Home Blog Pagina 67

Occultazione di Aldebaran in diurna

0
Orari e direzione di ingresso ed egresso di Aldebaran sul disco lunare .Consigliamo l'uso di un software (un planetario come Stellarium) per le circostanze corrette in base alla vostra località. Milano 8:47 - 10:01; Roma 8:51 - 10:09; Palermo 8:52 - 10:12. Crediti Coelum Astronomia CC-BY
Orari e direzione di ingresso ed egresso di Aldebaran sul disco lunare .Consigliamo l'uso di un software (un planetario come Stellarium) per le circostanze corrette in base alla vostra località. Milano 8:47 - 10:01; Roma 8:51 - 10:09; Palermo 8:52 - 10:12. Crediti Coelum Astronomia CC-BY

Continua la serie di occultazioni di Aldebaran da parte della Luna, anche se in questo caso di difficile osservazione poiché in luce diurna (si consiglia di prestare sempre grande attenzione, per la presenza del Sole).

La mattina del 16 agosto, La Luna alta 63° sull’orizzonte sud (fase = 36%) occulterà dal bordo del lembo illuminato Aldebaran (alfa Tauri; mag. +0,9).

Il Sole sarà sorto a circa 73° (elongazione). L’occultazione terminerà con l’uscita della stella dal bordo oscuro attorno alle 10:08, con la Luna alta 54° sull’orizzonte sudovest.

Le effemeridi giornaliere di Sole, Luna e pianeti le trovi nel Cielo di Luglio e Agosto

Leggi anche

Fotografare l’occultazione di Aldebaran da parte della Luna di Giorgia Hofer

➜ La Luna di luglio e agosto. Alla scoperta di  Aristarchus Plateau

➜ Scopri le costellazioni del cielo di luglio e agosto con la UAI

➜ Storia, leggende, stelle e oggetti deepsky della costellazione della Lira (terza parte)

e il Calendario degli eventi giorno per giorno


Eclissi di Sole, tra suggestioni Storia e Scienza! Tutti consigli per l’osservazione del cielo di luglio e agosto su Coelum Astronomia 213

Leggilo subito qui sotto online, è gratuito!

Semplicemente lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!

L’indirizzo email verrà utilizzato solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Eclissi di Sole USA 2017. Per chi NON sarà li a vederla!

0
Una tra le foto più riuscite dell'eclissi di Sole del 1 agosto 2008, combinando la perfetta resa della corona solare, con la tecnica della compositazione della luce cinerea del disco lunare. La ripresa è stata ottenuta dalla località di Altay Sun in Mongolia con una Canon 350D modificata al fuoco di un rifrattore Borg-77 ED montato su una Vixen GP-DX alimentata a pannelli solari. Media di 9 scatti in 3 gruppi da 1/500 a 1/4 di secondo. Foto di Marco Bastoni – Parma.
Animazione dell'eclissi del 21 agosto. Credit: NASA/GSFC/AT Sinclair

Il 21 agosto 2017, l’ombra della Luna attraverserà da costa a costa gli Stati Uniti. Dall’Oregon alla Carolina del Sud sarà possibile vedere il Sole oscurarsi per un paio di minuti o poco più. L’evento è, di per sé, particolare e bellissimo da osservare ma il fatto che coinvolga l’America lo ha trasformato rapidamente in un evento mediatico su scala planetaria. Quella del 21 agosto è già stata definita come l’eclisse di Sole che vedrà il maggior numero di spettatori di tutti i tempi: saranno milioni gli spettatori, tra astronomi professionisti, astrofili e semplici curiosi che, da tutto il mondo, assisteranno all’evento.

In molti hanno già pianificato un viaggio che sappia creare il connubio ideale tra l’astronomia e la visita alle bellezze americane. E se non potrete spostarvi, sarà comunque possibile vivere quel momento in diretta streaming sul web e, in qualche modo, provare quell’emozione che riempie di autentica meraviglia chi non sia preparato alla vista del “Sole nero”.

Ci ha pensato, prima fra tutti, ovviamente la NASA, che in collaborazione con più piattaforme di streaming online e canali televisivi, fornirà una trasmissione di quattro ore mostrando immagini dell’eclisse raccolte da osservatori, da 11 sonde, da almeno tre aerei e 57 palloni aerostatici d’alta quota mesi a disposizione dalla piattaforma Stream Live, che solleveranno un equipaggiamento video che trasmettera in streaming live da un’altezza di circa 30mila metri e lungo tutto il territorio interessato dall’eclissi. Eclipse Ballooning Project si chiama il progetto ed è stato reso possibile dalla collaborazione con Università in tutto il paese. Gli studenti da quaranta località disseminate sul territorio lanceranno i palloni e raccoglieranno le immagini dallo spazio vicino che verranno poi trasmesse dalla NASA grazie alla tecnologia sviluppata da Stream Live.

Non mancherà poi il privilegiato punto di vista degli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale! L'”Eclipse Megacast” promette di scalzare qualsiasi altro streaming di eventi astronomici mai trasmesso fin’ora, raggiungendo centinaia di milioni di persone in tutto il mondo.

Per chi invece sarà lì a seguirla non mancheranno le occasioni per diventare, da semplici curiosi e osservatori, attivi partecipanti a iniziative di citizen science, come ad esempio questa semplice app: GLOBE Observer della NASA da installare e di cui seguire le istruzioni durante l’osservazione dell’evento.

«Non importa dove tu sia nel Nord America, se il cielo sarà limpido, nuvoloso o se pioverà. La NASA ha bisogno che più cittadini possibili aderiscano a questo progetto di Citizen Science,» assicura Kristen Weaver, vice-coordinatore del progetto. «Vogliamo arrivare a invogliare un milione di osservatori, a diventare “studiosi delle eclissi”».

Per altri progetti e esperimenti “fai da te” da attuare

Le Stelle dal Borgo

0

Le Stelle dal Borgo

Quattro serate caratterizzate dall’osservazione del cielo con telescopi e l’assistenza di personale esperto. Le notti di osservazione si terranno il 21 luglio, il 12 e 25 agosto dal terrazzo del parcheggio di Via Orientale a Guardiagrele e il 7 agosto dal Campo Sportivo di San Martino Sulla Marrucina. Inoltre, presso il Cinema-Teatro Garden, con inizio ore 18:00:
21.07:La missione Rosetta e l’origine del Sistema Solare” con la partecipazione del Dott. Fabrizio Capaccioni, Direttore dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali di Roma.
12.08: “Terra chiama Marte: le novità e il futuro del pianeta rosso” con la partecipazione della Dott.ssa Francesca Altieri, Ricercatrice dell’IAPS di Roma.

Supervisione scientifica di “Tra Scienza e Coscienza”. Organizzato dall’Ente Mostra dell’Artigianato Artistico Abruzzese in collaborazione con la Corporazione dei Sancti Martini ed il patrocinio della Regione Abruzzo e del Comune di Guardiagrele, all’interno della 47ª Mostra dell’Artigianato Artistico Abruzzese.

Per informazioni:
0871 83829
info@artigianatoabruzzese.it
www.artigianatoabruzzese.it

ASTROINIZIATIVE UAI

0
Tutti i primi lunedì del mese:
UNA COSTELLAZIONE SOPRA DI NOI
Un viaggio deep-sky in diretta web con il Telescopio Remoto UAI – tele #2 ASTRA Telescopi Remoti. Osservazioni con approfondimenti dal vivo ogni mese su una costellazione del periodo. Basta un collegamento internet, anche lento. Con la voce del Vicepresidente UAI, Giorgio Bianciardi

CAMPAGNE NAZIONALI UAI

12-13 agosto – Le Notti delle Stelle

Il più atteso evento dell’estate astronomica durante il quale le associazioni proporranno una o più serate dedicate all’osservazione delle Perseidi, l’iniziativa è abbinata a “Calici di Stelle” manifestazione gastronomica promossa il 10 agosto dal Movimento Turismo del Vino e dall’Associazione Nazionale Città del Vino.
http://divulgazione.uai.it

Transiti ISS notevoli per il mese di Agosto 2017

0

I.S.S. sopra i cieli del Chianti di Mario Marino da Photocoelum (cliccare sull'immagine per i dettagli di ripresa).

La ISS – Stazione Spaziale Internazionale sarà rintracciabile fortunatamente ad orari serali, quindi potremo cercarla, osservarla e riprenderla senza l’obbligo di alzatacce mattutine. Avremo in particolare quattro transiti notevoli, con magnitudini elevate, durante i primi undici giorni del mese, auspicando come sempre in cieli sereni.

Si inizierà il 6 agosto, dalle 22:24 alle 22:29, osservando da NO a NNE. La ISS sarà ben visibile dal Centro Nord Italia con una magnitudine massima che si attesterà su un valore di –3,5. Un classico transito, individuabile senza alcun problema, anche se parziale, con la Stazione Spaziale che svanirà, infatti, nel cono d’ombra della Terra a circa metà cielo.

Si replica, ancora con un passaggio parziale, l’8 agosto, dalle 22:15 verso ONO alle 22:21 verso SO. Visibilità migliore dall’Occidente italiano per questa occasione, con magnitudine di picco a –3,7. Osservabile senza problemi anche dal resto del paese, seppur meno luminosa.

Passiamo al giorno 9 agosto, dalle 21:23 in direzione NO alle 21:30 in direzione ESE. Questo sarà un transito ottimamente osservabile da tutta la nazione, con una magnitudine massima di –3,8! Sperando come sempre in cieli sereni per il passaggio più spettacolare del mese.

L’ultimo transito notevole del mese, e anche l’ultimo di questo quartetto, sarà nuovamente visibile al meglio dalle regioni occidentali, e osservabile da orizzonte a orizzonte: l’11 agosto, dalle 21:14 alle 21:22, da ONO a SSE. Magnitudine di picco a –3,2.

Giorno

Ora Inizio

Direzione

Ora Fine

Direzione

Magnitudine

06

22:24

NO

22:29

NNE

–3,5

08

22:15

ONO

22:21

SO

–3,7

09

21:23

NO

21:30

ESE

–3,8

11

21:14

ONO

21:22

SSE

–3,2

N.B. Le direzioni visibili per ogni transito sono riferite a un punto centrato sulla penisola, nel Centro Italia, costa tirrenica. Considerate uno scarto ± 1-5 minuti dagli orari sopra scritti, a causa del grande anticipo con il quale sono stati calcolati, oppure cercate le circostanze esatte per la vostra località con servizi online come: http://transit-finder.com/ oppure https://www.calsky.com/cs.cgi/Satellites/4

Le effemeridi giornaliere di Sole e pianeti le trovi nel Cielo di Luglio e Agosto

Leggi anche

ISS di Alessandro Bianconi
@Alessandro Bianconi

➜ MERAVIGLIOSA ISS! Perché servono si una ottima strumentazione e un cielo limipido e scuro per ottenere immagini come quelle di Alessandro Bianconi… ma le due cose, da sole, non bastano! I consigli, gli stratagemmi e l’organizzazione necessaria per raggiungere questi risultati, raccontati direttamente dalla… tastiera di Alessandro.

➜ Come ho ripreso il transito della ISS sul Sole! Con CalSky, è possibile impostare degli alert che ci avvisino per tempo quando, dalla nostra postazione, è possibile riprendere il passaggio della ISS sul Sole o sul disco lunare. In questo articolo, Samuele Pinna ci racconta come programmare un’impresa del genere!

➜ Scopri le costellazioni del cielo di luglio e agosto con la UAI

➜ Storia, leggende, stelle e oggetti deepsky della costellazione della Lira (terza parte)


Eclissi di Sole, tra suggestioni Storia e Scienza! Tutti consigli per l’osservazione del cielo di luglio e agosto su Coelum Astronomia 213

Leggilo subito qui sotto online, è gratuito!

Semplicemente lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!

L’indirizzo email verrà utilizzato solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Eclissi di Sole. 30 giugno 1973, Atar, Mauritania.

0
Una bella immagine originale della corona solare scattata ad Atar durante l’eclisse di Sole del 30 giugno 1973.
Una bella immagine originale della corona solare scattata ad Atar durante l’eclisse di Sole del 30 giugno 1973.

«Ah, Signor Professore, la scienza esiste!»

Atar, Mauritania – 30 giugno 1973

Mohammed era un gigante di pelle nera. Vestiva la divisa perché era un soldato della Mauritania. Faceva parte del corpo di guardia al campo, una base militare con pista d’atterraggio del tempo della presenza coloniale francese, in cui erano stati sistemati i gruppi di astronomi arrivati ad Atar per l’osservazione della grande eclisse del 1973 (durata: 6 minuti e 2 secondi; il massimo, 7 minuti e 4 secondi, sarebbe stato nel Niger, ma un’ispezione preventiva aveva mostrato l’inaccessibilità di quei luoghi con strumentazione di qualche consistenza, peso e volume). Ad Atar c’erano francesi, giapponesi, italiani (noi), olandesi e svizzeri; gli americani avevano preferito l’oasi di Chinguetti, 80 km a est.
Nei giorni precedenti l’eclisse, Mohammed si era interessato a quello che facevamo. E io gli avevo spiegato, con l’aiuto di una lampada che rappresentava il Sole e di due frutti per la Luna e la Terra, la geometria dell’eclisse. Era stupefatto, soprattutto perché mi vedeva convinto che quanto dicevo sarebbe accaduto con la precisione che gli assicuravo. Aveva un bell’orologio al polso, gli diedi gli istanti del fenomeno e gli dissi di controllare.

– «Ma se Allah decidesse che tutto ciò non deve accadere, sareste venuti qui per niente».
– «Perché dovrebbe deciderlo? Allah non è capriccioso, così ha fatto il mondo, gli ha dato la sua legge e il mondo funziona come ha voluto. La scienza cerca di capirlo e queste cose le ha capite. Perciò siamo sicuri. E tu controllerai, vero?»
Sì, l’avrebbe fatto…
E poi era successo.

Il percorso del cono d’ombra calcolato per l’eclisse del 30 giugno 1973. Nella cartina è segnalato anche il punto dove si trova Atar, in Mauritania. Crediti: NASA.

Fu una cosa veramente straordinaria. Nei giorni della nostra permanenza sul luogo, c’era stato un po’ di maltempo, vento, ma non così forte da creare difficoltà. Ma la mattina del 30 giugno, il giorno dell’eclisse, il cielo che nelle prime ore era chiaro e sereno, alle 9 cominciò a velarsi per la sabbia sollevata dal vento. Non sembrava niente di veramente preoccupante. Poco dopo, però, le bandiere innalzate sulle altissime aste nel mezzo della piazza d’armi cominciarono a muoversi.

Alle 9 e 27 (primo contatto) cominciammo a lavorare. Avevamo un bel programma di osservazioni. C’erano un paio di protuberanze – erano il nostro obiettivo principale – ma c’era un bel centro attivo nei pressi del bordo orientale (quello dal quale la Luna entra sul Sole) e avevamo deciso di prendere vari spettri di questo centro man mano che la Luna l’avrebbe coperto; poi, al secondo contatto, avremmo preso spettri della protuberanza che si trovava nei pressi del centro attivo e subito dopo spettri della corona.

Ma la situazione andava rapidamente peggiorando. Un muro enorme e scuro di sabbia sempre più alto avanzava da nord-est (la direzione degli alisei) e ben presto la pista d’atterraggio scomparve alla vista. Il secondo contatto sarebbe avvenuto alle 10 e 44, un’ora e 17 minuti dopo. Un tempo lunghissimo durante il quale possono succedere tante cose. Infatti, fu più che sufficiente per trasformare il cielo sereno del primo mattino in una specie di inferno. Una cosa magnifica e tremenda.

Alle 10 e mezzo il vento rabbioso e violento ci rovesciava addosso mulinelli di sabbia, facendo sparire il mondo fino a pochi metri da noi, e buttava all’aria tutto: con i nostri programmi, i tavolini, le tende, oggetti d’ogni tipo, tutto ciò che non era stato ancorato al suolo. Le bandiere facevano un rumore impressionante. Il vento, il vento terribile, furioso che sembrava voler sollevare il deserto portò in cielo enormi nubi che sembravano di tempesta ma erano sabbia fine come la cipria, che entrava dappertutto con violenza inaudita. Le nubi correvano, si accavallavano, si allargavano, si addensavano.

Atar (Mauritania). Un’immagine del campo-base con la strumentazione per l’osservazione dell’eclisse di Sole del 30 giugno 1973. Parte dello strumento: a sinistra, il celostata a due specchi e nel centro il telescopio Gregory; lo spettrografo si trova dietro le persone. Da sinistra: M. Rigutti, P.G. Cologna, R. Falciani, C. Balnelli.

Al momento previsto (Mohammed avrebbe potuto registrarlo), per qualche istante intravedemmo la corona, oh sì la corona, sbocciare tutto intorno al Sole nero come uno di quei fiori che, a volte, si vedono filmati e proiettati con velocità molto maggiori di quella della ripresa. Uno spettacolo, per chi non l’abbia mai veduto, di grande bellezza, forse anche sconvolgente per chi non ne abbia sentito parlare. Poi era scomparsa. Di tanto in tanto – 6 minuti sono, è, un tempo molto lungo – riappariva, e poi spariva e poi riappariva. E venne il momento dell’anello di diamante per dirci che l’incredibile spettacolo era finito. Lo vedemmo e fu una specie di beffa finale.

Per chi non aveva programmi di osservazione scientifica, la tempesta di sabbia aveva certamente aggiunto grande drammaticità all’evento cosmico. Qualche minuto dopo, infatti, Mohammed arrivò, raggiante, emozionato, commosso. Non mi abbracciò, come forse avrebbe voluto, ma mi dette una vigorosa stretta di mano mentre diceva al mio cuore che quasi si metteva a piangere per il dispiacere: «Ah, Monsieur le professeur, enfin! La science existe!». Ricordo la sua voce emozionata, l’espressione del suo viso, del suo corpo direi, come fosse di ieri. E sono passati 44 anni.

Eclissi di Sole

A tutti noi di Atar andò male. In fumo due anni di lavoro di preparazione: tra l’altro, il progetto e la realizzazione di un telescopio Grégory; uno spettrografo a tre percorsi ottici destinato allo spettro di protuberanza, per approfondire un problema che avevamo sollevato con lo studio di un’altra protuberanza di un’eclisse precedente; un programmatore elettromeccanico che ci avrebbe permesso di automatizzare tutte le riprese; e una strumentazione minore per il sistema di calibrazione, la guida per lo spettrografo, un piccolo telescopio Questar e un teleobiettivo f/5, f = 40 cm per fotografie documentarie.

Purtroppo, questo è, non raramente, il risultato delle spedizioni scientifiche per l’osservazione delle eclissi di Sole.

Il 2 luglio, il C130 dell’Aeronautica Militare che ci aveva portato ad Atar con tutta la nostra strumentazione venne a prenderci per riportarci a casa. Viaggiò per un bel po’ sopra le nubi di polvere fine ancora in sospensione, che pian piano si sarebbe depositata a terra.

L’eclisse, comunque, non andò così male a tutti i gruppi al lavoro. A Chinguetti, per esempio, gli americani ebbero un tempo buono, così come nel Niger e nel Kenya. A Nouadhibou erano stati lanciati razzi, e alcuni aerei avevano inseguito con i loro strumenti l’ombra della Luna, prolungando la durata del fenomeno. Molti turisti avevano potuto vedere l’eclisse anche a bordo di navi nell’Oceano Atlantico.

A parte il risultato negativo della spedizione, riportavamo a casa la grande esperienza umana fatta in quei giorni: l’accoglienza e i comportamenti di affettuosa amicizia di tutte le persone che avemmo occasione di incontrare in quei paesi segnati dalla povertà, una parte non trascurabile della storia di questa eclisse (gli incontri, il lavoro, le emozioni), il ritrovare amici come Ron La Count, Jean Rösch, Jakob Hougast. L’ho raccontata, recentemente, in un libro pubblicato a cura dell’Osservatorio Astronomico di Capodimonte.

Atar (Mauritania). Eclisse totale del 30 giugno 1973. Il gruppo dell’Osservatorio Astronomico di Capodimonte. Da sinistra C. Balnelli, M. Rigutti, Donald LaCount (in visita), R. Falciani, R. Ciappi (medicovolontario), P.G. Cologna.

È stata la mia ultima eclisse totale, ma non per la delusione causata dalla tempesta di sabbia, bensì perché, ormai, il Sole si può osservare dallo spazio. A quel tempo avevo un problema col meccanismo di eccitazione dell’He II in protuberanza e ottenere qualche bello spettro di protuberanza avrebbe consentito di sviluppare un lavoro già iniziato per confermare, correggere o abbandonare un’ipotesi che si era affacciata. Naturalmente non avremmo rinunciato a lavorare anche sulla corona, ma, come dicevo, ormai (e fortunatamente) era iniziata l’era delle osservazioni dallo spazio e questo cambiava molte cose. Nello spazio, per osservare un’eclisse basta mettere uno schermo a coprire il disco solare e l’eclisse è bell’e pronta, e per quanto tempo occorre.

Un’eclisse totale di Sole, comunque, oltre che bellissimo da vedere, rimane un fenomeno particolarissimo e per vari tipi di ricerca ancora di grande interesse. Mi riferisco, ad esempio, ai problemi propri della fisica dell’atmosfera o a quelli che hanno a che fare con le reazioni umane o animali al fenomeno.

Così comincia il nostro SPECIALE Eclissi di Sole 2017 pubblicato su Coelum Astronomia 213.

Continua a leggere, come sempre in formato digitale gratuito, gli altri racconti di vita da astronomo direttamente dalla penna di Mario Rigutti, e gli articoli di approfondimento su Storia e Scienza, senza mai dimenticare le emozioni, delle Eclissi di Sole…

Come funzionano le Eclissi di Sole
«Ah, Signor Professore, la scienza esiste!»
Geometria delle eclissi

di Mario Rigutti

Eclissi di Sole: dalle suggestioni del passato alla scienza del futuro
Eclissi del 21 agosto 2017: la comunità si prepara. Dedicato agli astrofili.
di Alessandro Bemporad, Luca Zangrilli, Silvano Fineschi (INAF – Osservatorio Astrofisico di Torino)

Eclissi storiche. I primi passi verso lo studio della parte esterna del Sole
di Mario Rigutti

Le mie Eclissi di Sole. Diario di Viaggio di un Astronomo
di Mario Rigutti

21 agosto 2017
Informazioni per seguire l’Eclissi di Sole USA


Coelum non è solo l’ultimo numero!
Scegli l’argomento che preferisci e inizia a leggere! E’ gratis…

Il 29 settembre appuntamento con la Scienza. Torna la Notte Europea dei Ricercatori, l’evento dedicato alla ricerca scientifica più importante d’Europa

0
Notte Europea dei Ricercatori

Notte Europea dei Ricercatori
Il 29 settembre torna la Notte Europea dei Ricercatori, la più importante manifestazione europea di comunicazione scientifica che coinvolge oltre 300 città europee. In Italia l’evento, coordinato da Frascati Scienza, sarà preceduto dal consueto appuntamento con la Settimana della Scienza che si svolgerà dal 23 al 30 settembre 2017,  con un calendario ricco di eventi e aperitivi scientifici, incontri con i ricercatori, conferenze e visite nei più autorevoli centri di ricerca italiani.

La Notte Europea dei Ricercatori, che quest’anno compie 12 anni, è promossa dalla Commissione Europea. In Italia il progetto, coordinato dall’Associazione Frascati Scienza, è realizzato in collaborazione con Regione Lazio, Comune di Frascati, ASI, CINECA, CREA, ESA-ESRIN, GARR, INAF, INFN, INGV, ISPRA, ISS, Sapienza Università di Roma, Sardegna Ricerche, Università di Cagliari, Università di Cassino, Università LUMSA di Roma e Palermo, Università di Parma, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, Università degli Studi Roma Tre, Università di Sassari, Università della Tuscia, Astronomitaly, Associazione Tuscolana di Astronomia, Explora, G.Eco, Ludis, Osservatorio astronomico di Gorga (RM), Fondazione GAL Hassin di Isnello (PA), Sotacarbo.

La manifestazione ha l’obiettivo di avvicinare i ricercatori ai cittadini di tutte le età e di evidenziare l’importanza e l’impatto positivo della ricerca nella vita quotidiana. Un’opportunità per creare un legame tra scienza e società, per un confronto/dibattito continuo su temi cruciali della ricerca scientifica. Un’occasione, inoltre, per far incontrare i giovani e i ricercatori, per comprendere da vicino questo affascinante mestiere in grado di cambiare concretamente le nostre vite, diventare anche solo per un giorno ricercatore divertendosi e scoprendo discipline scientifiche e, perché no, restare affascinati dalla carriera scientifica pensando un giorno di intraprenderla.

Anche quest’anno il filo conduttore della manifestazione organizzata da Frascati Scienza è il Made in Science, per una scienza intesa come vera e propria ‘filiera della conoscenza’. Tutto quello che ci circonda è scienza e lo strumento essenziale per conoscere, spiegare e interpretare il mondo è proprio il metodo scientifico. Tutti noi siamo immersi tra oggetti, strutture, modi di vita, lavori o divertimenti che sono frutto della ricerca scientifica. Ecco quindi che noi tutti siamo “Made in Science”, non certo solo Laboratori o Enti. La ricerca scientifica è molto più vicina a noi di quanto possiamo immaginare. La Notte Europea dei Ricercatori e Frascati Scienza vogliono ricordarci quanto dobbiamo, ogni giorno, a chi vi si dedica, a chi vi lavora, a chi costruisce giorno dopo giorno l’innovazione ed il futuro.

«La manifestazione – sottolinea Colette Renier, Coordinatrice della European Researchers’ Night presso la Commissione europea – è ormai un appuntamento fisso. Il suo effetto positivo è così potente che nell’ottica della futura call per il 2018-2019 si pensa a una durata più lunga dell’evento (fino al sabato sera) nonché ad un aumento del bilancio globale dedicato all’azione».

Come gli anni scorsi, Frascati Scienza oltre a coordinare tutte le attività dell’area tuscolana, zona della Regione Lazio che presenta molte delle infrastrutture di ricerca più importanti d’Italia e d’Europa, sarà presente in tantissime città da nord a sud della Penisola, isole comprese: Bari, Cagliari, Carbonia, Cassino, Cave, Cosenza, Ferrara, Frascati, Frosinone, Gorga, Isnello, Lecce, Milano, Monte Porzio Catone, Napoli, Palermo, Parma, Pavia, Roma, Sassari, Trieste, Viterbo. Durante gli eventi i visitatori potranno sperimentare, discutere, giocare e perfino affrontare i ricercatori in quiz e competizioni. Un modo per scoprire la ricerca e i ricercatori, definiti da Renier: “persone con un lavoro straordinario”.

La Notte Europea dei Ricercatori di Frascati Scienza è finanziata dalla Commissione Europea nell’ambito della call MSCA-NIGHT-2016/2017 (Grant Agreement No. 722952).

Per informazioni sulla manifestazione: www.frascatiscienza.it



Semplicemente qui sotto, lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!
L’indirizzo email verrà utilizzato solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Una notte con Luna e Saturno

0
La situazione alla mezzanotte a cavallo tra la notte del 2 e del 3 agosto, con Luna e Saturno a poco meno di una ventina di gradi sull'orizzonte. Oltre a Sabik, a circa 3° e mezzo a nord della Luna, a poco più di 10° a sud troviamo Antares, che spiccherà nelle immagini a largo campo della congiunzione immersa nel paesaggio. Crediti: Coelum Astronomia CC-BY

Già appaiati nella prima serata del 2 agosto, durante la notte la Luna in fase crescente (79%) e Saturno (mag. +0,3) si avvicineranno in una congiunzione che li vedrà apparire alti nel cielo: al tramonto saranno distanti circa 6°, per avvicinarsi a 5,6° attorno alle 00:45 del giorno 3.

Per averli a un’altezza tale da poterli riprendere nella cornice del paesaggio basterà attendere ancora poco, si potranno poi seguire fino al loro tramonto dietro l’orizzonte sudovest, poco dopo le 2. A soli 3° e mezzo a nord della Luna, accompagnerà i due astri Sabik, stella eta dell’Ofiuco di magnitudine +2,4.

Anche se più distanti tra loro, il terzetto lo si potrà osservare e riprendere anche la sera del 3 agosto.

Le serate sono anche quelle giuste per l’osservazione della Luna e delle sue formazioni!

Le effemeridi giornaliere di Luna, Sole e pianeti le trovi nel Cielo di Luglio e Agosto

Leggi anche

➜ La Luna di luglio e agosto. Alla scoperta di  Aristarchus Plateau

La Luna mi va a pennello.
Se la fotografia non basta, Gian Paolo Graziato ci racconta come dipingere dei rigorosi paesaggi lunari, nei più piccoli dettagli… per poi lasciarsi andare alla fantasia e all’imaginazione! Su Coelum Astronomia n.

Fotografare la Luna di Giorgia Hofer su Coelum Astronomia di novembre 2016.


Eclissi di Sole, tra suggestioni Storia e Scienza! Tutti consigli per l’osservazione del cielo di luglio e agosto su Coelum Astronomia 213

Leggilo subito qui sotto online, è gratuito!

Semplicemente lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!

L’indirizzo email verrà utilizzato solo per informare delle prossime uscite della rivista.

La Luna di Agosto 2017 e una guida all’osservazione dell’Aristarchus Plateau

0
Le fasi della Luna in luglio, calcolate per le ore 00:00 in TMEC. La visione è diritta (Nord in alto, Est dell’osservatore a sinistra). Nella tavola sono riportate anche le massime librazioni topocentriche del mese, con il circoletto azzurro che indica la regione del bordo più favorita dalla librazione. Crediti: Coelum Astronomia CC-BY
Luna agosto 2017
Le fasi della Luna in agosto, calcolate per le ore 00:00 in TMEC. La visione è diritta (Nord in alto, Est dell’osservatore a sinistra). Nella tavola sono riportate anche le massime librazioni topocentriche del mese, con il circoletto azzurro che indica la regione del bordo più favorita dalla librazione. Crediti: Coelum Astronomia CC-BY

Per quanto riguarda agosto, la prima proposta è per la serata del 4 col nostro satellite in meridiano alle ore 23:09, a +25° e a nostra disposizione fino alle prime ore della notte successiva. Infatti dalle ore 21:30 con la Luna in fase di 12,4 giorni a un’altezza iniziale di +21° e colongitudine di 58,4°, andremo a inquadrare il settore sud-sudovest del nostro satellite dove, a breve distanza dal terminatore e grosso modo alla latitudine di Clavius, concentreremo la nostra attenzione sulla zona del cratere Schiller. Da questo cratere – che deve la sua forma allungata alla presumibile fusione di due o più strutture minori oppure al collassamento degli strati superiori di un enorme ed antichissimo deposito di materiale lavico – deriva la denominazione del bacino “Schiller-Zucchius”, probabilmente  poco conosciuto dalla maggior parte degli appassionati di osservazioni lunari anche per la sua inusuale collocazione sul disco della Luna, in una vasta regione degli altipiani più meridionali soggetti a intensissima craterizzazione (maggiori dettagli su Coelum astronomia di luglio/agosto).

Sempre il 4 agosto si avrà l’occasione di riesplorare (o esplorare per chi avesse mancato l’appuntamento di luglio), il target principale di questi mesi: l’Aristarchus Plateau.

➜ Leggi la Guida all’osservazione di Aristarchus Plateau

Il 7 agosto, non dimentichiamolo, sarà il momento di una Eclissi parziale di Luna… parziale! Eggià, purtroppo potremo seguire solo la seconda parte di questa eclissi, poiché la prima avverrà con la Luna ancora sotto l’orizzonte. Ma sarà comunque suggestivo riprenderla e osservarla al suo sorgere…

Leggi Riprendiamo l’Eclissi parziale di Luna di Giorgia Hofer.

Per l’ultima proposta dovremo attendere la sera del 31 agosto quando il nostro satellite, alle ore 21:02, transiterà in meridiano  a un’altezza di +25° e Colongitudine di 28,0°, a nostra disposizione fino alle primissime ore della notte successiva. In questo caso il target sarà costituito dal Mare Cognitum, una regione prevalentemente pianeggiante con diametro di 309 km situata fra l’oceanus Procellarum e l’estremità nordoccidentale del mare Nubium, precisamente fra i crateri Bonpland, Darney a est e i monti Riphaeus a ovest.

Osservando quest’area a bassi ingrandimenti se ne coglie la conformazione relativamente circolare, probabilmente si tratta di un antichissimo bacino da impatto successivamente colmato dalle lave del sottosuolo. In posizione decentrata verso sudest, può risultare interessante l’osservazione di monte Moro (è richiesto un riflettore sui 200 mm)  costituito da un sistema di bassi rilievi collinari allungati in senso nord-sud per circa 10 km (maggiori dettagli su Coelum astronomia di luglio/agosto).

Approfondisci con la Luna di Luglio e Agosto
su Coelum Astronomia 213, è gratis!

Le effemeridi giornaliere di Luna, Sole e pianeti le trovi nel Cielo di Luglio e Agosto

Leggi anche

La Luna mi va a pennello.
Se la fotografia non basta, Gian Paolo Graziato ci racconta come dipingere dei rigorosi paesaggi lunari, nei più piccoli dettagli… per poi lasciarsi andare alla fantasia e all’imaginazione! Su Coelum Astronomia n. 211

Fotografare la Luna di Giorgia Hofer su Coelum Astronomia di novembre 2016.

Fotografare la Luce Cinerea della Luna di Giorgia Hofer su Coelum Astronomia di gennaio 2017.


Eclissi di Sole, tra suggestioni Storia e Scienza! Tutti consigli per l’osservazione del cielo di luglio e agosto su Coelum Astronomia 213

Leggilo subito qui sotto online, è gratuito!

Semplicemente lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!

L’indirizzo email verrà utilizzato solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Eclissi parziale di Luna… parziale!

0
Eclissi parziale di Luna
Lo schema con le informazioni delle principali fasi dell'eclisse parziale di Luna del 7 agosto. Dalle nostre latitudini, come descritto nel testo, non sarà possibile assistere alle fasi iniziali dell'eclisse poiché la Luna non sarà ancora sorta, tuttavia la fase di massimo (20:20) sarà osservabile. (Grazie a Samuele Pinna, lui sa ;) ). Crediti Coelum Astronomia CC-BY
Eclissi parziale di Luna
Lo schema con le informazioni delle principali fasi dell'eclisse parziale di Luna del 7 agosto. Dalle nostre latitudini, come descritto nel testo, non sarà possibile assistere alle fasi iniziali dell'eclisse poiché la Luna non sarà ancora sorta, tuttavia la fase di massimo (20:20) sarà osservabile. (Grazie a Samuele Pinna, lui sa 😉 ). Crediti Coelum Astronomia CC-BY

Nel tardo pomeriggio del 7 agosto saremo in presenza di un’eclisse lunare parziale di ombra, la cui osservabilità potrà essere pesantemente condizionata dalla non eccessiva altezza del nostro satellite nel cielo orientale.

Dall’Italia non potremo seguire le prime fasi dell’evento, che inizierà e arriverà al suo massimo con la Luna ancora sotto l’orizzonte (anche se per le regioni del Centro Sud Italia a questo punto starà già spuntando e con un orizzonte est-sudest libero sarà già possibile iniziare osservazioni e riprese).

➜ maggiori informazioni nella rubrica a pagina 180 di Coelum Astronomia 213 di luglio/agosto 2017. Clicca e leggi… è gratis!

Dopo essere sorta, attorno alle 20:20 per il Centro Italia, potremo però seguire tutte le fasi fino al termine dell’evento. Alle 21:18 la Luna uscirà dal cono d’ombra, concludendo l’eclisse parziale, ma trovandosi però completamente immersa nella penombra, dalla quale uscirà alle 22:51. A questo punto, il nostro satellite, si troverà ormai al di sopra dell’orizzonte in tutte le località italiane, dai +17° di Aosta fino ai +28/29° di Sicilia e Calabria.

Eclissi parziale di Luna
Eclissi parziale di Luna di Giorgia Hofer. In questo caso sono state riprese tutte le fasi, al centro il massimo. Il 7 agosto non sarà possibile creare un mosaico così completo... ma si potrà tentare comunque, in particolare dal Centro Sud, di seguirla dal massimo all'uscita dall'ombra. Suggestivo sarà riprendere l'alba lunare dall'orizzonte, chi avrà la fortuna di averlo libero. Crediti: Giorgia Hofer

L’area della Luna soggetta alla parzialità sarà il settore più meridionale con l’estrema regione polare sud, andando poi a interessare il settore est-sudest fino al mare Undarum, mentre l’ultima porzione di suolo lunare che uscirà dall’ombra sarà quella a est-sudest del bordo orientale del mare Fecounditatis.

Nonostante l’osservazione fotovisuale della fase massima di questa eclisse si presenti alquanto critica, se non impossibile, siamo comunque in attesa dei vostri lavori che potrete inviare a PhotoCoelum.

E se avete bisogno di consigli o spunti per la ripresa, o solo per vedere le sue magnifiche immagini:

➜ Riprendiamo l’Eclissi parziale di Luna di Giorgia Hofer.

Le effemeridi giornaliere di Sole e pianeti le trovi nel Cielo di Luglio e Agosto

Leggi anche

➜ La Luna di luglio e agosto. Alla scoperta di Aristarchus Plateau

➜ Fotografare la Luna di Giorgia Hofer su Coelum Astronomia di novembre 2016.



Eclissi di Sole, tra suggestioni Storia e Scienza! Tutti consigli per l’osservazione del cielo di luglio e agosto su Coelum Astronomia 213

Leggilo subito qui sotto online, è gratuito!

Semplicemente lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!

L’indirizzo email verrà utilizzato solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Diretta del lancio di Paolo Nespoli per la missione Vita

0

Il 28 luglio 2017 dalle ore 16:30 circa seguiamo in diretta il lancio di Paolo Nespoli per la missione Vita verso la Stazione Spaziale Internazionale con gli amici di AstronautiCAST e  Scientificast. La copertura della redazione sarà in 3 parti:

  1. Liftoff, il lancio, 28/7 dalle 16:30
  2. Docking, l’attracco della Soyuz alla ISSdalle 23:15
  3. Hatch Opening, Paolo entra nella ISSdalle 01:00 del 29/7

Qui trovate la timeline delle operazioni passo dopo passo.
Potete interagire con loro facendo domande e commenti su Twitter (@astronauticast o #VITAMission), YouTubeFacebook

Dopo aver premuto play, il video partirá automaticamente all’orario indicato. La diretta è realizzata da AstronautiCAST in collaborazione con Scientificast, media sponsor Coelum Astronomia.

…e per approfondire


Una ‘squadra’ per VITA

Sono undici gli esperimenti di matrice italiana che Paolo Nespoli avrà il compito di eseguire durante la sua permanenza sulla Stazione Spaziale Internazionale.


Il 28 luglio prossimo un veicolo spaziale abitato Soyuz decollerà sulla sommità di un razzo vettore Soyuz dal Cosmodromo di Baikonur, nel Kazakhstan, alla volta della Stazione Spaziale Internazionale (ISS).

ISS Expedition 52/53: e VITA sia
Vitalità, Innovazione, Tecnologia e Abilità. Sono queste le parole, declinate in inglese, dell’acronimo VITA che caratterizza la missione dell’astronauta dell’ESA, Paolo Nespoli, terza di lunga durata nell’ambito degli accordi NASA e ASI per la Stazione Spaziale Internazionale



Semplicemente qui sotto, lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!
L’indirizzo email verrà utilizzato solo per informare delle prossime uscite della rivista.


Una ‘squadra’ per VITA

0

Il countdown si avvicina velocemente alla conclusione. Tra poche ore prenderà il via la missione VITA(Vitality, Innovation, Technology, Ability) con Paolo Nespoli, che decollerà verso la Stazione Spaziale Internazionale a bordo della Soyuz MS-05.

La missione è la terza di lunga durata dell’Agenzia Spaziale Italiana e come logo si è ispirata al Terzo Paradiso dell’artista Michelangelo Pistoletto. VITA fa parte della partnership strategica tra ASI e NASA sancita dall’accordo bilaterale MPLM.

Durante la sua permanenza sulla ISS, Paolo Nespoli avrà il compito di eseguire oltre 200 esperimenti di cui ben 11 selezionati da ASI, la gran parte dei quali biomedici e il resto tecnologici. Gli esperimenti di matrice italiana sono:

Lo stemma della missione VITA di Paolo Nespoli sulla ISS Crediti: ESA/ASI

CORM è l’esperimento che ha lo scopo di verificare l’efficacia del Coenzima Q10 nell’inibire il danno da microgravità e radiazioni delle cellule retiniche mantenute sulla ISS. Cercherà, quindi, di scoprire come intervenire sulle lesioni retiniche a cui vanno incontro gli astronauti.

NANOROS ha come scopo l’impiego di antiossidanti nanotecnologici, come le nanoparticelle di ossido di cerio, per contrastare i danni dello stress ossidativo in condizione di prolungata microgravità. L’ossido di cerio è in grado di neutralizzare i radicali liberi ed ha quindi proprietà antiossidanti. I risultati ottenuti presenteranno importanti ricadute non solo nell’ambito spaziale ma anche nella ricerca su tutte quelle patologie – tumori, malattie neurodegenerative, malattie autoimmuni – dove lo stress ossidativo gioca un ruolo preponderante. A capo dell’esperimento Giovanni Ciofani dell’Istituto Italiano di Tecnologia.

MICROGRAVITY studierà l’effetto dell’esposizione prolungata alla microgravità (atrofia con perdita di massa e forza) in particolare nella biologia di staminali umane. I risultati dell’esperimento potrebbero essere utili per favorire la crescita ei l mantenimento della massa muscolare durante viaggi spaziali di lunga durata. Il responsabile dell’esperimento è Stefania Fulle dell’Università G. d’Annunzio di Chieti.

SERISM verificherà il ruolo degli endocannabinoidi (lipidi prodotti dalle cellule staminali) nelle alterazioni del metabolismo osseo con lo scopo di identificare potenziali marcatori terapeutici nei processi degenerativi, mediante la riprogrammazione di un nuovo modello di cellula staminale umana, derivato dal sangue. L’esperimento servirà per contrastare la perdita di massa ossea riscontrata negli astronauti durante il volo e anche contro l’osteoporosi nelle persone anziane, nelle donne in menopausa ed in tutte le patologie associate all’osteogenesi. Il responsabile dell’esperimento è Mauro Maccarrone, dell’Università Campus Bio-Medico di Roma.

IN-SITU è un dispositivo analitico portatile focalizzato sulla misura dei livelli salivari di cortisolo – biomarcatore di stress – per monitorare in tempo reale lo stato di salute degli astronauti a bordo della ISS. I risultati dell’esperimento saranno utili anche a Terra  in situazioni di emergenza (epidemie, bioterrorismo, paesi in via di sviluppo). Il responsabile del progetto è Aldo Roda dell’Università di Bologna.

ARAMIS è un app per IPad di bordo che farà uso di tecnologie a realtà aumentata per ottimizzare il tempo degli astronauti dedicato alla manutenzione e gestione del cargo. PI dell’esperimento è Giuseppe Lentini di Thales Alenia Space. Co-PI Elena Afelli di Altec.

PERSEO è un dimostratore tecnologico ‘indossabile’, in forma di giacca, che l’astronauta può indossare per mitigare gli effetti nocivi della radiazione cosmica. Al suo interno è presente un contenitore di acqua in grado di mantenere l’acqua potabile e servirà a misurare anche l’efficacia della schermatura ad acqua. I risultati dell’esperimento serviranno allo sviluppo di nuove strategie per la radioprotezione personale attraverso l’acqua. PI Andrea Ottolenghi, Giorgio Baiocco dell’Università di Pavia. Co-PI Cesare Lobascio di Thales Alenia Space.

ORTHOSTATIC TOLERANCE è un programma di allenamento personalizzato per prevenire problemi legati all’intolleranza ortostatica, ovvero una serie di disturbi che riguardano il mantenimento della posizione eretta, che si manifestano dopo i viaggi nello spazio, soprattutto se di lunga durata. Sarà utile per prevenire disturbi legati all’inattività e per il recupero e la riabilitazione di soggetti con patologie cardiocircolatorie. PI Ferndinando Iellamo, IRCCS San Raffaele Pisana di Roma.

MULTI-TROP verificherà il ruolo dell’acqua e degli elementi nutritivi sull’orientamento dello sviluppo e della crescita di radici senza l’interferenza del fattore gravità. PI Giovanna Aronne dell’Università Federico II di Napoli.

ARTE è un dimostratore tecnologico contenente quattro heat pipe con fluidi a bassa tossicità che consente di testare questi dispositivi di scambio termico passivo in condizioni di microgravità. In vista delle future missioni in cui l’esplorazione umana si spingerà sempre più lontano, cresce l’interesse nella ricerca di soluzioni tecnologiche in grado di ridurre il controllo e gli interventi di manutenzione. In questo contesto, le heat pipe si configurano come una valida soluzione per il trasferimento del calore poiché sono sistemi passivi, il cui utilizzo non richiede un intervento umano e consente un considerevole risparmio in termini di manutenzione. L’esperimento potrà essere utile a terra in vari settori tra cui in campo industriale (caldaie e condensazione), aeronautico e delle energie rinnovabili. PI David Avino di Argotec S.r.l. e Nicole Viola del Politecnico di Torino.

ISSpresso è una macchina a capsule multifunzione in grado di servire bevande calde tra cui il tipico “caffè espresso italiano”, tè, tisane e vari tipi di brodo per la reidratazione degli alimenti. Scopo dell’esperimento è quello di migliorare la conoscenza sul comportamento dei fluidi e miscele in microgravità e di raccogliere campioni sulla formazione della schiuma generata dalla miscela del caffè e sull’arricchimento dell’apporto nutrizionale dell’astronauta. PI David Avino di Argotec.



Semplicemente qui sotto, lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!
L’indirizzo email verrà utilizzato solo per informare delle prossime uscite della rivista.


Nebulosa di Orione. Un racconto di tre città celesti

0
Nebulosa di Orione OmegaCAM VLT Survey Telescope
OmegaCAM - la camera ottica a grande campo installata sul VST (VLT Survey Telescope) dell'ESO - ha catturato la spettacolare Nebulosa di Orione e il suo ammasso di giovani stelle in gran dettaglio, producendo una bellissima immagine. Questo oggetto, luogo di nascita di molte stelle massicce, si trova a una distanza di circa 1350 anni luce dalla Terra: è una delle incubatrici stellari più vicine a noi. Crediti: ESO/G. Beccari
Nebulosa di Orione OmegaCAM VLT Survey Telescope
OmegaCAM - la camera ottica a grande campo installata sul VST (VLT Survey Telescope) dell'ESO - ha catturato la spettacolare Nebulosa di Orione e il suo ammasso di giovani stelle in gran dettaglio. Questo oggetto, luogo di nascita di molte stelle massicce, si trova a una distanza di circa 1350 anni luce dalla Terra: è una delle incubatrici stellari più vicine a noi. Crediti: ESO/G. Beccari

La camera ottica a grande campo OmegaCAM installata sul VST (VLT Survey Telescope) dell’ESO, ha catturato la spettacolare Nebulosa di Orione e il suo ammasso di giovani stelle in gran dettaglio, producendo una bellissima immagine.

Ma il risultato è ben più di una bella fotografia. Un gruppo di ricercatori, guidati da Giacomo Beccari, astronomo dell’ESO, ha sfruttato i dati di qualità insuperata per misurare con precisione la luminosità e i colori di tutte le stelle dell’Ammasso della Nebulosa di Orione. Queste misure hanno permesso agli astronomi di determinare la massa e le età delle stelle, e con loro stupore, i dati hanno mostrato tre diverse sequenze di età, potenzialmente diverse.

«Guardando i dati per la prima volta abbiamo vissuto uno di quei momenti “Wow!”, che accadono solo una o due volte nella vita di un astronomo», spiega Beccari, primo autore dell’articolo che descrive i risultati. «La qualità impressionante delle immagini di OmegaCAM rivela senza dubbio che stiamo vedendo tre diverse popolazioni di stelle nella zona centrale di Orione».

Monika Petr-Gotzens, sempre dell’ESO a Garching e coautrice dell’articolo, aggiunge: «Questo è un risultato molto significativo. Ciò che vediamo è che le stelle di un ammasso non si sono formate per nulla simultaneamente. Ciò può significare che la nostra comprensione di come le stelle si formano negli ammassi ha bisogno di una revisione».

nebulosa di Orione e diverse popolazioni stellari VLT Survey Telescope (VST)
In questa immagine, le diverse popolazioni stellari sono state indicate con colori differenti: i crocini blu indicano le popolazioni più vecchie, mentre quelli rossi le più giovani. In verde quelle di età intermedia. Le tre diverse popolazioni sembrano essersi formate in tre differenti momenti, netti e separati, di formazione stellare nell'arco di 3 milioni di anni. Crediti: ESO/G. Beccari

Gli astronomi hanno cercato attentamente di capire se ci fosse la possibilità che, invece di indicare diverse età, le diverse distribuzioni di luminosità e colore di alcune delle stelle fossero dovute a una compagna nascosta, che renderebbe le stelle più luminose e più rosse di quanto in realtà siano. Ma questa idea implicherebbe proprietà alquanto inusuali delle coppie di stelle, proprietà mai osservate prima. Anche le velocità di rotazione e spettri indicano età diverse: le stelle più giovani ruotano più velocemente, mentre le stelle più vecchie più lentamente. In questo scenario, le stelle si sarebbero formate in rapida successione, con un tempo scala di circa tre milioni di anni.

«Anche se non possiamo ancora escludere formalmente la possibilità che le stelle siano binarie, sembra più naturale accettare che stiamo vedendo tre diverse generazioni di stelle che si sono formate in successione, in meno di tre milioni di anni», conclude Beccari.

I nuovi risultati suggeriscono che la formazione stellare nell’Ammasso della Nebulosa di Orione proceda a scatti, e più velocemente di quanto si pensasse.

Ulteriori Informazioni

Questo lavoro è stato presentato nell’articolo  “A Tale of Three Cities: OmegaCAM discovers multiple sequences in the color­ magnitude diagram of the Orion Nebula Cluster,” di G. Beccari e colleghi, che verrà pubblicato dalla rivista Astronomy & Astrophysics.

Fotografie del telescopio VST (VLT Survey Telescope)



Semplicemente qui sotto, lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!
L’indirizzo email verrà utilizzato solo per informare delle prossime uscite della rivista.


PERSEIDI 2017. La notte delle stelle cadenti.

0
La mappa mostra la posizione del radiante, il punto del cielo da cui sembrano provenire tutte le Perseidi, le “stelle cadenti”. La situazione del cielo mostrata fa riferimento alle ore 22:00 del 12 agosto per una località posta alle coordinate geografiche 42° N 12° E. Crediti: Coelum Astronomia CC-BY
La mappa mostra la posizione del radiante, il punto del cielo da cui sembrano provenire tutte le Perseidi, le “stelle cadenti”. La situazione del cielo mostrata fa riferimento alle ore 22:00 del 12 agosto per una località posta alle coordinate geografiche 42° N 12° E. Crediti: Coelum Astronomia CC-BY

In realtà non c’è da aspettarsi, nemmeno per quest’anno, una vera e propria “pioggia” di meteore (come è avvenuto in passato), ma lo sfuggente spettacolo offerto anche da poche “stelle cadenti”, magari brillanti e colorate, è di sicuro effetto e in grado di suscitare forti emozioni e di lasciare nella memoria ricordi indelebili. Allora prepariamoci a goderci lo spettacolo, sotto un bel cielo scuro, magari in compagnia di buoni amici e distesi comodamente su un prato!

Quando osservare?

Sebbene siano comunemente chiamate “Lacrime di San Lorenzo”, per via del loro apparire durante la notte intitolata a quel santo, in realtà lo sciame delle Perseidi (questo il loro nome reale) risulta attivo per un periodo ben maggiore. Sarà infatti possibile cominciare a scorgere queste “stelle cadenti” già a partire dalla terza settimana di luglio per un periodo che si estende fino alla terza settimana di agosto.

Il momento migliore per l’osservazione, ossia il momento in cui lo sciame raggiunge il suo picco massimo di attività, sarà nella notte tra il 12 e il 13 agosto (e più precisamente dalle 16:00 del 12 agosto alle 04:30 del 13 agosto, ora italiana). Considerando questi orari, il consiglio è quello di cominciare ad osservare il cielo, in attesa di qualche “scia di fuoco”, già a partire dalle 22:00 del 12 agosto, o appena il cielo si farà sufficientemente scuro.

L’attività massima prevista per quest’anno dovrebbe arrivare a toccare il valore di 90 ZHR – Zenithal Hourly Rate (ossia 90 meteore per ora). Può sembrare un valore alto ma c’è da sottolineare che la maggior parte di queste meteore sarà molto piccola e quindi difficile (se non impossibile) da vedere a occhio nudo. Dovremo pazientare in attesa di qualche bella meteora luminosa che, nemmeno a dirlo, sarà piuttosto rara. Quelle con luminosità superiore alla magnitudine 0 (quindi brillanti) sono circa il 15%, e a cavallo del massimo più del 30% lascia una scia persistente. Non c’è da scoraggiarsi comunque, lo spettacolo, seppur fugace e sfuggente, offerto dalle Perseidi ripagherà pienamente la nostra attesa.

Un’ulteriore nota per gli osservatori: alle ore 23:00 circa la Luna (in fase del 73%) farà capolino dall’orizzonte est, salendo rapidamente e portando la sua luce a illuminare lo sfondo del cielo, andando a disturbare non poco l’osservazione e la fotografia di queste meteore.

Continua a leggere su Coelum astronomia 213

Dove osservare. Cosa sono le “stelle cadenti” e che origine hanno?
Perché “lacrime di San Lorenzo”? di Gabriele Marini

Fotografiamo le Perseidi di Giorgia Hofer

Continua a leggere sullo Speciale Perseidi 2016 con tante informazioni utili e approfondimenti interessanti, sempre attuali.

Dopo 2000 anni… ancora le Perseidi di Remondino Chavez

Ci vediamo tra un anno un racconto breve di Ugo Ercolani

Come riprendere le Perseidi con uno smartphone! di Sebina Pulvirenti

Come riprendere le Perseidi con la Reflex o il CCD di Daniele Gasparri


Eclissi di Sole, tra suggestioni Storia e Scienza! Tutti consigli per l’osservazione del cielo di luglio e agosto su Coelum Astronomia 213

Leggilo subito qui sotto online, è gratuito!

Semplicemente lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!

L’indirizzo email verrà utilizzato solo per informare delle prossime uscite della rivista.

AstronomiAmo.it

0

LocandinaCoelum AstronomiAmo

8 luglio: Sotto il cielo di Arpino
28 luglio: AstronomiAmo On The Beach

Weird! Signal: risolto il misterioso segnale “proveniente” da Ross 128

0
Circondato in rosso, il segnale radio proveniente da Ross 128 rilevato a maggio 2017. Il grafico mostra uno slot di 10 minuti di osservazione.
Circondato in rosso, il segnale radio proveniente da Ross 128 rilevato a maggio 2017. Il grafico mostra uno slot di 10 minuti di osservazione.

Questa settimana la notizia di un curioso segnale radio, rilevato dall’Osservatorio di Arecibo e apparentemente proveniente dalla nana rossa Ross 128 (GJ 447), una stella che si trova nella costellazione della Vergine a soli 11 anni luce dalla Terra, aveva suscitato un grande interesse mediatico.

Anche se gli astronomi avevano proposto almeno tre possibili spiegazioni, l’idea che potesse trattarsi di un secondo controverso segnale WOW! aveva animato le speranze di molti. La possibilità, statisticamente molto bassa, che potesse trattarsi di una comunicazione extraterrestre è generalmente di gran lunga l’interpretazione preferita, piuttosto che spiegazioni naturali o tecniche, come potrebbero essere le interferenze terrestre o gli errori di rilevazione.

Ad ogni modo, il team, guidato dal professor Abel Méndez direttore del Planetary Habitability Laboratory (PHL) di Peurto Rico e da Jorge Zuluaga dell’Università di Antioquia in Colombia, ha subito messo in moto le procedure di follow-up di quello che ora viene chiamato “Weird! Signal” (Segnale “Strano!”), in collaborazione con il SETI Berkeley Research Center dell’Università della California e del SETI Institute.

Satelliti geostazionari operanti tra i 4 e gli 8 GHz nella stessa regione della stella Ross 128. Cliccare per ingrandire. Crediti: Enriquez et al. (SETI Berkeley), http://seti.berkeley.edu/ross128.pdf

«I nuovi dati hanno mostrato, come spiegazione più probabile, che il misterioso segnale provenga da uno o più satelliti in orbita geostazionaria terrestre».

Ciò spiegherebbe perché i segnali erano all’interno delle frequenze satellitari e persistevano solo per Ross 128. Questa stella, infatti, è vicina all’equatore terrestre dove si trovano molti satelliti geostazionari.
Tuttavia, non tutto è risolto:

«gli astronomi ancora non riescono a spiegare le forti caratteristiche di dispersione del segnale (le linee diagonali nella figura)».

forse causate da molteplici riflessioni del segnale stesso, ma questo dato richiederà ancora del tempo per essere analizzato. Seguite i prossimi aggiornamenti!

Leggi anche

Segnale Wow!Il 15 agosto cadrà il 40esimo anniversario della ricezione del Segnale Wow!, l’unico segnale raccolto all’interno del programma SETI a non avere ancora una spiegazione. Di cosa si tratta esattamente? Leggi lo speciale che gli abbiamo dedicato su Coelum Astronomia 213 (luglio/agosto 2017): Il “Segnale Wow!”. Un enigma lungo 40 anni. Come sempre in formato digitale e gratuito.



Semplicemente qui sotto, lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!
L’indirizzo email verrà utilizzato solo per informare delle prossime uscite della rivista.


Accademia delle Stelle

0

2017 Luglio-Agosto

19 – 23 luglio e 23 – 27 agosto: Vacanze astronomiche in Toscana.
In un hotel (con piscina) scelto per avere un ampio spazio per i telescopi e inquinamento luminoso minimo, da uno a quattro giorni di relax tra natura e astronomia in compagnia di altri appassionati. Adatto anche a neofiti.

27 – 30 luglio: Vacanze astronomiche in Umbria.
In un favoloso B&B (con piscina) e basso inquinamento luminoso; ogni pomeriggio conferenza e ogni sera guida al cielo e osservazioni con un potente telescopio.

Eventi in tutta Italia
Animeremo serate osservative in tutta Italia. Scopri i nostri appuntamenti alla pagina accademiadellestelle.org/eventi

Info:
accademiadellestelle.org/eventi
www.facebook.com/accademia.dellestelle/events

Congiunzione Luna Giove tra Spica e Porrima

0

Ecco una bella congiunzione tra una falce di Luna crescente (fase 32%) e Giove (mag. –1,9): tra i due corpi celesti ci sarà una separazione di circa 2° e mezzo, ed entrambi saranno osservabili sullo sfondo delle stelle della Vergine, bassi, verso ovest.

La coppia tramonterà attorno alle 23:30. Solo 4,7° a sudovest della Luna, non dimentichiamo la presenza di Porrima (m = +3,4), che spiccherà tra le altre stelle in una bella fotografia di paesaggio.

Le effemeridi giornaliere di Sole, Luna e pianeti le trovi nel Cielo di Luglio e Agosto

Leggi anche

➜ La Luna di luglio e agosto. Alla scoperta di  Aristarchus Plateau

La Danza dei Pianeti di Giorgia Hofer su Coelum Astronomia 202. Una tecnica originale per seguire, con la vostra reflex, i pianeti nel loro moto nel cielo.

➜ Scopri le costellazioni del cielo di luglio e agosto con la UAI

➜ Storia, leggende, stelle e oggetti deepsky della costellazione della Lira (terza parte)


Eclissi di Sole, tra suggestioni Storia e Scienza! Tutti consigli per l’osservazione del cielo di luglio e agosto su Coelum Astronomia 213

Leggilo subito qui sotto online, è gratuito!

Semplicemente lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!

L’indirizzo email verrà utilizzato solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Missione VITA, Paolo Nespoli pronto al suo terzo volo nello spazio

0
Paolo Nespoli in addestramento a Città delle Stelle, presso Mosca. Crediti: ESA–Stephane Corvaja, 2017
Paolo Nespoli in addestramento a Città delle Stelle, presso Mosca. Crediti: ESA–Stephane Corvaja, 2017

A bordo un equipaggio internazionale composto dal Comandante della Soyuz, il cosmonauta russo Sergey Nikolayevich Ryazansky, l’astronauta NASA Randolph James “Randy” Bresnik ed il nostro veterano dello spazio, l’astronauta italiano dell’Agenzia Spaziale Europea, Paolo Nespoli. I tre raggiungeranno l’avamposto umano nello spazio, dove si trovano già Fyodor Yurchikhin, Jack Fischer e Peggy Whitson, completando l’equipaggio composto da sei persone di Spedizione 52.

Per Paolo si tratta del suo terzo volo nello spazio, il secondo con una missione di lunga durata. L’astronauta Paolo Nespoli è nato a Milano lo stesso anno in cui lo Sputnik segnava l’inizio della corsa allo spazio. Al termine degli studi in aeronautica ed astronautica, Paolo è entrato a far parte al Centro Astronauti Europeo dell’ESA a Colonia, in Germania, ed ha contribuito alla creazione degli impegnativi programmi di formazione. Uomo d’azione con una mente da ingegnere, Paolo ha applicato tre volte per entrare a far parte del corpo astronauti. La sua testardaggine e la sua preparazione lo hanno infine ripagato: nel 1998 diventa astronauta dell’ESA. Paolo ha trascorso 174 giorni sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) con le missioni Esperia (a bordo della navetta spaziale Discovery) e MagISStra, rispettivamente, nel 2007 e nel 2010.

Questa missione durerà complessivamente poco più di quattro mesi ed il rientro sulla Terra è previsto nel novembre di quest’anno.

Con i suoi 60 anni compiuti ad aprile, Paolo, il più ‘diversamente giovane’ astronauta che abbia mai volato per l’ESA, ha ancora voglia di rimettersi in gioco ed a lui l’ASI ha affidato la missione VITA con i suoi molti esperimenti, il terzo volo italiano di lunga durata sulla ISS dopo quelli di Luca Parmitano del 2013 (Volare) e quello di Samantha Cristoforetti nel 2014 (Futura).

E il 28 luglio, diretta in italiano con Astronauticast!

Lo stemma della missione VITA di Paolo Nespoli sulla ISS Crediti: ESA/ASI

L’acronimo VITA sta per Vitalità, Innovazione, Tecnologia ed Abilità ed è stato scelto dall’Agenzia Spaziale Italiana, ASI, che fornisce la missione attraverso un accordo bilaterale con la NASA. Il significato italiano della parola “vita” riflette gli esperimenti che Paolo eseguirà e la nozione filosofica del vivere nello spazio – uno dei posti più inospitali per l’uomo. Il logo della missione è stato sviluppato dall’ESA insieme ad ASI ed a Paolo. Tre elementi si distinguono: un filamento di DNA come simbolo della vita e della scienza, un libro come simbolo della cultura e dell’istruzione, e la Terra come simbolo dell’umanità.

Il vasto programma scientifico della missione Vita comprende esperimenti di biologia, fisiologia umana nonché monitoraggio dell’ambiente spaziale, scienza dei materiali e dimostrazioni tecnologiche. Tutti gli esperimenti utilizzano il laboratorio “fuori da questo mondo” – (compreso il laboratorio europeo Columbus) per migliorare la vita sulla Terra o per prepararsi per future esplorazioni abitate del nostro Sistema Solare.

La spettacolare immagine della ISS, scattata da Paolo che si trovava a bordo della Soyuz TMA-20 in allontanamento, con lo Space Shuttle Endeavour ed il veicolo cargo europeo l'ATV-2 attraccati. Crediti: ESA/NASA

Quando non impegnato in esperimenti scientifici, Paolo lavorerà con i colleghi alla manutenzione della Stazione Spaziale e per mantenere l’avamposto in orbita in ordine per l’equipaggio di sei. La singolare casa di Paolo gli permetterà di ispirare la prossima generazione di ingegneri e scienziati in quanto condividerà il suo viaggio con i giovani a Terra. Incoraggerà le nuove generazioni a mantenere attivo il cervello ed a seguire uno stile di vita sano con due sfide internazionali. Paolo sostiene Mission-X ‘Allenati come un Astronauta’, un programma di istruzione nel quale giovani studenti di oltre 25 Paesi portano avanti delle attività scientifiche ed imparano come rimanere in forma. Paolo è inoltre ambasciatore per la sfida europea Astro Pi Challenge, un’opportunità unica per gli studenti europei di far girare i propri codici sui mini computer, denominati Raspberry Pi, installati sulla Stazione.

Paolo Nespoli, assieme a Ryazansky e Bresnik durante la consueta cerimonia, in Piazza Rossa a Mosca, per portare i fiori sulla tomba di Yuri Gagarin. Crediti: NASA, Bill Ingalls

Nespoli è arrivato domenica 16 luglio al cosmodromo, dal quale nel 1961 decollò Yuri Gagarin, per trascorrere le ultime due settimane prima del lancio. Non saranno però giornate di riposo per l’equipaggio. Ripasso delle procedure soprattutto quelle di aggancio con la ISS, visite mediche e controllo delle tute e della capsula saranno le attività che attendono i tre cosmonauti. E poi ci sono le tradizioni da rispettare alle quali i russi tengono molto. Ci sarà da far visita all’albero piantato da Gagarin prima del suo volo. Ogni cosmonauta prima della sua missione pianta un piccolo albero e quindi Nespoli e Ryazansky, già veterani con i voli Soyuz, aiuteranno Bresnik a piantare il suo. Poi faranno visita alla piccola dacia dove il primo cosmonauta della storia ha dormito la notte prima del lancio.

Un po’ di svago è comunque previsto. Insieme all’equipaggio di riserva, arrivato poche ore con un altro aereo per motivi di sicurezza, ci saranno a disposizione tavoli da ping pong, biliardi e scacchiere. Giornate dense quindi per i tre navigatori spaziali, organizzate appositamente per tenere alto il morale e la concentrazione. Tutto questo in attesa del conto alla rovescia che li porterà oltre l’atmosfera del nostro pianeta. In occasione del volo Paolo ha ripreso a twittare con il suo accont: @Astro_paolo in modo da renderci ancora più partecipi di questa missione che siglerà anche la conclusione della sua decennale carriera di astronauta.

Fonti: ASI ESA Italia



Semplicemente qui sotto, lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!
L’indirizzo email verrà utilizzato solo per informare delle prossime uscite della rivista.


Una Encelado cinerea con geyser

0
Gli intriganti getti del polo sud di Encelado, visti da lontano, in contro luce, mentre la luna brilla della luce riflessa di Saturno. Credit: NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute

Potenti getti che si espandono nello spazio, fuoriescono dal polo sud di Encelado. Questa l’immagine rilasciata dalla veterana dello spazio Cassini, che ha immortalato i geyser della luna di Saturno. Nitidi come non mai in questo scatto, i pennacchi di Encelado – composti in gran parte di acqua – sono originati dall’oceano sotterraneo presente sulla luna e affiorano attraverso le fessure situate sulla sua superficie gelide.
La veduta è stata immortalata dalla sonda il 13 aprile 2017 mentre volava a una distanza di circa 808.000 chilometri al di sopra della superficie di Encelado. L’immagine ha una risoluzione di 5 chilometri per pixel.

Durante i suoi sorvoli, Cassini ha rivelato molecole di metanolo e altri composti nelle vicinanze dei geyser e ha raccolto una grande mole che potrebbero aiutare gli scienziati a svelare i misteri dell’oceano sotterraneo.

Questo scatto si unisce all’immensa collezione di una delle più sofisticate navicelle interplanetarie mai costruite, frutto della collaborazione tra NASA, ESA ed ASI.

Lanciata nel 1997 da Cape Canaveral, la missione Cassini-Huygens ha raggiunto Saturno dopo 7 anni di viaggio, durante i quali ha percorso oltre 3.5 miliardi di chilometri, inserendosi in orbita l’1 luglio 2004.

Alla vigilia di Natale del 2004 l’orbiter Huygens si è staccato dalla sonda principale per dirigersi verso Titano, il più grande satellite di Saturno, e arrivare in seguito a sfiorare Encelado. Da allora è iniziata un’intensa attività, che ha reso Cassini-Huygens la missione dei record dell’esplorazione di uno dei sistemi planetari più complessi del nostro Sistema solare.

Per la sonda, a quasi due decenni dal suo lancio, si avvicina il momento della meritata ‘pensione’. Cassini, infatti, sarà operativa ancora per pochi mesi: il 15 settembre 2017, dopo che la sua orbita sarà inclinata al di fuori del piano degli anelli, la sonda si tufferà nell’atmosfera del pianeta per quello che è stato definito il ‘Grand Finale’.


Eclissi di Sole, tra Suggestioni, Scienza e Storia

Coelum Astronomia 213 di luglio/agosto 2017 è online, come sempre in formato digitale e gratuito…
Semplicemente qui sotto, lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!

L’indirizzo email verrà utilizzato solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Comunicazioni interrotte. Marte gioca a nascondino con il Sole

0
Questa grafica illustra le posizioni di Marte, della Terra e del Sole durante un periodo che si verifica circa ogni 26 mesi. Durante le settimane di congiunzione solare, Marte non è visibile dalla Terra e ogni comunicazione viene interrotta. Crediti: Nasa / Jpl-Caltech
Questa grafica illustra le posizioni di Marte, della Terra e del Sole durante un periodo che si verifica circa ogni 26 mesi. Durante le settimane di congiunzione solare, Marte non è visibile dalla Terra e ogni comunicazione viene interrotta. Crediti: Nasa / Jpl-Caltech

Capita ogni due anni (26 mesi per la precisione), quindi è un fenomeno del tutto normale e non c’è nulla di cui preoccuparsi. Bastano solo alcune precauzioni. Parliamo della congiunzione solare (guarda questo video per saperne di più): questo mese la Terra e Marte finiscono per orbitare sui lati opposti del Sole ed è come essere sui lati di un enorme falò, nel senso che noi non possiamo vedere Marte e i robottini (roverlander e sonde) che sono sul Pianeta rosso hanno enormi difficoltà a comunicare con noi.

La Nasa interromperà le comunicazioni con le sue tre sonde (Mars Odyssey, Maven e Mars Reconnaissance Orbiter) e con i due rover (Curiosity e Opportunity) dal 22 luglio al primo agosto. Se una sonda o un lander cercasse di inviare dei dati verso la Terra, le particelle solari interferirebbero distorcendo gravemente il segnale. Non si tratta di un problema irrisolvibile, ma è assolutamente consigliato – in questi casi – evitare l’invio dei comandi cruciali ai rover che potrebbero essere messi a serio rischio. I dati continueranno ad arrivare, ma è già stato messo in conto che la loro ricezione sarà incompleta e alcuni bit corrotti andranno ricostruiti successivamente. «Continueremo a ricevere la telemetria, quindi avremo ogni giorno informazioni sulle condizioni dei veicoli», ha detto Chad Edwards, a capo dell’ufficio Mars Relay Network presso il Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, California.

Prima del temporaneo stop alle comunicazioni, che andrà avanti per qualche settimana, gli ingegneri della Nasa invieranno delle semplici liste di comandi, in modo da consentire a sonde e rover di continuare a lavorare in tranquillità fino al ripristino delle comunicazioni con la Terra. Le sonde proseguiranno con le loro osservazioni scientifiche del quarto pianeta del Sistema solare, i rover rimarranno fermi nella loro posizione attuale ma i laboratori a bordo continueranno a funzionare.

Tutte le missioni della Nasa attive su Marte hanno già avuto almeno un’esperienza con la congiunzione solare. Questa sarà l’ottava volta per la sonda Mars Odyssey, la settima per il rover Opportunity, la sesta per il Mars Reconnaissance Orbiter, la terza per il rover Curiosity e la seconda per l’orbiter Maven.


Eclissi di Sole, tra Suggestioni, Scienza e Storia

Coelum Astronomia 213 di luglio/agosto 2017 è online, come sempre in formato digitale e gratuito…
Semplicemente qui sotto, lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!

L’indirizzo email verrà utilizzato solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Congiunzioni tra Luna, Aldebaran e Venere fino al mattino

0
L’immagine propone la situazione alle ore 3:30 del 20 luglio: la vista è zoomata sui soggetti principali della congiunzione. Al terzetto Luna, Venere e Aldebaran, faranno da sfondo le bellissime stelle dell’ammasso delle Iadi nella costellazione del Toro. Crediti: Coelum Astronomia CC-BY
L’immagine propone la situazione alle ore 3:30 del 20 luglio: la vista è zoomata sui soggetti principali della congiunzione. Al terzetto Luna, Venere e Aldebaran, faranno da sfondo le bellissime stelle dell’ammasso delle Iadi nella costellazione del Toro. Crediti: Coelum Astronomia CC-BY

Dopo averla occultata nei mesi scorsi, (e di nuovo lo farà in agosto) la Luna ora si scosta da Aldebaran, regalandoci però una magnifica congiunzione.

La sottile falce di Luna (fase 16%), infatti, si avvicinerà alla arancione Aldebaran (alfa Tauri; mag. +0,9) di solo 1,3°.

I più fortunati, dall’orizzonte est-sudest sgombro e buio (meglio ancora se sul mare) potranno tentare qualche suggestiva ripresa a campo un po’ più stretto, poco dopo il loro sorgere, tra le 3 e le 3:30, ma per fotografarli comodamente nella cornice del paesaggio, converrà attendere le 3:45 – 4:00, quando i due astri si alzeranno di una decina di gradi. A quel punto ci accorgeremo che, circa a 6° e mezzo più a ovest, sarà sorto anche Venere (mag. –4,1; fase 70%).

Faranno da sfondo le piccole stelle delle Iadi, visibili da cieli limpidi e bui, grazie alla bassa luminosità della falce di Luna.

Anche in questo caso potremo osservare quello che è diventato un trio, alzarsi in cielo fino all’inizio del crepuscolo, con la Luna che si allontanerà lentamente da Aldebaran per avvicinarsi a Venere. La minima distanza dal pianeta, di poco più di 5°,  la Luna la raggiungerà attorno alle 6:00 di mattina, con Aldebaran ormai spenta nel chiarore del cielo, ma comunque con la possibilità di ripresa più stretta sui due astri più luminosi, ormai praticamente in diurna.

Le effemeridi giornaliere di Sole e pianeti le trovi nel Cielo di Luglio e Agosto

La Danza dei Pianeti di Giorgia Hofer

Leggi anche

➜ Fotografare la Luce Cinerea della Luna di Giorgia Hofer su Coelum Astronomia n.  di gennaio 2017

➜ La Danza dei Pianeti di Giorgia Hofer su Coelum Astronomia 202. Una tecnica originale per seguire, con la vostra reflex, i pianeti nel loro moto nel cielo.

➜ Scopri le costellazioni del cielo di luglio e agosto con la UAI

➜ Storia, leggende, stelle e oggetti deepsky della costellazione della Lira (terza parte)


Eclissi di Sole, tra suggestioni Storia e Scienza! Tutti consigli per l’osservazione del cielo di luglio e agosto su Coelum Astronomia 213

Leggilo subito qui sotto online, è gratuito!

Semplicemente lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!

L’indirizzo email verrà utilizzato solo per informare delle prossime uscite della rivista.

La maestosità delle catene montuose e delle pianure ghiacciate di Plutone

0

Nel luglio del 2015, la navicella spaziale New Horizons della NASA ha inviato a casa le prime immagini ravvicinate di Plutone e le sue lune. Immagini incredibili… e non potevamo non chiederci come sarebbe stato poter sorvolare il terreno ghiacciato di quei mondi lontani, cosa avremmo visto con i nostri occhi?

La NASA, in occasione del secondo anniversario da quello straordinaio flyby, ci ha accontentato. Utilizzando i dati reali raccolti, e modelli di elevazione digitale del terreno, il team della missione (mappatura e rendering sono di Paul Schenk e John Blackwell dell’Lunar and Planetary Institute di Houston) ha creato dei video che ci mostrano una nuova spettacolare visione, ancor più ravvicinata di quella della sonda stessa, in sorvolo di quelle inaspettate caratteristiche che la New Horizons ci ha svelato di Plutone e Caronte, facendoci cambiare totalmente l’idea che ci eravamo fatti del pianeta.

Teniamo presente che il rilievo topografico è stato aumentato di un fattore da due a tre volte, per enfatizzare la topografia, e i colori superficiali sono intensificati per meglio far emergere i dettagli.
Il sorvolo inizia sopra gli altopiani a sudovest della grande e candida distesa di ghiaccio di azoto, chiamata informalmente Sputnik Planitia. Partendo dal suo margine occidentale, dove confina con il terreno scuro e craterizzato della Cthulhu Macula e le squadrate catene montuose all’interno delle pianure (sulla destra), viriamo poi verso nord, oltre i rugosi e fratturati altopiani della Voyager Terra, per poi tornare verso sud, verso la Pioneer Terra, che  ci mostra i suoi profondi e grandi pozzi. Il viaggio si conclude sopra le lame della Tartarus Dorsa,  nell’estremo oriente dell’emisfero incontrato dalla sonda.

Il volo, altrettanto emozionante, su Caronte inizia sopra l’emisfero che la New Horizons ha ripreso più da vicino, poi scende verso il profondo e ampio canyon della Serenity Chasma. Ci spostiamo poi verso nord, superando il cratere Dorothy Gale e la cappa polare scura chiamata Mordor Macula. Virando verso sud, copriamo la parte settentrionale della Oz Terra, per concludere il nostro sorvolo sulle pianure equatoriali relativamente piatte della Vulcan Planum e le isolate montagne dei Clarke Montes.

Sempre per l’occasione, sono state rilasciate due nuove mappe globali di Plutone e Caronte.

«La complessità del sistema di Plutone – dalla sua geologia, al suo sistema di lune, alla sua atmosfera – è andata ben oltre la nostra più sfrenata immaginazione», ha dichiarato Alan Stern, a capo della missione fin dalla progettazione. «Ovunque ci giriamo incontriamo nuovi misteri. Queste nuove mappe dalla storica esplorazione della superficie di Plutone contribuiranno a svelare questi misteri e sono state rilasciate perché tutti ne possano godere».

I mosaici di Plutone e Caronte, sono stati proiettati sulla mappa con una risoluzione di 300 metri per pixel, e assemblati utilizzando per lo più le immagini a più alta risoluzione ottenute dalla LORRI e dalla MVIC camera a bordo della sonda New Horizons. Sovrapposti in trasparenza ai mosaici vediamo invece, in colore, i dati topografici stereo generati per gli emisferi mappati dalla sonda durante il flyby. Il terreno a sud di circa 30° su Plutone e Caronte era nelle tenebre sia durante il viaggio di avvicinamento che durante il flyby. e perciò è rimasto in nero. Le lettere "S" e "T" rispettivamente indicano la Sputnik Planitia e la Tartarus Dorsa su Plutone, e la "C" indica la Caleuche Chasma di Caronte. Tutti i nomi delle formazioni di Pluto e Caronte sono ancora informali. Credits: NASA/JHUAPL/SwRI/LPI

Vedi anche

New Horizons. Tutte le immagini scientifiche di Plutone

New Horizons. Tutte le immagini scientifiche di Caronte

Plutone. Un mondo sorprendente ai confini del Sistema solare. I parte e II parte.



Eclissi di Sole, tra Suggestioni, Scienza e Storia

Coelum Astronomia 213 di luglio/agosto 2017 è online, come sempre in formato digitale e gratuito…
Semplicemente qui sotto, lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!

L’indirizzo email verrà utilizzato solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Le Stelle dal Borgo

0
Le Stelle dal Borgo

Le Stelle dal Borgo

Quattro serate caratterizzate dall’osservazione del cielo con telescopi e l’assistenza di personale esperto. Le notti di osservazione si terranno il 21 luglio, il 12 e 25 agosto dal terrazzo del parcheggio di Via Orientale a Guardiagrele e il 7 agosto dal Campo Sportivo di San Martino Sulla Marrucina. Inoltre, presso il Cinema-Teatro Garden, con inizio ore 18:00:
21.07:La missione Rosetta e l’origine del Sistema Solare” con la partecipazione del Dott. Fabrizio Capaccioni, Direttore dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali di Roma.
12.08: “Terra chiama Marte: le novità e il futuro del pianeta rosso” con la partecipazione della Dott.ssa Francesca Altieri, Ricercatrice dell’IAPS di Roma.

Supervisione scientifica di “Tra Scienza e Coscienza”. Organizzato dall’Ente Mostra dell’Artigianato Artistico Abruzzese in collaborazione con la Corporazione dei Sancti Martini ed il patrocinio della Regione Abruzzo e del Comune di Guardiagrele, all’interno della 47ª Mostra dell’Artigianato Artistico Abruzzese.

Per informazioni:
0871 83829
info@artigianatoabruzzese.it
www.artigianatoabruzzese.it

Accademia delle Stelle

0
2017 Luglio-Agosto

2017 Luglio-Agosto

18 luglio: Scuola di Archeoastronomia.
Per imparare le basi dell’Archeoastronomia. Corso riconosciuto dal MIUR (si può scalare dal bonus scuola), con visita pomeridiana alle mura megalitiche di Alatri.

19 – 23 luglio e 23 – 27 agosto: Vacanze astronomiche in Toscana.
In un hotel (con piscina) scelto per avere un ampio spazio per i telescopi e inquinamento luminoso minimo, da uno a quattro giorni di relax tra natura e astronomia in compagnia di altri appassionati. Adatto anche a neofiti.

27 – 30 luglio: Vacanze astronomiche in Umbria.
In un favoloso B&B (con piscina) e basso inquinamento luminoso; ogni pomeriggio conferenza e ogni sera guida al cielo e osservazioni con un potente telescopio.

Eventi in tutta Italia
Animeremo serate osservative in tutta Italia. Scopri i nostri appuntamenti alla pagina accademiadellestelle.org/eventi

Info:
accademiadellestelle.org/eventi
www.facebook.com/accademia.dellestelle/events

Quando su Marte scorrevano i fiumi

0
Un'immagine in prospettiva dei Monti Libya, che guarda verso l'antico letto di un fiume ormai prosciugato. L'immagine è stata creata utilizzando le riprese stereo ad alta risoluzione del 21 febbraio di quest'anno, dalla camera stereo a bordo della Mars Express. Copyright ESA/DLR/FU Berlin CC BY-SA 3.0 IGO
Un'immagine in prospettiva dei Libya Montes, che guarda verso l'antico letto di un fiume ormai prosciugato. L'immagine è stata creata utilizzando le riprese stereo ad alta risoluzione del 21 febbraio di quest'anno, dai canali stereo della camera stereo a bordo della Mars Express. Copyright ESA/DLR/FU Berlin CC BY-SA 3.0 IGO

Marte. Il letto di un fiume asciutto, con numerosi affluenti, che scorreva in una valle dei Lybia Montes. È innegabile che è quello che ci mostrano queste nuove immagini riprese dalla sonda Mars Express il 21 febbraio scorso, analizzate e rilasciate in questi giorni.

La posizione dei Monti Libya al bordo del cratere da impatto Isidis. Il riquadro più ampio indica la zona ripresa dalla Mars Express il 21 febbraio, quello più piccolo la zona oggetto di questo articolo. Il nord è in alto. Copyright NASA MGS MOLA Science Team

I Libya Montes sono una catena montuosa che si trova sull’equatore del Pianeta Rosso, la sezione ripresa si trova al confine degli altopiani meridionali e delle pianure settentrionali. Si tratta di una delle regioni più antiche di Marte, sollevatisi durante la formazione del bacino d’impatto Isidis (a nord sulla mappa a lato, del diametro di circa 1200 km), circa 3,9 miliardi di anni fa.

Tutta la regione mostra caratteristiche che indicano la presenza, nel passato lontano di Marte, sia di fiumi con acqua corrente, che di bacini fermi, come laghi o mari.

Il letto del fiume scavato dalle acque, che va da sud a nord (da sinistra a destra nell’immagine a colori principale) sembra abbia solcato la regione circa 3,6 miliardi di anni fa. Originato dal cratere da impatto a sud della zona, la sua acqua ne avrebbe scavalcato la cresta scendendo verso nord, e scorrendo tra le montagne della zona.

Una mappa topografica della regione. Come indicato in alto a sinistra nell'immagine, le zone blu e viola sono indicano le zone più basse, mentre quelle rosse e bianche il rilievi più alti. Copyright ESA/DLR/FU Berlin - CC BY-SA 3.0 IGO

Il suo corso è stato alimentato da numerosi affluenti, indicando l’esistenza di piogge estese e lo scorrere dell’acqua in superficie, dalle alture verso il basso. A contribuire potrebbe essere stata anche l’infiltrazione di acque sotterranee. Si pensa anche che a contribuire alla modellazione del paesaggio si sia aggiunta una fuoriuscita di acque sotterranee. Un canale simile si snoda nella scena in basso a destra.

La ripresa a colori della zona dei Libya Montes in cui scorreva l'antico fiume. L'immagine è stata ripresa dalla camera a colori e dal canale nadir della camera stereo della Mars Express, che effettua le riprese in modo perpendicolare alla superficie. La risoluzione è di circa 15 m/pixel. Copyright ESA/DLR/FU Berlin, , CC BY-SA 3.0 IGO

La mineralogia nella regione è molto diversificata. I minerali presentano caratterisctiche di sedimentazione sia meccanica che chimica, testimoniando l’azione di un’attività idrotermale passata, che può essere legata alla formazione del bacino d’impatto Isidis. L’impatto potrebbe aver sciolto il ghiaccio sotto alla superficie, facendolo affiorare come acqua liquida che ha interagito con le antiche rocce vulcaniche.

La versione 3D dell'immagine principale... inforcate i vostri occhialini rossi e blu, ingrandite l'immagine e immergetevi nel panorama! Copyright ESA/DLR/FU Berlin - CC BY-SA 3.0 IGO

I numerosi crateri, in vario stato di degrado, coprono l’intera scena testimoniando la lunga storia della regione. Forse i crateri più notevoli sono i due affiancati nel centro della scena, che formano la figura di un otto. Un altro cratere interessante si trova sulla sinistra, immerso nel fianco di una collina: inevitabilmente parte di una sua parete è crollata sul fondo della valle. Ancora più a sinistra, un piccolo cratere si è impresso in un cratere più grande e più ampio, penetrando in uno strato più profondo del terreno.

La ricca diversità delle caratteristiche geologiche di questa regione – e solo in questa immagine – è prova dell’ambiente altamente dinamico che ha accompagnato il pianeta nel corso dei millenni, evolvendo da un clima più caldo e umido, che ha consentito all’acqua liquida di fluire liberamente attraverso la superficie, verso il mondo arido che vediamo oggi.

Tutte le immagini sono soggette a licenza CC BY-SA 3.0 IGO

Eclissi di Sole, tra Suggestioni, Scienza e Storia

Coelum Astronomia 213 di luglio/agosto 2017 è online, come sempre in formato digitale e gratuito…
Semplicemente qui sotto, lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!

L’indirizzo email verrà utilizzato solo per informare delle prossime uscite della rivista.

ASTROINIZIATIVE UAI

0

Tutti i primi lunedì del mese: UNA COSTELLAZIONE SOPRA DI NOI
Un viaggio deep-sky in diretta web con il Telescopio Remoto UAI – tele #2 ASTRA Telescopi Remoti. Osservazioni con approfondimenti dal vivo ogni mese su una costellazione del periodo. Basta un collegamento internet, anche lento. Con la voce del Vicepresidente UAI, Giorgio Bianciardi
http://telescopioremoto.uai.it

CAMPAGNE NAZIONALI UAI

12-13 agosto – Le Notti delle Stelle

Il più atteso evento dell’estate astronomica durante il quale le associazioni proporranno una o più serate dedicate all’osservazione delle Perseidi, l’iniziativa è abbinata a “Calici di Stelle” manifestazione gastronomica promossa il 10 agosto dal Movimento Turismo del Vino e dall’Associazione Nazionale Città del Vino.
http://divulgazione.uai.it

CONVEGNI E INIZIATIVE UAI

17-20 luglio – Scuola Estiva di metodologie didattiche della scienza di Campo Catino (FR)

Le scuole estive di astronomia dell’UAI, dedicate agli insegnanti, ma non solo, da quest’anno in ben tre sedi dislocate sul territorio nazionale: presso l’Osservatorio Astronomico di Campo Catino a Guarcino (FR), a Modica (RA) a cura del Centro Ibleo Studi Astronomici e presso l’Osservatorio Astronomico Cà del Monte in provincia di Pavia.
http//didattica.uai.it
http://www.campocatinobservatory.org

22-23 luglio – La Notte Bianca dell’Apollo 11

Terza edizione dell’evento promosso dalla Sezione Ricerca e Astronautica UAI. Quest’anno si unisce alla celebrazione del decimo anniversario della morte di Rocco Petrone.
http//astronautica.uai.it

CIRCUITO STAR PARTY UAI
21-23 luglio – 7° Star Party di Campo Catino

Lo Star Party del Centro-Sud nel territorio più sorvegliato dall’Inquinamento Luminoso a 1.800 m. s.l.m.: un ampio piazzale con visibilità a 360° e un intero albergo a disposizione degli astrofili, con un ricco programma di attività.
http://www.ataonweb.it
www.campocatinobservatory.org

21-23 luglio – 17° Star Party delle Madonie

Lo Star Party siciliano più “longevo”, organizzato dall’O.R.S.A. di Palermo presso Piano Battaglia, nel Comune di Petralia Sottana, in pieno Parco delle Madonie.
http://www.orsapa.it

Eccole! Primo piano della Grande Macchia Rossa da parte di Juno

0
“Great Red Spot from P7 Flyover”. Credit: NASA/SwRI/MSSS/Jason Major © public domain
La Grande Macchia Rossa di Giove, in un ritaglio di una elaborazione di Kevin M. Gill. Credit : NASA/JPL-Caltech/MSSS/SwRI/Kevin M. Gill © CC BY

Eccole… Finalmente le attesissime immagini della Grande Macchia Rossa di Giove. Le più ravvicinate di sempre, ci arrivano dall’ultimo flyby della sonda della Nasa Juno del 10 luglio scorso. Subito dopo il minimo avvicinamento, la JunoCam, e tutta la strumentazione a bordo della sonda, è stata puntata verso questo gigantesco anticiclone, che imperversa da secoli nell’atmosfera gioviana.

Il risveglio della Grande Macchia Rossa, una delle immagini raw inviate da Juno e rilasciate dalla NASA. Crediti: NASA / SwRI / MSSS

Al momento solo immagini raw, e in attesa anche dei dati scientifici, nel frattempo godiamoci le prime elaborazioni da parte della JunoCam community. Infatti, come per ognuno dei sette incontri ravvicinati, effettuati fin’ora dalla sonda al gigante gassoso, gli “scienziati cittadini” e gli astronomi dilettanti erano già pronti a elaborare le immagini raw rilasciate dall’agenzia.

Questo livello di coinvolgimento pubblico in una missione della NASA è qualcosa di totalmente nuovo. Prima di ogni perigiovio, la NASA chiede alla comunità di scegliere un obiettivo, su quale formazione o aspetto del pianeta vorrebbero fosse puntata la camera. Questi “punti di interesse” (POI), come vengono chiamati, vengono quindi  fotografati e messi a disposizione di chiunque voglia cimentarsi con l’elaborazione.

Come ha dichiarato Scott Bolton – principal investigator (PI) della missione Juno – in un comunicato stampa della NASA: «Per generazioni, persone di tutto il mondo e di ogni categoria sociale, sono rimaste meravigliate dalla Grande Macchia Rossa. Ora finalmente andremo a vedere personalmente a cosa somiglia».  Solo negli ultimi due giorni sono già arrivate diverse immagini elaborate.

“Great Red Spot from P7 Flyover”. Credit: NASA/SwRI/MSSS/Jason Major © public domain

Questa sulla destra, ad esempio, è stata elaborata da Jason Major – un grafico e astronomo amatore che ha creato il sito web astronomico Lights in the Dark.

È una versione tagliata dell’immagine originale, per mettere al centro la Grande Macchia Rossa. L’elaborazione ha poi cercato di esaltare i confini dell’occhio del ciclone e delle nubi che lo circondano.

Wide-frame shot of the Great Red Spot, processed to show contrast between the storm and Jupiter’s clouds. Credit: NASA/SwRI/MSSS/Jason Major © public domain

Qui sulla sinistra, un’altra immagine di Major, questa volta sull’immagine a grandezza orginale, la GMR si trova infatti in un contesto più ampio, ma l’elaborazione è stata simile alla precedente, con colori saturati e contrasti importanti per far emergere tutta la drammaticità dell’anticiclone gioviano.

Immagini meno intense, ma altrettanto belle sono quelle di Amadeo Bellotti e Oliver Jenkins.

Altre immagini, come quella qui sotto, ci mostrano invece il  “Juno Eye”, in un primo piano dell’emisfero settentrionale di Giove,  elaborato dall’ormai noto Kevin M. Gill.

Un’immagine un po’ diversa dalle altre, (che sono ovviamente concentrate più sulla Macchia Rossa) per catturare un primo piano dei vortici nell’atmosfera polare nord di Giove. Proprio come la GMR, si tratta di vortici che sono creati dai venti estremamente impetuosi del gigante gassoso.

“Juno Eye”. Credit : NASA/JPL-Caltech/MSSS/SwRI/©Kevin M. Gill
La Grande Macchia Rossa vista da sud. Credit : NASA/JPL-Caltech/MSSS/SwRI/Kevin M. Gill © CC BY

Non siginifica però che Gill non si sia dedicato anche alla protagonista di questo flyby, la Macchia Rossa. Suo è infatti questo straordinario ritratto della macchia vista da sud, così come l’immagine in apertura di questo articolo, che mostra un particolare dell’immagine originale che potete vedere qui.

Oltre alla straordinaria serie di immagini, Juno ha anche inviato un enorme volume di dati, raccolti dalla sua suite di strumenti scientifici. In particolare, in questo flyby, tutti attivi e concentrati sullo stesso obiettivo.

Fin’ora i dati raccolti ci hanno mostrato quanto turbolenta e violenta sia l’atmosfera di Giove,  rivelato una complessa struttura interna, ci hanno mostrato le intense aurore polari e nuovi dettagli sulla gravità e sul campo magnetico. Su Coelum Astronomia 213, ora online, abbiamo dedicato a tutte queste prime scoperte uno speciale, ricco ovviamente delle bellissime immagini in arrivo da Juno e elaborate dalla JunoCam community. Come sempre, potete leggerlo in digitale gratuitamente!

Leggi anche Un Giove tutto nuovo. Le più belle immagini e le prime scoperte di questa straodinaria missione.


Eclissi di Sole, tra Suggestioni, Scienza e Storia

Coelum Astronomia 213 di luglio/agosto 2017 è online, come sempre in formato digitale e gratuito…
Semplicemente qui sotto, lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!

L’indirizzo email verrà utilizzato solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Congiunzione Venere e Aldebaran

0
Nell'immagine come appare la congiunzione alle 4:00 del mattino del 14 luglio. Una ripresa più stretta potrebbe evidenziare le Iadi e le stelle delle corna della ricca costellazione del Toro. Una ripresa un po' più ampia potrebbe includere anche le più distanti Pleiadi. In ogni caso, all'ora indicata, sarà possibile riprendere il tutto con elementi del paesaggio a fare da cornice. Si potrà poi continuare l'osservazione di Venere e provare a cimentarsi, con la strumentazione appropriata, alla fotografia planetaria, con il pianeta in fase del 68%. Crediti: Coelum Astronomia CC-BY

Il 14 luglio mattina, dopo le 3, Venere (mag. –4,1; fase 68%) sorgerà a soli 3° da Aldebaran (alfa Tauri; mag. +0,9).

Per averli a una buona altezza e riprenderli nella cornice del paesaggio, converrà attendere le quattro del mattino, ma potranno poi essere seguiti e osservati fino al crepuscolo.

Il sorgere del Sole avrà ormai oscurato la bella Aldebaran, ma si potrà comunque tentare l’osservazione diurna di Venere.

Nel suo moto di avvicinamento all’occhio del Toro, Venere passerà vicino all’ammasso delle Iadi e si potrà tentare la ripresa fotografica dell’intero gruppo.

A tal proposito, tutti i giorni immediatamente precedenti e successivi alla data indicata potranno essere validi anche per riprendere, con più scatti, il moto del pianeta attraverso la costellazione del Toro.

Le effemeridi giornaliere di Sole e pianeti le trovi nel Cielo di Luglio e Agosto

La Danza dei Pianeti di Giorgia Hofer

Leggi anche

La Danza dei Pianeti di Giorgia Hofer su Coelum Astronomia 202. Una tecnica originale per seguire, con la vostra reflex, i pianeti nel loro moto nel cielo.

Scopri le costellazioni del cielo di luglio e agosto con la UAI

Storia, leggende, stelle e oggetti deepsky della costellazione della Lira (terza parte)


Eclissi di Sole, tra suggestioni Storia e Scienza! Tutti consigli per l’osservazione del cielo di luglio e agosto su Coelum Astronomia 213

Leggilo subito qui sotto online, è gratuito!

Semplicemente lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!

L’indirizzo email verrà utilizzato solo per informare delle prossime uscite della rivista.

BepiColombo: la partenza è vicina

0
La configurazione di lancio della missione BepiColombo. Crediti: Esa–C. Carreau

Le due sonde di BepiColombo si avvicinano a passi spediti verso la data del lancio, ottobre 2018.

La missione nippo-europea, che studierà il pianeta Mercurio, ha superato con successo gli ultimi test nella configurazione di lancio e la prossima volta che i due orbiter (il Mercury Magnetospheric Orbiter della Jaxa e il Mercury Planetary Orbiter dell’Esa) verranno nuovamente assemblati sarà per il giorno della partenza dalla base europea di Kourou (Guyana Francese), l’anno prossimo. Le due sonde verranno trasportate fino al pianeta più caldo del Sistema solare dal Mercury Transport Module, usando una combinazione di propulsione elettrica e spinta gravitazionale. Il viaggio non sarà breve: passeranno oltre 7 anni prima dell’arrivo nella regione più interna del nostro sistema planetario, a “pochi passi” dal Sole.

La configurazione di lancio della missione BepiColombo. Crediti: Esa–C. Carreau

«Questi ultimi test hanno sottoposto l’intero satellite (composto da 3 moduli più uno scudo solare) alle vibrazioni che subirà durante il lancio. È l’ultima volta che il satellite sarà nella sua configurazione finale prima del lancio in ottobre 2018», ha spiegato Gabriele Cremonese, astronomo all’Istituto nazionale di astrofisica di Padova. «Attorno alla metà di agosto ci saranno i test degli strumenti per verificare che non ci siano stati problemi in seguito alle vibrazioni. Nei mesi successivi verranno effettuati altri test e gli ultimi saranno all’inizio di aprile 2018 poco prima di spedire tutto in Guyana francese: sono necessari quasi 6 mesi per preparare il satellite al lancio». I moduli usciranno dall’atmosfera terrestre a bordo di un vettore Ariane 5.

La missione BepiColombo (il cui nome è un tributo al matematico, fisico, astronomo e ingegnere Giuseppe Colombo – detto Bepi), è frutto di una collaborazione tra l’Agenzia spaziale europea e l’Agenzia spaziale giapponese. Ma c’è anche tanta Italia in questa missione: l’Agenzia spaziale italiana ha realizzato, con il contributo della comunità scientifica, compresi i ricercatori Inaf, 4 esperimenti su 11.

Lo strumento Simbio-Sys durante i test a Orsay

Cremonese ha aggiunto: «Al momento tutto sta funzionando bene. In parallelo il gruppo di Simbio-Sys (Spectrometers and Imagers for Mpo BepiColombo Integrated Observatory System), come tutti i team scientifici, si sta preparando al lancio realizzando le sequenze che verranno utilizzate per il primo commissioning, che avverrà poche settimane dopo. Il lavoro è molto intenso in quanto si tratta di una suite di tre strumenti che dobbiamo testare e far funzionare all’unisono».

Le condizioni attorno al Sole saranno proibitive e i test preliminari sono di fondamentale importanza. Una volta attorno a Mercurio, le due sonde si separeranno dal modulo di trasporto e si sposteranno verso le rispettive orbite per effettuare misure complementari della superficie, del nucleo, dell’esosfera e della magnetosfera del primo pianeta del Sistema solare, ancora avvolto nel mistero.

Guarda il servizio video di MediaInaf Tv:


Eclissi di Sole, tra Suggestioni, Scienza e Storia

Coelum Astronomia 213 di luglio/agosto 2017 è online, come sempre in formato digitale e gratuito…
Semplicemente qui sotto, lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!

L’indirizzo email verrà utilizzato solo per informare delle prossime uscite della rivista.

New Horizons. Occhi puntati su 2014 MU69

0
Il moto dell’oggetto trans-nettuniano 2014 MU69 sullo sfondo delle stelle fisse ottenuto con immagini riprese dal telescopio spaziale Hubble. | NASA/ESA/SWRI/JHU/APL, AND THE NEW HORIZONS KBO SEARCH TEAM
Il moto dell’oggetto trans-nettuniano 2014 MU69 sullo sfondo delle stelle fisse ottenuto con immagini riprese dal telescopio spaziale Hubble. | NASA/ESA/SWRI/JHU/APL, AND THE NEW HORIZONS KBO SEARCH TEAM

2014 MU69, non sarà raggiunto da New Horizons prima del 2019, ma sta già destando l’attenzione degli scienziati. In particolare, i membri del team della sonda sono in attesa dei dati relativi all’occultazione stellare dello scorso 3 giugno, registrata in Argentina: ovvero il rapido passaggio di 2014 MU69 davanti a una stella.

Quattro astronomi del team di osservazione Sudafricano della New Horizons, osservano il cielo in attesa dell'inizio dell'occultazione del 3 giugno, grazie alla quale si è scoperto che MU69 potrebbe non essere così scuro e grande quanto si credeva. Credits: NASA/JHUAPL/SwRI/Henry Throop

Molti astronomi torneranno nel paese sudamericano il prossimo 17 luglio, in occasione della terza e ultima occultazione stellare di quest’estate.

Per l’evento del 3 giugno scorso, più di 50 membri del team di New Horizons hanno installato telescopi in Sudafrica e in Argentina, seguendo il percorso dell’oggetto e cercando di ottenere una rapida occhiata della durata non superiore ai due secondo di 2014 MU69. Fondamentale per la comunità scientifica, il supporto del telescopio spaziale Hubble e della sonda Gaia, che hanno fornito una serie di informazioni sull’oggetto.

Grazie alla combinazione dei telescopi, gli studiosi hanno catturato più di centomila immagini della stella occultata che saranno utili per studiare l’ambiente che circonda l’oggetto che orbita nella Fascia di Kuiper. Una prima scoperta riguarda le dimensioni dell’oggetto che potrebbero essere inferiori a quelle inizialmente stimate (20-40 chilometri).

«I primi risultati ci dicono qualcosa di interessante – commenta Alan Stern, responsabile della missione – abbiamo osservato l’oggetto dai siti pianificati, senza riuscire a rilevarlo. Ciò potrebbe voler dire che esso è altamente riflettente e più piccolo del previsto, o si tratta di un gruppo di corpi più piccoli risalenti agli albori del Sistema Solare».

SOFIA, l'Osservatorio "volante" della NASA, si è trovato al posto giusto nel momento giusto, grazie ai dati ricavati dal Telescopio Spaziale Hubble e da GAIA, satellite dell'ESA, che hanno permesso di prevedere con grande dettaglio la geometria e i tempi dell'occultazione del 10 luglio. I dati verranno analizzati nelle prossime settimane.

Queste supposizioni dovranno essere confermate dalle osservazioni del 10 e del 17 luglio.

Il 10 luglio, l’Osservatorio SOFIA della NASA ha utilizzato il suo potente telescopio per sondare la porzione di spazio che circonda l’oggetto e per identificare gli eventuali detriti che potrebbero essere d’ostacolo alla sonda nei prossimi 18 mesi.

Durante l’ultima occultazione estiva, invece, sarà Hubble a puntare i suoi occhi sui detriti con l’aiuto dei telescopi da terra che cercheranno di determinare le dimensioni di MU69 in modo più preciso possibile.

Risorse in rete

Segui la New Horizons nel suo viaggio verso MU69

Plutone Instant Book 13 anni di notizie e approfondimenti seguiti per voi da Coelum Astronomia! La Redazione di Coelum ha voluto selezionare e raccogliere in questa pubblicazione i documenti, gli articoli e i contributi relativi a un’avventura davvero speciale. Dal 2002 quando la missione era solo un progetto al 15 luglio 2015, quando la NASA ha rilasciato le prime immagini acquisite dalla New Horizons durante il veloce FlyBy.



Eclissi di Sole, tra Suggestioni, Scienza e Storia

Coelum Astronomia 213 di luglio/agosto 2017 è online, come sempre in formato digitale e gratuito…
Semplicemente qui sotto, lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!

L’indirizzo email verrà utilizzato solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Barbecue cosmico: una nuova tecnica per 60 nuovi candidati a gioviano caldo

0
L’orbita di un “tipico” gioviano caldo in un’animazione. Questi giganti gassosi percorrono una traiettoria un’orbita pericolosamente vicina alla loro stella ospite ma potrebbero convivere con pianeti di dimensioni paragonabili alla Terra o a Nettuno. Crediti: Millholland / Yale University
Nell'animazione, le varie fasi di un “tipico” gioviano caldo in orbita attorno alla sua stella. La taglia e la separazione tra pianeta e stella sono in scala. La quantità di luce riflessa che arriva dal pianeta dipende ovviamente dalla posizione in cui si trova nell'orbita, ma anche dall'inclinazione del piano dell'orbita rispetto al nostro punto di vista. Essendo grande e vicino alla sua stella, questa seppur piccola variazione di luce può essere rintracciata nella luce che raccogliamo nella stella e potrà darci importanti informazioni non solo sulla presenza del pianeta, ma anche delle caratteristiche della sua atmosfera. Credit: Millholland/Yale University. Crediti: Millholland / Yale University

Hot jupiters, ovvero gioviani caldi, sono una classe di esopianeti di dimensioni simili o maggiori del nostro Giove, ma situati così vicini alla loro stella che impiegano meno di una settimana a compierne un’orbita, e la loro temperatura superficiale raggiunge necessariamente temperature altissime.

All’Università di Yale, Sarah Millholland (Ph.D.) e Greg Laughlin (professore di astronomia) sono riusciti a identificare 60 nuovi candidati di questa classe grazie a una nuova applicazione delle tecniche generalmente utilizzate nell’analisi di big data, grandissime quantità di dati. Hanno utilizzato un sofisticato algoritmo che può essere addestrato a riconoscere delle configurazioni nei dati, e poter quindi fare previsioni, per individuare minuscole variazioni di ampiezza nella luce osservata delle stelle, ma dovute alla luce riflessa di un grande pianeta in orbita attorno ad esse.

Nel grafico i 60 candidati pianeti con la propria stella e i grafici della luce raccolta, che mostrano, oltre ai cali di luce dovuti ai transiti, le minuscole variazioni dovute alla luce riflessa dal pianeta, in base alla fase. La colorazione della stella ne indica la temperatura e le dimensioni di stelle e pianeti sono in scala. Credit: Yale University

«Il lavoro di Sarah ci ha dato quello che rappresenta un “ritratto di classe”, un segno distintivo, di pianeti extrasolari in situazioni estreme», ha dichiarato Laughlin. «È incredibile come le ultime tecniche di apprendimento automatico, combinate con il calcolo ad alte prestazioni, ci permettano di estrarre classici set di dati che portano a straordinarie scoperte».

Millholland ha recentemente presentato la ricerca in una Kepler Science Conference presso l’Ames Research Center NASA in California. Lo studio, di cui lei e Laughlin sono autori, è in via di pubblicazione nell’Astronomical Journal.

Millholland e Laughlin hanno quindi sistematicamente cercato i segnali di luce riflessa nelle osservazioni di oltre 140.000 stelle, grazie ai dati di quattro anni di missione del telescopio spaziale Kepler.

Kepler sappiamo che ha permesso l’individuazione di migliaia di esopianeti grazie al calo di luce osservato in seguito al transito del pianeta davanti alla stella ospite. I segnali della luce riflessa, invece, sono estremamente deboli e possono essere confusi con quelli dovuti alla variabilità stellare, o strumentale. Un approccio “alla Big Data” ha però permesso ai due ricercatori di estrarre anche questi deboli segnali. La ricerca ha generato migliaia di serie sintetiche di dati e hanno “insegnato” all’algoritmo come distinguere le caratteristiche dei segnali di luce riflessa da quelli di altri tipi di variabilità.

La tecnica di Yale è pioniera di un nuovo metodo di ricerca in grado di identificare più pianeti dalle grandi quantità di dati disponibili di Kepler. «Mi è stato detto, dai membri del team scientifico di Kepler, che la ricerca di luce riflessa faceva parte delle prime versioni di compiti della missione Kepler», spiega Millholland. «Lo avevano chiamato modulo RLS (Reflected Light Search, ricerca di luce riflessa). Sotto questo punto di vista, quindi, non stiamo facendo altro che seguire uno degli scopi originali della missione».

Secondo i ricercatori, i segnali di luce riflessa possono contenere anche ricche informazioni sulle atmosfere dei pianeti: segnali dell’esistenza di nuvole, sulla composizione atmosferica, sui modelli delle correnti dei venti e sulle differenze di temperatura tra notte e giorno.

I 60 candidati pianeti richiederanno ora nuove osservazioni per essere confermati tali, attraverso misure di effetto Doppler. Si tratta di una tecnica ormai consolidata, che consente la rilevazione delle oscillazioni, nel movimento di una stella, dovute all’influenza gravitazionale di un pianeta orbitante. Dal momento che i gioviani caldi sono così massicci e vicini alle loro stelle, queste oscillazioni sono ampie e facilmente riconoscibili. Un nuovo strumento progettato proprio a Yale – denominato EXPRES e che sta venendo installato nel Discovery Channel Telescope in Arizona – potrebbe riuscire a dare queste conferme entro la fine dell’anno.

Risorse online

L’articolo originale Supervised Learning Detection of Sixty Non-Transiting Hot Jupiter Candidates.

Il diagramma 3D interattivo, da cui è tratta l’animazione in apertura, di un gioviano caldo in orbita attorno alla sua stella. Giocando con il diagramma si può notare come cambia la luce riflessa dal pianeta in base al punto dell’orbita in cui si trova, ma anche in base all’inclinazione del piano della sua orbita rispetto al nostro punto di vista.


Eclissi di Sole, tra Suggestioni, Scienza e Storia

Coelum Astronomia 213 di luglio/agosto 2017 è online, come sempre in formato digitale e gratuito…
Semplicemente qui sotto, lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!

L’indirizzo email verrà utilizzato solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Star Party delle Dolomiti a Falzes (Bolzano)

0
star party Dolomiti

star party Dolomiti

Lo Star Party delle Dolomiti, che si terrà a Falzes (Bolzano), nella Sala Comunale in Piazza del Municipio 1, nei giorni del 27-28-29-30-31 luglio, dalle 16 alle 24 (precedute da conferenze introduttive bilingue, italiano/tedesco), sarà un raduno astronomico che coinvolgerà appassionati provenienti da diverse località.

Sono previste conferenze divulgative pubbliche e osservazioni sia diurne, del Sole, sia notturne, a caccia di oggetti astronomici, quali pianeti, comete, stelle e oggetti del profondo cielo, con telescopi e binocoli di tutti i tipi e dimensioni.

Lo Star Party è organizzato in collaborazione con il Comune di Falzes e con l’Ufficio Turistico.

Conferenze, osservazioni al telescopio diurne e serale, proiezioni nel planetario, mostre e realtà virtuale (il 30 luglio) sono a cura del Mars Planet Project.

Per maggiori informazioni e il programma completo dell’evento, visitare il sito:
eanweb.com > star party delle dolomiti 2017

oppure contattare:
Rodolfo Calanca, rodolfo.calanca@gmail.com, cell.: 348-3687842,
Enrico Bonfante, enrico.bonfante@gmail.com, cell.: 347-9521771

Eclissi di Sole, tra Suggestioni, Scienza e Storia

Coelum Astronomia 213 di luglio/agosto 2017 è online, come sempre in formato digitale e gratuito…
Semplicemente qui sotto, lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!

L’indirizzo email verrà utilizzato solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Il congresso cancella ARM, la NASA torna all’attacco con DART

0
La sonda DART in procinto di schiantarsi su Didymos B in un'altra ricostruzione artistica. Credits: NASA/JHUAPL - Processing: M. di Lorenzo
La sonda DART in procinto di schiantarsi su Didymos B in una ricostruzione artistica. Credits: NASA/JHUAPL - Processing: M. di Lorenzo

Il mese scorso molti si rattristarono per la decisione della NASA che, a causa del mancato supporto finanziario da parte del Congresso americano, fu costretta a chiudere definitivamente il progetto Asteroid Redirect Mission (ARM) dopo anni di studi e di revisioni.

La sonda ARM nell'atto di arpionare il masso da riportare a Terra, in una ricostruzione artistica. - Credit: NASA

La missione ARM venne proposta nel 2013 e prevedeva, inizialmente, la cattura di un piccolo asteroide NEO (qualche metro di diametro); una volta deviato dalla sua traiettoria, sarebbe stato trasferito in orbita lunare e un equipaggio umano, partito da Terra con un razzo Orion, lo avrebbe studiato con calma. Successivamente, per ridurre i rischi, si ripiegò sull’idea di una missione “sample return” con l’atterraggio su un asteroide più grande e il prelievo dalla sua superficie di un masso di dimensioni contenute, da riportare a Terra. Uno dei potenziali obiettivi, tra l’altro, era proprio Bennu, il NEO verso il quale è diretta la missione Osiris-Rex.

La missione DART, al contrario, è più semplice e si propone di colpire un piccolo asteroide per studiarne gli effetti dinamici. La tecnica di impatto cinetico si basa sul lieve cambiamento di velocità di un asteroide pericoloso, tramite un impatto effettuato in largo anticipo per modificare l’orbita dell’asteroide quanto basta ad evitare la catastrofe. Anche in questo caso è previsto un motore a propulsione elettrica.

L’obiettivo di DART è un asteroide che avrà un approccio distante con la Terra nell’ottobre del 2022 e poi ancora nel 2024. L’asteroide è chiamato Didymos (gemelli in greco) perché è un sistema binario: Didymos A, circa 780 metri di diametro, e il piccolo Didymos B, di circa 160 metri, che è l’obiettivo di DART. Il sistema Didymos è stato studiato a partire dal 2003; l’oggetto primario è un asteroide di tipo S roccioso, mentre la composizione del suo piccolo compagno è sconosciuta.

«Un asteroide binario è il perfetto laboratorio naturale per questo test», ha detto Tom Statler, scienziato del programma per DART presso la NASA, «Il fatto che Didymos B sia in orbita intorno a Didymos A rende più facile vedere i risultati dell’impatto e ci assicura che l’esperimento non cambi l’orbita della coppia intorno al sole». Qui di seguito un video con una simulazione dell’impatto:

Dopo il lancio, DART si dirigerà autonomamente sul bersaglio e lo colpirà a una velocità circa nove volte maggiore di un proiettile (6 chilometri al secondo). Gli osservatori terrestri dovrebbero essere in grado di vedere l’impatto e la conseguente variazione nell’orbita di Didymos B, consentendo agli scienziati di determinare meglio le potenzialità dell’impatto cinetico come strategia di mitigazione del rischio di impatto da asteroidi.

Asteroidi pericolosi e rischio da impatto su Coelum Astronomia 212. Clicca sull'immagine per cominciare a leggere!
«DART è un passo fondamentale per dimostrare che possiamo proteggere il nostro pianeta da un impatto futuro», ha dichiarato Andy Cheng del Laboratorio Applied Physics di Johns Hopkins. «Poiché non conosciamo molto circa la struttura interna o la composizione degli asteroidi, dobbiamo eseguire questo esperimento su uno vero».

Riferimenti:

http://www.skyandtelescope.com/astronomy-news/nasa-closes-out-asteroid-redirect-mission

https://www.nasa.gov/feature/nasa-s-first-asteroid-deflection-mission-enters-next-design-phase


Eclissi di Sole, tra Suggestioni, Scienza e Storia

Coelum Astronomia 213 di luglio/agosto 2017 è online, come sempre in formato digitale e gratuito…
Semplicemente qui sotto, lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!

L’indirizzo email verrà utilizzato solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Un’abbagliante spirale con un cuore attivo

0
Il VLT (Very Large Telescope) dell'ESO ha catturato questa magnifica vista della galassia a spirale barrata Messier 77. L'immagine rende tutta la bellezza della galassia, mettendo in mostra i bracci ingioiellati attraversati da tracce di polvere - ma non riesce a mostrare la natura turbolenta di Messier 77. Crediti: ESO
Il VLT (Very Large Telescope) dell'ESO ha catturato questa magnifica vista della galassia a spirale barrata Messier 77. L'immagine rende tutta la bellezza della galassia, mettendo in mostra i bracci ingioiellati attraversati da tracce di polvere - ma non riesce a mostrare la natura turbolenta di Messier 77. Crediti: ESO

Questa pittoresca galassia sembra tranquilla, ma nasconde un vero segreto. Messier 77 (nota anche come NGC 1068) è una delle galassie attive più vicine a noi, uno degli oggetti più energetici e spettacolari dell’Universo. I nuclei delle galassie attive sono spesso tanto luminosi da sovrastare la luce dell’intera galassia che li ospita. Le galassie attive sono tra gli oggetti più luminosi dell’Universo ed emettono luce praticamente a tutte le lunghezze d’onda, dai raggi gamma e raggi X fino alle microonde e alle onde radio. Messier 77 in particolare è classificata come galassia di Seyfert di Tipo II, ed è caratterizzata dall’essere particolarmente brillante a lunghezze d’onda infrarosse.

La notevole luminosità è dovuta all’intensa radiazione prodotta dal motore centrale – il disco di accrescimento intorno al buco nero supermassiccio. La materia che cade verso il buco nero viene compressa e riscaldata fino a temperature incredibili, producendo così una radiazione molto energetica. Si pensa che il disco di accrescimento sia nascosto da una struttura a forma di ciambella formata da gas e polvere, il cosiddetto “toro”. Le osservazioni di Messier 77 nel 2003 con l’interferometro del VLT furono le prime a risolvere questa struttura (eso0319).

Questa immagine di Messier 77 è stata ottenuta usando dati presi in quattro bande di lunghezza d’onda, rappresentate dai colori blu, rosso, violetto e rosa (corrispondente alla banda della riga di emissione dell’idrogeno H-alfa). Ogni lunghezza d’onda evidenzia una diversa qualità: l’H-alfa rosata sottolinea la presenza di stelle giovani e calde che si stanno formando nei bracci a spirale, mentre il rosso descrive la strutture filamentose del gas che circonda Messier 77.  Filamenti rossi simili a questi si trovano anche in NGC 1275. Sono freddi, nonostante siano circondati da un gas molto caldo a circa 50 milioni di gradi, e sospesi in un campo magnetico che mantiene la loro struttura, mostrando come l’energia proveniente dal buco nero centrale venga trasferita nel gas circostante.

Una stella della Via Lattea, in primo piano, è visibile nei pressi del centro della galassia, identificabile dai raggi dovuti alla diffrazione. Inoltre si distinguono molte altre galassie distanti: visibili oltre ai confini dei bracci a spirale, appaiono minuscole e delicate, rispetto alla colossale galassia attiva.

I dintorni di M 77 (il batuffolino al centro dell'immagine) in questa magnifica immagine a largo campo ripresa dalla DSS (Digitized Sky Survey). Crediti: NASA/ESA, Digitized Sky Survey 2

A circa 47 milioni di anni luce da noi, nella costellazione della Balena, Messier 77 è una delle più lontane galassie contenute nel catalogo di Messier. Messier era convinto che l’oggetto brillante ed esteso che vedeva nel suo telescopio fosse un ammasso stellare, ma con il migliorare della tecnologia si riconobbe la vera natura della galassia. Di dimensione pari  a circa 100 000 anni luce, Messier 77 è anche una delle galassie più grandi del catalogo di Messier – così massiccia che la sua forza di gravità agisce sulle galassie vicine e le deforma (eso1707, questa immagine astronomica le mostra vicine, in un campo di vista di dimensione pari a quella della Luna, APOD).

L’immagine è stata ottenuta con lo strumento FORS2 (FOcal Reducer and low dispersion Spectrograph 2) montato sul telescopio UT1 (Antu) del VLT, all’Osservatorio dell’ESO al Paranal in Cile. Proviene dal programma Gemme Cosmiche dell’ESO, un’iniziativa di divulgazione che produce immagini di oggetti interessanti o anche semplicemente belli usando i telescopi dell’ESO a scopi di divugazione e istruzione.

Questa sequenza video porta lo spettatore nel cuore di una visione dettagliata della galassia attiva Messier 77, ottenuta con il VLT (Very Large Telescope) dell’ESO dal Cile settentrionale.
Crediti: ESO/Digitized Sky Survey 2

Eclissi di Sole, tra Suggestioni, Scienza e Storia

Coelum Astronomia 213 di luglio/agosto 2017 è online, come sempre in formato digitale e gratuito…
Semplicemente qui sotto, lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!

L’indirizzo email verrà utilizzato solo per informare delle prossime uscite della rivista.

La musica del Sole

0
In questa immagine la natura filamentosa del plasma solare, che connette regioni di differente polarità magnetica formando degli archi. Ripresa dal Telescopio Solare Hinode il 12 gennaio del 2007.

Nel corso dei secoli il Sole ha ispirato religioni, miti e leggende, e anche oggi il fascino esercitato dalla nostra stella madre non è diminuito.

E tutto questo anche grazie alla scienza: come nel caso degli studi condotti da un gruppo dell’Università di Birmingham, che da diversi anni analizza la “musica” che si propaga negli archi magnetici solari.

È così che gli scienziati hanno iniziato a paragonare la nostra stella a un complesso e affascinante strumento musicale, il cui suono si diffonde come quello prodotto dalle corde di una chitarra.

Il Sole agisce infatti come una cavità naturale in grado di catturare il suono generato dalle turbolenze che si verificano negli strati più esterni della zona convettiva.

Il Birmingham Solar-Oscillations Network (BiSON) a Las Campanas, Cile. Lo strumento, in montatura equatoriale, si trova all'interno di una piccola cupola. Credit: S.J. Hale/University of Birmingham/BiSON

Dal 1985, il team di Birmingham studia questo fenomeno grazie allo strumento BiSON (Birmingham Solar Oscillations Network, immagine a destra), analizzando l’andamento delle onde sonore della nostra stella.

Ora una nuova ricerca, presentata oggi al National Astronomy Meeting da Yvonne Elsworth della Scuola di fisica e astronomia di Birmingham, suggerisce che lo strato di Sole responsabile di questa “attività musicale” si sia assottigliato negli ultimi anni.

«Il Sole è molto simile a uno strumento musicale – spiega Elsworth – ma le sue note tipiche sono a una frequenza molto bassa, circa 100 mila volte più bassa del “do centrale”. Noi studiamo queste onde sonore utilizzando una tecnica chiamata eliosismologia, che ci permette di capire cosa sta succedendo all’interno del Sole».

I risultati, pubblicati su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, mostrano che la nostra stella sta attualmente attraversando un periodo di attività minima. Questo ha permesso ai ricercatori di utilizzare BiSON nel pieno delle sue potenzialità, per indagare le ragioni di tale anomalia.

In base ai dati raccolti, si è visto che l’interno del Sole è cambiato negli ultimi anni, e che questi cambiamenti persistono nel ciclo solare in corso attualmente.

«L’ultimo ciclo solare – spiega Elsworth – ha avuto un prolungato periodo di attività poco intensa. Sarà interessante capire se anche il picco minimo del ciclo in corso risulterà altrettanto esteso, o se tornerà invece alle condizioni passate».

Saranno quindi necessarie ulteriori osservazioni, ma già questi risultati mostrano che all’attuale periodo di quiete corrisponde un assottigliamento della distribuzione del campo magnetico solare. La musica del Sole sta dunque nascendo un po’ attenuata, come se provenisse da una chitarra con qualche corda in meno.


Eclissi di Sole, tra Suggestioni, Scienza e Storia

Coelum Astronomia 213 di luglio/agosto 2017 è online, come sempre in formato digitale e gratuito…
Semplicemente qui sotto, lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!

L’indirizzo email verrà utilizzato solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Due notti con Luna e Saturno tra Ofiuco e lo Scorpione

0
Nonostante la coppia formata da Luna e Saturno sia visibile fin dalla prima serata del 6 giugno, per fotografarla nella cornice del paesaggio converrà attendere l’ora indicata in cartina, quando la Luna quasi piena (fase 96%) e Saturno (m = +0,1) saranno attorno ai 10°. Questo sarà anche il momento di massimo avvicinamento, il pianeta disterà infatti soli 3° dal centro della Luna.
Nonostante la coppia formata da Luna e Saturno sia visibile fin dalla prima serata del 6 giugno, per fotografarla nella cornice del paesaggio converrà attendere l’ora indicata in cartina, quando la Luna quasi piena (fase 96%) e Saturno (m = +0,1) saranno attorno ai 10°. Questo sarà anche il momento di massimo avvicinamento, il pianeta disterà infatti soli 3° dal centro della Luna.

La notte tra il 5 e il 6 luglio, la Luna (fase 90%) e la stella Antares (alfa Scorpii; mag. +1,06) saranno le protagoniste di una congiunzione piuttosto larga: la separazione tra i due astri infatti sarà di quasi 9°. Nonostante questo, varrà comunque la pena di osservarla ad occhio nudo, e si potrà approfittare dell’occasione per effettuare riprese a grande campo inquadrando le costellazioni dello Scorpione e di Ofiuco, anche se la luminosità della Luna renderà più arduo il compito.

A circa 15° a est della coppia, un’ampia ripresa potrà essere impreziosita dalla presenza del pianeta Saturno (mag. +0,1).

La sera del 6 luglio invece, la Luna, allontanatasi da Antares, si avvicinerà a Saturno, appena il cielo si farà sufficientemente scuro: i due astri viaggeranno a circa 3° e mezzo di distanza tra loro per tutta la notte.

Potranno essere osservati già da dopo il tramonto del giorno 6, alti sull’orizzonte est-sudest e culmineranno al meridiano poco prima delle 23.

Per poterli riprendere, in inquadrature più strette e nella cornice del paesaggio, bisognerà fare le ore piccole… attendendo le ore 3:20 circa, quando la coppia sarà più bassa sull’orizzonte.

In queste due sere, non dimenticate però i consigli di Francesco Badalotti per l’osservazione, attraverso l’uso di uno strumento, delle formazioni lunari! Sono le sere adatte per imparare a riconoscere e conoscere l’Aristarchus Plateau.  ➜ La Luna di luglio e agosto. Alla scoperta di  Aristarchus Plateau

Le effemeridi giornaliere di Luna, Sole e pianeti le trovi nel Cielo di Luglio e Agosto

Leggi anche

La Luna mi va a pennello.
Se la fotografia non basta, Gian Paolo Graziato ci racconta come dipingere dei rigorosi paesaggi lunari, nei più piccoli dettagli… per poi lasciarsi andare alla fantasia e all’imaginazione!

Fotografare la Luna di Giorgia Hofer su Coelum Astronomia di novembre 2016.


Eclissi di Sole, tra suggestioni Storia e Scienza! Tutti consigli per l’osservazione del cielo di luglio e agosto su Coelum Astronomia 213

Leggilo subito qui sotto online, è gratuito!

Semplicemente lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!

L’indirizzo email verrà utilizzato solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Juno pronta per il suo prossimo target: la Grande Macchia Rossa di Giove

0
La Grande Macchia Rossa in un mosaico a colori reali costruito con le immagini della sonda Cassini, riprese il 29 dicembre del 2000, durante il più vicino approccio al pianeta gigante nel suo viaggio verso Saturno. Si trovava a una distanza di circa 10 milioni di chilometri. Credits: NASA/JPL/Space Science Institute

Proprio nel momento in cui stiamo pubblicando l’articolo, la missione Juno della  NASA festeggerà il suo primo anno in orbita attorno a Giove: il 4 luglio alle 16:30 sarà un anno esatto, e avrà percorso 114,5 milioni di chilometri attorno al pianeta.

Per festeggiare il suo primo anniversario, Juno volerà direttamente sopra quello che è probabilmente il marchio del gigante gassoso, l’iconica Grande Macchia Rossa, una enorme tempesta larga 16000 km. Sarà la prima volta che potremo vederla così da vicino, pur essendo forse la formazione più monitorata (è dal 1830 che la conocsciamo e la teniamo d’occhio, e probabilmente esiste da più di 350 anni) e più studiata dei pianeti dell’intero Sistema solare.

«La misteriosa Grande Macchia Rossa di Giove è probabilmente la formazione meglio conosciuta del pianeta» sottolinea Scott Bolton, principal investigator della missione. «Questa monumentale tempesta imperversa sul più grande pianeta del Sistema solare da secoli. Ora Juno, con i suoi strumenti scientifici in grado di penetrare il primo strato di nubi, ci permetterà di immergerci in essa per vedere quanto profonde sono le radici di questa tempesta, e ci aiuterà a capire come funziona e cosa la rende così speciale».

La raccolta di dati dalla Grande Macchia Rossa fa parte del sesto flyby scientifico di Juno sopra la turbolenta atmosfera del pianeta. Il perigiovio, il punto in cui l’orbita più si avvicina al centro del pianeta, sarà lunedì 10 luglio alle 15:55 ora italiana, in quel momento Juno si troverà circa 3.500 km sopra lo strato più esterno di nubi. 11 minuti e 33 secondi dopo, Juno avrà attraversato altri 39.771 km e si troverà esattamente sopra alle nuvole cremisi della Grande Macchia Rossa, a una distanza di circa 9000 km. Tutti gli otto strumenti, oltre all’imancabile sistema di imagin della JunoCam, saranno accesi durante il flyby.

“Il successo della raccolta di così tanti dati scientifici testimonia la dedizione, la creatività e l’abilità tecnica del team della missione Juno,” afferma Rick Nybakken, project manager per Juno dal Jet Propulsion Laboratory della NASA (Pasadena, California). «Ogni nuova orbita ci porta più vicini al cuore della cintura di radiazioni di Giove,  ma a questo punto la sonda ha superato la tempesta di elettroni che circonda Giove meglio di quanto avremmo mai potuto immaginare».

Juno è partita il 5 agosto del 2011, e durante la sua missione ha sorvolato a bassa quota la cima delle nuvole del pianeta, fino a quasi 3400 km di distanza. Durante i suoi flyby, cerca di penetrare l’opaca cortina di nubi con i suoi strumenti, e di studiare le aurore del pianeta per scoprire quanto più possibile sull’origine e la struttura della sua atmosfera e della sua magnetosfera.

Nei primi risultati ottenuti dall’analisi dei dati raccolti, Giove si è mostrato come un mondo turbolento, dall’intrigante e complessa struttura interna, dalle aurore polari altamente energetiche e con enormi cicloni polari. Per saperne di più, su Coelum Astronomia 213 (ora online in formato digitale e gratuito) “Un Giove tutto nuovo”, un’articolo di approfondimento che ripercorre, anche attraverso le magnifiche immagini elaborate dalla community della JunoCam, queste prime scoperte.

Risorse in rete

Le pagine dedicate alla missione nel sito NASA

Il sito della missione

Le pagine Facebook e Twitter per seguire Juno:
https://www.facebook.com/NASAJuno
https://www.twitter.com/NASAJuno


Eclissi di Sole, tra Suggestioni, Scienza e Storia

Coelum Astronomia 213 di luglio/agosto 2017 è online, come sempre in formato digitale e gratuito…
Semplicemente qui sotto, lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!

L’indirizzo email verrà utilizzato solo per informare delle prossime uscite della rivista.

La Luna di Luglio 2017 e una guida all’osservazione dell’Aristarchus Plateau

0
Le fasi della Luna in luglio, calcolate per le ore 00:00 in TMEC. La visione è diritta (Nord in alto, Est dell’osservatore a sinistra). Nella tavola sono riportate anche le massime librazioni topocentriche del mese, con il circoletto azzurro che indica la regione del bordo più favorita dalla librazione. Crediti: Coelum Astronomia CC-BY
Le fasi della Luna in luglio, calcolate per le ore 00:00 in TMEC. La visione è diritta (Nord in alto, Est dell’osservatore a sinistra). Nella tavola sono riportate anche le massime librazioni topocentriche del mese, con il circoletto azzurro che indica la regione del bordo più favorita dalla librazione. Crediti: Coelum Astronomia CC-BY

Considerato che la dinamica dei moti di Terra e Luna fa sì che il nostro caro satellite si renda disponibile in comodo orario serale limitatamente ai primi 9/10 giorni del mese, anche se la stagione estiva potrà spingere chi dispone di tempo e voglia a protrarre le proprie osservazioni nelle ore notturne, la prima e anche principale proposta per il bimestre luglio-agosto viene suddivisa nelle serate del 5 e 6 luglio quando – col nostro satellite in fase rispettivamente di 11,7 e 12,7 giorni ad altezze iniziali di 27° e 23° e Colongitudine fra 52° e 64° – dopo le ore 22 orienteremo il telescopio in direzione del settore nordoccidentale della Luna, avendo come obiettivo la grande struttura di origine vulcanica denominata Aristarchus Plateau che, proprio in quelle due serate, verrà a trovarsi in prossimità del terminatore. Segnaliamo che, per chi dovesse perdere l’occasione, che Aristarchus Plateau concederà volentieri un bis nella serata del 4 agosto dopo le ore 21:00 (e in generale tutte le volte che le stesse condizioni di illuminazione della Luna si ripresenteranno, come per tutti i nostri suggerimenti.

➜ Leggi Guida all’osservazione di Aristarchus Plateau

Come seconda proposta abbiamo scelto la sera del 10 luglio quando il punto di massima librazione coincidente col bordo lunare ovest ci consentirà di osservare le maggiori strutture situate nel settore est del mare Orientale.
Situato in gran parte nell’altro emisfero, è costituito da un enorme bacino da impatto di 900 km di diametro, circondato da due anelli montuosi concentrici (i monti Rook, anello  nterno, e i monti Cordillera, anello esterno) individuabili in favorevoli condizioni di librazione in prossimità del bordo lunare. È però doveroso precisare che le condizioni operative saranno alquanto proibitive, infatti la sera del 10 luglio la Luna sorgerà alle ore 21:53 ma dovremo attendere fin verso le ore 23 circa quando il nostro satellite si troverà a un’altezza iniziale di almeno +9° mentre a mezzanotte avrà superato +16° sopra l’orizzonte.

Per la terza proposta dovremo attendere fino all’ultima sera di luglio quando dopo le ore 21:30 (fase di 8,4 giorni; Colongitudine 9,8°) si troverà a +27,5° nel cielo sudoccidentale nella costellazione della Bilancia, decrescendo la propria altezza fino al suo tramonto, previsto per le primissime ore della notte successiva. Nel caso specifico andremo a osservare la Rupes Recta, nota anche come Straight Wall o Muro Dritto, una eccezionale struttura costituita da una faglia quasi rettilinea lunga 114 km con un dislivello di circa 300 metri, situata nell’angolo sudest del mare Nubium.

Approfondisci con la Luna di Luglio e Agosto
su Coelum Astronomia 213, è gratis!

Le effemeridi giornaliere di Luna, Sole e pianeti le trovi nel Cielo di Luglio e Agosto

Leggi anche

La Luna mi va a pennello.
Se la fotografia non basta, Gian Paolo Graziato ci racconta come dipingere dei rigorosi paesaggi lunari, nei più piccoli dettagli… per poi lasciarsi andare alla fantasia e all’imaginazione! Su Coelum Astronomia n.

Fotografare la Luna di Giorgia Hofer su Coelum Astronomia di novembre 2016.

Fotografare la Luce Cinerea della Luna di Giorgia Hofer su Coelum Astronomia di gennaio 2017.


Eclissi di Sole, tra suggestioni Storia e Scienza! Tutti consigli per l’osservazione del cielo di luglio e agosto su Coelum Astronomia 213

Leggilo subito qui sotto online, è gratuito!

Semplicemente lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!

L’indirizzo email verrà utilizzato solo per informare delle prossime uscite della rivista.

AstronomiAmo

0
LocandinaCoelum AstronomiAmo

LocandinaCoelum AstronomiAmo

6 luglio: Spettroscopia e formazione planetaria – Lorenzo Spina
8 luglio: Sotto il cielo di Arpino
28 luglio: AstronomiAmo On The Beach

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

There was an error while trying to send your request. Please try again.

Autorizzo Coelum Astronomia a contattarmi via e-mail utilizzando le informazioni che ho fornito in questo modulo sia per fini informativi (notizie e aggiornamenti) che per comunicarmi iniziative di marketing.