Una parte del materiale è già stata inviata a Kathmandu i primi di luglio all’interno di alcuni barili che Silke, la moglie di Karl Unterkircher, ci ha gentilmente prestato.
Il resto lo porteremo con noi il giorno che partiremo, la mia casa è letteralmente ricoperta di materiale da montagna pronto per essere impacchettato ma possiamo dire che ormai dal quel punto di vista siamo a posto.
Anche per quanto riguarda l’allenamento siamo agli sgoccioli, questo mese di agosto è servito più che altro per mantenere la forma senza però strafare, per non rischiare di partire già stanchi o peggio infortunati. Ognuno di noi ha dato il meglio per arrivare a settembre pronto per quest’avventura. Per quanto mi riguarda, gli allenamenti sono iniziati a metà ottobre quando, con la prima neve, ho iniziato a fare tre volte a settimana salite lungo le piste intorno a Selva con gli sci da alpinismo, molte salite su cascate di ghiaccio ed ho inoltre affrontato alcune belle pareti nord come Hochfeiler, Hochferner e Ortles.
Con l’arrivo della bella stagione e con lo scioglimento della neve ho iniziato a praticare tanta corsa in montagna e salire su pendii ripidi utilizzando i bastoncini da Nordic Walking per avere cosi una spinta migliore e mantenere un ritmo sempre costante. Spesso le salite le effettuavo caricandomi nello zaino 13 bottiglie di plastica da 1,5 lt piene d’acqua, la discesa però, per non sovraccaricare le ginocchia, avveniva senza questa zavorra.
Mi sono alzato spesso alle 05.00 di mattina per allenarmi, speriamo che ne sia valsa la pena.
Penso che come base fisica per affrontare un 8000 ci siamo, solo quando saremo sul posto potremo renderci conto di come reagiranno il nostro fisico e la nostra psiche. A quelle quote è tutto un altro mondo. Il campo base sarà a 5000mt e l’ultimo campo (campo 3) a 7400 m. Riuscire in questa grande sfida dipenderà molto dall’acclimatamento, dal meteo e dalla tattica di salita che attueremo.
Una volta al campo base avremo inoltre il compito e l’onore di portare una targa commemorativa in ricordo di Walter Nones scomparso proprio al Cho Oyu lo scorso anno.
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Mando un saluto a tutti i lettori della rivista COELUM a nome mio e dei miei amici Willi, Klaus, Martin, Roland e Walter. Cercheremo di tenervi informati sulla nostra salita al Cho Oyu attraverso il sito della rivista ed il mio blog.
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Povero fissato, tu come tanti… Il Cho Oyu, come molte altre vette del pianeta, è ormai una discarica a cielo aperto secondo lo stile tutto umano (e bisogna dire al giorno d’oggi squisitamenter alpinistico) di trasferire il consumo e l’abuso di beni e risorse ambientali da aree fortemente urbanizzate ad altre ancora relativamente integre. La mia infima opinione è che faresti meglio a finalizzare ad altro l’enorme impiego di energie e a rimodulare un allenamento tanto studiato (che ai miei piccolissimi occhi, di limitata visione, appare tanto sciocco).
Sarà che quel passo di Kant io non riesco proprio a togliermelo dalla testa, ma che ci posso fare?
“(…) la legge morale in noi e il cielo stellato sopra di noi.”
La legge morale sarà pure dentro di lei… ma nel suo caso è quella SBAGLIATA!