Mai nessuna sonda alimentata a pannelli solari si era avventurata così lontano dal Sole come la sonda americana Juno, in rotta verso Giove, che si è aggiudicata il primato alle 20 ora italiana di ieri, 13 gennaio 2015. La sonda si trova attualmente a 793 milioni di chilometri dalla nostra stella, avendo appena superato la massima distanza dal Sole raggiunta ad Ottobre 2012 dalla sonda Rosetta, che deteneva il record prima di Juno.
“L’essenza di Juno è spingere i limiti della tecnologia per aiutarci a risalire alle nostre origini,” spiega Scott Bolton dell’SwRI. “Useremo ogni tecnica conosciuta per penetrare attraverso le nubi di Giove e rivelare i segreti sull’origine del sistema solare. Mi sembra giusto che sia il Sole a permetterci di comprendere l’origine di Giove e degli altri pianeti.”
Decollata nel 2011, Juno è stata progettata per andare dove nessuna sonda a pannelli solari si era mai spinta. La sonda è alimentata da tre pannelli solari di silicio e arseniuro di gallio lunghi 9 metri l’uno, per un totale di 18698 celle solari e 24 metri quadri di superficie.
“Giove è cinque volte più lontano dal Sole della Terra, e la luce solare che lo bagna è 25 volte meno potente,” spiega Rick Nybakken della NASA. “Anche se i nostri massicci pannelli solari genereranno solo 500 W presso Giove, Juno è stata progettata per essere molto efficiente, e 500 W saranno più che sufficienti.”
Nella storia dell’esplorazione spaziale, solo altre otto sonde oltre a Juno – tutte alimentate a energia nucleare – si sono spinte fino all’altezza dell’orbita di Giove. Nel corso della sua missione di 16 mesi, la massima distanza di Juno dal Sole sarà di circa 832 milioni di chilometri.
“È bello avere già un record,” prosegue Bolton, “ma il meglio deve ancora venire. Ci stiamo avventurando così lontano per un motivo – comprendere il più grande mondo nel sistema solare e capire da dove veniamo.”
Juno raggiungerà Giove il 5 Luglio ora italiana, diventando la prima sonda a inserirsi in un’orbita polare attorno al gigante gassoso. La manovra di inserimento durerà poco più di mezz’ora e permetterà alla sonda statunitense di calarsi in un’orbita preliminare estremamente ellittica. Dopo una manovra di correzione, il 19 Ottobre Juno riaccenderà per l’ultima volta il suo motore principale, un Leros 1b, e si calerà nella prima delle sue 33 orbite scientifiche, passando a meno di 5000 chilometri dalle nubi di Giove ogni 14 giorni.
Nell’arco della sua missione, Juno studierà l’ambiente magnetico, il campo gravitazionale, la struttura interna, le aurore e l’atmosfera di Giove.