna

0

04.03: “Ipazia e Margherita, storie sotto lo stesso cielo” di Raffaella Ortali e Mauro Graziani.

Per info: tel. 0544-62534 – info@arar.it
www.racine.ra.it/planet – www.arar.it

COMETE – La Pan-STARRS e poco più

0
comete_Mar

comete_Mar

EFFEMERIDI di Marzo
(Coelum 179)

La cometa più trendy del periodo sarà ancora la C/2012 K1 Pan-STARRS, ma non per quello che ci farà vedere al presente (che anzi, ha anche rallentato un poco la sua crescita), ma per quello che potrebbe diventare tra qualche mese (come abbiamo già riportato, sembra che la C/2012 K1 sia destinata nel prossimo autunno ad arrivare alla visibilità ad occhio nudo).

Comunque, al presente la C/2012 K1 sta puntando decisamente verso nord e durante il mese di marzo attraverserà la parte orientale dell’Ercole per poi arrivare a nord della Corona boreale. A metà mese sorgerà verso le 21:30, per cui si potrà seguire nella seconda parte della notte, fidando che la sua magnitudine possa scendere sotto la +10.

Leggi tutti i dettagli e i consigli per l’osservazione, con tutte le immagini, nella Rubrica Comete di Rolando Ligustri presente a pagina 66 di Coelum n.179

IL CIELO DEL MESE – IL CIELO DI MARZO

0

cartina marzo179d

EFFEMERIDI di Marzo
(Coelum 179)

Ricordiamo poi che il giorno 30 si tornerà all’ora estiva (TU+2). In quella data, a partire dalle ore 02:00 locali, bisognerà portare gli orologi avanti di un’ora.

Inoltre, nel fine settimana del 29-30 marzo la Luna sarà Nuova e si realizzeranno quindi le condizioni migliori per tentare la Maratona Messier, ovvero l’osservazione in un’unica notte di tutti (o quasi) i 110 oggetti del celebre catalogo.

In marzo, il Sole si muoverà nell’Acquario fino al giorno 12, per passare quindi nella grande costellazione dei Pesci, dove resterà fino al 19 aprile.

Le ore di buio diminuiranno ancora, tanto che a inizio mese la durata della notte astronomica sarà di poco più di 9,5 ore, e alla fine sol-tanto di 7,85. Il Sole sta infatti “risa-lendo” velocemente l’eclittica, e il giorno 20 (data dell’equinozio di primavera) si troverà al punto gamma (γ), dove la sua declinazione (e anche l’ascensione retta) sarà esattamente pari a zero. Il Sole, giacendo sul-l’equatore celeste, sorgerà e tramonterà quasi perfettamente a est e a ovest e la durata della notte sarà teoricamente uguale a quella del giorno (a complicare le cose contribuiscono in realtà molti altri fattori, come ad esempio la rifrazione atmosferica: alle nostre latitudini la parità si raggiungerà infatti il giorno 17).

Equinozio di PrimaveraInizierà con ciò la primavera astronomica, una delle stagioni attualmente più lunghe nel nostro emisfero per effetto della diversa velocità della Terra lungo la sua orbita secondo quanto descritto dalla seconda legge di Keplero: 92,8 giorni contro i 93,6 dell’estate, gli 89,8 dell’autunno e gli 89 dell’inverno.

Leggi tutti i dettagli e i consigli per l’osservazione, con tutte le immagini, nella Rubrica Il Cielo di Marzo presente a pagina 56 di Coelum n.179

Premio Letterario Galileo 2014 per la divulgazione scientifica

0

PREMIO LETTERARIO

GALILEO

Per la divulgazione scientifica
PADOVA 2014

La Giuria scientifica della settima edizione del Premio Galileo, presieduta per il 2014 da Nicoletta Maraschio, ha selezionato lo scorso gennaio la cinquina finalista delle opere da sottoporre al giudizio della Giuria popolare, formata da circa 2.500 studenti delle IV superiori di tutte le Province italiane:

  • Marco Ciardi con “Terra. Storia di un’idea”, 2013 Laterza;
  • Adriano Zecchina con “Alchimie nell’arte. La chimica e l’evoluzione della pittura”, 2012 Zanichelli;
  • Frans de Waal con “Il bonobo e l’ateo. In cerca di umanità fra i primati”, 2013 Raffaello Cortina;
  • Vincenzo Barone con “L’ordine del mondo. Le simmetrie in fisica da Aristotele a Higgs”, 2013 Bollati Boringhieri;
  • Nicola Nosengo con “I Robot Ci Guardano. Chirurghi A Distanza, Aerei Senza pilota e automi solidali”, 2013 Zanichelli.

La premiazione dell’opera vincitrice, selezionata tra la cinquina finalista da una giuria popolare, formata da studenti di 110 istituti superiori di altrettante province italiane, si svolgerà giovedì 9 maggio 2014 presso il Centro Altinate/San Gaetano, via Altinate, 71.

Incontri con gli autori finalisti
Centro culturale Altinate/San Gaetano, via Altinate, 71 – Padova

I cinque finalisti del Premio letterario Galileo presentano le loro opere durante un ciclo di incontri. Gli appuntamenti serali sono aperti a tutta la cittadinanza, mentre quelli che si svolgono di mattina sono dedicati alle scuole.

  • mercoledì 2 aprile, ore 18:00 – auditorium
    Incontro con Adriano Zecchina, autore di “Alchimie nell’arte. La chimica e l’evoluzione della pittura”
  • mercoledì 9 aprile, ore 18:00 – auditorium
    Incontro con Vincenzo Barone, autore di “L’ordine del mondo. Le simmetrie in fisica da Aristotele a Higgs”
  • mercoledì 16 aprile, ore 18:00 – auditorium
    Incontro con Marco Ciardi, autore di “Terra. Storia di un’idea”
  • mercoledì 30 aprile, ore 18:00 – auditorium
    Incontro con Nicola Nosengo, autore di “I robot ci guardano. Aerei senza pilota, chirurghi a distanza e automi solidali”
  • giovedì 8 maggio, ore 18:00 – agorà
    Incontro con Frans de Waal, autore di “Il bonobo e l’ateo. In cerca di umanità fra i primati”
Di seguito le schede dei cinque libri in concorso. Invitiamo tutti i lettori a leggerli e ad esprimere la propria opinione.

IL CIELO SEPOLTO – SULLA POPPA DELLA NAVE ARGO

0
cieloSepolto
Ecco come apparirebbe la costellazione della Poppa nel momento del suo transito al meridiano, vista da una qualsiasi località costiera della Sicilia meridionale. La figura si vedrebbe per intero, mentre l'orizzonte ne coprirebbe una buona parte se la osservassimo da Roma o Milano.

Si narra che la mitica nave Argo, testimone delle eroiche imprese di Giasone e degli argonauti, alla fine dell’avventura sia stata consacrata a Poseidone e trasportata in cielo, dove è poi sopravvissuta come costellazione fin quasi ai giorni nostri.
Una costellazione tuttavia talmente vasta che prima l’astronomo francese Nicolas Louis de Lacaille, nel 1756, e poi definitivamente l’astronomo statunitense Benjamin Gould (1824-1896), nel 1879, decisero di dividere in tre parti: la Carena, la Vela e la Poppa.
Questo mese ci occuperemo proprio di quest’ultima, una costellazione che misura circa 670 gradi quadrati ed è teoricamente accessibile, nella sua interezza, soltanto a coloro che hanno la fortuna di abitare nell’estremo sud della Penisola; si estende infatti dai –11° fino ai –51° di declinazione, fino a sfiorare Canopo, la seconda stella più brillante del cielo (posta di pochissimo più a sud, eppure inosservabile da qualsiasi punto d’Italia, se non – forse – da Lampedusa).

L'ammasso NGC 2451, un oggetto davvero notevole per le dimensioni apparenti (circa 50 primi di diametro). L'osservazione al binocolo risulta la più gratificante; al telescopio l'oggetto si fa infatti rarefatto e diventa difficile apprezzarne la bellezza.

La stella più brillante della Poppa è Naos (nome che in greco significa proprio “nave”), e il fatto che questa sia anche contrassegnata come zeta Puppis fa capire come un tempo fosse considerata una semplice comprimaria di una grande costellazione dove molte altre stelle, a partire da Canopo, le erano superiori in luminosità. Vale la pena di cercarla perché è anche una delle più vicine supergiganti (1000 anni luce) del rarissimo tipo spettrale O; una stella enorme e caldissima (più di 40 000 K la temperatura superficiale), con una luminosità intrinseca di oltre 25 mila volte quella del Sole. Se venisse collocata alla distanza standard di 10 parsec (poco meno di 33 anni luce) sarebbe di magnitudo –6, ossia quattro volte più brillante di Venere al suo massimo!

Pio & Bubble Boy – Coelum n.179 – 2014

0
pioebubble_Mar
pioebubble_Mar
Pio & Bubble Boy - Mario Frassati - Coelum 179

Questa Vignetta è pubblicata su Coelum n.179 – 2014. Leggi il Sommario. Guarda le altre vignette di Pio&Bubble Boy

Gruppo Astrofili DEEP SPACE

0

28.02: “Il Tempo da Sant’Agostino a Einstein: viaggio nei misteri della quarta dimensione” di Luigi Foschini.

Per info: 0341.367584 – www.deepspace.it

BALLE DI SCIENZA – MARZO/GIUGNO 2014

0

Una mostra promossa da Palazzo Blu, dall’Università di Pisa e dall’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) nella ricorrenza del 450° anniversario della nascita di Galileo Galilei. Abbagli, bufale ed errori popolano la strada che l’uomo ha
percorso per conoscere ed interpretare l’Universo. E’ stato così anche dopo che il metodo di Galileo ci ha insegnato a guardare
con più attenzione e intelligenza i fenomeni naturali. La mostra “Balle di Scienza” vi racconterà come gli errori accompagnano
inevitabilmente il desiderio dell’uomo di conoscere. Correggere i propri errori è l’essenza stessa del metodo
scientifico, inaugurato da Galileo più di 400 anni fa. Ciò che conta è non perdere meraviglia e curiosità di fronte al mondo. Sbagliarsi fa parte del gioco.
Per informazioni: Ufficio Comunicazione Infn- Tel: 06 6868162 – Fax: 06 68307944 – e-mail: comunicazione@presid.infn.it
www.infn.it/comunicazione – www.palazzoblu.it

Associazione Ligure Astrofili Polaris

0

28.02: “AstroNews 2013-2014: …tutta roba fresca di giornata!” Mauro Maestripieri, Marco Margiocco.

Per info: cell. 346.2402066 – info@astropolaris.it
www.astropolaris.it

Associazione Astrofili Centesi

0

28.02: “Viaggio tra i giganti del Sistema solare”.

Per info: 346.8699254, astrofilicentesi@gmail.com
www.astrofilicentesi.it

Al Planetario di Ravenna

0

25.02: “I misteri di Marte” (con occhialini in 3D) di Claudio Balella.

Per info: tel. 0544-62534 – info@arar.it
www.racine.ra.it/planet – www.arar.it

ASSOCIAZIONE CASCINESE

0

24.02: Fotografare la Luna, lezione pratica con gli strumenti sul campo (meteo permettendo).
Presso ”Parco Collodi” a San Benedetto (Cascina).

Per informazioni:
Domenico Antonacci Cell: 347-4131736
domenico.antonacci@astrofilicascinesi.it
www.astrofilicascinesi.it

Spettacolare congiunzione tra Venere e Luna

0
Venere e Luna

Venere e LunaL’evento più interessante del mese sarà senza dubbio la congiunzione stretta tra Venere e Luna del 26 febbraio. L’orario sarà un po’ scomodo, dato che bisognerà essere svegli alle cinque del mattino, ma un cielo sereno e limpido potrebbe regalarci la visione davvero mozzafiato di una brillante falce di Luna calante (completa di luce cinerea, fase 14%) accompagnata dall’intensissimo punto luminoso di Venere. Punto di luce che anche in un piccolo telescopio si dimostrerà essere una piccola falce quasi identica a quella lunare. All’ora indicata nella illustrazione, ovvero le 5:30, i due oggetti saranno alti circa +10°.

PLANETARIO DI VENEZIA/LIDO

0

23.02: ”Giove e i suoi satelliti visti dalla Terra” di Enrico Stomeo.

Per info: planetario@astrovenezia.net
www.astrovenezia.net

Il Planetario a Piacenza DAL 14 FEBBRAIO AL 22 MARZO

0

23.02: Collegamento Osservatorio dalle Dolomiti

Per informazioni: info@planetariopiacenza.com
www.planetariopiacenza.com

Club 100 asteroidi: “i nostri primi 50!”

0

Ugo Tagliaferri – da sempre protagonista insieme a Paolo Palma – ha decisamente allungato, portando il suo bottino personale a quota 93. Il traguardo ormai si intravede e le motivazioni sono a mille.
Tutto benissimo per il nostro eroe dunque, tanto che in pochi mesi potrebbe chiudere i giochi ma… gettando uno sguardo ai sette oggetti che gli mancano, (50 Virginia, 74 Galatea, 77 Frigga, 36 Atlante, 62 Erato, 96 Eagle e 33 Polyhymnia), si prospetta all’orizzonte un’enorme difficoltà da superare, vale a dire la posizione di 36 Atlante; dalle latitudini del Centro Italia infatti, l’asteroide sarà sprofondato a una declinazione impossibile nel momento più propizio per coglierlo. E comunque la sua altezza muterà di poco sia prima che dopo l’opposizione.
Non bastasse ciò, non supererà la mag. +12,6. Per non dover aspettare l’opposizione seguente la soluzione sarebbe quella di programmare una vacanza nel profondo Sud Italia, sperando che i gradi guadagnati bastino per individuare un oggetto debolissimo e comunque basso.
Vediamo quale sarà la soluzione adottata da Ugo, ma anche dagli altri partecipanti, dato che il problema coinvolge anche loro. A cominciare da Paolo Palma che ultimamente ha portato a casa un unico bersaglio toccando quota 87.

Ma i protagonisti assoluti di questo aggiornamento sono senza ombra di dubbio Andrea Tomacelli e Valeria Starace, che in coppia stanno tentando l’impresa. Ben 25 i loro bersagli centrati nell’ultimo periodo, di cui 20 in un’unica nottata!!!
«Abbiamo spremuto all’osso la strumentazione che, appena spenta, ha tirato un sospiro di sollievo» hanno dichiarato Andrea e Valeria, che arrivano così a quota 50, esattamente a metà dell’opera. E per festeggiare il raggiungimento del “giro di boa”, come vedete qui in alto,  ci hanno inviato anche una bellissima foto.
Ancora nessun progresso per Edoardo Carboni, fermo quindi a 43, mentre Luca Maccarini, con due nuove osservazioni, sale a 25.

Ottima performance per Adriano Valvasori, l’ultimo iscritto, autore di 7 osservazioni che raddoppiano il suo bottino ammontante ora a 15 asteroidi catturati. Mancano invece notizie da giugno di Diego Rovere, che chiude la lista con 12 bersagli. Fatti sentire presto Diego, siamo preoccupati…

Claudio Pra

E l’ESA scelse PLATO

0

UN CACCIATORE DI ESOPIANETI

È la missione Plato la terza missione scientifica di classe media selezionata dall’Agenzia Spaziale Europea nell’ambito della Cosmic Vision dell’ESA 2015-2025.

PLATO, Planetary Transits and stellar Oscillations, è un satellite, tecnologicamente molto sofisticato, composto da una batteria di piccoli telescopi (34) ma con un enorme campo di vista, in grado di osservare per la prima volta contemporaneamente immense zone di cielo, con l’ambizione di trovare il primo pianeta “abitabile” simile al nostro.

I 34 straordinari telescopi di PLATO sono stati disegnati dal team coordinato da Roberto Ragazzoni, astronomo dell’INAF – Osservatorio di Padova e docente di Ottica dell’Università patavina. Straordinari i telescopi di PLATO lo sono davvero; ognuno è in grado di vedere correttamente una regione di cielo di area 5000 volte quella della luna piena, tutti insieme abbracciano un campo di vista simile a quello dell’occhio umano. Con questi occhi PLATO è in grado di guardare a circa centomila stelle brillanti alla volta, quelle che si trovano a noi vicine.

Una volta lanciato PLATO sorveglierà un milione di stelle per sei anni e fra queste individuerà certamente mondi alieni che per dimensioni, composizione e temperatura possano permettere lo sviluppo della vita, in modo da poi potere concentrare su queste lo sforzo dei tanti telescopi spaziali ed a terra.

«PLATO completerà il lavoro iniziato da GAIA, il satellite lanciato lo scorso dicembre dall’Agenzia Spaziale Europea, che nei prossimi anni censirà le stelle nell’intorno del Sole determinandone posizione e tipologia con accuratezza mai raggiunta prima», dice Giampaolo Piotto, docente di Astronomia dell’Università di Padova, e membro dello Science Team «PLATO ci dirà quali tra queste stelle ospitino sistemi solari simili al nostro, e ci fornirà la completa comprensione dell’architettura di questi sistemi solari, e di dove possa essere presente la vita».

PLATO è  frutto dell’eccellenza italiana nel campo della ricerca in ottica – eccellenza che è riconosciuta a livello mondiale – e fornirà una prestigiosa opportunità all’industria italiana del settore. Anche l’elettronica di bordo sarà in parte made in Italy, grazie all’esperienza nel campo dei sistemi elettronici per lo spazio dei nostri ricercatori e della nostra industria spaziale.

Il contributo italiano a PLATO è finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana. Sono quasi un centinaio gli scienziati italiani, in gran parte dell’INAF, che lavorano alla progettazione della strumentazione e alla preparazione scientifica di PLATO in tutta la penisola, da Padova a Catania, Milano, Firenze, Palermo, Torino, Napoli, Roma. È italiano anche un segmento del centro elaborazione dati, curato dall’ASDC, il centro per i dati scientifici dell’Agenzia Spaziale Italiana.

«La comunità italiana è entusiasta per le opportunità fornite da PLATO. Siamo già molto attivi nello studio degli esopianeti; abbiamo in corso un progetto molto ambizioso (GAPS) con lo spettrografo HARPSN al Telescopio Nazionale Galileo, considerato uno degli strumenti di punta dell’astrofisica mondiale in questo settore, e stiamo preparando la missione CHEOPS, una piccola missione spaziale dell’Agenzia Spaziale Europea, che partirà nel 2017, per caratterizzare esopianeti noti» – dice Isabella Pagano, coordinatrice per INAF del progetto – «PLATO sarà cruciale per progredire nella fisica degli esopianeti e nella fisica stellare e l’occasione per molti giovani studiosi di lavorare a un progetto di ampio respiro e di lungo termine fianco a fianco con i loro colleghi europei».

La missione Plato va ad aggiungersi ad altre due di classe media e con forte partecipazione INAF come Solar Orbiter e Euclid.

In ricordo di un caro amico astrofilo: Vittorio Lovato

0
Ci ha recentemente lasciato l’amico e grande appassionato di astronomia Vittorio Lovato, appartenente all’Associazione Astrofili Alta Valdera e conosciuto da tutti in ambito amatoriale come tra i massimi esperti di spettrografia.

Sul numero 179 di Coelum Astronomia abbiamo potuto ricordarlo solo con poche righe, in questa pagina invece la figura di Vittorio è tratteggiata da un lungo articolo scritto da Alberto Villa, presidente dell’AAAV, in base alle note biografiche fornite dal figlio di Vittorio, Roberto.

Vittorio Lovato è nato il 7.3.1929 a Schio (VI), dove ha frequentato le scuole elementari presso l’Istituto Padri Salesiani. Nonostante le ristrettezze imposte dal secondo conflitto mondiale ha proseguito gli studi fino a conseguire il diploma di perito elettrotecnico presso l’Istituto Industriale “A. Rossi” di Vicenza nel 1950. Laureatosi in Ingegneria elettronica presso l’università degli studi di Pavia, con tesi sulla sicurezza negli impianti di raffinazione, si è definitivamente stabilito con la famiglia a Voghera (PV), dove è stato dipendente  ENI presso la raffineria AGIP di Sannazzaro d.B.  fino all’età della pensione.

Suo figlio Roberto (che ringrazio per il contributo alla stesura di questo breve articolo), mi racconta che la passione di papa’ Vittorio per l’osservazione del cielo era ben evidente già negli anni 60: è sempre vivo il suo ricordo da bambino di papà Vittorio a casa il sabato e a volte anche la domenica, sul tavolo della cucina (non aveva una stanza da dedicare ad officina!) mentre costruiva pezzi che sarebbero poi diventati un telescopio completo. Il suo primo Saturno o la sua prima Luna non li aveva certamente visti sui libri di scuola, ma  dal balcone di casa quando aveva 6-7 anni attraverso il primo telescopio costruito da papà (e che aveva lasciato sul pavimento della cucina tanti trucioli di alluminio, polverino metallico di limatura, colle , tracce di vernice, ecc, con grande “gioia” di sua mamma!).

Per anni Vittorio si è dilettato a costruire ed affinare il telescopio originario, ed a costruirne di nuovi. Le prove le faceva tutte “sul campo”: dalla seconda metà degli anni 70 da una posizione più privilegiata a quota 1000 mslm. sull’appennino pavese, dove nel frattempo aveva acquisito un piccolo appartamento da utilizzare per le ferie con la famiglia.

Per diversi anni Vittorio ha dunque operato in solitudine, fino a quando ha incontrato un gruppo di giovani astrofili appassionati almeno tanto quanto lui con i quali ha cominciato una nuova fase di “condivisione” delle sue esperienze in campo astronomico: è proprio in questo periodo che conosco personalmente Vittorio Lovato. Infatti fondai nel 1978 la AAT – Ass.ne Astrofili Thetys con sede in Rivanazzano (PV), e appena Vittorio ne venne a conoscenza si presentò per vedere se la cosa potesse interessarlo e se potesse collaborare in qualche maniera. La sua passione per la costruzione di strumenti e la mia per la spettrografia ci portarono a scommettere sulla realizzazione di uno spettrografo, quando – al tempo – ben pochi si erano cimentati in tale settore a livello amatoriale. Le serate necessariamente passate a discutere sulla pratica e sulla teoria ci hanno fatto reciprocamente conoscere ed apprezzare, fino a far nascere una profonda amicizia: per quanto mi riguarda Vittorio è diventato quasi un secondo papà, che mi ha insegnato tanto non soltanto nel campo dell’astronomia. La costruzione dello spettrografo andò a buon fine e nel 1992 ci valse – davvero con tanta soddisfazione – la pubblicazione di un articolo di fondo sulla rivista “L’Astronomia”.

Fu questo uno stimolo molto forte per Vittorio che da questo momento si dedicò con successo alla realizzazione di spettrografi amatoriali: dopo tanti anni di dedizione a tale attività credo non ci sia astrofilo italiano appassionato di spettrografia che non conoscesse Lovato!

Nel 1993 mi sono trasferito in Toscana dove dal 2004 mi trovo a condurre la AAAV – Ass.ne Astrofili Alta Valdera con sede in Peccioli (PI). La distanza non ha certamente influenzato il rapporto di amicizia e di collaborazione con Vittorio e i lavori “a 4 mani” nel settore della spettrografia sono proseguiti, ben riuscendo a coordinarci anche a distanza. Il fatto di avere a disposizione in Toscana un telescopio RC da 50mm ha “stuzzicato” Vittorio per vedere cosa si potesse ottenere da uno strumento del genere con un suo “gioiellino” appositamente costruito. Ed ecco che nell’ottobre 2007 Lovato viene in Toscana con uno spettrografo fatto su misura per il telescopio dell’Osservatorio Astronomico di Libbiano (Peccioli) proprio nei giorni in cui la cometa Holmes ha un outburst che la rende improvvisamente visibile a occhio! Si completa così il primo di una nuova serie di interessanti lavori, tutti realizzati con gli spettrografi sapientemente costruiti da Vittorio e pubblicati da diverse riviste italiane, e ospitati in particolare proprio da “Coelum Astronomia” che in più di una occasione ne ha valorizzato i contenuti.

Vittorio ha deciso di lasciarci all’inizio dello scorso mese di ottobre: la cosa per me è arrivata inattesa ed è grande il vuoto che rimane per una profonda amicizia che dura da tanti anni e che all’improvviso viene a mancare. A volte non ci penso e viene naturale – quando ho un dubbio – pensare di chiamare Vittorio per un confronto, un consiglio e un saluto.

Tra i tanti momenti passati insieme, mi piace ricordarlo sorridente mentre sale ad applicare il suo nuovo spettrografo al telescopio di Libbiano.

Ciao Vittorio…. con la stima e l’affetto di sempre!

Alberto Villa (Presidente AAAV)

Al Planetario di Ravenna

0

22.02: ore 16:30: …un pomeriggio al Planetario “Quante stelle lassù: il cielo della prossima primavera” di Marco Garoni (per bambini dai 6 anni).

Per info: tel. 0544-62534 – info@arar.it
www.racine.ra.it/planet – www.arar.it

Kepler è vivo e lotta insieme a noi

0
Riproduzione artistica della sonda Kepler. Crediti: NASA
Riproduzione artistica della sonda Kepler. Crediti: NASA

Per il telescopio Kepler la luce in fondo al tunnel potrebbe essere quella di WASP-28, una stella simile al Sole attorno alla quale orbita un pianeta già noto agli astronomi, che il telescopio è riuscito a rilevare durante una nuova osservazione di prova. Dopo aver scoperto migliaia di pianeti extrasolari (tra possibili e confermati) e aver raccolto una mole incredibile di dati che faranno lavorare ancora a lungo molti scienziati, nel maggio scorso Kepler era stato dato per finito e non più utilizzabile a seguito della rottura di una delle ruote di reazione, un giroscopio,  componente vitale per il funzionamento della sonda. Con uno scatto d’orgoglio, però, Kepler e il suo team hanno ora dimostrato di essere ancora in grado di rilevare la presenza di esopianeti distanti. In una osservazione dimostrativa durata tre giorni e mezzo sono infatti riusciti a tracciare il transito del già noto esopianeta WASP-28b nel suo passaggio davanti alla stella madre WASP-28. E non è un de profundis o un canto del cigno, anzi.  Ora tutto sembrerebbe pronto per dare a Kepler una nuova vita e iniziare una seconda fase della missione, già ribatezzata K2.Lanciata nel 2009, la sonda è stata una protagonista indiscussa nella scoperta di nuovi pianeti extrasolari. Per funzionare correttamente, Kepler aveva però bisogno di almeno tre ruote di reazione, ruote massicce con elevato momento d’inerzia che permettono il corretto funzionamento del satellite, assicurandone la precisione di puntamento e la stabilità. A partire dal 2012 e nel giro di un solo anno, due delle quattro ruote di reazione a bordo del satellite (una era di scorta) sono andate fuori uso.

Ma piuttosto che abbandonare la sonda a un destino prematuro di spazzatura cosmica, gli ingegneri NASA hanno deciso di elaborare una qualche soluzione per mantenere in vita Kepler. L’idea era quella di recuperare la persa stabilità del telescopio sfruttando la forza del vento solare: fare leva sulla pressione solare, uniformemente distribuita tra le superfici della navicella, come surrogato della ruota mancante.

Sembrava un’operazione innovativa quanto disperata, ma a seguito delle nuove osservazioni il team di Kepler ha dimostrato di essere effettivamente in grado di continuare lavorare con la navicella menomata, anche se non nel pieno delle sue funzionalità. Per il suo ritorno dagli inferi Kepler ha utilizzato i sensori di orientamento montati sul piano focale per controllare il puntamento, evitando così significativi problemi di allineamento. Per raggiungere il nuovo livello di stabilità l’orientamento della sonda deve essere ora quasi parallelo al suo percorso orbitale intorno al Sole. E il lavoro di raccolta dati si fa più laborioso, perché il nuovo assetto dà nuovi problemi di calibrazione. Tutti però ampiamente superabili, secondo la NASA.

In che modo e per quali obiettivi verrà utilizzato il redivivo Kepler è ancora da stabilire. Il piano della  nuova missione è stato presentato al Kepler Science Conference II dello scorso novembre. Il team sta attualmente esaminando 126 diverse proposte e inizierà le prime nuove osservazioni di verifica a marzo.

I Venerdì dell’Universo 2014

0

Tornano anche quest’anno i Venerdì dell’Universo, una serie di seminari scientifici per avvicinare, giovani e non, alla Fisica,
all’Astronomia e alle Scienze in generale, con la speranza che per molti giovani non sia solo una curiosità momentanea,
ma anche un’occasione di spunto per i loro studi professionali o amatoriali, dal momento che l’Università di
Ferrara offre importanti opportunità in questi campi.

21.02: “Una serata tra le stelle: storia e attualità del Planetario” a cura di MICHELE BONADIMAN.

Diretta streaming video: http://web.unife.it/unifetv/universo.html
Per informazioni: Tel. 0532/97.42.11 – E-mail: venerdiuniverso@fe.infn.it
www.unife.it/dipartimento/fisica – www.fe.infn.it
Organizzati da: Dip. di Fisica Università di Ferrara, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Gruppo Astrofili Ferraresi “Columbia“ e Coop. Sociale Camelot.

Gruppo Astrofili DEEP SPACE

0

21.02: “Orione e dintorni, escursione tra le meraviglie” di Maria Edvige Ravasio.
Conferenze inizio ore 21:00, a seguire osservazioni del cielo con i telescopi del Gruppo.

Per info: 0341.367584 – www.deepspace.it

Unione Astrofili Bresciani Lumezzane (Brescia)

0

21.02: ”Osservazioni al telescopio. In caso di cielo coperto: Le comete” di W. Marinello.

Per info: osservatorio@serafinozani.it
www.astrofilibresciani.it

Circolo Astrofili Veronesi

0

21.02: “Fotografare in remoto dall’Osservatorio Monte Baldo” a cura dei soci astrofotografi.

Per informazioni: info@astrofiliveronesi.it
Cell: 334 7313710 (Antonio Cagnoli)
www.astrofiliveronesi.it

BARI INCONTRA L’UNIVERSO

0

21.02, ore 11:00: presso Licei Einstein-Leonardo da Vinci di Molfetta.

info@saitpuglia.it
w w w. s a i t p u g l i a . i t

BARI INCONTRA L’UNIVERSO

0

21.02, ore 15:00: presso il Liceo Scientifico E. Fer-
mi di Bari.

info@saitpuglia.it
w w w. s a i t p u g l i a . i t

Dione in posa per Cassini

0
Dione, uno dei satelliti naturali di Saturno, fotografato dalla sonda della NASA Cassini. Crediti: NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute
Dione, uno dei satelliti naturali di Saturno, fotografato dalla sonda della NASA Cassini. Crediti: NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute

Nella immagine è possibile vedere una delle caratteristiche più importanti di Dione, uno dei satelliti naturali più brillanti di Saturno studiati dalla sonda della NASA Cassini. Si tratta di una serie di dirupi scoscesi ricoperti di ghiaccio,  una rete di luminose e sottili striature che si alternano a profondi crateri: gli esperti sostengono che questo indica che si tratta di una formazione geologica piuttosto recente recente. Molti sostengono che queste striature si siano formate in seguito a eruzioni lungo le fessure che precipitarono sulla superficie sotto forma di neve o cenere, ma anche i terremoti potrebbero esserne i responsabili. I crateri, invece, sono stati creati durante un pesante bombardamento meteorico in passato.

Queste formazioni si trovano nell’emisfero posteriore di Dione. Quello anteriore, invece, è caratterizzato da una superficie uniforme e brillante. L’immagine in alto è stata scattata il 10 settembre 2013, a una distanza di 892,000 chilometri con una scala di 5 chilometri per pixel.

L’immagine qui sotto, invece, risale all’ottobre del 2008.

Un’immagine di Dione del 2008 scattata da Cassini. Crediti: NASA/JPL/Space Science Institute

Per saperne di più:

Visita il sito della missione Cassini-Huygens

La nuova Newsletter di Coelum Astronomia!

0

Siamo giunti alla fine del primo ciclo della nuova Newsletter di Coelum astronomia,  che è stata completamente rivista nella sua veste grafica, nei contenuti e nella cadenza dei suoi appuntamenti.

Nuova Newsletter CoelumLa nuova Newsletter ci da ora anche la possibilità di inserire, tra i vari contenuti, un pool per raccogliere le opinioni dei nostri lettori su vari argomenti, ma anche per coinvolgerli maggiormente in quelle che saranno le future scelte editoriali.

A poco più di un mese e mezzo di distanza dalla  prima uscita, il primo parere  richiesto agli iscritti non poteva che riguardare proprio questo cambio d’abito e le risposte sono state più che gratificanti!

Alla domanda infatti “quanto ti piace la nuova newsletter”, tra quelli che hanno risposto solo il 5% ci ha dato un voto da 1 a 5, il 22% ci ha dato un voto tra il 6 e il 7, mentre ben il 73% ci ha assegnato un voto tra l’8 e il 10! (32% il voto massimo).
Non possiamo certo lamentarci… 🙂

La seconda domanda riguardava la quantità di contenuti, e qui i lettori si sono divisi in maniera abbastanza equa tra chi è soddisfatto così (34%), chi vorrebbe solo qualcosa in più (36%) e chi invece la vorrebbe tanto più ricca (30%). Cercheremo quindi di accontentare  in parte quest’ultimi aggiungendo qualche contenuto in più senza però appesantirla troppo, come viene invece richiesto dai primi.

L’intento infatti è di tenere aggiornato chi ci segue sulle ultime news, sugli argomenti e gli eventi del cielo più interessanti senza  però appesantire troppo la lettura via mail ma rimandando al sito e alla rivista per dettagli e approfondimenti.

La Newsletter ha una cadenza quindicinale (salvo invii extra speciali per eventi di particolare interesse) con due format principali:

  • Un invio intorno alla metà del mese con la segnalazione degli articoli o delle news più interessanti, i principali appuntamenti con il cielo dei giorni successivi e il sondaggio.
  • Un invio di fine/inizio mese,  sempre con la segnalazione di articoli o eventi astronomici di interesse, le anticipazioni sul numero di Coelum in uscita e la segnalazione delle discussioni e degli argomenti di punta del forum Coelestis.

Siamo ovviamente sempre disponibili a raccogliere suggerimenti per migliorarla e renderla sempre più gradita.

Alcuni dei prossimi pool riguarderanno infatti i contenuti o, ad esempio, la possibilità di tradurla in altre lingue per chi ci segue anche dall’estero. Coelum infatti conta (attraverso i social network: facebook, twitter, gplus ma anche via paper.li in inglese e in italiano) sempre più persone non solo di lingua italiana, ma che grazie ai vari strumenti di traduzione automatica in rete riesce a seguire i contenuti pubblicati  sul nostro sito, e sui siti da noi segnalati, e che potrebbero trovare utile una newsletter che gli indichi periodicamente nella loro lingua gli articoli più interessanti del momento…

Insomma, tante nuove opportunità per contribuire a diffondere sempre più la nostra passione per il cielo stellato!

E tu, che ne pensi? Non sei ancora iscritto?? Che aspetti?!

CLICCA QUI! 🙂

ATTENZIONE: Se eri già iscritto alla vecchia newsletter (attraverso Domeus o attraverso il forum Coelestis), ti invitiamo a reiscriverti al link indicato o potresti non ricevere più i nostri aggiornamenti, per ragioni di privacy infatti preferiamo avere nuovamente il tuo consenso ad aderire a questa nuova piattaforma.

Congiunzione Luna con Saturno

0
Luna e Saturno

Luna e Saturno

Qualche giorno dopo l’incontro con Marte e Spica, la Luna incontrerà Saturno sull’orizzonte di sudest. I due oggetti saranno osservabili a partire dall’una del mattino del 22 febbraio nella costellazione della Libra, separati da una distanza angolare di circa 2,5°.

Al Planetario di Ravenna

0

18.02: ”Le stelle Novae” di Massimo Berretti.

Per info: tel. 0544-62534 – info@arar.it
www.racine.ra.it/planet – www.arar.it

Associazione Astrofili Centesi

0

18.05:ore 15.30: “Il Sole”. Osservazione Solare e laboratorio creativo per bambini.
Per info: 346.8699254, astrofilicentesi@gmail.com
www.astrofilicentesi.it

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

There was an error while trying to send your request. Please try again.

Autorizzo Coelum Astronomia a contattarmi via e-mail utilizzando le informazioni che ho fornito in questo modulo sia per fini informativi (notizie e aggiornamenti) che per comunicarmi iniziative di marketing.