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Peccioli… e intorno l’Universo 2013 Un mese di iniziative dedicate alle stelle

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13.10, ore 17,00: “La Luna” di P. Piludo.

Per info: Associazione Astrofili Alta Valdera – cell. 3405915239
www.astrofilialtavaldera.com

La luna scomparsa di Nettuno

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Le orbite delle sette lune più interne di Nettuno, di diametro tra i 20 e i 400 km, sovrapposte all’immagine composita di osservazioni d’archivio Hubble. La luna “scomparsa” Naiade è indicata dal circoletto. Crediti: M. Showalter / SETI Institute

Naiade ritrovata in osservazioni Hubble

Le orbite delle sette lune più interne di Nettuno, di diametro tra i 20 e i 400 km, sovrapposte all’immagine composita di osservazioni d’archivio Hubble. La luna “scomparsa” Naiade è indicata dal circoletto. Crediti: M. Showalter / SETI Institute

Avevamo già apprezzato le sue doti di “minatore dei pixel” lo scorso luglio quando aveva annunciato la scoperta della quattordicesima luna di Nettuno, provvisoriamente denominata S/2004 N 1.

Dopo l’estrazione di quella preziosa pepita da una serie di osservazioni effettuate dal telescopio spaziale Hubble tra il 2004 e il 2009, Mark Showalter del SETI Institute a Mountain View, in California, ha ulteriormente raffinato i suoi setacci e ha ora messo a segno un altro colpaccio. Assieme a colleghi statunitensi ha infatti ritrovato la luna Naiade, osservata nel 1989 dalla sonda statunitense Voyager 2 e mai più avvistata in seguito.

La ri-scoperta di Naiade, la luna più interna di Nettuno, è stata possibile grazie a nuove tecniche di soppressione del bagliore proveniente dal pianeta applicate alla stessa serie di immagini d’archivio Hubble del sistema nettuniano.

Visto da Terra, Nettuno è oltre un milione di volte più luminoso rispetto a Naiade, che lo circumnaviga in sette ore alla brevissima distanza di 23.500 km. Questo spiega perché Naiade sia stato un bersaglio così elusivo per tutto questo tempo, nonostante misuri attorno ai 100 km di diametro, quindi ben più grande dell’ultima luna scoperta, S/2004 N 1, che ne misura solo una ventina ma ha un orbita molto più esterna.

La vera sorpresa è che Naiade sembra avere preso una sbandata. Facendo i conti, gli astronomi sono rimasti piuttosto perplessi dal fatto che la luna si trovi in una posizione orbitale molto avanzata rispetto a quanto invece era stato calcolato. Si può supporre che l’interazione gravitazionale con un’altra delle lune di Nettuno l’abbia fatta accelerare, ma il mistero potrà essere risolto solo con ulteriori osservazioni del sistema nel suo complesso.

L’orbita ristretta in cui si trova Naiade la sottopone a notevole forza mareale che presumibilmente porterà alla disgregazione della luna nel corso del tempo, dando magari origine ad un nuovo anello attorno a Nettuno. Oltre alle lune, il pianeta ospita infatti una famiglia di anelli, molto più deboli di quelli di Saturno, su alcuni dei quali sono presenti dei cosiddetti archi di anello, ovvero dei segmenti più densi, la cui origine rappresenta ancora un grattacapo per i ricercatori.

Proprio di questi misteriosi archi le nuove tecniche d’indagine di Showalter e colleghi hanno fornito un ritratto aggiornato, utile per confermare altre osservazioni effettuate con telescopi terrestri. Mentre le immagini del Voyager 2 permettevano di distinguere sull’anello denominato Adams una serie di almeno quattro archi ravvicinati, i due archi principali si sono affievoliti nel tempo e risultano completamente assenti nelle nuove elaborazioni delle immagini ottenute da Hubble nel dicembre 2004. I due archi rimanenti, visibili sulla destra di Nettuno, risultano invece sostanzialmente immodificati, benché presentino anche loro una tendenza al declino.

L’anello più esterno, Adams, mostra due segmenti distinti più chiari (archi). Le 26 osservazioni usate per comporre questa immagine sono state ottenute nel dicembre 2004 dallo High Resolution Channel della Advanced Camera for Surveys a bordo del telescopio spaziale Hubble. L’immagine centrale di Nettuno, occultata nelle osservazioni precedenti, è stata invece ripresa un mese più tardi.

Gli scienziati ritengono che questi addensamenti di pulviscolo possano crearsi e rimanere relativamente stabili per un certo periodo grazie a un effetto di confinamento gravitazionale prodotto della vicina luna Galatea. Tuttavia non sanno ancora spiegare perché gli archi d’anello non si dissolvano tutti nello stesso tempo. “In un decennio o due potremo vedere un anello senza archi” ha comunque pronosticato Showalter durante la presentazione del suo studio al Congresso annuale della AAS Division for Planetary Sciences. Al lavoro hanno partecipato Robert French del SETI Institute, Imke de Pater dell’Università della California e Jack Lissauer del NASA Ames Research Center.

Per saperne di più:

Planetario e Osservatorio Astronomico di Cà del Monte

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12.10: “A cavallo di Pegaso: alla scoperta della costellazione del destriero alato e del suo cielo”.

Se siete interessati ad una data non ancora pubblicata, info e prenotazioni: 327 7672984
osservatorio@osservatoriocadelmonte.it
www.osservatoriocadelmonte.it

Peccioli… e intorno l’Universo 2013 Un mese di iniziative dedicate alle stelle

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12.10, ore 16.00: “Astrotrack: ovvero… il
profondo cielo sempre in valigia” di A. Villa.

Per info: Associazione Astrofili Alta Valdera – cell. 3405915239
www.astrofilialtavaldera.com

Peccioli… e intorno l’Universo 2013 Un mese di iniziative dedicate alle stelle

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12.10, ore 16.00: “Astrotrack: ovvero… il
profondo cielo sempre in valigia” di A. Villa

Per info: Associazione Astrofili Alta Valdera – cell. 3405915239
www.astrofilialtavaldera.com

Peccioli… e intorno l’Universo 2013 Un mese di iniziative dedicate alle stelle

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12.10, ore 21.15: in occasione de “La Notte della Luna” (ingresso libero e gratuito).

Per info: Associazione Astrofili Alta Valdera – cell. 3405915239
www.astrofilialtavaldera.com

Peccioli… e intorno l’Universo 2013 Un mese di iniziative dedicate alle stelle

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12.10, ore 21.15: in occasione de “La Notte
della Luna” (ingresso libero e gratuito).

Per info: Associazione Astrofili Alta Valdera – cell. 3405915239
www.astrofilialtavaldera.com

ASTROINIZIATIVE UAI Unione Astrofili Italiani

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12.10 “MOONWATCH PARTY”. LA NOTTE DELLA LUNA INAF – UAI In occasione della International Observe the Moon Night (InOMN). Migliaia di postazioni osservative in decine di paesi di tutto il mondo allestite per osservare la Luna nella stessa serata. Il fantastico evento, già organizzato con successo nel 2010 e 2011, viene riproposto anche quest’anno. L’INAF e l’ UAI aderiscono all’iniziativa mondiale InOMN promuovendo il Moonwatch Party – La notte della Luna. Un’opportunità per le associazioni di astrofili per proporre osservazioni ed approfondimenti dedicati al nostro satellite naturale: la genesi e le caratteristiche fisiche, le missioni spaziali, la mitologia, la poesia, la musica e le diverse espressioni artistiche ispirate a Selene.

http://divulgazione.uai.it/index.php/Moonwatch
http://www.media.inaf.it/moonnight/
http://observethemoonnight.org/
www.uai.it

Congiunzione Marte – Regolo

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Il 15 ottobre Marte (mag. +1,6) tornerà ad avvicinare Regolo (+1,3) come fa periodicamente (come pure altri pianeti) per effetto della vicinanza della stella al piano dell’eclittica.

I due oggetti sorgeranno dall’orizzonte est-nordest verso le 3:00 del mattino, con il pianeta posizionato 58′ a nord della stella alfa del Leone e, alla fine della notte astronomica (ore 6:00), raggiungeranno un’altezza di +32° sufficiente per provare a riprendere la congiunzione includendo la debole galassia Leo I (20′ a nord di Regolo).

Gruppo Amici del Cielo

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11.10: “Origine e destino dell’Universo“ di D. Trezzi.

Per info e iscrizioni: didattica@amicidelcielo.it
www.amicidelcielo.it

ASTROINIZIATIVE UAI Unione Astrofili Italiani

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11-13.10 Meeting GAD 2013 Il Meeting GAD- Gruppo Astronomia Digitale – ospiterà i Meeting delle SdR Pianeti Extrasolari e Stelle Variabili.

http://www.astronomiadigitale.com/

Al Planetario di Ravenna

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11.10: Osservazione della volta stellata.

Per info: tel. 0544-62534 – E-mail info@arar.it
www.racine.ra.it/planet/index.html – www.arar.it

Unione Astrofili Bresciani Lumezzane (Brescia)

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11.10: ”Le ottiche dei telescopi”.

Per info: osservatorio@serafinozani.it
www.astrofilibresciani.it

La Spezia 11-12-13 ottobre 2013

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21° Convegno Nazionale del GAD
VI Meeting Pianeti Extrasolari
IX Meeting Stelle Variabili
(sezioni U.A.I. – Unione Astrofili Italiani)

Programma e Informazioni sul sito GAD:
www.astronomiadigitale.com

Peccioli… e intorno l’Universo 2013 Un mese di iniziative dedicate alle stelle

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11.10: “Le Comete: storia e scienza… aspettando la ISON!” a cura di Renato Dicati.

Per info: Associazione Astrofili Alta Valdera – cell. 3405915239
www.astrofilialtavaldera.com

Peccioli… e intorno l’Universo 2013 Un mese di iniziative dedicate alle stelle

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11.10: “Le Comete: storia e scienza… aspettando la ISON!” a cura di Renato Dicati.

Per info: Associazione Astrofili Alta Valdera – cell. 3405915239
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Gruppo Amici del Cielo Barzago

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11.10: “Origine e destino dell’Universo” di Davide
Trezzi (Verano).

Per info: didattica@amicidelcielo.it
www.amicidelcielo.it

Una terza stella nel sistema Fomalhaut

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È la 18esima stella più brillante visibile nel nostro cielo notturno e una delle poche stelle a possedere un esteso disco circumstellare di gas e polveri. È la stella principale della costellazione del Pesce Australe e dista dalla Terra circa 25 anni luce. Parliamo di Fomalhaut, al centro di una recente e interessante scoperta. Finora si è sempre pensato che Fomalhaut fosse una stella binaria, che si muove in coppia con la vicina stella TW Piscis Austrini, anche detta Fomalhaut B (da non confondere con Fomalhaut b, con la minuscola, che è invece un candidato esopianeta che sembra far parte del sistema). Adesso, alcuni ricercatori dell’Università di Rochester hanno dimostrato che in realtà si tratta di un sistema formato da tre stelle. In uno studio pubblicato su Astronomical Journal gli astronomi hanno provato che una stella vicina e molto più piccola è parte del sistema.

I ricercatori guidati da Eric Mamajel hanno dovuto lavorare non poco per trovare Fomalhaut C. “Ho notato questa terza stella circa due anni fa quando stavo studiando i movimenti delle stelle prossime a Fomalhaut per un’altra ricerca”, ha detto. “Ho dovuto comunque raccogliere ulteriori dati e unirli ad altre osservazioni per determinare le caratteristiche di questa stella”. Oltre a una serie di osservazioni mirate, gli studiosi hanno affermato che la scoperta è stata affidata anche al caso. Quella che fino al quel momento era conosciuta come LP 876-10 si è rivelata poi, grazie al semplice calcolo della parallasse, parte del sistema di Fomalhaut.

“Fomalhaut C appare piuttosto distante dalla stella più grande (Fomalhaut A) se si guarda nel cielo dalla Terra”, ha aggiunto Mamajek. Ci sono, infatti, circa 5,5 gradi tra le due stelle, ed è per questo che finora non era mai stato ipotizzato un legame fra le due. È molto probabile, inoltre, che le due stelle si muovano all’unisono. “Fomalhaut A è una stella di grande massa, due volte la massa del Sole, e quindi può esercitare abbastanza forza gravitazionale per tenere legata a sé questa piccola che pure è 158mila volte più distante da lei di quanto la Terra disti dal Sole”.

Molte delle osservazioni sono state realizzate grazie al telescopio SMARTS da 0,9 metri al Cerro Tololo in Cile. Ci sono altri 11 sitemi stellari multipli molto più vicini al Sole rispetto a Fomalhaut, come ad esempio Alpha Centauri, ma quello analizzato da Mamajek è il più grande e massiccio mai studiato finora.

Uno dei misteri che da sempre hanno affascinato gli studiosi di questo sistema stellare è il disco circumstellare di gas e polveri che lo circonda, molto simile a quello degli esopianeti. Nel 2006 Alice C. Quillen, collega di Mamajek, ha predetto l’esistenza di un pianeta nelle vicinanze di Fomalhaut, studiando i detriti nel disco e la sua orbita. Ma restano molti dubbi: Fomalhaut b, il pianete in questione, avrebbe infatti un’orbita molto eccentrica alla sua stella e anche i detriti non sembrano essere centrati rispetto a Fomalhaut A. Tutto questo, probabilmente, a causa dell’effetto delle orbite delle tre stelle.

Mentre Fomalhaut C è una nana rossa – il tipo più comune di stelle nell’universo – Fomalhaut B è una nana arancione di circa tre quarti la massa del nostro Sole. L’età del trio è di circa 440 milioni anni – circa un decimo dell’età del nostro sistema solare.

Per saperne di più:

Gruppo Amici del Cielo

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08.10: “Pratica di stazionamento del telescopio, puntamento degli oggetti celesti”.

Per info e iscrizioni: didattica@amicidelcielo.it
www.amicidelcielo.it

Al Planetario di Ravenna

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08.10: “Le grandi comete del passato” M. Berretti.

Per info: tel. 0544-62534 – E-mail info@arar.it
www.racine.ra.it/planet/index.html – www.arar.it

Mercurio, Saturno e una sottile falce di Luna

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La sera del 6 ottobre, poco dopo il tramonto (l’ora consigliata per l’osservazione è quella delle 19:00) una sottile falce di Luna avvicinerà Mercurio (mag. –0,1) e Saturno (+0,6) sull’orizzonte di sudovest, disegnando in cielo un triangolo di circa 5° di lato. La possibilità di riuscire a scorgerli, ovviamente con un binocolo, sarà legata alla limpidezza del cielo.

Due sere dopo, l’8 ottobre, la Luna raggiungerà Venere (–4,3), situata circa 18° più a est, avvicinandolo da nord (orientamento altazimutale) fino a una distanza angolare di 4 gradi.

ASTROINIZIATIVE UAI Unione Astrofili Italiani

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07.11: La Costellazione dei Pesci.

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Planetario e Osservatorio Astronomico di Cà del Monte

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06.10: ore 15.00: ”Il cielo di Ottobre” e osservazione del Sole.

Se siete interessati ad una data non ancora pubblicata, info e prenotazioni: 327 7672984
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I supervulcani di Marte

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Cratere Eden Patera su Marte
Cratere Eden Patera su Marte

La superficie di Marte sarebbe stata scolpita dalla cenere e dalla lava espulse, durante le prime fasi di vita del pianeta, da alcuni vulcani esplosivi giganti, simili a quelli che sulla Terra si trovano al di sotto al Parco Nazionale dei Yellowstone, o ai Campi Flegrei vicino a Napoli. In particolare, il cratere di uno di questi vulcani è stato individuato nell’area chiamata Arabia Terra, una regione nell’emisfero nord del Pianeta rosso  che finora non era ritenuta vulcanica.

Joseph Michalski e Jacob Bleacher del Natural History Museum, che hanno pubblicato oggi la loro ricerca su Nature, hanno raccolto dati da cui si evince che i crateri in quell’area di Marte sono il risultato di una grande e violenta eruzione vulcanica e conseguente collasso dell’edificio vulcanico. Secondo gli autori dello studio i materiali volatili espulsi dai diversi vulcani di questa zona potrebbero aver causato importanti cambiamenti climatici su Marte.

In particolare, i ricercatori hanno studiato  Eden Patera, il primo di una lunga serie di crateri irregolari della regione Arabia Terra, dove sono stati trovati grandi depositi di materiali la cui origine non è ancora stata confermata, anche se quella vulcanica è l’ipotesi più accreditata. In realtà, non sono mai state trovate prove evidenti dell’esistenza di vulcani soprattutto nella zona equatoriale, come li vediamo sulla Terra: il tempo e gli agenti atmosferici hanno ovviamente corroso gli edifici vulcanici e quello che resta oggi, soprattutto in questa regione, è un’enorme quantità di cenere e materiale di possibile origine vulcanica e molti crateri dalla forma spesso anche bizzarra. I due ricercatori hanno anche studiato i crateri Siloe Patera, Euphrates Patera, Ismenia Patera, Oxus Patera e Semeykin Crater.

Eden Patera somiglia ad un cratere da impatto, ma è più probabile che sia una complessa caldera vulcanica che si è formata dal collasso in seguito al ritiro del magma, forse dopo delle eruzioni esplosive.

Quando si parla di super vulcani o di vulcani giganti si deve pensare che questi possono espellere fino a 1000 chilometri cubici di materiali durante una sola eruzione, proprio come è avvenuto in passato a Yellowstone, con eruzioni ben diverse da quelle dell’Etna o dal Vesuvio. I crateri nei supervulcani si formano molto spesso a causa del collasso della caldera (il deposito sotterraneo di magma). E’ raro che si verifichi il lento accumularsi della lava sulle pareti esterne del camino che caratterizza le eruzioni “normali”.

“La scoperta delle strutture dei super vulcani cambia radicalmente i nostri studi sul vulcanismo di Marte”, ha detto Michalski. “Molti vulcani marziani sono facilmente riconoscibili dalla loro struttura a forma di scudo, simile a quella che si vede alle Hawaii. Sono delle formazioni abbastanza giovani e ci siamo sempre chiesti dove fossero ubicati i vulcani più antichi. E’ possibile che i primi vulcani fossero molto più esplosivi e abbiano formato strutture simili a quelle che vediamo ora in Arabia Terra”, ha aggiunto.

I ricercatori hanno ipotizzato che le prime fasi dell’evoluzione di Marte siano state caratterizzate proprio dalla presenza di molti vulcani giganti, soprattutto se si pensa che all’inizio la superficie di Marte doveva essere molto sottile e ciò avrebbe consentito al magma di salire più rapidamente, prima di rilasciare gas all’interno della crosta. Se altri studi futuri dovessero confermare queste ipotesi, cambierebbero radicalmente le teorie sul clima di Marte, su come si sia formata l’atmosfera e su quanto la superficie potesse essere abitabile.

ASTROINIZIATIVE UAI Unione Astrofili Italiani

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05.10 “RIACCENDIAMO LE STELLE” GIORNATA NAZIONALE DELL’INQUINAMENTO LUMINOSO La Commissione Inquinamento Luminoso UAI propone alle associazioni di organizzare eventi e conferenze locali per sensibilizzare ed informare l’opinione pubblica sul tema del deturpamento ambientale dovuto all’illuminazione selvaggia, sulle leggi regionali vigenti e su come, con pochi accorgimenti, sia possibile vedere meglio e a minor costo. Si invitano tutti gli astrofili ed i cittadini ad aderire alle iniziative proposte.

http://inquinamentoluminoso.uai.it/
www.uai.it

Planetario e Osservatorio Astronomico di Cà del Monte

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05.10: “Scienza-FantaScienza!”

Se siete interessati ad una data non ancora pubblicata, info e prenotazioni: 327 7672984
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Peccioli… e intorno l’Universo 2013 Un mese di iniziative dedicate alle stelle

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APERTURA STRAORDINARIA del Centro Astronomico G. Galilei di Libbiano il 5 ottobre dalle ore 21.00. Osservazione del cielo con i telescopi in dotazione presso la struttura (non è necessaria prenotazione).

Per info: Associazione Astrofili Alta Valdera – cell. 3405915239
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Peccioli… e intorno l’Universo 2013 Un mese di iniziative dedicate alle stelle

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APERTURA STRAORDINARIA del Centro Astronomico G. Galilei di Libbiano il 5 ottobre dalle ore 21.00. Osservazione del cielo con i telescopi in dotazione presso la struttura (non è necessaria prenotazione).

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CORSO A.R.A. 2014

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Il corso si articolerà su 11 lezioni settimanali, una visita alla meridiana di Santa Maria degli Angeli e una serata con lezione pratica per l’uso del telescopio presso l’Osservatorio Astronomico “Virginio Cesarini”. La lezioni si terranno il
giovedÏ, con cadenza settimanale, presso i locali siti in Via Carlo Emanuele I, 12a (una traversa di Viale Manzoni) a Roma. Il giorno 30 Gennaio 2014 ore 18:30 ci sarà la presentazione del Corso e la conferenza inaugurale.

Per ulteriori informazioni consultate il nostro sito
oppure chiamate al numero 339-7900809
(Fabio Anzellini).
www.ara.roma.it

ASTROINIZIATIVE UAI Unione Astrofili Italiani

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04.10: La Costellazione dell’Aquario.

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ASTROINIZIATIVE UAI Unione Astrofili Italiani

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05.10 “RIACCENDIAMO LE STELLE” GIORNATA NAZIONALE DELL’INQUINAMENTO LUMINOSO La Commissione Inquinamento Luminoso UAI propone alle associazioni di organizzare eventi e conferenze locali per sensibilizzare ed informare l’opinione pubblica sul tema del deturpamento ambientale dovuto all’illuminazione selvaggia, sulle leggi regionali vigenti e su come, con pochi accorgimenti,sia possibile vedere meglio e a minor costo. Si invitano tutti gli astrofili ed i cittadini ad aderire alle iniziative proposte.

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XI EDIZIONE BERGAMO SCIENZA 4/20 OTTOBRE

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Per 16 giorni la città e la provincia di Bergamo saranno animate da laboratori, conferenze, spettacoli, incontri volti a promuovere la conoscenza scientifica. Novità di quest’anno è il sodalizio con il World Science Festival di New York; il suo co-fondatore e direttore, il fisico Brian Greene, sarà protagonista di uno degli incontri in programma sabato 5 ottobre. La manifestazione sarà inaugurata venerdì 4 ottobre dal concerto-conferenza Planetario. Un vero e proprio esperimento musicale-scientifico inedito elaborato dai Deproducers. Tra i vari appuntamenti (calendario completo sul sito) segnaliamo il 5 ottobre l’incontro Viaggio al centro della Luna con Maria Zuber, capo del Dipartimento di Scienze della Terra, atmosferiche e planetarie del MIT e ricercatore principale della missione della NASA GRAIL che, con sonde spaziali gemelle, sta mappando l’interno della Luna, dalla superficie al nucleo. A seguire, dedicata alle imprese spaziali, In viaggio con la cometa, una tavola rotonda con Marcello Coradini (ESA European Space Agency), Enrico Flamini (ASI Agenzia Spaziale Italiana) e Karen McBride (NASA). Infine, domenica 20 ottobre, nella giornata tematica Nutriamoci di Scienza dedicata all’alimentazione, saranno ospiti l’astronauta Samantha Cristoforetti e l’astrofisica Simonetta Di Pippo, che descriveranno l’alimentazione e il cibo che si utilizza nello spazio. Gli eventi di BergamoScienza porteranno i visitatori nei luoghi più belli di Città Alta e Città Bassa, tra teatri, piazze, palazzi storici, chiese, chiostri e musei.

Tutte le iniziative sono gratuite e aperte al pubblico fino ad esaurimento posti.
E-mail prenotazioni.privati@bergamoscienza.it
Calendario completo degli eventi su >>> www.bergamoscienza.it

Giove incontra Wasat

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La mattina del 4 ottobre, poco dopo la mezzanotte, Giove (mag. –2,2) sorgerà dall’orizzonte est-nordest nascondendo nella sua areola luminosa un oggetto più debole, ovvero la stella Wasat o delta Geminorum (m = +3,5; famosa anche perché nei suoi pressi venne trovato Plutone nel 1930).

Verso l’1:30, i due oggetti, distanti tra loro poco più di 7′, saranno abbastanza alti (circa +12°) da poter essere osservati con un binocolo o un piccolo telescopio (pannello di destra).

Lo spettacolo, con lievi differenze, si riproporrà anche la mattina del 5 ottobre.

N.B. Nella figura il disco di Giove è ingrandito di due volte rispetto alle reali dimensioni apparenti. L’orientamento è altazimutale.

Per la NASA compleanno tra pochi intimi

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La control room della ISS, una delle poche strutture NASA che funzionano regolarmente dopo lo shutdown
La control room della ISS, una delle poche strutture NASA che funzionano regolarmente dopo lo shutdown

Compleanno amaro per la National Aeronautics and Space Administration. Nel giorno in cui l’agenzia spaziale statunitense compie 55 anni di attività (aprì ufficialmente i battenti il 1 ottobre del 1958), circa il 97 per cento dei suoi oltre 18mila dipendenti restano a casa, bloccati (si spera per poco) dallo shutdown, l’interruzione dei finanziamenti per la macchina governativa americana causata dallo stallo nelle trattative tra Democratici e Repubblicani al Congresso USA. In assenza di un compromesso sul rifinanziamento del debito pubblico (che i Repubblicani hanno cercato in ogni modo di usare come moneta di scambio per bloccare la riforma sanitaria di Obama, scontrandosi però col muro del partito del Presidente che ha la maggioranza al Senato), alla NASA come in tutte le agenzie governative del Paese sono state bloccate da stamattina tutte le attività “non essenziali”. Nel caso dell’agenzia spaziale, da oggi si fermano praticamente tutti i dipendenti tranne quelli che lavorano sulle attività della Stazione Spaziale Internazionale, e solo perché la vita degli astronauti dipende dal funzionamento a pieno regime del controllo da Terra.

Difficile al momento fare previsioni. La situazione tornerà alla normalità solo quando Repubblicani e Democratici troveranno un accordo sul budget per il nuovo anno fiscale, accordo che al momento sembra lontano. Fa un po’ effetto, in questa situazione surreale, vedere come la NASA proprio oggi celebri sul suo sito web il proprio 55esimo compleanno. Lo fa con una sorta di “lista della spesa” che elenca gli obiettivi raggiunti in questi 55 anni. Difficilmente nel 1958 si sarebbe potuto immaginare di meglio. Nell’ordine, 12 astronauti sulla Luna; 4 rover e 4 lander su Marte; una sonda nello spazio interstellare (è Voyager 1, per la cronaca); più di 12 anni di presenza umana sulla ISS; 30 anni di voli dello Shuttle; 1800 brevetti per innovazioni destinate a future missioni o all’utilizzo sulla Terra; 16 satelliti che osservano il nostro pianeta; 7 sonde che studiano il Sole; 20 modelli sperimentali di aerei, e molto altro.

Quanto alla lista delle cose ancora da fare (ma su cui la NASA sta lavorando da tempo), è decisamente appetitosa: più occasioni di accesso all’orbita bassa per i privati; un nuovo vettore e una nuova navicella che raccolga l’eredità dello Shuttle e arrivi molto più lontano; la cattura di un asteroide per portarlo vicino alla Terra e studiarlo; l’invio di esseri umani su Marte entro il 2030; il lancio del James Webb Space Telescope; l’invio di nuove sonde su Marte, Giove, Plutone. Programmi ambiziosi, anche se già colpiti dalle sforbiciate al budget degli ultimi anni. E che avranno bisogno di una macchina oliata e che funzioni a pieno regime: non certo quella con cui la NASA si trova a fare i conti oggi.

Aggiornamento:

A causa dello shutdown, anche il sito web della NASA a una cui pagina faceva riferimento questo articolo al momento non è accessibile.

Asteroidi – Nemesis con Nysa, e Bamberga ci saluta

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asteroidi
In ottobre, Bamberga completerà la sua spettacolare opposizione mantenendosi ancora molto luminoso (mag. +8/+9) mentre si muoverà lungo un'elegante traiettoria che lo porterà a invertire il moto proprio sull'angolo nordovest della Balena, al confine con Pegaso. La notte tra il 4 e il 5 novembre sarà facilmente rintracciabile con un binocolo anche da un profano in quanto si troverà circa 3 primi a ovest della brillante stella ro Pegasi, di mag. +4,9.

Siete poi riusciti a seguire il volo di Bamberga?

Come sicuramente ricorderete, lo scorso 13 settembre il 14° più grande asteroide della Fascia è arrivato a brillare di una storica magnitudine +8,1 e cinque giorni dopo ha raggiunto una distanza dalla Terra di sole 0,81 UA. Bamberga, l’abbiamo ripetuto più volte negli ultimi due numeri, è un asteroide dall’orbita molto elongata che si avvicina alla Terra ad intervalli regolarissimi di 22 anni; ogni volta salutando così una nuova generazione di osservatori. E si potrebbe pensare anche a una piccola Nemesi, la presunta stella compagna del Sole, che con i suoi periodici e profondi avvicinamenti si ipotizzava un tempo potesse provocare piogge di meteoriti sul nostro pianeta…

L’altro oggetto che vi propongo di seguire in ottobre si chiama (128) Nemesis (e così adesso avrete anche capito il perché di quella penosa forzatura del confronto tra Bamberga e Nemesis, la “compagna del Sole”…), un pianetino di cui non abbiamo mai parlato prima se non per segnalare qualche sua opposizione nelle pagine degli eventi. E se non vi sembra abbastanza, ci metto anche (44) Nysa, che in ottobre farà compagnia a Nemesis durante il suo percorso nella Balena, arrivando anch’esso all’opposizione, il giorno 3.

Leggi tutti i dettagli e i consigli per l’osservazione, nell’articolo tratto dalla Rubrica Asteroidi di Talib Kadori presente a pagina 66 di Coelum n.174.

Il Cielo Sepolto – Vedere la Gru volare dalla Val D’Aosta. Possibile?

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Il Cielo Sepolto
Ecco come apparirebbe la costellazione della Gru durante il passaggio al meridiano in una località alla latitudine di Napoli. Le due stelle principali sarebbero alte solo +2,5° e probabilmente risulterebbero inosservabili (per la foschia o l’inquinamento luminoso) per la maggior parte delle serate. Nelle notti appena serene dovrebbe però bastare un binocolo per coglierle durante la loro fugace visita nel nostro cielo. Più alta (+12°) la stella gamma, visibile abbastanza facilmente da ogni regione d’Italia. Bella anche delta Gruis, doppia larga (16’) di color giallo.

In tutta sincerità, qualcuno di voi potrebbe affermare di avere mai osservato dall’Italia stelle o oggetti deep-sky nella costellazione della Gru?

Se la risposta è sì, siete probabilmente dei bugiardi o abitate regioni parecchio a sud nello stivale… Basta infatti dare un’occhiata alla declinazione media di questa piccola costellazione (solo 366° di superficie, la 45a in classifica) per accorgersi di come a Firenze, ad esempio, la sua stella più luminosa sia completamente “sepolta” e inosservabile, mentre a Palermo riesca ad arrivare ad appena +5° di altezza.

Tutto inutile, dunque? Niente affatto, ma cerchiamo prima di definire meglio la questione. La Gru (Grus, in latino) è una piccola ma molto appariscente costellazione dei cieli australi, posta immediatamente a sud della brillante Fomalhaut (mag. +1,2), la stella alfa del Pesce Australe che alla latitudine di Roma si alza sopra l’orizzonte di quasi +20° ed è quindi un ottimo punto di riferimento sempre presente.

Per approfondire leggi tutti i dettagli e i consigli per l’osservazione, nell’articolo tratto dalla Rubrica Il Cielo Sepolto di Piero Mazza presente a pagina 52 di Coelum n. 174.

Il Cuore e l’Anima – DUE NEBULOSE FANTASMA IN CASSIOPEA

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Nel Cielo
La cartina del mese abbraccia la parte orientale della costellazione di Cassiopeia e segnala la posizione delle nubi di idrogeno IC 1805 e IC 1848, oggetti straordinariamente belli nelle fotografie a lunga posa, famosi per i loro nomignoli “new age”, ma ai limiti dell’impossibile per ciò che riguarda le osservazioni visuali.

Ci si potrebbe scrivere un libro, sui “popular names” degli oggetti deep-sky. La maggior parte di essi ha un significato ovvio, suggerito quasi sempre da una forma che richiama qualcosa che ci è familiare; per altri nomi invece l’origine è abbastanza misteriosa – se non incomprensibile – provenendo di solito da una cultura, quella anglosassone, con tradizioni e riferimenti diversi dalla nostra. Per alcuni si prova un’immediata simpatia, per altri meno. Di quest’ultima categoria fanno parte, almeno a nostro parere, due belle nebulose che campeggiano appena alla sinistra della “W” di Cassiopea, e che per un eccesso di retorica gli anglosassoni hanno voluto associare al binomio Heart and Soul (Cuore e Anima), tanto da trasformare due rispettabili oggetti celesti in una diffusa “Carol” che in america ci si scambia per San Valentino…

Le due nebulose però sono splendide e meritano davvero una visita, anche se nel visuale ci si dovrà accontentare di rincorrere i particolari più luminosi, essendo la visione del quadro d’insieme riservata ai soli astrofotografi.

NGC 6934, sotto la coda del delfino – Nel tratto di cielo a metà strada tra eta Persei ed epsilon Cassiopeiae si distende assolutamente invisibile ad occhio nudo un enorme complesso di formazione stellare, ovvero una nuvola di idrogeno che, distante da noi circa 7000 anni luce, mostra le sue parti più dense e luminose in corrispondenza con le due nebulose ad emissione di cui vogliamo parlare questo mese.

Per approfondire leggi tutti i dettagli e i consigli per l’osservazione, i cenni storici,  le immagini e le mappe dettagliate, nell’articolo tratto dalla Rubrica Nel Cielo di Salvatore Albano presente a pagina 50 di Coelum n. 174.

Inaugurato il Sardinia Radio Telescope

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“Un successo frutto dell’eccellenza espressa dall’Istituto Nazionale di Astrofisica e dall’Agenzia Spaziale Italiana con il prezioso sostegno del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca scientifica e della Regione Sardegna”. Sono queste le parole contenute nel messaggio inviato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al Presidente dell’INAF Giovanni Bignami in occasione dell’inaugurazione del super telescopio SRT, avvenuta il 30 settembre scorso, in località Pranu Sanguini, nel comune di San Basilio, in provincia di Cagliari.

Alla cerimonia hanno preso parte oltre al sottosegretario del MIUR, Marco Rossi Doria, anche il Presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci e in rappresentanza di ASI, il Chief scientist Enrico Flamini.

Ideato per applicazioni di radioastronomia, geodinamica e scienze spaziali, il Sardinia Radio Telescope (SRT)  vanta numeri da record: è dotato di uno specchio primario di 64 metri, con diverse posizioni focali e una copertura di frequenza da 0,3 a 100 GHz.

L’impianto è stato finanziato principalmente dal MIUR, dall’ASI e dalla Regione Sardegna e sarà utilizzato sia per studiare le sorgenti radio dell’Universo sia per operare come stazione ricevente di Terra per le sonde interplanetarie. Il progetto SRT si inquadra in un ampio programma di sviluppo scientifico, tecnologico e di alta formazione in Sardegna e si configura come una facility internazionale di altissimo profilo.

Il difficile e spettacolare assemblaggio dello strumento è stato completato in loco nel 2011. Dopo il collaudo meccanico, il radiotelescopio ha visto la prima luce l’8 agosto del 2012, quando è stato puntato in direzione della radiosorgente Hydra A e successivamente verso una magnetar situata nel centro della Via Lattea, di cui ha registrato il segnale in alta qualità. Nei prossimi anni, con SRT, i ricercatori si aspettano di effettuare importanti scoperte sulla natura e l’origine dell’universo.

L’ASI, che fornisce gli equipaggiamenti di telecomunicazioni da integrare nel sistema e potrà utilizzare il 20% del tempo antenna per propri scopi, ha contribuito al programma con una quota di circa il 25% del costo complessivo. In futuro ASI contribuirà ulteriormente allo sviluppo degli apparati di telecomunicazioni e per il controllo delle sonde interplanetarie.

» Il sito istituzionale di SRT

» Guarda il videoservizio ASI

Il Cielo del Mese – Il Cielo di Ottobre

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Aspetto del cielo per una località posta a Lat. 42°N - Long. 12°E. La cartina mostra l’aspetto del cielo alle ore (TMEC) del: 1 ottobre alle 22:00; 15 ottobre alle 21:00; 30 ottobre alle 19:00

Verso le 21:00 di metà ottobre, il cielo notturno apparirà ancora popolato da molte costellazioni caratteristiche della stagione estiva, la maggior parte delle quali, specie quelle più alte e orientali, rimarranno visibili ancora per parecchie ore prima di tramontare. All’inizio della notte astronomica, infatti, il “Triangolo estivo” sarà ancora alto nel cielo, anche se in procinto di cedere la regione zenitale al grande quadrato di Pegaso.
Boote ed Ercole saranno già al tramonto, mentre a nordest si potrà seguire l’ascesa della coppia Perseo-Cassiopea e il sorgere della brillantissima Capella con l’Auriga, seguite già dalle luci del Toro che, assieme alle Pleiadi, rappresentano le avanguardie del cielo invernale. Scenario che si completerà con il sorgere di Orione e dei Gemelli nella seconda parte della notte. Sull’orizzonte nord, l’asterismo del Grande Carro si troverà al punto più basso del suo percorso giornaliero.

Ora Solare

È da ricordare, per il corretto uso delle effemeridi, che alle ore 3:00 di domenica 27 ottobre finirà il periodo dell’ora estiva (TU+2) e bisognerà portare indietro le lancette degli orologi alle ore 2:00.
Si ritornerà così all’ora solare invernale (TU+1).

Effemeridi del mese della Luna e di Sole e pianeti

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