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Un passo verso la Luna: Artemis 1 pronto al decollo

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Tutto pronto per il lancio della prima missione Artemis,
con l’obiettivo di riportare nei prossimi anni
l’uomo
sulla Luna!

Artemis 1 è la prima di una serie di missioni con lo scopo di riportare l’uomo sulla Luna in modo permanente, iniziando un nuovo ciclo di esplorazione lunare dopo le famose missioni Apollo. Non a caso Artemis prende il nome di Artemide, sorella di Apollo e personificazione della Luna crescente.
Questo primo lancio sarà un importante test per verificare il funzionamento della strumentazione di bordo e della capsula Orion, oltre alla raccolta dati di alcuni esperimenti in orbita.
Le aspettative sono altissime: il primo passo per riportare degli astronauti sul nostro satellite sta per essere compiuto.

A bordo del veicolo spaziale

L’enorme Space Launch System (Sls) di 98 metri è il razzo più potente mai costruito fino a questo momento dalla Nasa, con lo scopo di portare in orbita la capsula Orion.
Artemis I traccia una linea importante negli obiettivi a lungo termine della NASA per l’esplorazione spaziale, aprendo la strada ai primi passi sul suolo lunare alla prima donna e alla prima persona di colore sulla Luna entro il 2025, all’esplorazione della superficie del nostro satellite, gettando le basi per viaggi verso mete più complesse come Marte.
Per questo motivo il razzo spaziale è progettato per portare in orbita enormi carichi.

Space Launch System della missione Artemis 1.
Credits NASA

In questo primo test nella capsula Orion saranno presenti dei passeggeri: per i primi astronauti umani dovremo aspettare ancora perché in questo caso a bordo ci saranno 3 manichini! La loro presenza è tuttavia fondamentale per il monitoraggio di alcuni parametri  da valutare per le missioni future.
Dati relativi a radiazioni, vibrazioni ed accelerazioni raccolti tramite sensori integrati sono una risorsa essenziale per la sicurezza in volo degli astronauti. Un esempio rilevante è dato dal corpo femminile, più soggetto alle radiazioni rispetto a quello maschile: non è un caso che due dei tre manichini siano busti umani femminili.

Studiare l’effetto delle radiazioni è utile per gli effetti sugli esseri umani ma in generale anche per le altre forme di vita. A bordo dello Space Launch System sono presenti 10 mini satelliti Cubesat. In particolare uno di questi, BioSentinel, trasporta cellule di lievito: il satellite, separandosi dalla capsula Orion per dirigersi verso il Sole, raccoglierà più dati possibili sull’influenza delle radiazioni sulle cellule in analisi.

Le fasi di volo

Il decollo è previsto alle ore 14.30 circa presso il complesso di lancio 39B del Kennedy Space Center di Cape Canaveral, lo stesso delle missioni Apollo. Block 1 è il nome della configurazione di SLS, composto da due razzi a combustibile solido in grado di sprigionare la potenza necessario per il decollo, insieme al core stage composto da quattro propulsori. All’altezza di 160 km la capsula Orion verrà sganciata dal sistema Block 1 e utilizzerà il secondo stadio dell’Sls per percorrere i 385 mila chilometri di distanza verso la Luna.

Abbandonata l’orbita terrestre Orion compirà una serie di voli ravvicinati (flyby) non soltanto per testare la strumentazioni di bordo ma anche per verificare il sistema di comunicazioni con il nostro pianeta. La durata della missione prevista è di 42 giorni prima dello splashdown sulla Terra e il recupero dei manichini all’interno della capsula.

Cosa riserva il futuro

Tre sono al momento le missioni finanziate dalla Nasa in collaborazione con l’agenzia spaziale europea, canadese e giapponese. Artemis 2 in programma per il 2024 prevede la presenza di astronauti a bordo di Orion che non atterreranno sulla Luna ma orbiteranno intorno ad essa. L’allunaggio è previsto con Artemis 3 in uno dei 13 siti candidati recentemente annunciati dalla Nasa. L’Esa parteciperà alla missione con 3 astronauti che verranno scelti dai 7 dell’attuale equipaggio, di cui fa parte anche Samantha Cristoforetti. Nelle due settimane previste sul suolo lunare, oltre al campionamento del ghiaccio presente e ad una serie di esperimenti e osservazioni, è prevista l’installazione di alcune apparecchiature aggiuntive, tra cui un rover controllabile a distanza.

Siti candidati per l’allunaggio.
Credit: Nasa.

 

Tutto pronto per la diretta!

ATTENZIONE: COUNTDOWN SOSPESO PER UN PROBLEMA TECNICO AL MOTORE. LANCIO SLITTATO AL 02 SETTEMBRE

Luna di Settembre 2022

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Settembre regala le ultime nottate estive prima dell’inizio dell’autunno. Scopriamo insieme la Luna del mese!

Chiuso lo scorso mese di Agosto col Novilunio del giorno 27 prosegue la fase di Luna crescente, portando il nostro satellite nelle migliori condizioni osservative che culmineranno col Primo Quarto del 3 Settembre alle ore 20:08.
Fin dall’inizio di questo nuovo mese gli appassionati di osservazioni lunari avranno l’occasione di puntare i loro strumenti verso la Luna.

Nel caso specifico, all’ora indicata, il nostro satellite si troverà ad un’altezza iniziale di +20° rendendosi visibile nel cielo di sudovest fino alle ore 23:22, quando scenderà sotto l’orizzonte.
Nonostante quanto scritto finora in merito alle innumerevoli strutture superficiali osservabili in Primo Quarto vorrei ora tornare alla precedente serata, il 2 Settembre, con la Luna in fase di 6.4 giorni.
Focalizziamo l’attenzione sull’area del mare Nectaris, una regione relativamente pianeggiante con superficie di 100.000 kmq (diametro 360 km circa) la cui origine viene ricondotta al periodo geologico Nectariano collocato a 3,9 miliardi di anni fa e situata nel settore sudorientale lunare.

Mare Nectaris. Credit: Francesco Badalotti
Mare Nectaris

Sovrapponiamo ora l’immagine telescopica del mare Nectaris ad una porzione del globo terrestre di Google Earth centrata sulla città di Milano ed avremo una ulteriore conferma di come possa variare la percezione delle effettive dimensioni di una qualsiasi struttura lunare rispetto ad una corrispondente area situata sul nostro pianeta.
Come è possibile constatare dalle immagini, la zona occupata dal mare Nectaris sarebbe delimitata da una circonferenza estesa dal Gruppo del Monte Bianco alle città di Cuneo, La Spezia, Modena/Bologna, Vicenza, Trento, Vaduz e il Lago di Lucerna in Svizzera.

Ma, visto che siamo in argomento, si potrebbe anche ipotizzare di sovrapporre i tre spettacolari crateri Theophilus, Cyrillus, Catharina (lato ovest di Nectaris) sulla porzione centrale della Pianura Padana.
Constatiamo come quei tre crateri così ravvicinati tra loro e minuti nell’oculare di un telescopio, nonostante i loro diametri intorno ai 100 km, si estendano teoricamente su un’area corrispondente a gran parte del Catino Padano, dalla città di Asti fino alla costa Adriatica (Delta del Po) o da Livorno fino all’Alta Valtellina.
Per non parlare poi del singolo cratere Theophilus (diametro 104 km) la cui sovrapposizione centrata sulla città di Milano andrebbe ad interessare una circonferenza estesa a buona parte della Lombardia: uno spettacolo grandioso con le sue pareti che si innalzano fino ai 4400 mt circa.
In ogni caso la regione del mare Nectaris si rivelerà senz’altro molto interessante anche in relazione ai due o più anelli concentrici facilmente individuabili ancora oggi, di cui il più evidente è costituito dalla ripida, spettacolare ed imponente scarpata della Rupes Altai estesa per circa 500 km ed alta intorno ai 1000/1500 mt.
Tali strutture concentriche, di cui l’anello più esterno corre dal cratere Piccolomini fino alla confluenza del Sinus Asperitatis nel sud del mare Tranquillitatis, devono la loro formazione alla propagazione delle onde d’urto in seguito agli sconvolgimenti all’origine del bacino di Nectaris verificatisi circa 3,9 miliardi di anni fa nel periodo geologico Nectariano.

Luna in Plenilunio

Proseguendo nella fase di Luna crescente, alle ore 11:59 del 10 Settembre il nostro satellite sarà in Plenilunio ma a -53° sotto l’orizzonte, alla distanza di 374246 km dal nostro pianeta e con diametro apparente di 31,93’. Per eventuali osservazioni col telescopio basterà attendere la medesima serata del 10 Settembre quando alle ore 19:56 sorgerà il disco della Luna Piena contestualmente al tramonto del Sole, rendendosi pertanto a nostra disposizione fino all’alba del mattino seguente, quando cederà il posto all’astro del giorno.

Questo Plenilunio potrà costituire una buona occasione per effettuare alcune interessanti osservazioni. Infatti il punto di massima Librazione si troverà in prossimità dell’area fra il cratere Endymion ed il mare Humboldtianum con la concreta possibilità di individuare strutture crateriformi la cui visibilità è in stretta relazione con le Librazioni.
Inoltre, ma in posizione diametralmente opposta, lo spettacolare e fotogenico quartetto composto dai crateri ravvicinati Schickard (233 km), Nasmyth (80 km), Phocylides (117 km), Wargentin (87 km), quest’ultimo con l’interessante peculiarità di una platea ricolma di materiale lavico e notevolmente rialzata, fin quasi alla sommità delle sue pareti le quali emergono solamente per circa 300 mt.

Ripartita la fase calante, alle ore 23:52 del 17 Settembre sarà in Ultimo Quarto dopo essere sorta alle ore 23:16 rendendosi pertanto visibile fino all’alba del mattino seguente. Nonostante non coincida col punto di massima Librazione, potrà rivelarsi molto interessante l’osservazione della più estesa struttura crateriforme esistente sull’emisfero lunare rivolto verso la Terra. Si tratta di Bailly, una immensa formazione geologica proveniente dal periodo Nectariano (3,9 miliardi di anni fa) di 311 km di diametro e situata in prossimità del bordo lunare sud-sudovest al confine con l’altro emisfero.
All’osservazione telescopica sarà possibile individuare una notevole quantità di crateri di ogni dimensione letteralmente sovrapposti sia sulle sue pareti che sul fondo di questa vastissima struttura, segno inequivocabile dell’intenso bombardamento meteoritico verificatosi in epoche remotissime.

Ormai destinato a sprofondare sempre più nelle ore della notte, il nostro satellite sarà in Novilunio alle ore 23:54 del 25 Settembre, finalmente con la contestuale ed immediata ripartenza di un nuovo ciclo che lo riporterà progressivamente fuori dalle tenebre della lunga notte lunare per avvicinarsi sempre più alle migliori condizioni osservative nei primi giorni del prossimo mese, ma ne riparleremo.

Le Falci lunari di Settembre

Appuntamento per chi segue le falci lunari per la notte del 22 Settembre con una falce di 25,6 giorni che sorgerà alle ore 03:01 fra le stelle del Cancro e del Leone. Volendo effettuare osservazioni col telescopio se ne percepirà la netta distinzione fra gli scuri basalti di Procellarum, in contrasto con le più chiare rocce anortositiche degli altipiani di ovest-sudovest nei quali è sempre inconfondibile la spettacolare “macchia nera” del grande cratere Grimaldi di 228 km di diametro.
Inoltre sarà un’ottima occasione per scandagliare la regione dei crateri Drygalski e Le Gentil sull’estremo bordo meridionale in prossimità del polo sud della Luna e col notevole contributo del punto di massima Librazione proprio da quelle parti.

La notte successiva, il 23 Settembre, sorgerà alle ore 04:05 una falce in fase di 26,7 giorni con la possibilità di scandagliare gli innumerevoli dettagli del cratere Bailly ristretto fra la linea del terminatore ed il bordo lunare ed in coincidenza col punto di massima Librazione.

Una falce ancora più sottile sorgerà il 24 Settembre alle ore 05:10 in fase di 27,8 giorni, ma in questo caso l’esiguo margine di tempo prima che la luce del Sole abbia il sopravvento consentirà solo alcune veloci foto attuando ogni precauzione per non intercettare la luce solare.

Per quanto riguarda la fase crescente, appuntamento per il 27 Settembre con una falce di 1,8 giorni che tramonterà alle ore 19:53. Considerata la vicinanza di questa falce al tramonto del Sole anche in questo caso sarà indispensabile attuare ogni specifica precauzione in caso di riprese visuali o fotografiche.

Ulteriore ed ultimo appuntamento di questo mese per il tardo pomeriggio del 28 Settembre con una falce di 2,8 giorni che alle ore 20:17 scenderà sotto l’orizzonte. Nel caso specifico saranno già possibili dettagliate osservazioni di un gran numero di strutture superficiali tra cui il settore nordest, l’area del mare Crisium e gli imponenti crateri situati lungo il bordo est del mare Fecounditatis (Langrenus, Vendelinus, Petavius, Furnerius) fino al settore sudorientale unitamente alle rispettive cuspidi nord e sud. Per questa tipologia di osservazioni, oltre agli ormai noti parametri osservativi, risulterà determinante disporre di un orizzonte il più possibile libero da ostacoli.

Librazioni di Agosto

(In ordine di calendario, per i dettagli vedere le rispettive immagini).

Si precisa che, per ovvi motivi, non vengono indicati i giorni in cui i punti di massima Librazione si discostano dalla superficie lunare illuminata dal Sole.

Librazioni Regione Polare Nord:

  • 07 Settembre. Fase 11,34 giorni – Massima Librazione: nord cratere Baillaud.
  • 08 Settembre. Fase 12,36 giorni – Massima Librazione: nordest cratere Cusanus.

    Librazioni del 7 e 8 settembre. Mappe di F. Badalotti su immagini tratte dal globo di “Virtual Moon Atlas”

Librazioni Regione Nordest:

  • 09 Settembre. Fase 13,38 giorni – Massima Librazione: nord mare Humboldtianum.
  • 10 Settembre. Fase 14,40 giorni – Massima Librazione: est cratere Endymion.

    Librazioni del 9-10 settembre. Mappe di F. Badalotti su immagini tratte dal globo di “Virtual Moon Atlas”

Librazioni Regione Polare Sud:

  • 22 Settembre. Fase 25,70 giorni – Massima Librazione: sud cratere Drygalski.
  • 23 Settembre. Fase 26,74 giorni – Massima Librazione: sud cratere Bailly.
  • 24 Settembre. Fase 27,79 giorni – Massima Librazione: ovest cratere Hausen.

    Librazioni del 22-23-24 settembre. Mappe di F. Badalotti su immagini tratte dal globo di “Virtual Moon Atlas”

Invito riservato alle Associazioni – celebrazioni 25 anni

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Alle Associazioni e Gruppi di Astrofili e Gruppi 

alla c.a. di presidenti e direttori

Nel prossimo mese di settembre Coelum Astronomia, nato nel 1997 taglierà un traguardo importante arrivando ai 25 anni di pubblicazioni, un risultato che consideriamo di prestigio e che celebreremo con una vera e propria festa alla quale abbiamo il piacere di invitarvi. Fissata per il 18 settembre in una location davvero suggestiva, nell’arco della giornata saranno programmati interventi di protagonisti di Coelum e di rappresentanti delle istituzioni.
Sarà l’occasione per brindare insieme anche ai prossimi 25 anni di pubblicazioni! Alla festa saranno  inoltre invitati i principali collaboratori di Coelum e i lettori più appassionati. Un modo per ritrovarsi, dopo questi anni difficili, o per conoscersi finalmente di persona se non se ne aveva avuto l’opportunità prima.

Location
I festeggiamenti per i 25 anni di Coelum Astronomia si terranno a Esantoglia (MC) nello storico Palazzo di Malcavalca (qui la mappa) e saranno ospitati all’interno della manifestazione Galassica 2022 – Festival dell’Astronomia.

Programma 18 settembre 2022
Ecco un breve programma della giornata:
ore 09:00 accoglienza
ore 09:15 inizio conferenze
ore 13:00 pausa pranzo
ore 15:00 Inizio festeggiamenti Coelum Astronomia (interventi e ringraziamenti)
ore 18:00 Brindisi al buffet
ore 19:30 chiusura celebrazioni

Nelle prossime settimane, aggiungeremo dettagli che sarà nostra cura mettere a disposizione degli ospiti.

Il link per la conferma di partecipazione è stato inviato tramite mail direttamente nelle caselle email delle associazioni. In caso di mancata ricezione vi invitiamo a controllare nella cartella spam o contattare la Redazione per la segnalazione, scrivendo a coelumastro@coelum.com 

Note Importanti sulle prenotazioni

  • Termine ulltimo prenotazioni associazione 03 settembre 2022.
  • Massimo posti prenotabili per associazione n°3.
  • Massimo posti messi a disposizione per le associazioni n°50.

Allo scadere delle prenotazioni i posti rimasti liberi saranno messi a disposizione del pubblico. Le prenotazioni per il pubblico saranno aperte a partire dal giorno 04 settembre.

Giove immortalato dal James Webb Telescope

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Nuove entusiasmanti immagini rivelano il gigante gassoso in tutto il suo splendore: aurore ai poli, tempeste colossali, nebbie e satelliti!

Il James Webb Telescope continua a sorprenderci con nuove meravigliose immagini nonostante la sua attività sia iniziata da poco tempo. Le lenti del telescopio hanno osservato Giove in tutta la sua magnificenza, evidenziando le aurore ai poli, le sue tempeste, gli anelli e persino due piccoli satelliti!
“Non ci aspettavamo davvero che fosse così bello, ad essere onesti”, ha commentato Imke de Pater dell’Università della California, che ha condotto le osservazioni insieme a Thierry Fouchet, dell’Osservatorio di Parigi. “È davvero straordinario poter vedere i dettagli su Giove insieme ai suoi anelli, ai minuscoli satelliti e persino alle galassie in un’unica immagine”.

L’atmosfera del pianeta gassoso

Le due nuove immagini e i dati analizzati dai ricercatori sono stati raccolti dalla Near-Infrared Camera (NirCam), composta da tre filtri a infrarossi. La radiazione infrarossa risulta invisibile ai nostri occhi ed è necessario rielaborare e mappare nelle lunghezze d’onda dello spettro visibile per poter ammirare le immagini con i nostri occhi. In generale le lunghezze d’onda più lunghe appaiono più rosse, mentre quelle più corte sono più blu.

Immagine ottenuta dalla Webb Nircam da tre differenti filtri e allineamento dovuto alla rotazione del pianeta.
Credit: NASA, ESA, CSA, Jupiter ERS Team; immagine elaborata da Judy Schmidt.

I tre filtri utilizzati rivelano l’intensa attività che avviene nell’atmosfera gioviana. Nella foto, infatti, sono presenti al polo settentrionale e al polo meridionale delle aurore che si estendono fino ad alta quota. E’ possibile notarle con colori più rossi (corrispondenti a lunghezza d’onda infrarosse più lunghe) che evidenziano la luce riflessa dalle nubi inferiori e dalle foschie superiori. Un filtro con i colori giallo e verde mostra foschie turbinanti intorno ai due poli! Il terzo filtro, dal colore blu, evidenzia la luce riflessa da una più profonda nube.
La nota Grande Macchia Rossa, la più famosa tempesta di Giove, appare invece bianca così come le altri nubi: la spiegazione è dovuta al fatto che queste nubi riflettono moltissima della luce solare.

“La luminosità qui indica l’alta quota, quindi la Grande Macchia Rossa ha foschie ad alta quota, così come la regione equatoriale”, ha affermato Heidi Hammel, scienziata interdisciplinare Webb per le osservazioni del sistema solare. “Le numerose ‘macchie’ e ‘striature’ bianche luminose sono probabilmente cime nuvolose ad alta quota di tempeste convettive condensate”. Al contrario, i nastri scuri a nord della regione equatoriale hanno poca copertura di nubi.

Anelli e satelliti

Nell’altra immagine a campo largo fornita è possibile notare alcuni interessanti dettagli nei pressi del pianeta. Sono visibili i deboli anelli che circondano Giove, poco evidenti rispetto a quelli di Saturno e circa un milione di volte meno visibili rispetto all’atmosfera del pianeta. Più distanti si possono notare due piccole lune del pianeta, Amalthea e Adrastea. Compaiono anche due macchie poco luminose sullo sfondo: probabilmente due galassie che il James Webb Telescope non può far a meno di immortalare grazie alla sua incredibile sensibilità.

La missione del James Webb Telescope mostra l’importanza della collaborazione non solo tra enti di ricerca, ma anche tra cittadini ed appassionati di tutto il mondo. Un contributo fondamentale alle immagini processate è dato, ad esempio, da una citizen scientist di Modesto, California, Judy Schmidt. Da 10 anni, dopo aver partecipato ad un contest dell’Esa ha fornito un contributo importante all’image processing dell’Hubble e ora del Webb Telescope. In questo caso, Judy racconta, l’operazione di sovrapposizione delle immagini era particolarmente impegnativa, a causa della rotazione veloce del pianeta attorno al proprio asse.
A noi non rimane che meravigliarci con gli sviluppi che l’esplorazione spaziale riserverà per il prossimo futuro.

Immagine ottenuta da due filtri dalla camera infrarossi del Webb Telescope di una porzione del sistema gioviano. Credit: NASA, ESA, CSA, Jupiter ERS Team; immagine processata da Ricardo Hueso (UPV/EHU) e Judy Schmidt.

 

 

“Per Desiderio”, il docufilm che indaga il nostro personale rapporto con il cielo

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Dall’amore per il cielo nascono grandi cose!

Fin dagli albori dell’umanità l’uomo ha stabilito un legame speciale con il cielo: il gesto di osservare la volta celeste ha assunto nei millenni i più vari significati, fino ai giorni nostri.

Per i nostri antenati e per gli antichi popoli l’osservazione del cielo stabiliva le basi necessarie per potersi orientare, scandire lo scorrere del tempo e delle stagioni, gestire il ciclo di semine e raccolti.

Per gli antichi scienziati il cielo rappresentava una fonte da cui acquisire le informazioni necessarie alla conoscenza dell’universo mentre i filosofi, i letterati e i poeti hanno trovato l’ispirazione per importanti riflessioni e opere letterarie.

Il cielo è e continua ad essere una fonte fondamentale d’ispirazione per l’uomo.

Per alcuni più che per altri.

Chi si perde nello spazio infinito in cui si dispiega la volta celeste, osservando, studiando e fotografando sa che i limiti non esistono, sa che le vere barriere sono quelle create dall’uomo. Le grandi menti e le grandi anime sanno andare oltre.

Dall’interesse e dall’amore per il cielo nascono cose bellissime: sogni, idee straordinarie, come quella avuta da Paola Tricomi, che ha da poco conseguito il suo Dottorato presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, nonché scrittrice e amante delle fotografie celesti.

Dalla sua mente geniale, dalla sua anima luminosa, dal suo amore per il cielo ha preso luce un sogno, tramutatosi nell’idea di realizzare un progetto: un docufilm sulle immagini letterarie, poetiche, fotografiche e astrofisiche del cielo, intitolato “Per desiderio”.

La sceneggiatura di Paola Tricomi, Francesca Moscarella e Andrea Orlando, ricercatore e divulgatore scientifico e protagonista anch’esso del docufilm, con la produzione di Ecoframes Production, narra il cielo da diverse prospettive: “Per desiderio” è un sogno che si concretizza con i racconti dei vari protagonisti che prenderanno parte alla storia: astrofisici, astrofotografi e… un astronauta!

Alla produzione ha preso parte anche l’astrofotografa Teresa Molinaro (collaboratrice Coelum e autrice della rubrica mensile “Le Costellazioni del mese”) che ci racconta di questo progetto.

La narrazione del docufilm si dirama tra racconti, esperienze, fotografie al fine di ricostruire un flusso di spunti interessanti dal punto di vista scientifico, poetico, fotografico.

Iridescenze lunari e Pleiadi (credit Teresa Molinaro)

Teresa Molinaro si racconterà attraverso le sue foto (molte delle quali pubblicate anche su Coelum Astronomia, oltre che da riviste fotografiche e dal sito scientifico epod.usra.edu) e verrà intervistata da Paola e Andrea svelando aneddoti che sottolineano il suo stretto legame con il cielo e di come coniuga scienza e arte fotografica nei suoi lavori, collocando i fenomeni celesti in un contesto anche paesaggistico e territoriale.

«È stato veramente emozionante prendere parte al docufilm “Per desiderio”: quando Paola Tricomi mi ha contattata per propormi di partecipare non ho esitato a rispondere di sì! Ero davvero sorpresa che questa volta fosse il mio amore per il cielo a venirmi incontro, io che mi perdo tra i sentieri celesti da quando ero bambina, ma con il progetto di Paola tutto ha assunto un significato più profondo.

Incontrarla sul mio cammino mi ha davvero aperto un mondo, ne sono felice, così come lo sono di aver conosciuto coloro che lavorano per la realizzazione del docufilm con molta dedizione e professionalità. Parlare del cielo con persone che come me lo amano sotto diversi punti di vista è stato interessante, affascinante. Credo che il cielo sia lì per tutti, ma non tutti dispongono della stessa sensibilità nell’osservarlo, perdendosi la magia che ogni giorno si compie sopra le nostre teste» ci racconta Molinaro.

Conosceremo dunque Teresa Molinaro nella sua veste di astrofotografa e grande amante del cielo in tutte le sue sfumature e, come accennavamo, anche un astronauta sarà protagonista di questo affascinante progetto che è “Per desiderio”: si tratta di Luca Parmitano!

credit: “Per desiderio”

Con le sue missioni nello Spazio a bordo della ISS egli è stato in grado di offrire un punto di vista “privilegiato” di osservatore del cielo e della Terra, e con il suo spiccato senso di protezione per questo pianeta ha saputo parlare soprattutto ai giovani, offrendo spunti di riflessione e invitandoli più volte a non restare indifferenti davanti alle cause ambientali e climatiche.

Siamo certi che “Per desiderio” saprà prendervi per mano per condurvi in un viaggio davvero emozionante attraverso storia, letteratura, scienza, arte, passione.

Per conoscere tutti gli altri protagonisti del docufilm e per non perdervi nessuna novità segnaliamo i link su cui seguire “Per Desiderio”: https://perdesiderio.com/

https://www.facebook.com/Per-desiderio-Docufilm-108741438344686

https://www.instagram.com/perdesideriodocufilm/

A questo link il teaser del docufilm: https://youtu.be/VJ6xE3BmlKg

Inoltre:

Visita il sito epod.usra.edu che più volte ha scelto gli  scatti dell’autrice Teresa Molinaro come “Foto del giorno della Scienza della Terra” (EPOD)

AGGIORNAMENTO con il transito di Tethys – La ripresa del transito di Giapeto di fronte a Saturno

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Aggiornamento del 23/08

Il transito di Tethys e l’ombra su Saturno catturato da Cristian Fattinnanzi che ci scrive dopo aver letto del passaggio di Giapeto

Lo scorso 5 agosto abbiamo parlato del transito di Giapeto di fronte a Saturno, ripreso da Antonio Piras [l’articolo completo e le immagini qui sotto].

Non meno affasciante, il transito di Teti e la sua ombra proiettata sul pianeta ad anelli!

Clicca sull’immagine per accedere al video

Il commento di Fattinnanzi, autore di queste immagini:

“La ripresa è stata realizzata con un newton da 36cm F5 con ottica Giacometti in una serata di ottimo seeing da Montecassiano (MC), tramite una telecamera ImageSource DBK21 e focale portata a 10.000 mm tramite proiezione oculare.

Somma e selezione dei frames tramite IRIS.

Il video risale a 12 anni fa e credo sia un risultato quasi pionieristico per quei tempi, fino a quel momento non avevo avuto modo di apprezzare nessun’altra ripresa amatoriale di satelliti e relative ombre sul globo di Saturno”.

Grazie a Cristian Fattinnanzi per queste immagini!

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ARTICOLO DEL 5 AGOSTO 2022

Di seguito lo splendido contributo a cura di Antonio Piras

La luna in oggetto è Giapeto (potete pronunciarlo indifferentemente con l’accento sulla a o sulla e), terza per dimensioni nel sistema satellitare di Saturno con i suoi quasi 1500 km di diametro.

Nella notte tra il 17 e il 18 luglio Giapeto si è reso protagonista di un transito di fronte al suo pianeta.
Considerando anche il passaggio in corrispondenza degli anelli, l’intero evento è durato circa 18 ore, con il passaggio per il meridiano centrale di Saturno che è avvenuto quando in Italia erano le 6:42.
La foto che condivido con voi è elaborata a partire da uno dei numerosi video che ho ripreso tra le 4 e le 5 del mattino, e tra essi è quello in cui ho potuto apparentemente approfittare delle migliori condizioni di osservabilità in una notte non molto favorevole.
Riguardo alla rarità dei transiti di Giapeto davanti a Saturno, dovete sapere che il precedente è avvenuto pochi mesi fa, il 29 aprile.
Ma per trovarne prima del 2022 dobbiamo andare indietro a gennaio 2007!
Simile eccezionalità avranno i transiti futuri: ne avremo uno nel 2037 ma purtroppo con Saturno vicino alla congiunzione, quindi lontano da noi e visivamente prossimo al Sole.
Il successivo con buone condizioni di osservabilità sarà addirittura nel 2052! Ecco perché questo transito di luglio 2022 era praticamente da non perdere.

A cosa è dovuta questa rarità del fenomeno?

Principalmente alla grande distanza a cui orbita intorno a Saturno (con oltre 3.5 milioni di km è il più lontano dei satelliti principali) che rende complicati gli allineamenti con la Terra e quindi il verificarsi dei transiti dalla nostra soggettiva.

Non perdere il video dell’evento!

Clicca sull’anteprima per accedere al video

Chiusura estiva

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Dal 10 al 21 Agosto

La Redazione di Coelum Astronomia resterà chiusa per ferie. 

Per urgenze e per comunicazioni importanti, siamo reperibili via e-mail all’indirizzo: coelumastro@coelum.com  

🙌🙌🙌🙌 IMPORTANTE: sono garantiti i servizi di spedizione per gli acquisti delle copie e l’assistenza clienti. 🙌🙌🙌🙌

Vi auguriamo buone vacanze e cieli sereni per splendide osservazioni!

LE SUPERNOVAE ITALIANE NELLE GALASSIE MESSIER – SN1998bu in M96

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La settima supernova italiana scoperta in una galassia del catalogo di Messier è la SN1998bu in M96.

Dopo aver trattato nel numero 249 di novembre 2020 la prima supernova la SN1957B scoperta dal Prof. Giuliano Romano nella galassia M84 nel 1957

Per leggere Coelum n. 249 clicca QUI

le quattro supernovae scoperte dall’astronomo Leonida Rosino negli anni ’60 e ’70, realizzate su lastre fotografiche, che abbiamo analizzato nel primo numero della nuova versione di Coelum nel numero 254 di febbraio-marzo 2022

Ti sei perso Coelum n. 254? Lo trovi QUI

e quella nel 1989 dell’astrofilo Federico Manzini, l’unica di queste dieci supernovae ottenuta visualmente, arriviamo agli anni ’90 con l’avvento delle camere CCD che hanno radicalmente cambiato il modo di fare ricerca.

La SN1998bu in M96 è infatti la prima supernovae italiana nelle galassie Messier scoperta grazie all’ausilio di queste nuove tecniche di ripresa. A mettere a segno questa importante scoperta ottenuta il 9 maggio 1998 è stato l’astrofilo romagnolo Mirco Villi, che in quell’anno otteneva così la sua terza scoperta dopo la SN1991T in NGC4527 e la SN1994W in NGC4041.

Immagine di scoperta della SN1998bu in M96 ripresa da Mirco Villi il 9 maggio 1998 con un telescopio Meade LX200 SC da 250mm + camera CCD Hi-Sis 33 e posa di 60 secondi. Immagine disturbata dalla Luna quasi piena e molto vicina alla galassia.

Per tutto quello che ha fatto nel campo della ricerca amatoriale di supernovae non possiamo definire Mirco Villi come un astrofilo comune, ma bensì come un’icona indiscussa in questo settore di ricerca. Agli inizi degli anni ’90, insieme all’amico Giancarlo Cortini, gettò le basi della ricerca amatoriale italiana di supernovae, mettendo poi a segno importanti scoperte come appunto la SN1991T che ancora oggi rappresenta un fondamentale punto di riferimento nella classificazione di questi fenomeni. Spesso, infatti, nella classificazione delle supernovae si legge “91T-like”. E’ inoltre uno dei pochi astrofili italiani ad aver scoperto una supernovae in una galassia Messier, grazie proprio alla SN1998bu in M96.
In questi ultimi anni Mirco Villi ha instaurato una proficua collaborazione con i professionisti americani del CRTS Catalina Real-Time Transient Survey ottenendo numerose scoperte. Ma veniamo al racconto della scoperta.

Immagine di Mirco Villi alla fine degli anni ’90 all’interno del suo osservatorio privato.

In quel periodo Mirco stava allestendo il suo nuovo osservatorio con un telescopio Meade LX200 SC da 250mm, ma non lo aveva ancora dotato di una camera CCD. Per iniziare a fare i primi settaggi della strumentazione gli venne incontro l’amico Federico Manzini, che gli prestò una camera CCD Hi-Sis 33. Perciò nella notte di sabato 9 maggio, anche se la Luna era quasi piena, decise di riprendere una serie di galassie. Passando da una galassia alla successiva arrivò alla bella galassia M96 che però per problemi di settaggio non fu inquadrata nel campo della CCD. Decise perciò di saltare M96 e di proseguire con le successive galassie. Terminata la sessione però subentrò una specie di rimorso per non aver fatto quell’importante galassia del catalogo di Messier e prima di andare a letto puntò il telescopio nuovamente su M96.

Si accorse subito di una stella di mag.+13 posta circa 1’ a Nord del nucleo della galassia. Eseguiva pose da 60 secondi e dopo una seconda ed una terza immagine, la stella era sempre nella solita posizione. Dopo aver verificato che non si trattasse di un pianetino, né di una supernova già scoperta, inviò una mail Daniel Green, colui che a quei tempi gestiva le circolari internazionali IAUC. Il giorno successivo gli veniva perciò attribuita la scoperta in solitario con la circolare IAUC n. 6899 dove la supernova veniva confermata da osservazioni fatte il 10 maggio dall’astronomo B.A. Skiff al Lowell Observatory e da altri osservatori fra cui gli italiani Luca Boschini e Gianluca Masi, con la luminosità della supernova in aumento intorno alla mag.+12,5 quindi scoperta prima del massimo di luminosità.

Immagine di follow-up della SN1998bu in M96 ripresa da Gianluca Masi il 10 maggio 1998.

I primi a riprenderne lo spettro nella notte dell’11 maggio furono gli astronomi dell’Osservatorio di Asiago con il telescopio Copernico da 1,82 metri. La SN1998bu era una supernova di tipo Ia scoperta circa 10 giorni prima del massimo di luminosità e con i gas eiettati dall’esplosione che viaggiavano ad un velocità di circa 11.000 km/s. Il massimo di luminosità si verificò infatti intorno al 19 maggio con la supernova che raggiunse la notevole mag.+11,6. Dal 1993 con la SN1993J in M81 (mag.+10,2) fino al 2004 con la SN2004dj in NGC2403 (Mag.+11,2) è stata la supernova più luminosa per 11 anni. Peccato che un forte assorbimento da polveri della galassia ospite tolse alla supernova oltre mezza magnitudine.

M96 è infatti una galassia a spirale posta nella costellazione del Leone a circa 30 milioni di anni luce di distanza, con il modulo di distanza pari a 30. Senza questa estinzione la supernova avrebbe raggiunto la notevole mag.+11 (30-19=11). Per onor di cronaca, all’astrofilo americano Churk Faranda fu assegnata una pre-discovery grazie ad un’immagine ripresa il 3 maggio (6 giorni prima della scoperta) con la supernova che mostrava una luminosità pari alla mag.+16,5. La particolarità di questa supernova, molto simile alla SN1991T, è rappresentata dal fatto di aver mostrato il famoso “eco di luce”. Ad oggi sono molto poche le supernovae che hanno mostrato questo raro evento, cioè un anello, o meglio un guscio prodotto dalla luce della supernova che si espande nello spazio interstellare attraversando enormi nubi di polveri.

Bellissima immagine a colori della SN1998bu in M96 ripresa il 27 maggio 1998 dall’astronomo americano Nicholas B. Suntzeff dall’Osservatorio di Cerro Tololo con il telescopio SMARTS Cassegrain da 90cm.

Queste particolari supernovae di tipo Ia mostrano una salita verso il massimo di luminosità normale, mentre il declino avviene in maniera molto più lenta a causa di questo eco di luce che rimane visibile per diversi anni. Per questo motivo la SN1998bu, come anche la SN1991T, furono seguite da quasi tutti i più grandi osservatori professionali di tutto il mondo e naturalmente anche dall’Hubble Space Telescope. Nel corso delle interviste ai “Magnifici 10” cioè ai dieci astrofili che avevano ottenuto il maggior numero di scoperte di supernovae al mondo, intervistando il neozelandese Stuart Parker (numero 4 della Top Ten), alla domanda “cosa ti entusiasma di più in questo tipo di ricerca?” rispose che era rimasto affascinato ed onorato dal fatto che l’Hubble Space Telescope aveva ripreso due delle supernove da lui scoperte. Anche Mirco Villi vanta questo primato con la SN1991T e la SN1998bu riprese appunto dall’Hubble Space Telescope.

Ci viene pertanto spontanea una domanda: chi sarà il primo astrofilo al mondo che potrà vedere una propria scoperta ripresa e studiata dal nuovo e potente telescopio spaziale James Webb?

E’ scomparso Stefano Debei – il ricordo di Roberto Ragazzoni

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E’ scomparso all’età di 57 anni, dopo una lotta contro una malattia incurabile, Stefano Debei, docente ordinario di Misure meccaniche e termiche al Dipartimento di Ingegneria industriale del Bo a Padova e direttore del Cisas, Centro di Ateneo di Studi e Attività Spaziali “Giuseppe Colombo”. Un duro colpo per la ricerca in Italia. Coelum Astronomia lo ricorda attraverso le parole del direttore dell’Osservatorio Astronomico di Padova.

Tra queste due fotografie (le prime in questa raccolta) trascorrono circa una ventina d’anni (la seconda e’ scattata il 31 ottobre 2016 al worksop sui risultati della missione Rosetta, sulla prima ho dei dubbi sulla data esatta ma e’ probabilmente il 1996, comunque poco cambierebbe…). In entrambe (nella prima e’ il terzo da sinistra di quelli accovacciati stile football team…) compare il collega ma soprattutto l’amico carissimo Stefano Debei al quale peraltro sono in entrambe al suo fianco. Nella prima ci troviamo ad Asiago per mettere a punto gli ultimi dettagli della Wide Angle Camera per Rosetta, il progetto in cui ho avuto l’onore di partecipare, nella sua fase di definizione, fianco a fianco con Stefano per circa un lustro. Innumerevoli potrebbero essere gli aneddoti da raccontare. Ci era persino toccato di condividere una stanza da letto in cui facevamo a gara a chi russava di piú (ha vinto lui…) e non mancava occasione in cui non si riuscisse a scherzare su questa o quella situazione, ed era inevitabile che ad un certo punto Stefano dovesse raccontare la barzelletta (piu’ o meno indicibile) che meglio si prestava a rappresentare la situazione del momento. In questo frangente si parlava, cambiando registro a volte in modo inatteso, di spettro di vibrazione di quel lanciatore, del miglior supporto isostatico per uno specchio, di come congegnare un otturatore perchè non potesse diventare il limite di un certo telescopio, o se convenisse una piastra od un tubo per quel tipo di configurazione ottica. In mezzo, ovviamente, poteva saltare fuori l’apprezzamento (si fa per dire…) del pranzo offerto nel tal istituto europeo, o della comodità (di nuovo in senso ironico) delle sedie della riunione appena conclusa, oppure -improvvisamente- la barzelletta (come gia’ accennato, talvolta inenarrabile…) che Stefano doveva raccontare, congelando per un breve momento il flusso di idee e discussioni tese a capire come vedere i primi sbuffi della cometa, recuperare un canestro alla deriva in orbita intorno a Marte, o fotografare i dintorni di Saturno. Stefano mi appariva come lo scienziato “100% spaziale” (anche se so che nel suo percorso professionale si è occupato anche di altro), conscio dei rischi derivanti da questo tipo di scelta. Memorabile fu quando lo incontrai in treno (per un pezzo eravamo entrambi pendolari e condividevamo la tratta Padova-Monselice…) e mi spiegò che il suo trapano per perforare il suolo Marziano a cui aveva dedicato tanto lavoro era finito nell’oceano pacifico per via di un lancio fallito di un certo lanciatore russo (mi pare fosse Mars 96). Mi piace ricordarlo nella terza foto (ho dovuto mettere a soqquadro una decina di cassetti per ritrovarla…). Lui, irridente come sempre, che dopo avermi spiegato le scelte strutturali del modello di volo della camera per Rosetta si mette il paraluce a mo’ di cappello. Dopo l’intensissima avventura di Rosetta io mi sono dedicato a lungo a progetti da Terra, ma con Stefano abbiamo continuato a vederci, anche al di fuori dell’ambiente professionale (ed erano solo sue le dritte culinarie sul migliore ristorante inn un qualche angolo dei Colli Euganei dove capitava di incontrarci), e non mancavamo di sentirci al volo con domande complicatissime che ci risolvevamo in uno scambio di battute. Le dritte di Stefano erano sempre preziose, e recentemente avevamo anche ricominciato a lavorare insieme su un paio di progetti, che purtroppo non potranno più vedere la spinta del tuo entusiasmo ed i tuoi preziosi consigli. Dovevo anche portarti in volo e per i tanti impegni e per il Covid poi la cosa non si è materializzata. Con il solito entusiasmo, quasi furoreggiante, avevamo cenato insieme pochissimo più di un anno fa, memento di una battaglia che stavi temporaneamente per vincere, e che ti ha trascinato lontano da noi. Ora sarai alla ricerca del canestro con le preziose rocce marziane intorno al pianeta rosso, od a navigare tra gli anelli di Saturno. Vola Stefano, vola…”

Debei_01

Moltissimi e di rilievo i ruoli ricoperti, ne ricordiamo alcuni:
– Technical Manager di SIMBIOS-SYS, esperimento integrato composto da fotocamera ad alta risoluzione, telecamera stereo e spettrometro iperspettrale, per la missione BebiColombo ESA. – – Co-Investigator di OSIRIS e responsabile tecnico di WAC, un telescopio di OSIRIS a bordo della missione ESA di Rosetta.
– Membro del gruppo di consulenza del programma di esplorazione di Mars (MEPAG).
– Co-Principal Investigator di DREAMS, esperimento per misure di parametri ambientali e meteorologici per Exomars 2016.
– Co-Investigator di JANUS, telescopio ad alta risoluzione per la missione JUICE dell’ESA.
– Membro di “NAVISP Advisory Committee -NAVAC dell’ESA

Prof. Stefano Debei

Nella sua carriera è stato autore di più 300 articoli pubblicati in riviste internazionali con reviewer e in Proceedings di congressi internazionali con reviewer.

Sito dell’Università di Padova 

La mezzaluna e la stella – n. 257 Coelum Astronomia

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Sappiamo già che il Medioevo non esiste.
O meglio, certamente non esiste nella versione parodistica e deformata a cui si era portati a pensare da una lettura limitata e parziale della Storia: guerre, pestilenze, carestie, inquisizioni, e in generale un periodo di ignoranza e oscurantismo.

Grazie ad un rinnovato interesse per il racconto storico, e anche al lavoro di diversi divulgatori, si sta finalmente diffondendo una rivalutazione del periodo storico che va dal quinto al quindicesimo secolo, e che viene scolasticamente indicato come Medioevo.

[…]

C’è inoltre un altro aspetto che bisogna considerare: quello di una visione profondamente euro-centrica della Storia.

Pierdomenico Memeo ci accompagna in uno splendido excursus storico, facendoci immergere in atmosfere Medio Orientali, nel cuore dell’astronomia islamica.

COELUM Astronomia n. 257 Agosto/Settembre

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Marte da vicino: i MER – n. 257 Coelum Astronomia

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Nonostante Curiosity e Perseverance stiano esplorando Marte con strumenti sofisticati e fotocamere avanzate, la missione Mars Exploration Rover (MER) della NASA rimarrà per sempre nella storia e nel cuore di tutti.

Elisabetta Bonora ci accompagna, come solo lei sa fare, nell’esplorazione del pianeta rosso… comodamente seduti a casa!

In questo articolo (presente nel n. 257 Agosto/Settembre) vedremo tutto quello che si può fare con una sequenza MI (Microscopic Imager), con strumenti “domestici”, facilmente accessibili ed utilizzabili da tutti su computer standard.

COELUM Astronomia n. 257 Agosto/Settembre

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Stelle in fattoria con il Gruppo Astrofili Palidoro

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Stelle in fattoria
13 agosto alle ore 21.00

La notte delle stelle cadenti con Saturno e Giove!
a cura del Gruppo Astrofili Palidoro

Il 13 agosto alle ore 21.00 il Gruppo Astrofili Palidoro vi da appuntamento presso la Fattoria Rinaldi in Via della Cadutella 154 a Tragliatella per una serata magica.

Quest’anno, per la presenza di una Luna accecante che non consentirà la facile osservazione delle Perseidi (le stelle cadenti di Agosto), sarà possibile ammirare i bellissimi pianeti Giove e Saturno con i telescopi.

La serata sarà arricchita da una degustazione dei prodotti della fattoria e da spiegazioni con slides interattive.

Per tutte le informazioni, visitate il sito: www.astrofilipalidoro.it

 

“Il tratto corsivo” di Stefano Marcellini – n. 257 Coelum Astronomia

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L’unico caso di reattore naturale a fissione che conosciamo!

Ben Arrivato fra noi Stefano Marcellini!
Inauguriamo con il numero 257 l’arrivo nelle pagine di Coelum Astronomia di un nome noto ai più nella divulgazione scientifica.

Stefano Marcellini è ricercatore nel campo della fisica delle particelle e da anni attraverso il suo blog “Helter Skelter” racconta e descrive fenomeni e concetti in maniera simpatica e “semiseria”.

«Grazie Stefano per aver accolto il nostro invito! Siamo orgogliosi di averti in squadra!»

Il nuovo blog “Il tratto corsivo” è disponibile su

COELUM Astronomia n. 257 Agosto/Settembre

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Marte, Pianeta Rosso – n. 257 Coelum Astronomia

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I primi mesi di questo 2022 sono stati davvero intensi e ricchi per l’esplorazione di Marte!

Rover, lander e droni ci hanno regalato sorprese, qualche preoccupazione, ma anche definitive brutte notizie.

Abbiamo però appreso un concetto importante: la stagionalità e il meteo del pianeta sono fattori importanti e non bisogna cadere nella tentazione di trascurarli pensando a Marte solamente come quell’amabile puntino rosso del nostro cielo.

A Settembre, Coelum inaugura una nuova rubrica online dedicata al Pianeta Rosso e al lavoro svolto dai nostri “emissari robotici”. Ne troverete un assaggio nell’articolo disponibile sul n. 257 di Agosto/Settembre!

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ETOILES ET MUSIQUE: quattro notti tra scienza e tradizione

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La Fondazione Clément Fillietroz-ONLUS, che gestisce l’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta e il Planetario di Lignan, organizza Etoiles et musiquequattro serate dedicate alle stelle cadenti d’agosto. Compiremo insieme un affascinante viaggio alla scoperta del cielo d’estate, pronti a lasciarci stupire dal repentino passaggio di una stella cadente – o meglio una meteora, come si chiama in astronomia – e da intermezzi musicali a sorpresa.

Per ciascuna serata sono proposte due attività distinte, una ideale complemento dell’altra, con prenotazione obbligatoria:

  • L’esclusivo spettacolo al Planetario, per scoprire grazie a uno dei cieli digitali più belli d’Italia la natura dello sciame delle Perseidi, cioè le meteore popolarmente note come “le lacrime di San Lorenzo”.
    Lo spettacolo è in programma alle ore 20.30 – 21.30 – 22.30, durata 30 minuti, fino a un massimo di 50 posti disponibili per ogni turno.
  • La visita guidata notturna con l’osservazione del cielo a occhio nudo in Osservatorio Astronomico, dove ricercatori e divulgatori illustreranno le costellazioni e gli astri più importanti visibili in queste notti estive con uno speciale puntatore laser. I visitatori sceglieranno il proprio posto nell’ampio giardino all’aperto.
    Consigliamo di portare con sé coperte e plaid per sedersi sul prato ad ammirare il cielo buio di Saint-Barthélemy, primo Starlight Stellar Park in Italia riconosciuto dall’UNESCO. La visita guidata notturna è in programma alle ore 21.30 – 22.30 – 23.30, durata 1 ora, fino a un massimo di 100 posti disponibili per ogni turno.

Gli interessati possono prenotare lo spettacolo, la visita guidata notturna o entrambe le proposte, selezionando attività e orario dal menù a tendina della sezione PRENOTAZIONI del sito www.oavda.it.
Attenzione! Le iniziative sono confermate anche in caso di maltempo. Se le condizioni meteorologiche sfavorevoli non permettessero l’osservazione del cielo, in alternativa sarà proposta la visita guidata alla struttura e alla strumentazione dell’Osservatorio Astronomico.

L’evento speciale Etoiles et musique ha ricevuto i patrocini ufficiali dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), i principali enti del nostro Paese per lo studio dello spazio e degli astri.

Vi aspettiamo per quattro serate impedibili a Saint-Barthélemy, la “vallée des étoiles”!

 

Coelum Astronomia 257 2022 Digitale

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Il Tutto e la Parte – n. 257 Coelum Astronomia

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90 anni di riviste Coelum

Ripercorrere la vita delle riviste che portano il nome di COELVM, che ha fatto la storia della divulgazione astronomica in Italia, non significa solo fare un’affascinante ricerca negli archivi delle biblioteche di astronomia, ma sperimentare una emozionante avventura storica.

Perché una rivista come questa non è solo un mezzo per la diffusione della conoscenza astronomica presso il grande pubblico, ma uno spaccato di un secolo di storia delle persone che sono state coinvolte nella sua realizzazione.

Primo fra tutto, il fondatore stesso della prima rivista, Guido Horn d’Arturo, la cui vita non ha nulla da invidiare ad un romando d’avventura.

Un’emozionante avventura per ripercorrere le tappe della storia della divulgazione italiana tramite le riviste che hanno portato il nome Coelum

COELUM Astronomia n. 257 Agosto/Settembre

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La coda di Mercurio… di nuovo! – n. 257 Coelum Astronomia

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La superficie di Mercurio è un luogo di estremi.
Il suolo del pianeta subisce un intenso bombardamento da parte delle velocissime particelle cariche del vento solare, responsabili del fenomeno chiamato “sputtering”, che letteralmente lo polverizzano a livello atomico.
E la sua “coda” mostra proprio la violenza dei fenomeni che accadono sulla sua superficie.

Le parole dell’autore:

A distanza di due anni dal mio primo articolo sulla coda di Mercurio (vedi Coelum Astronomia n°246 di Luglio/Agosto 2020), tra la fine di aprile e l’inizio di maggio scorsi l’interesse sul fenomeno è tornato a crescere, complici una bella elongazione del pianeta al tramonto in compagnia delle Pleiadi ed alcuni splendidi scatti realizzati dall’astrofotografo Sebastian Voltmer a La Palma, Canarie, che hanno fatto rapidamente il giro del mondo.

Approfondimenti sul fenomeno e tecniche per catturarlo in uno scatto
su COELUM n. 257 Agosto/Settembre
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Il cielo di Agosto 2022

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l mese di agosto ci porta nel vivo dell’estate regalandoci la possibilità di stare all’aperto a contemplare il cielo stellato e a lasciarci trasportare da quell’infinito fiume di stelle che attraversa la volta celeste: la Via Lattea.
Il dettaglio sulla costellazione del Sagittario, del Cigno e quanto possiamo osservare in questo splendido mese estivo, disponibili all’articolo Le Costellazioni di Agosto 2022 a cura di Teresa Molinaro

COSA OFFRE IL CIELO

Clicca sul banner per accedere alle Effemeridi 2022!

Mercurio

01/08
Sorge: h 07:21
Tramonta: h 21:21

31/08
Sorge: h 08:56
Tramonta: h 20:33

Ci siamo lasciati il mese precedente con Mercurio a tramontare circa un’ora dopo il Sole, concedendoci pochi istanti serali per la sua osservazione. La situazione per questo Agosto rimane invariata: lo sfuggente pianeta seguirà la nostra stella fino al suo tramonto, anticipandolo gradualmente all’avanzare dei giorni. Il 23/08 si troverà in afelio, al suo punto più lontano dal Sole. Il giorno 29, Luna e Mercurio saranno a circa 5° di separazione: una congiunzione difficilmente apprezzabile alle ultime luci del giorno e con una sottilissima falce lunare (ricordiamo il Novilunio del 27/08).

Venere

01/08
Sorge: h 04:13
Tramonta: h 19:18

31/08
Sorge: h 05:19
Tramonta: h 19:18

Anche ad Agosto il cammino di Venere sulla nostra volta celeste procede placido, senza grandi eventi da segnalare. Ci accompagna in tarda notte fino le prime luci del giorno, con Orione poco più ad Est che si staglia sopra l’orizzonte. Tra il giorno 6 e l’11 del mese, troveremo il pianeta allineato poco più in basso della stella Polluce; si lascerà presto alle spalle i Gemelli, posticipando sempre di più il suo sorgere. Il 26 del mese una Luna prossima al Novilunio sorgerà assieme a Venere (5 del mattino circa) e si troverà a 4° dal pianeta in direzione NE: attimi sfuggenti poco prima delle luci dell’alba. 

Marte

01/08
Sorge: h 00:33
Tramonta: h 14:39

31/08
Sorge: h 23:26
Tramonta: h 14:13 (del 1 settembre)

Iniziamo il mese con Marte che ci regala una bella congiunzione con Urano a solo poco più di un 1° di separazione: i due pianeti si alzeranno insieme all’orizzonte e si lasceranno contattare per diverse ore fino al giungere dell’alba. Sulla stessa linea di Marte, verso SE, ci accompagneranno per tutto il mese Giove e Saturno, più in alto nel cielo. L’allineamento planetario allieterà le nostre notti di Agosto, con più in basso, sotto Marte, la bella Aldebaran del Toro a chiudere il quadro celeste. Proprio questa stella sarà uno dei protagonisti della splendida congiunzione Luna-Marte-Aldebaran del 19/08: dopo l’1:30 di notte, tutti gli occhi puntati ad Est! Anche il giorno successivo l’incontro dei tre astri sarà molto emozionante: ci aspetta infatti una bella triangolazione, con la Luna in mezzo al pianeta e alla stella. L’abbraccio tra il pianeta rosso e il brillante occhio del Toro si farà sempre più stretto nella seconda metà del mese, culminando tra gli ultimi giorni di Agosto e i primi di Settembre. Varrà la pena fare le ore piccole per questo spettacolo!

Giove

01/08
Sorge: h 22:50
Tramonta: h 11:17

31/08
Sorge: h 20:50
Tramonta: h 09:10

Un mese splendido, Agosto, per osservare il bel pianeta Giove: con l’avanzare dei giorni avremo infatti un notevole anticipo sul suo sorgere e, per la fine del mese, il gigante del cielo allieterà le nostre serate a partire già dalle 21:00 circa. Sia il 14 che il 15 del mese ci regalerà una piacevole congiunzione con la Luna. In particolare il 15/08, la notte di Ferragosto, non perdetevi l’allineamento planetario, con la Luna grande protagonista più in basso di Giove, verso Est.

Saturno

01/08
Sorge: h 21:02
Tramonta: h 07:23

31/08
Sorge: h 18:58
Tramonta: h 05:14

Saturno è il grande protagonista dell’estate: il primo pianeta che possiamo contattare nelle ore serali, anticipa sempre più il suo sorgere e per la fine di Agosto farà capolino ancor prima del tramontare del Sole. Una luminosissima Luna piena si accosterà al pianeta ad anelli il giorno 12, con meno di 5° di separazione: la brillante luce del nostro satellite naturale renderà difficoltosa la sua osservazione a occhio nudo.

Urano

01/08
Sorge: h 00:28
Tramonta: h 14:45

31/08
Sorge: h 22:27
Tramonta: h 12:48

Il mese di Agosto inizia alla grande con la già segnalata congiunzione tra Urano e Marte: lo stretto abbraccio tra i pianeti ci accompagna dal loro sorgere fino all’alba. Dal giorno 2 inizieranno ad allontanarsi sempre di più, ma sia il 18 che il 19 Agosto formeranno ancora un bel quadro celeste con la Luna. Il 24/08 Urano entrerà in moto retrogrado, interrompendo il suo consueto movimento verso Est e volgendosi invece verso Ovest.

Nettuno

01/08
Sorge: h 22:18
Tramonta: h 10:09

31/08
Sorge: h 20:19
Tramonta: h 08:07

Nettuno si affaccerà per tutto il mese di Agosto come silenzioso spettatore nell’allineamento planetario di cui abbiamo già parlato. Sia il giorno 14 che 15 avrà al suo fianco una luminosissima Luna che ne renderà difficoltosa l’individuazione. Infine il mese procede placido, senza altri eventi particolari da segnalare.

SOLE

Previsioni attività solare – Agosto 2022

Il mese appena trascorso ha visto protagonista la nostra stella con alcuni eventi intensi, protuberanze e macchie solari: il ciclo solare 25 continua nella sua fase di crescita e ci ha regalato un’attività solare molto varia ed interessante.

Scopriamo insieme le previsioni per Agosto!

Vuoi saperne di più? Leggi l’articolo Coelum: Previsioni attività solare – Agosto 2022 a cura di Daniele Bonfiglio

LUNA

Dopo la meravigliosa Luna al perigeo di Luglio, scopriamo insieme cosa ci aspetta nel mese di Agosto!

Tutti gli approfondimenti sull’osservazione e i fenomeni celesti legati al nostro satellite disponibili per il mese di Agosto 2022, a cura del nostro autore Francesco Badalotti.

Non perderti l’articolo: Luna di Agosto 2022

COMETE


Massima luminosità per la K2 PanSTARRS
Un aggiornamento sulla cometa che ci accompagna da diversi mesi!

Per approfondire: Le comete di Agosto 2022 a cura di Claudio Pra

ASTEROIDI

Ad Agosto (704) Interamnia lascerà alle proprie spalle le deboli stelle del Cavallino, (4) Vesta e (198) Ampella si avvicineranno all’Acquario, la prima in direzione della Tibia (Skat) mentre la seconda sorvolando l’ammasso globulare M72.
Trovi tutto qui: Mondi in miniatura – Asteroidi, Luglio 2022 a cura di Marco Iozzi

TRANSITI NOTEVOLI ISS

La ISS – Stazione Spaziale Internazionale questo Agosto sarà rintracciabile nei nostri cieli anche ad orari mattutini, prima dell’alba. Avremo cinque transiti notevoli con magnitudini elevate durante l’ultimo mese estivo, auspicando come sempre in cieli sereni!

Non perdere la rubrica Transiti notevoli ISS per il mese di Agosto 2022 a cura di Giuseppe Petricca

Cieli sereni a tutti!

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HANC Marginis – n. 257 Coelum Astronomia

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Il 257 è il numero dei ricordi ma anche delle novità,
o diciamo così, delle ri-novità!
Torna una rubrica amata da tutti i lettori, che spazia in tutti gli ambiti e che vuole raccontare aneddoti e vicende storiche, o attuali, con un punto di vista critico e non di parte. Scovare cavilli, dettagli sfumature. Sfida ricca di insidie quella che Paola Giorgini ha raccolto con entusiasmo ma noi di Coelum non abbia dubbi: sarà un successo!

COELUM n. 257 Agosto/Settembre

Un numero ricco di novità e attesi ritorni come la rubrica Hanc Marginis, in cui l’autrice Paola Giorgini racconta vicende storiche svelando pillole, curiosità e sfumature legate al mondo dell’Astronomia!

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Transiti notevoli ISS per il mese di Agosto 2022

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La ISSStazione Spaziale Internazionale sarà rintracciabile nei nostri cieli anche ad orari mattutini, prima dell’alba. Avremo cinque transiti notevoli con magnitudini elevate durante l’ultimo mese estivo, auspicando come sempre in cieli sereni!

24 Agosto

Si inizierà il giorno 24 agosto, dalle 05:24 alle 05:32, osservando da SSO a ENE. La ISS visibile al meglio dal Sud Italia, con una magnitudine massima che si attesterà su un valore di -3.3. Se osservata dal Centro, la Stazione Spaziale transiterà vicino alla Luna, con Marte facilmente individuabile tra le Iadi e le Pleiadi.
25 Agosto
Si replica il 25 Agosto, dalle 04:37 verso SSE alle 04:43 verso ENE. Visibilità migliore ancora una volta per il Sud Italia, con magnitudine di picco a -3.1.
26 Agosto
Passiamo al giorno 26 Agosto con un nuovo transito dalle 05:23 in direzione OSO alle 05:31 in direzione NE. Osservabile da tutto il paese, il transito migliore del mese avrà una magnitudine massima di -3.8.
27 Agosto
Il penultimo transito si avrà il giorno 27 Agosto, dalle 04:36 da SE alle 04:42 ad ENE, con magnitudine massima di -3.7. Sarà un transito parziale, ma nuovamente osservabile al meglio da tutta Italia.
29 Agosto

L’ultimo transito del mese, nuovamente parziale, si avrà il 29 Agosto, dalle 04:35 alle 04:41, da NNO a NE. Magnitudine di picco a -3.4 non appena la ISS uscirà dall’ombra della Terra. Passaggio osservabile al meglio dal Nord Italia.

Coelum Astronomia NEXT GENERATION – n. 257 Coelum Astronomia

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Coelum Astronomia segna una data importante, 25 anni di pubblicazioni, 25 anni di copertine come abbiamo visto che hanno segnato la storia dell’Astronomia e delle scoperte più importanti, avvenimenti da ricordare, immagine storiche ed epiche
… e domani?

Se è vero che probabilmente per il prossimo decennio il programma Artemis ci regalerà molti record, lo scorso aprile il Consiglio Nazionale delle Ricerche degli Stati Uniti ha dato chiare indicazioni per i passi successivi da compiere. Scopriamo con l’aiuto di Gabriele Cremonese (già autore Coelum per la rubrica “Sistema Solare) e Alice Lucchetti quali saranno le copertine da collezione del futuro “non proprio prossimo” di Coelum Astronomia.

Che cosa ci aspetta?

Ogni circa 10 anni, il Consiglio Nazionale delle Ricerche degli Stati Uniti per la NASA e altre agenzie governative degli Stati Uniti come la National Science Fundation, redigono il Planetary Science and Astrobiology Decadal Survey. Un report redatto da un prestigioso gruppo di ricercatori e scienziati selezionati con attenzione in rappresentanza di specifiche discipline che ha il compito di identificare i temi ritenuti di rilievo per la comunità scientifica coinvolta nelle scienze planetarie e definire una lista di priorità per le future missioni spaziali e su cui investire nel prossimo decennio.

Scopri di più sulle future esplorazioni spaziali
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Mondi in miniatura – Asteroidi, Agosto 2022

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Una curva, due picchi e due valli che si alternano dolcemente, uno dopo l’altra. Ogni punto è un momento preciso nel tempo e racconta un frammento di una storia che aspetta di essere scoperta, letta e quindi interpretata. Ogni singolo punto della curva è un’osservazione dalla quale si è ricavata una misura dell’intensità di luce.

Non si tratta di luce emessa dal corpo celeste, bensì di luce solare riflessa dalla tormentata superficie di un asteroide.


Ci avviciniamo.

Il piccolo mondo, il mondo in miniatura, che da vicino appare di cruda bellezza (vedi le magnifiche immagini scattate in questi anni dalle sonde), ma che dal nostro punto di vista a terra non è altro che un debole puntino luminoso, è pronto a svelarci un altro dei suoi segreti.

Punti di luce

Preso a sé stante, ogni singolo punto della curva contiene una certa limitata quantità di informazioni e descrive essenzialmente l’intensità della luce riflessa dal corpo, così come è stata registrata dallo strumento di misura, il nostro sensore CCD o CMOS.
Dalle medesime immagini si ricavano altri elementi, la misura della posizione, ad esempio, ma quello che in questo momento interessa è la misura precisa dell’intensità della luce. Per scoprirne i segreti, tutti i punti devono essere messi in sequenza in un grafico che riporta nell’asse delle ascisse il tempo, e in quello delle ordinate l’intensità della luce di ogni singola osservazione. I punti così disposti disegnano una “Curva di Luce”. Proviamo ad analizzarla.

In prima battuta si trova che quella curva descrive un periodo, usualmente espresso in ore. Di cosa si tratta? E’ il tempo impiegato dall’asteroide per compiere una rotazione completa sul suo asse. Ecco che adesso disponiamo di un’altra importate informazione sul quel mondo in miniatura, il suo “Periodo di rotazione”.

Curva di luce dell’asteroide Steins.
Credit: Stefano Mottola (DLR), OSIRIS team.

Dal grafico emerge anche un altro elemento, la variazione dell’ intensità della luce nel tempo, che rappresenta l’ampiezza fotometrica della curva. Ma non è tutto!
L’analisi delle curve di luce è un potente strumento di conoscenza che consente di svelare caratteristiche fisiche di quei piccoli mondi. Disponendo di una sufficiente quantità di curve, realizzate in almeno 2 opposizioni differenti, siamo in grado di disegnare con buona approssimazione la sagoma tridimensionale dell’asteroide. Variazioni inaspettate di intensità e anomalie nella forma della curva, possono essere segnali della presenza di una piccola luna che vi orbita intorno. Ottimi lavori di studio sulle curve di luce, realizzati anche dall’Unione Astrofili Italiani, sono pubblicati dal “The Minor Planet Bulletin”:
https://mpbulletin.org/

Ogni Mondo in miniatura è disposto a rivelare i proprio segreti, siete disposti a provarci?

Cosa osservare ad Agosto 2022

Ad Agosto Interamnia lascerà alle proprie spalle le deboli stelle del Cavallino, Vesta e Ampella si avvicineranno all’Acquario, la prima in direzione della Tibia (Skat) mentre la seconda sorvolando l’ammasso globulare M72
I principali asteroidi osservabili ad agosto 2022 (in-the-sky.org)

(198) Ampella

(198) Ampella è un asteroide di fascia principale che compie un’orbita intorno al Sole ogni 1.410 giorni (3.86 anni) ad una distanza compresa tra le 1.90 e le 3.02 unità astronomiche (rispettivamente, 284.235.954 Km al perielio e 451.785.570 Km all’afelio).

Deve il suo nome a Ampelo, figura mitologica greca. Scoperto da Alphonse Borrelly il 13 Giugno 1879, l’asteroide sarà in opposizione il 5 Agosto. In questo frangente raggiungerà la massima brillantezza con una magnitudine di 10.5.  Il suo moto sarà di 0,64 secondi d’arco al minuto, quindi, per far si che l’oggetto mantenga un aspetto puntiforme nelle  nostre immagini potremo utilizzare tempi di esposizione fino a 5 minuti.

Per ottenere  una traccia di movimento dovremo esporre (o integrare) per un tempo più lungo, e con 40 minuti di posa vedremo (198) Ampella trasformarsi in una bella striscia luminosa di quasi 26 secondi d’arco.

(794) Interamnia

(704) Interamnia è un asteroide di fascia principale che compie un’orbita intorno al Sole ogni 1.950 giorni (5.34 anni) ad una distanza compresa tra le 2.58 e le 3.53 unità astronomiche (rispettivamente, 385.962.506 Km al perielio e 528.080.484 Km all’afelio).

Deve il suo nome alla città di Teramo, dove fu scoperto il 2 Ottobre 1910 da Vincenzo Cerulli. Il quinto per dimensioni dopo Cerere, Vesta, Pallas e Hygiea, questo imponente asteroide (circa 330 Km di diametro) sarà in opposizione il 18  Agosto, momento nel quale raggiungerà la massima luminosità brillando di magnitudine di 10.3.

Il suo moto sarà di 0,57 secondi d’arco al minuto, quindi, per far si che l’oggetto mantenga un aspetto puntiforme nelle nostre immagini potremo utilizzare tempi di esposizione fino a 6 minuti. Per ottenere  una traccia di movimento dovremo esporre (o integrare) per un tempo più lungo, e con 40 minuti di posa vedremo (704) Interamnia trasformarsi in una bella striscia luminosa di 23 secondi d’arco.  

(4) Vesta

(4) Vesta è il secondo Asteroide per dimensioni (circa 525 Km di diametro) della fascia principale, secondo solamente a (1) Cerere. Compie un’orbita intorno al Sole ogni 1.330 giorni (3.64 anni) ad una distanza compresa tra le 2.10 e le 2.57 unità astronomiche (rispettivamente, 321.635.422 Km al perielio e 384.466.528 Km all’afelio). Con picchi di magnitudine fino a 5.1, (4) Vesta è l’asteroide più brillante visibile dalla Terra ed è considerato il corpo progenitore della famiglia dei Vestoidi, un gruppo di asteroidi nato a seguito di collisioni risalenti a circa due miliardi di anni fa.

Scoperto dall’astronomo Heinrich Olbers il 29 Marzo 1807, l’asteroide sarà in opposizione il 22 Agosto, brillando ad una magnitudine di 6.1. Il suo moto sarà di 0,65 secondi d’arco al minuto, quindi, anche in nel suo caso, con tempi di esposizione fino a 5 minuti ne preserveremo l’aspetto puntiforme. Volendo ottenere una traccia di movimento dovremo esporre (o integrare) per un tempo più lungo, e con 40 minuti di posa vedremo (4) Vesta trasformarsi in una bella striscia luminosa di 26 secondi d’arco.

Selezione di asteroidi (luminosi) in opposizione ad Agosto 2022
(37) Fides Magnitudine: 11
(90) Antiope Magnitudine: 11
(113) Amalthea Magnitudine: 11
(120) Lachesis Magnitudine: 12
(241) Germania Magnitudine: 11
(394) Arduina Magnitudine: 12
(674) Rachele Magnitudine: 12
(2717) Tellervo Magnitudine: 13

Allineamento polare laser-guidato – n. 257 Coelum Astronomia

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Per la rubrica: LA TECNICA CI SALVERÀ!

ALLINEAMENTO POLARE LASER-GUIDATO
Per astrofili incriccati, impazienti e freddolosi, ma tendenzialmente precisi

Mettiamo subito in chiaro che in questo articolo non verrà fornita la spiegazione della reale natura  della materia oscura dell’Universo né tantomeno si svelerà la tecnica definitiva per l’eliminazione della turbolenza atmosferica. Nulla di epocale. Vi si potrà invece trovare, si spera, un metodo semplice per facilitare la vita di tanti astrofili!

Come tanti altri, iniziando con le osservazioni al telescopio, circa trent’anni fa, il metodo usato per allineare velocemente al polo la montatura fu quello di sfruttare dei cerchietti disegnati a terra, attorno ai piedini del treppiede, precedente tracciati con accuratezza. Funzionò abbastanza bene per sessioni visuali e pose brevi finché non arrivarono i cannocchiali polari incorporati nella montatura in grado di aumentare la precisione della “messa al polo” mentre, nel frattempo, il mio rachide, aveva preso a sconsigliare i contorsionismi necessari a guardare dentro simili aggeggi.

Curiosi di scoprire come l’autore ha risolto i suoi problemi??

COELUM n. 257 Agosto/Settembre

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Le Costellazioni di Agosto 2022

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Il mese di agosto ci porta nel vivo dell’estate regalandoci la possibilità di stare all’aperto a contemplare il cielo stellato e a lasciarci trasportare da quell’infinito fiume di stelle che attraversa la volta celeste, la Via Lattea, che da luoghi idonei all’osservazione è ancora possibile individuare ad occhio nudo in quella scia biancastra che solca il cielo; sembra quasi di udire il fruscio del suo scorrere incessante di stelle, tra astronomia e mitologia.

Proprio nella regione di cielo attraversata dalla Via Lattea è possibile contemplare diverse costellazioni tra le più interessanti di del periodo: lo Scorpione (vedi articolo per i dettagli), l’Aquila, il Cigno, il Sagittario, con i loro astri brillanti e gli asterismi che compongono.

IL SAGITTARIO, UNA RICCA COSTELLAZIONE NEL CIELO DI AGOSTO

Proprio in relazione alla Via Lattea, il Sagittario è una costellazione dello zodiaco che contiene al suo interno il Centro Galattico, il punto più  ricco e luminoso della nostra galassia.

La costellazione è tipica dell’estate boreale e, pur rimanendo bassa sull’orizzonte meridionale, può essere facilmente osservata per tutto il periodo estivo e individuabile grazie al particolare asterismo della Teiera composta dalle sue stelle più luminose.

Il Sagittario è ricco di oggetti non stellari: esso ospita un numero considerevole  di oggetti del catalogo Messier, in particolar modo ammassi globulari come M22, uno dei più consistenti, che contiene più  di mezzo milione di stelle. 

Nella costellazione non  mancano nemmeno le nebulose, come M8 (Nebulosa Laguna), M17 (Nebulosa Omega), M20 ( Nebulosa Trifida) e diversi ammassi aperti.
Interessante l’oggetto M24, ovvero la Piccola Nube Stellare del Sagittario: si tratta di  una estesa nube di polveri, gas e stelle, al cui interno è collocato anche l’ammasso aperto NGC 6603.

Nebulosa Laguna. Credit: Graziano Curti
SAGITTARIUS A* NEL CUORE DELLA COSTELLAZIONE E DELLA NOSTRA GALASSIA

Quando si fa riferimento alla costellazione del Sagittario è inevitabile menzionare il  buco nero supermassiccio Sagittarius A*, la cui immagine è stata rivelata al mondo a maggio 2022 dai ricercatori del progetto Event Horizon Telescope: ciò rende ancora più affascinante osservare la costellazione nel cielo, pensando che al suo interno vi è un oggetto di tale importanza.

IL SAGITTARIO NELLA MITOLOGIA

Metà uomo e metà cavallo, la figura del Sagittario rappresenta un arciere con indosso un mantello, intento a tendere l’arco in direzione dello Scorpione: il Sagittario è colui che lancia le frecce, dal latino sagittae, e come ogni oggetto celeste è rivestito da un significato mitologico.

Secondo la mitologia greca il Sagittario viene associato a Croto, figlio del dio dei pastori, Pan e della nutrice delle Muse, Eufeme.

Croto visse la sua infanzia crescendo sul Monte Elicone circondato dalle Muse e dalle loro arti e proprio in loro onore inventò l’applauso come segno di omaggio alle loro manifestazioni artistiche.

Le Muse, grate a Croto, si rivolsero a Zeus affinché gli concedesse un posto d’onore sulla volta celeste; il padre degli dei decise dunque di trasformarlo in una costellazione e premiandolo per la sue doti di arciere e di cavallerizzo, lo pose tra le stelle conferendogli la figura che noi tutti conosciamo.
LA COSTELLAZIONE NEL CIGNO BRILLA NEL CIELO DELL’ESTATE

Rappresentata come un uccello in volo verso il sud sulla volta celeste, la Costellazione del Cigno è uno degli oggetti astronomici  più interessanti dell’estate boreale.

E’ individuabile grazie alla sua stella alfa, Deneb, una supergigante bianca che con la sua magnitudine apparente di +1,25, rappresenta la diciannovesima stella più brillante del cielo notturno.

Deneb, insieme alla stella Vega della Lira e ad Altair dell’Aquila, rappresenta uno dei vertici del Triangolo estivo, tipico asterismo dell’estate boreale.

Del Cigno fa parte anche Albireo, un interessante sistema stellare composto da due astri di colore diverso: le due componenti, la principale di colore  arancio mentre la secondaria di colore bianco-azzurro, possono essere risolte già attraverso un piccolo telescopio.

Albireo insieme a Deneb costituisce l’asterismo della Croce del Nord, il cui asse maggiore è attraversato dalla Via Lattea.

OGGETTI NON STELLARI NELLA COSTELLAZIONE DEL CIGNO

Nella costellazione è presente un gran numero di stelle variabili, ammassi aperti e nebulose: da segnalare la Fenditura del Cigno, un vastissimo complesso di nebulose oscure e polveri interstellari a Sud di Deneb, che taglia in due la Via Lattea  includendo oggetti come la  Nebulosa America e la Nebulosa Pellicano, soggetti cari agli astrofotografi.

Nebulosa Nord America.
Credit: Lorenzo Busilacchi
LA MITOLOGIA E IL CIGNO

Anche il Cigno trova posto tra le innumerevoli storie legate alla mitologia: molte di queste riconducono la figura del Cigno a quella di Zeus, in quanto solito assumere tali sembianze per poter sedurre le fanciulle di cui si invaghiva.

Tra tutte sembra prevalere quella che ha come protagonista Zeus (sempre lui!) che invaghitosi di Leda, nipote di Ares e regina di Sparta, si trasformò in un cigno e possedette la giovane donna mentre passeggiava sulle rive del fiume; dall’uovo concepito (anzi, presumibilmente due uova) vennero alla luce quattro bambini, ma poiché Leda quella stessa notte giacque con suo marito il re Tindaro, non v’è certezza sulla reale paternità anche se le uova divine, da cui nacquero Elena di Troia e Polluce (vedi articolo costellazioni di febbraio 2022) che furono attribuite a Zeus. 

Il Cigno dunque campeggia in cielo a voler rappresentare il padre degli dei e le leggende che lo vedono protagonista.

Coelum racconta 25 ANNI di Astronomia – n. 257 Coelum Astronomia

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Nel mese di Settembre 1997, con una scelta motivata dalla necessità di un cambio di editore e a distanza di poco più di un anno di pubblicazione del giovane progetto editoriale “Il Cielo”, un nuovo periodico di divulgazione scientifica dal nome evocativo ha preso forma: “Coelum Astronomia”. 

Un articolo che anticipa i festeggiamenti per la ricorrenza dei 25 anni di pubblicazioni di Coelum Astronomia, raccolti in un progetto editoriale esclusivo dedicato alla ricorrenza con distribuzione prevista per la fine di Agosto.

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180 pagine per ripercorrere la 𝗦𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗔𝘀𝘁𝗿𝗼𝗻𝗼𝗺𝗶𝗮 di un quarto di secolo narrata attraverso le copertine vivaci e affascinanti dei numeri di Coelum dal prestigioso n°1 di settembre 1997 fino ai mesi attuali!

EDIZIONE LIMITATA – DA NON PERDERE!

CRESCENT NEBULA di Simone Lochi – come individuarla e dettagli tecnici sullo scatto

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ZOOM SULLA VIA LATTEA

Ci scrive l’autore dello scatto, Simone Lochi:

«Metto una mappa così potete cercare la Crescent Nebula: tutte le sere, sul tardi, la vedete a mezza altezza verso Est. Purtroppo per me è ancora bassa e spunta da dietro al tetto di casa solo alle 02:30 (orario riferito a fine giugno, ndr), per questo ho dovuto dividere le riprese in tre notti separate (menomale che la mia montatura fa tutto in automatico!).

Pensavo di dover collezionare almeno 10 ore di segnale, invece sono bastate 5 ore e 10 min per avere un risultato che mi soddisfa. Godetevela! Il Cigno è strapieno di bellezze come questa e forse a breve arrivano altre chicche» 🙂

Con un normale obiettivo fotografico adattato ad una camera astronomica si riesce ad entrare abbastanza a fondo nella nube molecolare del Cigno, un vastissimo complesso di gas e polveri che concorrono a creare nuove stelle.

Questa vista d’insieme nel cuore dell’omonima costellazione (la stella Sadr è il centro) mostra una zona ricca di oggetti di varia natura e bellissimi da fotografare al telescopio; due di questi sono indicati nei riquadri: si tratta della Crescent Nebula, una nube creata da una stella di Wolf-Rayet e la Nebulosa Tulipano, una regione di idrogeno coperta a tratti da filamenti di polveri e nubi oscure (nei pressi si trova anche Cygnus X1, un buco nero legato ad una stella in un sistema binario, i cui getti creano un’onda d’urto che nella foto è appena visibile).

Immagine nata dall’integrazione di 220 scatti da 1 min con teleobiettivo fotografico a 70mm f4 ed ASI 294 MC PRO

Tecnica HDR – Massimo di Fusco

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Figura 1. Schermata del processo HDRComposition di Pixinsight con i valori impostati di default.

 

Figura 2. Schermata del processo HDRMultiscaleTransform di Pixinsight con i valori impostati di default.

Immagini HDR: quando e come comporle – n. 257 Coelum Astronomia

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La composizione HDR (High Dynamic Range) è una particolare tecnica fotografica che prevede una prima fase di acquisizione di diversi set di immagini a tempi di esposizione che vanno da pochi secondi a diversi minuti e una seconda parte di elaborazione per mettere insieme tutti i dati raccolti.

Una delle tante situazioni davanti alle quali può trovarsi un astrofotografo è infatti quella in cui nel campo inquadrato, in gergo tecnico FOV (Field Of View), ci sono aree o soggetti estremamente luminosi (una o più stelle, nuclei galattici, parti di nebulose) che tendono a saturare il sensore molto in fretta (nell’ordine di grandezza di secondi) e aree molto poco luminose che richiedono lunghe esposizioni per essere immortalate (nell’ordine di grandezza di minuti).

Non ci sono molti soggetti nel cielo notturno che necessitino di una composizione HDR ma il campo si allarga quando nell’inquadratura sono presenti una o più stelle molto luminose e si desidera, per un puro fattore estetico, che i loro nuclei non vengano sovraesposti. Situazione che si presenta tipicamente ad esempio negli ammassi stellari.

Se vuoi approfondire questa tecnica, non perdere l’approfondimento nella rubrica di Astrofotografia con l’articolo a cura di Massimo Di Fusco!

Lo trovi su COELUM n. 257 Agosto/Settembre

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Le Comete di Agosto 2022

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Massima luminosità per la K2 PanSTARRS

Un rapido aggiornamento sulla cometa che ci accompagna da diversi mesi!

Solo la “vecchia” C/2017 K2 PanSTARRS risulta appetibile brillando attorno all’ ottava magnitudine, valore che dovrebbe risultare il suo picco luminoso.
In agosto l’oggetto si abbasserà sempre più sull’orizzonte, trasferendosi dall’Ofiuco verso le chele dello Scorpione. Osservabile proficuamente non appena fa buio, sotto cieli bui è rilevabile senza grandi difficoltà anche in piccoli strumenti.
Negli ultimissimi giorni di agosto sfilerà molto vicina a Dschubba, la stella Delta dello Scorpione, che fungerà da ottimo punto di riferimento per trovarla.

Per finire riporto la mia ultima osservazione della cometa, risalente al 24 luglio: “L’oggetto, dal diametro di buone dimensioni, risulta piuttosto diffuso e poco condensato, appena più luminoso verso il centro. È una cometa che continua a non spiccare molto, dalla crescita lenta ma costante. Risulta Visibile al limite anche con il piccolo binocolo 10×50.’’

Credit in-the-sky.org
Nella cartina la posizione della K2 PanSTARRS in agosto alle 22.30 ora estiva. Le stelle più deboli sono di mag. 8.

 

SAGITTARIUS A* in tutto il suo splendore – n. 257 Coelum Astronomia

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IL MOSTRO È FUORI DALLA TANA!
Il 12 maggio 2022 l’EHT annuncia la prima immagine del buco nero al centro della nostra galassia, la Via Lattea. Abbiamo chiesto alla dott.ssa Mariafelicia De Laurentis, Deputy Project Scientist e membro del consiglio scientifico dell’EHT, di raccontare per i lettori di Coelum la genesi di un simile risultato destinato a segnare la storia della ricerca astronomica.

Ne hanno parlato in molti: insomma “cos’è” questa immagine?

Al di là del suo indiscutibile valore scientifico, c’è da sottolineare che questo risultato  costituisce un emblematico caso di successo tecnologico. Se da un lato la possibilità di osservare il vorticoso comportamento della materia intorno all’orizzonte degli eventi di un buco nero ci ha infatti consentito di mettere alla prova le previsioni della relatività generale di Einstein in un cosiddetto regime di campo gravitazionale forte, dall’altro, l’accesso a tale informazione ha richiesto l’adozione di tecniche e sistemi di acquisizione e integrazione dei dati in grado di superare le difficoltà sperimentali legate alla distanza che separa SgrA* dal nostro pianeta, pari a circa 27.000 anni luce, e alla natura estremamente variabile di questo buco nero. Ostacoli superati grazie alla creazione di un telescopio virtuale delle dimensioni della Terra, attraverso l’utilizzo della rete di otto osservatori radio-astronomici, distribuiti su tutto il globo.

“Nelle immagini radio, i buchi neri appaiono come draghi sputafuoco. Alcuni sono possenti e con i loro getti producono fiamme altissime, visibili da molto lontano; altri sono deboli, fiacchi, e dalle loro gole fuoriesce solo una fiammella.
Ma i getti li producono quasi tutti, l’importante è concentrarsi sull’emissione all’altezza delle fauci, senza farsi impressionare dalle gigantesche fiamme dei grandi getti di plasma” [Mariafelicia De Laurentis]

TUTTO CIÒ CHE C’È DA SAPERE SUL BUCO NERO AL CENTRO DELLA VIA LATTEA
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Previsioni attività solare – Agosto 2022

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Il mese appena trascorso ha visto protagonista la nostra stella con alcuni eventi intensi, protuberanze e macchie solari!
Scopriamo insieme le previsioni per Agosto!

Il ciclo solare 25 continua nella sua fase di crescita, ed anche nel mese di luglio ci ha regalato un’attività solare molto varia ed interessante.

Prima di entrare nel dettaglio del mese appena concluso, vediamo come di consueto un aggiornamento sulle previsioni a lungo termine per questo ciclo solare. Nella precedente edizione della rubrica avevamo menzionato la previsione ufficiale per il ciclo 25, pubblicata a Dicembre 2019 dal panel internazionale NOAA/NASA/ISES, che stimava un “sunspot number” massimo di 115±10 a Luglio 2025 ±8 mesi (https://www.swpc.noaa.gov/news/solar-cycle-25-forecast-update).
Se si tiene conto che un ciclo solare medio ha un “sunspot number” massimo attorno a 175, tale predizione corrispondeva ad una ciclo solare piuttosto debole ed in linea con quello precedente.

Si è mostrato come l’andamento attuale del ciclo solare mostrasse una crescita significativamente più rapida rispetto a quella prevista. Nel grafico seguente (prodotto utilizzando il sito del NOAA https://www.swpc.noaa.gov/products/solar-cycle-progression) è visibile nel dettaglio come la crescita attuale sia compatibile con una correzione (corrispondente alla curva grigia) della previsione ufficiale (in rosso), in cui il picco massimo viene anticipato di sei mesi ed aumentato di 10. Tale correzione è in effetti ai margini dell’intervallo di confidenza della previsione originale. Si conferma quindi un andamento superiore alle previsioni iniziali, ma che comunque resterà probabilmente al di sotto del ciclo solare medio.

Report del mese scorso – Luglio 2022

Passiamo in rassegna gli aspetti salienti dell’attività solare dello scorso mese (Luglio 2022), osservando cosa è avvenuto a livello delle macchie solari. L’animazione mostra l’evoluzione delle macchie solari a parte dal 27 Giugno fino al 21 Luglio.

Possiamo vedere come il mese di Luglio sia stato caratterizzato da una presenza ininterrotta di macchie solari, tra cui spiccano quelle nelle regioni attive 3053 e 3057 (emisfero Nord) e nella regione attiva 3055 (emisfero Sud). Anche per quanto riguarda le strutture visibili sulla cromosfera (come filamenti e protuberanze) le soddisfazioni non sono mancate.

Un esempio è dato da un’immagine nella lunghezza d’onda dell’idrogeno alfa (6562.8 Å) prodotta dal sottoscritto con telescopio solare Daystar Solar Scout DS 60/930 e fotocamera Fujifilm X-T30. L’immagine (a falsi colori e luminanza invertita) si riferisce al 13 Luglio e mostra, oltre alle macchie solari osservabili anche in luce bianca, un discreto numero di protuberanze e soprattutto di filamenti anche molto estesi.
In particolare il filamento nel quadrante Nord-Est è stato protagonista un paio di giorni dopo (il 15 Luglio) di una spettacolare eruzione mostrata nell’animazione, prodotta sulla base di immagini nella lunghezza d’onda di 304 Å (estremo ultravioletto) dal satellite Solar Dynamics Observatory della NASA.

Credits: NASA/SDO and the AIA, EVE, and HMI science teams

Questo ci porta infine a parlare degli eventi più intensi come brillamenti ed eruzioni solari. L’immagine qui sotto (prodotta utilizzando il sito https://www.polarlicht-vorhersage.de/goes-archive) mostra il flusso di raggi X dal 27 Giugno fino al 21 Luglio. Possiamo vedere come il flusso dei raggi X sia stato mediamente intenso soprattutto nella seconda metà del mese.
In particolare sono avvenuti diversi brillamenti solari di classe M, tra cui un primo evento di lunga durata il giorno 9 Luglio che ha interessato la regione attiva 3053 e che ha prodotto una espulsione di massa coronale (https://watchers.news/2022/07/09/long-duration-m2-5-solar-flare-produced-partial-halo-cme-glancing-blow-possible/) ed il secondo il giorno 15 Luglio legato proprio all’eruzione del filamento molto esteso di cui abbiamo già parlato sopra.

Coelum Astronomia 25 anni – Edizione Limitata – Prevendita!

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Arriva il progetto editoriale per celebrare

25 anni di pubblicazioni di Coelum Astronomia.

In occasione dei festeggiamenti per la ricorrenza dei 25 anni di pubblicazioni di Coelum Astronomia, la redazione sta lavorando ad un progetto editoriale esclusivo dedicato alla ricorrenza con distribuzione prevista per la fine di Agosto.

Nelle 180 pagine del volume si ripercorrerà la Storia dell’Astronomia di un quarto di secolo narrata attraverso le copertine vivaci e affascinanti dei numeri di Coelum dal prestigioso n°1 di settembre 1997 fino ai mesi attuali.

Le missioni partite ed atterrate, i grandi dubbi cosmologici, le tecniche di osservazione, i grandi appuntamenti astronomici, congiunzioni, eclissi, sciami meteoritici. I grandi protagonisti dell’esplorazione e l’elogio ai grandi scienziati del passato. Le comete, un banco di prova importante per tutti gli appassionati di astrofotografia, le immagini affascinanti dell’Hubble Space Telescope. Le idee grafiche per rappresentare ciò che si può solo immaginare e Rosetta, perché poi alla fine anche l’impossibile si può catturare.

Le copertine dei numeri usciti, suddivise per anno, saranno affiancate dai nomi degli autori e collaboratori che hanno contribuito ad ogni singolo numero e, per ogni anno, in chiusura una piccola chicca.

Il volume da collezione sarà reso ancora più prezioso dalle testimonianze dei protagonisti artefici del grande successo della testata.

EDIZIONE LIMITATA – TERMINE PREVENDITA 20 AGOSTO

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Luna di Agosto 2022

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Dopo la meravigliosa Luna al perigeo di Luglio,
scopriamo insieme cosa ci aspetta nel mese di Agosto!

Superato il Novilunio di fine Luglio (il 28 alle 19:55) con l’avanzare della fase crescente inizierà Agosto. La prima occasione utile per guardare la Luna col telescopio sarà proprio nella prima serata di questo mese, anche se il nostro satellite si troverà ormai all’altezza di soli +14° e visibile fino alle 22:36 quando scenderà sotto l’orizzonte.
Nel caso specifico la Luna sarà in fase di 4 giorni e sulla sua superficie si potranno visitare le innumerevoli strutture esistenti fra il bordo orientale ed il terminatore, dalle vaste aree basaltiche di colore scuro dei mari Crisium e Fecounditatis in posizione centrale oltre ai settori nordest e sudest fino alle rispettive cuspidi nord e sud.

Alle ore 13:06 del 5 Agosto la Luna sarà in Primo Quarto ma a -10° sotto l’orizzonte, mentre nella medesima serata si renderà perfettamente visibile dalle ore 21:00 circa in poi con un’altezza iniziale di +25° fino a poco oltre la mezzanotte del 6 Agosto, quando andrà a tramontare.

Mare Frigoris

Essendo ormai assodato come la forma di gran parte dei mari lunari sia prevalentemente circolare (strettamente legata alla dinamica della loro formazione) in questo numero intendo portare all’attenzione dei lettori un’area del nostro satellite che con la citata “forma circolare” non ha proprio nulla a che vedere. Si tratta infatti del mare Frigoris, un’antichissima struttura la cui origine viene ricondotta al periodo geologico Pre Imbriano, collocato da 4,5 a 3,8 miliardi di anni fa e situata nel settore settentrionale, con una superficie complessiva di 440.000 kmq esteso in senso est-ovest con una lunghezza totale di circa 1800 km dal settore nordest fino al Sinus Roris, con una larghezza variabile da un minimo di 70/80 km fino ad un massimo di circa 260 km.

Nel caso specifico, in fase di Primo Quarto, è possibile individuarne un tratto di 1100 km esteso dall’area ad ovest del cratere Endymion fino al cratere Plato, venendo così a costituire una sorta di separazione fra il settore più settentrionale del nostro satellite e le imponenti strutture geologiche situate in prossimità del margine nord dei mari Imbrium e Serenitatis, oltre che del vicino Lacus Mortis con i crateri Plato, Aristoteles e le Alpi.

In considerazione della collocazione geologica di Frigoris ne deriva che molto probabilmente si tratta della porzione di una gigantesca struttura preesistente rispetto al vicino mare Imbrium al quale viene assegnato un periodo di formazione risalente all’Imbriano Inferiore, collocato in prossimità dei 3,8 miliardi di anni ma non oltre. Ulteriori porzioni del mare Frigoris si potranno osservare contestualmente all’avanzare del terminatore verso occidente.

Luna in Plenilunio

La fase di Luna crescente culminerà col Plenilunio del 12 Agosto alle ore 03:36 mentre si troverà ad un’altezza di +20°. Nel caso specifico la distanza dal nostro pianeta sarà di 359444 km e con diametro apparente di 33,24’. Per chi intendesse effettuare osservazioni col telescopio segnalo che la serata precedente, 11 Agosto, la Luna sorgerà alle ore 20:29 rendendosi pertanto visibile fino all’alba del mattino seguente quando tramonterà contestualmente al sorgere del Sole. Per gli appassionati delle zone di librazione segnalo che nella medesima serata/nottata tale fenomeno avrà il suo massimo lungo il bordo nordest.

Avviata la fase di Luna calante, alle ore 06:36 del 19 Agosto il nostro satellite sarà in Ultimo Quarto. Per effettuare osservazioni di questa sempre interessante anche se scomoda fase lunare consiglierei la serata immediatamente precedente, il 18 Agosto, quando alle ore 23:34 sorgerà in fase di 21 giorni e sarà visibile fino alle prime luci dell’alba, pochi minuti prima dell’Ultimo Quarto.

Gruppi montuosi da osservare

Orientato il telescopio in prossimità del confine tra mare Imbrium e oceanus Procellarum focalizziamo ora l’attenzione su tre piccoli gruppi montuosi di modeste dimensioni, forse a volte anche snobbati, ma non per questo meno meritevoli almeno di una visita. Si tratta dei monti Delisle, La Hire e Vinogradov relativamente isolati fra queste immense distese basaltiche e di cui se ne è ipotizzata l’eventuale sovrapposizione su elementi artificiali del nostro pianeta.

Iniziando col Mons Delisle, caratterizzato da una forma allungata estesa per 51 km in senso nord-sud e con un’altezza di 1000 mt, il cerchio giallo centrato sulla città di Roma va interpretato come l’effettiva estensione dell’area ipoteticamente occupata da tale struttura.
Un altro interessante gruppo montuoso isolato nel mare Imbrium è
Mons La Hire esteso per una lunghezza di 20 km ed alto 1700 mt. Centrandone in questo caso l’immagine sulla città di Milano l’area che ipoteticamente andrebbe ad occupare è delimitata dal cerchio giallo inglobando le località indicate sulla rispettiva immagine di riferimento.
Analogamente anche il massiccio montuoso di Mons Vinogradov di 26 km di lunghezza e costituito da varie vette alte fino a 1400 mt è stato centrato sulla città di Milano ottenendone un’area ipoteticamente occupata da tale struttura delimitata da una circonferenza (cerchio giallo) comprendente le località indicate sulla specifica immagine. E’ importante notare come questi modesti rilievi montuosi, che all’oculare rimangono comunque piccoli dettagli anche se osservati ad elevati poteri di ingrandimento, una volta realizzata la virtuale sovrapposizione su elementi del nostro pianeta potremo constatare come la loro effettiva estensione assuma una ben differente percezione rispetto all’osservazione al telescopio.

Il progredire della fase di Luna calante porterà progressivamente il nostro satellite a rendersi visibile solamente nelle più lontane ore della notte fino al Novilunio del 27 Agosto alle ore 10:17 quando, analogamente allo scorso mese di Luglio, immediatamente ripartirà un nuovo ciclo lunare chiudendo Agosto con le prime sottili falci di Luna.

Le Falci lunari di Agosto

Per gli appassionati di falci lunari il primo appuntamento è per la nottata del 23 Agosto quando alle ore 02:12 sorgerà una falce di 25,2 giorni sulla cui superficie non mancheranno le occasioni per andare alla ricerca di interessanti dettagli. Infatti Aristarchus Plateau si troverà proprio in prossimità del terminatore così come l’affollata regione vulcanica delle Marius Hills, oltre allo spettacolare quartetto costituito dai crateri Schickard, Nasmyth, Phocylides, Wargentin fino all’estremo sudovest col vastissimo Bailly che con i suoi 311 km di diametro è il più esteso cratere visibile sull’emisfero lunare rivolto verso la Terra.

Da non dimenticare una sosta sulla cosiddetta isola nera del cratere Grimaldi, noto per il notevole contrasto delle sue scure rocce basaltiche rispetto agli altipiani circostanti. Una citazione la meritano anche le rispettive cuspidi nord e sud.
La notte successiva, il
24 Agosto, alle ore 03:09 sorgerà una falce di 26,3 giorni con la possibilità di individuare sulla sua superficie una netta distinzione fra gli scuri basalti di Procellarum a ovest-nordovest e la più elevata albedo delle rocce anortositiche degli altipiani ad ovest-sudovest, dividendo praticamente in due parti distinte questa falce lunare.

Alle ore 04:09 del 25 Agosto sorgerà una sottile falce di 27,3 giorni. Su quella che ormai si sarà ridotta ad una ristretta porzione di suolo lunare illuminata dal Sole sarà comunque possibile individuare le principali strutture geologiche delimitate dal bordo lunare ad occidente e dalla linea del terminatore ad oriente.
Infine nella tarda nottata del
26 Agosto sorgerà alle ore 05:12 una ancora più sottile falce di 28,4 giorni, ma in questo caso ci sarà solo il tempo per alcune veloci riprese fotografiche prima che prevalga il sorgere del Sole.

Per quanto riguarda la Luna crescente, alle ore 20:43 del 28 Agosto tramonterà una sottile ma problematica falce di 1,4 giorni per la quale sarà importante attuare ogni possibile precauzione per non intercettare la luce solare.
Anche nella successiva serata del
29 Agosto avremo a disposizione una falce di 2,4 giorni che prima del suo tramonto previsto per le ore 21:04 dovremo scandagliare abbastanza velocemente, in quanto il tempo a disposizione non sarà molto. Per questa tipologia di osservazioni, oltre agli ormai noti parametri osservativi, risulterà determinante disporre di un orizzonte il più possibile libero da ostacoli.

Librazioni di Agosto

(In ordine di calendario, per i dettagli vedere le rispettive immagini)

Si precisa che, per ovvi motivi, non vengono indicati i giorni in cui i punti di massima Librazione si discostano dalla superficie lunare illuminata dal Sole.

Librazioni Regione Polare Nord:

  • 10 Agosto. Fase 13,6 giorni – Massima Librazione: nord cratere Meton.
  • 11 Agosto. Fase 14,6 giorni – Massima Librazione: nordest cratere Cusanus.

    Librazioni del 10-11 agosto. Mappe di F. Badalotti su immagini tratte dal globo di “Virtual Moon Atlas”

Librazioni Settore Nordest:

  • 12 Agosto. Fase 15,5 giorni – Massima Librazione: nord mare Humboldtianum.

    Librazioni del 12 agosto. Mappe di F. Badalotti su immagini tratte dal globo di “Virtual Moon Atlas”

Librazioni Settore Sud-Sudovest:

  • 25 Agosto. Fase 27,3 giorni – Massima Librazione: Sud cratere Drygalski.
  • 26 Agosto. Fase 28,4 giorni – Massima Librazione: Sud cratere Bettinus

    Librazioni del 25-26 agosto. Mappe di F. Badalotti su immagini tratte dal globo di “Virtual Moon Atlas”

Le Prime Immagini dal JWST – approfondimenti a cura degli Astrofili Faenza

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COMUNICATO STAMPA

Le Prime Immagini dal Telescopio Webb
con Fabio Ortolani – Gruppo Astrofili Faenza

Giovedì 11 agosto torna l’appuntamento mensile aperto al pubblico del Gruppo Astrofili Faenza, presso la sede in via Zauli Naldi 2 a Faenza.
L’incontro sarà anche trasmesso in diretta su YouTube, e sarà la quattordicesima puntata della serie “Usciamo a Riveder le Stelle“.

Dalle 21:00 Fabio Ortolani, fisico e socio del Gruppo Astrofili Faenza, parlerà del James Webb Space Telescope, mostrando e commentando le prime immagini.

Questo intervento sarà anche trasmesso in diretta su YouTube dalle 21:00, all’indirizzo
https://youtube.com/astrofaenza/live
Successivamente alla diretta, il video potrà essere visto all’indirizzo
https://youtu.be/NrS5WUNM-tk

A seguire, dalle 22:00, condizioni meteo permettendo, osservazione guidata del cielo, ad occhio nudo e con i binocoli e i telescopi a disposizione dell’associazione.

Per motivi organizzativi, per partecipare dal vivo è gradita la prenotazione attraverso i contatti disponibili sul sito https://www.astrofaenza.it

Le Prime Immagini dal Telescopio Webb
Il 12 luglio sono state pubblicate le prime immagini ufficiali provenienti dal Telescopio Spaziale James Webb (non perdere l’articolo Coelum: Eccole le prime immagini del James Webb Telescope)
Sono immagini molto nitide e spettacolari e forniscono molte più informazioni rispetto ai telescopi precedenti. Verranno discusse mettendo in evidenza gli aspetti tecnici e le informazioni scientifiche che il nuovo telescopio può fornire.
Sono state ideate tecniche di osservazione innovative e per il momento esclusive, per sfruttare al massimo le potenzialità del telescopio, e che potranno avere ricadute in altri progetti.

Segui la diretta: prima passeggiata spaziale per Samantha Cristoforetti!

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Prima passeggiata spaziale per Samantha Cristoforetti: sarà la prima donna europea della storia ad uscire dalla Stazione Spaziale Internazionale per un’attività extraveicolare insieme al cosmonauta Oleg Artemyev!

Samantha Cristoforetti e il suo collega Oleg Artemyev, dell’agenzia spaziale russa Roscosmos, usciranno dall’ISS alle ore 16 per effettuare una passeggiata spaziale, la prima per una donna europea nella storia.
Affrontare un’attività extraveicolare (EVA) richiede settimane di grande lavoro e preparazione minuziosa per svolgere tutti i compiti al meglio. Prima della partenza l’ingegnere e astronauta russo Sergej Korsakov fornirà supporto alla coppia, che dovrà portare a termine tre tasks:

  1.  rilasciare in orbita 10 nanosatelliti per raccogliere dati durante l’EVA;
  2. installare l’hardware necessario nella camera di compensazione del modulo russo Nauka che, oltre ad essere un laboratorio, sarà un punto di aggancio per le navette;
  3.  completare il montaggio del Braccio Robotico Europeo.

Il braccio robotico apre la strada ad un nuovo modo di operare alle macchine autonome nel complesso orbitale.
Sarà in grado di svolgere molte attività in modo automatico o semiautomatico, potrà essere comandato sia dall’interno che dall’esterno della Stazione e sarà possibile programmarne il lavoro in anticipo.

Le specifiche del Braccio Robotico Europeo. Credit: ESA

Samantha trascorrerà del tempo per assicurarsi che lo schermo protettivo sulla fotocamera del braccio sia pulito abbastanza da consentire ad una luce laser di guidare il braccio per afferrare e muoversi.

«Ancora una volta Samantha è un’apripista», dice all’Ansa l’astronauta Luca Parmitano, che seguirà la passeggiata spaziale di domani dal centro di controllo della Nasa a Houston. «La ringrazio per questo suo ruolo nel dimostrate a tutti, donne e uomini, che cosa sono la determinazione e l’impegno nel raggiungere un obiettivo».

La diretta

Aperta la prevendita di Coelum 257 agosto/settembre

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Coelum Astronomia n°257

agosto-settembre 2022

in uscita il 26 luglio 2022

PREVENDITA

In spedizione dal 26 luglio il numero 257 di Coelum Astronomia di agosto/settembre 2022.
Ecco un’anteprima dei contenuti di questo numero!

LA COPERTINA

Il n. 257 dedica la propria copertina ad un’immagine già entrata nella storia: il James Webb’s Deep Field, la prima immagine operativa del telescopio spaziale che mostra l’Universo primordiale con la più alta risoluzione mai scattata.
Un numero ricco di novità e attesi ritorni come la rubrica Hanc Marginis, in cui l’autrice Paola Giorgini racconta vicende storiche svelando aneddoti, curiosità e sfumature legate al mondo dell’astronomia!
In copertina anche:
Guida alla composizione di immagini HDR di Massimo di Fusco; Sagittarius A*: Il mostro è stato smascherato? a cura di Mariafelicia De Laurentis.

Uno spazio speciale è occupato dai festeggiamenti per i 25 anni di Coelum: copertine e racconti di un percorso costruito insieme a tutti voi lettori ✨

All’interno della rivista nuove rubriche, approfondimenti e curiosità sul mondo delle stelle!
Scopri tutti i dettagli:
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Un buco nero ‘dormiente’ come vicino di casa: la nuova incredibile scoperta

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COMUNICATO STAMPA
ESO European Southern Observatory

Un’equipe di esperti internazionali, già noti come la “Polizia dei Buchi Neri” per aver sfatato diverse “scoperte” (poi rivelatesi non attendibili), hanno trovato un buco nero di massa stellare nella Grande Nube di Magellano, una galassia vicina alla nostra.

«Per la prima volta, il nostro gruppo si è riunito per discutere la scoperta di un buco nero, invece di eliminarne uno!»

Così commenta il leader dello studio, Tomer Shenar.

L’ulteriore peculiarità emersa è che la stella che ha dato origine a questo buco nero è scomparsa senza lasciare alcun segno di una potente esplosione.

Perché la scoperta è così incredibile

«Abbiamo identificato il classico ago nel pagliaio», afferma Shenar, che ha iniziato lo studio presso KU Leuven in Belgio e ora è un Marie-Curie Fellow presso l’Università di Amsterdam, nei Paesi Bassi.

Sebbene siano stati proposti altri candidati buchi neri simili a questo, l’equipe è convinta che questo sia il primo buco nero di massa stellare ‘dormiente’ ad essere individuato in modo inequivocabile al di fuori della nostra galassia. Ha una massa di almeno nove volte la massa del Sole e orbita intorno a una stella blu molto calda che pesa 25 volte la massa del Sole.

I buchi neri dormienti sono particolarmente difficili da individuare poiché non interagiscono molto con l’ambiente circostante.

I buchi neri di massa stellare si formano quando le stelle massicce terminano la propria vita e collassano a causa della propria gravità. In un sistema binario, un sistema di due stelle che ruotano l’una attorno all’altra, questo processo lascia un buco nero in orbita con una stella compagna luminosa (come si può vedere nel video, credit: ESO).

Il buco nero si definisce ‘dormiente‘ se non emette alti livelli di raggi X, che è il modo in cui tali buchi neri vengono in genere rilevati.

«È incredibile che non conosciamo quasi nessun buco nero dormiente, visto quanto li credono comuni diversi astronomi», spiega il coautore Pablo Marchant di KU Leuven.

Nella tana della tarantola

La scoperta è stata fatta grazie a sei anni di osservazioni ottenute con il VLT (Very Large Telescope) dell’ESO (European Southern Observatory).

La Nebulosa Tarantola è la struttura più spettacolare della Grande Nube di Magellano (credit ESO)

Per trovare VFTS 243 (così è stato denominato), sono state studiate quasi 1000 stelle massicce nella regione della Nebulosa Tarantola della Grande Nube di Magellano, cercando quelle che avrebbero potuto avere un buco nero come compagna. Identificare queste compagne come buchi neri è molto difficile, poiché esistono molte spiegazioni alternative.

«Da più di due anni stiamo cercando questi sistemi binari di buchi neri», spiega la coautrice Julia Bodensteiner, ricercatrice presso l’ESO in Germania. «Ero molto emozionata quando ho sentito parlare di VFTS 243, che secondo me è il candidato più convincente segnalato fino a oggi».

«Come ricercatore che ha smascherato potenziali buchi neri negli ultimi anni, ero veramente scettico a proposito di questa scoperta», le parole di Shenar. Lo scetticismo era condiviso dal coautore Kareem El-Badry del Center for Astrophysics | Harvard & Smithsonian negli Stati Uniti, che Shenar chiama il “distruttore di buchi neri“.

«Quando Tomer mi ha chiesto di ricontrollare le sue scoperte, ho avuto i miei dubbi. Ma non sono riuscito a trovare una spiegazione plausibile per i dati che non coinvolgessero un buco nero», spiega El-Badry.

La scoperta consente inoltre all’equipe uno sguardo singolare sui processi che accompagnano la formazione dei buchi neri. Gli astronomi ritengono che un buco nero di massa stellare si formi quando il nucleo di una massiccia stella morente collassa, ma non è ancora chiaro se questo sia accompagnato o meno da una potente esplosione di supernova.

«La stella che ha formato il buco nero in VFTS 243 sembra essere completamente collassata, senza alcun segno di una precedente esplosione», spiega Shenar. «Recentemente sono emerse prove di questo scenario di ‘collasso diretto’, ma il nostro studio fornisce probabilmente una delle indicazioni più dirette, con enormi implicazioni sull’origine della fusione di buchi neri nel cosmo».

 

Eccole le prime immagini del James Webb Telescope

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5 imaigni jwst
L’attesa è ormai terminata: ecco le prime immagini spettacolari del James Webb Telescope

Sono arrivate le prime immagini catturate dal JWST. Dopo la’nterpima di questa notte annunciata dal presidente Biden nel corso di una conferenza stampa, durante la diretta NASA delle 16:30 ora italiana sono state presentate le prime immagini ottenute dal telescopio JWST.

Ci sono voluti 18 anni di preparativi, di rinvii, di imprevisti ma alla fine ecco lo spettacolare risultato, ben 5 immagini che mostrano la potenza di indagine di questo sensazionale strumento.

Ecco a seguire Gli obiettivi scelti:

Nel dettaglio le prime immagini in arrivo riguardano:

  • La Nebulosa della Carena: è una delle nebulose più grandi e luminose del cielo, distante da noi circa 7600 anni luce. Stelle molti più grandi del Sole sono ospitate nella regione occupata dalla nebulosa.

Nebuolosa Carena

  • Lo spettro del pianeta Wasp-96 b: un pianeta gigante gassoso extrasolare che orbita attorno alla sua stella in tre giorni e mezzo, distante da noi circa 1000 anni luce. É stato scoperto nel 2014 e possiede la metà della massa di Giove. Dallo spettro in evidenze le possibili traccie d’acqua!

spettro wasp

  • Nebulosa anello del sud: è una nebulosa planetaria circondata da stelle che hanno esaurito il loro ciclo vitale, distante 2000 anni luce da noi, visibile nel cielo australe. Immagine da Webb’s Near-Infrared Camera (NIRCam) a sinistra, e da Webb’s Mid-Infrared Instrument (MIRI) a destra

Nebulosa Anello del Sud

  • Il quintetto di Stephan: primo gruppo compatto di galassie scoperto nel 1877 a 290 milioni di anni luce rispetto alla Terra, nella costellazione di Pegaso. Quattro di queste galassia danzano tra loro spinte dalla gravità reciproca, deformandosi nel tempo.

  • SMACS 0723 Il telescopio spaziale James Webb ha prodotto l’immagine a infrarossi più profonda e nitida dell’universo lontano fino ad oggi. Conosciuta come il “Webb’s First Deep Field l’immagine rappresenta l’ammasso di galassie SMACS 0723 ed è traboccante di dettagli! Per la prima volta sono apparse migliaia di galassie, inclusi oggetti più deboli mai osservati nell’infrarosso. Questa porzione del vasto universo ha le dimensioni circa di un granello di sabbia tenuto alla distanza di un braccio da una persona a terra!James Webb Prima immagine

Il James Webb Telescope è uno strumento che opera nella radiazione infrarossa per studiare l’Universo durante la sua fase di formazione primordiale, comprendere l’evoluzione delle galassie e osservare la composizione delle atmosfere dei pianeti extrasolari. Non deve stupire che gli oggetti su cui il telescopio ha puntato il proprio sguardo ricalchino questi obiettivi e nonostante il telescopio analizzi galassie, nebulose e pianeti nell’infrarosso, le immagini sono state convertite nello spettro del visibile e mostrate quindi dalla Nasa a colori per tutti gli appassionati.

Durante la diretta collegati Francia, Italia, India, Israele, Germania, Canada e naturalmente NASA Goddard, JPL.  In studio ad annunciare e spiegare il valore delle immagini selezionate Jane Rigby Director Scientific Webb. 

Nelle prossime settimane avremo modo di valorizzare ogni singolo risultato scientifico analizzando ogni singola immagine nel dettaglio. Seguite Coelum Astronomia!

Per gli approfondimenti di rimandiamo al dossier di oltre 20 pagine dedicato al telescopio JWST pubblicato nel numero 255 di Coelum Astronomia

Qui la versione cartacea acquistabile e Qui la versione digitale per gli utenti scritti.

Prenota ora! la tua copia di Ceolum Astornomia 257 di Agosto/settembre 2022.

Un numero da non perdere! All’interno:

  • LE PRIME IMMAGINI DEL JAMES WEBB TELESCOPE
  • CATTURATO IL BUCO NERO AL CENTRO DELLA NOSTRA GALASSIA approfondimento a cura della dott.ssa Mariafelica De Laurentis
  • COELUM COMPIE 25 ANNI! scopri i festeggiamenti e le copertine che hannos egnato questi ultimi anni!

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Nei prossimi gironi gli altri dettagli ma in tanto… non puoi perdere la tua copia!

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Il James Webb Telescope apre gli occhi!

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L’attesa è ormai terminata: il James Webb Telescope è pronto a mostrarci le sue prime immagini!

La Nasa è pronta a mostrare al mondo le prime immagini degli oggetti cosmici su cui il telescopio James Webb ha puntato i proprio occhi. Gli obiettivi selezionati sono stati scelti da un comitato internazionale di rappresentanti delle tre agenzie spaziali che collaborano alla missione: NASA, ESA e CSA.
Il rilascio di queste prime immagini segna l’inizio ufficiale delle operazioni scientifiche del Webb!

👉👉👉👉Questa sera l’articolo completo con tutti i dettagli scientifici e le note dei ricercatori dopo la conferenza stampa. Segui la diretta su www.coelum.com 

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La prima immagine

Il telescopio spaziale James Webb ha prodotto l’immagine a infrarossi più profonda e nitida dell’universo lontano fino ad oggi. Conosciuta come il “Webb’s First Deep Field l’immagine rappresenta l’ammasso di galassie SMACS 0723 ed è traboccante di dettagli!
Per la prima volta sono apparse migliaia di galassie, inclusi oggetti più deboli mai osservati nell’infrarosso. Questa porzione del vasto universo ha le dimensioni circa di un granello di sabbia tenuto alla distanza di un braccio da una persona a terra!
Ecco la meravigliosa immagine:

James Webb Prima immagine
Webb’s First Deep Field.
Credits: NASA, ESA, CSA e STScI
Gli obiettivi scelti

Il James Webb Telescope è uno strumento che opera nella radiazione infrarossa per studiare l’Universo durante la sua fase di formazione primordiale, comprendere l’evoluzione delle galassie e osservare la composizione delle atmosfere dei pianeti extrasolari. Non deve stupire che gli oggetti su cui il telescopio ha puntato il proprio sguardo ricalchino questi obiettivi.
Nel dettaglio le prime immagini in arrivo riguardano:

  • La Nebulosa della Carena: è una delle nebulose più grandi e luminose del cielo, distante da noi circa 7600 anni luce. Stelle molti più grandi del Sole sono ospitate nella regione occupata dalla nebulosa.
  • Lo spettro del pianeta Wasp-96 b: un pianeta gigante gassoso extrasolare che orbita attorno alla sua stella in tre giorni e mezzo, distante da noi circa 1000 anni luce. É stato scoperto nel 2014 e possiede la metà della massa di Giove.
  • Nebulosa anello del sud: è una nebulosa planetaria circondata da stelle che hanno esaurito il loro ciclo vitale, distante 2000 anni luce da noi, visibile nel cielo australe.
  • Il quintetto di Stephan: primo gruppo compatto di galassie scoperto nel 1877 a 290 milioni di anni luce rispetto alla Terra, nella costellazione di Pegaso. Quattro di queste galassia danzano tra loro spinte dalla gravità reciproca, deformandosi nel tempo.

Nonostante il telescopio analizzi galassie, nebulose e pianeti nell’infrarosso, le immagini verranno convertite nello spettro del visibile e mostrate quindi dalla Nasa a colori per tutti gli appassionati.

Per gli approfondimenti di rimandiamo al dossier di oltre 20 pagine dedicato al telescopio JWST pubblicato nel numero 255 di Coelum Astronomia

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