La chiave di questa curiosa vicenda sono le osservazioni radio della supernova SN2009bb compiute con le antenne del VLA (Very Large Array) di Socorro nel New Mexico. Da queste osservazioni è emersa la presenza di materiale espulso dalla supernova a velocità relativistiche, una situazione che, solitamente, si riscontra nelle supernovae associate a emissione di lampi gamma. Nel caso di SN2009bb, però, la radiazione gamma non è mai stata individuata.
“E’ pur vero – sottolinea Alicia Soderberg, ricercatrice dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics – che la rilevazione dei lampi gamma non è una caratteristica costante delle esplosioni di supernova, ma la possibilità di individuare simili eventi grazie a osservazioni radio è estremamente interessante”. Lo studio su SN2009bb, tra i cui autori figura anche la Soderberg, è stato pubblicato su Nature a fine gennaio.
Vi sono almeno un paio di ottimi motivi che possono spiegare la mancata rilevazione di emissione gamma. Il primo – e più banale – è legato alla geometria dell’evento. Poiché i lampi gamma vengono emessi in fasci molto collimati, se questi fasci non sono allineati con la Terra la loro individuazione ci sarà inesorabilmente preclusa. Una seconda e più intrigante possibilità è che la radiazione gamma venga in qualche modo “ammorbidita” quando prova ad abbandonare la stella, una situazione che metterebbe fuori gioco i satelliti gamma che solitamente ci permettono di individuare e riconoscere queste supernovae.
Essere riusciti a individuare che SN2009bb appartiene a questa particolare categoria di supernovae grazie allo studio della sua emissione radio ci offre dunque una possibile valida alternativa per il riconoscimento di questi eventi.