Il Very Large Telescope (VLT) dell’ESO ha intravisto una nebulosa eterea nascosta negli angoli più bui della costellazione di Orione (Il cacciatore), nota cone la sigla NGC 1788 e soprannominato il pipistrello cosmico.
NGC 1788 fu descritta per la prima volta dall’astronomo tedesco-britannico William Herschel, che la incluse nel Catalogo generale di nebulose e ammassi che, ventiquattro anni dopo, sarebbe stato ampliato da John Louis Emil Dreyer, diventando quella che oggi è tra le collezioni più significative di oggetti del cielo profondo: il New General Catalogue (NGC).
Si tratta di una nebulosa a riflessione e, come dice il nome, non emette luce ma è illuminata da un grappolo di giovani stelle al suo interno, visibili solo vagamente attraverso le nuvole di polvere. Gli strumenti scientifici hanno fatto molta strada da quando NGC 1788 è stata descritta per la prima volta, e questa immagine dal VLT ne è il ritratto più dettagliato mai ripreso fin0ra.
Una bella immagine di questa piccola e debole nebulosa era già stata catturata dal telescopio MPG / ESO da 2,2 metri all’osservatorio La Silla dell’ESO, ma questa nuova ripresa la supera nettamente. Come congelati in volo, i minimi dettagli delle ali polverose di questo pipistrello cosmico sono stati ripresi per festeggiare il ventesimo anniversario di uno degli strumenti più versatili di ESO, FORS2 (in inglese “FOcal Reducer and low dispersion Spectrograph 2”).
Anche se sembra isolata da altri oggetti cosmici, gli astronomi ritengono che sia stata modellata dai potenti venti stellari delle stelle massicce che si trovano al di là di essa. Questi flussi di plasma rovente vengono lanciati dall’atmosfera superiore di una stella a velocità incredibili, e in questo modo riescono a raggiungere eormi modellare le nuvole che nascondono le stelle nascenti del pipistrello cosmico.
FORS2 è uno strumento montato su Antu, uno dei telescopi unitari del VLT da 8,2 metri di diametro, presso l’Osservatorio di Paranal. La sua capacità di osservare grandi aree del cielo con dettagli eccezionali lo ha reso parte essenziale della flotta di strumenti scientifici più all’avanguardia di ESO. Fin dalla sua prima luce 20 anni fa, FORS2 è diventato noto come “il coltellino svizzero degli strumenti”. Questo appellativo deriva dal suo ampio set di funzioni: oltre a poter visualizzare con precisione ampie aree del cielo, FORS2 può anche misurare gli spettri di più oggetti nel cielo notturno e analizzare la polarizzazione della loro luce. I dati di FORS2 sono la base di oltre 100 studi scientifici pubblicati ogni anno, ma la versatilità di FORS2 va oltre gli usi puramente scientifici: la sua capacità di catturare immagini di alta qualità, come questa, lo rende uno strumento particolarmente utile per la divulgazione scientifica.
Questa immagine, infatti, è stata ripresa all’interno del programma Gemme Cosmiche dell’ESO, un’iniziativa di divulgazione che utilizza i telescopi dell’ESO per produrre immagini di oggetti interessanti, intriganti o visivamente attraenti per scopi educativi e di sensibilizzazione del pubblico. Il programma utilizza il tempo del telescopio che non può essere utilizzato per le osservazioni scientifiche e, con l’aiuto di FORS2, produce immagini mozzafiato di alcuni degli oggetti più sorprendenti nel cielo notturno, come questa intricata nebulosa a riflessione. Nel caso in cui i dati raccolti, poi, possano essere utili anche per futuri scopi scientifici, queste osservazioni vengono registrate e rese disponibili agli astronomi attraverso l’archivio scientifico dell’ESO.
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Coelum Astronomia di Marzo 2019
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