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Gruppo Astrofili DEEP SPACE

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01.11: “Nodi nella rete cosmica: gli ammassi di galassie e la struttura dell’Universo“ di S. De Grandi.

Per info: 0341.367584 – www.deepspace.it

Congiunzione stretta Luna e Spica

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Molto interessante, la mattina del 2 novembre, la congiunzione stretta tra Luna e Spica, la stella alfa della Vergine. Il nostro satellite, infatti, potrebbe risultare del tutto inosservabile a causa del fatto che sarà ormai vicinissimo alla fase di Luna Nuova (fase = 2%).

Un’ottima occasione per verificare osservativamente come si presentano certi oggetti in condizioni di visibilità estreme. La Luna si troverà, verso le ore 6:00, a 27 primi dalla stella e a un’altezza di +6° sull’orizzonte di est-sudest.

Gruppo Amici del Cielo

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29.10: “Elaborare le immagini astronomiche – Parte I” (Teoria).

Per informazioni e iscrizioni:
didattica@amicidelcielo.it.
www.amicidelcielo.it

Gruppo Amici del Cielo

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29.10: “Elaborare le immagini astronomiche – Parte I” (Teoria).

Per info e iscrizioni: didattica@amicidelcielo.it
www.amicidelcielo.it

Al Planetario di Ravenna

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29.10: “Il cielo dei Samurai“ di Agostino Galegati in collaborazione con A.S.C.I.G.

Per info: tel. 0544-62534 – E-mail info@arar.it
www.racine.ra.it/planet/index.html – www.arar.it

L’ultimo giorno di Planck

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La sala di controllo dell’ESOC a Darmstadt, in Germania, dalla quale è stato inviato il comando che ha messo fine alla missione Planck

La sala di controllo dell’ESOC a Darmstadt, in Germania, dalla quale è stato inviato il comando che ha messo fine alla missione Planck

Per raccogliere i fotoni dell’alba del cosmo, s’era spinto alle sorgenti del tempo. Ma il tempo, nel mentre, ha continuato indifferente la sua corsa. E alla fine la campana ha suonato anche per Planck. Alle 14.10 di mercoledì 23 ottobre, dalla sala di controllo dell’ESOC (lo European Space Operations Centre dell’ESA), a Darmstadt, in Germania, è stato inviato l’ultimo comando. Quello definitivo: switch-off. Comando giunto al termine d’una lunga e complessa sequenza, messa in atto nelle ultime settimane sotto l’abile regia dello spacecraft operations manager dell’ESA Steve Foley, atta a garantire l’ibernazione permanente – la chiamano proprio così – del satellite. Ma se questo assicura che da Planck non giungerà mai più il benché minimo segnale, non significa certo che di questo spettacolare telescopio spaziale e della sua impresa non sentiremo più parlare, anzi: l’eredità scientifica che ci lascia, con dati raccolti su nove frequenze, in quattro anni e mezzo d’osservazione ininterrotta dell’intero cielo a microonde, è immensa. Un’eredità che comprende la mappa più accurata mai ottenuta della CMB (la radiazione di fondo a microonde), una stima dell’età dell’universo a due decimali (13,82 miliardi di anni) e addirittura una nuova ricetta per il cosmo, con il dosaggio dei sui ingredienti più oscuri rivisto e aggiornato. Ed è un’eredità che abbiamo appena iniziato a intaccare: sono attese per il 2014, per esempio, le mappe in polarizzazione, dalle quali potrebbe emergere – si augurano gli scienziati – l’impronta delle onde gravitazionali generate al momento del Big Bang.

Ma cosa comporta “ibernare permanentemente” un satellite distante un milione e mezzo di chilometri? Perché è stato necessario farlo? E come si è proceduto? «Non è per niente facile. La nostra attività principale è quella di tenere i satelliti attivi e in funzione, non quella di spegnerli», spiega Paolo Ferri, responsabile delle operazioni di volo dell’ESA. Già nel gennaio dello scorso anno Planck aveva esaurito il liquido refrigerante necessario a mantenere HFI, lo strumento ad alta frequenza, alla temperatura di funzionamento, prossima allo zero assoluto. I ricevitori a bassa frequenza dello strumento LFI (finanziato dall’ASI e realizzato in gran parte in Italia), potendo operare anche a temperature lievemente superiori, hanno invece potuto continuare a lavorare fino allo scorso agosto, permettendo così a Planck di compiere, nel corso della sua missione, ben otto survey complete del cielo, cinque delle quali con entrambi gli strumenti. Grazie al perfetto funzionamento di ogni componente del satellite (il downtime è da record: appena poche ore di buco nei dati sull’intera durata della missione), Planck è stato dunque mantenuto in vita ben oltre ogni aspettativa, come ha sottolineato Jan Tauber, il project scientist ESA della missione. Ed è così arrivato il momento di quello che in gergo viene chiamato “clean disposal”, lo smaltimento corretto.

Anzitutto, usando una parte degli oltre cento chili di carburante ancora presente nel serbatoio (lascito d’un lancio e d’un’inserzione in orbita impeccabili), s’è dato il via alla manovra di deorbiting, tesa a liberare Planck dal laccio gravitazionale che lo teneva ancorato a L2 (il punto lagrangiano secondo), e dunque alla Terra, lasciandolo così andare alla deriva attorno al Sole. A manovra in corso, ha avuto inizio la bonifica della navicella – passivating, nel gergo degli addetti ai lavori: le batterie sono state scollegate, la catena di trasmissione spenta, e i serbatoi del combustibile e dei liquidi criogenici svuotati fino all’ultima goccia. Per avere un’idea di quanto ESA curi questi aspetti, basti pensare che è stato eseguito addirittura un aggiornamento del software di bordo al fine d’impedire ogni futura trasmissione. Questo perché, nell’improbabile eventualità che Planck riuscisse a “riprendersi” dallo spegnimento (d’altronde, con tutti i raggi cosmici che passano da quelle parti, non si sa mai), tenterebbe immediatamente di comunicare con la Terra. La patch applicata previene appunto questi tentativi.

Insomma, un po’ come prendere a martellate il motore della vecchia auto, fedele compagna di mille avventure, prima di consegnarla col groppo in gola allo sfasciacarrozze. Ma se dal punto di vista sentimentale – sono centinaia i ricercatori e i tecnici sparsi nel mondo, molti dei quali in Italia e all’INAF, che a Planck hanno dedicato anni della propria vita – lo switch-off inviato oggi è un addio di quelli senz’appello, dal punto di vista scientifico la strada da percorrere in compagnia del telescopio spaziale ESA è ancora lunga. «La missione Planck è stata per me come scalare la montagna più alta del mondo: siamo arrivati fino in cima, raggiungendo un grandissimo successo. Ma Planck non muore: l’eredità che lascia con i dati di astronomia e cosmologia», sottolinea infatti il responsabile di LFI Reno Mandolesi, associato INAF, «continueranno a dare i loro frutti per molto tempo».

Per approfondire

  • Sta per iniziare l’era di PLANCK – Coelum n.127
  • Nuova misura della Costante di Hubble di Claudio ElidoroCoelum n. 130
  • PLANK ovvero l’universo svelato di Caludio ElidoroCoelum n.170 – 2013
  • Peccioli… e intorno l’Universo 2013 Un mese di iniziative dedicate alle stelle

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    Sabato 26 ottobre ore 20.00: Cena a tema
    con intrattenimento, gioco e premio finale.

    Prenotazione obbligatoria e info: email carbus@
    katamail.com – cell. 340.6687685).

    Per info: Associazione Astrofili Alta Valdera – cell. 3405915239
    www.astrofilialtavaldera.com

    Peccioli… e intorno l’Universo 2013 Un mese di iniziative dedicate alle stelle

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    Sabato 26 ottobre ore 20.00: Cena a tema
    con intrattenimento, gioco e premio finale.

    Prenotazione obbligatoria e info: email carbus@
    katamail.com – cell. 340.6687685).

    Per info: Associazione Astrofili Alta Valdera – cell. 3405915239
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    Outburst per la cometa C/2012 X1 LINEAR

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    E’ esplosa una cometa

    La cometa C/2012 X1 è entrata in fase di “outburst”, caratterizzata da una rapida espansione della sua chioma. Ed è stato un gruppo di astrofili italiani a riportare l’evento, registrando un repentino aumento di luminosità di 250 volte dell’oggetto. L’atmosfera della cometa o ” chioma” ora assomiglia a quella della 17P/Holmes esplosa nel 2007.

    “La cometa è stata scoperta nel dicembre del 2012 dal programma LINEAR, che ha già individuato migliaia di comete e asteroidi”, ha detto a Media INAF  Ernesto Guido, membro del gruppo di astrofili “Associazione Friulana di astronomia e meteorologia” e autore dell’osservazione assieme a Nick Howes e Martino Nicolini. ”Sembrava un oggetto comune, non si prevedevano grandi luminosità fino al perielio, che è previsto nel febbraio 2014. Si prevedeva un massimo di magnitudine 11″, ha aggiunto.

    Un gruppo di osservatori europei, tra cui Guido e i suoi colleghi, utilizzando un telescopio di 500 mm in New Mexico controllato da remoto, hanno ripreso questa immagine dell’esplosione. La magnitudine prevista della cometa per il 20 ottobre era di circa 14, “ma il 21 ottobre un astrofilo giapponese ha riferito di averla osservato con magnitudine 8,5. I miei colleghi ed io allora abbiamo puntato i nostri strumenti verso la cometa per studiare la situazione: c’era un salto di 6 magnitudini, un salto importante, vuol dire aumento di luminosità di 250 volte”, ha detto poi Guido.

    La cometa è visibile nella costellazione della Chioma di Bernice e si trova a 450 milioni di chilometri dalla Terra (circa 3 AU). ”La posizione della cometa non è favorevole perché è visibile solo un’ora prima del sorgere del Sole – ha spiegato -. Ma siamo riusciti a fare comunque alcune riprese. La cometa aveva sviluppato una chioma circolare in seguito all’outburst di due primi d’arco: visto che la cometa è a tre unità astronomiche, vuol dire circa 260 mila chilometri”.

    Questa esplosione non significa necessariamente che la cometa sia stata disintegrata. Una vena o caverna nel nucleo cometario possono essere stati esposti alla luce solare, provocando la rapida evaporazione delle sostanze volatili all’interno. Cosa ha causato davvero l’esplosione? “Sono fenomeni abbastanza comuni ma per ora non si può dire – ha spiegato ancora Guido -. L’esplosione sembra simile a quella della 17/P Homes nel 2007 anche se lì ci fu salto di un milione di volte luminosità. Alcuni pensano che potrebbe frammentarsi, ma è presto per dirlo. Dovremo continuare a osservarla e vedere come si evolverà questo outburst”.

    Gruppo Astrofili DEEP SPACE

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    25.10: Osservazione all’Oasi della Grigna, Piani Resinelli.

    Per info: 0341.367584 – www.deepspace.it

    Gruppo Amici del Cielo

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    25.10: “Inquinamento Luminoso“ serata a tema a cura dei soci GAC.

    Per info e iscrizioni: didattica@amicidelcielo.it
    www.amicidelcielo.it

    Associazione Astrofili Centesi

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    25.10: “La storia della Terra in 30 minuti”. Al telescopio: Venere e Giove, la Galassia di Andromeda, la Iadi e le Pleiadi.

    Per info: 346.8699254 astrofilicentesi@gmail.com
    www.astrofilicentesi.it

    Unione Astrofili Bresciani Lumezzane (Brescia)

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    25.10: Apertura Specola Cidnea, visite guidate a ingresso libero senza bisogno di prenotazione.

    Per info: osservatorio@serafinozani.it
    www.astrofilibresciani.it

    Planetario e Osservatorio Astronomico di Cà del Monte

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    25.10: “Space Debris: identificare i rifiuti spaziali con la Croce del Nord”.

    Se siete interessati ad una data non ancora pubblicata, info e prenotazioni: 327 7672984
    osservatorio@osservatoriocadelmonte.it
    www.osservatoriocadelmonte.it

    Peccioli… e intorno l’Universo 2013 Un mese di iniziative dedicate alle stelle

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    25.10: “Asteroidi e meteoriti: aggiornamento
    dopo Celyabinsk” a cura di Andrea Milani
    Comparetti.

    Per info: Associazione Astrofili Alta Valdera – cell. 3405915239
    www.astrofilialtavaldera.com

    Peccioli… e intorno l’Universo 2013 Un mese di iniziative dedicate alle stelle

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    25.10: “Asteroidi e meteoriti: aggiornamento dopo Celyabinsk” a cura di Andrea Milani Comparetti.

    Per info: Associazione Astrofili Alta Valdera – cell. 3405915239
    www.astrofilialtavaldera.com

    Gruppo Amici del Cielo

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    22.10: “Primi scatti al cielo”.

    Per info e iscrizioni: didattica@amicidelcielo.it
    www.amicidelcielo.it

    Al Planetario di Ravenna

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    22.10: “Galileo il telescopio e l’osservazione del cielo“ di Claudio Balella.

    Per info: tel. 0544-62534 – E-mail info@arar.it
    www.racine.ra.it/planet/index.html – www.arar.it

    Planetario e Osservatorio Astronomico di Cà del Monte

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    20.10: ore 15:00: BIMBI: “Laboratorio Il colore della luce del Sole” e osservazione del Sole.

    Se siete interessati ad una data non ancora pubblicata, info e prenotazioni: 327 7672984
    osservatorio@osservatoriocadelmonte.it
    www.osservatoriocadelmonte.it

    Pescato un meteorite da mezza tonnellata

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    Un fotogramma del servizio video della BBC mostra il meteorite, appena recuperato, in procinto d’essere avvolto in una coperta protettiva.
    Un fotogramma del servizio video della BBC mostra il meteorite, appena recuperato, in procinto d’essere avvolto in una coperta protettiva.

    Ve lo ricordate, il meteorite del 15 febbraio scorso? Di certo non lo hanno dimenticato i mille e più cittadini di Chelyabinsk, nella Russia centrale, rimasti feriti dai frammenti di finestre e infissi esplosi a causa dell’onda d’urto provocata dal suo ingresso in atmosfera. Da quel giorno drammatico sono trascorsi esattamente otto mesi, ed ecco che dalle acque del lago Chebarkul – già teatro del ritrovamento di numerosi frammenti – emerge un’enorme roccia che ha tutta l’aria di essere appartenuta a quel meteorite.

    Il condizionale è d’obbligo, un po’ perché le agenzie stanno battendo la notizia in queste ore e ancora non c’è stato il tempo per un’analisi approfondita, un po’ perché non sarebbe la prima volta che frammenti di roccia apparentemente spaziale recuperati dal lago Chebarkul rivelano in realtà tutt’altra origine. Quel che è certo è che la roccia, rinvenuta a oltre 13 metri di profondità, è davvero imponente. Le riprese video del recupero, scrive la BBC, mostrano un oggetto grande un metro e mezzo pesante almeno 570 kg. Frammento che si sarebbe spezzato in tre durante l’operazione di ripescaggio.

    Se la natura spaziale della roccia verrà confermata, oltre a essere il residuo di maggiori dimensioni dell’impatto del 15 febbraio, potrebbe rientrare nell’elenco dei più massicci frammenti singoli mai trovati.

    Guarda il servizio video di INAF-TV del giorno dell’impatto:

    Planetario e Osservatorio Astronomico di Cà del Monte

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    19.10: “Serata Marte”.

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    18-19 ottobre: Eclisse di Luna di penombra

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    Nella notte tra il 18 e il 19 ottobre si verificherà un’eclisse lunare di penombra che inizierà un po’ dopo le 23:00 del 18 ottobre e si concluderà prima delle 4:00 del mattino seguente, con il massimo dell’oscuramento (circa il 76% del diametro lunare s’immergerà nella penombra) previsto intorno alle 2:00 del mattino.

    La figura a sinistra mostra (in un sistema di orientamento equatoriale) lo spostamento apparente della Luna rispetto alla sezione del cono d’ombra proiettato dalla Terra e composto da ombra e penombra.

    In questo caso il nostro satellite s’immergerà, e solo parzialmente, nella regione della penombra; il che significa che la caduta di luminosità sarà molto meno appariscente rispetto a quanto accade durante una eclisse lunare d’ombra.
    Come si può leggere dalle circostanze dell’eclisse (ovvero gli orari e la posizione della Luna sull’orizzonte) presenti nella figura, il massimo dell’eclisse si avrà alle ore 1:50 del giorno 19.

    The Italian Mars Society

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    È questo l’appello lanciato dalla IMS che per l’esperimento di Simulazione Marziana V-ERAS necessita di 4 volontari aspiranti astronauti. Niente di pericoloso, nessuna partenza senza ritorno, ma un equipaggio di quattro “astronauti” volontari, che simulerà le attività di esplorazione marziana su quattro postazioni, in realtà visrtuale, appositamente progettate e costruite da Italian Mars Society e denominate MOTIVITY.
    Gli aspiranti astronauti, che saranno selezionati entro fine di ottobre 2014, dovranno essere in possesso di conoscenze in materie come sviluppo software, robotica, psicologia, fisiologia, medicina, missioni avioniche.
    L’iniziativa, prima del genere in Italia, rientra nell’ambito del progetto ERAS (European Mars Analag Station: www.erasproject.org) un acronimo che racchiude il concetto di stazione spaziale virtuale su Marte. Il progetto ha lo scopo di sperimentare le condizioni di vita e lavoro in un ambiente confinato, riconducibili a quelle che si ritroverebbero in una stazione abitata presente su Marte.
    Preliminarmente alla costruzione dell’ERAS (uno dei moduli nell’illustrazione in alto), l’IMS ha avviato lo sviluppo di una simulazione di Virtual Reality (VR) della stazione (V-ERAS). Il vantaggio principale di questa prima fase è che sarà possibile intraprendere sessioni di training con un equipaggio che può interagire con il suo ambiente futuro prima che la stazione sia costruita.
    Ed è questa fase preliminare che avrà luogo dal 7 al 14 dicembre 2014 in una location da sogno, a Madonna di Campiglio, presso il Dolomites Astronomical Observatory dell’Hotel Carlo Magno, che sponsorizza, oltre che ospitare, l’iniziativa.
    Maggiori dettagli sul progetto V-Eras in uno dei prossimi numeri di Coelum.

    info: www.marssociety.it

    Gruppo Astrofili DEEP SPACE

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    18.10: “M 31 allo zenit, la galassia che ci cade sulla testa“ di Franco Molteni.

    Per info: 0341.367584 – www.deepspace.it

    Al Planetario di Ravenna

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    18.10: I Venerdì dell’A.R.A.R.: ”I pianeti extrasolari: alla ricerca di mondi nuovi” di Mauro Graziani.

    Per info: tel. 0544-62534 – E-mail info@arar.it
    www.racine.ra.it/planet/index.html – www.arar.it

    Associazione Astrofili Centesi

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    18.10: “Le bellezze del nostro satellite. (in occasione
    dell’eclisse parziale di Luna)”.

    Per info: 346.8699254 astrofilicentesi@gmail.com
    www.astrofilicentesi.it

    Unione Astrofili Bresciani Lumezzane (Brescia)

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    18.10: ”Le prime stelle dell’Universo”.

    Per info: osservatorio@serafinozani.it
    www.astrofilibresciani.it

    Planetario e Osservatorio Astronomico di Cà del Monte

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    18.10: “COSMOLOGIA: BIG BANG! Cos’è successo 14 miliardi di anni fa?” e osservazione notturna del cielo in attesa dell’eclissi penombrale di Luna.

    Se siete interessati ad una data non ancora pubblicata, info e prenotazioni: 327 7672984
    osservatorio@osservatoriocadelmonte.it
    www.osservatoriocadelmonte.it

    ASTROINIZIATIVE UAI Unione Astrofili Italiani

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    18.10 Archeoastronomia a Bologna Dedicata alla Festa Internazionale della Storia, con conferenza e osservazione astronomica urbana. Sede Sociale presso Parco DLF – Via Serlio 25 – Bologna.

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    www.uai.it

    Supernovae scoperte ad agosto/settembre 2013

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    Pubblichiamo la versione integrale della ormai nota rubrica curata da Fabio Briganti e Riccardo Mancini dell’Italian Supernovae Search Project. Continua il resoconto del notevole numero di scoperte italiane dell’ultimo periodo, non potendo dedicare loro il giusto spazio tra le pagine della rivista, pubblichiamo qui di seguito il resoconto integrale da cui è stata estratta la versione pubblicata su Coelum 174

    L’estate 2013 si è chiusa con un raccolto fantastico per l’Italian Supernovae Search Project e per tutta la ricerca amatoriale di supernovae italiana. Questo grazie principalmente alle incredibili performance dell’Osservatorio di Monte Agliale (LU). Dal 30 Giugno al 7 Settembre, quindi in poco più di due mesi, sono state scoperte dagli astrofili italiani ben 17 supernovae, oltre ad un nuovo outburst di una nova galattica cataclismica ed un nuovo outburst di un LBV SN Impostor. Un vero record che senza ombra di dubbio pone la ricerca amatoriale di supernovae italiana ai vertici mondiali.

    La parte del leone, come abbiamo già detto, l’hanno fatta Fabrizio Ciabattari ed Emiliano Mazzoni dell’osservatorio di Monte Agliale (LU) con 14 supernovae scoperte, ma sono da sottolineare anche le due supernova scoperte dell’esperto Giancarlo Cortini dell’osservatorio di Montemaggiore di Predappio in provincia di Forlì ed una supernova scoperta da Raffaele Belligoli e Flavio Castellani dell’Osservatorio di Monte Baldo (VR) membri, come i lucchesi, dell’ISSP.

    Per alcune di queste supernovae vi abbiamo già parlato nel precedente numero di Settembre e nei due articoli pubblicati online (vedi https://www.coelum.com/news/una-nuova-supernova-in-ic1296-chi-lha-vista e https://www.coelum.com/appuntamenti/cielo-del-mese/supernovae-di-luglioagosto).

    In questo numero ci soffermiamo invece su due delle nuove supernovae che per diversi motivi meritano un approfondimento.

    La supernova SN2013ff in NGC 2748 (foto di Riccardo Mancini)

    La prima è la SN2013ff individuata la notte del 31 Agosto da Raffaele Belligoli e Flavio Castellani dell’Osservatorio di Monte Baldo (VR) alla loro seconda scoperta. La galassia ospite è la bella spirale barrata NGC2748 posta a circa 70 milioni di anni luce nella costellazione della Giraffa al confine con quella del Drago. La galassia è circumpolare situata a soli 14° dal polo e perciò visibile tutta la notte. Al momento della scoperta la supernova appariva di mag. +16 e nei giorni seguenti è aumentata fino a raggiungere la mag. +15 diventando un facile oggetto da seguire già in prima serata. A questa supernova è stata anche assegnata la scoperta indipendente a Giancarlo Cortini che l’aveva immortalata in una sua immagine ottenuta la notte seguente, all’insaputa della scoperta ufficiale messa a segno dai veronesi. Lo spettro ripreso il 2 Settembre da Asiago con il telescopio Copernico ha evidenziato che si tratta di una supernova di tipo Ic, quindi una supernova non comunissima, scoperta poco prima del massimo di luminosità. Questa è la seconda supernova che esplode in NGC2748. La prima fu la SN1985A di tipo I che raggiunse la mag. +14,5.

    La seconda è invece molto singolare per come è avvenuta la scoperta e possiamo definirla anche molto “internazionale”. Nella notte del 7 Settembre Fabrizio Ciabattari ed Emiliano Mazzoni riprendono come target osservativo, con il telescopio da 50cm dell’osservatorio di Monte Agliale, la galassia PGC68398 e si accorgono di una stellina di mag. +16,7 nella galassia PGC68419.

    Sn2013fj trovata in PGC 68419

    Questa seconda galassia era però posizionata sull’estremo bordo nord-est dell’immagine e questo non avrebbe permesso di realizzare l’astrometria e la fotometria della probabile supernova con sufficiente precisione. Serviva perciò una seconda immagine di conferma (le immagini riprese in una determinata notte, vengono controllate il giorno seguente), ma nella notte seguente dell’8 Settembre il cielo nel centro e nel nord Italia, dove sono posizionati gli otto osservatori che compongono l’ISSP, era completamente coperto da una impenetrabile coltre nuvolosa.

    La galassia si trova a declinazione +15° quindi osservabile anche dall’emisfero meridionale e perciò viene allertato in Nuova Zelanda Stuart Parker, principale esponente del programma BOSS, che collabora attivamente con il nostro ISSP. Parker avendo la galassia troppo bassa sopra l’orizzonte neozelandese si collega in remoto con un telescopio posto in Spagna e conferma la presenza della supernova. Contemporaneamente viene allertato proprio in Spagna Juan-Luis Gonzalez Carballo il quale dall’osservatorio di Cerro del Viento riprende immediatamente un’immagine della galassia e conferma a sua volta la presenza della supernova. Nella stesura del report di scoperta Parker, che ha al suo attivo la bellezza di 62 supernovae, rinuncia a prendere parte fra gli scopritori e così la paternità del transiente viene assegnata ai due lucchesi ed allo spagnolo che con grande gioia mette in bacheca la sua prima supernova. La notizia della scoperta ha avuto una grande risonanza sul web e sulla stampa spagnola, poiché era dal 2008 che uno spagnolo non scopriva una supernova.

    La galassia ospite è posta nella costellazione di Pegaso poco distante dall’ammasso globulare M15 a circa 450 milioni di anni luce. Lo spettro invece ripreso da Asiago la notte del 12 Settembre ha permesso di classificare la supernova di tipo Ia scoperta quattro giorni dopo il massimo di luminosità, a cui è stata poi assegnata la sigla SN2013fj.

    Per completezza d’informazione terminiamo questa rubrica soffermandoci velocemente su sette delle quattordici supernovae scoperte nell’estate 2013 dall’osservatorio di Monte Agliale, che per motivi di spazio e per la non elevata magnitudine di queste supernovae, non sono state approfondite nelle ultime due rubriche e nelle versioni online.

    • La SN2013em scoperta il 27 Luglio nella galassia PGC214897 distante circa 300 milioni di anni luce in Pegaso a circa 7 gradi a Ovest di NGC7331 che ha ospitato la SN2013bu ormai non più visibile. Supernova di tipo Ia scoperta un paio di giorni dopo il massimo di luminosità, che ha raggiunto la mag. + 15,5
    • La SN2013ep scoperta il 29 Luglio nella galassia PGC70151 in Andromeda al confine con la Lacerta e distante circa 230 milioni di anni luce. Supernova di tipo IIb scoperta dieci giorni dopo l’esplosione, che ha raggiunto la mag. + 17,5
    • La SN2013en scoperta il 30 Luglio nella galassia UGC11369 in Ercole distante circa 220 milioni di anni luce. Lo spettro ripreso il 31 Luglio dall’osservatorio di Asiago ha permesso di classificare la supernova di tipo Ia-pec scoperta in prossimità del massimo di luminosità ed ha evidenziato un assorbimento di polveri interstellari presenti lungo la linea di vista, sottraendo quasi una magnitudine alla luminosità della supernova. Ha raggiunto comunque la mag. +15,7 intorno alla metà di Agosto.
    • La SN2013et scoperta il 2 Agosto nella galassia UGC1723 nella Balena distante circa 770 milioni di anni luce a poco più di un grado a Nord della più appariscente NGC864. Supernova di tipo Ia scoperta circa una settimana dopo il massimo di luminosità, quando era di mag. +18,4.
    • PSN scoperta il 2 Settembre nella galassia PGC71951 posta nella costellazione dei Pesci al confine con quella di Pegaso e distante circa 470 milioni di anni luce. Lo spettro è stato ripreso il 12 Settembre dall’Osservatorio Mauna Kea nelle isole Hawaii con il grande telescopio Keck1 da 10 metri ed ha permesso di classificare la supernova di tipo II.
    • Non è stata ancora assegnata la sigla definitiva.
    • PSN scoperta il 3 Settembre nella galassia PGC65690 posta nella costellazione dell’Acquario e distante circa 410 milioni di anni luce. Non è stato ancora ripreso lo spettro.
    • PSN scoperta sempre il 3 Settembre nella galassia a spirale UGC1442 posta nella costellazione della Balena a circa 220 milioni di anni luce. Non è stato ancora ripreso lo spettro.

    Queste ultime tre supernovae sono oggetti molto difficili con una luminosità più debole della mag. +18,5 già al momento della scoperta. Luminosità che si è poi ulteriormente indebolita nei giorni seguenti.

    Congiunzione Venere – Antares

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    Verso le 19:00 del 16 ottobre una brillantissima Venere (mag. –4,4) darà vita a una interessante congiunzione con Antares (+1,0), la celebre stella alfa dello Scorpione. Il pianeta passerà 1,5° a nord della stella, con i due oggetti che a quell’ora saranno alti circa +11° sull’orizzonte di sudovest.

    Nel caso di condizioni di trasparenza del cielo non ottimali, per individuare Antares sarà necessario l’uso di un binocolo.

    Cento giorni al risveglio di Rosetta

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    A gennaio l’avvicinamento alla cometa

    E’ iniziato il countdown per il risveglio di Rosetta. La sonda dell’Agenzia Spaziale Europea, lanciata il 2 marzo 2004, è attualmente in viaggio verso la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Tra 98 giorni la sonda verrà riattivata dopo essere stata posta in ibernazione l’8 giugno 2011.
    Rosetta è un’importante missione dell’ESA alla quale ha partecipato attivamente anche l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), che contribuisce a due degli strumenti a bordo della sonda: VIRTIS (Visible and Infrared Thermal Imaging Spectrometer) e GIADA (Grain Impact Analyser and Dust Accumulator). L’avvicinamento alla cometa avverrà tra gennaio e febbraio 2014, mentre l’atterraggio del lander è previsto per novembre dello stesso anno.
    Durante il suo viaggio Rosetta ha sorvolato la Terra ben tre volte, approfittando della sua spinta gravitazionale, e fotografato da vicino due asteroidi, Steins nel 2008 e Lutetia nel 2010.

    Studiare le comete è fondamentale per gli astronomi per conoscere e studiare il Sistema solare e l’origine della vita sulla Terra: con molta probabilità è stata proprio una cometa a trasportare sul nostro pianeta gli “ingredienti” alla base della nostra esistenza.

    Il periodo di ibernazione di Rosetta è iniziato a circa 800 milioni di chilometri dal Sole, quando si trovava vicino all’orbita di Giove. La sonda era stata orientata in modo tale da ricevere il più possibile la luce solare. Adesso, sia la sonda che la cometa stanno facendo ritorno verso l’interno del Sistema solare e il team alla guida della sonda si prepara all’evento. Il grande giorno sarà il 20 gennaio 2014 alle ore 11 (ora italiana). La prima fase consisterà nel riscaldare e riavviare tutti gli strumenti (11 a bordo e 10 sul lander) e successivamente Rosetta dovrà terminare la sua rotazione per dirigere la sua antenna verso la Terra. Il primo contatto dovrebbe avvenire non prima delle 18:45, ha fatto sapere Fred Jansen, a capo della missione.

    Le fasi della missione Rosetta (ESA)

    A quel punto Rosetta dovrà percorrere ancora 9 milioni di chilometri per raggiungere la cometa e verso l’inizio di maggio la sonda si troverà a circa 2 chilometri dal suo obiettivo. Successivamente cominceranno le manovre per l’allineamento all’orbita della cometa e si preparerà alla sua mappatura (gravità, massa, forma, atmosfera, composizione della chioma e della coda) e alla caratterizzazione del nucleo. L’incontro avverrà ad agosto. Da quel momento i ricercatori a terra riceveranno migliaia e migliaia di immagini, che permetteranno di aggiustare con precisione la traiettoria per il successivo lancio del lander, Philae di 100 chili. Il sito di atterraggio verrà scelto solo verso il mese di settembre, dopo un’accurata analisi della superficie di 67P/Churyumov-Gerasimenko, anche perché l’esatta forma è ancora sconosciuta.

    L’evento avrà un’importanza straordinaria nell’ambito scientifico perché sarà la prima volta che degli strumenti costruiti dall’uomo atterreranno su una cometa. Philae si ancorerà alla superficie grazie a due arpioni che ne impediranno il rimbalzare in orbita. Da quel momento in poi cominceranno i veri e propri esperimenti: una trivella scaverà fino a 20-30 cm dalla superficie per raccogliere una serie di campioni che verranno poi analizzati a bordo.

    La cometa raggiungerà il suo perielio (la minima distanza dal Sole) il 13 agosto 2015 e si troverà tra le orbite della Terra e di Marte (185 milioni di chilometri dalla nostra stella). L’orbiter seguirà la cometa a una velocità di 100mila km/h e continuerà a studiare e monitorare i gas e le polveri nell’atmosfera fino a novembre 2015, quando dovrebbe terminare la missione.

    “Per la prima volta saremo in grado di studiare una cometa per un lungo periodo di tempo e non soltanto durante un flyby – ha detto Matt Taylor – Avremo un punto di vista privilegiato sul funzionamento interno di una cometa e potremo capire meglio il loro ruolo nell’evoluzione del Sistema Solare”.

    Per saperne di più:

    • Vai al sito della missione Rosetta dell’ESA

    Gruppo Amici del Cielo

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    15.10: “Riprendere il cielo con una fotocamera digitale” (Teoria).

    Per informazioni e iscrizioni:
    didattica@amicidelcielo.it.
    www.amicidelcielo.it

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    Al Planetario di Ravenna

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    15.10: “Guido e le stelle del deserto” di Oriano Spazzoli.

    Per info: tel. 0544-62534 – E-mail info@arar.it
    www.racine.ra.it/planet/index.html – www.arar.it

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    13.10, ore 10:30: Osservazione del Sole.

    Per info: tel. 0544-62534 – E-mail info@arar.it
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    Peccioli… e intorno l’Universo 2013 Un mese di iniziative dedicate alle stelle

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    13.10, ore 16,00: “Tereskowa: 50 anni dopo la prima donna nello spazio” di F. Marzioli.

    Per info: Associazione Astrofili Alta Valdera – cell. 3405915239
    www.astrofilialtavaldera.com

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    13.10, ore 17,00: “La Luna” di P. Piludo.

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