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Museo del Balì

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08.03: “AMS” di Bruna Bertucci

Per gli orari di apertura, Info e contatti dal lunedì al venerdì orario 9:30 – 13:00:
Tel. 0721 892390, E-mail: info@museodelbali.org
www.museodelbali.org

Museo del Balì

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05.03: Conferenza stampa e inaugurazione mostra

Per gli orari di apertura, Info e contatti dal lunedì al venerdì orario 9:30 – 13:00:
Tel. 0721 892390, E-mail: info@museodelbali.org
www.museodelbali.org

Pio & Bubble Boy – Coelum n.157 – 2012

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vignetta 157

vignetta 157

Questa Vignetta è pubblicata su Coelum n.157 – 2012. Leggi il Sommario. Guarda le altre vignette di Pio&Bubble Boy

Mercurio alla massima elongazione orientale il 5 Marzo

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Mercurio alla massima elongazione

Mercurio alla massima elongazioneQuella che culminerà il 5 marzo nel crepuscolo serale sarà una delle più favorevoli massime elongazioni di Mercurio di tutto il 2012. Il pianeta si alzerà fino a +18° di altezza e resterà osservabile per più di un’ora dopo il tramonto del Sole.

Al Planetario di Ravenna

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02.03: Osservazioni della volta stellata.
La prenotazione è sempre consigliata.
Per info: tel. 0544-62534, E-mail info@arar.it

Unione Astrofili Bresciani Lumezzane (Brescia)

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02.03: “Il fascino del cielo”.

Per informazioni: tel. 3485648190.
E-mail: osservatorio@serafinozani.it
www.astrofilibresciani.it

Unione Astrofili Bresciani Lumezzane (Brescia)

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Astronomia in famiglia
03.03, ore 15.30: il Museo di scienze naturali di Brescia propone della attività ludiche sulla scienza del cielo. La partecipazione è libera. Gli appuntamenti per i giovanissimi sono segnalati nel sito www.museogiovanissimi.it

Per informazioni: tel. 3485648190.
E-mail: osservatorio@serafinozani.it
www.astrofilibresciani.it

ASTROINIZIATIVE UAI

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Tutti i primi venerdì del mese – “Una costellazione sopra di noi”. Il primo venerdì di ogni mese, 21:30 – 23:00, un viaggio deep-sky in diretta web con il Telescopio Remoto UAI – tele #4
Skylive. Chiedere la password: www.skylive.it
http://telescopioremoto.uai.it/

Astrofili Veneti

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02.06: Parco degli Alpini (PD) uscita pubblica os-
servativa.

Per info: info@astrofiliveneti.it
www.astrofiliveneti.it

Unione Astrofili Bresciani Lumezzane (Brescia)

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Sabato 2 marzo, alle ore 15, al Museo di scienze naturali di Brescia, si svolgerà l’annuale Meeting provinciale di astronomia pratica. L’elenco degli interventi sarà disponibile qualche giorno prima dell’evento nel sito.
Per informazioni: tel. 3485648190.
E-mail: osservatorio@serafinozani.it
www.astrofilibresciani.it

Circolo “Galileo Galilei”

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02.03: Evento Speciale: “La vita della nostra mente” relatore Edoardo Boncinelli.
Per informazioni: Tel 041 590 0657- 335 537 6859
E-mail: circolo.galilei@somsmogliano.it
http://circologalilei.somsmogliano.it

Unione Astrofili Bresciani Lumezzane (Brescia)

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Ogni giovedì a partire dall’1 marzo, alle ore 20.30, avrà luogo al Museo di scienze naturali di Brescia l’annuale corso sul tema “Impara ad usare il tuo telescopio”.
Sono infine previste anche alcune lezioni pratiche al Planetario di Lumezzane e all’Osservatorio Serafino Zani.
Gli iscritti al corso ricevono il materiale didattico, le effemeridi astronomiche e le mappe celesti.
Per informazioni: tel. 3485648190.
E-mail: osservatorio@serafinozani.it
www.astrofilibresciani.it

Al Planetario di Ravenna

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28.02: “Storie di mondi: la nascita del Sistema Solare” di Marco Garoni.
La prenotazione è sempre consigliata.
Per info: tel. 0544-62534, E-mail info@arar.it
www.racine.ra.it/planet/index.html – www.arar.it

Le domeniche al Balì

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Museo del Balì

Museo del Balì
Ogni ultima domenica del mese l’apertura del museo rappresenta una ghiotta occasione “per fare di più” dedicata a tutta la famiglia. Ingresso gratuito per i bambini sotto i 10 anni e attività extra comprese nel prezzo del biglietto. Le attività si svolgono durante il normale orario domenicale del museo e, solitamente, non necessitano di prenotazione. Inoltre, verrà programmato alle 15:30 uno spettacolo al planetario per i più piccoli a cui potranno partecipare anche i bambini sotto i 6 anni.

26.02, ore 14:30: “Chi ha paura del buio” esperimenti con la luce.
Località San Martino – 61030 Saltara (PU)
Per gli orari di apertura,
Info e contatti dal lunedì al venerdì orario 9:30 – 13:00:
Tel. 0721 892390
E-mail: info@museodelbali.org www.museodelbali.org

Planetario e Osservatorio di Ca’ Del Monte

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28.04, ore 21:00: “MAYA – Il cielo degli antichi” introduzione e oss. notturna.

Info e prenotazioni: 327 7672984
osservatorio@osservatoriocadelmonte.it
www.osservatoriocadelmonte.it

Al Planetario di Ravenna

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OSSERVAZIONI
(Ingresso libero e cielo permettendo)
26.02, ore 10:30: Osservazione del Sole.

La prenotazione è sempre consigliata.
Per info: tel. 0544-62534, E-mail info@arar.it
www.racine.ra.it/planet/index.html – www.arar.it

Le domeniche al Balì

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Museo del Balì
Ogni ultima domenica del mese l’apertura del museo rappresenta una ghiotta occasione “per fare di più” dedicata a tutta la famiglia. Ingresso gratuito per i bambini sotto i 10 anni e attività extra comprese nel prezzo del biglietto. Le attività si svolgono durante il normale orario domenicale del museo e, solitamente, non necessitano di prenotazione. Inoltre, verrà programmato alle 15:30 uno spettacolo al planetario per i più piccoli a cui potranno partecipare anche i bambini sotto i 6 anni.
25.03, ore 14:30: “Diamo i numeri e non solo” la matematica si fa divertente.
Località San Martino – 61030 Saltara (PU)
Per gli orari di apertura,
Info e contatti dal lunedì al venerdì orario 9:30 – 13:00
Tel. 0721 892390
E-mail: info@museodelbali.org www.museodelbali.org

Al Planetario di Ravenna

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25.02, ore 16:30: …un pomeriggio al Planetario:
“Quante stelle lassù: il cielo della prossima primavera” di Marco Garoni (conferenza adatta a bambini a partire da 8 anni).
La prenotazione è sempre consigliata.
Per info: tel. 0544-62534, E-mail info@arar.it
www.racine.ra.it/planet/index.html – www.arar.it

Gruppo Astrofili Lariani

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24.02: “Il transito di Venere sul Sole, da Keplero al 2012” a cura di Luigi Viazzo. Presentazione dell’avvenimento astronomico del 2012, con un occhio alle immagini del transito del 2004 e di quelli precedente fino all’inizio dell’epoca telescopica.

Per informazioni: Tel 3280976491
astrofili_lariani@virgilio.it
www.astrofililariani.org

Congiunzione Luna, Venere, Giove e Mercurio

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Congiunzione Luna, Venere, Giove e Mercurio

Congiunzione Luna, Venere, Giove e MercurioLa sera del 26 febbraio il crescente di Luna si sposterà tra Venere e Giove (i tre oggetti più luminosi del cielo, a parte il Sole) e darà vita ad una congiunzione estesa, che in caso di cielo molto limpido potrà comprendere anche il piccolo Mercurio, alto appena pochi gradi.

All’ora indicata nella figura, la Luna disterà 6,6° da Giove e 9,8° da Venere.

ASTROINIZIATIVE UAI

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Tutti i primi venerdì del mese
“Una costellazione sopra di noi”. Il primo venerdì di ogni mese, 21:30 – 23:00, un viaggio deep-sky in diretta web con il Telescopio Remoto UAI – tele #4 Skylive. Chiedere la password:
www.skylive.it
http://telescopioremoto.uai.it/

23-24 febbraio: Corso residenziale di astronomia per insegnanti a Napoli. Il primo corso residenziale UAI dell’anno si svolgerà all’Osservatorio astronomico Capodimonte di Napoli, organizzato in collaborazione dell’Unione Astrofili Napoletani. Tema: “Le stelle: attuali conoscenze”.

http://www.astrofilibresciani.it/Planetari/Planetari_News.htm
www.uai.it

Astrofili Alta Vadera

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Corso di Astronomia 2011 – 2012
23.02: “I pianeti e i corpi minori del Sistema Solare” a cura di Carlo Buscemi, Paolo Bacci e Paolo Piludu.
Conclude la serata Fabio Marzioli con “L’angolo del
francobollo” in tema.
Per informazioni sulle attività della AAAV:
www.astrofilialtavaldera.it

Gli Stati Uniti da cinquant’anni nello spazio con Glenn

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This photo for his second space flight on October 29, 1998, on Space Shuttle Discovery's STS-95.
John Glenn ai tempi della Missione Mercury; 1962 (NASA). NASA/courtesy of nasaimages.org.

Cinquanta anni fa, il 20 febbraio 1962, divenne il primo americano a completare un’orbita attorno alla Terra, poco meno di un anno dopo Yuri Gagarin, 12 aprile 1961, permettendo così agli Stati Uniti di raggiungere i progressi sovietici in campo spaziale.

Una foto del suo secondo e ultimo viaggio nello spazio del 29 Ottobre 1998, con lo Space Shuttle Discovery (Missione STS-95).

Il novantenne colonnello John Herschel Glenn Jr. nato il 18 luglio 1921, pilotò la navetta Mercury-Atlas 6 “Friendship 7” nella prima missione orbitale umana degli Stati Uniti (prima di lui, Alan Shepard compì soltanto un volo sub-orbitale).

Staccatosi dal suolo di Cape Canaveral, in Florida, completò con successo tre orbite attorno alla Terra prima di ammarare 1500 km più a sud-est, nelle vicinanze dell’isola Grand Turk (200 km a nord della Repubblica Dominicana) dopo 4 ore, 55 minuti e 23 secondi di volo.

Torno’  nello spazio a 77 anni a bordo dello Space Shuttle Discovery, il 29 ottobre 1998.

Di seguito il video rilasciato dalla NASA per la celebrazione dell’anniversario:

Al Planetario di Ravenna

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21.09: Osservazione della volta stellata (cielo permettendo, giardini pubblici).

La prenotazione è sempre consigliata.
Per info: tel. 0544-62534 – E-mail info@arar.it
www.racine.ra.it/planet/index.html – www.arar.it

Al Planetario di Ravenna

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21.02: “L’ABC del cielo: guida all’osservazione delle stelle” di Paolo Morini.
La prenotazione è sempre consigliata.
Per info: tel. 0544-62534, E-mail info@arar.it
www.racine.ra.it/planet/index.html – www.arar.it

Due nuove “esotiche” lune per Giove

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Images from the Magellan Telescopes at Las Campanas Observatory in Chile pick out a newly-discovered irregular satellite of Jupiter. (Courtesy of Scott S. Sheppard, CIW)
Le due lune S/2011 J1 S/2011 J2 recentemente scoperte in due immagini riprese dal telescopio Magellan di Las Campanas in Cile (Courtesia Scott S. Sheppard, CIW).

Secondo le osservazioni effettuate lo scorso settembre al Telescopio Magellan di Las Campanas (Cile), Giove possiede altri due piccoli satelliti di circa 1 chilometro di diametro, collocati a grande distanza dal pianeta e con periodi orbitali di 580 e 726 giorni.

La scoperta, che porta per il momento a 67 il numero totale di satelliti noti di Giove, è stata resa possibile grazie all’applicazione delle nuove tecnologie osservative adottate per lo studio dei pianeti extrasolari.

Electronic Telegram No. 3002

Electronic Telegram No. 3002
Central Bureau for Astronomical Telegrams
INTERNATIONAL ASTRONOMICAL UNION
CBAT Director: Daniel W. E. Green; Hoffman Lab 209; Harvard University; 20 Oxford St.; Cambridge, MA 02138; U.S.A.
e-mail: cbatiau@eps.harvard.edu (alternate cbat@iau.org)
URL http://www.cbat.eps.harvard.edu/index.html
Prepared using the Tamkin Foundation Computer Network

NEW SATELLITES OF JUPITER: S/2011 J 1 AND S/2011 J 2
S. S. Sheppard, Department of Terrestrial Magnetism, Carnegie Institution of Washington, reports the discovery of two new satellites of Jupiter on CCD images obtained with the Magellan-Badde 6.5-m telescope at Las Campanas Observatory (discovery observations tabulated below, together with orbital elements by G. V. Williams; full astrometry published on MPEC 2012-B97.

S/2011 J 1

2011 UT R.A. (2000) Decl. Mag.
Sept.27.28038 2 27 24.63 +12 22 48.0 23.7
27.29965 2 27 24.18 +12 22 45.6
27.31564 2 27 23.79 +12 22 43.4
27.37634 2 27 22.42 +12 22 35.3
27.38603 2 27 22.19 +12 22 33.9
27.39553 2 27 21.99 +12 22 32.8

Epoch = 2012 Mar. 14.0 TT
T = 2012 July 26.44947 TT Peri. = 94.82847
e = 0.2962952 Node = 298.77934 2000.0
q = 0.0945558 AU Incl. = 162.82963
a = 0.1343686 AU P = 0.049 years

S/2011 J 2

2011 UT R.A. (2000) Decl. Mag.
Sept.27.28416 2 24 43.94 +12 16 46.5 23.5
27.30296 2 24 43.61 +12 16 44.2
27.31869 2 24 43.33 +12 16 42.2

Epoch = 2012 Mar. 14.0 TT
T = 2012 Feb. 17.51383 TT Peri. = 322.19842
e = 0.3866892 Node = 88.66552 2000.0
q = 0.0953891 AU Incl. = 151.85138
a = 0.1555314 AU P = 0.061 years

NOTE: These ‘Central Bureau Electronic Telegrams’ are sometimes superseded by text appearing later in the printed IAU Circulars.

(C) Copyright 2012 CBAT
2012 January 29 (CBET 3002) Daniel W. E. Green

Le nuove lune fanno parte dello sciame di piccoli satelliti retrogradi, forse un centinaio in tutto, che probabilmente popolano la parte più esterna del sistema di Giove: sono state classificate per il momento con le sigle S/2011 J1 e S/2011 J2, in attesa della conferma da parte della IAU, che procederà all’assegnazione di nomi propri, con ogni probabilità tratti ancora dalla mitologia greca o latina, tra le amanti o i figli del mitico Zeus.

Almeno così la pensa Scott Sheppard, del Carnegie Instituiton of Science, autore della scoperta al Magellan, che aggiunge: “Ormai la lista dei nomi possibili si va assottigliando, dei e semidei non sono poi così numerosi, molti meno probabilmente dei satelliti di Giove ancora da scoprire, per non dire di quelli in attesa di essere scoperti attorno a Saturno e Nettuno”.

La scoperta di questi oggetti, apparentemente insignificanti a causa delle piccole dimensioni, è in realtà di grande interesse scientifico: la loro orbita retrograda, insieme con l’inclinazione sul piano generale dell’orbita di Giove e degli altri satelliti, indica che si tratta di oggetti provenienti da altre regioni del Sistema Solare, catturati dalla gravità di Giove, parecchio tempo dopo la formazione del sistema gioviano. La determinazione dei parametri orbitali è quindi di estremo interesse per ricostruire la storia dell’evoluzione del Sistema Solare e della complessa dinamica che la caratterizza.

Per approfondire:

Venere sta rallentando?

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opographic maps from Magellan and Venus Express clearly show the shift in surface features. At infrared wavelengths Venus Express was able to peer through the dense atmosphere and map surface features observed from both Earth-based radar imaging and with the Russian Venera 15 and 16 missions as well as NASA’s Magellan spacecraft. By comparing the currently accepted rotation rate value for the planet from the Magellan mission, scientists discovered a ‘shift’ in surface features of up to 20 km caused by what they believe is a change in the rotation rate of the planet. Credits: NASA/JPL/Magellan/P. Ford/ESA/Venus Express/P. Drossart/G. Piccioni

Le ultime misure effettuate dalla sonda automatica europea Venus Express indicherebbero che la velocità di rotazione sull’asse del pianeta Venere è di circa 6,5 minuti più “lenta” rispetto ai valori rilevati dalla sonda Magellan 16 anni fa.

Sopra. Il confronto tra le mappe topografiche eseguite dalla sonda Magellan e dalla Venus Express mostrano chiaramento lo spostamento delle strutture superficiali. Crediti: NASA/JPL/Magellan/P. Ford/ESA/Venus Express/P. Drossart/G. Piccioni. L'animazione in alto mostra invece la rotazine di Venere, pianeta molto simile alla Terra in dimensione e massa, ma con un'atmosfera estremamente densa, nuvole di acido solforico e una temperatura superficiale che supera i 460°C. La sonda Venus Express sta aiutando i ricercatori a comprendere come pianeti dalle caratteristiche fisiche cosi' simili possano invece evolvere in maniera cosi' profondamente diversa. Credits: ESA - C. Carreau.

I dati rilevati dai sensori infrarossi usati dalla Venus Express per penetrare la densa atmosfera del pianeta hanno infatti mostrato che le strutture superficiali di Venere non si trovano dove indicato dalle mappature molto accurate della Magellan… Dopo ripetute ricalibrazioni per trovare eventuali errori di allineamento strumentale, Nils Müller dell’Agenzia Spaziale tedesca ha concluso che i dati del VIRTIS mostrano discrepanze fino a 20 km rispetto ai dati della Magellan.

La missione precedente aveva ottenuto un dato pari a 243,0185 giorni terrestri per la rotazione sull’asse di Venere, mentre i dati della Venus Express indicano un periodo mediamente più lungo di 6,5 minuti. La velocità di rotazione di Venere, quindi, avrebbe subito un notevole rallentamento nel corso dell’ultimo ventennio, forse in seguito all’azione della sua spessa ed “invadente” atmosfera, che esercita una pressione 90 volte più intensa di quella terrestre.

Recenti simulazioni modellistiche delle dinamiche atmosferiche di Venere avrebbero mostrato variazioni nella velocità e direzione dei venti nel corso di cicli pluridecennali, con ripercussioni sull’assetto rotazionale del pianeta a causa dell’attrito con la superficie.

Sulla Terra, variazioni stagionali dell’intensità e direzione dei venti possono alterare di un millisecondo il periodo di rotazione, ma una variazione di 6,5 minuti in 16 anni è un valore enorme, anche ipotizzando grandissime escursioni climatiche su Venere.

Ricordando che le misurazioni radar, anche recenti, ottenute con radiotelescopi terrestri sembrano ancora in accordo con i dati ottenuti dalla Magellan, devono pertanto operare variazioni su scala più larga, incluso forse una variazione del momento angolare tra Venere e Terra al momento del massimo avvicinamento orbitale. Non è ancora del tutto chiaro, inoltre, se Venere possieda un nucleo solido o fluido: nel secondo caso il periodo rotazionale sarebbe più influenzato dalle forze d’attrito superficiali.  Si spera che ulteriori dati forniti dalla Venus Express possano chiarire lo strano andamento rilevato.

Congiunzione tra Venere e Luna

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Congiunzione Venere Luna

Congiunzione Venere LunaBella congiunzione tra Venere e Luna nel crepuscolo serale del 25 febbraio.

I due oggetti, separati da circa 3°, tramonteranno verso le 21:30, quindi ci sarà modo di seguirli almeno fino alle 21:00 iniziando dalle prime luci del crepuscolo.

ASTROINIZIATIVE UAI

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Tutti i primi venerdì del mese
“Una costellazione sopra di noi”. Il primo venerdì di ogni mese, 21:30 – 23:00, un viaggio deep-sky in diretta web con il Telescopio Remoto UAI – tele #4 Skylive. Chiedere la password:
www.skylive.it
http://telescopioremoto.uai.it/

http://didattica.uai.it
18 marzo: Giornata internazionale dei Planetari Associazione dei Planetari Italiani

http://www.astrofilibresciani.it/Planetari/Planetari_News.htm
www.uai.it

Le domeniche al Balì

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Museo del BalìOgni ultima domenica del mese l’apertura del museo rappresenta una ghiotta occasione “per fare di più” dedicata a tutta la famiglia. Ingresso gratuito per i bambini sotto i 10 anni e attività extra comprese nel
prezzo del biglietto. Le attività si svolgono durante il normale orario domenicale del museo e, solitamente, non necessitano di prenotazione. Inoltre, verrà programmato alle 15:30 uno spettacolo al planetario per i più piccoli a cui potranno partecipare anche i bambini sotto i 6 anni.

18.03, ore 15:30: PHENOMENAL! Se hai tra i 15 e i 19 anni vieni a gareggiare al Balì! L’iniziativa è su
prenotazione telefonando allo 0721 892390.
Località San Martino – 61030 Saltara (PU)
Per gli orari di apertura,
Info e contatti dal lunedì al venerdì orario 9:30 – 13:00:
Tel. 0721 892390
E-mail: info@museodelbali.org www.museodelbali.org

Al Planetario di Padova

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18.02, ore 21:00: “Carnevale delle Stelle con Musica”.
Per informazioni e prenotazioni: tel. 049 773677
E-mail: info@planetariopadova.it
Web: www.planetariopadova.it

Giordano Bruno: più antico e più misterioso

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Come tutti sanno la Luna è ricoperta di crateri di struttura e dimensioni variabili, non tutti preservati allo stesso modo: l’analisi delle analogie e delle differenze è importante per i planetologi per capire l’età e l’evoluzione delle superficie dei pianeti.

Il cratere Giordano Bruno (35.9° N, 102.8° E), situato nel lato nascosto della Luna appena oltre il bordo nordorientale, è stato ripreso ad alta risoluzione dalla sonda Lunar Reconnaissance Orbiter Camera, come si può vedere in questa immagine estratta dalla eccezionale mappa LRCO disponibile all'indirizzo http://target.lroc.asu.edu/da/qmap.html

Le immagini ad altissima risoluzione della Lunar Reconnaissance Orbiter Camera LROC (disponibili anche tramite una spettacolare mappa interattiva navigabile) consentono di studiare con maggior dettaglio oggetti anche molto conosciuti, scoprendo nuovi particolari importanti: è il caso del cratere Giordano Bruno, di 22 km di diametro, situato sulla faccia lontana, giusto oltre il lembo orientale. Battezzato in onore del filosofo delle “infinite Terre” finito sul rogo nel 1600, il cratere fu scoperto nelle immagini del Luna-3 sovietico riprese nel 1959, ed immediatamente riconosciuto per la sua importanza, in quanto la vasta raggiera di ejecta biancastri che lo circonda ne indicherebbe una formazione molto recente. Dati confermati in seguito dalle osservazioni di tutte le altre sonde automatiche, che lo hanno ripreso in tempi più recenti.

Giordano Bruno si trova al centro di una raggiera che si estende simmetricamente per oltre 150 km, ben visibile in questa immagine della sonda Clementine. Image credit: NASA/JPL/USGS

L’assenza di significativa microcraterizzazione sovrapposta ai raggi aveva spinto alcuni scienziati ad identificarlo addirittura con l’impatto osservato dai monaci nel 1178 e riportato dalle cronache medievali, con le caratteristiche di quello che definiremmo oggi un transiente lunare; altri ricercatori lo hanno datato di circa 1 milione di anni, età ancora molto giovane su scala lunare.

Le riprese della LROC, ottenute negli ultimi due anni con una risoluzione di un metro (!), stanno però rivelando un vero scrigno di segreti all’interno del cratere, dettagli che indicherebbero un’età molto meno recente di quanto si potesse pensare.

La spettacolare ed inaspettata struttura spiraliforme, al bordo occidentale del fondale del bacino, sembra infati indicare un mescolamento caotico del materiale fuso durante lo scorrimento sul fondo, con la fusione o il sovrascorrimento di materiali di densità diversa.

La “mescola” potrebbe aver impastato insieme i materiali fusi dall’impatto con frammenti di roccia franati al fondo, come riporta lo studio di un team ucraino guidato da Shkuratov.

Di interesse anche un vasto deposito di frammenti e detriti staccatisi dal bordo settentrionale del cratere: di solito questi depositi si staccano durante gli ultimi stadi di formazione dei crateri più grandi, ma in questo caso il materiale al fondo non mostra le tracce di microcraterizzazione rinvenibili sulle fiancate. Il distacco e lo scivolamento dovrebbero quindi essersi verificati più recentemente. Franamenti simili, tutti più chiari, con microcrateri più recenti, anche se più piccoli, si osservano lungo tutto il bordo del cratere, sovrapposti al materiale più scuro del fondo.

Questo dovrebbe avere, secondo dati rilevati anche dall’altro lander nipponico Kaguya, almeno un milione di anni di età.

Qualunque cosa abbiano osservato i monaci medievali nel 1178, dunque, non avrebbe alcuna relazione con Giordano Bruno o, almeno, con il corpo principale del cratere: Giordano Bruno sarebbe, quindi, una formazione lunare sì recente, ma antica di almeno un milione di anni, con segni di ulteriori eventi minori verificatisi in epoche più vicine.

L’articolo è stato tratto da: The lunar crater Giordano Bruno as seen with optical roughness imagery. Shkuratov et al., Icarus 218, 2012, 525-533, doi:10.1016/j.icarus/2011.12.023.

Associazione Amici dell’Astronomia in Riviera

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Inizio incontri ore 21:00, consigliata la prenotazione.

17.02: “Nane bianche, stelle di neutroni e buchi neri”.
Per informazioni: tel. 3342209096 (Luca Talamoni).
http://comunedimira.ning.com/profiles/blogs/ilplanetario-di-mira

Al Planetario di Padova

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17.02, ore 18:30, 19:00, 19:30: “Mi illumino di meno” – ingresso gratuito.
Per informazioni e prenotazioni: tel. 049 773677
E-mail: info@planetariopadova.it
Web: www.planetariopadova.it

La sorprendente Via Lattea di Planck

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a "foschia galattica" (haze) vista da Planck e le "bolle galattiche" (bubbles) viste da Fermi In alto, insieme ad altre sorgenti, la distribuzione spaziale sull'intero cielo del "galactic haze" visto a 30 e 44 GHz dai rivelatori di Planck/LFI, lo strumento "italiano" di Planck. Si tratta di un'emissione di sincrotrone diffusa che si pensa possa essere dovuta a una maggiore frequenza di esplosione di supernovae, oppure al vento galattico, o ancora all'annichilazione di particelle di materia oscura. A oggi nessuna di queste ipotesi ha per� ricevuto una conferma. In basso, una sovrapposizione fra la distribuzione del "galactic haze" visto da Planck nel cielo a microonde (a 30 e 44 GHz, qui in rosso e giallo) e il cielo a raggi gamma (tra 10 e 100 GeV, qui rappresentato in blu) rilevato dal telescopio spaziale Fermi della NASA. I dati di Fermi rivelano due grandi strutture a forma di bolla che si estendono dal centro galattico. Le due regioni, osservate da Planck e da Fermi ai due estremi opposti dello spettro elettromagnetico, risultano spazialmente molto ben correlate, e potrebbero dunque effettivamente essere una manifestazione - attraverso differenti processi di emissione - della medesima popolazione di elettroni. In entrambe le immagini, la banda orizzontale nera centrale nasconde il piano galattico, mascherato durante l'analisi dei dati di Planck per escludere regioni ad alta contaminazione di foregrounds dovuta all'intensa emissione della Galassia. Crediti immagine in alto: ESA/Planck Collaboration. Crediti immagine in basso: ESA/Planck Collaboration (microwave) e NASA/DOE/Fermi LAT/D. Finkbeiner et al. (gamma rays)

Mano a mano che la missione dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) Planck procede nella sua esplorazione verso gli albori dell’Universo, analizzando i dati in arrivo gli scienziati continuano a imbattersi in aspetti sconosciuti della nostra Galassia.

Lanciato il 14 maggio del 2009, Planck ha compiuto da poco – giusto lo scorso 8 febbraio – i suoi primi mille giorni nello spazio. Quasi tre anni di attività, dunque, durante i quali la sonda ESA ha avuto modo di osservare l’intero cielo più volte. In attesa di svelarci cos’hanno scoperto sull’origine e la composizione dell’Universo –perché Planck è nato anzitutto come missione cosmologica, ma per i risultati cosmologici occorrerà attendere ancora dodici mesi – gli scienziati del team internazionale del satellite, puntuali come ogni anno, presentano e discutono gli ultimi risultati. Discussione che quest’anno ha luogo in Italia, presso l’Area della Ricerca del CNR e dell’INAF di Bologna, dove a partire da oggi fino a venerdì 17 febbraio si tiene il convegno internazionale “Astrophysics from the Radio to the Sub-Millimetre. Planck and other Experiments in Temperature and Polarization”.

Due sono i risultati che stanno ricevendo l’attenzione maggiore: enormi nubi di gas freddo mai segnalate prima, individuate da Planck grazie all’emissione del monossido di carbonio, e una sorta di foschia a microonde – o haze, come l’hanno battezzata gli astrofisici – la cui origine è tutt’ora un mistero.

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La prima mappa a tutto cielo del monossido di carbonio

La mappa a tutto cielo del gas molecolare visto da Planck e da survey precedenti In alto, la distribuzione del monossido di carbonio (CO), una molecola utilizzata dagli astronomi per tracciare le nubi molecolari presenti in cielo, rilevata da Planck (in blu) e da precedenti osservazioni (Dame et al. 2001, in rosso). Come si pu� notare, la mappa ottenuta dai dati di Planck - la prima a tutto cielo che sia mai stata compilata - comprende ampie porzioni di cielo inedite, rimaste inesplorate dalle precedenti indagini.

Prevalentemente composte da molecole d’idrogeno, le nubi  fredde costituiscono i bacini di gas dai quali si formano le stelle. Le molecole d’idrogeno, però, non emettono facilmente radiazione elettromagnetica, e questo le rende assai difficili da rilevare. Ma anche il monossido di carbonio (CO), che nelle nostre città è uno fra gli inquinanti atmosferici più diffusi, è un costituente delle nuvole fredde che popolano la Via Lattea e altre galassie. Seppur molto più rare di quelle d’idrogeno, le molecole di CO emettono radiazione elettromagnetica proprio nelle frequenze alle quali è sensibile Planck.

Il dettaglio di tre particolari regioni del cielo nelle quali Planck ha rilevato alte concentrazioni di CO, in corrispondenza delle costellazioni di Cefeo, del Toro e di Pegaso.

Ed è proprio rilevandone le impronte che gli scienziati di Planck sono riusciti non solo a individuare nuove nubi molecolari dove non ci si attendeva d’incontrarne, ma addirittura a tracciare la prima mappa a tutto cielo delle emissioni di monossido di carbonio. Mappa che si rivelerà uno strumento preziosissimo, per esempio, per i radiotelescopi terrestri, anch’essi sensibili elle emissioni del CO ma costretti a esplorare solo porzioni limitate di cielo, a causa dell’enorme quantità di tempo che richiederebbe una survey completa.

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Nebbia fitta nel centro galattico: annichilazione della materia oscura?

La "foschia galattica" (haze) vista da Planck. Insieme ad altre sorgenti, la distribuzione spaziale sull'intero cielo del "galactic haze" visto a 30 e 44 GHz dai rivelatori di Planck/LFI, lo strumento "italiano" di Planck. Si tratta di un'emissione di sincrotrone diffusa che si pensa possa essere dovuta a una maggiore frequenza di esplosione di supernovae, oppure al vento galattico, o ancora all'annichilazione di particelle di materia oscura. A oggi nessuna di queste ipotesi ha per� ricevuto una conferma.

Se la mappa a tutto cielo del monossido di carbonio è una prima assoluta, la grande sorpresa che le ultime analisi dei dati di Planck stanno regalando agli scienziati è una misteriosa foschia di microonde che sfida ogni spiegazione. Battezzata haze, o foschia, è stata rilevata da Planck nella regione che circonda il centro galattico, e si presenta  come un tipo di emissione ben noto agli astrofisici: l’emissione di sincrotrone, generata allorché gli elettroni, accelerati dalle esplosioni di supernovae, si trovano ad attraversare i campi magnetici.

Le "bolle galattiche" (bubbles) viste da Fermi. Una sovrapposizione fra la distribuzione del "galactic haze" visto da Planck nel cielo a microonde (a 30 e 44 GHz, qui in rosso e giallo) e il cielo a raggi gamma (tra 10 e 100 GeV, qui rappresentato in blu) rilevato dal telescopio spaziale Fermi della NASA. I dati di Fermi rivelano due grandi strutture a forma di bolla che si estendono dal centro galattico. Le due regioni, osservate da Planck e da Fermi ai due estremi opposti dello spettro elettromagnetico, risultano spazialmente molto ben correlate, e potrebbero dunque effettivamente essere una manifestazione - attraverso differenti processi di emissione - della medesima popolazione di elettroni. In entrambe le immagini, la banda orizzontale nera centrale nasconde il piano galattico, mascherato durante l'analisi dei dati di Planck per escludere regioni ad alta contaminazione di foregrounds dovuta all'intensa emissione della Galassia. Crediti immagine in alto: ESA/Planck Collaboration. Crediti immagine in basso: ESA/Planck Collaboration (microwave) e NASA/DOE/Fermi LAT/D. Finkbeiner et al. (gamma rays)

L’emissione di sincrotrone associata a questa nuova, enigmatica foschia galattica presenta però caratteristiche che la rendono diversa da quella che si osserva altrove nella Via Lattea.

In particolare, lo haze ha uno spettro più “duro”: vale a dire che, spostandosi verso energie maggiori, dunque verso frequenze più alte, l’intensità della sua emissione non diminuisce in modo repentino come invece avviene per l’emissione di sincrotrone “standard”. Un comportamento insolito per il quale gli scienziati stanno valutando le ipotesi più disparate, dalla maggiore frequenza di esplosione di supernovae al vento galattico, fino all’annichilazione di particelle di materia oscura.  A oggi nessuna di queste ha però ricevuto una conferma. E il mistero perdura.

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Gli ultimi veli prima della mappa cosmologica

Obiettivo primario di Planck è quello di osservare il fondo cosmico a microonde (CMB), risalente ad appena 380mila anni dopo il Big Bang, e decodificare le informazioni in esso contenute sulle componenti fondamentali dell’Universo e l’origine della struttura cosmica. Per vedere nei dettagli il fondo cosmico, però, occorre anzitutto rimuovere le contaminazioni introdotte dalla moltitudine di sorgenti di foregrounds (così chiamato perché si trovano davanti al fondo) sovrapposte. Fra di esse, l‘emissione del monossido di carbonio e la foschia galattica presentate in questi giorni a Bologna. «Un compito lungo e delicato, quello della rimozione, in grado però di fornirci un insieme di dati di prima qualità, tali da offrirci uno sguardo inedito sui temi caldi dell’astronomia galattica ed extragalattica», spiega Jan Tauber, dell’ESA, project scientist di Planck.

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Il contributo italiano a Planck

«I dati che il satellite Planck ha raccolto nei quasi tre anni di vita operativa stando dando informazioni estremamente importanti, che aiuteranno gli scienziati a comprendere meglio le problematiche che riguardano la nascita dell’Universo», dice Barbara Negri, responsabile ASI per l’Esplorazione e Osservazione dell’Universo.

«Il lavoro di analisi di più di 450 scienziati di Planck continua senza sosta, per arrivare puntuali al rilascio, all’inizio del 2013, dei primi risultati cosmologici: quelli da cui ci attendiamo grandi sorprese», afferma Reno Mandolesi, responsabile dello strumento a bassa frequenza (LFI) del satellite. «Nel frattempo Planck, rimasto orfano dello strumento ad altra frequenza (HFI) per l’esaurimento dell’elio liquido necessario a raffreddare a 0.1 gradi Kelvin – la più bassa temperatura mai raggiunta nello spazio –  i suoi bolometri, continua ad accumulare dati nella sua esplorazione del cielo con il solo strumento LFI,  ancora perfettamente funzionante ed efficiente. Sono molto orgoglioso di guidare un team internazionale, con grande partecipazione italiana, di valore straordinario. Con Planck, la più complessa missione mai realizzata da ESA, l’Italia con ASI, INAF e le università coinvolte dimostra ancora una volta di essere una delle nazioni spaziali di eccellenza a livello internazionale».

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Al Planetario di Ravenna

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14.02: “Parliamo di stelle” di Oriano Spazzoli.
La prenotazione è sempre consigliata.
Per info: tel. 0544-62534, E-mail info@arar.it
www.racine.ra.it/planet/index.html – www.arar.it

Al Planetario di Padova

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Speciale S. Valentino – Innamorati delle Stelle
Spettacoli: il 14.02 alle 19:00 e alle 20:00.
Per informazioni e prenotazioni: tel. 049 773677
E-mail: info@planetariopadova.it
Web: www.planetariopadova.it

Associazione Amici dell’Astronomia in Riviera

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Inizio incontri ore 21:00, consigliata la prenotazione.

12.02: “Il pianeta del mese: Urano”.
Per informazioni: tel. 3342209096 (Luca Talamoni).
http://comunedimira.ning.com/profiles/blogs/ilplanetario-di-mira

Le domeniche al Balì

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Museo del BalìOgni ultima domenica del mese l’apertura del museo rappresenta una ghiotta occasione “per fare di più” dedicata a tutta la famiglia. Ingresso gratuito per i bambini sotto i 10 anni e attività extra comprese nel
prezzo del biglietto. Le attività si svolgono durante il normale orario domenicale del museo e, solitamente, non necessitano di prenotazione. Inoltre, verrà programmato alle 15:30 uno spettacolo al planetario per i più piccoli a cui potranno partecipare anche i bambini sotto i 6 anni.

12.02, ore 16:30: Scienza e Cinema: “Non lasciarmi” (2010, M. Romanek).
Località San Martino – 61030 Saltara (PU)
Per gli orari di apertura,
Info e contatti dal lunedì al venerdì orario 9:30 – 13:00:
Tel. 0721 892390
E-mail: info@museodelbali.org www.museodelbali.org

ASTROINIZIATIVE UAI – Unione Astrofili Italiani

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12.02: Riunione Commissione Didattica UAI.
L’incontro rivolto a tutti gli insegnanti e astrofili interessati alla didattica dell’astronomia, come di consueto, si svolgerà nella località sede del Congresso annuale: quest’anno sarà Frascati
(RM). http://didattica.uai.it

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