La NASA inizia a studiare una missione verso Urano e Nettuno

Urano e Nettuno sono gli unici due pianeti del Sistema solare a essere rimasti inesplorati fino ad oggi, se si esclude il fugace sorvolo da parte di Voyager 2 alla fine degli anni ’80. Ma ciò potrebbe cambiare nei prossimi decenni: ieri, la NASA ha ufficializzato la richiesta diretta al Jet Propulsion Laboratory (JPL) di progettare due sonde da meno entro di 2 miliardi di dollari l’una per esplorare i due giganti ghiacciati. Le sonde decollerebbero tra la fine degli anni ’20 e l’inizio degli anni ’30 di questo secolo, iniziando una traversata interplanetaria che durerebbe circa un decennio.
«Vogliamo identificare possibili piani di missione in una vasta gamma di costi – ha spiegato Jim Green della NASA al meeting dell’OPAG che si sta tenendo in questi giorni – Il nostro ostacolo principale è l’enorme costo necessario a raggiungere il sistema solare esterno».
Si tratta del primo, importante passo in avanti, almeno sotto il profilo burocratico, per assistere al lancio di una missione verso Urano e/o Nettuno prima del 2040. Tutti i piani di volo ritenuti economicamente fattibili e scientificamente validi verranno valutati nei primi anni ’20 dal National Research Council, che ogni dieci anni ha il compito di selezionare le destinazioni celesti di massima priorità per il decennio successivo.
La missione verso Urano e Nettuno apparterrebbe alla categoria Flagship – letteralmente “nave ammiraglia” – la punta di diamante dei programmi di esplorazione planetaria della NASA. La prossima missione Flagship è il rover marziano del 2020 (clicca qui per gli ultimi aggiornamenti), seguito da una missione verso Europa, una luna ghiacciata di Giove forse potenzialmente abitabile (clicca qui per gli ultimi aggiornamenti).
Marte ed Europa erano proprio le due destinazioni evidenziate dal National Research Council nel 2011. A causa della natura multi-miliardaria di queste missioni, l’esplorazione di Urano e Nettuno dovrà attendere fino al lancio della missione verso Europa (non prima del 2022) per registrare i primi, importanti progressi.
Un orbiter da inviare verso Urano proposto nel 2011.

Urano era già stato indicato come terza destinazione di interesse dopo Marte ed Europa, ma sarà necessaria una conferma dell’attenzione della comunità scientifica alla prossima riunione del National Research Council per convincere definitivamente la NASA dell’importanza di tale missione. E la concorrenza non renderà questo compito facile: molti ricercatori stanno spingendo per una missione verso Titano, una luna di Saturno caratterizzata da un ambiente forse prebiotico; un’altra missione per riportare sulla Terra i campioni raccolti dal rover marziano del 2020 e una missione verso la superficie di Venere, un paesaggio rimasto inesplorato dagli anni ’80.

«Sono sicuro che [la missione verso Urano e/o Nettuno] sopravviverà alla selezione decennale» ha commentato Green. La missione potrebbe anche servirsi del SLS, il razzo più potente mai progettato attualmente in costruzione presso la NASA (clicca qui per gli ultimi aggiornamenti). L’utilizzo di un SLS per lanciare la sonda potrebbe abbattere i tempi di volo e i possibili rischi, oltre ad allargare notevolmente i limiti di massa.