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L’Universo in una foto 3 edizione – Contest Fotografico

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Ami scattare fotografie? Partecipa alla 3a edizione del concorso “L’Universo in una foto” in cui luna, pianeti, stelle, ma anche nebulose e galassie la fanno da padrone.

Il concorso, a partecipazione gratuita e giunto alla sua terza edizione, è rivolto a tutti i fotografi del cielo notturno, sia astrofotografi professionisti che semplici appassionati, e vuole stimolare l’interesse per l’astronomia tramite l’uso creativo della fotografia.

Tre i temi in cui si articola il concorso:


1. Skyscapes: immagini di paesaggi naturali o soggetti architettonici urbani nelle quali il cielo notturno è un elemento significativo


2. Solar System: immagini di pianeti e oggetti celesti facenti parte del Sistema Solare;


3. Deep Sky: immagini di soggetti astronomici o eventi ad essi collegati, ripresi con fotocamera.


Per partecipare al contest è necessario inviare il materiale tramite il servizio WeTransfer all’indirizzo di posta elettronica sichardtcafe@gmail.com a partire dal 15 giugno ed entro e non oltre il 15 settembre 2024 – ore 23:59.

La Giuria sarà formata da Martina De Maio, astrofisica – Area Astronomia della Fondazione Museo Civico; Gianni Pasquali, astrofilo dedito alla divulgazione, affiliato all’Associazione Internazionale Astronomers Without Borders ed a Volunteer Translator ESO Science Outreach Representative; Adriano Frisanco, fotografo professionista che si occupa di fotografia pubblicitaria, industriale editoriale e di documentazione; Aldo Frisinghelli del Circolo Fotografico l’Immagine di Rovereto e Molisella Lattanzi direttrice della rivista Coelum Astronomia.

Le foto premiate potranno avere abbonamenti omaggio alla rivista Coelum o ingresso gratuito e visite guidate al Planetario del Museo Civico, unico in Italia a unire la precisione della visione del cielo notturno grazie al sistema analogico e i viaggi interplanetari e interstellari garantiti dai più recenti proiettori digitali fulldome.

Il concorso si concluderà con l’allestimento di una mostra temporanea a ingresso gratuito al Museo della Città di Rovereto nella quale saranno esposte le astrofotografie più meritevoli.

ORGANIZZATORI

Sichardt Cafè di Canta Mattia con la collaborazione della Fondazione Museo Civico di Rovereto, dell’associazione CCF Centro Cultura Fotografica @Trento, del Circolo Fotografico l’Immagine di Rovereto e media partner ufficiale la rivista Coelum Astronomia.

TEMA DELLA MANIFESTAZIONE

Dopo il successo della precedenti edizioni, ispirate dalle novità che hanno coinvolto il Planetario della Fondazione Museo Civico di Rovereto, il Sichardt Cafè ha maturato l’idea di rilanciare questo concorso volto a stimolare l’interesse per l’astronomia tramite l’uso creativo della fotografia, coinvolgendo nuovamente la stessa Fondazione Museo Civico.
I partecipanti sono invitati a fotografare la volta celeste in tutte le sue meraviglie… Luna, pianeti, stelle ma anche nebulose e galassie, cercando di coglierli in maniera creativa ed emozionale.
In particolare il contest si articola in tre sezioni:

  1. Skyscapes: immagini di paesaggi naturali o soggetti architettonici urbani nelle quali il cielo notturno è un elemento significativo;
  2. Solar System: immagini di pianeti e oggetti celesti facenti parte del Sistema Solare;
  3. Deep Sky: immagini di soggetti astronomici o eventi ad essi collegati, ripresi con fotocamera.

PARTECIPANTI

Possono partecipare al contest: fotografi, appassionati di fotografia, ma anche semplici utenti che vogliano cimentarsi con l’argomento proposto, che cercano nelle loro notti insonni di catturare la bellezza del cielo. I partecipanti che non hanno compiuto la maggiore età alla data di inizio del contest dovranno avere l’autorizzazione dei genitori o di chi ne fa le veci.
La partecipazione è gratuita.
Sono esclusi dal contest i membri della giuria.

Requisiti e caratteristiche tecniche delle immagini

Ogni partecipante potrà presentare solo una fotografia in b/n o a colori con inquadratura verticale, orizzontale o panoramica per ogni categoria.
È possibile presentare immagini trattate in post produzione con mezzi digitali o analogici purché, alla base, abbiano una o più immagini di natura fotografica (esibibile in originale RAW, JPEG, TIFF, su semplice richiesta della giuria – la mancata esibizione dell’originale comporterà l’esclusione dal concorso).
Le foto dovranno essere in formato jpg (o jpeg) a 300dpi, con il lato lungo di 3000 px e peso non superiore a 10Mb per ciascuna foto.
Le foto non dovranno contenere alcun “watermark” o riferimenti all’autore dello scatto (ad esempio nei dati EXIF), in modo da garantire la completa imparzialità della giuria.
Previo accordo con l’autore potranno essere richieste altre versioni dello scatto (formato del file, dimensioni, risoluzione) se questo verrà selezionato per altri utilizzi (stampe, promozione pubblicitaria).
Attenzione: non saranno ritenute valide le fotografie già inviate nelle precedenti edizioni.

Il REGOLAMENTO completo è disponibile QUI

News da Marte #32: Perseverance scopre una roccia zebrata!

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Bentornati su Marte nella sezione News da Marte #32!

Gli ultimissimi aggiornamenti da Perseverance e un po’ di notizie relative a missioni spaziali del presente e del futuro. Si parte!

La scalata di Perseverance e una strana roccia con le strisce

Il rover della NASA ha iniziato circa un mese fa la sua ascesa verso sud che rappresenta l’inizio del quinto capitolo della sua esplorazione di Marte, la Crater Rim Campaign.
Perseverance sta affrontando alcune delle sue salite più ripide di sempre e ha già guadagnato decine di metri in altezza nell’arco di poche settimane. Lungo la strada è stata anche eseguita l’abrasione di una roccia sedimentaria in modo da dare agli scienziati elementi per valutare come la geologia muti mentre il rover si allontana dagli scenari familiari che ha frequentato i mesi passati tra Neretva Vallis e Bright Angel (l’area in cui tra le altre cose ha eseguito il suo ultimo prelievo, individuata dal piccolo marker rosso nella mappa sottostante).

Mappa con la posizione di Perseverance aggiornata al 26 settembre (sol 1280 di missione). NASA/JPL-Caltech
Filmato con l’operazione di abrasione eseguita dal rover nel Sol 1257. NASA/JPL-Caltech/Piras
Foto della camera WATSON che documenta l’abrasione eseguita nel Sol 1257 (2 settembre). NASA/JPL-Caltech
Foto simile alla precedente ma scattata da due punti di vista distanti pochi cm l’uno dall’altro ed elaborata in modo da generare un’immagine stereografica chiamata anaglifo. Per ammirarne l’effetto di profondità sono necessari i comuni occhialini 3D rosso/ciano. NASA/JPL-Caltech/Piras

Grazie alle posizioni sopraelevate che sta raggiungendo possiamo godere di spettacolari paesaggi attorno al rover acquisiti per mezzo delle NavCam e delle MastCam-Z. Le montagne più lontane risultano oscurate a causa delle tempeste di sabbia che stanno attualmente affliggendo questa a zona di Marte. Vi propongo una breve selezione di immagini della regione.

Visuale verso sud nel Sol 1264 (9 settembre). C’è un moderato effetto fisheye in questa foto della NavCam, ma quella che si vede è la montagna che Perseverance sta scalando. NASA/JPL-Caltech/Piras
Mosaico di immagini della Left MastCam-Z scattate nel Sol 1266 (11 settembre), la camera era puntata verso est. L’inquadratura inclinata non è un errore di processamento ma testimonia la reale inclinazione del rover che in quel momento era impegnato nella salita in direzione sud (verso destra rispetto all’immagine). NASA/JPL-Caltech/MSSS/Piras

La navigazione non procede a grande velocità, come intuibile nei tratti a nord della mappa dove si vede un’alta densità di pallini bianchi (ogni pallino rappresenta la posizione in un determinato Sol. La distanza di un pallino da quello che lo precede indica quasi sempre lo spostamento compiuto in quella giornata). Possiamo ragionevolmente supporre che la ragione dell’apparente lentezza non sia dovuta agli ostacoli del terreno che il rover si è trovato a dover evitare, poiché le immagini panoramiche non ne mostrano, ma piuttosto alle precauzioni adottate dai piloti che hanno fatto avanzare il robot su una collina parecchio scoscesa.

Intorno al Sol 1264 (9 settembre) Perseverance arriva in un’area più pianeggiante e può così aumentare considerevolmente le distanze percorse giornalmente superando i 150 metri per Sol. Ma dopo alcuni giorni di terreni abbastanza monotoni c’è qualcosa che cattura l’attenzione dei geologi: una roccia molto particolare, come mai ne erano state osservate prima su Marte, che viene battezzata Freya Castle.

Freya Castle osservata dalla Right MastCam-Z nel sol 1268 (13 settembre). NASA/JPL-Caltech/Piras
Un’altra immagine di Freya Castle, ma stavolta è un anaglifo. NASA/JPL-Caltech/Piras

Gli appassionati su internet vanno in estasi per questa roccia grande circa 20 cm che iniziano a chiamare amichevolmente “roccia zebrata”. I geologi formulano alcune ipotesi sulla sua origine e sulla ragione per cui si trovi qui. Si pensa che possa essere di formazione magmatica, oppure metamorfica, oppure una combinazione dei due processi. Ciò che è quasi certo è che, date le profonde differenze con il terreno circostante, non si è formata nella zona in cui è stata individuata da Perseverance. Potrebbe piuttosto essere rotolata qua da regioni a quota maggiore. È una spiegazione elettrizzante perché significa che il rover potrebbe rinvenire interi campi di rocce simili mentre continuerà la salita verso il bordo del cratere.

Poco è noto della chimica di Freya Castle e, in attesa di poter analizzare più nel dettaglio rocce simili, il team scientifico ha programmato Perseverance per una serie di acquisizioni in banda stretta per mezzo delle due MastCam-Z. Le camere montate sulla “testa” del rover integrano dei filtri e con ciascuno di essi è possibile isolare bande molto strette dello spettro. A noi queste foto potrebbero sembrare tutte uguali, al massimo con alcune variazioni di luminosità, ma per i geologi sono la chiave per individuare le specie chimiche che compongono le rocce.

Raccolta delle immagini acquisite da Perseverance con tutti i filtri a banda stretta a sua disposizione. Sol 1268. NASA/JPL-Caltech/MSSS/Piras

In questa raccolta mancano quattro filtri: si tratta dei due RGB con cui le camere realizzano le foto normali e i due filtri solari.

Mentre Perseverance continua la sua avanzata gli scienziati si tengono pronti per la prossima tappa molto attesa: Dox Castle. Sarà quasi certamente un argomento per le prossime cronache.

La Cina vuole fortissimamente Marte

Sono trascorsi solo pochi mesi dalla conclusione della missione Chang’e-6 (se n’è parlato in questo articolo), con la quale l’agenzia spaziale cinese CNSA è riuscita nell’obiettivo di portare sulla Terra della regolite lunare (per la precisione 1935 grammi) raccolta per la prima volta sul lato lontano del nostro satellite. Ma i piani spaziali del gigante asiatico non si fermano: i progetti di espansione passano inevitabilmente anche per la prossima frontiera, Marte, e le possibilità di ricerca scientifica offerte dal pianeta rosso. Possiamo affermare che la NASA sia attualmente leader mondiale dell’esplorazione spaziale ma le cose potrebbero cambiare nell’arco di pochi anni e stavolta non per colpa delle compagnie private.

All’inizio di settembre la CNSA ha presentato dei piani di modifica alla sua missione Tianwen-3 che, secondo i programmi diffusi nell’autunno 2023, sarebbe dovuta partire nel 2030 per svolgere dei compiti di raccolta di materiale dalla superficie di Marte per poi portarlo sulla Terra.

Il concetto è il medesimo a cui NASA ed ESA (Agenzia Spaziale Europea) mirano con la loro Mars Sample Return. Con la differenza che mentre la missione occidentale sta soffrendo un’enorme complessità e un budget richiesto crescente che ne stanno causando gravi ritardi, l’agenzia spaziale cinese sembra si potrà permettere persino di anticipare i tempi.

Nel corso della seconda International Deep Space Exploration Conference tenutasi il 5 e 6 settembre a Huangshan, Liu Jizhong, progettista capo della missione, ha rilasciato un aggiornamento che vede la data di lancio di Tianwen-3 spostata dal 2030 al 2028. L’anticipo di circa due anni non è casuale ma dipende com’è noto dai periodi orbitali della Terra e di Marte. Le finestre ottimali con il massimo avvicinamento tra i due pianeti si aprono ogni circa 26 mesi e durano poche settimane, frangenti nei quali si trovano usualmente concentrati tutti i lanci diretti verso il pianeta rosso.

La missione cinese impiegherà due razzi Lunga Marcia 5. Essi porteranno verso Marte un orbiter (che includerà il veicolo di ritorno verso la Terra) e il lander dotato del razzo di ascesa. La raccolta di materiale sarà eseguita dallo stesso lander che metterà al sicuro circa 500 grammi di regolite e piccoli sassi. Liu ha aggiunto che la CNSA intende collaborare con partner internazionali e i veicoli spaziali cinesi ospiteranno anche carichi scientifici per conto di altre nazioni. Ci sarà inoltre condivisione di dati e persino di campioni di materiale, il tutto nell’ottica di stabilire un’aperta cooperazione globale.

L’importante obiettivo scientifico di Tianwen-3 è la ricerca di tracce di vita passata su Marte (suona familiare?) ma il suo successo, soprattutto nei tempi stimati, candiderebbe fortemente la Cina al ruolo di nuovo leader mondiale nell’esplorazione spaziale realizzando, per usare le parole del capo di stato Xi Jinping, il “sogno eterno” cinese. Grazie a enormi investimenti e piani lungimiranti il paese del dragone intende inoltre proseguire le missioni lunari robotiche ma non solo (il primo astronauta cinese è atteso sulla Luna entro il 2030), la raccolta di roccia da una cometa con Tianwen-2 e l’esplorazione del sistema satellitare gioviano con Tianwen-4.

A proposito del programma Tianwen, potreste ricordare la missione capostipite che nel 2021 portò attorno e su Marte per conto della Cina il suo primo orbiter, il primo lander e il primo rover (Zhurong). La missione riuscì in ogni aspetto, con uno dei risultati più notevoli legato all’atterraggio che i cinesi hanno azzeccato al loro primo tentativo.

Il rover Zhurong insieme al lander con cui è atterrato su Marte. Questa foto storica è stata scattata da una piccola camera indipendente che il rover ha deposto al suolo. CNSA

MAVEN e Hubble scoprono il destino dell’acqua marziana

Nonostante decenni di ricerca sono ancora molti i dubbi su quale sia stato il destino dell’acqua un tempo ospitata sulla superficie di Marte. Parte di essa è presumibilmente finita nel sottosuolo (a riguardo si vedano Coelum Astronomia 270 e News da Marte #31), ma che fine ha fatto il resto? Un nuovo tassello nella nostra comprensione della storia del pianeta viene da uno studio pubblicato a luglio sulla rivista Science Advances e a prima firma di John T. Clarke della Boston University.

Clarke e colleghi hanno utilizzato i dati della sonda MAVEN (Mars Atmosphere and Volatile Evolution) e del telescopio spaziale Hubble per cercare di quantificare il tasso di fuga dell’idrogeno marziano nello spazio.
Il meccanismo con cui l’acqua di Marte evapora viene indotto dalla radiazione solare che scinde le molecole di H2O nelle sue componenti ossigeno e idrogeno. Quest’ultimo atomo è molto leggero e tende a disperdersi nello spazio con facilità, ma in mezzo agli atomi di idrogeno è presente una certa quantità di deuterio. Si tratta di un isotopo più pesante perché nel suo nucleo ospita anche un neutrone. Con il doppio del peso atomico il deuterio fugge dall’atmosfera a un tasso estremamente inferiore e così, confrontando la sua percentuale in atmosfera rispetto all’idrogeno, gli scienziati hanno uno strumento per stimare quanta acqua fosse presente su Marte in passato.

Gran parte dei dati impiegati nello studio derivano da misurazioni della sonda MAVEN la quale però non è abbastanza sensibile da poter rilevare le emissioni dovute al deuterio durante un intero anno marziano. Questa impossibilità è legata alla distanza mutevole di Marte dal Sole in quanto, a causa della marcata ellitticità della sua orbita, la variazione di distanza tra afelio e perielio è addirittura del 40%. MAVEN può eseguire le sue rilevazioni solo quando Marte è più vicino al Sole e l’atmosfera si espande a causa del maggior calore ricevuto.
Il buco nei dati relativo all’afelio è stato colmato dal telescopio Hubble che produce osservazioni utili allo scopo fin dagli anni ‘90 e ha così permesso di coprire tre interi cicli annuali marziali, ciascuno composto di 687 giorni terrestri.

Foto nel profondo infrarosso realizzate da Hubble durante il afelio (sopra) e perielio marziani. NASA, ESA, STScI, John T. Clarke (Boston University); Processing: Joseph DePasquale (STScI)

Insieme all’analisi del rapporto D/H (deuterio/idrogeno) allo scopo di stimare quanta acqua Marte abbia posseduto, i ricercatori hanno anche affinato i modelli matematici usati per descrivere l’atmosfera del pianeta. Il team autore dello studio ha scoperto che Marte è molto più dinamico di quanto ritenuto in precedenza e presenta cicli termici che, pur all’interno della loro annualità, variano anche su tempi molto più brevi, persino poche ore.

Il nuovo modello messo a punto dagli scienziati mostra come le molecole di acqua tendano a salire in alta quota durante le fasi di riscaldamento ed è in questi momenti che avviene la “fuga atomica”. Tuttavia le temperature dell’alta atmosfera da sole non sono sufficienti per dare agli atomi abbastanza energia da abbandonare la gravità marziana ed è qui che intervengono altri fenomeni quali collisioni con i protoni del vento solare e reazioni chimiche indotte dalla radiazione luminosa.

Lo studio dell’evoluzione del clima di Marte attraverso la storia della sua acqua aggiungerà elementi alla comprensione del passato degli altri due mondi all’interno della fascia abitabile del Sole, la Terra e Venere, ma anche di molti esopianeti che è impossibile osservare con analogo dettaglio.

Le sonde ESCAPADE partiranno l’anno prossimo (forse)

Il via libera era arrivato a fine agosto ma il 6 settembre c’è stato un improvviso dietro-front. La NASA ha annunciato che i due satelliti gemelli ESCAPADE (Escape and Plasma Acceleration and Dynamics Explorers) non decolleranno verso Marte il 13 ottobre. La data sarebbe stata anche quella del primo volo del vettore pesante incaricato del lancio, il lungamente atteso New Glenn costruito da Blue Origin, compagnia spaziale fondata dal magnate e imprenditore Jeff Bezos.

Nonostante le rassicurazioni di Blue Origin la NASA non è parsa totalmente fiduciosa che il razzo sarebbe stato pronto per la data stabilita e che l’ultimo flusso di verifiche, integrazioni e lo static fire (prova di accensione dei motori) sarebbero andati lisci.

La ragione per rinunciare al lancio a più di un mese dall’apertura della finestra del 13-21 ottobre verso Marte si spiega con la necessità per la NASA di avviare le procedure di preparazione al lancio tra le quali la più critica è il caricamento del propellente nei serbatoi dei due satelliti. I composti utilizzati sono idrazina e tetrossido di azoto, rispettivamente combustibile e ossidante, che vengono fatti venire in contatto per generare una violenta reazione senza l’uso di altri inneschi. È un tipo di miscela usata fin dagli anni ‘50 per la sua affidabilità ma è altamente tossica e richiede particolari cautele nella sua gestione.
Attraverso la dichiarazione diffusa nei suoi canali la NASA ha affermato che nel caso di annullamento del lancio l’operazione di svuotamento dei serbatoi delle sonde avrebbe rappresentato una complicazione tecnica e di programmazione delle attività, nonché una grossa spesa aggiuntiva. Un’eventualità troppo azzardata che ha fatto decidere per rimandare il lancio a non prima della primavera 2025. Questo significa che le sonde ESCAPADE perderanno la finestra per arrivare verso il Pianeta Rosso lungo la traiettoria più rapida, rischiando che il viaggio si allunghi di svariati mesi rispetto ai 6/7 che sono necessari in condizioni ideali.

Non sono stati rilasciati dettagli su traiettorie alternative in fase di studio ma c’è una possibilità non trascurabile che il lancio venga persino rimandato di due anni in attesa del prossimo avvicinamento tra la Terra e Marte.

Rappresentazione artistica dei satelliti ESCAPADE. James Rattray/Rocket Lab USA

La missione ESCAPADE utilizzerà due veicoli spaziali identici per studiare come il vento solare interagisce con l’ambiente magnetico di Marte provocando la fuga dell’atmosfera del pianeta.

“Questa missione può aiutarci a studiare l’atmosfera di Marte, un’informazione chiave mentre esploriamo sempre più lontano nel nostro sistema solare e abbiamo bisogno di proteggere astronauti e veicoli spaziali dal meteo spaziale,” ha dichiarato Nicky Fox, amministratrice associata per la scienza presso il quartier generale della NASA a Washington. “Siamo impegnati a portare ESCAPADE in sicurezza nello spazio, e non vedo l’ora di vederla partire per il suo viaggio verso Marte”. E noi con lei!

Anche per questo aggiornamento dal Pianeta Rosso è tutto, alla prossima!

 

Bentornati su Marte nella sezione News da Marte #31!

Bentornati su Marte! In questo nuovo appuntamento della rubrica ci sono aggiornamenti che interessano i due rover NASA Perseverance e Curiosity. Il primo sta esplorando delle aree a ovest del cratere Jezero e ha scoperto dei materiali di estremo interesse mentre il secondo, in modo decisamente fortuito, ha trovato dei materiali molto particolari all’interno di una roccia. Iniziamo le nostre cronache proprio con Curiosity, si parte!

Il primo zolfo puro rinvenuto su Marte

È stato con grande stupore che gli scienziati hanno rilevato una scoperta fatta dal veterano dei rover marziani (a proposito, il 5 agosto è ricorso il 12esimo anniversario dell’atterraggio di Curiosity sul Pianeta Rosso). Il 30 maggio il robot si stava spostando quando una delle sue ruote è passata sopra una roccia che si è frantumata mettendo in evidenza dei particolari cristalli gialli. La roccia è stata denominata “Convict Lake”, e le successive analisi sui cristalli eseguite con lo spettrometro APXS hanno rivelato qualcosa di mai osservato prima su Marte: zolfo puro.

 La roccia sbriciolata da Curiosity porta alla luce cristalli di zolfo puro. Foto del 7 giugno (Sol 4208). NASA/JPL-Caltech/MSSS
Questa roccia, battezzata “Snow Lake” e fotografata l’8 giugno, è molto simile a quella frantumata da Curiosity nove Sol prima. Un intero campo di rocce come questa circonda il rover e tutte presumibilmente inglobano zolfo. NASA/JPL-Caltech/MSSS

Da ottobre 2023, ovvero da quando ha iniziato la sua avanzata all’interno del canale chiamato Gediz Vallis, Curiosity ha incontrato spesso dei composti chiamati solfati. La regione abbonda di questi sali (costituiti da zolfo legato con altri elementi) i quali si sono formati quando l’acqua che li ospitava è evaporata. La formazione di cristalli di zolfo puro richiede invece condizioni differenti e molto particolari che gli scienziati non ritenevano potessero essersi verificate in questa regione. Sulla Terra sono per esempio coinvolti processi vulcanici e attività idrotermale.

Di zolfo sembra essercene davvero parecchio qui in quanto Curiosity ha documentato un intero campo di rocce brillanti analoghe a quella frantumata. “Scoprire cose strane e inaspettate è ciò che rende emozionante l’esplorazione planetaria” ha commentato Ashwin Vasavada, scienziata che lavora alla missione. “Un campo di pietre fatte di puro zolfo non dovrebbe trovarsi là, perciò ora dobbiamo trovare una spiegazione”.

Gediz Vallis è uno dei principali motivi per cui il team scientifico ha scelto di atterrare in questa zona di Marte. Si pensa che il canale sia stato scavato da flussi di acqua liquida e detriti che hanno lasciato creste di massi e sedimenti che si estendono per quasi tre km e mezzo lungo il versante della montagna al di sotto del canale. L’obiettivo attuale è comprendere meglio come questo paesaggio sia cambiato miliardi di anni fa e, sebbene le recenti scoperte abbiano aiutato, c’è ancora molto da svelare. Le ultime osservazioni di Curiosity sembrano indicare che due fenomeni abbiano alternativamente plasmato la regione. Da una parte violenti flussi alluvionali, testimoniati da rocce smussate e arrotondate portate dall’acqua, dall’altra frane avvenute in un ambiente asciutto le cui prove sono rocce dai bordi netti e angolati. Le reazioni chimiche avvenute in ambiente umido hanno modificato la chimica delle rocce e infine l’azione di vento e sabbia ha continuato a sagomare il paesaggio.

 

Mappa con la posizione di Curiosity aggiornata al 18 agosto. In evidenza il canale denominato Gediz Vallis e al centro sulla sinistra, per confronto, Piazza San Pietro nella Città del Vaticano: la porzione qui sovraimposta è lunga 565 metri. NASA/JPL-Caltech/Piras

Un prelievo di roccia, il 41esimo per Curiosity, è stato eseguito il 18 giugno sulla roccia “Mammoth Lakes”. Le rocce di zolfo sono estremamente fragili per lo strumento di campionamento del rover, perciò l’operazione ha richiesto qualche attenzione extra sia nella ricerca di una roccia con caratteristiche adatte che nell’operazione di “parcheggio” di Curiosity in modo che esso risultasse stabile e non a rischio di scivolare. I materiali sono stati poi depositati negli strumenti del rover per analisi dettagliate e i risultati aiuteranno gli scienziati a decifrare la storia geologica di questa regione.

Da giugno il rover si è ormai allontanato dall’area del prelievo su “Mammoth Lakes” e si è spostato verso sud percorrendo poco più di 100 metri. Tante nuove foto e anche un ulteriore campionamento di roccia stanno tenendo impegnato Curiosity mentre procede nell’ascesa verso Aeolis Mons, il rilievo di 5500 metri che svetta all’interno del Cratere Gale, con ogni strato della montagna che rappresenta un diverso periodo nella storia di Marte.

Foto della roccia “Mammoth Lakes” scattata nel Sol 4234. In basso è inquadrato il foro del trapano mentre in alto si nota l’abrasione superficiale eseguita tramite lo spazzolino metallico con il quale Curiosity pulisce le rocce da analizzare. NASA/JPL-Caltech/MSSS

 

Macchie di leopardo per Perseverance

A circa 3700 km di distanza dal Cratere Gale continuano le investigazioni dell’altro rover messo in campo dalla NASA e che sta esplorando il bordo ovest del Cratere Jezero. Nel numero 269 di Coelum Astronomia avevamo lasciato Perseverance poco dopo il suo arrivo a “Bright Angel”, la località caratterizzata da rocce chiare situata a nord di Neretva Vallis. Quest’ultimo è il canale sabbioso largo 400 metri dove un tempo scorreva un impetuoso fiume che alimentava il lago all’interno di Jezero.

L’abrasione del Sol 1179 (13 giugno), come ipotizzato, ha preceduto un prelievo vero e proprio che è stato eseguito a metà luglio nel punto più a nord raggiunto dal rover, dove l’argine del canale si eleva diventando quasi invalicabile. È qui che, nelle settimane antecedenti il momento del prelievo, una serie di osservazioni ha prodotto uno dei più importanti risultati della missione fino a questo momento. Facciamo un passo indietro e vediamo con ordine le scoperte fatte dal rover a “Bright Angel”.

Il 23 giugno, durante un breve spostamento all’interno dell’area, Perseverance incontra una formazione molto interessante sopra una roccia con dimensioni 100×60 cm che viene battezzata Cheyava Falls.

 

Dettaglio di Cheyava Fall con delle annotazioni che indicano i dettagli di interesse del masso: le “macchie di leopardo” e un grosso cristallo di olivina. NASA/JPL-Caltech/MSSS

La roccia è percorsa da vene bianche parallele tra loro composte da solfato di calcio con inglobati qua e là cristalli di olivina, un minerale dalle tonalità verdi che si forma nelle rocce magmatiche. In mezzo alle vene bianche viene individuato del materiale rossastro che indica la presenza di ematite, uno dei composti che conferiscono alla superficie a Marte il suo caratteristico colore. La porzione di ematite è costellata di piccoli puntini con dimensioni nell’ordine di pochi millimetri, con contorni scuri e irregolari che racchiudono zone di colore chiaro. Questa conformazione e colorazione è ciò che ha ispirato gli scienziati che li hanno denominati “macchie di leopardo”.

Una serie di scansioni con lo strumento SHERLOC (ebbene sì, ha ripreso a funzionare ma lo vediamo dopo) ha dimostrato in modo molto convincente che le rocce di Cheyava Falls contengono composti organici. Questa rilevazione si aggiunge a due dati importanti: il primo è il fatto, praticamente assodato vista la quantità di indicazioni in questo senso, che qui anticamente scorreva abbondante acqua. Il secondo dato è fornito dalle “macchie di leopardo”.

Dettaglio delle particolari formazioni rinvenute su Cheyava Falls, macro della camera WATSON del 23 giugno (Sol 1188). NASA/JPL-Caltech

Si ritiene che siano state delle reazioni chimiche a trasformare l’ematite da rossa a bianca con il rilascio di ferro e fosfati che sono andati a formare l’alone scuro documentato nelle immagini della camera WATSON. Tali reazioni chimiche sono ben note sulla Terra, ed è appurato che possono essere usate come fonte di energia da forme di vita batterica fornendo una correlazione molto forte tra la presenza di microbi e questo tipo di formazioni nelle rocce sedimentarie. In un colpo solo quindi Cheyava Falls si è rivelata essere la scoperta più importante eseguita fino a questo momento da Perseverance.

Inizia la scienza di contatto

Le investigazioni proseguono con un’abrasione che viene eseguita nel Sol 1191 (26 giugno). Il masso investigato non è però quello interessato dalle precedenti analisi ma uno collocato a fianco a Cheyava Falls, poco più in alto rispetto alla prospettiva del rover, che viene denominato Steamboat Mountain.

La zona brillante al centro della foto è il punto dell’abrasione eseguita il 26 giugno. La grande roccia sedimentaria in basso è Cheyava Falls. NASA/JPL-Caltech/Piras

Una documentazione fotografica di grande dettaglio viene acquisita dalla camera WATSON sia di giorno che di notte. Questo strumento fotografico è infatti dotato di sei illuminatori a LED che producono luce bianca e negli ultravioletti. Lunghezze d’onda ad alta energia quali gli UV sono usate per rilevare i fenomeni di fluorescenza propri di alcuni minerali.

 

Parte frontale della camera WATSON fotografata l’8 marzo 2021 (Sol 17). Il coperchio frontale della camera è chiuso ma quattro aperture mostrano i LED bianchi (sopra e sotto) e quelli UV (a sinistra). NASA/JPL-Caltech/MSSS

 

 

Osservazione notturna dell’abrasione larga 5 cm acquisita da WATSON. La scena è illuminata dai LED della camera. Sol 1191. NASA/JPL-Caltech

Dopo una breve deviazione alcuni metri verso est che lo impegna per non più di cinque giorni, il rover torna sui suoi passi il 17 luglio (Sol 1211) ed è pronto per proseguire le indagini sul masso Cheyava Falls. Si inizia con una fresatura della roccia che espone il materiale interno e in corrispondenza della porzione abrasa permette agli scienziati di continuare a comprendere le caratteristiche eccezionali illustrate nel paragrafo precedente. Gli strumenti impiegati sono le MastCam-Z, SuperCam, WATSON, SHERLOC e PIXL. Ciascuno di essi indaga un diverso aspetto del materiale per fornire una visione d’insieme ma, inevitabilmente, limitata. Tale limite è dettato dalla dimensione e dal peso degli strumenti che il rover ha potuto portare con sé sul Pianeta Rosso. Per andare oltre servirebbe portare queste rocce in laboratori specializzati, ma per fortuna Perseverance è attrezzato per questo obiettivo.

Il trapano di cui è dotato, in combinazione con un set di particolari punte che ormai conosciamo bene, permette al rover di estrarre piccoli carotaggi di roccia. Dopo l’interesse suscitato da questo masso era inevitabile che gli scienziati intendessero prelevarne un campione, e il rover è stato messo in azione il 21 luglio (Sol 1215). Il campione viene sigillato nella sua fiala lo stesso giorno del prelievo, misura 62 mm e viene denominato “Sapphire Canyon”. Si tratta del 22esimo campione di roccia raccolto sinora dal rover e quello appena chiuso è il 25esimo contenitore impiegato. Infatti, oltre a quelli rocciosi, Perseverance ha raccolto due campioni di sabbia a dicembre 2022 e un campione di aria ad agosto 2021.

 

Mosaico di foto della Left MastCam-Z che mostra il foro e l’abrasione su Cheyava Falls, la roccia a sinistra dell’immagine. Sol 1217 (23 luglio), NASA/JPL-Caltech/MSSS/Piras

 

Cambia la prospettiva ma le due rocce sono ben riconoscibili: Cheyava Falls sulla sinistra, con in mostra la fresatura appena eseguita, e Steamboat Mountain a destra con l’abrasione di qualche Sol più vecchia. Left NavCam, Sol 1211. NASA/JPL-Caltech/Piras

 

 

Lo stato di Mars Sample Return e la scala CoLD

Come ben sanno i lettori di questa rubrica, il prelievo di campioni per il loro invio verso la Terra è una delle parti più importanti della missione Mars 2020 e costituisce il primo passaggio nell’ambito del progetto ampio (e molto più complesso) chiamato ‘Mars Sample Return’. I campioni di sabbia e roccia che Perseverance sta raccogliendo durante la sua esplorazione del Cratere Jezero vengono sigillati all’interno di piccole fiale di titanio. Questi contenitori saranno poi affidati nell’ordine: a un lander per raccolta e manipolazione; a un piccolo razzo che li porterà in orbita marziana; infine a un orbiter che da Marte tornerà verso la Terra con il contenitore dei campioni, affidando agli scienziati attuali e alle future generazioni il compito di svelare i segreti del Pianeta Rosso. Data prevista di fine missione circa entro metà del prossimo decennio, a patto che la NASA riesca nell’obiettivo di revisione della missione per ridurre i costi e velocizzare il termine delle operazioni (questa fase è descritta in maggior dettaglio in ‘Bentornati su Marte’ del numero 268 di Coelum Astronomia). L’agenzia statunitense ha terminato da alcuni mesi la fase in cui attendeva input da privati e centri NASA per modificare gli aspetti più critici della Mars Sample Return, e un resoconto è atteso per l’inizio dell’autunno. In quel momento comprenderemo meglio il futuro della missione e capiremo se davvero, come auspichiamo da anni con fiducia, i ricercatori potranno mettere le mani sui campioni per svelare eventuali tracce di passata vita batterica su Marte.

Del resto Cheyava Falls, il masso oggetto della cronaca che state leggendo, si è rivelato sinora il più promettente e tantissimi scienziati sono elettrizzati dai risultati preliminari delle sue analisi. Ma, al momento, quanto è probabile la rilevazione di possibile vita microbica extraterrestre sulla base delle informazioni disponibili?

Gli astrobiologi hanno sviluppato la scala CoLD (Confidence of Life Detection) per indicare con quanta probabilità un determinato campione possa essere associato a forme di vita, passata o presente. La scala si compone di sette gradini che vanno dalla ‘rilevazione del possibile segnale’ allo step finale che è la ‘conferma indipendente’. Ci sono passaggi intermedi come per esempio ‘esclusione di contaminazioni’, ‘esclusione di processi non biologici’ o ‘segnali aggiuntivi indipendenti’, tutti pensati in accordo con il metodo scientifico con lo scopo di non dare nulla per scontato. Data l’eco che la loro scoperta ha generato, potremmo essere portati a pensare che le rilevazioni su Cheyava Falls si collochino su una posizione di rilevo della scala CoLD, ma sono stati gli stessi scienziati che lavorano con Perseverance a stemperare gli entusiasmi. Siamo infatti ancora sul primo gradino, vale a dire il semplice rilevamento di un elemento d’interesse. Esistono alcuni processi non biologici che potrebbero aver generato queste ‘macchie di leopardo’ osservate sull’ematite tra i quali l’esposizione a temperature elevatissime, incompatibili con la vita, e che fornirebbero una spiegazione alla presenza dell’olivina la quale ha appunto origine magmatica.

Perseverance si scatta un nuovo selfie

Forse grazie all’agenda di attività un po’ più libera del solito o forse per celebrare la scoperta di questo masso così interessante e il successo del campionamento, il 24 luglio Perseverance si scatta un selfie. Per la maggior parte di noi umani si tratta ormai di un’operazione quasi banale ma su Marte, a centinaia di milioni di km di distanza e con un robot di una complessità spaventosa, non esistono operazioni semplici.

Perseverance impiega 46 minuti per scattare 62 immagini con la camera WATSON installata sul braccio robotico. Seguendo una sequenza di dettagliate istruzioni stilate dai tecnici del Jet Propulsion Laboratory, il rover muove il suo arto come in una precisissima coreografia nel corso della quale orienta lo stretto campo visivo della camera in tutte le direzioni attorno a sé. La finezza migliore è riservata per i momenti in cui il braccio rischierebbe di finire all’interno dell’inquadratura: con ulteriori acrobazie permesse dai cinque snodi di cui esso è dotato, Perseverance riesce a portare a termine una panoramica di 180° nella quale sembra che la foto sia stata fatta da qualcuno là su Marte a fianco al rover. Con una piccola variazione di appena tre foto è stata elaborata una versione alternativa dell’immagine riportata su queste pagine, dove sembra che il rover, invece di guardare in camera, stia ammirando con compiacimento il lavoro che ha eseguito sulla roccia al suolo.

Il più recente autoscatto di Perseverance. Sol 1218. NASA/JPL-Caltech/MSSS
Uno degli scatti alternativi nei quali la “Mast” del rover guarda verso il basso. NASA/JPL-Caltech/Piras

Combinando i singoli scatti nel modo opportuno, e soprattutto posizionandoli nel punto corretto del mosaico finale, possiamo anche renderci conto dell’ordine nel quale il rover abbia “scansionato” il paesaggio attorno a sé. Ve lo mostro in questo video che ho realizzato. La proiezione è diversa da quella usata dalla NASA perché le opzioni sono numerose quando si desidera di passare da una ripresa panoramica a una rappresentazione su un piano, ciascuna con i suoi pro e contro.

Dopo il prelievo e questo simpatico selfie sembra che per Perseverance non ci sia altro da studiare in questa regione, Bright Angel, che ha rispettato appieno le attese degli scienziati. Il rover può così tornare indietro verso il centro di Neretva Vallis e riprendere la sua strada verso sud-ovest dove inizierà la prossima parte della sua missione.

Sol 1224 (30 luglio), Perseverance si lascia alle spalle Bright Angel. NASA/JPL-Caltech
Posizione di Perseverance aggiornata al 20 agosto. La larga striscia chiara in alto è la regione Bright Angel con il marker relativo al prelievo lì eseguito. NASA/JPL-Caltech.

 

Un nuovo capitolo di esplorazione a Jezero

Quattro campagne scientifiche completate, tre anni e mezzo di esplorazione del fondo di Jezero e del delta del fiume, quasi 28 km percorsi e 22 campioni di roccia raccolti. Con questi numeri e i suoi strumenti scientifici in eccellenti condizioni operative Perseverance ha iniziato a fine agosto il quinto capitolo di esplorazione, la Crater Rim Campaign, che lo vedrà raggiungere il bordo occidentale del cratere. Lo attendono probabilmente i terreni più ripidi affrontati finora, con pendenze che arriveranno a 23° di inclinazione richiedendo la massima attenzione da parte dei piloti e ottime prestazioni dell’autonavigatore. Le regioni di maggiore interesse che il team scientifico intende esplorare sono state individuate in “Pico Turquino” e “Witch Hazel Hill”.

Mappa con il percorso elaborato dai piloti di Perseverance attraverso il bordo ovest del cratere Jezero. NASA/JPL-Caltech/University of Arizona

 

Il percorso verso la prima di queste regioni dista 1.8 km da “Serpentine Rapids”, l’area dove Perseverance si trovava a metà agosto, e richiederà al rover di risalire un primo dislivello di 300 metri. Nelle immagini satellitari “Pico Turquino” mostra fratture che potrebbe essere state causate da un’antica attività idrotermale. Le osservazioni orbitali di “Witch Hazel Hill” documentano invece possibili stratificazioni di materiali risalenti a un’epoca molto antica, quando il clima marziano era profondamente diverso rispetto a quello attuale. Questa zona, situata circa 1700 metri a ovest di “Pico Turquino” e ulteriori 250 metri più in alto, presenta un substrato roccioso chiaro simile a quello incontrato a “Bright Angel”, il che fa ipotizzare che anche qui potrebbero venir rilevate strutture e biosignature chimiche analoghe, generate forse miliardi di anni fa da batteri in presenza di acqua corrente.

 

Mosaico di 59 scatti che mostra la visuale verso sud delle zone che Perseverance si accinge a raggiungere. La prima di esse, “Dox Castle”, si trova poco a sinistra del rilievo di destra a 750 metri dalla posizione dell’immagine. Foto del 4 agosto (Sol 1229), NASA/JPL-Caltech/ASU/MSSS

I campioni finora raccolti da Perseverance hanno già offerto informazioni scientifiche di grande valore, ma la missione intravede altre scoperte all’orizzonte. “I campioni attuali rappresentano una raccolta di enorme interesse scientifico, ma esplorare il bordo del cratere ci offrirà l’opportunità di ottenere ulteriori campioni che potrebbero rivelarsi cruciali per comprendere la storia geologica di Marte,” ha dichiarato la scienziata Eleni Ravanis, membro del team Mastcam-Z di Perseverance e uno dei leader scientifici della Crater Rim Campaign. “In particolare ci aspettiamo di analizzare rocce provenienti dalla crosta marziana più antica. Queste rocce si sono formate attraverso una moltitudine di processi geologici, e alcune potrebbero rappresentare ambienti antichi, potenzialmente abitabili, che non sono mai stati esaminati da vicino prima d’ora.”

Ma raggiungere la cima del cratere non sarà un’impresa semplice. Perseverance dovrà seguire un percorso studiato dai tecnici per ridurre al minimo i rischi, pur offrendo al team scientifico delle opportunità di ricerca. Durante la prima parte dell’ascesa il rover guadagnerà circa 300 metri di altitudine raggiungendo la sommità in un’area che il team scientifico ha battezzato “Aurora Park”.

Da lì, a centinaia di metri sopra un vasto cratere di 45 chilometri di diametro, Perseverance sarà pronto per iniziare il prossimo capitolo della sua esplorazione.

Un oceano di acqua sotterranea all’interno di Marte?

Impiegando i dati acquisiti dal lander InSight della NASA, nel corso dei quali ha rilevato e misurato migliaia di piccoli sismi, un gruppo di ricercatori delle Università di San Diego e Berkley sono giunti alla conclusione che l’interno della crosta marziana potrebbe ospitare quantità enormi di acqua a profondità comprese tra 11.5 e 20 km. Fratture e porosità delle rocce ignee all’interno del pianeta, saturate di acqua, fornirebbero la migliore giustificazione ai dati rilevati dalla sonda. La quantità d’acqua che permea le rocce sarebbe tale da poter ricoprire l’intero pianeta con un immenso oceano profondo circa 1.5 km. Questa scoperta non solo arricchisce la nostra comprensione del ciclo dell’acqua marziano, ma offre anche nuove prospettive su come il clima di Marte sia cambiato drasticamente. La possibilità che parte dell’acqua marziana sia rimasta intrappolata nella crosta, piuttosto che evaporare completamente nello spazio, potrebbe aiutare a risolvere il mistero di come il pianeta abbia perso la sua atmosfera e si sia trasformato da un mondo potenzialmente abitabile a un deserto gelido. Sebbene l’accesso a queste riserve d’acqua sia attualmente fuori dalla nostra portata, lo studio apre la possibilità che tali ambienti profondi possano ospitare forme di vita microbica, analogamente a quanto osservato nelle miniere e negli oceani profondi sulla Terra. I risultati della ricerca potrebbero influenzare la pianificazione delle future missioni su Marte, indirizzando l’attenzione verso l’esplorazione del sottosuolo. La possibilità di trovare acqua liquida a grandi profondità potrebbe portare a missioni mirate a sondare queste zone e, in futuro, a sviluppare tecnologie in grado di sfruttare queste risorse che potrebbero rivelarsi cruciali per la colonizzazione del pianeta.

Rappresentazione artistica dell’interno di Marte in base allo studio in oggetto. James Tuttle Keane e Aaron Rodriquez, Scripps Institute of Oceanography

 

 

Bentornati su Marte nella sezione News da Marte #30!

Riprendiamo l’esplorazione del Pianeta Rosso con Perseverance che si trovava a un passo da Neretva Vallis, il greto sabbioso dell’antico fiume che miliardi di anni fa scorreva verso est confluendo nel Cratere Jezero. C’è anche qualche interessante integrazione riguardante le aurore marziane catturate direttamente dalla superficie e per finire eccellenti conferme sullo stato della camera SHERLOC. Si parte!

Dove eravamo

Nel precedente appuntamento della rubrica abbiamo lasciato il rover Perseverance impegnato nell’analisi di un’abrasione eseguita su una roccia depositata al suolo. Grazie agli aggiornamenti NASA abbiamo nel frattempo scoperto che la roccia viene battezzata Old Faithful Geyser, ma ci sono dettagli geologici molto più interessanti del suo nome.

Avvio dell’operazione di fresatura catturato dalla Front Left HazCam, Sol 1051. NASA/JPL-Caltech/Piras

 

Una delle fotografie diurne eseguite dalla camera WATSON successivamente alla fresatura, Sol 1051. NASA/JPL-Caltech

La roccia Old Faithful Geyser, così come i tre prelievi che l’hanno preceduta eseguiti lungo la Marginal Unit (Pelican Point, Lefroy Bay e il più recente Comer Geyser), si conferma ricca di carbonati. Ma ci sono alcune differenze nel modo in cui i grani sono cementati all’interno che rendono ciascuna roccia, in un certo senso, unica. La spiegazione potrebbe risiedere nei meccanismi di formazione o in differenti processi di alterazione. Lo studio di questa nuova roccia è stato pensato per integrare le analisi sinora a disposizione degli scienziati in modo da espandere i campionamenti man mano che Perseverance si muove verso ovest e servirà a comprendere se le rocce carbonatiche lungo il percorso siano formate tramite processi sedimentari, vulcanoclastici o ignei.

L’osservazione di Old Faithful Geyser non si è fermata all’imaging esterno ma ha impiegato anche lo strumento PIXL, lo spettrometro a raggi X installato sul braccio robotico, che ha analizzato l’interno della roccia per mappare la dimensione e distribuzione dei grani della roccia. Anche questo rilievo sarà confrontato con quelli analoghi eseguiti nelle settimane passate.

Confronto fra le tre rocce da cui Perseverance ha estratto gli ultimi tre campioni. NASA/JPL-Caltech/Piras

Perseverance mette il turbo

Dopo aver completato il percorso a ostacoli schivando massi e sabbia lungo l’Unità Marginale e procedendo per questa ragione a rilento, i piloti della NASA vedono finalmente tra le dune uno spiraglio verso nord che permetta al rover di accedere all’interno di Neretva Vallis senza pericoli. Il rischio di insabbiarsi era prima d’ora talmente concreto che è stato accettato di perdere tempo con la lenta traversata sulle rocce della West Marginal Unit.

Visuale verso nord nel Sol 1158 (23 maggio). NASA/JPL-Caltech/Piras

Spostamenti di Perseverance dal Sol 1159 al 1176

Il Sol 1162 (27 maggio) Perseverance si è così potuto insinuare verso nord attraverso Dunraven Pass, muovendosi per la notevole distanza di 200 metri e ricordandoci delle sue vere potenzialità messe in ombra nelle precedenti settimane: la tratta unica più lunga era stata di 90 metri, ma mediamente ogni spostamento (o drive, come li chiamano i tecnici) non ha superato i 30.

Il rover giunge al centro dalla valle sabbiosa un tempo costituente il letto del fiume che fluiva verso est in direzione del cratere Jezero. Dalla posizione indicata con il marker rosso a destra nella mappa numero 2 Perseverance esegue una serie di scatti con le MastCam-Z per comporre un mosaico di Mount Washburn, il rilievo che si erge all’interno di Neretva Vallis ben visibile nelle immagini satellitari e che il rover inquadra guardando verso est. Gli scienziati avevano già osservato la regione da lontano cogliendo alcune peculiarità nella composizione e trama delle rocce e appena l’occasione si presenta decidono di indagare ulteriormente.

Il risultato è indubbiamente un bel panorama ma c’è qualcosa di più che salta all’occhio anche ai meno esperti: al centro dell’immagine si staglia un masso alto circa 40 cm eccezionalmente brillante con delle macchie scure. Viene battezzato “Atoko Point” dal nome di un rilievo a est del Grand Canyon in Arizona.

Panorama del Sol 1162. NASA/JPL-Caltech

È noto che impetuosi fiumi, su Marte come sulla Terra, siano stati in grado di trasportare materiale verso valle anche per lunghe distanze, e il masso qui inquadrato sembra provenire davvero da molto lontano. Peraltro non è l’unico con una superficie così chiara in quanto ingrandendo l’immagine se ne scorgono anche altri. Potrebbe essere una piccola anteprima di ciò che attende il rover nei prossimi mesi e anni di missione, o addirittura provenire da regioni che Perseverance non raggiungerà mai.

I tecnici non si fanno sfuggire l’occasione di investigare più nel dettaglio “Atoko Point” e lo fanno con ulteriori zoom della MastCam-Z e con la SuperCam, quest’ultima impiegata anche con il suo laser vaporizzatore per indagare la chimica del masso.

Atoko Point nel dettaglio catturato dalla Left MastCam-Z, Sol 1162. NASA/JPL-Caltech/ASU/Piras

Unione di tre immagini di SuperCam RMI, Sol 1162. NASA/JPL-Caltech/LANL/CNES/IRAP/Piras

Finalmente Bright Angel

Dopo l’osservazione di Mount Washburn Perseverance non ha fatto altre tappe e ha proceduto spedito prima leggermente verso nord a toccare “Tuff Cliff” e poi verso ovest attraversando “Cedar Ridge” fino all’arrivo alla destinazione finale: Bright Angel.

Immagine NavCam del Sol 1172. Ci troviamo all’interno di Neretva Vallis e guardiamo verso ovest. A destra si intuisce Bright Angel appena alle pendici del rilievo. NASA/JPL-Caltech

È questo il nome che gli scienziati hanno dato all’area al confine ovest dell’Unità Marginale e parzialmente inglobata in Neretva Vallis. Ben visibile anche dalle immagini satellitari grazie al suo colore chiaro che spicca rispetto alle zone circostanti, era nel mirino dei ricercatori ancora prima che la missione del rover iniziasse nel 2021. Le rocce chiare che costituiscono Bright Angel potrebbero essere sedimenti che nel tempo si sono accumulati e hanno formato il canale, o materiale ancora più antico esposto dall’azione erosiva dell’acqua.

Perseverance arriva alla base dell’affioramento intorno al 10 giugno. Le prime immagini stupiscono i geologi e l’intero team scientifico: le rocce presentano strutture stratificate con bordi taglienti che richiamano alla mente vene minerali, simili a quelle osservate mesi fa alla base del cono alluvionale con la differenza che qui sono molto più abbondanti. Ci sono anche alcuni piccoli sassi raggruppati tra loro che presentano delle piccole sfere in superficie. Il team ci mette poco a inventare un’analogia per queste strutture che vengono scherzosamente definite “simili a popcorn”. La visione d’insieme suggerisce che in questa regione scorresse acqua di falda.

Le strutture a “popcorn” di Bright Angel osservate da Perseverance nel Sol 1175, Left MastCam-Z. NASA/JPL-Caltech/ASU/Piras

Sottilissimi strati di roccia emergono dalla sabbia e proiettano al suolo le proprie ombre frastagliate. Right MastCam-Z nel Sol 1182. NASA/JPL-Caltech/ASU/Piras

Nei Sol successivi Perseverance è risalito verso nord di qualche decina di metri documentando il paesaggio circostante e la chimica delle rocce con analisi spettrali. Nei Sol 1179 e 1191 (13 e 26 giugno) si è poi proceduto a due distinte fresature di basamenti al suolo, a non troppa distanza l’uno dall’altro.

Fresatura eseguita da Perseverance nel Sol 1191. NASA/JPL-Caltech/Piras

Osservazione dell’abrasione con la camera WATSON, Sol 1191. NASA/JPL-Caltech/Piras

Vedremo se prima di proseguire le esplorazioni il rover, che nel frattempo è praticamente stazionario da alcune settimane, verrà programmato anche per un nuovo prelievo. La regione attualmente in esplorazione è un tesoro per i geologi tra lastre erose dall’acqua, concrezioni di olivina e vene minerali che tagliano in due i massi al suolo.

Credo che siamo in tanti a non vedere l’ora di leggere le analisi degli scienziati al lavoro nella missione del rover non appena saranno disponibil. E come sempre troverete sulle pagine di Coelum Astronomia una completa e rigorosa sintesi delle evidenze risultanti, perciò continuate a seguire questa rubrica web e la sua gemella sulla rivista cartacea.

Riguardo a Perseverance, una volta terminati i lavori in quest’area tornerà sul versante sud del canale in direzione di “Serpentine Rapids” per poi continuare a percorrere Neretva Vallis verso ovest.

Breve avanzamento di Perseverance all’interno di Bright Angel e posizione aggiornata al Sol 2104 (9 luglio)

Le CME di maggio: i risultati scientifici

Nel precedente appuntamento della rubrica avevamo visto che l’orbiter MAVEN e il rover Curiosity si stessero preparando all’analisi delle espulsioni di massa coronale originate dalla macchia solare AR3664.

Le rilevazioni più importanti dei due apparati statunitensi non hanno però riguardato le CME legate al brillamento di classe X3.8 dell’11 maggio (quello direttamente responsabile delle aurore documentate sulla Terra sino a latitudini tropicali) e neppure il brillamento X8.79 del 14 maggio.

Un terzo brillamento di intensità ancora maggiore è avvenuto il 20 maggio quando la macchia AR3664 era ormai sparita dal disco solare visibile dalla Terra ma è stata rilevata e misurata nella sua intensità dal satellite NASA-ESA Solar Orbiter. La potenza stimata è stata X12, rendendo questo l’evento più energetico misurato dal novembre 2003.

Sulla superficie di Marte i tecnici di Curiosity si sono fatti trovare pronti con lo strumento Radiation Assessment Detector (RAD), ma non solo. Il rilevatore di particelle del rover ha misurato una quantità di radiazioni al suolo pari a 8.1 millisievert, equivalenti all’incirca a 30 radiografie al torace. Pur non rappresentando una dose letale per un astronauta che si fosse trovato senza adeguate schermature su Marte, è tuttavia la massima rilevazione mai misurata da Curiosity nei suoi 12 anni di operazioni.

Altre analisi di Curiosity hanno impiegato degli strumenti ottici, ovvero MastCam e NavCam. Queste ultime hanno monitorato il paesaggio marziano e documentano l’interazione delle particelle cariche con i fotorilevatori del sensore CCD. Il risultato è rumore digitale che dà luogo a una specie di “neve”. Nelle immagini acquisite si notano persino intere strisciate, generate da singole particelle che hanno percorso il piano del sensore eccitando molteplici pixel.

Immagine NavCam del 20 maggio, Sol 4190. NASA/JPL-Caltech

Le osservazioni con le MastCam sono state invece un po’ diverse a partire dal fatto che si sono svolte durante la notte e hanno cercato di rilevare l’emissione ottica del vento solare, ovvero l’aurora. La ricerca di questa debolissima traccia giustifica le acquisizioni descritte in News da Marte #29 che, a una prima occhiata, poteva sembrare avessero poco senso. Ma abbiamo fatto bene a non giungere a conclusioni affrettate e riservarci di tornare in seguito sulla loro analisi.

Una delle 24 immagini notturne acquisite da Curiosity nel Sol 4189. Right MastCam. NASA/JPL-Caltech/MSSS

Le aurore su Marte

Sul Pianeta Rosso, a causa dell’assenza di un campo magnetico globale, l’interazione tra le particelle cariche e l’atmosfera non è concentrata sui poli come sulla Terra ma genera fenomeni differenti. Uno tra questi è noto con il nome di aurora diffusa e si manifesta a livello planetario come un bagliore nell’emisfero al buio in specifiche linee di emissione nell’ultravioletto a cavallo tra 130.4 e 297.2 nanometri dovute ad anidride carbonica, monossido di carbonio e ossigeno atomico. Le lunghezze d’onda interessate sarebbero perciò esterne alle bande passanti dei filtri di Curiosity che arrivano al massimo a circa 420 nm, corrispondenti al limite inferiore della banda del colore blu. Recentissimi studi hanno però confermato l’esistenza finora solo teorizzata di un’emissione aggiuntiva legata all’ossigeno localizzata a 557.7 nm, nella lunghezza d’onda del colore verde e perciò in piena banda visibile. È un risultato attualmente ancora in fase di pre-print e che dovrebbe venir presentato tra un paio di settimane alla decima International Conference on Mars a Pasadena, California, e che sfrutta le rilevazioni eseguite con le camere di Perseverance. Le tecniche di analisi sono estremamente interessanti e meritano una descrizione nel paragrafo finale di questo articolo.

In orbita marziana era contemporaneamente al lavoro MAVEN che ha rilevato il fenomeno già menzionato delle aurore diffuse nell’intero emisfero in ombra mentre il pianeta veniva investito dalle particelle solari. Durante le osservazioni, eseguite dal 14 al 20 maggio, la sonda parrebbe aver rilevato anche un’altra tipologia di fenomeno chiamato aurora discreta. Queste ultime sono generate dall’interazione del vento solare con le aree, piccole e sparpagliate soprattutto nell’emisfero sud di Marte, in cui si conserva un intenso magnetismo crostale. Si tratta di regioni di crosta raffreddatesi quando ancora il pianeta aveva un magnetismo globale che si è così conservato nelle rocce. Queste regioni non sono state in seguito bersagliate da grandi impatti meteorici che, alzando la temperatura oltre la soglia per cui la roccia perde le proprietà magnetiche (temperatura di Curie), hanno fatto sì che gran parte della superficie di Marte perdesse anche questo magnetismo residuo. Ma nelle aree dove ancora si conserva è talmente intenso da guidare la formazione di aurore estremamente localizzate.

Rilevazione del 20 maggio di MAVEN nell’emisfero notturno di Marte con lo strumento sensibile all’ultravioletto. NASA/University of Colorado/LASP

Per completare la trattazione vale la pena menzionare un ulteriore tipo di aurora marziana: a quelle diffuse e quelle discrete si aggiungono le aurore protoniche (scoperte da MAVEN nel 2018) che interessano l’emisfero illuminato.

Nel 2022 la sonda emiratina Hope ha poi rilevato per la prima volta un potenziale quarto tipo di aurora (definito come sinuosa discreta) la cui emissione osservata nell’ultravioletto si distendeva per una grande porzione dell’emisfero marziano in ombra. La spiegazione per questo nuovo fenomeno non è al momento chiara perché mostra caratteristiche simili a quelle delle aurore discrete, ovvero una precisa localizzazione, sebbene sia apparentemente generata dagli stessi meccanismi delle aurore globali. I prossimi mesi di attività solare e le osservazioni che seguiranno aiuteranno forse a far chiarezza.

Emirates Mars Mission

L’aurora nel visibile di Perseverance

Il 15 marzo un flare di intensità C4.9 (quindi circa 90 volte inferiore rispetto al fenomeno X3.8 legato alle aurore terrestri di maggio) originato dalla macchia solare AR3599 ha generato un’espulsione di massa coronale interplanetaria che ha viaggiato sino a Marte. Nel paper intitolato First Detection Of Visible-Wavelength Aurora On Mars (Knutsen, McConnochie, Lemmon et al., 2024) vengono riportati i risultati del quarto tentativo, stavolta riuscito, di rilevare un’aurora diffusa direttamente dalla superficie di Marte e, per la prima volta in assoluto, dell’emissione a 557.7 nm dell’ossigeno atomico responsabile della tinta verde comune anche alle aurore terrestri. Per farlo gli scienziati sono ricorsi a Perseverance e allo spettrometro della SuperCam, dotato tra le altre cose di un amplificatore ottico nell’intervallo 535-853 nm utile per aumentare l’intensità della debole emissione d’interesse.

L’ora di arrivo della tempesta solare ha rispettato le previsioni e l’impatto con Marte è stato confermato anche da un incremento di errori nella memoria della sonda Mars Express di un fattore 4. Le osservazioni spettrali di Perseverance sono partite alle 00:34 del Sol 1094 e, dopo aver compensato il rumore di fondo e applicato gli opportuni filtraggi, mostra in modo eloquente il picco di luce alla lunghezza d’onda attesa.

In nero la media delle acquisizioni spettrali della SuperCam e in verde la curva di miglior adattamento. In basso in rosso il rumore residuo. Knutsen, McConnochie, Lemmon et al.

Al termine delle rilevazioni con la SuperCam, Perseverance ha eseguito acquisizioni anche con le MastCam-Z utilizzando i filtri RBG con cui produce le immagini nello spettro visibile. Nonostante la presenza in cielo del luminoso Fobos che ha aggiunto una tinta giallo-arancio alle immagini, al termine delle compensazioni anche le immagini della MastCam-Z hanno mostrato un eccesso di radiazione nel canale verde.

I ricercatori hanno concluso che l’evento CME studiato ha prodotto un’emissione con intensità stimata di 93 Rayleigh (unità di misura per il flusso luminoso). Le rilevazioni oggetto di studio sono state parzialmente degradate dalla presenza di polveri in sospensione nell’atmosfera che hanno ridotto la luminosità dell’evento, ma si ritiene che in condizioni atmosferiche migliori o nel caso di CME di poco più potenti si potrebbe raggiungere la soglia di visibilità umana. Quindi, un giorno, astronauti e astronaute potrebbero vedere con i loro occhi aurore su Marte.

SHERLOC è di nuovo operativa

La comunicazione ufficiale è arrivata il 17 giugno attraverso gli aggiornamenti resi disponibili dalla NASA e conferma ciò che su queste pagine avevamo già ipotizzato a metà maggio in News da Marte #28. Succede spesso che nelle immagini grezze si nascondano piccole anticipazioni su ciò che verrà narrato più tardi nelle cronache ufficiali dei rover…

Sono state proprio le immagini acquisite l’11 maggio che hanno confermato la ripresa funzionalità della camera SHERLOC che a inizio gennaio era rimasta con lo sportellino di protezione della lente bloccato in posizione socchiusa.

Posizione della camera SHERLOC ACI sulla torretta del braccio robotico, Sol 1044. NASA/JPL-Caltech/MSSS/Piras

I tentativi di ripristinare la funzionalità del piccolo motore che aziona lo sportellino, che permette inoltre il fondamentale controllo della messa a fuoco, hanno avuto parziale successo nel corso dei mesi di lavoro. I tecnici hanno scaldato l’attuatore coinvolto, azionato il trapano nel tentativo di smuovere granelli di polvere che potessero ostacolare il movimento di apertura, eseguito addirittura particolari acrobazie con il braccio robotico.

Non si sa di preciso quale di queste azioni sia stata risolutiva, ma alla fine i tecnici sono riusciti ad aprire lo sportellino quanto bastava per non ostruire più la lente di SHERLOC che svolge funzioni sia di camera che di spettrometro. Il motore non era però in grado di muoversi liberamente e perciò una precisa messa a fuoco era ancora impossibile da ottenere. È servito un piano B.

Se l’obiettivo fotografico non può agire sulla messa a fuoco allora si può intervenire avvicinando o allontanando la camera al soggetto. Sfruttando l’estrema precisione dei movimenti del braccio robotico, capace di spostamenti minimi di 0.25 millimetri, i tecnici hanno eseguito un test sul target di calibrazione di SHERLOC individuando in 40 mm la distanza dal soggetto per ottenere una precisa messa a fuoco.

La prima immagine nuovamente a fuoco di SHERLOC viene acquisita nel Sol 1047. NASA/JPL-Caltech

Per il primo test vero e proprio su una roccia bisogna aspettare qualche giorno marziano, il Sol 1153. Il risultato dà esito positivo.

18 maggio, Perseverance fotografa di nuovo una roccia con SHERLOC ACI. NASA/JPL-Caltech

Quasi un mese dopo, il 17 giugno, si presenta l’occasione di testare lo spettrometro di SHERLOC. Anche questo test ha successo, e la NASA può così dichiarare ufficialmente riuscito un debug hardware eseguito su un apparato distante centinaia di milioni di km. Pur con la limitazione di non poter agire sulla messa a fuoco diretta tramite l’obiettivo, Perseverance continuerà a produrre dati di immutata qualità scientifica con SHERLOC. Avanti tutta!

Bentornati su Marte nella sezione News da Marte #29!

Questo aggiornamento sulle attività dei rover NASA sarà un po’ più mirato del solito e si focalizzerà principalmente su due tipi di tempeste, di sabbia e solari, e le loro conseguenze. Nella seconda parte ci divertiremo poi a indagare il Sole grazie all’occhio acutissimo di Perseverance. Si parte!

Il massimo del ciclo solare

Maggio è stato un mese di grandissimo interesse per chi si occupa di scienza del Sole. Ci avviciniamo al picco di attività della nostra stella all’interno del ciclo di 11 anni, e gli strepitosi fenomeni di aurore e SAR osservati sulla Terra sino a latitudini tropicali ne sono stati la prova. Su Marte la NASA non si farà trovare impreparata in quanto ha due apparati pronti non solo per rilevare ma anche misurare l’intensità delle eruzioni solari e i fenomeni che ne conseguono.

MAVEN

Il primo di questi apparati si trova in orbita ed è la sonda MAVEN, acronimo di Mars Atmosphere and Volatile Evolution. La missione del satellite, iniziata nel settembre 2014, è focalizzata sulla misurazione della fuga dell’atmosfera di Marte, cercare di comprenderne l’evoluzione nel tempo e da qui dedurre quale fosse il clima del pianeta nel suo passato.

NASA/GFSC

Non è poi un caso che MAVEN sia progettata anche per rilevare radiazioni e influenza del vento solare; infatti i picchi di attività della nostra stella, su un pianeta privo di campo magnetico globale come Marte, riescono a soffiare via l’atmosfera durante tempeste solari particolarmente violente. I modelli climatici prevedono che le stagioni marziane più calde, oltre a produrre le celebri tempeste di sabbia che talvolta arrivano ad avvolgere l’interno pianeta, riscaldino e “gonfino” significativamente l’atmosfera. In essa si trova miscelato anche il vapore acqueo che sublima dai ghiacci e che viene così investito dal vento solare e disperso nello spazio. Questo processo, ripetuto nel corso di miliardi di anni, potrebbe aver avuto il potenziale di trasformare un mondo umido nell’attuale deserto arido che è Marte. Un cruciale fattore di riscaldamento globale del pianeta giunge dal suo posizionamento in perielio, punto di massima vicinanza al Sole. L’orbita di Marte ha una marcata eccentricità e questo fa sì che nel punto di perielio il pianeta riceva quasi il 50% di radiazione e calore in più rispetto all’afelio. La stagione delle tempeste di sabbia è attualmente in corso. Siamo infatti a ridosso del perielio (avvenuto l’8 maggio) e quest’anno in concomitanza, come detto, di un periodo di intensa attività solare. MAVEN sta sfruttando questa sovrapposizione di eventi per compiere studi alla ricerca di conferme sperimentali sulla validità delle teorie attuali sulla fuga dell’atmosfera.

Curiosity

Il secondo apparato messo in campo dalla NASA per studiare gli attuali picchi di attività solare è il rover Curiosity. Insieme agli strumenti per l’analisi chimica delle rocce e le numerose camere, il robot monta sulla propria plancia uno strumento chiamato RAD. Il nome è l’acronimo di Radiation Assessment Detector e si tratta di un rilevatore di particelle altamente energetiche.

NASA/JPL-Caltech/MSSS

RAD studia la radiazione solare che filtra nell’atmosfera e colpisce la superficie di Marte. Queste particelle hanno sufficiente energia per spezzare le molecole organiche, inducendo dei processi che danneggiano le eventuali tracce fossili di vita batterica che rappresentano gli attuali obiettivi di studio sul Pianeta Rosso. Ma gli scopi di RAD non si fermano qui: lo strumento sta fornendo indicazioni sulle schermature di cui i futuri habitat umani dovranno essere dotati per fornire un sufficiente livello di sicurezza ai primi astronauti che metteranno piede su Marte. Prima ancora dell’atterraggio sul pianeta nel 2012 a bordo di Curiosity, RAD ha misurato la radiazione nello spazio interplanetario, anche in questo caso con lo scopo di quantificare la pericolosità di un viaggio spaziale per un equipaggio. Gli strumenti di MAVEN e il RAD di Curiosity si completano a vicenda, potremmo dire: i detector del satellite sono sensibili alle radiazioni a bassa energia mentre RAD rileva quelle estremamente più energetiche che riescono a penetrare l’atmosfera e arrivare sino alla superficie. Per questa ragione capita che i team del rover e della sonda lavorino fianco a fianco per caratterizzare da prospettive differenti un medesimo evento solare. Vedremo probabilmente in uscita nei prossimi mesi qualche news o paper scientifico basato sulle rilevazioni che questi due apparati stanno portando avanti.

A caccia dell’aurora

Il 14 maggio la macchia solare AR3664, balzata ai proverbiali onori delle cronache in quanto responsabile pochi giorni prima delle aurore più potenti dal 2003 a oggi, era ormai sul bordo orientale del Sole. Forse intenzionata a dare un saluto memorabile alla Terra, quel giorno ha prodotto un flare di classe X8.79, il più potente del Ciclo Solare 25.

news da marte
Immagine a 131 Å del satellite Solar Dynamics Observatory. NASA/SDO/AIA team

Ma mentre la conseguente espulsione di massa coronale non ha interessato la Terra a causa della posizione al confine del disco solare, AR3664 era orientata in direzione di Marte. Sul Pianeta Rosso, a causa dell’assenza di un campo magnetico, l’interazione tra le particelle cariche del vento solare e l’atmosfera non è concentrata sui poli come sulla Terra ma appare come un’aurora diffusa globale. Gli aggiornamenti NASA sulle attività del rover Curiosity riportano che i tecnici abbiano deciso qualche giorno dopo la CME di svolgere un’osservazione notturna del cielo con le MastCam del rover alla ricerca dell’elusivo bagliore aurorale. L’attività è stata eseguita nella tarda serata del Sol 4189, producendo complessivamente 24 immagini a lunga esposizione (12 per ciascuna camera) a intervalli di 105 secondi che sono state rese disponibili nelle pagine dedicate alle foto grezze. Nel database NASA non ho purtroppo trovato disponibili dei dark frame per rimuovere il rumore digitale dei sensori e provare così a ripulire le immagini. Ogni tentativo di elaborazione di queste foto è stato inutile e tutto ciò che si vede è il disturbo di acquisizione che sovrasta anche l’eventuale segnale prodotto dalle stelle. Da parte mia non posso fare assunzioni se queste riprese abbiano avuto successo, vedremo in future news ufficiali quali siano stati i risultati.

News da Marte
Una delle 24 immagini notturne acquisite da Curiosity nel Sol 4189. Right MastCam. NASA/JPL-Caltech/MSSS

C’è da aggiungere che, nonostante queste foto siano state scattate sia dalla MastCam di destra che da quella di sinistra, probabilmente solo la Left ci avrebbe permesso di apprezzare il fenomeno astronomico dell’aurora grazie alla lunghezza focale di 34 mm opposta al 100 mm della Right. Dal punto di vista della tecnica fotografica un teleobiettivo è estremamente limitante qualora si vogliano osservare ampie parti del cielo come sarebbe stato opportuno in questo caso. Ma da settembre 2023 la Left MastCam continua a presentare il problema della ruota portafiltri bloccata a metà del filtro trasparente L0 (problema descritto per la prima volta in News da Marte #23). Attualmente i tecnici stanno continuando a impiegare la camera con l’accorgimento di scaricare perlopiù solo dei ritagli delle foto per non sprecare risorse con le porzioni oscurate delle immagini.

Foto del Sol 4191 della Left MastCam di Curiosity. NASA/JPL-Caltech/MSSS
Simulazione del ritaglio a cui le immagini della Left MastCam vengono attualmente sottoposte. NASA/JPL-Caltech/MSSS/Piras
News da Marte
Recente immagine della Left MastCam con il ritaglio descritto. NASA/JPL-Caltech/MSSS

Nuove osservazioni solari di Perseverance

Curiosity non è stato l’unico rover che a maggio ha guardato il cielo di Marte. Anche Perseverance è stato impegnato in osservazioni con il naso all’insù, sia solari che stellari. Come visto in passato su queste pagine, le rilevazioni solari sono permesse dalle MastCam-Z, la coppia di camere montate sulla testa (da qui il termine Mast) del rover e dotate di uno zoom (da qui la lettera Z) con escursione 26-110 mm che si differenziano dalle focali fisse di Curiosity. Ciascuna camera monta una ruota di filtri con cui isolare specifiche lunghezze d’onda nello spettro, in modo da capire esattamente quali specie minerali siano più abbondanti in determinate rocce. Tra questi filtri ce ne sono anche due solari, con i quali il rover osserva quasi quotidianamente il Sole per studiare quante polveri siano presenti in sospensione nell’atmosfera e di conseguenza stimare il parametro dello spessore ottico indicato con la lettera greca tau. Alle migliaia di foto scattate da scienziati e semplici appassionati alla macchia AR3664 menzionata nelle cronache di Curiosity, è doveroso per noi esploratori marziani aggiungere le riprese eseguite da Perseverance. Questa macchia, talmente grande da essere stata visibile persino a occhio nudo (ma sempre, ricordo, con gli opportuni filtri), alla sua massima dimensione si è estesa su una lunghezza pari a quasi 18 Terre una a fianco all’altra.

Il Sole visto da Marte il 12 maggio

Tra le immagini che ho selezionato per l’articolo la prima è stata acquisita il 12 maggio (Sol 1147) quindi all’indomani dei fenomeni aurorali estremi. Quando ormai sulla Terra AR3664 si accingeva a tramontare sul lato orientale del disco solare (come illustrato nell’immagine di SDO) su Marte la macchia aveva da poco iniziato a dare bella mostra di sé.

News da Marte
Foto della Left MastCam-Z del 12 maggio, Sol 1147. NASA/JPL-Caltech/ASU/MSSS/Piras
Il Sole del 12 maggio visto dallo strumento Helioseismic Magnetic Imager a bordo del satellite SDO. NASA/SDO/HMI team/SpaceWeatherLive

Vale la pena tornare un po’ indietro nel tempo con le immagini del satellite SDO della NASA e ripescare un’acquisizione dello strumento Helioseismic Magnetic Imager datata 4 maggio. In essa si riconosce quasi perfettamente la configurazione di macchie solari che 8 giorni dopo, in seguito alla rotazione della superficie della nostra stella, era rivolta verso Marte.

Immagine del 4 maggio. NASA/SDO/HMI team/SpaceWeatherLive

Il Sole visto da Marte il 14 maggio

11 ore prima che AR3664 producesse l’impressionante brillamento con intensità X8.79 menzionato a inizio articolo, Perseverance aveva fotografato ancora una volta il Sole. L’immagine risultante conferma l’ottimo allineamento della macchia solare in direzione di Marte e ci lascia a fantasticare su quali aurore l’eruzione avrebbe potuto produrre sulla Terra se fosse avvenuta pochi giorni prima!

NASA/JPL-Caltech/ASU/MSSS/Piras

Rotazione solare: animazione

Le ultime immagini sul tema che desidero mostrarvi sono due animazioni realizzate a partire dalle foto solari di Perseverance dal 30 aprile al 22 maggio. I frame della prima gif sono quelli originali così come scaricati dalle pagine NASA, con l’unico accorgimento di aver centrato l’inquadratura sul Sole. Si notano i pixel colorati dovuti al rumore digitale del sensore, l’inclinazione variabile del Sole in base all’ora a cui le foto sono state scattate e soprattutto la mutevole luminosità legata a quanta polvere fosse presente in atmosfera.

NASA/JPL-Caltech/MSSS/Piras

Ho quindi sottoposto i frame alla pulizia dagli hot pixel, uniformato l’esposizione e corretto l’inclinazione del disco in modo da rendere fluida la rotazione. Questo è il ben più gradevole risultato.

NASA/JPL-Caltech/MSSS/Piras

Ma questa polvere nell’aria che la sta facendo da padrona…si riesce a vedere? Come spesso avviene, un’immagine vale più di mille parole. Ecco una foto realizzata dalla camera di navigazione di Perseverance che illustra come i rilievi all’orizzonte quasi svaniscano a causa dell’oscuramento atmosferico.

Ripresa con la Left NavCam nel Sol 1158, 23 maggio. In basso c’è un ritaglio della porzione superiore della stessa foto. NASA/JPL-Caltech/Piras

Astrofotografia da Marte

Apparentemente non legato all’osservazione di particolari fenomeni nei cieli marziani, nella notte del Sol 1153 Perseverance ha eseguito uno scatto a lunga esposizione con la MastCam-Z di sinistra. Stavolta, a differenza delle immagini notturne di Curiosity, i tecnici hanno prodotto anche dei rudimentali dark frame eseguendo preliminarmente degli scatti con il filtro solare che, grazie all’oscuramento estremo che fornisce, ha bloccato a sufficienza ogni potenziale luce in ingresso alla camera. Ho potuto utilizzare queste particolari immagini per provare a migliorare il light frame, ovvero la foto notturna vera e propria. L’immagine è rimasta comunque rumorosa perché ho aumentato molto il contrasto con lo scopo di evidenziare sia la scia delle stelle che parte del paesaggio. Ebbene sì, Perseverance ha osservato delle stelle all’orizzonte.

Left MastCam-Z, Sol 1153. NASA/JPL-Caltech/ASU/MSSS/Piras

I metadati dell’immagine grezza ci aiutano a collocare lo scatto esattamente in direzione ovest e questo è coerente con l’inclinazione delle stelle le quali, viste dall’emisfero nord di Marte, stanno tramontando. Con l’ausilio del software di simulazione Stellarium possiamo ricostruire il cielo visto da Perseverance inserendo data e ora della foto (le 2:49 italiane del 18 maggio). Se con un po’ di pazienza inseriamo anche le specifiche del sensore, la lunghezza focale impiegata per quest’acquisizione e inseriamo un correttivo che tenga conto dell’inclinazione del rover rispetto al terreno, troviamo un’ottima corrispondenza con il campo inquadrato dalla MastCam-Z e scopriamo l’esatta zona di cielo puntata.

Simulazione della foto notturna di Perseverance. Stellarium/Piras
Costellazione australe della Gru vista da Marte

Andando a indagare nelle immagini diurne delle NavCam acquisite in quei giorni Sol (quando Perseverance è rimasto fermo alcuni giorni nella stessa posizione) troviamo il rilievo che compare nella foto e che, dopo un’opportuna compensazione della distorsione della lente, si sovrappone abbastanza bene con lo scatto notturno.

La foto notturna del Sol 1153 è qui sovrapposta a un’immagine della Right NavCam del Sol 1151. NASA/JPL-Caltech/MSSS/Piras

Anche per questo appuntamento è tutto, alla prossima. Tutte le News su Marte sono disponibili QUI

Transiti della ISS International Space Station

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Transiti della ISS International Space Station per il mese di Ottobre 2024 considerati notevoli

La ISSStazione Spaziale Internazionale sarà rintracciabile nei nostri cieli sia ad orari serali che mattutini. Avremo quattro transiti notevoli con magnitudini elevate ad inizio e a fine mese, auspicando come sempre in cieli sereni.

02 Ottobre

Si inizierà il giorno 2 Ottobre, dalle 19:09 alle 19:20, osservando da ONO a SE. La ISS sarà ben visibile dalle Isole Maggiori e regioni occidentali, con una magnitudine massima che si attesterà su un valore di -3.1.

17 Ottobre

Il prossimo transito sarà il 17 Ottobre, dalle 06:52 verso SO alle 07:03 verso ENE. Visibilità eccellente da tutta Italia, con un transito che attraverserà il cielo da orizzonte a orizzonte. Magnitudine di picco a -3.5.

19 Ottobre

Saltiamo di un paio di giorni, andando al 19 Ottobre, dalle 06:51 in direzione OSO alle 07:00 in direzione NE. Transito ottimale per il Centro Nord, con magnitudine massima a -3.4.

20 Ottobre

L’ultimo passaggio sarà visibile al meglio da tutta Italia il 20 Ottobre. Dalle 06:04 alle 06:11, da OSO a NE, con magnitudine di picco a -3.9. Vale la pena mettere la sveglia per il miglior transito antelucano del mese.

Transiti della ISS International Space Station per il mese di Settembre 2024 considerati notevoli

La ISSStazione Spaziale Internazionale sarà rintracciabile nei nostri cieli sia ad orari mattutini che serali. Avremo molti transiti notevoli con magnitudini elevate durante il primo mese d’autunno, sperando come sempre in cieli sereni.

05 Settembre

Si inizierà il giorno 5 Settembre, dalle 06:00 verso ONO alle 06:10 verso SE. Visibilità perfetta da tutta la nazione, con magnitudine di picco a -3.7. Osservabile senza problemi, meteo permettendo.

06 Settembre

Si replica il 6 Settembre, dalle 05:14 in direzione NO alle 05:21 in direzione ESE. Questo sarà un transito ottimale per tutto il paese. Magnitudine massima nuovamente a -3.7.

11 Settembre

Il transito successivo si avrà l’11 Settembre, con la Stazione Spaziale che transiterà dalle 21:02 alle 21:08, da SO ad ENE. Un transito ottimale per tutta Italia, con magnitudine massima a -3.9. Il miglior transito serale del mese, anche se parziale.

12 Settembre

Un nuovo transito della ISS il 12 Settembre, dalle 20:14 verso SO alle 20:22 verso ENE, con magnitudine di picco a -3.6. Questo passaggio sarà particolarmente visibile nel Centro-Sud.

14 Settembre

Il giorno 14 Settembre, nuovo transito ottimale per il Centro-Nord, dalle 20:13 alle 20:22, da OSO a NE, la ISS avrà una magnitudine massima di -3.3.

28 Settembre

Il penultimo passaggio sarà il 28 Settembre, dalle 20:09 verso NO alle 20:16 verso ESE. Transito osservabile da tutta la nazione, con la ISS che raggiungerà una magnitudine di picco di -3.8.

29 Settembre

L’ultimo transito notevole si avrà il 29 Settembre, osservabile al meglio dal Nord Italia, dalle 19:21 alle 19:29, da NO ad ESE. La ISS avrà una magnitudine massima a -3.2.

Transiti della ISS International Space Station per il mese di Agosto 2024 considerati notevoli

La ISSStazione Spaziale Internazionale sarà rintracciabile nei nostri cieli in orari mattutini, prima dell’alba. Avremo quattro transiti notevoli con magnitudini elevate durante l’ultimo mese estivo, auspicando come sempre in cieli sereni.

20 Agosto

Transiti ISS

Si inizierà il giorno 20 Agosto, dalle 05:46alle 05:55, osservando da SO ad ENE. La ISS sarà visibile da tutta la nazione per uno dei due migliori transiti del mese con una magnitudine massima di -3.7.Se osservata dal Centro, la ISS sarà vicina alla coppia Marte-Giove.

21 Agosto

Transiti ISS

Si replica il 21 Agosto, dalle 04:58 verso S alle 05:05 verso ENE. Visibilità migliore per il Sud Italia, con magnitudine di picco a -3.1.

22 Agosto

Transiti ISS

Passiamo al giorno 22 Agosto con un nuovo transito dalle 05:44 in direzione OSO alle 05:52 in direzione NE. Osservabile al meglio dal Centro Nord Italia con una magnitudine massima di -3.3.

23 Agosto

L’ultimo transito del mese si avrà il 23 Agosto, dalle 04:56 alle 05:03, da OSO a NE. Magnitudine di picco a -3.9per il miglior transito del mese, osservabile da tutta la nazione.

Transiti della ISS International Space Station per il mese di Luglio 2024 considerati notevoli

La ISSStazione Spaziale Internazionale sarà rintracciabile nei nostri cieli sia ad orari mattutini che serali. Avremo molti transiti notevoli con magnitudini elevatedurante il secondo mese estivo, auspicando come sempre in cieli sereni.

08 Luglio

Transiti della ISS International Space Station 08 Luglio

Si inizierà il giorno 8 Luglio, dalle 22:54 verso OSO alle 23:05 verso NE. Visibilità perfetta da tutta la nazione, con magnitudine di picco a -3.9. Osservabile senza problemi, meteo permettendo.

09 Luglio

Transiti della ISS International Space Station 09 Luglio

Si replica il 9 Luglio, dalle 22:06 alle 22:16, osservando da SO a ENE. La ISS sarà nuovamente ben visibile da tutta Italia, in particolare dal Centro Sud, con una magnitudine massima si attesterà su un valore di -3.7.

10 Luglio mattina

Transiti della ISS International Space Station 10 Luglio

Il 10 Luglio avremo una giornata con un transito al mattino ed uno alla sera. Il primo si avrà dalle 04:35 alle 04:45, da ONO a SE, con una magnitudine massima di -3.8. Osservabile al meglio dall’occidente italiano.

10 Luglio sera

Transiti della ISS International Space Station 10 Luglio sera

Sempre il 10 Luglio, ma alla sera, dalle 21:17 alle 21:28, vi sarà il secondo transito con magnitudine di picco a -3.2, visibile al meglio dal Sud Italia, da SSO a ENE.

11 Luglio

Transiti della ISS International Space Station 11 Luglio

L’11 Luglio avremo un nuovo transito mattutino osservabile da tutta la nazione. Dalle 03:46 verso NO alle 03:57 verso ESE, con magnitudine massima a -3.7. Vale la pena di mettere la sveglia.

12 Luglio

Transiti della ISS International Space Station 12 Luglio

Il 12 Luglio, alla sera, si avrà un nuovo passaggio delle ISS dalle 21:16 verso SO alle 21:27 verso NE, con visibilità perfetta (meteo permettendo) da tutta la nazione con magnitudine massima a -3.7.

22 Luglio

Transiti della ISS International Space Station 22 Luglio

Saltando di una decina di giorni, il 22 Luglio, con magnitudine a -3.5 dalle 22:50 verso NO alle 22:56 verso NE, la ISS effettuerà un transito parziale osservabile al meglio dal Centro Nord del paese.

24 Luglio

Transiti della ISS International Space Station 24 Luglio

Due giorni dopo, il 24 Luglio, la Stazione Spaziale effettuerà un altro transito parziale, osservabile al meglio dalla Sardegna, dalle22:49 alle 22:54, da ONO a OSO. Magnitudine massima a -3.3.

25 Luglio

Transiti della ISS International Space Station 25 Luglio

Passando al 25 Luglio, dalle 22:00 verso NO alle 22:07 verso ESE, la Stazione Spaziale Internazionale sarà osservabile nuovamente da tutto il paese, con magnitudine massima a -3.9.

26 Luglio

Transiti della ISS International Space Station 26 Luglio

Il 26 Luglio, con magnitudine a -3.4 dalle 21:11 verso NO alle 21:20 verso ESE, la ISS effettuerà il penultimo transito notevole del mese, osservabile al meglio dal Nord Est e regioni Adriatiche.

28 Luglio

Transiti della ISS International Space Station 28 Luglio

L’ultimo transito notevole del mese si avrà il 28Luglio, osservabile al meglio dall’occidente italiano, dalle 21:09 alle 21:18, da ONO a SE. La ISS avrà una magnitudine massima a -3.5.

Transiti della ISS International Space Station per il mese di Giugno 2024 considerati notevoli

La ISSStazione Spaziale Internazionale sarà rintracciabile nei nostri cieli in orari mattutini, prima dell’alba. Avremo sei transiti notevoli con magnitudini elevate ma solo durante gli ultimi giorni del mese di giugno, auspicando come sempre in cieli sereni.

23 Giugno

Transiti della ISS International Space Station
Transiti della ISS International Space Station 23 giugno

Si inizierà il giorno 23 Giugno, dalle 04:54alle 05:03, osservando da SO ad ENE. La ISS International Space Station sarà ben visibile da tutta la nazione con una magnitudine massima si attesterà su un valore di -3.8. Vale la pena di puntare la sveglia per questo passaggio.

24 Giugno

Transiti della ISS International Space Station
Transiti della ISS International Space Station 24 giugno

Il 24 Giugno, dalle 04:05 verso SSO alle 04:15 verso ENE, la Stazione Spaziale sarà osservabile al meglio dal Sud Italia con magnitudine di picco a -3.3.

25 Giugno

Transiti della ISS International Space Station
Transiti della ISS International Space Station 25 giugno

Il giorno dopo, 25 Giugno, la ISS transiterà dalle 04:50 alle 04:58, da OSO a NE, con una magnitudine massima di -3.1. Un passaggio perfetto per il Nord Italia questa volta.

26 Giugno

Transiti ISS International Space Station
Transiti della ISS International Space Station 26 giugno

Continuando, il 26 Giugno avremo un nuovo passaggio della ISS International Space Station dalle 04:00 verso OSO alle 04:08 verso NE. Visibile nuovamente da tutto il paese con magnitudine di picco a -3.8. Sperando come sempre in cieli sereni.

27 Giugno

Transiti ISS International Space Station
Transiti della ISS International Space Station 27 giugno

Arriviamo al penultimo transito, il 27 Giugno, dalle 03:11 in direzione SE alle 03:17 in direzione ENE. Un transito parziale, osservabile al meglio dal Centro Sud del paese, con una magnitudine massima di -3.6.

29 Giugno

Transiti ISS International Space Station
Transiti della ISS International Space Station 29 giugno

L’ultimo transito del mese si avrà il giorno 29 Giugno, dalle 03:06 da ONO alle 03:12 a NE, con magnitudine massima a -3.4. Osservabile al meglio dal Centro Nord Italia.

Transiti ISS International Space Station

N.B. Le direzioni visibili per ogni transito sono riferite ad un punto centrato sulla penisola, nel centro Italia, costa tirrenica. Considerate uno scarto ± 1-5 minuti dagli orari sopra scritti, a causa del grande anticipo con il quale sono stati calcolati.

ATTENZIONE

In caso di Booster della ISS eseguiti nei giorni successivi alla pubblicazione dell’articolo gli orari possono differire anche in maniera significativa. Vi invitiamo a controllare sempre il sito https://www.heavens-above.com/ soprattutto in caso di programmazione di una sezione di osservazione.


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Le Costellazioni del Mese

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Le costellazioni del mese di Ottobre 2024

Nel cielo autunnale di ottobre incontriamo due costellazioni che costituiscono una coppia mitologica, l’unica ad essere collocata sulla volta celeste: si tratta di Cassiopea e Cefeo.

LA COSTELLAZIONE DI CASSIOPEA

Asterismo tipico del cielo boreale, Cassiopea è una figura visibile tutto l’anno e raggiunge la massima altezza proprio nel periodo autunnale.

Poiché è molto vicina al polo nord celeste, Cassiopea rimane visibile per tutta la notte e per questo viene classificata come una costellazione circumpolare.

La sua peculiare forma a W o M, a seconda delle stagioni, la rende facilmente individuabile a Nord, nei pressi della Stella Polare.

Shedir (alfa Cassiopeiae) è l’astro principale della costellazione: si tratta di una gigante arancione di magnitudine apparente +2,25, situata a 229 anni luce dalla Terra.

Il suo nome deriva dall’arabo(صدر, şadr) e significa busto: essa infatti è collocata nel cuore della costellazione che, mitologicamente, rappresenta la regina di Etiopia.

Interessante  γ Cassiopeiae, la stella binaria a raggi X più brillante del cielo e l’unica ad essere visibile ad occhio nudo.

SUPERNOVAE IN CASSIOPEA

Nel 1572 nella costellazione di Cassiopea apparve improvvisamente un stella tanto luminosa quanto ci appare il pianeta Venere: essa venne denominata “nova di Tycho Brahe” dal nome dell’astronomo danese che condusse per oltre un anno osservazioni di questo oggetto, ad occhio nudo, riportando dati dettagliati; in conclusione, ciò che aveva osservato era una supernova.

Ma non è l’unico episodio di questo tipo quello che riguarda la costellazione di Cassiopea: nel 1680 è stata osservata una forte radiosorgente situata a 11 mila anni luce da noi, Cassiopea A.

Nel 2004 il telescopio spaziale Chandra ha scoperto anche una sorgente molto compatta di raggi X proprio al centro di Cassiopea A, le cui caratteristiche confermano che si tratta di una stella di neutroni che, con ogni probabilità, rappresenta il resto della Stella esplosa più di 300 anni fa.

OGGETTI NON STELLARI NELLA COSTELLAZIONE DI CASSIOPEA

Nel tratto di Via Lattea boreale in cui è situata Cassiopea vi è un gran numero di nebulose e ammassi: due oggetti  molto amati e ripresi dagli astrofili sono certamente la Nebulosa Cuore ( IC1805), distante7500 anni luce, e la nebulosa a emissione e riflessione nota come Fantasma di Cassiopea (Sh2-185).

IMMAGINE AMMASSI NGC 654 e 663 CREDITI: MASSIMILIANO PEDERSOLI
IMMAGINE AMMASSI NGC 654 e 663 CREDITI: MASSIMILIANO PEDERSOLI

Seppur meno appariscenti e scenografici delle suddette nebulose, in Cassiopea sono apprezzabili diversi ammassi: nell’immagine possiamo ammirare NGC 654 e NGC 663.

Si tratta di due ammassi aperti: il primo contiene circa 60 stelle e si trova a una distanza di 7800 anni luce dal sistema solare, nel Braccio di Perseo, ed è stato scoperto nel 1787 da William Herschel; sempre all’astronomo tedesco è attribuita la scoperta di NGC 663, l’altro ammasso aperto che contiene un centinaio di stelle ed è distante 7900 anni luce.

 

IMMAGINE M52 CREDITI: MASSIMILIANO PEDERSOLI
IMMAGINE M52 CREDITI: MASSIMILIANO PEDERSOLI

Un altro ammasso aperto presente nella costellazione di Cassiopea è M52, o NGC 7654. L’oggetto si trova nella parte occidentale della costellazione, al confine con quella di Cefeo: è un ammasso piuttosto ricco e compatto, uno dei più osservati durante il periodo autunnale. Si può tentare di individuali con un binocolo 10×50, anche se vi si potranno scorgere poche delle sue stelle,mentre con un telescopio da 150mm di apertura sarà possibile scorgere una cinquantina di stelle che diventano 150 con un’apertura di 250 mm.

CASSIOPEA NELLA MITOLOGIA

Nella mitologia greca Cassiopea rappresenta la regina di Etiopia, moglie di Cefeo e madre di Andromeda: vanitosa e presuntuosa come poche, la sovrana era dedita principalmente a vantarsi e a spazzolare i suoi capelli; un giorno però commise un errore che portò all’intreccio di una serie di vicende ampiamente narrate nella mitologia.

Cassiopea si vantava di essere la più bella de reame e sosteneva che, insieme a sua figlia Andromeda, fosse persino più bella delle ninfe marine al seguito di Poseidone, le Nereidi.

Il dio del mare, venuto a conoscenza di tali affermazioni, non mandò giù tale oltraggio, e decise di vendicarsi di Cassiopea, di Cefeo e del regno intero.

Poseidone decise di scatenare la sua ira verso il punto debole dei sovrani, ovvero la loro splendida e giovane figlia, Andromeda.

Il mito è piuttosto celebre e narra della giovane principessa che, per colpa di sua madre, fu rapita e legata su di una rupe infernale, preda del mostro marino Ceto; a salvarla dalle sue grinfie giunse l’eroe Perseo, in sella al cavallo alato Pegaso.

A Cassiopea toccò la sorte di essere collocata sul suo trono celeste ma a testa in giù, nell’atto di specchiarsi o accarezzarsi i capelli e condannata a roteare per sempre attorno al polo celeste.

LA COSTELLAZIONE DI CEFEO

Nella porzione di cielo tra l’Orsa Minore e Cassiopea, incontriamo Cefeo: si tratta di una costellazione circumpolare, composta da stelle non molto luminose che conferiscono a Cefeo la figura di una casetta con il tetto verso il Nord e la base che poggia sulla Via Lattea settentrionale.

La stella principale della costellazione è Alderamin (alfa Cephei), una stella bianca di magnitudine 2,45, che dista solo 49 anni luce.

Cefeo possiede un oggetto molto interessante, Mu Cephei, noto anche come Granatum Sidus ovvero Stella Granata: si tratta di una supergigante rossa multipla di quarta magnitudine, inserita all’astronomo e matematico Giuseppe Piazzi nel suo “Catalogo di Palermo”.

Il nome deriva da un’affermazione di William Herschel riportata nel suo “Philosophical Transaction”, riguardo ad alcune stelle non registrate nel British Catalogue di John Flamsteed.

Herschel, riferendosi a Mu Cephei, disse che «Ha un bellissimo e profondo colore granata, simile a quello della stella periodica Omicron Ceti>>.

L’astro appare di questo colore per via della sua  bassa temperatura superficiale, che corrisponde a circa 3000 K.

Osservando da un punto privo di qualsiasi tipo di disturbo, la Stella Granata può anche essere individuata ad occhio nudo poco più a Sud di Alderamin, con il suo caratteristico colore rosso/arancio.

Ma Cefeo ospita anche un’altra stella, di certo più importante per l’astronomia, ovvero Delta Cephei: si tratta di una supergigante gialla posta a 890 anni luce, che rappresenta il prototipo di una classe delle cefeidi, una classe di stelle variabili molto importanti, oltre ad essere una delle cefeidi più vicine al Sole.

Delta Cephei contribuisce significativamente alla misurazione delle distanze cosmiche.

OGGETTI NON STELLARI NELLA COSTELLAZIONE DI CEFEO

Poiché giace sul piano della Via Lattea settentrionale, la costellazione di Cefeo vanta numerosi oggetti del profondo cielo: una di questi è la Nebulosa oscura IC1396, meglio nota come Nebulosa Proboscide d’Elefante; molto appariscente anche la Galassia Fuochi d’Artificio (NGC 6946), una galassia a spirale che vanta un gran numero di supernovae osservate al suo interno.

In Cefeo troviamo anche un’estesa nebulosa a emissione, che si trova a 10.400 anni luce, ed è nominata come Sh2-132: l’oggetto deepsky è visibile nella parte meridionale di Cefeo, e si colloca all’interno del Braccio di Perseo.

IMMAGINE SH2-132 CREDITI: DAVIDE NARDULLI
IMMAGINE SH2-132 CREDITI: DAVIDE NARDULLI

 

Nell’immagine a largo campo possiamo ammirare due oggetti del profondo cielo che formano una “coppia” molto suggestiva e molto amata dagli astrofili: si tratta della nebulosa a riflessione NGC 7129 e dell’ammasso aperto NGC 7142, distanti rispettivamente 3000 e 6000 anni luce.

IMMAGINE NGC 7129 e NGC 7142 CREDITI: DAVIDE NARDULLI
IMMAGINE NGC 7129 e NGC 7142 CREDITI: DAVIDE NARDULLI

CEFEO NELLA MITOLOGIA

Come già citato sopra, nella mitologia Cefeo, figlio di Belo, rappresenta il sovrano di Etiopia, marito di Cassiopea e padre di Andromeda, che rischiò di perdere l’amata figlia per colpa della presunzione di sua moglie.

In seguito all’ira e alle minacce di Poseidone, Cefeo si rivolse a un oracolo per chiedergli come salvare la sua famiglia e il suo regno.

Ma egli non si aspettava come risposta quella di dover immolare la sua adorata principessa Andromeda; un padre disperato, che nonostante il suo dolore decise di sacrificare sua figlia. Ma il fato volle che Perseo, passando dalla rupe su cui era legata Andromeda, minacciata dal mostro marino Ceto, la salvasse, portando il lieto fine a questa brutta vicenda.

Per piangere potrete avere tutto il tempo che vorrete;

per portare soccorso, ci sono pochi attimi.

Se io chiedessi la sua mano, io, Perseo, figlio di Giove

e di colei che quand’era imprigionata fu ingravidata da Giove con oro fecondo,

Perseo vincitore della Gorgone dalla chioma di serpi, che oso andarmene

per l’aria del cielo battendo le ali, non sarei forse preferito come genero a chiunque altro?

A così grandi doti, solo che mi assistano gli dèi,

cercherò comunque di aggiungere un merito.

Facciamo un patto: che sia mia se la salvo col mio valore!

(Ovidio, Metamorfosi, IV, 695-703)

Cefeo si è guadagnato un posto sulla volta celeste e brilla insieme alla sua regina e alla sua adorata e unica figlia.

Le costellazioni del mese di Settembre 2024

Settembre: l’estate che sfuma nell’autunno, il giorno che indietreggia a favor della notte e il cielo che palpita di astri, miti e leggende.

Dopo le grandi costellazioni protagoniste dell’estate boreale, il cielo di settembre ci offre una rosa di asterismi interessanti, anche se meno appariscenti: il punto sulle costellazioni di Acquario, Pesce Australe e Delfino.

LA COSTELLAZIONE DELL’ACQUARIO

Posta tra le costellazioni del Capricorno e dei Pesci, quella dell’Acquario è una figura estesa ma poco luminosa: la parte più settentrionale giace sull’equatore celeste, mentre la figura si estende per la maggior parte  nell’emisfero australe.

Dai cieli urbani le stelle che compongono la costellazione non risultano visibili, mentre sono apprezzabili dai luoghi bui, dove sarà possibile individuarne la loro disposizione nel cielo, che sembra comporre una sorta di brocca da cui viene rovesciata dell’acqua.

La stella più brillante della costellazione è Sadalsuud (Beta Aquarii – β Aqr), dall’arabo “fortuna delle fortune” : si tratta di una stella gialla avente una magnitudine 2,90 e una distanza di 612 anni luce.

Vi è poi α Aquarii, Sadalmelik“ il fortunato del re”, una stella gialla di magnitudine 2,95, mentre ad Est a di Delta Aquarii c’è un interessante sistema stellare triplo, Ez Aquarii, composto da tre nane rosse.

La costellazione dell’Acquario vanta un gran numero di stelle doppie e anche triple: con l’ausilio di un piccolo telescopio è possibile risolvere β Aquarii , un sistema a tre astri in cui la componente primaria è una gigante arancione di magnitudine 2,91, mentre le altre due componenti sono di decima e undicesima grandezza.

In direzione della stella η Aquarii si trova il radiante dello sciame di meteore originato dalla Cometa di Halley e che prende proprio il nome di Eta Aquaridi, visibile da metà aprile a fine maggio, con un picco di attività generalmente intorno al 6 maggio.

OGGETTI DEL PROFONDO CIELO NELL’ACQUARIO

Uno degli oggetti del profondo cielo più noti che l’Acquario ospita è la Nebulosa Elica, NGC 7293.

La Nebulosa Elica nella Costellazione dell'Acquario di Lino Benz
La Nebulosa Elica di Lino Benz

Questo magnifico oggetto si trova a 650 anni luce dalla Terra, ed è l’esempio di  nebulosa planetaria formatasi alla fine della vita di una stella di tipo solare. L’oggetto, molto amato dagli astrofili, è anche noto con il nome di Occhio di Dio.

L’Acquario ospita anche altri oggetti deepsky come la Nebulosa Saturno e gli ammassi globulari M2 ed M72, oltre all’ammasso aperto M73.

Nebulosa Saturno nella Costellazione dell'Acquario di Lorenzo Busilacchi
NEBULOSA SATURNO CREDITI: LORENZO BUSILACCHI

La Nebulosa Saturno, nota anche come NGC 7009 e C55, è una nebulosa planetaria scoperta da William Herschel nel 1782: la stella nel cuore della nebulosa è una nana bianca di magnitudine 11,5, molto brillante.

Tra gli ammassi nell’Acquario va sottolineato che M2 è il primo ammasso globulare ad aver preso posto nel celebre Catalogo Messier.

LA COSTELLAZIONE DELL’ACQUARIO NELLA MITOLOGIA

Il mito dell’Acquario attraversa vari popoli e leggende: rappresentato come un giovane nell’atto di versare dell’acqua da una brocca, questa figura trova riferimenti dai Babilonesi agli Egizi, che lo identificano rispettivamente come il dio dell’acqua e del Nilo.

Alcune varianti del mito greco collegano la figura dell’Acquario a un giovane che versa l’acqua nella bocca di un pesce (Australe), mentre secondo un altro dei miti greci, il più diffuso, l’Acquario rappresenterebbe Ganimede, giovane e bellissimo ragazzo troiano, per il quale Zeus perse la testa: un giorno infatti, mentre Ganimede si trovava a pascolare le pecore del padre, il dio pensò bene di inviare un’aquila a rapire il giovane e portarlo sull’Olimpo, dove divenne il coppiere degli dei.

Che fosse vino o fosse acqua ciò che il giovane è raffigurato a versare non ci è dato sapere, ma di certo gli è valso un posto tra le stelle.

LA COSTELLAZIONE DEL PESCE AUSTRALE

Tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno è possibile scorgere sulla volta celeste la costellazione del Pesce Australe: l’asterismo è individuabile esclusivamente grazie alla sua stella principale, la luminosa Fomalhaut.

Si tratta di una stella bianca di magnitudine 1,16, che rappresenta la diciottesima stella più brillante della volta celeste.

La luminosità di Fomalhaut nel cielo è accentuata dal fatto che l’astro si trovi un una regione povera di stelle.

Il nome della stella alfa del Pesce Australe viene dall’arabo “fom – al – hut” e significa “la bocca del pesce”.

La si può scorgere già in estate, bassa sull’orizzonte in direzione Sud-Est.

La costellazione del Pesce Australe non contiene oggetti del profondo cielo, tuttavia a 25 anni luce da essa è situato uno degli oggetti più interessanti di cui si è parlato negli ultimi tempi.

Il James Webb Telescope, grazie al Mid-Infrared Instrument (Miri), ha rivelato che Fomalhaut è circondata da un disco di detriti, fotografando tre fasce concentriche che si estendono fino a 23 miliardi di chilometri dalla stella.

Link di approfondimento https://www.coelum.com/news/cintura-di-asteroidi-di-fomalhaut

IL PESCE AUSTRALE NELLA MITOLOGIA

Come si accennava nella parte mitologica dedicata alla costellazione dell’Acquario, il Pesce Australe è raffigurato nel tentativo (inusuale) di bere l’acqua che sgorga dalla brocca del suddetto; il mito e la leggenda lo collocano in varie vicende: una su tutte, la più ricorrente, narra di Derceto, sorella di Afrodite, che per la vergogna di aver concepito una bambina con un mortale, in seguito al parto decise di uccidersi lasciandosi annegare nelle acque di un lago nei pressi dell’Eufrate.

Il destino di Derceto fu però cambiato dall’intervento di un grosso pesce che, nuotando nelle acque del lago, si apprestò a salvare la dea che, come gesto di eterna gratitudine, lo trasformò in stelle e lo pose sulla volta celeste.

LA COSTELLAZIONE DEL DELFINO

Una costellazione che transita al meridiano nel cielo di settembre è quella del Delfino: la figura  è individuabile10° a Nord-Est della brillante Altair e, nonostante la costellazione sia molto piccola, le stelle che la compongono (circa una ventina) appaiono ravvicinate e ben visibili ad occhio nudo.

Due sono sostanzialmente le stelle più luminose della costellazione: si tratta del sistema binario B Delphini (Rotane), una stella subgigante gialla di magnitudine 3,6, distante 97 anni luce e il sistema binario a Delphini (Sualocin), una stella azzurra di magnitudine 3,77, distante 241 anni luce.

IL CURIOSO CASO DEI NOMI DELLE STELLE DEL DELFINO

Sualocin e Rotanev apparvero per la prima volta nel catalogo stellare del Reale Osservatorio di Palermo nel 1814: in quel periodo il Direttore era padre Giuseppe Piazzi, grande astronomo e matematico, fondatore dell’Osservatorio e fautore della scoperta di Cerere proprio dal cielo di Palermo, il 1 gennaio 1801.

Nel 1800 Piazzi fece l’incontro di Niccolò Cacciatore, astronomo che condusse i suoi studi proprio all’Osservatorio di Palermo, assumendone la direzione nel 1817.

Nella stesura dei cataloghi stellari del 1814, che tra l’altro vinsero il premio dell’Académie des Sciences di Parigi, comparvero i nomi di due stelle, Sualocin e Rotanev, gli astri principali della costellazione del Delfino.

Queste diciture suonarono bizzarre alle orecchie dell’astronomo britannico Thomas Webb che, dopo un’accurata analisi, arrivò a comprendere che i due nomi letti al contrario altro non erano che il nome e cognome latinizzato dell’astronomo siciliano Niccolò Cacciatore: Nicolaus Venator. Sulla base dell’amicizia e della collaborazione che li legava, Giuseppe Piazzi volle dedicare il nome delle due stelle al suo assistente Niccolò Cacciatore.

Un approfondimento sul Reale Osservatorio Astronomico di Palermo a cura di Teresa Molinaro e Walter Leonardi è disponibile qui

OGGETTI NON STELLARI NEL DELFINO

Fra i pochi oggetti del profondo cielo nel Delfino ci sono gli ammassi globulari NGC7006, NGC 6934 e la nebulosa planetaria NGC 6891.

NGC 6934 CREDITI: ESA/Hubble e NASA
NGC 6934 CREDITI: ESA/Hubble e NASA

 

NGC 6891 catturata da Hubble.
NGC 6891 catturata da Hubble.

NGC 6891 è una nebulosa planetaria luminosa e asimmetrica che grazie alle immagini di Hubble è stato possibile studiare “più da vicino”: l’immagine rilasciata nel 2021rivela filamenti e nodi all’interno della nebulosa, che circondano la stella nana bianca; dai loro movimenti, gli astronomi stimano che uno dei gusci abbia 4.800 anni mentre l’alone esterno ne ha circa 28.000, ciò indica una serie di esplosioni dalla stella morente in momenti diversi.

Nel cielo serale di settembre è possibile osservare la stella 18 Delphini (o Musica), una gigante gialla situata appunto nella costellazione del Delfino, la cui peculiarità è quella di avere un pianeta che ruota intorno ad essa.

Si tratta di Arion, un gigante gassoso scoperto nel 2018,che completa un’orbita quasi circolare in circa 993 giorni terrestri, aduna distanza media dalla stella di 2,6 UA.

Il nome è stato scelto dai partecipanti al concorso Name Exo Worlds.

IL DELFINO NELLA MITOLOGIA

Incontrare un delfino in mare aperto era una consuetudine per gli antichi marinai greci e le leggende ci raccontano diverse versioni di  cui queste creature sono protagoniste.

Secondo Eratostene il delfino era il messaggero d’amore del dio del mare, Poseidone, che invaghitosi di una delle ninfe marine Nereidi, decise che doveva averla a tutti i costi, nonostante il suo rifiuto.

Un giorno Poseidone inviò un delfino a prelevare la fanciulla dal suo nascondiglio e a portarla nel suo castello sottomarino, dove ne fece la sua sposa.

Pieno di gratitudine il dio del mare pose la figura del delfino tra le stelle.

Un’altra leggenda si ricollega al nome dell’esopianeta Arion che prende il nome dal cantore greco Arione il quale, di ritorno in Grecia dalla Sicilia, dove si era esibito con la sua cetra, fu minacciato da un gruppo di marinai che volevo sottrargli il denaro; preso dalla paura di morire chiese come ultimo desiderio di poter suonare ancora una volta la sua amata cetra, il cui suono armonioso attirò un delfino che lo prese sul groppone e lo trasse in salvo.

Arrivati in Grecia, il dio della musica Apollo collocò il delfino tra le stelle.

 

Le costellazioni del mese di Agosto 2024

La Grande Orsa si distende quasi ad accucciarsi sulle chiome degli alberi a nord-ovest; Arturo cala a picco sul profilo della collina trascinando tutto l’aquilone di Boote; esattamente a ovest è Vega, alta e solitaria; se Vega è quella, questa sopra il mare è Altair e quella è Deneb che manda un freddo raggio allo zenit.

Palomar, Calvino

Le sere di agosto sono pervase da storie di stelle e miti da scorgere sulla volta celeste, attraversata dalla bellezza della Via Lattea estiva. Proprio in questa regione di cielo possiamo contemplare le costellazioni più interessati dell’estate boreale, tra cui la Lira e il Cigno.

LA COSTELLAZIONE DELLA LIRA

Seppur di piccole dimensioni, la costellazione della Lira è una figura facilmente riconoscibile grazie alla luminosità della sua stella principale, Vega: alfa Lyrae è una stella colorbianco-azzurro multipla, costituita d 5 componenti e situata a una distanza di 25,3 anni luce.

La sua magnitudine apparente di 0,03 la rende la seconda stella più luminosa dell’emisfero settentrionale e la quinta di tutto ilfirmamento.

Circa 14.000 anni fa il Polo Nord celeste si trovava proprio nei pressi della Lira, e Vegain quell’epoca era la Stella Polaree tornerà ad esserlo fra 13.000 anni quando, l’asse di rotazione terrestre, tornerà nuovamente in direzione della Lira.

VEGA NELLA STORIA DELL’ASTROFOTOGRAFIA

Vega è stata la prima stella del cielo notturno ad essere fotografata: l’astro infatti è stato immortalato la notte tra il 16 e il 17 luglio del 1850, dall’astronomo statunitense William Cranch Bond, e da uno dei pionieri del dagherrotipo John Adams Whipple: Vega venne ripresa dall’Harvard College Observatory, in Massachusetts, utilizzando un telescopio rifrattore da 38 cm di apertura.

Più tardi, nel 1872, Henry Draper ne fotografò lo spettro, utilizzando un prisma collegato a un telescopio riflettore da 70 cm.

OGGETTI NON STELLARI NELLA LIRA

La costellazione contiene diverse stelle doppie risolvibili già con l’ausilio di un binocolo, come nel caso di  ε Lyrae, la doppiaper eccellenza, distante 162 anni luce dalla Terra.

Entrambe le stelle che compongonoil sistema possono essere separate in due sistemi binari distinti; il sistema binario contiene dunque due stelle binarie che orbitano una sull’altra. 

Tra gli oggetti del profondo cielo presenti nella costellazioneestiva di certo il più noto è M 57, ovvero la Nebulosa Anello, molto amata dagli astrofili.Si tratta di una nebulosa planetaria posta a circa2000 anni luce dalla Terra, individuabile a Sud della luminosa Vega.

Il periodo migliore per osservarla è proprio quello che abbraccia l’estate, tramite l’utilizzo di telescopi di apertura considerevole.

Costellazione della Lira
M57 rirpesa da Andrea Iorio

Altri oggetti deepsky da menzionare sono l’ammasso globulare M56 e l’ammasso NGC 6791, composto da diverse centinaia di stelle.

Alla costellazione della Lira fa riferimento anche un noto sciame di meteoriti, ovvero le Liridi, visibile nel periodo di aprile e così chiamato per via del radiante situato appunto nei pressi della costellazione.

LA LIRA NELLA MITOLOGIA

Questa costellazione è piena di significato mitologico, che si tramanda attraverso le culture di varie antiche popolazioni.

Una delle leggende più romantiche proviene dall’oriente e narra la storia di due giovani innamorati, Vega e Altair, separati da un fiume di stelle ( la Via Lattea); pare che i due riuscissero a ricongiungersi grazie ad un volo di gazze che solo per un giorno all’anno riusciva a dar vita ad un ponte stellato, consentendo agli innamorati di potersi ritrovare.

Il mito greco invece identifica la Lira come lo strumento musicale del dio Ermes, che ne fece dono a suo fratello Apollo per poi passare nelle mani di Orfeo, eccellente musicista del suo tempo.

Qui la trama si fa più profonda e rappresenta una delle più belle storie d’amore del mito greco.

Dopo l’uccisione della sua sposa, Euridice, Orfeo scese negli Inferi nel tentativo di riprendersi la sua amata.

Arrivato nel regno dei morti iniziò a intonare struggenti melodie attraverso la sua lira, suscitando la commozione di Ade, dio dell’oltretomba, il quale decise di consentire a Orfeo di riprendersi sua moglie, a patto però di camminare davanti ad Euridice senza mai voltarsi indietro.

Orfeo però non riuscì a rispettare il patto e si voltò poco prima di uscire dall’oltretomba, condannando la sua amata (e sé stesso) al buio eterno.

Costellazione del Cigno
Carl Goos Orpheus and Eurydice States Museum for Kunst

“E ormai non erano lontani dalla superficie della terra,
quando, nel timore che lei non lo seguisse, ansioso di guardarla,
l’innamorato Orfeo si volse: sùbito lei svanì nell’Averno;
cercò, sì, tendendo le braccia, d’afferrarlo ed essere afferrata,
ma null’altro strinse, ahimè, che l’aria sfuggente.
Morendo di nuovo non ebbe per Orfeo parole di rimprovero
(di cosa avrebbe dovuto lamentarsi, se non d’essere amata?);
per l’ultima volta gli disse ‘addio’, un addio che alle sue orecchie
giunse appena, e ripiombò nell’abisso dal quale saliva.”

(Metamorfosi, X libro, vv. 55-63)

Da quel momento Orfeo prese ad errare per il mondo aggrappato al suo dolore e alla sua inseparabile lira, e fino alla fine dei suoi giorni il ricordo di Euridice rimase vivo in lui, tanto da non concedere più il suo cuore a nessun’altra donna. Accadde però che proprio una delle sue contendenti, vedendosi rifiutata da Orfeo, decise di vendicarsi uccidendolo, colpendolo alle spalle a colpi di pietre, mentre suonava ignaro in un bosco.

Orfeo poté finalmente ricongiungersi con la sua amata Euridice.

La leggenda narra che le Muse, impietosite, raccolsero la lira e la adagiarono sulla volta celeste in un eterno scintillío di stelle.

Anche la Lira attraverso il cielo si scorge con i bracci
divaricati tra le stelle, con la quale una volta Orfeo catturava
tutto quello che con la sua musica raggiungesse, e volse il passo
perfino tra le anime dei trapassati e ruppe col canto le leggi d’abisso.
Donde la dignità del cielo e un potere simile a quel dell’origine:
allora alberi e rupi trascinava, ora di astri è guida
e attira dietro sé il cielo infinito dell’orbitante cosmo.
(Manilio, PoeticonAstronomicon, I, 324-330)

LA COSTELLAZIONE DEL CIGNO

Rappresentata come un l’uccello in volo verso il Sud della volta celeste, quella del Cigno è una delle costellazioni più interessanti dell’estate boreale.

La costellazione del Cigno
La costellazione del Cigno

È individuabile grazie alla stella alfa Deneb, una supergigante bianca che con la sua magnitudine apparente +1,25 rappresenta la diciannovesima stella più brillante del cielo notturno.

Insieme a Vega ed Altair, Deneb costituisce uno dei vertici del Triangolo estivo.

Nelle sere d’estate possiamo dedicarci dall’osservazione di Albireo (il becco del Cigno) un interessante sistema stellare, noto anche ai semplici appassionati di astronomia: il sistema è composto da due astri di colore diverso, la componente principale è di colore arancio mentre la secondaria è di colore bianco-azzurro. Le due possono essere risolte già con un piccolo telescopio.

Albireo, insieme a Deneb,dà vita all’asterismo della Croce del Nord, il cui asse maggiore è attraversato dalla Via Lattea.

OGGETTI NON STELLARI NELLA COSTELLAZIONE DEL CIGNO

La costellazione ospita un gran numero di stelle variabili, ammassi aperti e nebulose: uno dei più noti oggetti deepsky è la Fenditura del Cigno, un vastissimo complesso di nebulose oscure e polveri interstellari a Sud di Deneb, che taglia in due la Via Lattea e include oggetti come la Nebulosa Nord America (NGC 7000) e la Nebulosa Pellicano, soggetti molto amati dagli astrofili.

La Costellazione del Cigno
NEBULOSA NORD AMERICA CREDITI: MIRKO TONDINELLI

Nella parte sudorientale del Cigno è presente la Nebulosa Velo, un antico resto di supernova: la stella che ha originato l’oggetto è esplosa diversi millenni fa e ora ciòne che resta sono dei sottili filamenti ancora in espansione.

La parte più orientale del complesso nebulare della Velo è nota come Nebulosa Velo Est o NGC 6992/6995 mentre la parte più occidentale, NGC 6960, è nota appunto come Nebulosa Velo Ovest.

Costellazione del Cigno
NEBULOSA VELO EST E OVEST CREDITI: MIRKO TONDINELLI

IL CIGNO NELLA MITOLOGIA

Osservando la costellazione del Cigno vengono in mente le innumerevoli storie legate alla mitologia, molte di queste identificano la figura del Cigno con quella di Zeus.

Tra le tante, prevale la vicenda della trasformazione di Zeus in un bellissimo e innocente cigno con lo scopo di sedurre Leda, nipote di Ares e regina di Sparta: mentre Leda passeggiava sulle rive del fiume Eurota, Zeus la possedette sotto le sembianze di un cigno.

Dall’uovo concepito (o forse erano due) vennero alla luce quattro bambini, ma poiché quella stessa notte la regina di Sparta giacque con suo marito, il re Tindaro, non fu certa la reale paternità dei bambini, anche se le uova da cui nacquero Elena di Troia e Polluce, vennero attribuite  a Zeus.

Il Cigno brilla dunque tra le stelle come omaggio ad una delle tante metamorfosi di Zeus.

Costellazione del Cigno
Jacopo Pontormo, Leda e il cigno, 1512-13, Galleria Uffizi

Le costellazioni del mese di luglio 2024

Nel cielo di luglio ci troviamo tra le costellazioni tipiche dell’estate: lo Scorpione, protagonista assoluto, incanta la volta celeste con la sua stella rosso-arancio Antares, e poi l’Ofiuco e ancora l’Aquila con la sua luminosa Altair.

Scopriamo dunque stelle e miti delle figure dominanti del cielo estivo!

COSTELLAZIONE DELLO SCORPIONE

Costellazione tipica del cielo australe, lo Scorpione è facilmente osservabile durante l’estate boreale, grazie alla sua tipica sagoma e alla stella Antares (Alfa Scorpii), che è l’emblema della costellazione: anti-Ares, “rivale di Marte” per via del suo colore inconfondibile, essa è una supergigante rossa di magnitudine apparente 1,06, situata a 600 anni luce dal sistema solare.

Con un raggio di circa 850 volte quello del Sole, Antares è classificata come una delle stelle più grandi conosciute.

Tra le altre stelle che compongono la costellazione dello Scorpione merita una certa considerazione anche  Shaula (Lambda Scorpii), una stella azzurra di magnitudine 1,62: si tratta dell’astro più luminoso del gruppo di stelle che insieme a U Scorpii compone la coda e quindi il pungiglione dello scorpione stesso.

Costellazioni del mese - Scorpione
La costellazione dello Scorpione

OGGETTI NON STELLARI NELLO SCORPIONE: ANTARES E LA NUBE DI RHO OPHIUCHI

La costellazione ospita un gran numero di stelle variabili oltre che diversi interessanti oggetti del cielo profondo.

Insieme alle stelle di colore azzurro β Scorpii, δ Scorpiie π Scorpii, Antares è una componente dell’asterismo del Grande Uncino ma non solo: la stella principale dello Scorpione è pervasa dalla nube molecolare gigante nota come Nube di Rho Ophiuchi, che prende il nome da ρ Ophiuchi, stella situata nella costellazione  dell’Ofiuco e che domina la regione composta da idrogeno ionizzato luminoso e polveri oscure; Rho Ophiuchi è forse uno dei soggetti del profondo cielo più fotografati e ammirati, che può essere individuato con le apposite strumentazioni nella regione di stelle che compongono la testa dello Scorpione.

Parte dei gas della nube viene illuminata proprio da Antares, che le conferisce la tipica colorazione  rosso-arancio.

le costellazioni del mese - scorpione
NUBE DI RHO OPHIUCHI CREDITI: CRISTINA CELLINI

Proseguendo tra gli oggetti del profondo cielo troviamo anche diversi ammassi globulari come M 4, poco concentrato ma molto luminoso e distinguibile già con un buon binocolo, ad Ovest di Antares.

Vi è poi l’ammasso aperto M 7 o Ammasso di Tolomeo che, se osservato da un  luogo appropriato, risulta  essere ben visibile  anche ad occhio nudo, mentre  sarà risolvibile in dettagli maggiori con l’ausilio di un binocolo.

Le costellazioni del mese - scorpione
IMMAGINE DI UN CAMPO NELLA CODA DELLO SCORPIONE CREDITI: MARCELLA BOTTI
Costellazioni del mese - Scorpione
VIA LATTEA TRA LO SCORPIONE E IL SAGITTARIO CREDITI: CRISTINA CELLINI

Altri oggetti interessanti per gli astrofili sono la Nebulosa  Zampa di Gatto, NGC 6334, appartenente  al Braccio del  Sagittario  della Via Lattea e la Nebulosa Guerra e Pace, NGC 6357, che si trova nella parte meridionale della costellazione dello Scorpione, a declinazioni australi.

Costellazioni del mese - Scorpione
NEBULOSA ZAMPA DI GATTO E GUERRA E PACE CREDITI: MARCELLA BOTTI

LO SCORPIONE NELLA MITOLOGIA

Come ogni oggetto celeste anche la figura dello Scorpione trova posto tra i miti e le leggende: esso è strettamente legato ad Orione, in diverse storie che  li vedono protagonisti.

Secondo una delle vicende più note pare che lo Scorpione avesse punto fatalmente il cacciatore Orione dopo che  quest’ultimo si era vantato con Artemide di essere in grado di poter uccidere qualsiasi animale gli fosse capitato a tiro; questa sua spavalderia non fu gradita a Gea, la madre Terra, che scagliò contro Orione il velenoso scorpione, uccidendolo.

Zeus, vedendo a terra Orione con accanto lo scorpione, decise di trasformarli entrambi in stelle e di porli sulla volta celeste, destinati a non incontrarsi mai perché quando lo Scorpione sorge Orione tramonta, in un ciclico scorrere del tempo e delle stagioni.

LA COSTELLAZIONE DI OFIUCO

In una regione di cielo molto ricca di oggetti interessanti, a Nord-Ovest  del centro della Via Lattea, è posta la costellazione dell’Ofiuco, una figura che interseca la fascia dello Zodiaco: essa si trova a cavallo dell’equatore celeste e la usa posizione lo rende osservabile da quasi tutte le aree del pianeta, tranne  le regioni polari.

Le stelle più luminose dell’Ofiuco sono alfa Ophiuchi, nota anche come Ras Alhague, che rappresenta  la testa dell’uomo che “tiene il serpente” e poi la stella η Ophiuchi, nota con il nome di Sabik, che si trova nella parte meridionale dell’asterismo.

Alfa Ophiuchi è una stella di magnitudine 2,08: si tratta di una delle stelle più brillanti vicine a noi, posta a 47 anni luce, mentre η Ophiuchi è  una stella bianca di magnitudine 2, 43  posta a 84 anni luce.

La Costellazione dell'Ofiuco
La Costellazione dell’Ofiuco

OGGETTI NON STELLARI NELLA COSTELLAZIONE DELL’OFIUCO

La costellazione contiene di verse stelle variabili oltre ad ammassi e nebulose: con un binocolo è già possibile individuare ad esempio il brillante ammasso globulare M5, ma vi sono anche gli ammassi M9, M10, M12, che si prestano all’osservazione e alle riprese con telescopi di discreta apertura.

In direzione del centro galattico, al confine  con il Sagittario, troviamo la Nebulosa Pipa, una nebulosa oscura che appare legata a Nord con un  altro sistema di nubi oscure.

Le costellazioni del mese - Ofiuco
NEBULOSA PIPA CREDITI: LAURA PULVIRENTI

OFIUCO NELLA MITOLOGIA

L’Ofiuco è rappresentato come un uomo che tiene con le mani con un enorme serpente, attorcigliato a sua volta intorno alla vita e che trova collocazione nella costellazione del Serpente.

Tra i miti che aleggiano intorno alla costellazione dell’Ofiuco di certo il più noto è il mito greco che si rifà al dio greco della medicina Asclepio, figlio di Apollo e Coronide, anche se sull’identità della madre non vi è certezza.

Costellazioni del mese - Ophiuco
Asclepio Marie-Lan Nguyen (settembre 2009) musei vaticani

Secondo la leggenda Coronide, con in grembo il figlio di Apollo, tradì quest’ultimo con un mortale: a rendere il dio a conoscenza del misfatto ci pensò un corvo che, anziché ricevere da Apollo la giusta gratitudine per averlo informato dei fatti, venne trasformato da candido uccello qual era in un corvo nero.

Apollo dunque, accecato dall’ira, scagliò la sua freccia mortale contro Coronide, portando a compimento il suo folle gesto con un’azione ancor più malvagia: egli infatti strappò dal grembo materno il bambino, consegnandolo al centauro Chirone, che  lo allevò come figlio suo e lo indottrinò alla conoscenza e all’applicazione  delle  tecniche di guarigione.

Asclepio acquisì tutto il sapere possibile, divenendo abile nel salvare le vite umane  e anche nel resuscitare i morti: ciò però  mosse la preoccupazione di Ade, il dio dell’oltretomba, che si rivolse a Zeus il quale punì Asclepio, fulminandolo.

Nonostante tutto, Apollo non fu in grado di mandare giù un simile oltraggio, era pur sempre suo figlio e, anche al fine di placare le ire di Zeus, rese Asclepio immortale, trasformandolo in una costellazione e collocandolo sulla  volta celeste per l’eternità.

Nel tempo il simbolo dei medici chirurghi è diventato proprio dal bastone di Asclepio, un semplice bastone con avvolto un serpente, logo che ritroviamo anche nella bandiera dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).

LA COSTELLAZIONE DELL’AQUILA

Alla corte celeste dei mesi estivi spicca l’astro luminoso Altair, stella principale dell’Aquila, una costellazione tipica dell’estate boreale che si trova a cavallo dell’equatore celeste e che viene attraversata dalla Via Lattea.

Altair è una stella bianca con magnitudine apparente di 0,77 e ciò la classifica come dodicesima stella più brillante del cielo, posta a una distanza di soli 17 anni luce da noi.

Insieme a Vega della Lira e Deneb  del Cigno, Altair costituisce uno dei vertici del Triangolo estivo, un  brillante asterismo da ammirare nel mese di luglio e per tutta l’estate.

Le Costellazioni del mese - Aquila
Costellazione dell’Aquila

OGGETTI NON STELLARI NELL’AQUILA

La costellazione dell’Aquila non contiene oggetti del catalogo Messier, ma ospita al suo interno due ammassi aperti come NGC6709 e NGC 6755, l’ammasso globulare NGC 6760,  la nebulosa Phantom Streak,  la Galassia a spirale NGC6814.

Ma c’è un oggetto poco noto, che possiamo ammirare in un’immagine davvero rara, realizzata da Cristina Cellini, che rappresenta una nebulosa planetaria denominata SH2-78 o nota anche come CTSS3.

Costellazioni del mese - Aquila
SH2-78 CREDITI: CRISTINA CELLINI

Ricordiamo  anche  che nell’Aquila è presente la Nebulosa oscura E, composta da due sistemi nebulosi separati tra loro e visibili con un telescopio anche  amatoriale: B142  e B143.

L’AQUILA NELLA MITOLOGIA

Rapimento di ganimede da parte di giove Eustache Le Sueur

Rappresentata come l’uccello mitologico caro a Zeus, nella mitologia greca e romana l’Aquila è protagonista di molte leggende.

Una delle  storie più diffuse narra che il rapace fosse utilizzato da Zeus per riportare indietro i fulmini una volta scagliati contro chi osasse disobbedirgli.

In un’altra vicenda scopriamo che Zeus si trasformò in un’aquila, ricorrendo alle sue consuete metamorfosi in animali e uccelli di ogni genere e questa volta lo fece per rapire Ganimede e portarlo nell’Olimpo affinchè  svolgesse il ruolo di coppiere degli dei; secondo un’altra conturbante storia, l’inguaribile seduttore Zeus  s’incapricciò della bellissima dea Nemesi  e per riuscire a  possederla messe a punto un piano con l’aiuto di Afrodite, la quale venne trasformata lei stessa in un’aquila per simulare una caccia  al bellissimo cigno in cui si era a sua volta trasformato il padre degli dei.

Zeus finse di essere braccato dal rapace e cercò rifugio tra le braccia della dolce e ingenua Nemesi, riuscendo nell’intento di sedurla con l’inganno.

A memoria del buon esito del folle piano,  Zeus pose il Cigno e l’Aquila a brillare tra le stelle in eterno.

Le costellazioni del mese di giugno 2024

Quando c’è una bella notte stellata, il signor Palomar dice:  – Devo andare a guardare le stelle -. Dice proprio: – Devo, – perchè odia gli sprechi e pensa che non sia giusto sprecare tutta quella quantità di stelle che gli viene messa a disposizione.

Palomar, I.Calvino

Nel mese che conduce all’estate incontriamo sulla volta celeste le costellazioni di Ercole e la costellazione del Drago.

LA COSTELLAZIONE DI ERCOLE

Posta tra il Boote e la Lira, fra le costellazioni del mese troviamo quella di Ercole che è una costellazione tipica dell’estate boreale, che culmina a mezzanotte verso metà giugno; per via della sua ampia estensione (1225 gradi quadrati) è classificata come la quinta più grande del firmamento.

Nonostante le sue vaste dimensioni, Ercole non vanta stelle particolarmente brillanti: la più luminosa è Beta Herculis, nota anche come Kornephoros, stella di magnitudine 2,78; vi è poi Zeta Herculis, conosciuta anche come Ruticulus, una stella gialla di magnitudine 2.81 distante 35 anni luce da noi.

le costellazioni del mese

OGGETTI NON STELLARI IN ERCOLE

La costellazione contiene in compenso un gran numero di stelle doppie e stelle variabili, alcune osservabili già con piccoli strumenti e telescopi, come Alpha Herculis, detta anche Ras Algethi: si tratta di una stella doppia situata nella parte meridionale della costellazione di Ercole, la cui componente principale è una gigante rossa variabile di magnitudine 3.51.

Ercole giace lontano dalla porzione di cielo attraversata dalla Via Lattea, in una regione priva di galassie luminose; tuttavia l’asterismo ospita uno dei più conosciuti ammassi globulari: M13 o Ammasso Globulare di Ercole.

le costellazioni del mese
M13 ripresa da Massimiliano Pedersoli

Si tratta dell’ammasso più luminoso dell’emisfero boreale, visibile già ad occhio nudo da luoghi bui, e in maniera ancor più nitida e ben dettagliata se si osserva il cielo attraverso un binocolo o telescopio.

Con la sua magnitudine apparente pari a 5,8 l’ammasso contiene migliaia di stelle ed è uno degli oggetti più fotografati da dilettanti e professionisti.

L’Ammasso Globulare di Ercole rimane altresì famoso per il “messaggio Arecibo”: un messaggio radio trasmesso nello spazio dal radiotelescopio di Arecibo, a Porto Rico, (purtroppo ormai smantellato dopo gravi danneggiamenti ambientali) il 16 novembre 1974 e indirizzato verso M13, a 25 000 anni luce di distanza.

Nella costellazione è presente anche l’ammasso globulare M 92, uno degliammassi più settentrionali della volta celeste, che risulta essere meno facile da individuare rispetto ad M13, ma non impossibile: si può tentare l’osservazione con un binocolo 10×50, attraverso il quale l’ammasso appare come una macchia biancastra diffusamentre, con un telescopio da almeno 200mm di apertura, sarà possibile risolverlo in stelle.

le costellazioni del mese
L’ammasso M92 di Massimiliano Pedersoli

Nella costellazione di Ercole è situata una delle nebulose planetarie più grandi della nostra Via Lattea, Abell 39, che possiede un diametro di ben 5 anni luce e la cui forma, circolare e trasparente, ricorda una bolla di sapone.

le costellazioni del mese
IMMAGINE ABELL 39 CREDITI: CRISTINA CELLINI

IL MITO DI ERCOLE fra le costellazioni del mese

Quella di Ercole è certamente una delle figure più note della mitologia: la sua fama è legata alle 12 fatiche che l’eroe dovette affrontare e chi gli valsero la sua eterna gloria, di seguito citate:


Uccidere l’invulnerabile leone di Nemea e portare la sua pelle come trofeo;
Uccidere l’immortale idra di Lerna;
Catturare la cerva di Cerinea;
Catturare il cinghiale di Erimanto;
Ripulire in un giorno le stalle di Augia;
Disperdere gli uccelli del lago Stinfalo;
Catturare il toro di Creta;
Rubare le cavalle di Diomede;
Impossessarsi della cintura di Ippolita, regina delle Amazzoni;
Rubare i buoi di Gerione;
Rubare i pomi d’oro del giardino delle Esperidi;
Portare vivo Cerbero, il cane a tre teste guardiano degli Inferi, a Micene.

In origine i greci associavano alla figura di Ercole quella dell’Inginocchiato senza però attribuirgli un significato specifico; solo successivamente, in seguito alle 12 fatiche attribuite all’eroe, la figura venne ribattezzata con il nome che oggi conosciamo, e l’atto di inginocchiarsi è da ricondurre al riposo di Ercole dopo le sue gesta.

Ercole era venerato come simbolo di forza e abilità, ma anche come eroe generoso, che per il suo altruismo divenne esempio anche di grandezza morale oltre che fisica e proprio per queste sue virtù gli fu donato un posto sulla volta celeste.

Grazie alla mano di Ercole,
regna la Pace fra l’Aurora e il Vespero,
e nel luogo in cui il sole a mezzogiorno
nega le ombre ai corpi;
tutta la terra bagnata dal lungo circuito di Teti
è stata sottomessa dalla fatica di Alcide.
(Seneca, La follia di Ercole, 883-888)

Ma ad Ercole è legato anche un altro affascinante mito dove la protagonista è la nostra galassia, la Via Lattea: Ercole era figlio di Zeus e di Alcmena, una fanciulla, ennesima vittima degli inganni del padre degli dei: narra la mitologia che Zeus si trasformò nel marito della giovane per poterla possedere e proprio da questa unione nacque l’eroe mitologico, che però fu abbandonato dalla sua mamma.

Zeus teneva molto a quel figlio, per metà dio, e fece in modo che sua moglie Era lo trovasse e lo allattasse: accadde che Ercole fu preso in braccio da Era nel tentativo di attaccarlo al suo seno, ma il piccolo si mosse bruscamente (o fu Era stessa ad allontanarlo, secondo altre versioni) e lo schizzo di latte arrivò fino in cielo creando così il fiume di stelle che scorre sulla volta celeste e che dà vita alla Via Lattea.

LA COSTELLAZIONE DEL DRAGO fra le costellazioni del mese

Proseguendo il nostro percorso attraverso i sentieri celesti dell’estate, ci imbattiamo nella costellazione del Drago: si tratta di una figura situata tra l’Orsa Maggiore, l’Orsa Minore e Cefeo e risulta essere una delle più estese della volta celeste.

La parte immediatamente visibile della costellazione è il quadrato dato dalle stelle che ne formano la testa, le cui due più brillanti sono Eltanin e Rastaban, rispettivamente Gamma Draconis e β Draconis; quest’ultima deriva dall’arabo (Al Rās al Thuʽbān) e significa “la testa del serpente”.

le costellazioni del mese

OGGETTI NON STELLARI NELLA COSTELLAZIONE DEL DRAGO

Il Drago non spicca certo per grande luminosità, ma in compenso vanta un buon numero di stelle doppie come ν Draconis e ο Draconis, risolvibili già con un discreto telescopio.

Per quanto riguarda gli oggetti del profondo cielo c’è da dire che il Drago offre numerosi e interessanti spunti di osservazione, poiché ospita nebulose e galassie dalle caratteristiche decisamente scenografiche.

Partiamo dalla nebulosa planetaria NGC 6543, comunemente nota come Nebulosa Occhio di Gatto: questo oggetto, posto a 4.000 anni luce da noi, risultaessere davvero molto ambito tra gli astrofili. Si tratta di una nebulosa scoperta da William Herschel nel 1786 che è diventata oggetto di interesse e di studio dettagliato grazie al Telescopio Spaziale Hubble, il quale ha rivelato informazioni di grande rilevanza riguardo la sua struttura.

le costellazioni del mese
La nebulosa NGC 6543 di Loris Ferrini

Un altro degli oggetti del profondo cielo, ospite nella costellazione del Drago, è la Galassia Fuso, NGC 5866, una galassia lenticolare vista di taglio, con un diametro di 60.000 anni luce, posta a una distanza di 40 milioni di anni luce.

Le immagini rilasciate dal Telescopio Spaziale HUBBLE rivelano una striscia di polveri che divide la galassia in due metà, e un sottile rigonfiamento rossastro che circonda un nucleo luminoso, un disco blu di stelle che corre parallelo alla fascia di polvere, oltre ad un alone esterno trasparente.

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IMMAGINE NGC 5866 CREDITI: NASA, ESA, THE HUBBLE HERITAGE TEAM (STSCL/AURA)

Infine va citata la Galassia Girino, UGC 10214, una spettacolare galassia a spirale barrata, che si trova a 400 milioni di anni luce dalla Terra.

Il suo tratto distintivo è una coda di stelle lunga circa 280.000 anni luce,arricchita da luminosi ammassi stellari blu, la cui forma distorta derivadallo scontro con una piccola ecompatta galassia blu: durante l’impatto le forze di marea galattiche hanno espulso una grande quantità di gas,stelle e detriti, generando la coda.Dopo aver causato questo imponente (e suggestivo) incidente, pare  che la piccola galassia compatta (e colpevole) si stia allontanando dal luogo dell’impatto.

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IMMAGINE GALASSIA GIRINOCREDITI: Credit: NASA, H. Ford (JHU), G. Illingworth (UCSC/LO), M.Clampin (STScI), G. Hartig (STScI), the ACS Science Team, and ESA

ILDRAGO NELLA MITOLOGIA

Il Drago trova riferimenti sia negli antichi popoli Sumeri e Babilonesi che nella mitologia greca, dove veniva configurato con Ladone, il guardiano delle mele d’oro.

Tutto ebbe inizio con il matrimonio di Giove e Giunone, i quali ricevettero come regalo di nozze dalla dea Gea (la Terra) un albero speciale, in grado di produrre mele d’oro.

Giunone lo fece piantare in giardino, ma l’albero era così prezioso che serviva qualcuno che lo sorvegliasse: così Giunone incaricò un terribile mostro, Ladone, con sembianze metà di donna e metà di serpente.

E qui entra in scena Ercole che venne convocato dal re di Micene, Euriseo, il quale gli affidò il compito di uccidere il mostro e trafugare l’albero dal giardino di Giunone; l’eroe prese alla lettera l’incarico e, giunto nel giardino e individuato il temibile mostro, scagliò una delle sue fatali frecce contro Ladone, che stramazzò a terra esanime.

Il Drago venne posto in cielo in ricordo di quell’impresa e fu sistemato attorno all’albero dai frutti d’oro, rappresentato dall’asse terrestre.

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Vita da Astrofilo

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Introduzione 

Dal numero 258 al numero 262, Coelum Astronomia ha ospitato la rubrica “Vita da Astrofilo” di Cristian Fattinnanzi. Fattinnanzi con il suo ricco bagaglio di esperienze maturato sapientemente in tanti anni di paziente preparazione e pratica, ha messo a disposizione dei tanti lettori, suggerimenti e trucchi per alimentare le tecniche per l’osservazione e l’astrofotografia, partendo dalle basi acquisite ancora giovane e inesperto fino a giungere alle sofisticate tecniche e soluzioni implementate oggi, dopo oltre trent’anni di operatività per una passione che non sembra mostrare segni di cedimento. 

Riproponiamo qui la serie completa delle cinque puntate a disposizione degli abbonati che in tal modo possono tornare a consultare la miniserie anche in formato responsive.

Per i non abbonati o per quanti volessero la versione completa impaginata e stampabile, il pdf è prenotabile QUI


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La serie completa è comparsa nei numeri 258, 259, 260, 261 e 262

ARRIVA LA TSUCHINSHAN-ATLAS

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Arriva la cometa che tutti gli appassionati stanno attendendo al varco da un anno, la Tsuchinshan-ATLAS, che transiterà al perielio il 27 settembre passando a meno di sessanta milioni di chilometri dal Sole per poi avvicinarsi alla Terra fino a “toccare” la distanza minima di 70 milioni di chilometri dal nostro pianeta il 12 ottobre.

Sarà proprio da questo momento in poi che la Tsuchinshan-ATLAS dovrebbe dare il meglio di sé uscendo gradualmente dalla luce solare che in precedenza tenterà di nascondercela.

L’ “astro chiomato” andrà però tenuto d’occhio poco prima dell’alba già da fine settembre, pur in un contesto prospettico sfavorevole a causa della scarsa altezza sull’orizzonte e della minima elongazione dal Sole perché la coda, sorgendo prima della chioma, potrebbe se ben sviluppata fare capolino ed in ogni caso anche la testa, se particolarmente luminosa, potrebbe mostrarsi pur nel cielo ancora chiaro. L’ottimismo comunque cresce dopo i tanti dubbi dei mesi scorsi. La Tsuchinshan-ATLAS si sta infatti già mostrando tra le luci del crepuscolo serale nell’emisfero australe e le riprese di tanti amatori testimoniano il suo buon stato di salute.

Al momento in cui scriviamo (24 settembre) la sua luminosità in costante aumento è stata stimata attorno alla magnitudine 3,5 con la coda che, pur non ancora non particolarmente sviluppata, pare a sua volta promettere bene.

La fiducia deriva soprattutto dal grado di emissioni delle polveri che pare essere molto buono. Se il nucleo reggerà all’incontro con il Sole lo spettacolo nel periodo seguente potrebbe essere davvero notevole, consegnandoci una cometa facilmente visibile ad occhio nudo dopo il tramonto. Stampa, tivù e social vari l’hanno frettolosamente definita “la cometa del secolo”. Come sempre nel nostro paese, quando si parla di astronomia, si cerca il sensazionalismo ed i titoli “acchiappa like” e attenzione si sprecano, quasi sempre senza motivo. Da parte nostra ci auguriamo davvero che stavolta abbiano ragione (anche se alla fine del secolo manca ancora parecchio), ma le certezze non vanno molto d’accordo con le comete, notoriamente gli oggetti più imprevedibili del Sistema Solare. Quindi preferiamo stare con i piedi ben piantati per terra ed attendere gli eventi con la speranza, quella sì, di assistere a qualcosa di indimenticabile.

Nell’immagine tratta dal sito in-the-sky.org la posizione della cometa Tsuchinshan-ATLAS all’alba alle 06:00 del 25 settembre 2024. Località Roma.

Ulteriori dettagli a fine mese nella rubrica on-line pubblicata su www.coelum.com e soprattutto nel numero di ottobre della rivista.

JWST ARP 107 nuova occhiata alle collisioni galattiche

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Arp 107 catturata dalla telecamera MIRI del JWST. Credit: NASA, ESA, CSA, STScI
Arp 107 catturata dalla telecamera MIRI del JWST. Credit: NASA, ESA, CSA, STScI

Un’interazione tra una galassia ellittica e una galassia a spirale più grande, note collettivamente come Arp 107, sembra aver dato alla spirale una prospettiva più felice grazie ai due ‘occhi’ luminosi e all’ampio ‘sorriso’ semicircolare che ne sono derivati. Questa immagine è un composito, che combina osservazioni del MIRI (Mid-InfraRed Instrument) e della NIRCam (Near-InfraRed Camera) di Webb.

Arp 107
Questa immagine composita di Arp 107, creata con i dati della NIRCam (Near-InfraRed Camera) e del MIRI (Mid-InfraRed Instrument) del telescopio spaziale James Webb. Coppia di galassie interagenti. La più grande delle due galassie è leggermente a destra del centro ed è composta da un centro bianco nebbioso e luminoso e da un anello di filamenti gassosi, che sono diverse tonalità di rosso e arancione. Verso il basso a sinistra e in basso a destra dell’anello ci sono filamenti di gas che si muovono a spirale verso il nucleo. In alto a sinistra dell’anello c’è un notevole spazio vuoto, delimitato da due grandi sacche arancioni di polvere e gas. La galassia più piccola è composta da gas e polvere nebbiosi e bianchi, che diventano più diffusi allontanandosi dal suo centro. In basso a sinistra di questa galassia, c’è una nuvola di gas più piccola e diffusa che si diffonde verso i bordi dell’immagine. Molte galassie rosse, arancioni e bianche sono sparse ovunque, alcune hanno un aspetto più nebuloso e altre hanno schemi a spirale più definiti. Credit: NASA, ESA, CSA, STScI

NIRCam evidenzia le stelle all’interno di entrambe le galassie e rivela la connessione tra di esse: un ponte trasparente e bianco di stelle estratte da entrambe le galassie durante il loro passaggio. I dati MIRI , rappresentati in rosso-arancio, mostrano regioni di formazione stellare e polvere composta da molecole organiche simili a fuliggine note come idrocarburi aromatici policiclici. MIRI fornisce anche un’istantanea del nucleo luminoso della grande spirale, sede di un buco nero supermassiccio.

La galassia a spirale è classificata come galassia di Seyfert, uno dei due gruppi più grandi di galassie attive, insieme alle galassie che ospitano quasar. Le galassie di Seyfert non sono luminose o distanti come i quasar, quindi sono posti migliori per studiare fenomeni simili in luce a bassa energia, come l’infrarosso.

Questa regione è molto simile alla galassia Cartwheel, una delle prime galassie interagenti osservate da Webb. Arp 107 potrebbe essersi rivelata molto simile nell’aspetto alla Cartwheel, ma poiché la galassia ellittica più piccola ha avuto una collisione decentrata anziché un colpo diretto, la galassia a spirale se l’è cavata con solo i suoi bracci a spirale disturbati.

La collisione non è così brutta come sembra. Sebbene prima si verificasse molta formazione stellare, le collisioni tra galassie possono comprimere il gas, migliorando le condizioni necessarie alla formazione di più stelle. D’altro canto, come rivela Webb, le collisioni disperdono anche molto gas, privando potenzialmente le nuove stelle del materiale di cui hanno bisogno per formarsi.

Webb ha catturato queste galassie nel processo di fusione, che richiederà centinaia di milioni di anni. Mentre le due galassie si ricostruiscono dopo il caos della loro collisione, Arp 107 potrebbe perdere il suo sorriso, ma inevitabilmente si trasformerà in qualcosa di altrettanto interessante da studiare per i futuri astronomi.

Arp 107 si trova a 465 milioni di anni luce dalla Terra, nella costellazione del Leone Minore.

Arp 107 schema dati
Credit: NASA, ESA, CSA, STScI

 

Fonte: https://esawebb.org/news/weic2324/

Quando ti assegnano i superpoteri avanzati

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Esistono gli esseri umani normali, come la maggior parte di noi, e poi esistono i Supereroi. I Supereroi sono quella categoria ristretta di esseri speciali che nella quotidianità, per la maggior parte del tempo, appaiono come tutti noi, con i soliti pregi e difetti, ma poi, all’occasione, sfoderano i loro superpoteri, di cui sono stati misteriosamente dotati da forze sconosciute. Ed ecco che c’è chi è capace di leggere nella mente, passare attraverso i muri, compiere balzi prodigiosi, sprigionare raggi laser potentissimi dai polpastrelli, o trasformarsi in esseri muscolosissimi come Hulk, che a causa di questo superpotere ha dilapidato un patrimonio in camicie strappate e non più aggiustabili.


Non sappiamo come avvenga la distribuzione dei superpoteri agli umani da parte dell’Ente Supremo che li gestisce. Non sappiamo come questo misterioso Comitato decida di affidare al signor Brambilla la capacità di superare la velocità della luce, e alla signora Luisa quello dell’invisibilità. Sappiamo però che a volte la Cupola dei Supereroi si trova a raschiare il fondo della pentola dei superpoteri rimasti ancora disponibili, e quindi può capitare che una mattina un tranquillo signore qualunque si svegli e si ritrovi con un superpotere che – diciamo – difficilmente gli tornerà utile per salvare il mondo. È il caso di una signora italiana (le cui generalità sono state giustamente occultate dal Gruppo di Coordinamento Mondiale dei Supereroi) che, alcuni anni fa, ha avuto in dono il superpotere di mummificare le uova.


Ebbene sì, c’è chi riesce a passare attraverso i muri, chi diventa invisibile, chi fonde l’acciaio con la mente, e chi invece ha il superpotere di mummificare le uova con la sola imposizione delle mani. Questa signora, resasi improvvisamente conto di avere acquisito questo inaspettato dono, presa da un reale sconcerto ha contattato il Cicap, il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze, con l’intento di capire cosa le stava succedendo. Della serie: why me?!


La signora ha raccontato agli esperti del Cicap che le bastava rompere un uovo su un piattino, imporre le mani, lasciare l’uovo a riposare per qualche giorno, e incredibilmente, alla fine, invece di marcire e produrre l’insopportabile puzza di uovo marcio, l’uovo vetrificava e si seccava senza puzzare, come la mummia di Similaun.


A parte che ci sarebbe da discutere su cosa scatti nella mente di un essere umano quando decide di rompere un uovo e, invece che friggerlo mettendoci sopra due fette di pancetta, imporci le mani e lasciarlo su una mensola per vedere se marcisce, ma non stiamo a farci domande a cui non è possibile dare risposta. Fatto sta che, ancor prima di capire in che modo il mondo avrebbe potuto essere salvato da questo inaspettato dono che le era stato assegnato, la signora voleva capire cosa le fosse realmente successo, e per questo si è rivolta al Cicap.


Gli esperti del Cicap (tutta gente serissima e noiosissima che non ride mai e non crede mai a niente), invece di stupirsi di questo incredibile superpotere, hanno chiesto alla signora di poter fare una prova semplicissima: accanto alle uova sulle quali la signora aveva imposto le mani, hanno chiesto di poter mettere altre uova, rotte da un socio Cicap che non aveva ricevuto nessun dono speciale se non quello di essere uno scettico rompiballe.

Le uova sono restate buone buone per alcuni giorni, sia quelle a cui erano state imposte le mani, sia quelle del Cicap, identiche in tutto e per tutto escluso il fatto di non aver ricevuto la speciale infusione. Infine, dopo alcuni giorni – magia! – tutte le uova si erano mummificate allo stesso modo, sia quelle benedette, che quelle del Cicap.


Il motivo, spiegato dalla chimica e dalla fisica, è che in un ambiente secco quale era quello dove la signora aveva riposto le uova, l’acqua in esse contenuta evapora velocemente, prima ancora che i batteri riescano a far partire il processo che creerebbe muffa e cattivo odore. Il risultato è che le uova si vetrificano direttamente, senza passare per lo stadio di uova marce e puzzolenti. Un semplice effetto dei fenomeni naturali, che ha illuso un Supereroe mancato.


Cosa ci insegna tutto questo? Ci insegna l’importanza del campione di controllo, un ingrediente fondamentale della metodologia scientifica, sia che si ricerchi il bosone di Higgs, la cura per la sciatica o la mummificazione delle uova. Ovvero, andare a verificare se il fenomeno cercato si manifesta  anche in situazioni in cui non dovrebbe verificarsi, ovvero quando è assente la causa che si ritiene faccia accadere il fenomeno (in questo caso l’imposizione delle mani). E per colpa del Cicap, della metodologia scientifica e di un briciolo di razionalità, il mondo è stato privato di un potenziale Supereroe. Che comunque – diciamocelo – non avrebbe ricevuto chiamate urgenti molto spesso. Magari, al limite, da qualche chef che voleva stupire con un menù di tendenza.


L’articolo è pubblicato in COELUM 267 VERSIONE CARTACEA

Is There Anybody Out There?

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ABSTRACT

“Is There Anybody Out There?” esplora la possibilità dell’esistenza di altre civiltà nell’universo e se sia possibile rilevarle attraverso le onde radio. Partendo da un’analogia con la celebre canzone dei Pink Floyd, il testo descrive i limiti delle tecnologie attuali, le distanze astronomiche e la potenza necessaria per trasmettere e ricevere segnali nello spazio.

Con un approccio scientifico, vengono presentate formule e calcoli per spiegare quanto sia complesso captare segnali alieni, anche tenendo conto del rumore di fondo della nostra galassia. Si discute anche dell’importanza della frequenza di campionamento e della digitalizzazione delle trasmissioni. Nonostante la difficoltà di intercettare segnali alieni, il documento incoraggia comunque a mantenere la speranza e la curiosità scientifica, concludendo che, pur essendo estremamente improbabile, la possibilità di trovare altre forme di vita non è completamente esclusa.

Se sei affascinato dalla possibilità di vita extraterrestre e dalle sfide tecnologiche nel rilevarla, ti invito a leggere questo approfondimento che unisce scienza, matematica e riflessioni sulla nostra posizione nell’universo!


Introduzione

La citazione nel titolo, per chi non è vecchietto come me, è dei Pink Floyd, brano presente nel loro famosissimo album “The Wall”, e ci sta tutta con l’argomento di oggi.

Nella Via Lattea, la galassia in cui viviamo, ci sono centinaia di miliardi di stelle, e attorno a molte di esse orbitano sicuramente dei pianeti che oggi non riusciamo ancora a scorgere se non in minima parte a causa dei primitivi metodi che utilizziamo a tale scopo (tipicamente il metodo del transito se abbiamo la fortuna che stella e pianeta siano allineati, oppure il metodo della velocità radiale che però mal si adatta a trovare terre in regione abitabile); ma con tanti pianeti presenti, è possibile che noi si sia davvero soli nell’Universo?


Là fuori, da qualche parte, c’è qualcuno con cui dialogare?

Oggi vedremo se c’è la possibilità di scoprirlo, e lo faremo grazie a uno strumento che tutti noi conosciamo: le onde radio.

Fin dal 12 dicembre 1901, da quando Guglielmo Marconi effettuò la prima trasmissione radio transatlantica, l’uomo riempie l’etere con le sue trasmissioni radio, che hanno quindi superato oramai la bella distanza di 120 anni luce, visto che le onde radio si propagano attraverso il vuoto alla stessa velocità.


Questo significa che, dotati di apparati particolarmente sensibili, orecchie aliene potrebbero ascoltare i nostri discorsi sintonizzandosi sulle stazioni commerciali così come potremmo fare noi, a parti invertite.

Vedremo però che non è esattamente così, anzi, credo proprio di no, e adesso vi spiego il perché.


Punto uno: la potenza di trasmissione e le distanze


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L’articolo è pubblicato in COELUM 267 VERSIONE CARTACEA

ShaRA#7 – Iras Vera Shell

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The Shell il risultato finale del Super Stacking
The Shell il risultato finale del Super Stacking

Abstract

Per il progetto ShaRA#7, il team ShaRA, composto da Alessandro Ravagnin, Andrea Iorio e altri membri ha utilizzato un nuovo telescopio situato nella valle di Rio Hurtado, in Cile, di proprietà di un membro del gruppo, assumendo vantaggi come la possibilità di effettuare esposizioni più lunghe senza limiti economici o vincoli sulle fasi lunari. Questa libertà ha permesso di optare per un target poco noto: il complesso nebulare IRAS Vela Shell, che include l’oggetto BBW56.

L’elaborazione delle immagini è stata complessa a causa della densità stellare e della difficoltà di calibrare i colori, poiché il target non è classificato in letteratura. Il gruppo ha utilizzato strumenti come StarNet++ e PixInsight per ottenere risultati ottimali, anche se ha incontrato difficoltà con la gestione dei dati a causa dell’elevata risoluzione delle immagini. Il progetto ha visto la partecipazione di 13 membri su 21 e ha prodotto elaborazioni molto diverse tra loro, segno di una sperimentazione avanzata del metodo di “superstacking”.

di ShaRA Team

Introduzione

Con il settimo progetto, il team ShaRA ha cambiato leggermente paradigma. Il team infatti ha operato sempre virtualmente dal Cile, sotto uno dei cieli più bui e belli del mondo sfruttando i telescopi del servizio Chilescope, questa volta tuttavia la scelta è ricaduta su un telescopio di recente installazione nel complesso ObsTech, sempre nella famosa valle di Rio Hurtado, di proprietà di un membro del gruppo. Sfruttare un telescopio di proprietà di un membro del gruppo offre svariati vantaggi fra i quali ad esempio nessun esborso economico per l’affitto del telescopio. Nessun limite anche nella gestione delle esposizioni tanto da calcare la mano allungandole a piacere senza particolari vincoli, cade anche il vincolo dovuto alla schedulazione dalle fasi lunari e, quindi, il team ha goduto di una maggiore flessibilità anche nella scelta del target finale.  Inoltre, una volta deciso il soggetto, abbiamo anche potuto eseguire delle pose di prova per verificare il campo inquadrato e le emissioni al variare dei filtri della rastrelliera, test proibitivi in caso di affitto dello strumento e spesso sacrificati in favore di una maggiore disponibilità di tempo per l’acquisizione.

Vista del complesso ObsTech. Crediti: YURIY BELETSKIY
Vista del complesso ObsTech. Crediti: YURIY BELETSKIY

Normalmente infatti questi test non sono consigliabili con i telescopi remoti per una mera questione economica: ogni minuto speso per fare tentativi, costa tempo e quindi denaro! Inoltre i telescopi spesso non sono disponibili per brevi sessioni di prova; le sessioni minime prenotabili non possono essere inferiori ad un certo minutaggio (intorno ai 20 o 30 minuti a seconda del telescopio). Per tutti i motivi di cui sopra, per i precedenti progetti ShaRA, il team ha lavorato pianificando a tavolino in anticipo e in maniera rigorosa le riprese, documentandosi in rete sui vari target scelti, usando a riferimento le immagini di altri astrofotografi, e programmando le osservazioni minuziosamente in modo da prenotare tempestivamente i telescopi del servizio prenotato. La novità del nuovo strumento invece per ShaRA#7 ci ha consentito di lavorare in modo, diciamo, molto più smart e comodo, decidendo di giorno in giorno come procedere con le sessioni di ripresa e, nel caso, apportare modifiche anche all’ultimo secondo.

Localizzazione del telescopio nel complesso ObsTech nella valle di Rio Hurtado
Localizzazione del telescopio nel complesso ObsTech nella valle di Rio Hurtado

ShaRA#7: il target


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Contributi dei partecipanti

 

L’articolo è pubblicato in COELUM 267 IN VERSIONE CARTACEA


ERG CHECH 002 all’Origine del Sistema Solare

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A partire dal numero 267 di Coelum, inizia una rubrica volta alla conoscenza delle meteoriti. Descriveremo singoli oggetti, particolarmente significativi o classi di meteoriti, esaminando le loro caratteristiche, le origini e la storia che ci possono raccontare. E proprio pensando alla storia del Sistema Solare, abbiamo dedicato il primo articolo ad una recente scoperta; una delle più importanti meteoriti mai trovate, che ha aperto una finestra sulle prime fasi di formazione del nostro sistema planetario

 

ABSTRACT

Erg Chech 002, una delle meteoriti più importanti scoperte, risale a circa 4,565 miliardi di anni fa, poco dopo la formazione del Sistema Solare. Erg Chech 002, una rarissima acondrite non raggruppata, fornisce importanti informazioni sull’evoluzione dei protopianeti e sul calore generato dall’isotopo Al26, fondamentale nella formazione planetaria. La scoperta ha aperto nuove prospettive sugli eventi magmatici del primissimo Sistema Solare.


È una sensazione strana, toccare un meteorite, essere consapevoli che quella roccia è un oggetto alieno; un estraneo che non condivide nulla con noi, giunto dallo spazio, quasi sempre da un passato antico, quando il Sistema Solare era giovane ed i pianeti erano ancora in formazione. Nessuna roccia terrestre può raccontarci questa storia. Seppure la terra si è formata 4,560 miliardi di anni fa, come indicano i radiogenici, con le tecniche di decadimento isotopico, il materiale che compone l’attuale crosta terrestre più volte rielaborata dai processi geologici, ha mediamente età di decine o centinaia di milioni di anni e le più vecchie rocce terrestri, trovate nel Quebec arrivano “solo” a 4 miliardi di anni.


ERG CHECH 002 Campione di meteorite
ERG CHECH 002 Campione di meteorite

 


Ma una gran parte delle meteoriti risalgono ai tempi della formazione del Sistema Solare, e possono darci molte informazioni su come fosse fatta la nebulosa presolare e sulle varie fasi di formazione del nostro sistema planetario. Questi dati, integrati con altri studi, come quelli sulle zone di formazione stellari, sulle YSO (Young Star Object) e sugli esopianeti, sono fondamentali per giungere ad una conoscenza sistematica dei processi che portano alla formazione, più in generale, di tutti i sistemi planetari.
Nel 2020 nella regione dell’Erg Chech, un’area desertica nella zona centrale dell’Algeria, un team francese ha scoperto un nuovo meteorite, scomposto in diverse decine di frammenti di varie dimensioni il cui nome ricevuto è Erg Chech 002. Si tratta di una meteorite pietrosa, un acondrite (ovvero senza condrule). Questo tipo di meteoriti, sono estremamente rare (meno dell’1% di tutte quelle conosciute) e provengono da oggetti “differenziati”, ovvero, abbastanza grandi da subite una fusione e formazione di una crosta. Appartengono a questa classe, ad esempio il gruppo delle HED (provenienti da Vesta), le Lunari e le SNC (Marziane). Una piccola percentuale di acondriti, presentano caratteristiche tali da non permettere un raggruppamento. Proprio in questa piccola sezione spicca Erg Chech 002, considerata oggi la roccia ignea più antica, conosciuta.


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L’articolo è pubblicato in COELUM 269 VERSIONE CARTACEA

 
 

UGC 11105 DEBOLE ma solo in apparenza

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La ripresa del telescopio Hubble di UGC 11105 circondata da stelle più brillanti.
La ripresa del telescopio Hubble di UGC 11105 circondata da stelle più brillanti. Credit: ESA/Hubble& NASA, R. J. Foley (UC Santa Cruz)

ABSTRACT

UGC 11105 è una spirale fotografata dal telescopio Hubble. Con una magnitudine apparente di 13,6, UGC 11105 appare fioca e pervasa da un bagliore evanescente, ma è una galassia ricca di fenomeni cosmici. I suoi due bracci a spirale contengono ammassi di giovani stelle blu, mentre il nucleo ospita un buco nero supermassiccio. Nel 2019, una supernova (SN2019pjs) esplose in uno dei bracci, aumentando temporaneamente la luminosità della galassia. L’immagine cattura anche altre stelle della Via Lattea e galassie distanti sullo sfondo.

Il periodo migliore per l’osservazione e la ripresa è l’estate.

UGC 11105 Debolezza Apparente

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L’articolo è pubblicato in COELUM 267 VERSIONE CARTACEA

 
 

Eclisse lunare parziale di penombra il 18 Settembre 2024

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Pubblichiamo il trafiletto dedicato all’evento del 18 settembre comparso in COELUM 269 nella sezione il Cielo del Bimestre Considerando come riferimento la zona di Roma tale evento avrà inizio alle ore 02:41 con la Luna a +39°, la cui fase massima si verificherà alle ore 04:44 con la Luna ad un’altezza di +23°. L’eclisse avrà termine alle 06:47 con la Luna ormai in prossimità dell’orizzonte ad un’altezza di soli +2° con una “magnitudine di penombra” di 1.037 (valore che indica la frazione della Luna oscurata con l’ingresso della penombra della Terra). Inoltre si avrà una “magnitudine umbral” di 0.085 che sta ad indicare la frazione della Luna che viene oscurata dal cono d’ombra della Terra.
Luna penombra 18 settembre 2024
Eclisse lunare penombra 18 settembre 2024
La fase iniziale di questa eclisse parziale sarà perfettamente visibile da tutto il territorio nazionale con la Luna ad un’altezza superiore ai 30/35°, mentre in Sardegna e Sicilia raggiungerà addirittura i 40/42° di altezza. Anche la fase massima di questo evento si renderà visibile da tutta Italia anche se con una minore altezza della Luna comunque sempre intorno ai +20/22°, mentre la Sardegna vedrà il massimo dell’eclisse in condizioni leggermente migliori (Luna fino a +26°). La fase terminale di questo evento invece avverrà in condizioni non ottimali e col nostro satellite ad un’altezza diffusamente intorno ai +3/5°, mentre in Basilicata, Molise, Campania, Puglia e Sicilia la Luna sarà ormai alcuni gradi sotto l’orizzonte. L’occasione è imperdibile per organizzare sessioni fotografiche per immortalare questo sempre interessante evento.

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ASTROSHOW 2024: FIERA DELL’ASTRONOMIA

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ASTROSHOW 2024

FIERA DELL’ASTRONOMIA

CESENA 2-3 NOVEMBRE 2024

Il mondo dell’astronomia si prepara a un nuovo ed entusiasmante appuntamento: il 2 e 3 novembre 2024, Cesena ospiterà la seconda edizione di Astroshow, un evento pensato per tutti coloro che condividono la passione per l’universo e desiderano esplorare le meraviglie del cosmo. L’iniziativa, nata nel 2023 con l’obiettivo di creare un momento di incontro annuale per appassionati di astronomia, scuole e curiosi, si ripropone quest’anno con un programma ancora più ricco, rafforzato dal successo della prima edizione.

Il fascino dell’astronomia non è mai stato così accessibile, grazie anche al contributo fondamentale degli astronomi amatoriali. Questi appassionati svolgono un ruolo essenziale nel campo dell’astronomia moderna, apportando contributi significativi agli studi scientifici e alla comprensione di fenomeni celesti complessi. Ma la loro funzione va oltre la scoperta scientifica: sono anche attivi divulgatori, portatori di una conoscenza che affascina e coinvolge le nuove generazioni, stimolando l’interesse per il cielo e per le sue infinite possibilità.

Astroshow nasce proprio con l’intento di rispondere a queste esigenze di condivisione e aggiornamento. Oltre a essere un’opportunità per gli astronomi amatoriali di incontrarsi e scambiarsi idee ed esperienze, l’evento è anche una vetrina per le ultime novità tecnologiche in campo astronomico. Ogni anno, infatti, vengono presentate nuove soluzioni e strumenti sempre più avanzati, pensati per migliorare l’osservazione del cielo e rendere l’astronomia alla portata di tutti. L’edizione 2024 sarà l’occasione perfetta per scoprire i prodotti più innovativi e confrontarsi con esperti e aziende del settore.

Quest’anno, tra i numerosi espositori, troveremo alcune delle più importanti aziende italiane che operano nel settore astronomico. Tra queste spiccano nomi di primo piano come Auriga, Skypoint, Unitron, Tecnosky, Artesky, Astroottica e Geoptik, leader nella produzione e commercializzazione di articoli astronomici. Ogni azienda porterà una selezione delle sue migliori novità, dagli strumenti più sofisticati per l’osservazione e la fotografia del cielo fino agli accessori essenziali per chi vuole iniziare a esplorare l’universo. Saranno disponibili telescopi, montature, camere astronomiche e numerosi altri articoli che renderanno l’esperienza dell’osservazione ancora più affascinante e accurata.

Ma Astroshow non è solo una fiera di prodotti astronomici. Sarà anche un’occasione per entrare in contatto con alcune delle associazioni italiane più attive nel mondo dell’astronomia amatoriale. Tra le associazioni partecipanti, figurano Astro Amici Forlivesi, Astrofili Rheyta A.P.S. di Ravenna, Associazione Deeplab ETS di Bologna, N.A.S.A. Associazione Astrofili di Senigallia, Associazione Astrofili Bolognesi e Astrofili Saludecio di Rimini, che animeranno l’evento con attività di divulgazione e workshop dedicati a chi desidera avvicinarsi all’osservazione del cielo. Queste associazioni rappresentano il cuore pulsante della passione astronomica in Italia, offrendo un supporto fondamentale a chiunque voglia approfondire la conoscenza dell’universo.

Un’attenzione particolare sarà riservata ai più giovani, grazie alla presenza di un planetario che sarà operativo per tutta la durata della fiera. Il planetario offrirà spettacoli immersivi dedicati all’esplorazione del sistema solare e delle galassie lontane, rendendo la scienza astronomica più accessibile e divertente. Sarà un momento magico per i bambini, che potranno vivere un’esperienza unica e interattiva, immergendosi nelle meraviglie dell’universo in un contesto educativo e allo stesso tempo coinvolgente.

Parallelamente, ci saranno numerosi momenti di divulgazione e approfondimento, con conferenze e incontri che tratteranno temi di grande interesse per il pubblico, dai misteri del cosmo alle tecnologie di osservazione più avanzate. Saranno presenti esperti del settore che condivideranno le loro conoscenze e ricerche, fornendo spunti per un dibattito stimolante e approfondito. Con onore siamo lieti di anticipare anche l’intervento del Presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica Roberto Ragazzoni. Per chi è alle prime armi, questo sarà un modo per entrare in contatto con il mondo dell’astronomia, mentre per i più esperti sarà l’occasione di scoprire nuove metodologie e tecniche.

L’evento avrà una risonanza significativa anche grazie alla partecipazione di importanti riviste specializzate fra cui Coelum che offrirà copertura mediatica all’evento, raccontando i momenti più salienti e offrendo interviste esclusive con gli espositori e i protagonisti della fiera. La loro presenza contribuirà a rafforzare la visibilità dell’evento, consolidandolo come uno degli appuntamenti di riferimento nel panorama astronomico italiano.

Con un’offerta così variegata, Astroshow 2024 rappresenta una straordinaria opportunità per tutti gli appassionati di astronomia, per le famiglie e per chiunque voglia avvicinarsi al mondo dell’osservazione del cielo. Un fine settimana all’insegna della scoperta, del divertimento e della condivisione, dove sarà possibile conoscere nuove persone, scambiare opinioni e immergersi nel meraviglioso mondo dell’astronomia.

ASTROSHOW- 2-3 novembre 2024

Fiera di Cesena

Via Dismano 3845 Uscita A14 Cesena

Orari: 9:30 – 19:30

Biglietto: € 10,00

Corso di Astronomia Fondamentale e Sorprendente

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Si terrà a Roma ma si potrà seguire ovunque in streaming il Corso di Astronomia Fondamentale e Sorprendente.

Rivolto a tutti, comprende sia gli argomenti fondamentali di astronomia che tutti dovrebbero conoscere, sia una quantità di approfondimenti illuminanti solitamente esclusi dalla divulgazione.

Per dare un’idea della ricchezza e varietà di argomenti coperti dal corso, ecco alcune DOMANDE a cui il corso risponde:

  • Perché il centro della Terra è caldo come la superficie del Sole?
  • Come facciamo a conoscere le distanze delle stelle?
  • Perché la Luna ci mostra sempre la stessa faccia?
  • Se l’Universo è nato da un’esplosione, quale ne è il centro?
  • Fino a quanti km d’altezza un oggetto può ricadere a terra anziché galleggiare nello spazio?
  • Qual è la stella che si vede sempre vicina alla Luna?
  • Perché ogni tanto si vede la Luna di giorno?
  • Perché ad agosto vediamo ritornare sempre le stelle cadenti?
  • È vero che si possono vedere le stelle di giorno osservando dal fondo di un pozzo?
  • Si può assistere a due tramonti nello stesso giorno?
  • Come fanno a brillare le protostelle che non hanno ancora innescato le reazioni nucleari?
  • Quanti “quarti di Luna” servono per eguagliare in luminosità una Luna piena, e perché?
  • Di che colore è realmente il Sole (e le stelle)?
  • Quanto è facile stabilire l’età dell’Universo?
  • Perché le stelle scintillano (e i pianeti no)?
  • Di quali astri riusciamo a vedere l’ombra?
  • Quali scoperte sensazionali alla sua portata si è fatto sfuggire Galileo?
  • Quale è stato (sempre lo stesso fin dall’Antichità!) il peggior nemico dei cosmologi?
  • Chi ha tentato per primo di stimare la distanza delle stelle?
  • Qual è lo strumento essenziale della moderna indagine astronomica?
  • Chi è stato il primo astronomo? (E cosa scoprì?)..
    …..

Ospitato da Accademia delle Stelle e tenuto da un astrofisico, il corso si può acquistare qui: https://accademiadellestelle.org/corso-di-astronomia-sorprendente/

 

 

Cos’è che fa splendere il Sole?

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Abstract

Ritengo che chiedersi quale possa essere il meccanismo che permette al Sole di brillare sia una domanda spontanea e quasi inevitabile. Ai nostri giorni, pur con le indispensabili semplificazioni, anche chi frequenta la scuola primaria ha modo di conoscere la risposta scientificamente corretta. Ma non è sempre stato così. Che all’origine di questa energia vi fosse una sequenza di reazioni nucleari che, coinvolgendo atomi di idrogeno, producono atomi di elio è parte del nostro sapere scientifico solamente dal 1939. Proviamo dunque a ripercorrere a grandi linee le risposte che, nel corso del tortuoso cammino che spesso caratterizza la scienza, sono state proposte.

Il Sole che produce tutta l’energia necessaria

Facile comprendere come il Sole occupi da sempre un posto particolare nella società umana. Fin dall’antichità non solo gli viene riconosciuto un ruolo chiave nel garantire una situazione climatica favorevole alla vita, ma le periodicità del suo cammino in cielo (alternanza giorno/notte e ciclo stagionale) si rivelano anche un ottimo strumento per tener traccia dello scorrere del tempo. Inevitabile che – sia per la potenza che mostra di avere, sia per la sua costante presenza fin dalla notte dei tempi – nelle civiltà del passato venga identificato con una divinità e adorato come tale. Poco importa definire quali siano la vera natura e l’origine dello splendore e del calore del Sole. L’idea di Aristotele (384 – 322 a.C.) che le leggi della natura valide sulla Terra non siano necessariamente vincolanti per gli oggetti celesti taglia la testa al toro: a differenza dei fuochi terrestri, quel mondo ardente può bruciare per quanto tempo vuole senza creare nessun problema. Per Aristotele la Terra è costituita da materiali che decadono e la luce che qui viene prodotta non può durare a lungo: le fiamme sussultano e cambiano continuamente di forma, il combustibile si esaurisce e la luce si spegne. Sul Sole, però, le cose funzionano in modo differente e quel fuoco che lo alimenta si comporta in modo differente dai roghi a noi famigliari. Nel 1833, anno in cui l’astronomo britannico John Herschel (1792 – 1871) pubblica il suo Trattato sull’Astronomia, affrontando brevemente la questione della fonte dell’energia solare non può che ammettere che si è di fronte a un grande mistero e che gli astronomi sono in grandissima difficoltà. «Se si potessero azzardare congetture per l’origine della radiazione solare – scrive Herschel – dovremmo guardare piuttosto alla nota possibilità di una generazione indefinita di calore per attrito, oppure alla sua eccitazione per scarica elettrica, piuttosto che a qualsiasi combustione di combustibile ponderabile, sia solido che gassoso». La grandissima difficoltà proviene soprattutto dal fatto che chiedersi come il Sole produca la sua energia è strettamente collegato alla domanda relativa alla sua età: due facce di una medesima medaglia. Infatti, se riusciamo a determinare quanta energia produce il Sole, possiamo verificare se le fonti di energia proposte sono in grado di sostenere tale produzione per tutto il tempo dell’esistenza del Sistema Solare. A proposito di quest’ultimo valore, nel 1650 il vescovo irlandese James Ussher (1581 – 1656) nel suo Annales Veteris Testamenti aveva suggerito, basandosi sui suoi conteggi della cronologia biblica, che la nascita della Terra e dell’intero cosmo fosse avvenuta intorno al 4000 a.C. Con neppure 6000 anni di vita alle spalle, trovare per il Sole una fonte di energia adeguata non sembrava poi così impegnativo. È pur vero che, poco più di un secolo dopo la stima di Ussher, James Hutton (1726 – 1797) pubblica quello che viene considerato il primo trattato di geologia moderna in cui non solo si afferma che la Terra è di gran lunga più antica, ma anche che i processi geologici attuali sono gli stessi che si sono verificati nel passato. Dalle considerazioni geologiche emerge con sempre maggiore evidenza che la Terra deve avere almeno qualche centinaio di milioni di anni. Quando poi, nel 1838, il fisico francese Claude Servais Pouillet (1790 – 1868) determina per la prima volta il valore della costante solare (praticamente, quanta energia arriva sulla Terra dal Sole), appare subito piuttosto evidente che, invocando anche il più efficiente tra i meccanismi di combustione chimica, si giungerebbe comunque a valori dell’età del Sole assolutamente incompatibili con le datazioni geologiche. Se si voleva risolvere il problema della produzione di energia del Sole, insomma, era necessario abbandonare la chimica e guardare altrove.

Energia Meteoritica

La prima teoria meccanica del calore solare, pubblicata nel 1841 dal tedesco Julius Robert von Mayer (1814 – 1878), chiama in causa una continua cattura da parte del Sole di asteroidi dallo spazio circostante. Mayer ritiene che gli asteroidi che colpiscono il Sole ad alta velocità siano in grado di generare da 4.600 a 9.200 volte più calore di quanto ne genera la combustione di un’uguale massa di carbone. Più che una caduta diretta, suggerisce un graduale movimento su spirali sempre più strette dovuto alla resistenza dell’etere che, stando alle idee del tempo, riempiva lo spazio. Secondo i suoi calcoli, ogni minuto cadrebbe sul Sole una massa intorno ai 2×1014 kg, vale a dire una massa terrestre ogni 56.800 anni. La valutazione, però, mette in luce un problema piuttosto spinoso: Mayer si rende conto, infatti, che un simile aumento della massa del Sole comporterebbe un accorciamento dell’anno siderale dell’ordine di mezzo secondo, un effetto in disaccordo con le osservazioni. La teoria meteoritica del calore solare viene suggerita una decina d’anni più tardi anche dal fisico scozzese John James Waterston (1811 – 1883). Ignaro del lavoro di Mayer, tradotto in inglese solo nel 1863, Waterston sostiene che il calore del Sole ha la sua origine dall’afflusso di un gran numero di oggetti che, provenendo principalmente dall’esterno del Sistema Solare, colpiscono il Sole perpendicolarmente alla sua superficie. Le sue stime indicano che, imputando il calore del Sole interamente a tali cadute, il raggio solare aumenterebbe di circa cinque metri all’anno. Mentre Mayer era seriamente preoccupato dal problema dell’aumento di massa del Sole per le sue conseguenze astronomiche, Waterston lo ignorava o, probabilmente, non ne era consapevole.
Lord William Thomson
Lord William Thomson, comunemente noto come Lord Kelvin, svolse la sua indagine in molti settori della fisica (termodinamica, costituzione della materia, struttura dell’Universo,elettromagnetismo, …). La sua fama è legata in particolare a una delle formulazioni del Secondo principio della termodinamica e all’introduzione della scala termodinamica assoluta delle temperature. In suo onore l’unità di misura di tale scala venne chiamata kelvin.
L’idea, in modo indipendente, viene proposta nel 1854 anche da William Thomson (1824 – 1907): i calcoli del futuro Lord Kelvin, però, lo portano a ipotizzare una pioggia meteoritica decisamente più intensa, suggerendo che si deve mettere in conto la caduta di 100 masse terrestri ogni 4.750 anni. Una quantità di materia davvero importante, ma – secondo le sue parole – «non più di quanto è perfettamente possibile che cada sul Sole». Per quanto riguarda la provenienza, Thomson nega esplicitamente l’ipotesi basata su oggetti provenienti dal Sistema Solare esterno, ma sostiene che i meteoroidi percorrono orbite interne all’orbita della Terra. I calcoli di Lord Kelvin, convinto assertore che lo stesso meccanismo meteoritico fosse responsabile anche della rotazione del Sole attorno al proprio asse, lo portano a concludere che è improbabile che il Sole riesca a mantenere l’attività attuale per molto più di 300.000 anni nel futuro. Si tratta del primo tentativo di calcolare la durata della vita del Sole sulla base di una teoria fisica. L’ARTICOLO COMPLETO è riservato agli abbonati alla versione digitale. Per sottoscrivere l’abbonamento Clicca qui. Se sei già abbonato accedi al tuo account dall’Area Riservata
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L’articolo è pubblicato in COELUM 266 VERSIONE CARTACEA

[GrAG] 14 settembre, Notte Internazionale dell’Osservazione della Luna 2024 – Lazio

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il 14 settembre 2024 è una data speciale per gli amanti dell’astronomia del Lazio, poiché segna la Notte Internazionale dell’Osservazione della Luna. Questo evento, nato grazie all’organizzazione della NASA, celebra la bellezza e il mistero del nostro satellite naturale ed offre un’occasione unica per osservare la Luna e Saturno con gli anelli quasi di taglio in questo periodo, attraverso potenti telescopi. Ecco tre appuntamenti straordinari, tutti ad ingresso libero e gratuito, che avranno luogo in concomitanza in diverse località del Lazio: Viterbo – Giardini Colle del Duomo – Palazzo dei Papi Organizzato dal Gruppo Astrofili Galileo Galilei APS, con il patrocinio del Comune di Viterbo, questo evento si terrà nei Giardini Colle del Duomo – Palazzo dei Papi, con ingresso dal Polo Monumentale Colle Del Duomo. L’osservazione avrà inizio alle 19:00 e terminerà alle 23:00. L’ingresso è libero e gratuito, senza necessità di prenotazione. Gli astrofili forniranno spiegazioni sulle caratteristiche della Luna. Inoltre, sarà possibile ammirare Saturno. Roma – Villa Carpegna (XIII Municipio Roma Aurelio). Anche a Roma, il Gruppo Astrofili Galileo Galilei APS sarà presente con un evento simile sul prato di Villa Carpegna. L’appuntamento inizierà alle ore 19:00 con i soci del Gruppo Astrofili Galileo Galilei APS che metteranno a disposizione i loro strumenti per una serata divulgativa. Oltre all’osservazione della Luna, sarà possibile ammirare Saturno, il gigante del nostro Sistema Solare, attraverso i telescopi. Le spiegazioni e le curiosità condivise dai soci renderanno l’evento ancora più affascinante. Tarquinia – Campo Cialdi – Parco Palombini, entrata via della Ripa, 25. Il Gruppo Astrofili Galileo Galilei APS di Tarquinia ospita un evento straordinario. Dalle 19:00 alle 23:00, i telescopi del Gruppo saranno a disposizione dei visitatori per osservare la Luna e Saturno. I soci dell’associazione offriranno spiegazioni dettagliate sul nostro satellite naturale. Questo evento è organizzato in collaborazione con la Società Tarquiniese di Arte e Storia nonché con il patrocinio del Ministero della Cultura e prima dell’osservazione, alle ore 18.00, c’è la possibilità di partecipare ad una visita guidata gratuita, a cura della Società Tarquiniense d’Arte e Storia, dei monumenti più significativi della Corneto medievale con una guida autorizzata. Appuntamento in Piazza Cavour alle ore 17.45. Questi eventi offrono un’opportunità unica di esplorare il cielo notturno e approfondire la comprensione delle meraviglie astronomiche. Gli astrofili condivideranno la loro passione per l’astronomia, ispirando curiosità e interesse nei cuori di giovani e adulti. In caso di maltempo, l’evento potrebbe essere annullato, quindi assicuratevi di verificare le informazioni di contatto fornite per ogni evento. Unisciti a queste straordinarie serate di osservazione lunare e celeste e scopri l’affascinante mondo dell’astronomia!   Altre informazioni ed aggiornamenti sul sito dell’associazione:

Criovulcanesimo: eruzioni gelate

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Figura 7. Encelado a colori, fotografato dalla camera della sonda NASA/ESA/ASI Cassini nel luglio 2005. In questa immagine, si nota la dicotomia tra l’emisfero nord, intensamente craterizzato e l’emisfero sud, con le freschissime “tiger stripes”, lineamenti blu dai quali è stata osservata l’emissione di geyser. Crediti: NASA/JPL/Space Science Institute.
Figura 7. Encelado a colori, fotografato dalla camera della sonda NASA/ESA/ASI Cassini nel luglio 2005. In questa immagine, si nota la dicotomia tra l’emisfero nord, intensamente craterizzato e l’emisfero sud, con le freschissime “tiger stripes”, lineamenti blu dai quali è stata osservata l’emissione di geyser. Crediti: NASA/JPL/Space Science Institute.

Abstract

L’articolo Criovulcanesimo: Eruzioni Gelate,  di Valentina Galluzzi dell’INAF, ci porta in un viaggio affascinante attraverso un fenomeno geologico fuori dal comune: il criovulcanesimo, ovvero le “eruzioni fredde”. Mentre il vulcanesimo terrestre coinvolge magma incandescente, il criovulcanesimo avviene su corpi ghiacciati del Sistema Solare, dove l’acqua, il metano e altre sostanze “criomagmatiche” eruttano a temperature bassissime. Un fenomeno controintuitivo e affascinante, che ha lasciato tracce evidenti su oggetti come Cerere, Europa e Encelado. L’articolo esplora in dettaglio queste eruzioni gelate, analizzando come geyser di vapore acqueo e colate di ghiaccio possano modellare paesaggi alieni e offrire indizi sulla possibile esistenza di vita extraterrestre. Se sei incuriosito da un fenomeno così insolito, dove il gelo prende il posto del fuoco, questo articolo ti sorprenderà e ti inviterà a scoprire di più sulle misteriose profondità del nostro Sistema Solare.

Cosa si Intende per Criovulcanesimo

Spesso utilizziamo la Terra ed i suoi fenomeni geologici come analogo fondamentale per la comprensione dei fenomeni osservabili su superfici planetarie extra-terrestri. Esiste però un fenomeno geologico extra-terrestre che è quanto di più controintuitivo si possa immaginare e che difficilmente trova qualcosa di comparabile sul nostro pianeta: il criovulcanesimo. Mentre il vulcanesimo tradizionale sula Terra comporta l’eruzione di roccia fusa (magma) ed è quindi la conseguenza di un magmatismo silicatico, il criovulcanesimo comporta l’eruzione di sostanze come acqua, ammoniaca, metano o altro “criomagma” (materiale fuso freddo) a temperature molto più basse su corpi ghiacciati del Sistema Solare, in particolare, quello esterno. Come noto, infatti, il Sistema Solare esterno è particolarmente ricco di queste sostanze in quanto la distanza dal Sole, non solo ha comportato il concentramento dei composti più leggeri (detti appunto “volatili”, cioè che sfuggono facilmente alla gravità), ma ne ha causato anche il raffreddamento ed il congelamento. Pertanto, ne deriva che il criovulcanesimo ed il criomagmatismo sono fenomeni derivanti dalla mobilitazione e dalla migrazione dei fluidi generati nel sottosuolo dei corpi ghiacciati. L’energia che alimenta il criovulcanesimo, cioè che fonde parzialmente i gusci ghiacciati dei corpi planetari freddi, può provenire da diverse fonti, tra cui il calore interno del corpo celeste, le forze mareali esercitate da altri corpi, o dalla collisione con altri oggetti (craterizzazione). Le eruzioni fredde dei criovulcani possono formare geyser, colate di ghiaccio e deposizioni di brine e rappresentano un fenomeno importante che può aiutare a fornire indizi sulla possibile presenza di vita o materiale organico in ambienti estremi. Tra i vari corpi che mostrano criovulcanesimo, degni di nota sono il pianeta nano Cerere e le lune ghiacciate Europa (Giove) ed Encelado (Saturno). Il criovulcanesimo svolge un ruolo cruciale nel modellare le superfici di questi corpi ghiacciati e i materiali espulsi contribuiscono alla formazione e alla modifica dei loro paesaggi, un po’ come è stato sulla Terra con il magmatismo, in particolare durante i suoi primi stadi evolutivi. Vediamoli quindi più da vicino.

Le faculae di Cerere

Cerere, pianeta nano, è il più grande oggetto della fascia di asteroidi tra Marte e Giove. La sonda Dawn della NASA, che ha orbitato intorno ad esso dal 2015 al 2018, ha fornito dati ed immagini preziose che accennavano alla presenza di aree localizzate molto chiare e luminose rispetto al resto della superficie, denominate faculae (parola latina per “torcia”, “punto luminoso”). Ad oggi, sono state individuate più di 300 faculae (vedi Stein et al., 2019), ognuna con caratteristiche diverse, ma le più peculiari sono ormai interpretate come fenomeni criovulcanici. Cerealia Facula e le Vinalia Faculae ad esempio, si trovano sul fondo del cratere Occator (fig. 1).
Figura 1:Questa immagine di Cerere e delle faculae nel cratere Occator (92 km) è stata una delle ultime viste ottenute dalla sonda Dawn della NASA il 1° settembre 2018 da un'altitudine di 3.370 km. Crediti: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA.
Figura 1:Questa immagine di Cerere e delle faculae nel cratere Occator (92 km) è stata una delle ultime viste ottenute dalla sonda Dawn della NASA il 1° settembre 2018 da un’altitudine di 3.370 km. Crediti: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA.
In questo caso, la craterizzazione ha causato la fratturazione della crosta di Cerere rendendola così permeabile alla risalita di fluidi generati dall’energia dell’impatto stesso. Le formazioni bianche visibili dentro Occator sono quindi il probabile risultato di eruzioni e colate fredde di materiali ricchi in acqua mista a sali e silicati (fig. 2). L’ARTICOLO COMPLETO è riservato agli abbonati alla versione digitale. Per sottoscrivere l’abbonamento Clicca qui. Se sei già abbonato accedi al tuo account dall’Area Riservata
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UAI e CICAP lanciano l’iniziativa “Stregati dalla Luna” 

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UAI e CICAP lanciano l’iniziativa “Stregati dalla Luna”

per contrastare la diffusione delle fake news

L’Unione Astrofili Italiani (UAI) e il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze (CICAP) – da sempre in prima linea contro le fake news e la disinformazione in ambito scientifico – uniscono le forze e organizzano l’iniziativa di divulgazione “Stregati dalla Luna” con il duplice obiettivo di avvicinare alla conoscenza del nostro meraviglioso satellite naturale il pubblico di adulti e bambini e di scardinare tutte le false credenze relative alla Luna. L’iniziativa prenderà il via nel mese di settembre 2024 con una rassegna di eventi in molte città italiane, puntate speciali del podcast Radio CICAP e articoli dedicati su queryonline.it, in concomitanza con l’“International Observe the Moon Night”, la manifestazione internazionale che tutti gli anni punta i riflettori sulla Luna.  Da sempre fonte di grande fascino e meraviglia e oggetto di studio da parte dell’uomo, la Luna è purtroppo anche protagonista di false notizie, ormai ampiamente dilaganti sul web. Soprattutto nei tempi recenti, caratterizzati da un rinnovato entusiasmo per l’esplorazione spaziale grazie alla missione lunare “Artemis”, la Luna è sempre più al centro di fake news. C’è chi crede che lo sbarco dell’uomo sulla Luna non sia mai avvenuto, chi pensa che la Luna abbia effetti sulle nascite dei bambini o sulla crescita delle piante e dei capelli e tanto altro. La collaborazione tra la UAI e il CICAP, in occasione dell’iniziativa “Stregati dalla Luna”, mira proprio a mettere in guardia tutti sulle principali bufale astronomiche e a gettare le basi per una corretta informazione scientifica. Per l’iniziativa “Stregati dalla Luna” scendono in campo le delegazioni e associazioni dell’UAI e il CICAP. Dal 7 al 20 settembre 2024 sono in programma ben sedici eventi lungo tutto lo stivale dedicati alla fascinosa Luna. Negli eventi ci sarà ampio spazio per conferenze dedicate alla scoperta dei segreti della Luna e all’illustrazione e all’analisi critica di leggende metropolitane a essa collegate, a cura di esperti del settore astronomico; per spettacoli sotto la cupola del planetario – formidabile strumento di simulazione del cielo – per vivere un’esperienza di full immersion nel mondo dell’astronomia, e naturalmente per le osservazioni all’oculare del telescopio per cogliere tutti i dettagli del nostro satellite naturale.  In particolare, l’iniziativa “Stregati dalla Luna” – appuntamento irrinunciabile per tutti i curiosi e gli appassionati di astri – vede il coinvolgimento dell’Associazione Astronomica Umbra, del Parco astronomico “La Torre del Sole”, del Gruppo Astrofili Rozzano, dell’Associazione Astrofili Bisalta, dell’Associazione Tuscolana di Astronomia “Livio Gratton”, dell’Associazione Astrofili Vittorio Veneto, del Gruppo Astrofili Deep Space, del Gruppo Astrofili William Herschel, del Centro Ibleo Studi Astronomici “Pleiades”, dell’Associazione Ravennate Astrofili Rheyta, del Gruppo Astrofili Montelupo Fiorentino, dell’Associazione Astrofili “Alpha Gemini”, dell’Associazione Astrofili Valdinievole “A. Pieri”, del Gruppo Astrofili Beneventani e dell’Organizzazione Ricerche e Studi di Astronomia.  Tra gli esperti coinvolti negli appuntamenti scientifici dedicati alla Luna, in qualità di relatori delle conferenze, la ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Sara Cutini, l’ingegnere Luca Boschini, socio del CICAP ed esperto di strumentazione elettronica applicata all’astronomia, il Direttore del Parco astronomico “La Torre del Sole” Davide Dal Prato, l’ingegnere e vicepresidente del CICAP Andrea Ferrero, il fisico Luigi Fontana, il fisico dell’Agenzia Spaziale Italiana Ettore Perozzi, il matematico e informatico Luca Antonelli, il giornalista e autore del blog “Il Disinformatico” Paolo Attivissimo, il ricercatore dell’Osservatorio Astrofisico di Torino – Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) Alberto Vecchiato, l’astrofotografa Marcella Giulia Pace, il responsabile della Commissione “Ricerca” dell’UAI Salvo Pluchino, l’astrofisico e direttore del Planetario de L’Unione Sarda Manuel Floris, la storica della scienza Maria Giulia Andretta, l’astronomo dell’Osservatorio Astrofisico di Arcetri – INAF Gianni Comoretto, l’astronoma e direttrice di Coelum Molisella Lattanzi, il filosofo Filippo Onoranti, il Professore di Elettronica dell’Università di Pisa e astrofilo Massimo Macucci, il Professore di Astronomia e Astrofisica dell’Università “Federico II” di Napoli Giovanni Covone.  A ospitare gli eventi dell’iniziativa “Stregati dalla Luna” saranno le città di Magione (PG), Brembate di Sopra (BG), Cuneo, Rozzano (MI), Rocca di Papa (RM), Vittorio Veneto (TV), Lecco (LC), Torino, Ragusa, Cagliari, Ravenna, Montelupo Fiorentino (FI), Castellano (FM), Monsummano Terme (PT), San Giorgio del Sannio (BN) e Ventimiglia di Sicilia (PA).  “Il fascino ancestrale dell’astronomia e, in particolare, della Luna è spesso l’elemento che fa avvicinare molti di noi alla scienza, come semplici curiosi, come appassionati, come ricercatori. D’altro canto, la dimensione scientifica, con la curiosità e il pensiero critico che la caratterizzano, è un elemento essenziale della cultura umana in generale. Ci è sembrato quindi naturale unire le forze con il CICAP per promuovere l’astronomia, la scienza e il pensiero critico partendo dalla nostra vicina di casa: la Luna”, afferma il Presidente dell’UAI Luca Orrù. “Le leggende metropolitane e le teorie del complotto relative alla Luna da sempre danno molto lavoro al CICAP. Con questa iniziativa cercheremo di fare chiarezza su alcuni dei falsi miti che la riguardano, con l’aiuto dei nostri esperti, e approfitteremo dell’occasione per raccontare che cosa dice davvero sull’argomento la ricerca scientifica. Insomma, terremo lo sguardo rivolto al cielo ma i piedi ben saldi a terra e il nostro obiettivo come sempre sarà quello di promuovere la curiosità, lo spirito critico e la mentalità scientifica”, dichiara il Vicepresidente del CICAP Andrea Ferrero. Coelum Astronomia è Media partner dell’iniziativa “Stregati dalla Luna”. 

Programma delle iniziative

7 settembre: Magione (PG)

Dalla Terra alla Luna La ricercatrice Sara Cutini ci accompagnerà in un viaggio affascinante alla scoperta dei tanti volti della Luna. Dallo sbarco dell’uomo alle tante credenze che le ruotano attorno potremo anche noi partire alla volta di questo meraviglioso satellite. L’evento vuol essere un invito a dotarsi di spirito critico per non svegliarsi più con la Luna storta e avvicinarsi alla sua conoscenza con razionalità. Modererà Raffaele Silvani, Fisico della Materia e ricercatore presso il Dipartimento di Fisica e Geologia dell’università degli studi di Perugia. Ti aspettiamo il 7 settembre 2024 dalle 16.00 presso il Museo della Pesca del Lago Trasimeno (Lungolago Della Pace e Del Lavoro 20, San Feliciano, Magione -PG-) per attività nel planetario e osservazione del sole. Dalle 18.00 conferenza con Sara Cutini, seguita per chi vuole da un apericena in attesa delle osservazioni della Luna e del cielo notturno Si consiglia l’iscrizione al seguente link: https://bit.ly/SDLMagione Si ringrazia il Comune di Magione, Terre del Perugino Trasimeno Musei, L’orologio BU Sistema Museo, Proloco San Feliciano e Lega Navale Italiana sezione Trasimeno.

11 settembre

Brembate di Sopra (BG)

La Luna tra scienza e credenze La Luna, cosa sappiamo del nostro satellite naturale? Come si è formata ed evoluta, secondo le più moderne conoscenze astronomiche e le più recenti missioni scientifiche, la compagna che rischiara le nostre notti? Ed è proprio vero che fu visitata dagli astronauti americani mezzo secolo fa o fu una ricostruzione girata in studio a Hollywood? Perché non ci siamo più tornati da allora e quando ci torneremo? Davide Dal Prato e Luca Boschini ci aiuteranno a rispondere a queste e ad altre domande. Seguirà l’osservazione del cielo notturno a cura dell’associazione astrofila La Torre del Sole. Ti aspettiamo l’11 settembre 2024 alle ore 20.30 presso il Parco Astronomico “La Torre Del Sole” – Via Caduti sul Lavoro 2 (ang. Via B. Locatelli) – 24030 Brembate di Sopra (BG) Partecipazione gratuita senza prenotazione.

12 settembre

Rozzano (MI)

“Complotti e credenze… al chiaro di Luna”  Sulla Luna non ci siamo mai stati, lo sbarco è un falso girato da Kubrick. Con la Luna piena nascono più bambini. La super Luna provoca i terremoti. La Luna influenza l’imbottigliamento del vino. Oppure no? In questa chiacchierata con Luigi Fontana esamineremo queste ed altre “”dicerie”” legate al nostro satellite, e scopriremo alcuni strumenti da inserire nella nostra cassetta degli attrezzi per orientarci tra miti e leggende. A seguire si terrà l’osservazione del cielo in collaborazione con il Gruppo Astrofili Rozzano. Ti aspettiamo il 12 settembre 2024 alle ore 21.00 presso il Civico Osservatorio Astronomico di Rozzano – via Palmiro Togliatti 105, Rozzano, Milano Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria ai link: https://bit.ly/CICAP-UAI-Rozzano oppure https://www.eventbrite.it/e/biglietti-conferenza-complotti-e-credenze-al-chiaro-di-luna-933239724137 “

13 settembre

Rocca di Papa (RM)

“Cosa hanno in comune la luna e la musica? Non possiamo dirtelo subito ma ti aspettiamo al “Rock Around the Moon” per una serata indimenticabile dove sarai tu il protagonista! In questo evento, il pubblico avrà un ruolo fondamentale e sarai tu a scegliere le canzoni che accompagneranno la nostra esplorazione della Luna insieme al fisico dell’Agenzia Spaziale Italiana Ettore Perozzi. Ogni brano selezionato guiderà una discussione su affascinanti temi astronomici legati al nostro satellite naturale. Ma non finisce qui! Infatti, potrai alzare lo sguardo al cielo per osservazioni dirette della Luna e delle stelle, accompagnato da esperti che ti sveleranno i “misteri” dell’universo. Non perdere l’occasione di vivere la magia della musica e dell’astronomia in un evento dove le tue scelte faranno brillare la notte! Ti aspettiamo il 13 settembre a partire dalle ore 20.00 presso il Parco Astronomico “Livio Gratton”, via Lazio 14 località Domatore, Rocca di Papa (RM) Ingresso: gratuito con prenotazione. Turno A (20,00): https://bit.ly/SDLLazioTurnoA Turno B (21.00): https://bit.ly/SDLLazioTurnoB

Vittorio Veneto (TV)

Le tante facce della Luna La Luna accompagna da sempre le vicende umane, e gli uomini si sono convinti che questa compagnia non possa essere casuale, associando alle fasi lunari i fenomeni più svariati, dalle nascite alla crescita dei capelli, alle operazioni da effettuare nell’orto. Queste presunte correlazioni sono state oggetto di studi scientifici, ma possiamo veramente dire di aver trovato qualcosa? Ne parleremo con Luca Antonelli. A seguire ci sarà l’osservazione del cielo con i telescopi messi a disposizione dall’Associazione Astrofili Vittorio Veneto.  Vi aspettiamo il 13 settembre 2024 alle ore 20.45 presso l’Area Parco Fenderl, via San Gottardo 91, Vittorio Veneto.  Partecipazione libera.

Lecco (LC)

“Balle spaziali” C’è chi dice che lo sbarco sulla Luna fu simulato in uno studio a Hollywood, che i russi hanno nascosto la morte di tanti cosmonauti, che un asteroide ci colpirà nel 2036 e che la NASA nasconde le prove degli extraterrestri che sono su Marte e sulla nostra Terra. L’esplorazione spaziale ha generato miti e leggende che è necessario smontare per poter scoprire il fascino e i drammi delle avventure reali, spesso più incredibili di qualunque leggenda. Paolo Attivissimo, giornalista scientifico, autore del libro “Luna? Sì, ci siamo andati!” e del documentario spaziale “Moonscape”, mette da parte scientificamente i miti e ci porta nello spazio vero insieme ai pionieri del cosmo. Seguirà l’osservazione del cielo notturno a cura del Gruppo Astrofili Deep Space. Ti aspettiamo il 13 settembre 2024 alle ore 21.00 presso il Planetario Città di Lecco – C.so Matteotti, 32 – 23900 Lecco (LC) La partecipazione all’evento è gratuita con prenotazione obbligatoria. Prenota qui: https://bit.ly/CICAP-UAI-Lecco oppure https://forms.gle/hMd5GW8dFPrWpsVq9 

Torino

“Un mondo lunatico! Le bufale lunari non sono affatto un fenomeno nuovo e, anzi, nel passato siamo riusciti a fare molto di meglio! Un cambiamento, però, c’è stato, perché le bufale ora sono improntate ad un senso di sfiducia e di pessimismo. Alcune idee invece sono rimaste le stesse nel tempo, come per esempio la supposta influenza della Luna sulle nascite e sull’agricoltura. Ma è tutto veramente una bufala? E anche se lo fosse, come mai hanno così successo? Lo scopriremo insieme ad Alberto Vecchiato, Primo Ricercatore dell’Osservatorio Astrofisico di Torino. Ti aspettiamo il 13 settembre 2024 alle ore 21.00 presso il Mausoleo della Bela Rosin – Str. Castello di Mirafiori, 148/7, Torino. Ingresso libero e gratuito. A seguire osservazioni del cielo notturno a cura del Gruppo Astrofili William Herschel

14 settembre

Ragusa Ibla

“Luna e l’altra: verità e false congetture sul nostro satellite”  Con Marcella Giulia Pace e Salvo Pluchino esploreremo i misteri del nostro satellite naturale, svelando curiosità scientifiche e sfatando le più comuni leggende metropolitane e fake news. Attraverso un intreccio di divulgazione e rigore scientifico, impareremo a distinguere i fatti dalle falsità, rendendo omaggio alla bellezza e complessità della Luna. A seguire osservazione con i telescopi a cura del CISA di Ragusa. Ti aspettiamo il 14 settembre 2024 alle ore 18.30 presso l’Antico Convento (Giardini Iblei), viale Margherita 41, Ragusa Ibla Per assistere alla conferenza è necessaria la prenotazione al seguente link: https://www.centroibleostudiastronomici.it/pages/contact/

Cagliari

Stregati dalla Luna La Luna, da sempre musa ispiratrice di poeti e narratori, suggerisce però anche bufale e complotti. Il Planetario di Cagliari, con il patrocinio del CICAP e della UAI, organizza una conferenza sulla Luna e sulle bufale che nascono intorno ad essa. L’astrofisico Manuel Floris ci parlerà della teoria del complotto secondo cui lo sbarco sulla Luna non sarebbe mai avvenuto. Alla conferenza seguirà il momento di osservazione della Luna attraverso il telescopio del Planetario.  Ti aspettiamo il 14 settembre 2024, alle ore 20.00 presso il Planetario de L’Unione Sarda (Piazza L’Unione Sarda) a Cagliari.  La partecipazione all’evento prevede un costo di 6,50€ Per ulteriori informazioni e prenotazioni chiamare al numero 0706013552

Cuneo

“Dalla Terra alla Luna – Le leggende metropolitane sull’esplorazione del nostro satellite” La Luna è da sempre oggetto di superstizioni e credenze popolari, ma con lo sviluppo dell’era spaziale è finita al centro anche di una serie di leggende metropolitane e teorie del complotto, da quella più famosa che vede nello sbarco sulla Luna del 1969 una messinscena ordita dalla NASA, a quella meno nota che al contrario riferisce di varie missioni lunari segrete alla caccia di manufatti alieni. In questo incontro con Andrea Ferrero esamineremo alcune di queste leggende con l’obiettivo di fare chiarezza in merito e di capire che cosa ci riserva davvero in futuro l’esplorazione del nostro satellite.  Ti aspettiamo il 14 settembre 2024 alle ore 20.30 presso il Liceo Scientifico Peano, Corso Giolitti 11, Cuneo. A seguire osservazione della Luna al telescopio presso la specola del Liceo. Ingresso libero e gratuito.

Ravenna

Per secoli l’umanità ha sognato di raggiungere la Luna aiutandosi, in primis con la fantasia, e poi con cannocchiali e telescopi per poterla osservare più da vicino. Tuttavia, a qualche anno dalla sua conquista, si iniziano ad avere dubbi sulle imprese spaziali, risultato di una serie di incertezze che intrecciano cronaca, cinema e immaginario sci-fi.  Se vuoi scoprire come sono avvenute le prime osservazioni del nostro satellite, come ha avuto origine la prima bufala scientifica, come e quali sono stati i presupposti dello sbarco dell’uomo sulla Luna ti aspettiamo sabato 14 settembre 2024, alle ore 21:00, presso il Planetario di Ravenna, Viale Santi Baldini 4/a. Dalle ore 22.00 osservazione del cielo al telescopio a cura della delegazione UAI Associazione Ravennate Astrofili Rheyta (ARAR). Ingresso libero Programma della serata Introduzione e saluti istituzionali  “Breve storia delle osservazioni lunari” a cura di Paolo Morini (ARAR-UAI)   “Le origini del complotto più costoso della storia dell’uomo” a cura di Maria Giulia Andretta (CICAP) Sessione con domande del pubblico  Ore 22: – Osservazione guidata della Luna al telescopio. In caso di condizioni meteo avverse sarà proiettato e commentato il cortometraggio “”Le Voyage dans la Lune”” di Georges Méliès (1902)

Montelupo Fiorentino (FI)

“La Luna storta” Alla Luna da sempre sono attribuiti effetti su moltissimi aspetti della nostra vita: nascite, umore, crescita degli ortaggi, vino, terremoti…ma cosa c’è di vero? Esistono meccanismi plausibili per cui la Luna potrebbe avere questi effetti? Qualcuno ha provato a controllare, ad esempio, se nascono più bambini, se il vino viene migliore, se ci sono più ricoveri in psichiatria con la Luna in determinate fasi? In realtà sì, anche se si tratta di un terreno talmente sconfinato che si può solo grattarne la superficie. Vedremo insieme all’astronomo Gianni Comoretto quello che si sa, gli effetti reali, e quello che magari ci piacerebbe continuare a credere. Al termine della conferenza, negli spazi antistanti l’osservatorio, si terrà l’osservazione lunare in collaborazione con il Gruppo Astrofili Montelupo Fiorentino. Ti aspettiamo il 14 settembre 2024, alle ore 21.00, presso l’Osservatorio astronomico “Beppe Forti” Via di San Vito, SNC, 50056 – Montelupo F.no (FI) Ingresso libero.

Castellano (FM)

“Tutta la verità sulla Luna”  Prima Parte. I miti e le leggende legate alla Luna. Perché, nonostante la vicinanza che ne favorisce uno studio approfondito, circolano ancora false credenze sull’astro argentato che dall’inizio dei tempi ci accompagna?  Seconda parte. Alla scienza serve la filosofia? E se sì, perché? La risposta è più scandalosa di quanto non si possa immaginare: alla scienza serve la filosofia poiché “la scienza” si occupa di ciò che possiamo conoscere, e questo tocca da vicino il vero ed il falso. La filosofia ha scoperto, o anche soltanto compreso, che la verità è in se stessa una china scivolosa, e che per ragionare occorre metterla fra parentesi e circoscriverla. La filosofia ha per così dire imparato nei secoli a sognare una Verità, maiuscola e assoluta, ma ad agire nel mondo dei fenomeni traducendola in verità locali; alla cui natura minuscola non segue alcun depotenziamento ma che anzi proprio da ciò trae la sua esistenza.  Il dialogo che Molisella Lattanzi e Filippo Onoranti intrecceranno avrà l’ambizione di individuare i nodi determinati di quanto accennato e di farne oggetto della più libera e insieme rigorosa disamina. Contestualmente alla conferenza ci sarà l’opportunità di fare delle osservazioni della Luna a cura dell’Associazione Astrofili Alpha Gemini.  Ti aspettiamo il 14 settembre 2024 alle ore 21:00 presso l’Osservatorio astronomico elpidiense, Via Pier Paolo Pasolini, 63811 Castellano (FM)  Ingresso libero.

Monsummano Terme (PT)

“Realtà e fantasie sulla Luna” Cosa sappiamo davvero sulla Luna e sui suoi effetti? Cercheremo di scoprirlo insieme a Massimo Macucci. Dopo una breve introduzione sulla Luna, sulla morfologia della sua superficie, sul suo moto orbitale e sulle maree, passeremo a discutere le teorie del complotto che intenderebbero negare la realtà delle missioni NASA sulla Luna ed esamineremo le ragioni per cui tali teorie sono prive di fondamento. Successivamente prenderemo in esame un’altra credenza abbastanza diffusa: i presunti effetti negativi della cosiddetta “”superluna””, vale a dire del plenilunio che si verifica quando la Luna è in prossimità del perigeo, per cui appare un po’ più grande, e vedremo quale sia la vera entità delle differenze rispetto a una qualunque altra condizione di plenilunio. Concluderemo poi parlando delle molto diffuse convinzioni sull’effetto che le fasi lunari avrebbero sulla semina e su un’altra serie di attività umane, esaminando quali sono le conclusioni degli studi scientifici al riguardo. Al termine della conferenza ci sposteremo insieme a Parco Orzali (di fronte al parcheggio della Coop), a circa 10 minuti a piedi, per le osservazioni della Luna a cura dell’Associazione Astrofili Valdinievole A. Pieri Ti aspettiamo il 14 settembre alle ore 21.00 presso la Biblioteca comunale Giuseppe Giusti, Piazza Martini 10, Monsummano Terme (PT) Ingresso libero

San Giorgio del Sannio (BN)

“Stregati dalla Luna”  La Luna è nata da un catastrofico evento fortuito, miliardi di anni fa, eppure ha avuto un ruolo fondamentale nell’evoluzione della vita, nella stabilità dell’asse di rotazione terrestre e oggi nell’esplorazione umana del cosmo. Con Giovanni Covone parleremo del nostro rapporto con la Luna, delle scoperte e avventure spaziali da Parmenide alla missione Artemide, dei misteri che ancora nasconde, e anche delle bufale che (paradossalmente) nella nostra era confusa si accompagnano sempre ai progressi della scienza. Seguirà l’osservazione della Luna a cura del Gruppo Astrofili Beneventani Ti aspettiamo il 14 settembre 2024 alle ore 21.00 presso il FatBoy Pub, via Fontananaisi 21, San Giorgio del Sannio (BN). Ingresso libero.

20 settembre

Ventimiglia di Sicilia (PA)

“Luna e stelle tra miti e leggende” Siamo stati davvero sulla Luna? Oppure è tutta una finzione architettata da registi visionari? Se l’allunaggio c’è stato davvero allora perché non ci siamo più tornati? Cercheremo le risposte a queste e ad altre domande insieme a Luca Boschini. Dopo la conferenza seguiranno osservazioni da diversi telescopi dislocati nel piazzale e da quello nella cupola dell’Osservatorio. I Divulgatori dell’associazione ORSA ci mostreranno la Luna e le costellazioni visibili raccontando i miti ad esse collegati.  Ti aspettiamo il 20 settembre 2024 alle ore 21.00 presso l’Osservatorio Astronomico Giorgio Puglia, via dell’Orto 7, Ventimiglia di Sicilia (PA) Per info e iscrizioni: orsapalermo1984@gmail.com

UNIONE ASTROFILI ITALIANI

L’Unione Astrofili Italiani (UAI) è l’Associazione nazionale che riunisce tutti coloro che amano il cielo, dal 1967 un punto di riferimento culturale, organizzativo e motivazionale per tutti gli astrofili. L’UAI conta tra le sue fila oltre 60 Delegazioni e relativi Osservatori astronomici e Planetari pubblici diffusi su tutto il territorio nazionale, in prima linea nella promozione e diffusione della cultura scientifica. Le attività portate avanti da oltre 50 anni dalla UAI ricadono in diversi ambiti: della didattica, della formazione, della divulgazione e della ricerca amatoriale in campo astronomico e della lotta all’inquinamento luminoso. L’attività culturale prodotta dalla UAI aiuta la comunità scientifica nazionale e internazionale ed è da questa valutata come un significativo contributo all’avanzamento delle conoscenze e alla diffusione dell’astronomia.  Per seguire la UAI www.uai.it 

COMITATO ITALIANO PER IL CONTROLLO DELLE AFFERMAZIONI SULLE PSEUDOSCIENZE

Il CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze) è un’associazione di promozione sociale, scientifica ed educativa, che promuove un’indagine scientifica e critica nei confronti delle pseudoscienze, del paranormale, dei misteri e dell’insolito con l’obiettivo di diffondere il metodo scientifico e lo spirito critico. Il CICAP nasce nel 1989 per iniziativa di Piero Angela e di un gruppo di scienziati, intellettuali e appassionati, ed è oggi presieduto dal professor Lorenzo Montali. Il CICAP svolge un’attività costante di formazione e divulgazione, con appuntamenti, incontri, convegni e corsi di formazione. Per seguire il CICAP www.cicap.org Facebook @cicap.org | Instagram @cicap_it | X @cicap |Telegram @cicap

Il Cielo del Mese

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IL CIELO DEL MESE DI SETTEMBRE 2024

Mappa del cielo alle ore (TMEC): 01 Set > 23:00   15 Set > 22:00  31 Set > 21:00

COSTELLAZIONI NEL CIELO DEL MESE DI SETTEMBRE 2024

Settembre: l’estate che sfuma nell’autunno, il giorno che indietreggia a favor della notte e il cielo che palpita di astri, miti e leggende.

Dopo le grandi costellazioni protagoniste dell’estate boreale, il cielo di settembre ci offre una rosa di asterismi interessanti, anche se meno appariscenti: il punto sulle costellazioni di Acquario, Pesce Australe e Delfino.

Tutte le descrizioni sono in Le Costellazioni del mese di Settembre a cura di @teresamolinaro

I principali eventi di Settembre 2024 (pubblicati nell’Almanacco 2024)

Data Ora Cosa Come
02/09/2024 04:05 Congiunzione Luna-Regolo
03/09/2024 03:55 Luna Nuova
05/09/2024 02:58 Mercurio Nodo Ascendente
05/09/2024 07:42 Luna Nodo Discendente
05/09/2024 12:13 Congiunzione Luna-Venere
05/09/2024 16:54 Luna Apogeo
06/09/2024 05:49 Marte Nodo Ascendente
06/09/2024 19:03 Congiunzione Luna-Spica
08/09/2024 05:54 Saturno Opposizione
09/09/2024 08:48 Congiunzione Mercurio-Regolo
09/09/2024 17:06 Mercurio Perielio
10/09/2024 15:08 Congiunzione Luna-Antares
11/09/2024 08:05 Luna Primo Quarto
17/09/2024 12:20 Congiunzione Luna-Saturno
18/09/2024 04:34 Luna Piena
18/09/2024 04:44 Eclisse Lunare
18/09/2024 15:26 Luna Perigeo
18/09/2024 21:50 Luna Nodo Ascendente
21/09/2024 00:42 Nettuno Opposizione
22/09/2024 12:52 Congiunzione Luna-Pleiadi
22/09/2024 14:43 Equinozio Autunno
24/09/2024 01:21 Congiunzione Luna-Giove
24/09/2024 20:49 Luna Ultimo Quarto
25/09/2024 13:51 Congiunzione Luna-Marte
25/09/2024 20:22 Venere Nodo Discendente
29/09/2024 09:55 Congiunzione Luna-Regolo
30/09/2024 22:59 Mercurio Congiunzione Sup.
 
 
Tutte le effemeridi del mese di Settembre 2024 sono disponibili in file csv
 
Clicca sul banner per accedere alle Effemeridi di Agosto 2024

 

Tempo Settembre 2024

Roma (Italy) 12:30:00E 41:53:00N UTC+2.0

giorno Gior. Anno  Gior. Giuliano Eq del Tempo Iniz. Crep. Astr. Iniz. Crep. Naut. Iniz. Crep. Civ. Fine Crep. Civ. Fine Crep. Naut. Fine Crep. Astr.
1 245 2460554.5 0.0 04:57 05:33 06:07 20:11 20:45 21:22
2 246 2460555.5 0.3 04:59 05:35 06:08 20:10 20:44 21:20
3 247 2460556.5 0.6 05:00 05:36 06:09 20:08 20:42 21:18
4 248 2460557.5 0.9 05:01 05:37 06:10 20:06 20:40 21:15
5 249 2460558.5 1.3 05:03 05:38 06:12 20:04 20:38 21:13
6 250 2460559.5 1.6 05:04 05:39 06:13 20:03 20:36 21:11
7 251 2460560.5 2.0 05:05 05:40 06:14 20:01 20:34 21:09
8 252 2460561.5 2.3 05:07 05:42 06:15 19:59 20:32 21:07
9 253 2460562.5 2.6 05:08 05:43 06:16 19:58 20:31 21:05
10 254 2460563.5 3.0 05:09 05:44 06:17 19:56 20:29 21:03
11 255 2460564.5 3.3 05:11 05:45 06:18 19:54 20:27 21:01
12 256 2460565.5 3.7 05:12 05:46 06:19 19:52 20:25 20:59
13 257 2460566.5 4.1 05:13 05:47 06:20 19:51 20:23 20:57
14 258 2460567.5 4.4 05:14 05:48 06:21 19:49 20:21 20:55
15 259 2460568.5 4.8 05:16 05:50 06:22 19:47 20:19 20:53
16 260 2460569.5 5.1 05:17 05:51 06:23 19:45 20:18 20:52
17 261 2460570.5 5.5 05:18 05:52 06:24 19:44 20:16 20:50
18 262 2460571.5 5.8 05:19 05:53 06:25 19:42 20:14 20:48
19 263 2460572.5 6.2 05:21 05:54 06:26 19:40 20:12 20:46
20 264 2460573.5 6.6 05:22 05:55 06:27 19:38 20:10 20:44
21 265 2460574.5 6.9 05:23 05:56 06:29 19:36 20:09 20:42
22 266 2460575.5 7.3 05:24 05:57 06:30 19:35 20:07 20:40
23 267 2460576.5 7.6 05:25 05:58 06:31 19:33 20:05 20:38
24 268 2460577.5 8.0 05:27 05:59 06:32 19:31 20:03 20:36
25 269 2460578.5 8.3 05:28 06:01 06:33 19:29 20:02 20:34
26 270 2460579.5 8.7 05:29 06:02 06:34 19:28 20:00 20:32
27 271 2460580.5 9.0 05:30 06:03 06:35 19:26 19:58 20:31
28 272 2460581.5 9.3 05:31 06:04 06:36 19:24 19:56 20:29
29 273 2460582.5 9.7 05:32 06:05 06:37 19:22 19:55 20:27
30 274 2460583.5 10.0 05:34 06:06 06:38 19:21 19:53 20:25

 

giorno  Sorge Transita Tramonta Giorno Notte
1 06:36 13:10 19:43 13:07:23 10:52:37
2 06:37 13:10 19:42 13:04:41 10:55:19
3 06:38 13:10 19:40 13:01:58 10:58:02
4 06:39 13:09 19:38 12:59:14 11:00:46
5 06:40 13:09 19:36 12:56:30 11:03:30
6 06:41 13:09 19:35 12:53:46 11:06:14
7 06:42 13:08 19:33 12:51:01 11:08:59
8 06:43 13:08 19:31 12:48:15 11:11:45
9 06:44 13:07 19:30 12:45:29 11:14:31
10 06:45 13:07 19:28 12:42:43 11:17:17
11 06:46 13:07 19:26 12:39:56 11:20:04
12 06:47 13:06 19:24 12:37:09 11:22:51
13 06:48 13:06 19:23 12:34:22 11:25:38
14 06:49 13:06 19:21 12:31:34 11:28:26
15 06:50 13:05 19:19 12:28:46 11:31:14
16 06:51 13:05 19:17 12:25:58 11:34:02
17 06:52 13:05 19:16 12:23:09 11:36:51
18 06:53 13:04 19:14 12:20:21 11:39:39
19 06:55 13:04 19:12 12:17:32 11:42:28
20 06:56 13:04 19:10 12:14:43 11:45:17
21 06:57 13:03 19:09 12:11:54 11:48:06
22 06:58 13:03 19:07 12:09:05 11:50:55
23 06:59 13:03 19:05 12:06:15 11:53:45
24 07:00 13:02 19:03 12:03:26 11:56:34
25 07:01 13:02 19:01 12:00:37 11:59:23
26 07:02 13:01 19:00 11:57:47 12:02:13
27 07:03 13:01 18:58 11:54:58 12:05:02
28 07:04 13:01 18:56 11:52:09 12:07:51
29 07:05 13:00 18:54 11:49:19 12:10:41
30 07:06 13:00 18:53 11:46:30 12:13:30

I Pianeti di Settembre

Mercurio

01/09 Sorge: h 05:12 Tramonta: h18:54
30/09 Sorge: h 07:03 Tramonta: h 18:57

Siamo già a Settembre quando Mercurio si sarà allontanato sia da Venere che dalla Luna e il giorno 5 sarà transiterà per il Nodo Ascendente. Per la prima metà del mese si troverà quasi sempre nei pressi di Regolo, stella alfa del Leone, che raggiungerà il 9 a soli 0.5°N, poco dopo lo stesso Mercurio sarà al Perielio a soli 0.30749 Unità Astronomiche dal Sole. Ricordiamo infatti che Mercurio si troverà per tutto il mese di settembre alla destra del Sole, in direzione Ovest, e solo il 30 sarà in Congiunzione Superiore. Difficile quindi azzardare delle riprese. Volendo evitare la Luce del Sole accecante. Si potrebbe tentare una ripresa all’alba verso Est ma meglio a inizio mese per godere della massima elongazione possibile.

Venere

01/09 Sorge: h 08:38 Tramonta: h 20:41
30/09 Sorge: h 09:48 Tramonta: h 20:06

Venere ancora visibile nella luce del tramonto apparirà un po’ più basso rispetto al mese precedente, per ammirarlo bisognerà avere l’orizzonte libero ad Ovest. Segnaliamo due passaggi interessanti, uno nei press di Spica nella Costellazione della Vergine il giorno 17, l’altro ad inizio mese con la Luna il giorno 05. Congiunzione interessante da riprendere con una distanza minima di 1.2° S. Il giorno 22 Venere transiterà al Nodo Discendente.

Marte

01/09 Sorge: h 00:43 Tramonta: h 15:51
30/09 Sorge: h 00:02 Tramonta: h 15:08

Marte inizia il mese passando per il Nodo Ascendente. Sempre visibile nella seconda parte della notte si sta via via allontanando da Giove e trascorrerà quasi tutto il mese in solitaria avvicinato solo dalla Luna il giorno 25 e da Polluce dei Gemelli, sarà necessario attendere Ottobre però per ammirare una bella congiunzione con quest’ultima.

Giove

01/09 Sorge: h 00:10 Tramonta: h 15:08
30/09 Sorge: h 22:21 Tramonta: h 13:24

Giove ancora favorevole all’osservazione nella seconda parte della notte in direzione Est. Allontanandosi per tutti e 30 i giorni da Aldebaran e Marte, continuerà a stare nella Costellazione del Toro ma proprio al suo limite, quasi al crocicchio fra le 4 costellazioni dei Gemelli, Orione, Auriga e Toro appunto. Sarà avvicinato dalla Luna all’ultimo quarto il 24. Meglio sfruttare un cielo senza Luna per tentare di riprendere almeno i 4 satelliti galileiani.

Saturno

01/09 Sorge: h 20:02 Tramonta: h 07:17
30/09 Sorge: h 18:03 Tramonta: h 05:12

Evento invece per Saturno in opposizione, è facile che l’8 ed anche nei giorni precedenti ciò causi un certo rumore. Lontano da dicerie e presagi, l’opposizione rappresenta un buon momento per degli scatti di ottima qualità. Segnaliamo il giorno 17 una bella congiunzione stretta con la Luna molto luminosa quasi piena.

Urano

01/09 Sorge: h 22:47 set: h 13:22
30/09 Sorge: h 20:52 set: h 11:27

Povero Urano la nostra mascotte tutta sola nei cieli notturni appostata nei pressi ancora delle Pleiadi. Nessuna novità rilevante rispetto al mese precedente.

Nettuno

01/09 Sorge: h 20:25 set: h 08:22
30/09 Sorge: h 18:30 set: h 06:24

Anche di Nettuno sentiremo stranamente parlare intorno al giorno 18 perché anch’esso in opposizione, per altro nella stessa sera in cui, se fosse visibile, potremmo ammirare un’ottima congiunzione con la Luna.

 

LUNA

Chiuso il mese di Agosto con una falce sempre più sottile, Settembre esordisce con la Luna Nuova che si avrà alle ore 03:56 del 03 Settembre con la contestuale ripartenza di un ulteriore ciclo lunare.

Tutto nella rubrica Luna di Settembre 2024 a cura di Francesco Badalotti

COMETE

Per le Comete del Mese di Settembre C/2023 A3 TSUCHINSHAN-ATLAS e 13P/OLBERS in allontanamento.

Per approfondire: le comete di Settembre 2024 a cura di @claudiopra

ASTEROIDI

A Settembre potremo seguire gli asteroidi (194) Prokne e (20) Massalia.

Trovi tutto qui: Mondi in miniatura – Asteroidi, Settembre 2024 a cura di @mioxzy

TRANSITI NOTEVOLI ISS

La ISSStazione Spaziale Internazionale sarà rintracciabile nei nostri cieli sia ad orari mattutini che serali. Avremo molti transiti notevoli con magnitudini elevate durante il primo mese d’autunno, sperando come sempre in cieli sereni.

Non perdere la rubrica Transiti notevoli ISS per il mese di Settembre 2024 a cura di@stormchaser

SUPERNOVAE – AGGIORNAMENTI

Nella notte del 24 agosto, utilizzando il telescopio Ritchey Chretien da 400mm F.8, il team dell’Osservatorio di Monte Baldo, formato da Flavio Castellani, Vittorio Andreoli e Raffaele Belligoli è riuscito ad individuare un nuovo transiente di mag.+17,1 nella famosa galassia di Andromeda M31.

A cura di @fabio-briganti e Riccardo Mancini qui!

IL CIELO DEL MESE DI AGOSTO 2024

Mappa del cielo alle ore (TMEC): 01 Ago > 23:00   15 Ago > 22:00  31 Ago > 21:00

COSTELLAZIONI NEL CIELO DEL MESE DI AGOSTO 2024

Le sere di agosto sono pervase da storie di stelle e miti da scorgere sulla volta celeste, attraversata dalla bellezza della Via Lattea estiva. Proprio in questa regione di cielo possiamo contemplare le costellazioni più interessati dell’estate boreale, tra cui la Lira e il Cigno.

Tutte le descrizioni sono in Le Costellazioni del mese di Agosto a cura di @teresamolinaro

I principali eventi di Agosto 2024 (pubblicati nell’Almanacco 2024 distribuito in omaggio a tutti gli abbonati)

Data Ora Cosa Come
 
02/08/2024 17:18 Congiunzione Marte-Iadi
03/08/2024 01:36 Congiunzione Luna-Polluce
04/08/2024 02:04 Congiunzione Luna-Presepe
04/08/2024 13:12 Luna Nuova
05/08/2024 06:36 Mercurio Staz. Moto Retrogrado
05/08/2024 20:49 Congiunzione Marte-Aldebaran
05/08/2024 21:34 Congiunzione Luna-Regolo
06/08/2024 00:02 Congiunzione Luna-Venere
06/08/2024 17:14 Congiunzione Mercurio-Venere
09/08/2024 03:05 Luna Nodo Discendente
09/08/2024 03:31 Luna Apogeo
12/08/2024 13:25 Massimo Perseidi
12/08/2024 17:18 Luna Primo Quarto
14/08/2024 07:17 Congiunzione Luna-Antares
14/08/2024 18:49 Congiunzione Marte-Giove
19/08/2024 03:47 Mercurio Congiunzione Inf.
19/08/2024 20:25 Luna Piena
21/08/2024 05:01 Congiunzione Luna-Saturno
21/08/2024 07:04 Luna Perigeo
22/08/2024 00:20 Congiunzione Luna-Nettuno
22/08/2024 12:26 Luna Nodo Ascendente
26/08/2024 02:01 Congiunzione Luna-Urano
26/08/2024 05:30 Congiunzione Luna-Pleiadi
26/08/2024 11:25 Luna Ultimo Quarto
27/08/2024 14:45 Congiunzione Luna-Giove
28/08/2024 02:22 Congiunzione Luna-Marte
28/08/2024 23:09 Mercurio Staz. Moto Diretto
31/08/2024 08:10 Congiunzione Luna-Presepe
 
Tutte le effemeridi del mese di Agosto 2024 sono disponibili in file csv
 
Clicca sul banner per accedere alle Effemeridi di Agosto 2024

 

Tempo Agosto 2024

Roma (Italy) 12:30:00E 41:53:00N UTC+2.0

giorno Gior. Anno  Gior. Giuliano Eq del Tempo Iniz. Crep. Astr. Iniz. Crep. Naut. Iniz. Crep. Civ. Fine Crep. Civ. Fine Crep. Naut. Fine Crep. Astr.
1 214 2460523.5 -6.4 04:10 04:54 05:33 20:59 21:38 22:21
2 215 2460524.5 -6.3 04:11 04:55 05:34 20:58 21:37 22:19
3 216 2460525.5 -6.2 04:13 04:56 05:35 20:57 21:35 22:18
4 217 2460526.5 -6.1 04:15 04:57 05:36 20:55 21:34 22:16
5 218 2460527.5 -6.0 04:16 04:59 05:37 20:54 21:32 22:14
6 219 2460528.5 -5.9 04:18 05:00 05:38 20:53 21:31 22:12
7 220 2460529.5 -5.8 04:19 05:01 05:40 20:51 21:29 22:10
8 221 2460530.5 -5.7 04:21 05:03 05:41 20:50 21:28 22:08
9 222 2460531.5 -5.5 04:23 05:04 05:42 20:48 21:26 22:07
10 223 2460532.5 -5.4 04:24 05:05 05:43 20:47 21:25 22:05
11 224 2460533.5 -5.2 04:26 05:07 05:44 20:45 21:23 22:03
12 225 2460534.5 -5.1 04:27 05:08 05:45 20:44 21:21 22:01
13 226 2460535.5 -4.9 04:29 05:09 05:46 20:42 21:20 21:59
14 227 2460536.5 -4.7 04:30 05:11 05:47 20:41 21:18 21:57
15 228 2460537.5 -4.5 04:32 05:12 05:49 20:39 21:16 21:55
16 229 2460538.5 -4.3 04:34 05:13 05:50 20:38 21:14 21:53
17 230 2460539.5 -4.1 04:35 05:15 05:51 20:36 21:13 21:51
18 231 2460540.5 -3.9 04:37 05:16 05:52 20:35 21:11 21:50
19 232 2460541.5 -3.6 04:38 05:17 05:53 20:33 21:09 21:48
20 233 2460542.5 -3.4 04:40 05:18 05:54 20:31 21:07 21:46
21 234 2460543.5 -3.2 04:41 05:20 05:55 20:30 21:06 21:44
22 235 2460544.5 -2.9 04:43 05:21 05:56 20:28 21:04 21:42
23 236 2460545.5 -2.7 04:44 05:22 05:57 20:27 21:02 21:40
24 237 2460546.5 -2.4 04:46 05:24 05:59 20:25 21:00 21:38
25 238 2460547.5 -2.1 04:47 05:25 06:00 20:23 20:58 21:36
26 239 2460548.5 -1.8 04:49 05:26 06:01 20:22 20:57 21:34
27 240 2460549.5 -1.5 04:50 05:27 06:02 20:20 20:55 21:32
28 241 2460550.5 -1.2 04:52 05:28 06:03 20:18 20:53 21:30
29 242 2460551.5 -1.0 04:53 05:30 06:04 20:16 20:51 21:28
30 243 2460552.5 -0.6 04:54 05:31 06:05 20:15 20:49 21:26
31 244 2460553.5 -0.3 04:56 05:32 06:06 20:13 20:47 21:24
giorno  Sorge Transita Tramonta Giorno Notte
1 06:04 13:16 20:28 14:23:41 09:36:19
2 06:05 13:16 20:27 14:21:33 09:38:27
3 06:06 13:16 20:25 14:19:22 09:40:38
4 06:07 13:16 20:24 14:17:10 09:42:50
5 06:08 13:16 20:23 14:14:56 09:45:04
6 06:09 13:16 20:22 14:12:41 09:47:19
7 06:10 13:16 20:20 14:10:24 09:49:36
8 06:11 13:16 20:19 14:08:05 09:51:55
9 06:12 13:16 20:18 14:05:45 09:54:15
10 06:13 13:15 20:16 14:03:24 09:56:36
11 06:14 13:15 20:15 14:01:02 09:58:58
12 06:15 13:15 20:14 13:58:38 10:01:22
13 06:16 13:15 20:12 13:56:13 10:03:47
14 06:17 13:15 20:11 13:53:47 10:06:13
15 06:18 13:15 20:10 13:51:20 10:08:40
16 06:19 13:14 20:08 13:48:51 10:11:09
17 06:20 13:14 20:07 13:46:22 10:13:38
18 06:21 13:14 20:05 13:43:52 10:16:08
19 06:22 13:14 20:04 13:41:21 10:18:39
20 06:23 13:14 20:02 13:38:50 10:21:10
21 06:24 13:13 20:01 13:36:17 10:23:43
22 06:25 13:13 19:59 13:33:44 10:26:16
23 06:26 13:13 19:58 13:31:10 10:28:50
24 06:27 13:12 19:56 13:28:35 10:31:25
25 06:29 13:12 19:55 13:25:59 10:34:01
26 06:30 13:12 19:53 13:23:22 10:36:38
27 06:31 13:12 19:51 13:20:44 10:39:16
28 06:32 13:11 19:50 13:18:05 10:41:55
29 06:33 13:11 19:48 13:15:26 10:44:34
30 06:34 13:11 19:46 13:12:46 10:47:14
31 06:35 13:10 19:45 13:10:05 10:49:55

 

I Pianeti di Agosto

Mercurio

01/08 Sorge: h 08:16 Tramonta: h 21:14
31/08 Sorge: h 05:15 Tramonta: h 18:55

Mese ricco di appuntamenti per Mercurio. Si inizia il giorno 05 quando sarà Stazionario in Moto Retrogrado. Il 06 Agosto congiunzione nella luce del tardo pomeriggio con Venere a 5.9°. Con i consigli di Paolo Palma e Teresa Molinaro dedicati alle osservazioni e riprese in luce diurna, questa sarà l’occasione per sperimentare qualche nuova tecnica. Qualche giorno dopo, l’11 Mercurio si avvicinerà a Regolo ma nel momento più vicino, a 5.5°S entrambi saranno sotto l’orizzonte. Osservarli sarà decisamente impossibile. Il 14 Mercurio sarà in congiunzione inferiore con il Sole. Arriveremo al 28 in Moto Stazionario Diretto.

Venere

01/08 Sorge: h 07:24 Tramonta: h 21:17
31/08 Sorge: h 08:36 Tramonta: h 20:42

Il pianeta sarà visibile per tutto il mese di Agosto nella luce del tramonto in direzione ovest. Per individuarlo sarà sufficiente scorgere il primo astro più luminoso al calar del Sole non troppo alto sull’orizzonte. Venere infatti non si eleverà mai per più di 9-10 gradi. Fra le congiunzioni interessanti quella con Mercurio, già descritta nel paragrafo precedente, quindi il giorno 6, tuttavia nella sera precedente, il giorno 5 sarà propizia l’occasione per catturare insieme in un unico scatto in luce diurna Venere con Regolo a poco più di 1.1° N affiancati a destra (verso Nord) dalla Luna e infine a sinistra e non molto lontano (poco più di 5°) Mercurio in direzione Sud.

Marte

01/08 Sorge: h 01:30 Tramonta: h 16:17
31/08 Sorge: h 00:44 Tramonta: h 15:52

Situazione opposta per Marte rispetto a Venere osservabile per tutto il mese di Agosto ad Est dalla tarda notte, dopo la mezzanotte fimo all’alba. Posizionato nei dintorni del gigante gassoso Giove lo raggiungerà più o meno a metà mese con distanze strettissime, inferiori al grado. I giorni propizi sono ben tre 14, 15 e 16 anche se i primi sono quelli che mostreranno la congiunzione più stretta. All’inizio del mese volendo si potrà scegliere di puntare un bel triangolo quasi equilatero con ai vertici Giove, Marte e Aldebaran.

Giove

01/08 Sorge: h 01:55 Tramonta: h 16:48
31/08 Sorge: h 00:14 Tramonta: h 15:11

Giove e Marte compiranno nel mese di Agosto dei percorsi simili. Non è difficile infatti notare una certa corrispondenza fra gli orari del sorgere e del tramontare per entrambi. Per chi non avesse già scorso gli appuntamenti dedicati a Marte ricordiamo che i due saranno in congiunzione molto stretta nella tarda notte nei giorni 14 e 15 Agosto, il momento migliore per osservare sarà intorno alle tre del mattino quando gli astri saranno già abbastanza alti sull’orizzonte. Nessuna congiunzione stretta con la Luna che invece si terrà ad una distanza minima di circa 6° il giorno 27.

Saturno

01/08 Sorge: h 22:08 Tramonta: h 09:30
31/08 Sorge: h 20:06 Tramonta: h 07:22

Ecco finalmente un pianeta che potremo puntare per tutta l’estate senza alcuna difficoltà. Sorgendo in orario comodo poco dopo o nei pressi del tramonto, e scomparendo ad ovest a giorno inoltrato Saturno sarà osservabile nell’intero mese ben alto sull’orizzonte a Sud poco dopo la mezzanotte. Da segnalare che il giorno 21 sarà avvicinato dalla Luna, congiunzione di soli 0.4° N da non perdere assolutamente!

Urano

01/08 Sorge: h 00:52 set: h 15:22
31/08 Sorge: h 22:51 set: h 13:26

Urano anch’esso posizionato ad est anticipa Giove di circa un’ora sembrerà quasi stazionario rispetto alle Pleiadi in apparenza fermandosi alla loro destra (in direzione sud, distanza poco più di 5°).

Nettuno

01/08 Sorge: h 22:29 set: h 10:27
31/08 Sorge: h 20:29 set: h 08:26

Nettuno, mai visibile ad occhio nudo, sarà stabile alla sinistra di Saturno, direzione Est, per tutto il mese. Durante una serata divulgativa sarà curioso indicare con un laser ove guardare in una zona di cielo prima di oggetti particolari.

 

LUNA

Agosto si apre col nostro satellite che, procedendo nella sua fase calante, nella prima notte di questo mese sorgerà alle ore 02:34 rendendosi già pronto a farsi osservare anche se ormai in fase di 26 giorni e con una frazione illuminata del 12%.

Tutto nella rubrica Luna di Agosto 2024 a cura di Francesco Badalotti

COMETE

comete del mese

Per le Comete del Mese di Agosto 13P/OLBERS in allontanamento

Per approfondire: le comete di Agosto 2024 a cura di @claudiopra

ASTEROIDI

Ad Agosto potremo seguire gli asteroidi (16) Psyche, (7) Iris, (737) Arequipa e (44) Nysa

Trovi tutto qui: Mondi in miniatura – Asteroidi, Agosto 2024 a cura di @mioxzy

TRANSITI NOTEVOLI ISS

La ISS – Stazione Spaziale Internazionale sarà rintracciabile nei nostri cieli in orari mattutini, prima dell’alba. Avremo quattro transiti notevoli con magnitudini elevate durante l’ultimo mese estivo, auspicando come sempre in cieli sereni.

Non perdere la rubrica Transiti notevoli ISS per il mese di Agosto 2024 a cura di@stormchaser

SUPERNOVAE – AGGIORNAMENTI

Questo mese torniamo a parlare di scoperte amatoriali con una vecchia conoscenza dell’emisfero meridionale: il neozelandese Stuart Parker.

A cura di @fabio-briganti e Riccardo Mancini qui!

PER QUESTO MESE è TUTTO APPUNTAMENTO ALLA FINE DI AGOSTO!

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IL CIELO DEL MESE DI LUGLIO 2024

Mappa del cielo alle ore (TMEC): 01 Lug> 23:00   15 Lug > 22:00  31 Lug > 21:00

Le costellazioni del mese di luglio 2024

Nel cielo di luglio ci troviamo tra le costellazioni tipiche dell’estate: lo Scorpione, protagonista assoluto, incanta la volta celeste con la sua stella rosso-arancio Antares, e poi l’Ofiuco e ancora l’Aquila con la sua luminosa Altair.

Tutte le descrizioni sono in Le Costellazioni del mese di Luglio a cura di @teresamolinaro

I principali eventi di Luglio 2024 (pubblicati nell’Almanacco 2024 distribuito in omaggio a tutti gli abbonati)
 
Data Ora Cosa Come
 
01/07/2024 20:25 Congiunzione Luna-Marte
02/07/2024 18:07 Congiunzione Luna-Pleiadi
03/07/2024 10:29 Congiunzione Luna-Giove
05/07/2024 07:54 Terra Afelio
06/07/2024 00:57 Luna Nuova
06/07/2024 17:06 Congiunzione Luna-Venere
07/07/2024 05:19 Congiunzione Mercurio-Presepe
07/07/2024 18:43 Congiunzione Luna-Presepe
07/07/2024 20:32 Congiunzione Luna-Mercurio
10/07/2024 03:32 Venere Perielio
12/07/2024 10:12 Luna Apogeo
13/07/2024 00:26 Luna Nodo Discendente
14/07/2024 00:48 Luna Primo Quarto
14/07/2024 04:29 Congiunzione Luna-Spica
17/07/2024 10:26 Mercurio Nodo Discendente
17/07/2024 22:15 Congiunzione Luna-Antares
17/07/2024 22:50 Congiunzione Venere-Presepe
19/07/2024 17:36 Congiunzione Marte-Pleiadi
21/07/2024 12:17 Luna Piena
22/07/2024 08:33 Mercurio Max Elong. Est
24/07/2024 07:43 Luna Perigeo
24/07/2024 22:45 Congiunzione Luna-Saturno
26/07/2024 07:33 Luna Nodo
27/07/2024 17:28 Mercurio Afelio
27/07/2024 22:27 Massimo Delta Aquaridi
28/07/2024 04:51 Luna Ulitmo Quarto
29/07/2024 23:49 Congiunzione Luna-Pleiadi
30/07/2024 12:37 Congiunzione Luna-Marte
31/07/2024 01:53 Congiunzione Luna-Giove
Tutte le effemeridi del mese di Luglio 2024 sono disponibili in file csv
 
Clicca sul banner per accedere alle Effemeridi di Luglio 2024

Tempo Luglio 2024

Roma (Italy) 12:30:00E 41:53:00N UTC+2.0

giorno Gior. Anno  Gior. Giuliano Eq del Tempo Iniz. Crep. Astr. Iniz. Crep. Naut. Iniz. Crep. Civ. Fine Crep. Civ. Fine Crep. Naut. Fine Crep. Astr.
1 214 2460523.5 -6.4 04:10 04:54 05:33 20:59 21:38 22:21
2 215 2460524.5 -6.3 04:11 04:55 05:34 20:58 21:37 22:19
3 216 2460525.5 -6.2 04:13 04:56 05:35 20:57 21:35 22:18
4 217 2460526.5 -6.1 04:15 04:57 05:36 20:55 21:34 22:16
5 218 2460527.5 -6.0 04:16 04:59 05:37 20:54 21:32 22:14
6 219 2460528.5 -5.9 04:18 05:00 05:38 20:53 21:31 22:12
7 220 2460529.5 -5.8 04:19 05:01 05:40 20:51 21:29 22:10
8 221 2460530.5 -5.7 04:21 05:03 05:41 20:50 21:28 22:08
9 222 2460531.5 -5.5 04:23 05:04 05:42 20:48 21:26 22:07
10 223 2460532.5 -5.4 04:24 05:05 05:43 20:47 21:25 22:05
11 224 2460533.5 -5.2 04:26 05:07 05:44 20:45 21:23 22:03
12 225 2460534.5 -5.1 04:27 05:08 05:45 20:44 21:21 22:01
13 226 2460535.5 -4.9 04:29 05:09 05:46 20:42 21:20 21:59
14 227 2460536.5 -4.7 04:30 05:11 05:47 20:41 21:18 21:57
15 228 2460537.5 -4.5 04:32 05:12 05:49 20:39 21:16 21:55
16 229 2460538.5 -4.3 04:34 05:13 05:50 20:38 21:14 21:53
17 230 2460539.5 -4.1 04:35 05:15 05:51 20:36 21:13 21:51
18 231 2460540.5 -3.9 04:37 05:16 05:52 20:35 21:11 21:50
19 232 2460541.5 -3.6 04:38 05:17 05:53 20:33 21:09 21:48
20 233 2460542.5 -3.4 04:40 05:18 05:54 20:31 21:07 21:46
21 234 2460543.5 -3.2 04:41 05:20 05:55 20:30 21:06 21:44
22 235 2460544.5 -2.9 04:43 05:21 05:56 20:28 21:04 21:42
23 236 2460545.5 -2.7 04:44 05:22 05:57 20:27 21:02 21:40
24 237 2460546.5 -2.4 04:46 05:24 05:59 20:25 21:00 21:38
25 238 2460547.5 -2.1 04:47 05:25 06:00 20:23 20:58 21:36
26 239 2460548.5 -1.8 04:49 05:26 06:01 20:22 20:57 21:34
27 240 2460549.5 -1.5 04:50 05:27 06:02 20:20 20:55 21:32
28 241 2460550.5 -1.2 04:52 05:28 06:03 20:18 20:53 21:30
29 242 2460551.5 -1.0 04:53 05:30 06:04 20:16 20:51 21:28
30 243 2460552.5 -0.6 04:54 05:31 06:05 20:15 20:49 21:26
31 244 2460553.5 -0.3 04:56 05:32 06:06 20:13 20:47 21:24

 

I Pianeti di Luglio

Mercurio

01/07 Sorge: h 07:01 Tramonta: h 22:03
31/07 Sorge: h 22:03 Tramonta: h 21:18

Mercurio in elongazione Est sarà visibile con opportuni filtri ad ovest subito dopo il tramonto fra Venere probabilmente troppo basso sull’orizzonte e l’ammasso del Presepe subito sopra. Sempre nella stessa configurazione entrerà anche Polluce. Per tutto il mese il pianeta roccioso sarà visibile più o meno nella stessa posizione anche se man mano si sarà spostato del Leone. A partire da metà mese l’altezza sull’orizzonte al tramonto sarà solo di 10 gradi in diminuire quindi sempre più difficile da riprendere. Il giorno 17 Mercurio sarà al Nodo Discendente e il 22 sarà in Massima Elongazione Est. Il giorno 27 sarà all’Afelio.

Venere

01/07 Sorge: h 06:11 Tramonta: h 21:21
31/07 Sorge: h 07:22 Tramonta: h 21:18

Anche Venere è in elongazione Est quindi per tutto il mese resterà nei pressi di Mercurio seguendo più o meno la stessa traiettoria e attraversando gli stessi incontri. Purtroppo rispetto a Mercurio sarà più vicino al Sole e quindi più difficile da riprendere, solo 10° gradi l’altezza sull’orizzonte al tramonto già dall’inizio del mese. La Luna sarà nei paraggi il giorno 6, ma praticamente nuova. Con qualche filtro si potrà tentare una ripresa particolare con Luna-Mercurio-Venere e nei paraggi l’ammasso del Presepe e Polluce.

Marte

01/07 Sorge: h 02:25 Tramonta: h 16:28
31/07 Sorge: h 01:31 Tramonta: h 16:17

Marte visibile nella seconda metà della notte si allontana sempre di più dal Sole anticipando così l’orario del sorgere. Congiunzione interessante il giorno 15 fra Marte, Urano e Pleiadi. A fine mese nel quadro si sarà introdotta anche la Luna, il tutto intorno alle ore 03 del mattino. Basso sull’orizzonte il 30 luglio si potrebbe anche scorgere Giove. Insomma una bella configurazione considerando che ci saranno ancora alcune ore prima del sorgere della stella. La congiunzione fra Marte e Luna sarà individuabile sempre nella tardissima notte anche il giorno 1 del mese.

Giove

01/07 Sorge: h 03:34 Tramonta: h 18:20
31/07 Sorge: h 01:58 Tramonta: h 16:51

Giove è il quarto nell’ordine di allineamento dei pianeti e quindi ancora più vicino al Sole di Marte dal quale tuttavia si allontana molto più velocemente. Per tutto il mese di luglio stazionerà nei pressi di Aldebaran nel Toro, raggiunto dalla Luna sia il giorno 3 che il giorno 31. Poco prima delle 5, ore del mattino, nel cielo ad est compariranno M31 Crab Nebula, Luna falce molto sottile, Giove e Marte. L’albedo dell’alba tuttavia sarà già percepibile

Saturno

01/07 Sorge: h 00:15 Tramonta: h 11:36
31/07 Sorge: h 22:12 Tramonta: h 09:34

E’ il più distante dal Sole nel mese di Luglio. Sorge ad inizio mese già circa 30 minuti dopo la mezzanotte nell’Aquario seguito da Nettuno.
Nulla di speciale da evidenziare per tutto il mese se non il giorno 25 l’avvicinamento della Luna da poco non più piena.

Urano

01/07 Sorge: h 02:50 set: h 17:19
31/07 Sorge: h 00:56 set: h 15:26

Urano per tutto il mese sempre nei pressi delle Plaiadi il giorno 15 sarà avvicinato e quasi coperto da Marte. Il pianeta è visibile nella seconda metà della notte.

Nettuno

01/07 Sorge: h 00:35 set: h 12:30
31/07 Sorge: h 22:33 set: h 10:31

Nettuno per tutto il mese nell’Aquario segue placidamente Saturno senza particolari eventi da segnalare. Solo la Luna in avvicinamento il giorno 25 a posizionarsi fra i due giganti appunto.

LUNA

Eccoci alla Luna di Luglio che a grandi linee seguirà le stesse tappe del mese precedente fatto salvo per alcune piccole variazioni che però possono rivelarsi molto interessanti. Siamo lontani dalle grandi lune dello stesso periodo dello scorso anno.

Tutto nella rubrica Luna di Luglio 2024

Librazioni di Francesco Badalotti

COMETE

e Comete del Mese di Luglio

13P/OLBERS e C/2023 A3 TSUCHINSHAN-ATLAS

Per approfondire: le comete di Luglio 2024 a cura di @claudiopra

ASTEROIDI

asteroidi del mese - luglio
asteroidi del mese – luglio

Nel cielo del mese di giugno gli asteroidi del mese saranno: (1) Ceres, (40) Harmonia

Trovi tutto qui: Mondi in miniatura – Asteroidi, Luglio 2024 a cura di @mioxzy

TRANSITI NOTEVOLI ISS

La ISS – Stazione Spaziale Internazionale sarà rintracciabile nei nostri cieli sia ad orari mattutini che serali. Avremo molti transiti notevoli con magnitudini elevate durante il secondo mese estivo, auspicando come sempre in cieli sereni.

Non perdere la rubrica Transiti notevoli ISS per il mese di Luglio 2024 a cura di@stormchaser

SUPERNOVAE – AGGIORNAMENTI

Anche questo mese, come il precedente, purtroppo non abbiamo da segnalare nessuna scoperta amatoriale. Sta diventando sempre più difficile la vita per gli astrofili che portano avanti la ricerca amatoriale di supernovae extragalattiche. Soffermiamo comunque la nostra attenzione su una interessante nonché peculiare supernova, degna di un approfondimento. 

A cura di @fabio-briganti e Riccardo Mancini qui!

 

IL CIELO DEL MESE DI GIUGNO 2024

il cielo del mese giugno

Mappa del cielo alle ore (TMEC): 01 Giu > 23:00   15 Giu > 22:00  31 Giu > 21:00

COSTELLAZIONI NEL CIELO DEL MESE DI GIUGNO 2024

Quando c’è una bella notte stellata, il signor Palomar dice:  – Devo andare a guardare le stelle -. Dice proprio: – Devo, – perchè odia gli sprechi e pensa che non sia giusto sprecare tutta quella quantità di stelle che gli viene messa a disposizione.

Palomar, I.Calvino

Nel mese che conduce all’estate incontriamo sulla volta celeste le costellazioni di Ercole e la costellazione del Drago.

Tutte le descrizioni sono in Le Costellazioni del mese di Giugno

a cura di @teresamolinaro

I principali eventi di Giugno 2024 (pubblicati nell’Almanacco 2024 distribuito in omaggio a tutti gli abbonati)

Data Ora Cosa Come
 
01/06/2024 04:52 Congiunzione Luna-Nettuno
02/06/2024 05:07 Luna Nodo Ascendente
02/06/2024 09:22 Luna Perigeo
02/06/2024 22:18 Congiunzione Mercurio-Pleiadi
03/06/2024 01:36 Congiunzione Luna-Marte
04/06/2024 17:11 Venere Congiunzione Sup.
05/06/2024 02:37 Congiunzione Luna-Urano
05/06/2024 10:50 Congiunzione Luna-Pleiadi
05/06/2024 16:25 Congiunzione Luna-Giove
05/06/2024 20:28 Congiunzione Luna-Mercurio
06/06/2024 14:37 Luna Nuova
06/06/2024 16:29 Congiunzione Luna-Venere
09/06/2024 03:42 Mercurio Nodo Ascendente
12/06/2024 05:40 Congiunzione Luna-Regolo
13/06/2024 17:51 Mercurio Perielio
14/06/2024 07:18 Luna Primo Quarto
14/06/2024 15:35 Luna Apogeo
14/06/2024 18:15 Mercurio Congiunzione Sup.
15/06/2024 22:16 Luna Nodo Discendente
16/06/2024 20:09 Congiunzione Luna-Spica
17/06/2024 14:39 Congiunzione Mercurio-Venere
20/06/2024 22:50 Solstizio Estate
22/06/2024 03:07 Luna Piena
27/06/2024 13:45 Luna Perigeo
27/06/2024 16:58 Congiunzione Luna-Saturno
28/06/2024 23:53 Luna Ultimo Quarto
29/06/2024 06:26 Luna Nodo Ascendente
29/06/2024 17:34 Saturno Staz. Moto Retrogrado

Tutte le effemeridi del mese di Giugno 2024 sono disponibili in file csv

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Clicca sul banner per accedere alle Effemeridi giugno 2024!

Tempo

Giugno 2024

Roma (Italy) 12:30:00E 41:53:00N UTC+1.0

giorno Gior. Anno  Gior. Giuliano Eq del Tempo Iniz. Crep. Astr. Iniz. Iniz. Fine Fine Fine
crep. crep. crep. crep. crep.
Naut. Civ. Civ. Naut. Astr.
1 153 2460462.5 2.2 03:31 04:21 05:04 21:13 21:56 22:46
2 154 2460463.5 2.0 03:30 04:20 05:03 21:14 21:57 22:47
3 155 2460464.5 1.9 03:29 04:19 05:03 21:14 21:57 22:48
4 156 2460465.5 1.7 03:28 04:19 05:02 21:15 21:58 22:50
5 157 2460466.5 1.5 03:27 04:18 05:02 21:16 21:59 22:51
6 158 2460467.5 1.3 03:27 04:18 05:01 21:17 22:00 22:52
7 159 2460468.5 1.1 03:26 04:17 05:01 21:17 22:01 22:53
8 160 2460469.5 0.9 03:25 04:17 05:01 21:18 22:01 22:54
9 161 2460470.5 0.7 03:25 04:17 05:01 21:19 22:02 22:55
10 162 2460471.5 0.5 03:24 04:16 05:00 21:19 22:03 22:55
11 163 2460472.5 0.3 03:24 04:16 05:00 21:20 22:03 22:56
12 164 2460473.5 0.1 03:24 04:16 05:00 21:20 22:04 22:57
13 165 2460474.5 -0.1 03:23 04:16 05:00 21:21 22:05 22:58
14 166 2460475.5 -0.3 03:23 04:16 05:00 21:21 22:05 22:58
15 167 2460476.5 -0.5 03:23 04:16 05:00 21:22 22:06 22:59
16 168 2460477.5 -0.7 03:23 04:15 05:00 21:22 22:06 22:59
17 169 2460478.5 -0.9 03:23 04:16 05:00 21:22 22:06 23:00
18 170 2460479.5 -1.1 03:23 04:16 05:00 21:23 22:07 23:00
19 171 2460480.5 -1.4 03:23 04:16 05:00 21:23 22:07 23:01
20 172 2460481.5 -1.6 03:23 04:16 05:00 21:23 22:07 23:01
21 173 2460482.5 -1.8 03:23 04:16 05:01 21:23 22:07 23:01
22 174 2460483.5 -2.0 03:23 04:16 05:01 21:24 22:08 23:01
23 175 2460484.5 -2.2 03:24 04:17 05:01 21:24 22:08 23:01
24 176 2460485.5 -2.4 03:24 04:17 05:01 21:24 22:08 23:01
25 177 2460486.5 -2.6 03:24 04:17 05:02 21:24 22:08 23:01
26 178 2460487.5 -2.9 03:25 04:18 05:02 21:24 22:08 23:01
27 179 2460488.5 -3.1 03:25 04:18 05:03 21:24 22:08 23:01
28 180 2460489.5 -3.3 03:26 04:19 05:03 21:24 22:07 23:00
29 181 2460490.5 -3.5 03:27 04:19 05:04 21:24 22:07 23:00
30 182 2460491.5 -3.7 03:28 04:20 05:04 21:23 22:07 23:00
  Sorge Transita Tramonta Giorno Notte
1 05:37 13:08 20:39 15:01:23 08:58:37
2 05:37 13:08 20:40 15:02:34 08:57:26
3 05:37 13:08 20:40 15:03:41 08:56:19
4 05:36 13:08 20:41 15:04:45 08:55:15
5 05:36 13:08 20:42 15:05:46 08:54:14
6 05:36 13:09 20:42 15:06:42 08:53:18
7 05:35 13:09 20:43 15:07:36 08:52:24
8 05:35 13:09 20:44 15:08:25 08:51:35
9 05:35 13:09 20:44 15:09:11 08:50:49
10 05:35 13:09 20:45 15:09:54 08:50:06
11 05:35 13:10 20:45 15:10:32 08:49:28
12 05:35 13:10 20:46 15:11:07 08:48:53
13 05:34 13:10 20:46 15:11:38 08:48:22
14 05:34 13:10 20:47 15:12:05 08:47:55
15 05:34 13:10 20:47 15:12:28 08:47:32
16 05:35 13:11 20:47 15:12:47 08:47:13
17 05:35 13:11 20:48 15:13:03 08:46:57
18 05:35 13:11 20:48 15:13:14 08:46:46
19 05:35 13:11 20:48 15:13:22 08:46:38
20 05:35 13:11 20:48 15:13:25 08:46:35
21 05:35 13:12 20:49 15:13:25 08:46:35
22 05:35 13:12 20:49 15:13:21 08:46:39
23 05:36 13:12 20:49 15:13:13 08:46:47
24 05:36 13:12 20:49 15:13:01 08:46:59
25 05:36 13:13 20:49 15:12:45 08:47:15
26 05:37 13:13 20:49 15:12:25 08:47:35
27 05:37 13:13 20:49 15:12:01 08:47:59
28 05:38 13:13 20:49 15:11:34 08:48:26
29 05:38 13:13 20:49 15:11:03 08:48:57
30 05:39 13:14 20:49 15:10:28 08:49:32

I Pianeti di Giugno

Mercurio

01/06 Sorge: h 04:54 Tramonta: h19:19
30/06 Sorge: h 06:56 Tramonta: h 22:01

Il giorno 4 il pianeta minore sarà in congiunzione con il gigante gassoso Giove, configurazione non facile da intravedere nelle prime luci del mattino a nord-est (oramai in piena estate il Sole sorge intorno alle 5 e 30 e i due pianeti precederanno l’alba di una mezz’ora al massimo. Altitudine non favorevole sotto i 10°, in alto sopra ai due astri le Pleiadi. Fra i dati interessanti di Mercurio: il 09 passaggio al nodo ascendente, il 13 perielio (il passaggio più vicino alla Terra nella sua rivoluzione attuale) e il 14 congiunzione superiore (il Sole si trova fra la Terra e il Pianeta). Il giorno 17 congiunzione diurna con Venere a circa 10° dal Sole.

Venere

01/06 Sorge: h 05:37 Tramonta: h 20:33
30/06 Sorge: h 06:09 Tramonta: h 21:20

Molto vicino al Sole, congiunzione superiore prevista il 04 alle 17:11 nel pomeriggio. Il giorno 06 sempre in luce diurna congiunzione con la Luna (in fase nuova) mentre il 17 arriva la congiunzione con Mercurio. Difficile da osservare sia all’alba che al tramonto proprio per la vicinanza al Sole. Volendo fare un tentativo meglio provare al tramonto quando a fine mese sarà visibile per circa un’ora prima di scomparire sotto l’orizzonte la distanza dal Sole sarà di circa 7 gradi.

Marte

01/06 Sorge: h 03:28 Tramonta: h 16:33
30/06 Sorge: h 02:27 Tramonta: h 16:28

Il pianeta rosso sorge a partire dal primo di giugno nella tarda notte, quasi al termine della notte astronomica, alle 03 e 30 del mattino già abbastanza vicino alla Luna che incontrerà il giorno 3. Per il resto del mese per fortuna il pianeta anticipierà via via il suo sorgere per guadagnare quasi un’ora di osservazione sempre a tarda notte.

Giove

01/06 Sorge: h 05:09 Tramonta: h 19:45
30/06 Sorge: h 03:37 Tramonta: h 18:23

Giove inizia il mese a 8° dal Sole quindi visibile per pochi minuti a nord est prima di perdersi nella luce forte del giorno oramai fatto. La situazione durante il mese migliorerà abbastanza da portare il pianeta ad una distanza di circa 42° dal Sole il che consentirà al gigante gassoso di sorgere abbastanza prima del Sole per lasciarsi ammirare più o meno intorno alle 3 e 30 del mattino. Nel percorso di apparente allontamento dalla nostra stella Giove si avvicinerà ad Albedaran mentre il giorno 5 sarà vicino alla Luna anche se il massimo della congiunzione avverrà in luce diurna alle 16 e 25.

Saturno

01/06 Sorge: h 02:11 Tramonta: h 13:31
30/06 Sorge: h 00:19 Tramonta: h 11:40

Finalmente un pianeta un po’ meno restio a farsi osservare! Non troppo generoso ma almeno sarà visibile sin da inizio mese dalle 02 di notte in poi ad est. Nel mese poi anticiperà il sorgere. Avvicinamento con la Luna il giorno 27 visibile nella tarda notte anche se il massimo di avvicinamento avverrà in Luce diurna.

Urano

01/06 Sorge: h 04:44 set: h 19:09
30/06 Sorge: h 02:54 set: h 17:22

Urano anticipa Giove nel sorgere poco prima del Sole nelle luci del mattino. Inizialmente nei pressi di Mercurio durante il mese si avvicinerà sempre più a Marte che raggiungerà in luglio.

Nettuno

01/06 Sorge: h 02:32 set: h 14:27
30/06 Sorge: h 00:39 set: h 12:34

Nettuno inizia il mese occultato dalla Luna all’ultimo quarto poco prima delle 5 del mattino. Resterà per tutto il mese nella costellazione dei gemelli seguendo a circa 15° di distanza Saturno

LUNA

cielo del mese la luna

I pianeti tutti in elongazione ovest rispetto al Sole sorgeranno a partire dall’una di notte all’inizio del mese. Il primo a uscire dall’orizzonte è Saturno ma la Luna lo avrà già incontrato il 31 del mese di maggio. Perciò il giorno 1 la prima congiunzione sarà con Nettuno, il secondo in ordine ad uscire dall’orizzonte.

Tutto nella rubrica Luna di Giugno 2024

Librazioni a cura di Francesco Badalotti

COMETE

cielo del mese comete

Le Comete del Mese di Giugno

13P/OLBERS AL PERIELIO, C/2023 A3 TSUCHINSHAN-ATLAS AI (MOMENTANEI) SALUTI

Per approfondire: le comete di Giugno 2024 a cura di @claudiopra
 

ASTEROIDI

GLI ASTEROIDI IN OPPOSIZIONE in Giugno

Nel cielo del mese di giugno gli asteroidi del mese saranno: (43) Ariadne, (68) Leto, (42) Isis e (471) Papagena.

Trovi tutto qui: Mondi in miniatura – Asteroidi, Giugno 2024 a cura di @mioxzy

TRANSITI NOTEVOLI ISS

cielo del mese i transiti

La ISS – Stazione Spaziale Internazionale sarà rintracciabile nei cielo del mese di giugno in orari mattutini, prima dell’alba. Avremo sei transiti notevoli con magnitudini elevate ma solo durante gli ultimi giorni del mese di giugno, auspicando come sempre in cieli sereni.

Non perdere la rubrica Transiti notevoli ISS per il mese di Giugno 2024 a cura di @stormchaser

SUPERNOVAE – AGGIORNAMENTI

Grandi scoperte nel cielo del mese di maggio, @fabio-briganti e Riccardo Mancini ce le raccontano sapientemente qui!

 

 

Cieli sereni a tutti!


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Indice dei contenuti

La Luna del Mese

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LA LUNA DI SETTEMBRE 2024

Chiuso il mese di Agosto con una falce sempre più sottile, Settembre esordisce con la Luna Nuova che si avrà alle ore 03:56 del 03 Settembre con la contestuale ripartenza di un ulteriore ciclo lunare.

La porzione illuminata dalla luce solare diverrà sempre più ampia nell’avanzare della fase crescente fino a riportare il nostro satellite nelle fasi che notoriamente costituiscono le migliori condizioni osservative. Infatti, alle ore 08:06 dell’11 Settembre la Luna sarà in Primo Quarto in fase di 7,4 giorni ma si troverà a -70° sotto l’orizzonte. Sorgendo alle ore 15:07 culminerà in meridiano alle ore 19:19 a +18°, rendendosi pertanto perfettamente visibile da circa le 20:00 per tutta la serata fino intorno alle ore 23:30 quando scenderà sotto l’orizzonte. Dove puntare il telescopio con la Luna in Primo Quarto ? Innanzitutto non sarà assolutamente banale “guardare la Luna” senza strumenti apprezzando anche l’intenso chiarore che diffonde tutt’intorno, osservazione che per milioni di anni molto probabilmente catturò l’attenzione dei nostri lontani antenati che non conoscevano gli strumenti ottici di cui disponiamo oggi. Se poi si vorranno distinguere almeno i principali dettagli, le differenze di albedo che distinguono pianure ed altipiani unitamente ai principali e più luminosi crateri sarà sufficiente dotarsi di un binocolo, ad es. almeno un 10×25, preferibilmente un 20x/35x. Ma se l’intenzione è quella di osservare il Primo Quarto col telescopio basterà anche un piccolo strumento di 90/110mm di diametro ed avremo la possibilità di osservare un’immensa quantità di strutture geologiche, dai vasti mari lunari ai singoli picchi montuosi fino ai più fini dettagli i quali però necessitano di condizioni osservative particolarmente stabili. Un consiglio ? Orientare il telescopio sul settore settentrionale della frazione lunare illuminata e concentrarsi su quell’imponente e spettacolare arco montuoso che si innalza dal mare Imbrium costituito dalle Alpi, monti Caucasus, Appennini e monti Carpatus (questi però ultimi ancora in ombra). Come se non bastasse si potrà anche fare una visita ai crateri Plato (100 km) ed Eratosthenes (60 km) situati in prossimità del terminatore alle due estremità di questo eccezionale arco che in epoche remotissime costituiva il bordo più esterno di quella gigantesca voragine che oggi conosciamo come Mare Imbrium (1300 km, 830.000 kmq).

Alle ore 04:34 del 18 Settembre il nostro satellite sarà in Plenilunio in fase di 15 giorni ad un’altezza di +24°, a 354629 km dalla Terra e con diametro apparente di 33.70’. Come sempre, sarà possibile osservare al telescopio la Luna Piena dalla serata fin verso l’alba del mattino seguente quando tramonterà contestualmente al sorgere del Sole (Per il Sole osservare esclusivamente con filtri dedicati e in totale sicurezza). Visto che in Luna Piena gran parte dei dettagli viene letteralmente appiattita esistono però le condizioni ideali per andare alla ricerca delle raggiere che da determinati crateri si estendono in varie direzioni anche per parecchie centinaia di chilometri come, ad es., le strutture a sviluppo radiale intorno a Copernicus, Kepler, Tycho ed altri. Inoltre è l’occasione ideale per individuare le deboli differenze di albedo all’interno di svariati crateri come i numerosi depositi di materiale piroclastico di origine vulcanica sparsi nella platea del cratere Alphonsus.

Tornata in fase calante, la Luna abbandonerà progressivamente le ore serali riducendo sempre più la frazione illuminata dalla luce solare raggiungendo alle ore 20:50 del 24 Settembre l’Ultimo Quarto in fase di 22 giorni ma a -16° sotto l’orizzonte. Nel caso specifico il nostro satellite sorgerà alle ore 23:16 preceduto dal pianeta Giove e seguito da Marte e sarà presente in cielo fin verso l’alba. Questa fase di Ultimo Quarto, anche se piuttosto scomoda, consente di osservare l’intero settore occidentale del nostro satellite dal terminatore fino all’estremo bordo ovest al confine con l’altro emisfero. Nell’ultima settimana di questo mese la frazione illuminata dalla luce solare si ridurrà progressivamente fino alla tarda nottata del 30 Settembre quando sorgerà una sottile falce di 27 giorni, quasi un’anteprima dell’imminente Novilunio, ma ne riparleremo ad Ottobre.

Congiunzioni Notevoli

Congiunzione Luna-Spica

La Luna in fase di 3,3 giorni e la stella Spica nella serata del 6 Settembre saranno in congiunzione poco dopo le ore 20:00 con una separazione di circa 0°22’. Notare che tale evento avverrà ad un’altezza di +5° mentre il nostro satellite si appresterà a tramontare alle 20:52.

Congiunzione Luna-Spica 6 settembre
Congiunzione Luna-Spica 6 settembre

Congiunzione Luna-Antares

Congiunzione diurna di problematica individuazione quella fra Luna e Antares prevista per le ore 15:09 del 10 Settembre col nostro satellite in fase crescente di 6,7 giorni ma ad un’altezza di soli +7° essendo sorta da meno di un’ora (alle 14:02), l’evento si sviluppa in pieno giorno.

Congiunzione Luna-Urano

Congiunzione larga fra il nostro satellite ed il pianeta Urano (separazione di 4°32’) il 22 Settembre alle ore 09:15 con la Luna in fase calante di 19 giorni ad un’altezza di +33°.

Congiunzione Luna-Regolo

Luna e Regolo saranno in congiunzione con separazione di 2°32’ in data 29 Settembre alle ore 10:00 col nostro satellite in fase calante di 26,5 giorni ad un’altezza di +60°.

Congiunzione Luna Regolo alle 04:21 del 29 settembre.
Congiunzione Luna Regolo alle 04:21 del 29 settembre.

Le FALCI lunari di SETTEMBRE

Primo appuntamento alle ore 04:40 della notte dell’1 Settembre in fase calante con una sottile falce di 27,6 giorni che sorgerà seguita dal pianeta Mercurio. Sulla sua superficie si potrà al massimo osservare la scura area del cratere Grimaldi in prossimità dell’equatore. In fase crescente alle ore 20:34 del 5 Settembre una bella falce di 2,4 giorni si appresterà a tramontare in contemporanea col pianeta Venere, un bel quadretto da fotografare. La successiva serata, il 6 Settembre, alle ore 20:52 tramonterà una falce di 3,3 giorni fra le stelle della Vergine. Su questa falce sarà già possibile effettuare interessanti osservazioni puntando il telescopio in prossimità dell’equatore col settore est del mare Crisium già illuminato dalla luce solare oltre alle rispettive cuspidi settentrionale e meridionale. Per questa tipologia di osservazioni, oltre agli ormai noti parametri osservativi, risulterà determinante disporre di un orizzonte il più possibile libero da ostacoli. Sarà inoltre di fondamentale importanza evitare nel modo più assoluto di intercettare la luce solare al fine di evitare gravi danni, anche irreversibili, alla propria vista.

LIBRAZIONI DI SETTEMBRE

Si precisa che, per ovvi motivi, non vengono indicati i giorni in cui i punti di massima Librazione si discostano dalla superficie lunare illuminata dal Sole.

  • 18 Settembre: Massima Librazione nord cratere Pythagoras

Note:

– Dati e visibilità delle strutture lunari: Software “Stellarium” e “Virtual Moon Atlas”.

– Ogni fenomeno lunare e rispettivi orari sono rapportati alla città di Roma, dati rilevati tramite software “Stellarium” e dal sito http://www.marcomenichelli.it/luna.asp

LA LUNA DI AGOSTO 2024

Agosto si apre col nostro satellite che, procedendo nella sua fase calante, nella prima notte di questo mese sorgerà alle ore 02:34 rendendosi già pronto a farsi osservare anche se ormai in fase di 26 giorni e con una frazione illuminata del 12%. Come già visto in analoghe fasi lunari sarà possibile apprezzare nel settore centrosettentrionale la tipica colorazione delle scure rocce basaltiche di una porzione dell’oceanus Procellarumm in netto contrasto con le più chiare rocce anortositiche del settore centromeridionale in cui prevalgono estesi altipiani.

In prossimità dell’equatore catturerà l’attenzione la scura platea del vasto cratere Grimaldi. Alle ore 13:13 del 04 Agosto la Luna sarà in Novilunio e contestualmente ripartirà un nuovo ciclo lunare col nostro satellite che di sera in sera conquisterà il cielo in fasce orarie progressivamente sempre più favorevoli per l’osservazione. Col procedere della fase crescente non mancheranno le occasioni per puntare il telescopio sulle innumerevoli strutture presenti sulla superficie selenica come, ad esempio, nell’area in prossimità dei mari Crisium e Fecounditatis nelle serate dell’8 e 9 Agosto unitamente alle cuspidi nord e sud. La fase di Primo Quarto si avrà alle ore 17:19 del 12 Agosto con la Luna in fase di 7,4 giorni ad un’altezza di +22°.

Transitata in meridiano alle 18:52 a +26° sarà possibile effettuare osservazioni col telescopio da dopo le ore 20:30/20:45 circa fino alle ore 23:34 quando scenderà sotto l’orizzonte. E’ ormai noto a tutti gli appassionati come la fase di Primo Quarto sia una delle migliori occasioni per scandagliare la superficie lunare col telescopio alla ricerca delle innumerevoli strutture geologiche di ogni dimensione in cui la visibilità anche dei più elusivi dettagli viene modificata al variare dell’angolo di incidenza della luce solare.

E’ altrettanto importante precisare che per chi predilige dedicarsi all’alta risoluzione anche le altre fasi lunari costituiranno un’inesauribile fonte di grandi soddisfazioni in presenza di favorevoli condizioni osservative, in modo particolare scorrendo col telescopio in prossimità della linea del terminatore dove l’illuminazione solare sarà più o meno radente, al contrario di quanto accade lungo il bordo del disco lunare (in questo caso sul lato orientale) dove una più diretta illuminazione solare tenderà ad appiattire il paesaggio favorendo però una differente categoria di osservazioni.

Il procedere della fase crescente andrà a culminare, pochi minuti dopo essere sorta (alle 20:18), col Plenilunio del 19 Agosto alle ore 20:26 con la Luna in fase di 15 giorni alla distanza dalla Terra di 362833 km e con un diametro apparente di 32,93’. Per chi intendesse dedicare le proprie osservazioni alla Luna Piena sarà sufficiente attendere circa un’ora per poi puntare il telescopio sul disco completamente illuminato del nostro satellite in cui, nonostante le apparenze ed errate opinioni, saranno innumerevoli le strutture oggetto di studio in quanto anche il Sole alto sull’orizzonte lunare può consentire interessanti ricerche riguardo una particolare tipologia di osservazioni.

In ogni caso la Luna sarà presente sopra l’orizzonte fino al mattino seguente quando tramonterà contestualmente al sorgere del Sole. Dal Plenilunio prenderà avvio la fase calante che porterà il nostro satellite in orari sempre più lontani dalle comode ore serali fino alle ore 11:26 del 26 Agosto con la fase di Ultimo Quarto. Nel caso specifico vedremo illuminato dal Sole l’intero settore occidentale in cui l’oceanus Procellarum e i mari Imbrium, Humorum, Nubium e Sinus Medii costituiranno un’unica ed immensa distesa di scure rocce basaltiche in contrasto con le chiare rocce anortositiche degli altipiani in cui si faranno notare le scure platee dei crateri Grimaldi (240 km) e Plato (100 km) oltre alla più elevata albedo dell’imponente cratere Copernicus (90 km) con la sua spettacolare raggiera. Nella parte finale del mese la porzione illuminata del disco lunare si ridurrà progressivamente fino al 31 Agosto quando alle ore 03:34 sorgerà una sottile falce di 26,8 giorni.

Congiunzioni Notevoli

Congiunzione Luna-Spica

Il 10 Agosto alle ore 12:19 congiunzione fra la Luna in fase di 5,4 giorni (sorge alle ore 11:55) e Spica, stella doppia variabile di magn. 0,95 nella costellazione della Vergine. L’osservazione di tale evento si rivelerà piuttosto problematica in quanto la Luna si troverà a soli 3° sopra l’orizzonte.

Luna Spica il 10 agosto verso Sud Est

Occultazione Luna-Saturno

La tarda nottata del 21 Agosto dalle ore 05:00 in poi ci regalerà l’eccezionale spettacolo dell’occultazione di Saturno da parte della Luna in fase calante di 16 giorni. L’evento avrà inizio alle ore 05:34 (Luna a +24°52’) con Saturno che sarà in corrispondenza del bordo lunare occidentale in prossimità del cratere Olbers 7.3° a nord dell’equatore per riapparire dall’opposto bordo lunare alle ore 06:34 fra i crateri Vendelinus e Petavius con la Luna a +15°49’.

Luna-Saturno spettacolo il 21 agosto prima dell’alba

Congiunzione Radente Luna-Nettuno

La notte del 21 Agosto congiunzione radente da parte del pianeta Nettuno che intorno alle ore 23:30 “sfiorerà” letteralmente nel suo moto da ovest verso est la regione polare settentrionale della Luna (altezza +24°) fino a portarsi a 0°16’ dal nostro satellite in fase calante di 17,2 giorni.

Luna Nettuno il 21 agosto alle 23:00

Congiunzione Luna-Urano

Decisamente “larga” questa congiunzione fra il nostro satellite ed il pianeta Urano, con la Luna in fase calante di 21,7 giorni e con una separazione di 4°27’.

Occultazione Luna-Pleiadi

Il nostro satellite in fase di Ultimo Quarto ad un’altezza di +68° andrà ad occultare l’ammasso aperto delle Pleiadi, noto anche come M45, nella tarda nottata del 26 Agosto alle ore 05:45 con una separazione di 0°08’.

Occultazione Luna e Ammasso Pleiadi M45 il 26 agosto

Le FALCI lunari di AGOSTO

Per gli appassionati di falci lunari appuntamento già per la prima notte del mese (01 Agosto) quando una falce di 26 giorni in Luna calante sorgerà alle ore 02:31 in fase di 26 giorni. Prima che sopraggiunga l’alba ci sarà il tempo necessario per osservare al telescopio la differenza di albedo fra i settori nord e sud oltre che per eventuali riprese fotografiche. La notte successiva, il 2 Agosto, sorgerà alle ore 03:30 una falce ancora più sottile di 27,2 giorni. Una falce lunare problematica sorgerà nella tarda nottata del 3 Agosto alle ore 04:35 in fase di 28,2 giorni, una vera sfida per cercare di fotografare questa falce prima del sorgere del Sole. Passando ora alla Luna crescente, appuntamento per la serata del 6 Agosto con una falce di 2,2 giorni che tramonterà alle ore 21:33 preceduta dal pianeta Venere. La successiva serata, il 7 Agosto, una più larga falce di 3 giorni tramonterà alle ore 21:52. Sulla sua superficie illuminata al 10% sarà comunque possibile effettuare osservazioni col telescopio su gran parte del settore orientale. In chiusura del mese ancora due falci in Luna calante. La notte del 30 Agosto alle ore 02:27 sorgerà una falce di 25,8 giorni e la notte successiva, il 31 Agosto, alle ore 03:34 chiuderà il mese una falce di 26,8 giorni. Per questa tipologia di osservazioni, oltre agli ormai noti parametri osservativi, risulterà determinante disporre di un orizzonte il più possibile libero da ostacoli. Sarà inoltre di fondamentale importanza evitare nel modo più assoluto di intercettare la luce solare al fine di evitare gravi danni, anche irreversibili, alla propria vista.

LIBRAZIONI di AGOSTO

Si precisa che, per ovvi motivi, non vengono indicati i giorni in cui i punti di massima Librazione si discostano dalla superficie lunare illuminata dal Sole.

– 19 Agosto: Massima Librazione a nord cratere Pythagoras.

– 20 Agosto: Massima Librazione regione Polare Nord, a nord cratere Mouchez.

Mappa delle librazioni della Luna nel mese di Agosto
Mappa delle librazioni della Luna nel mese di Agosto

Note:

– Dati e visibilità delle strutture lunari: Software “Stellarium” e “Virtual Moon Atlas”.

– Ogni fenomeno lunare e rispettivi orari sono rapportati alla città di Roma, dati rilevati tramite software “Stellarium” e dal sito http://www.marcomenichelli.it/luna.asp

LA LUNA DI LUGLIO 2024

Eccoci alla Luna di Luglio che a grandi linee seguirà le stesse tappe del mese precedente fatto salvo per alcune piccole variazioni che però possono rivelarsi molto interessanti. Siamo lontani dalle grandi lune dello stesso periodo dello scorso anno.

Quindi iniziamo con Luna all’ultimo quarto visibile nelle ultime ore della notte ad Est vicino rispettivamente a Marte il giorno 1, Pleiadi il giorno 2 e Giove il giorno 3. Buona l’altezza per la prima congiunzione, fino a 30° gradi sull’orizzonte, a scendere per i passaggi successivi quando già per osservarla vicino al gigante gassoso saremo a poco più di 15°.

La Luna del mese - Luglio
La Luna Marte Pleiadi e Giove il giorno 3 luglio in direzione Est alle 03:30

Luna Nuova prevista per il giorno 6 quando in luce diurna sarà anche vicino a Venere, nel tardo pomeriggio dopo le 17. Seguono come sempre due o tre giorni senza Luna di notte fino a vederla ricomparire ad ovest al tramonto oramai crescente dopo le 21 nei pressi di M105, M96 e M95, siamo nella costellazione del Leone.

La Luna appena tornata in cielo al tramonto nella Costellazione del Leone nei pressi degli oggetti Messier. Verso Ovest il 10 luglio ore 21:30.

Nei giorni successivi la Luna apparirà sempre più alta al tramonto avvicinandosi il 13 a Spica della Vergine considerando che il 14 sarà al primo quarto. La vedremo comparire allo zenith già intorno al 16 per poi lentamente mostrarsi visibile al tramonto del Sole sempre più ad est. Nel frattempo sarà passata ad esempio vicino M4 e al Butterfly Cluster fino ad entrare nel Capricorno il giorno 21 oramai Luna Piena.

La Luna al primo quarto transita vicino a M4 nella costellazione dello Scorpione. Sud ore 21:30 il 17 luglio

A partire dal 22 la vedremo sorgere nell’imbrunire ad Est piena e ancora più vicino rispetto al mese precedente al Perigeo, come sappiamo, condizioni favorevoli per ammirare una Luna apparente particolarmente grande.
Nei giorni successivi, il 25 luglio, la vedremo sorgere molto vicina a Saturno nell’acquario, congiunzione che ci accompagnerà nella seconda parte della notte mentre spettatore sarà Nettuno non molto lontano.

La Luna quasi piena transita vicino Saturno nella costellazione dell’Acquario. il 25 luglio alle ore 00:30 in direzione sud-est.

Luna che arriva all’Ultimo Quarto il 28 luglio e che dallo stesso giorno riprende la stessa sequenza di avvicinamenti dell’inizio del mese con in ordine: Pleiadi, Marte e Giove rispettivamente il 29, 30 e 31. Il 13 luglio la Luna sarà al nodo discente mentre il 26 a quello crescente

Tabelle delle fasi e distanze Luna-Terra

FASE DATA ORE SORGE CULMINA TRAMONTA DISTANZA DIAM. APP.
Luna Nuova 06-lug 00:57 05:39 12:54 21:45 386869 km 1843.6
Primo Quarto 14-lug 00:48 14:09 18:54 00:25 402805 km 1782.1
Luna Piena 21-lug 12:17 21:15 00:57 05:20 371866 km 1939.6
Ultimo Quarto 28-lug 04:51 22:55 –:– 14:20 371416 km 1931.1
FASE DATA
Luna Calante dal 01 al 06
Luna Crescente dal 07 al 21
Luna Calante dal 2 al 31
FASE DATA ORE DISTANZA DIAM. APP.
Apogeo 12-lug 10:12 391953 km 1836.2
Perigeo 24-lug 07:43 364976 km 1974.4

LIBRAZIONI di LUGLIO

Si precisa che, per ovvi motivi, non vengono indicati i giorni in cui i punti di massima
Librazione si discostano dalla superficie lunare illuminata dal Sole.
– 08 Luglio: Massima Librazione mare Australe
– 09 Luglio: Massima Librazione mare Australe
– 10 Luglio: Massima Librazione sud cratere Pontecoulant
– 21 Luglio: Massima Librazione nordovest cratere Pythagoras
– 22 Luglio: Massima Librazione nord cratere Carpenter
– 23 Luglio: Massima Librazione regione polare nord

LA LUNA DI GIUGNO 2024

I pianeti tutti in elongazione ovest rispetto al Sole sorgeranno a partire dall’una di notte all’inizio del mese. Il primo a uscire dall’orizzonte è Saturno ma la Luna lo avrà già incontrato il 31 del mese di maggio. Perciò il giorno 1 la prima congiunzione sarà con Nettuno, il secondo in ordine ad uscire dall’orizzonte.

Il giorno 3, sempre nella seconda parte della notte, una sottile falce di Luna (fase 16%) affiancherà Marte.

03 Giugno

luna del mese - giugno 3
Il giorno 3 Giugno alle 03:51 la Luna con fase 16% incontra Marte molto basso sull’orizzonte ad Est, meno di 10°.

Il giorno 5 una Luna praticamente nuova, bassissima sull’orizzonte e ad Est si posizionerà fra Urano Giove e Mercurio, configurazione prossima al Sole, solo mezz’ora di tempo prima dell’alba.

05 Giugno

luna del mese -05 giugno
La splendida configurazione con Luna Giove Pleiadi Nettuno e Mercurio del giorno 5 giugno. Come mostra l’immagine il Sole sarà già sorto, anche se non completamente, già alle 04:50, e nei minuti precedenti gli oggetti saranno comunque avvolti dalla luce.

Il giorno 6 siamo alla Luna Nuova a cui succederanno le notti favorevoli alle osservazioni del cielo per gli oggetti deep sky.
Dopo la luna nuova si torna a cercare il satellite verso ovest da dove tornerà ad apparire nel tramonto come ancora una piccola falce di Luna già il giorno 10 quando alle 21 (Sole tramontato da poco) sarà alta sull’orizzonte circa 34° ed avrà una fase pari a 12°. Nella costellazione del Cancro dove il satellite stazionerà per quella notte si troveranno nei paraggi anche M44 ammasso del Presepe e M67. Tramonto dopo la mezzanotte.

la luna del mese - 10 giugno
Il giorno 10 una sottile falce di Luna sarà visibile ad ovest nei pressi dell’ammasso M44 (Presepe) e M67. Altezza 25° poco prima delle 22:00.

Dal giorno 10 in poi la Luna tornerà ad apparire sempre più alta nel cielo. Già il giorno 11 arriverà nel Leone vicino a Regolo.
Il giorno 14 Luna al Primo Quarto ma il 15 sarà vicina a Spica nella Vergine con al suo fianco M104 Galassia Sombrero. Dal giorno 19 oramai la Luna apparirà quasi piena ad est nella costellazione dello Scorpione sarà perciò visibile per tutta la notte ed avremo il tempo per osservarla vicino ad Antares, nei pressi anche di M80 e di M4.

19 Giugno

luna del mese - 19 giugno
Il giorno 19 la Luna quasi piena sarà visibile per tutta la notte vicino ad Antares.

A partire dal giorno 21 la Luna non sarà visibile già a partire dal tramonto ma bisognerà attendere per vederla sorgere ad Est a notte iniziata. Il giorno 22 Luna Piena, pochi giorni dopo, il giorno 27 la Luna sarà al perigeo e ciò, in concomitanza con la fase piena, favorirà la sensazione che la Luna possa sembrare più grande.
Sorgendo sempre più tardi nella notte tornerà a farsi trovare poco prima dell’alba nel pressi dell’allineamento dei pianeti incontrando il primo della fila, Saturno, proprio il 27 giugno.

27 Giugno

la luna del mese - 27 giugno
Il 27 Giugno la Luna incontrerà Saturno poco dopo il suo sorgere ad Est. Siamo nella seconda parte della notte, intorno alle 01:45.

Il 28 giugno Luna all’Ultimo Quarto.

Tabelle delle fasi e distanze Luna-Terra

FASE DATA ORE SORGE CULMINA TRAMONTA DISTANZA DIAM. APP.
Luna Nuova 06/07 00:57 05:39 12:54 21:45 386869 km 1843.6
Primo Quarto 14/07 00:48 14:09 18:54 00:25 402805 km 1782.1
Luna Piena 21/07 12:17 21:15 00:57 05:20 371866 km 1939.6
Ultimo Quarto 28/07 04:51 22:55 –:– 14:20 371416 km 1931.1

FASE                 DATA
Luna Calante     dal 01 al 06
Luna Crescente  dal 07 al 22
Luna Calante     dal 23 al 30

FASE     DATA ORE     DISTANZA DIAM. APP.
Perigeo 02/06 09:22 368162      km 1930.7
Apogeo 14/06 15:35 403807      km 1783.2
Perigeo 27/06 13:45 369388      km 1939.4

LIBRAZIONI di GIUGNO

a cura di Francesco Badalotti

Si precisa che, per ovvi motivi, non vengono indicati i giorni in cui i punti di massima Librazione si discostano dalla superficie lunare illuminata dal Sole.

– 01 Giugno: Massima Librazione nord cratere Philolaus
– 07 Giugno: Massima Librazione mare Australe
– 08 Giugno: Massima Librazione mare Australe
– 09 Giugno: Massima Librazione mare Australe
– 10 Giugno: Massima Librazione mare Australe
– 11 Giugno: Massima Librazione mare Australe
– 12 Giugno: Massima Librazione mare Australe
– 13 Giugno: Massima Librazione mare Australe
– 14 Giugno: Massima Librazione sud cratere Rosemberger
– 23 Giugno: Massima Librazione nordovest cratere Pythagoras
– 24 Giugno: Massima Librazione nordovest cratere Pythagoras
– 25 Giugno: Massima Librazione nord cratere Carpenter
– 26 Giugno: Massima Librazione regione polare nord

Librazioni di Giugno Sud-Est

Luna Giugno librazioni Nord

Luna nuova nei primi giorni del mese di maggio favorirà le riprese

3 Maggio

Iniziamo Maggio con la Luna che sorge a sud-est all’ultimo quarto oramai dopo le 3 di notte, nella costellazione del Capricorno, e ritardando sempre più il suo sorgere finiremo già il giorno 3 per scorgerla solo per qualche minuto nelle prime luci del mattino quando sarà vicino a Saturno, tuttavia entrambi troppo vicini al Sole per consentire qualsiasi osservazione. Trascorreranno così delle piacevoli notti “senza Luna” perfette per le osservazioni più impegnative ma a discapito di perdere una congiunzione stretta fra Luna e Marte nell’alba del giorno 5 maggio.

Luna 3 Maggio alle 05:26 a sud-est allineato con Saturno, Nettuno, Marte e Mercurio

12 Maggio

Torneremo a scorgere la Luna ad ovest nelle luci del tramonto il giorno 9 maggio mostrandosi con una sottilissima falce. Le ore di buio con la presenza dell’astro andranno via via aumentando fino al giorno 12 quando la Luna si farà trovare alta nel cielo, a sud-ovest, già al tramonto e molto vicina a Polluce (2° 30′), stella dei Gemelli.

Luna il 12 maggio ore 23:20 congiunzione con Polluce in direzione nord-ovest.

15 Maggio

Passano i giorni e il 15 maggio la luna al Primo Quarto si mostrerà al tramonto del Sole sopra alla stella Regolo della costellazione del Leone fino a scomparire sotto l’orizzonte ad ovest intorno alle 2 della notte.
Nei giorni successivi il nostro satellite ripercorrerà più o meno lo stesso scenario attraversato in aprile fino a raggiungere e superare Spica nella Vergine il giorno 20 già nelle prime ore della sera e spostando lo sguardo stavolta verso sud est.

Luna 16 maggio ore 00:20 direzione Ovest, congiunzione Luna-Regolo

23 Maggio

La Luna Piena si potrà ammirare nella sera del 23 maggio quando sorgerà a Sud Est molto vicina ad Antares (2°50′), stella dello Scorpione.

Luna 24 maggio ore 00:20 congiunzione Luna Piena – Antares, direzione Sud.

I pianeti ancora tutti posizionati molto vicino al Sole non favoriranno l’osservazione di alcuna congiunzione. Un vero peccato che si pensa che il satellite nelle prime ore dell’alba transiterà molto vicino a Saturno, Marte e Mercurio rispettivamente il 4,5 e 6 maggio ma come abbiamo anticipato, il Sole non sarà purtroppo molto distante e il tutto avverrà nella luce, seppur tenue, dell’alba.

Tabelle delle fasi e distanze Luna-Terra

FASE DATA ORE SORGE CULMINA TRAMONTA DISTANZA DIAM. APP.
Ultimo Quarto 01-mag 13:27 02:42 07:22 12:03 375769 km 1893.2
 Nuova 08-mag 05:21 05:49 12:30 21:08 366059 km 1942.4
Primo Quarto 15-mag 13:47 12:24 19:00 02:21 399569 km 1806.4
 Piena 23-mag 15:53 22:55 00:35 05:12 393033 km 1836.9
FASE DATA
Calante dal 01 al 08
Crescente dal 09 al 23
Calante dal 24 al 31
FASE DATA ORE DISTANZA DIAM. APP.
Perigeo 06/05 00:10 363164 km 1951.6
Apogeo 17/05 20:59 404176 km 1789.3

Ad ovest l’8 aprile Luna e Giove non vicinissimi accompagnati da Urano

ma probabilmente si parlerà solo dell’eclissi!

All’inizio del mese di Aprile la Luna sorgerà nelle ultime ore della notte quando l’alba ne nasconderà in poco meno di un’ora la visuale. Seguiranno notti senza Luna che attraverserà la fase di Luna Nuova il giorno 8 aprile.

Il 10 Luna – Giove

Per riscoprire nuovamente il satellite dovremo attendere il giorno 10 quando intorno alle 20 la potremo ammirare ad ovest vicino Giove (4° ovest) ed immersa nella luce del tramonto.

Luna e Giove il giorno 10 immersi nel tramonto, quindi ad ovest, 4° di distanza.

Dal giorno 11 in poi e per i giorni successivi la Luna si allontanerà dal pianeta aumentando pian piano la sua fase ed anticipando sempre più la sua altezza in cielo al momento del tramonto del Sole. Sarà quindi sempre più facile scorgerla ad ovest nelle sere e via via per parte della notte.

Il 15 Luna – Polluce

Attraversando il Toro, senza avvicinarsi troppo ad Aldebaran arriverà nell’Auriga il giorno 12, nei pressi della stella Elnath finchè il giorno 15 con Luna al primo quarto non comparirà al tramonto del Sole molto vicino a Polluce, poco più di 2°.

Il giorno 15 la Luna transiterà molto vicino a Polluce, solo 2°, a Sud.

Le giornate si stanno allungando e per le prime ore di buio bisognerà aspettare sin dopo le 20 e 30.

Il 18 Luna – Regolo

Nei giorni successivi la Luna attraverserà la costellazione del Cancro che, come sappiamo, è priva di stelle di particolare nota, puntando direttamente verso Regolo, la stella alfa della costellazione del Leone, che raggiungerà il giorno 18 aprile (3° e 15′). La Luna inizierà inoltre ad apparire sempre più spostata verso est.

Il 27 Luna e Antares

Saltiamo al 22 aprile quando la Luna sarà visibile ad Est già immersa nelle luci del tramonto molto vicina a Spica (3° 53′) stella principale della costellazione della Vergine, per rimanere poi ben visibile per tutto il corso della notte fino all’alba. Certo non un grande aiuto per le osservazioni di profondo cielo ma molte ore utili invece per chi è alle prese proprio con gli scatti dedicati al satellite. Attenzione però la Luna il giorno 25 sarà oramai piena, le riprese della superficie mostreranno quindi poche ombre dei crateri.
Il giorno 27 il nostro satellite, che ora sorge sempre più tardi nello ore serali e prima notte, transiterà vicino Antares.


Con i pianeti quasi tutti immersi nella luce del Sole e posizionati a distanze minime da esso, poche occasioni ci concederanno per scatti gradevoli.

Al Limite
Immersi nelle luci dell’alba potremo forse provare a catturare due avvicinamenti fra Luna e Saturno e Luna e Venere rispettivamente nelle mattine del 6 e 7 aprile. Ma stiamo davvero parlando di pochissimi minuti con una esigua falce di Luna.

Tabelle delle fasi e distanze Luna-Terra

FASE DATA ORE SORGE CULMINA TRAMONTA DISTANZA DIAM. APP.
Ultimo Quarto 02-apr 05:14 03:16 07:33 11:47 380330 km 1868.6
 Nuova 08-apr 20:20 06:29 19:04 19:37 358878 km 1972.3
Primo Quarto 15-apr 21:13 11:22 18:37 02:41 391137 km 1846.1
 Piena 24-apr 01:48 20:50 01:07 06:15 399979 km 1807.7
FASE DATA
Calante dal 01 al 08
Crescente dal 09 al 254
Calante dal 26 al 30
FASE DATA ORE DISTANZA DIAM. APP.
Perigeo 07/04 19:53 359464 km 1966.2
Apogeo 20/04 04:09 405608 km 1789.0

Simpatica configurazione il 14 marzo con Pleiadi-Luna-Urano-Giove allineati in verticale ad ovest. Il 25 eclissi di Luna di penombra ma dall’Italia non sarà visibile

In marzo saltiamo i primi giorni e arriviamo direttamente all’08 marzo quando, come anticipato, ci attende un incontro fra Luna e Venere leggermente più favorevole rispetto al mese precedente.

La distanza minima pari a 3.3°S è prevista per le 19:53 quando entrambi saranno sotto l’orizzonte precedendo il Sole del tramonto. Meglio tentare la mattina dello stesso giorno, intorno alle 06:00 quando una finestra di circa 20 minuti ci consentirà di catturare la Luna all’8.8% in un triangolo coinvolgendo anche Marte.

Triangolo Luna-Venere-Marte il giorno 08 marzo alle poco dopo le ore 06 nella luce del crepuscolo. Falce di Luna a 8,8%. Immagine https://theskylive.com/

Il 14 marzo intorno alle 22:00 sarà interessante osservare quasi in linea verticale ad Ovest in ordine dall’alto verso il basso: le Pleiadi, la Luna 17.8%, Urano e vicino all’orizzonte Giove a più o meno sei gradi di distanza l’uno dall’altro.

Curiosa configurazione ad ovest il giorno 14 marzo alle ore 22. Con Giove in basso primo della fila a seguire Urano, Luna e Pleiadi. Distanza media circa 06 gradi. Immagine https://theskylive.com/

Il 20 marzo l’equinozio di primavera ci avrà donato giornate più lunghe ma anche notti più corte. Nulla di particolare da segnalare fino a saltare direttamente al giorno 25 marzo che vedrà la Luna interessata da un’Eclisse Parziale di Penombra. Purtroppo come mostrato anche nell’immagine, l’eclisse non sarà visibile dall’Italia se non per qualche minuto prima del tramonto del satellite e giorno oramai fatto.
L’inizio dell’ingresso della Luna nella sezione di penombra della Terra è previsto per le 5:53 UTC+1 mentre il satellite scomparirà sotto l’orizzonte ad Ovest, quindi subito dopo già alle 06:10 UTC+1.

Tabelle delle fasi e distanze Luna-Terra

FASE DATA ORE SORGE CULMINA TRAMONTA DISTANZA DIAM. APP.
Ultimo Quarto 03-mar 16:23 01:16 05:49 10:09 390254 km 1831.0
 Nuova 10-mar 12:57 06:42 12:32 18:28 357007 km 1978.1
Primo Quarto 17-mar 05:10 10:32 17:54 02:03 386947 km 1862.8
 Piena 25-mar 08:00 18:48 06:11 07:44 405717 km 1788.0
FASE DATA
Calante dal 01 al 10
Crescente dal 11 al 25
Calante dal 26 al 31
FASE DATA ORE DISTANZA DIAM. APP.
Perigeo 10-mar 08:05 356894 km 1978.1
Apogeo 23-mar 16:15 406295 km 1788.4

Nei primi 10 giorni di febbraio ben 5 congiunzioni interessano la Luna. Andiamo a vederle nel dettaglio

Si inizia il primo giorno (01 febbraio) quando la Luna incontra Spica, astro principale della Costellazione della Vergine. L’avvicinamento sarà visibile già nelle ore notturne verso est, ed alle 05:48, fine della notte astronomica, saranno distanti poco più di 2°. Il massimo della congiunzione è previsto alle 08:44 a 1.7°N.
Il giorno 03 la Luna è già all’ultimo quarto, nei giorni successivi quindi, in prossimità delle altre congiunzioni si presenterà come una falce sempre più sottile, ottima per favorire gli scatti.

Luna – Spiga la mattina del 02 febbraio intorno alle 06:00. La luce de Sole lascerà ancora per poco libero il campo. Direzione Sud-Ovest, altezza orizzonte circa 20°.

Il giorno 05 febbraio la Luna avvicina Antares, questa volta nello Scorpione, il massimo è previsto a notte inoltrata, ore 01:52 con separazione addirittura 0.6°N, purtroppo in quel momento gli astri saranno sotto l’orizzonte. Li si potrà scorgere vicini solo poco prima delle 04:00 quando compariranno a ES

Luna e Antares molto bassi sull’orizzonte intorno alla 4:30 del mattino del 5 febbraio a SSE.

Dopo due giorni, il 07 febbraio, è la volta di Venere, la congiunzione fra il satellite e il pianeta splendente mancava da un pò, niente di speciale però perché i due oggetti saranno già tramontati per il massimo previsto alle 19:53 a più di 5° S di distanza. Meglio sperare nella posizione del mattino quando i due astri appariranno allineati rispetto alla linea di orizzonte già alle 06:00. La tenue luce dell’alba, la falce di Luna sottile (appena 12,6%) e la luminosità del pianeta potrebbero dar vita ad un bel quadro. A marzo la situazione migliorerà.

Accenno di congiunzione fra Venere – Luna difficile da osservare perchè molto basso sull’orizzonte poco prima dell’alba del 7 febbraio.

Il giorno 08 passiamo a Marte e Mercurio insieme, in un triangolo con i due pianeti ai vertici in alto e la Luna nel vertice in basso. Consapevoli però che ci stiamo approssimando al Sole ed alla Luna Nuova, il massimo della congiunzione è previsto per le 07:32 con 4.2S° di distanza fra Luna e il pianeta rosso, e 3.2°S con Mercurio, e prima ci sarà davvero poco margine, solo una cinquantina di minuti fra il sorgere della Luna (più in basso rispetto a Marte) e il massimo.

Nella simulazione la Luna con Marte e Mercurio dopo aver in lontananza lasciato Venere. Alle 07:20 circa il Sole avrà già fatto capolino e la Luna apparirà come una piccola falce. Osservazione non facile ma stimolante con una finestra molto piccola, solo qualche decina di minuti, prima dell’alba.

Il 09 febbraio arriva la Luna Nuova che si trasformerà in una sottilissima nuova falce (solo 1,6%) nell’incontro l’11 con Saturno. Il massimo è previsto alle 01:39 ma i due astri saranno sotto l’orizzonte.

Saltiamo al giorno 15 con la Luna che sorgerà intorno alle 10:00 del mattino già molto vicina a Giove. Nel corso della giornata purtroppo la distanza continuerà aumentare ma i due astri saranno abbastanza vicini (circa 4° N) anche per tutta la sera fino a dopo la mezzanotte.

Luna Giove nella sera del 15 febbraio accompagnati dal Urano verso Ovest.

Per consolarci potremo puntare sempre sulle amate Pleiadi, il giorno 16, ad una distanza minima media di 0.6°S visibili per tutta la notte.

Luna Pleiadi il giorno 16 in direzione Ovest, ore circa 22:00.

Il 21 febbraio sarà favorevole anche l’avvicinamento a Polluce, visibile per tutta la notte ad una distanza di circa 1.6°S. Il 24 la Luna Piena si avvicinerà a Regolo a 3.6°N ma probabilmente la forte luce dell’astro coprirà la tenue luminosità della stella.

FASE DATA ORE SORGE CULMINA TRAMONTA DISTANZA DIAM. APP.
Ultimo Quarto 03-feb 00:18 01:12 06:15 11:04 394498 km 1811.3
 Nuova 09-feb 23:59 07:17 12:05 16:55 361239 km 1951.6
Primo Quarto 16-feb 16:01 10:27 17:19 00:46 377032 km 1905.8
 Piena 24-feb 13:30 17:53 00:09 07:09 405423 km 1793.3
FASE DATA
Calante dal 01 al 09
Crescente dal 10 al 24
Calante dal 25 al 29
FASE DATA ORE DISTANZA DIAM. APP.
Perigeo 10-feb 19:49 358086 km 1966.1
Apogeo 25-feb 15:59 406311 km 1788.4

A Gennaio Luna e Pleiadi

Luna, illuminata all’84.3%, molto vicina alle Pleiadi, con cielo leggermente velato; assieme di due immagini riprese su montatura equatoriale a Sella dei Generali, Coli (PC). Crediti: Fausto Lubatti

Lo scatto di Fausto Lubatti immortala Luna e Pleiadi nel mese di Ottobre. A gennaio le distanze saranno molto più strette fino a toccarsi

Archiviato il 2023 dedichiamoci al nuovo anno ricchi di buoni propositi giusto? Gennaio è un po’ come settembre, si fanno progetti e si inizia a pensare già alle attività primaverili con nuove sfide magari sfruttando quel nuovo accessorio che da tanto avreste voluto acquistare..
Va bene, va bene, torniamo a noi, al concreto.
La Luna inizia il mese di gennaio 2024 in fase calante, raggiungerà l’ultimo quarto il 4 e poi una falce sempre più sottile caratterizzerà il cielo per la prima decade. Nel frattempo però non potremo confidare in congiunzioni troppo strette. La Luna incontrerà il giorno 05 Spica ad una distanza di 2° nord e tre giorni dopo Antares, spettacolo all’alba intorno alle 05:00 del mattino ma le giornate ancora molto corte consentiranno un buio accettabile. Nelle stesse ore, quindi sempre l’08 gennaio all’alba, sopra i due astri ci sarà Venere, ma a distanze di circa 5° sud, insomma ampi campi per le inquadrature.

Superiamo la Luna Nuova l’11 per vedere comparire la nuova e piccolissima falce di Luna il giorno 14 nei pressi di Saturno, giusto poco più di un’ora prima che il satellite tramonti intorno alle 19 e 30. I due ballerini saranno a OSO con la Luna più in basso e Saturno sopra a circa 2.2° di distanza a circa 15° sull’orizzonte.

Congiunzione Luna – Saturno il 14 gennaio ad ovest ore 17:00. Crediti: https://theskylive.com/

Le settimane scorrono tranquille con il passaggio della Luna, oramai al primo quarto quindi in piena fase crescente, nei pressi di Giove. Sarà la sera del 18 intorno alle 21 Luna e Giove saranno distanti circa 3° gradi, ma si lasceranno ammirare ancora per qualche ora sino al tramonto poco dopo la mezzanotte.

Il giorno 18 Congiunzione Luna e Giove a circa 3° di distanza, alle 18 altezza sull’orizzonte 50°. Crediti: https://theskylive.com/

Un paio di giorni dopo il satellite si immergerà quasi totalmente nelle Pleiadi, ad una distanza di soli 0,8° raggiunta in pieno giorno ma la sera del 20 a partire dal tramonto del Sole fino a circa l’una di notte saranno ancora molto alti nel cielo. Parecchie ore utili quindi per cercare lo scatto perfetto.

20 Gennaio congiunzione stretta Luna-Pleiadi. Visibile già dal tramonto del Sole. ll massimo dell’avvicinamento nelle ore diurne, alle 13 al sorgere della Luna ad Est. https://theskylive.com/

La Luna piena sarà il 25 gennaio con pochi passaggi interessanti sul finire del mese.

FASE DATA ORE SORGE CULMINA TRAMONTA DISTANZA DIAM. APP.
Ultimo Quarto 04/01 04:30 00:13 06:12 11:55 401578 km 1784.2
 Nuova 11/01 12:57 07:59 12:22 16:44 367027 km 1920.5
Primo Quarto 18/01 04:52 11:29 17:45 00:30 373837 km 1920.9
 Piena 25/01 18:53 16:50 23:52 07:44 399019 km 1824.4
FASE DATA
Calante dal 01 al 11
 Crescente dal 12 al 25
Calante dal 26
FASE DATA ORE DISTANZA DIAM. APP.
Apogeo 13/01 11:35 362446 km 1948.0
Perigeo 29/01 09:13 405711 km 1785.5

Il mese di dicembre si apre con la Luna coinvolta in una serie di congiunzioni, non troppo strette a dire il vero, rispettivamente con tre stelle molto luminose e ravvicinate della volta celeste: Polluce nella costellazione dei Gemelli, Presepe nel Cancro e Regolo del Leone. Le congiunzioni si susseguiranno nell’ordine il 01 quando il satellite sarà a 1,6° Sud da Polluce, il 02 quando sarà la volta del Presepe a 3.6° Nord, ed infine il 03 con Regolo a 4.0° N. Per osservare la serie di passaggi ravvicinati le ore migliori saranno quelle dell’alba ma considerando le giornate molto corte ciò non costringerà l’osservatore ad improbabili alzatacce, essere pronti poco prima delle 05:00 sarà sufficiente, forse per l’ultimo appuntamento sarà meglio fissare la sveglia qualche ora prima.

Luna – Polluce 01 dicembre ore 05:00 direzione SW https://theskylive.com/

Luna – Presepe 02 dicembre ore 05:00 direzione SW https://theskylive.com/

Luna – Regolo 03 dicembre ore 05:00 direzione S https://theskylive.com/

La configurazione di inizio mese si ripeterà quasi identica anche nei 4 giorni prima del 31 Dicembre, agognato capodanno che segna la fine del 2023 quando le distanze saranno leggermente migliorate.
Nel resto del mese la Luna affronterà le sue 4 fasi senza l’occasione di ripeterne alcuna come invece era accaduto in settembre per la Luna Piena registrata due volte nei trenta giorni.
La Luna Nuova del 12 Dicembre sarà complice di quegli avventurieri che vorranno sfidare le temperature pungenti per perdersi ad ammirare il fascio delle Geminidi il cui massimo è previsto la notte del 14. Con un po’ di fortuna e con un cielo sgombro da nuvole, nella quasi totalità di buio non dovremo attendere molto prima di individuare almeno una stella cadente.

Con la Luna invece diretta verso il Primo Quarto e vicina al Perigeo potremo programmare uno scatto interessante del transito del satellite vicino a Saturno con distanza 2.5°S, bene ma non benissimo e la situazione non migliorerà molto per il passaggio della Luna vicino all’altro gigante gassoso Giove previsto per la notte del 22.

Luna – Giove 22 dicembre ore 20:00 direzione Sud https://theskylive.com/

Il vero incontro interessante probabilmente sarà quello del 24 dicembre con le Pleiadi con una distanza media prevista di soli 1.1° Sud ma resta indispensabile il forse per due motivi: la Luna sarà infatti quasi piena e il bagliore potrebbe rendere difficile immortalare nello stesso scatto le sette sorelle e il satellite e, per qualcuno sarà probabilmente difficile abbandonare la cena di Natale per dedicarsi alla propria passione, il rischio è che si scateni un putiferio!

Luna – Pleiadi 24 dicembre ore 17:00 direzione Est https://theskylive.com/

FASE DATA ORE SORGE CULMINA TRAMONTA DISTANZA DIAM. APP.
Ultimo Quarto 05/12 06:49 06:18 12:57 404325 km 1776.4
 Nuova 13/12 00:32 08:15 12:35 16:47 375230 km 1879.1
Primo Quarto 19/12 19:39 12:16 00:50 00:50 369692 km 1933.3
 Piena 27/12 01:33 16:54 00:12 08:20 391537 km 1860.1
FASE DATA
Calante dal 01 al 05
Crescente dal 07 al 27
Calante dal 28
FASE DATA ORE DISTANZA DIAM. APP.
Apogeo 04/12 19:42 404346 km 1783.3
Perigio 16/12 19:53 367888 km 1921.5

Novembre Luna e Venere al mattino

Nel mese di Novembre la Luna in fase calante e diretta verso l’ultimo quarto sorgerà intorno alle 20 e 30 per rimanere visibile per quasi tutta la notte. Il giorno 3, intorno alle 22 la scorgeremo vicino a Castore e Polluce, subito sotto ai due gemelli.

Congiunzione Luna-Castore-Polluce del 03 novembre ore 23:45. Crediti https://theskylive.com/

Il giorno 9, sorgerà la mattina poco dopo le tre accompagnata da Venere. Lo spettacolo sarà gradevole con la Luna ridotta oramai quasi ad uno spicchio tenue (porzione visibile 18,5).
Sopra la Luna e subito sotto Venere i due astri saranno distanti circa 2°. Nel corso della giornata, quando oramai però saranno avvolti nella luce diurna, Venere e Luna continueranno ad avvicinarsi finché la seconda non finirà per coprire la prima in un’eclisse accessibile ahinoi a pochi dotati della giusta attrezzatura.

Congiunzione Luna Venere facile da individuare all’alba del 9 novembre. I due astri si avvicineranno sempre di più fino a dar vita ad un’eclisse nelle ore diurne. Crediti https://theskylive.com/

L’eclissi di Venere coperta dallo spicchio di Luna inizierà alle ore 09:06 (per un osservatore situato a Roma) e ci concluderà alle ore 14:07.

Inizio dell’eclissi di Venere ore 09:06 del 09 novembre con il Sole già alto in cielo. I due astri saranno in direzione Sud nella costellazione della Vergine. Altezza dall’orizzonte circa 50° gradi. Crediti https://theskylive.com/

Venere esce dal dietro la parte in ombra delle Luna alle ore 14:17 del 09 novembre. Crediti: https://theskylive.com/

Nei giorni successivi poco la Luna Nuova si nasconderà per quasi tutto il tempo nella luce diurna ma sarebbe interessante osservare lo splendido quintetto formato da Mercurio,
Antares, Marte, Luna e Sole tutti stretti in pochi gradi.

Purtroppo in luce diurna alle 15 del giorno 13 novembre affollato allineamento: Luna, Mercurio, Antares, Marte e Sole. https://theskylive.com/

Il satellite uscirà dalla morsa del giorno intorno il 17 quando inizierà a scorgersi nelle prime luci della sera, stiamo parlando di orari pomeridiani, le giornate si riducono infatti sempre di più tanto che alla fine del mese avremo pochissime ore di luce.

Quando riapparirà verso ovest la Luna sarà visibile al 14% circa e seguita da vicino da Plutone che sia avvicinerà ancora di più il giorno successivo.
Ritardando sempre di più il suo tramontare la Luna il giorno 20 sarà vicino a Saturno che non lascerà fino al tramonto, prima della mezzanotte, la Luna sarà al primo quarto.

Ore 21:20 circa del 20 novembre, Luna e Saturno in congiunzione stretta poco più di due gradi. Direzione Sud-Ovest Altezza da terra circa 22 gradi. https://theskylive.com/

Inizia con questo passaggio la serie di congiunzioni fra Luna e i pianeti. Dopo appena due giorni infatti, il 22 sarà la volta di Luna e Nettuno, poi dopo ancora altri due giorni, il 24 di Luna e Giove e infine il 26 la Luna si muoverà nei pressi di Urano.
Il momento migliore per catturare Luna e Giove sarà però il 25 al loro sorgere, intorno alle 17 e 30 in direzione est, mentre per Luna e Urano, sarebbe meglio svegliarsi all’alba del 26 con i due astri ad ovest. Ricordiamo che gli astri in questo periodo dell’anno sono molto bassi sull’orizzonte.

Congiunzione Luna Giove il 25 novembre ore 17:20 circa ad Est, poco dopo il tramonto del Sole. Altezza sull’orizzonte circa 20° e distanza apparente 2°. Crediti https://theskylive.com/

FASE DATA ORE SORGE CULMINA TRAMONTA DISTANZA DIAM. APP.
Ultimo Quarto 05/11 09:37 23:32 06:16 13:48 402114 km 1790.3
 Nuova 13/11 10:27 06:59 11:57 16:42 388251 km 1819.0
Primo Quarto 2011 11:50 13:23 18:36 23:55 370740 km 1926.0
 Piena 27/11 10:16 16:29 23:35 07:22 378852 km 1922.4
FASE DATA
Calante dal 01 al 13
Crescente dal 14 al 27
Calante dal 28
FASE DATA ORE DISTANZA DIAM. APP.
Apogeo 06/11 21:49 404569 km 1777.0
Perigio 21/11 21:02 369819 km 1937.0

Ottobre e Luna subito in congiunzione

Il decimo mese dell’anno si apre con una gradita congiunzione fra Luna in fase calante (il mese di settembre si è chiuso con la Luna piena del 29) e Giove. I due astri saranno vicini circa 3° gradi, già a partire dal loro sorgere, intorno alle 20 e 30 per il centro Italia, con il satellite che sovrasterà il pianeta per tutta la durata della notte, fino all’alba. Le giornate sempre più corte favoriranno l’osservazione sin da subito con la luce del crepuscolo abbastanza lontana, il Sole tramonterà intorno alle 19.

Congiunzione Luna-Giove domenica 01 Ottobre ore 22:00 Roma https://theskylive.com/

Il giorno successivo, 2 ottobre, un’altra configurazione interessante, Luna e Pleiadi nella costellazione del Toro, ben visibile nel periodo autunnale, 3 gradi circa anche per questa opportunità. Il satellite e l’ammasso M45 saranno sin dal sorgere affiancati in orizzontale per avvicinarsi sempre di più durante la notte, il massimo si posiziona intorno alle 3 del mattino successivo. In allineamento con a sinistra le Pleiadi e al centro la Luna, a destra ci sarà Urano, pacifico e sornione.

Congiunzione Luna – Pleiadi ore 22:00 02 ottobre 2023 Roma https://theskylive.com/

Nei giorni successivi la Luna all’ultimo quarto, che sorgerà in ore sempre più tardi, scivolerà nella costellazione del Toro per collocarsi il 7 fra i due gemelli Polluce e Castore.

Giunti all’11 ottobre sarà necessario volgere il telescopio verso est per sorprendere il satellite aggirarsi intorno a Venere. La fase quasi terminata e vicina alla Luna Nuova consentirebbe uno scatto piacevole ma non vi aspettate vicinanze troppe strette, sarà comunque una bella sfida catturare Luna – Venere – Regolo intorno alle 4. Il Sole sorgerà solo 2 ore e mezzo dopo.

Luna- Regolo Venre 11 Ottobre 2023 ore 04:00 Roma molto bassi sull’orizzonte https://theskylive.com/

Intorno al 17 finalmente torneremo a scorgere il satellite verso ovest poco prima e dopo il tramonto e l’accesso agli scatti continuerà a migliorare fino al 19 quando oramai la Luna, in Sagittario e in fase crescente, tornerà ben alta nel cielo già al tramonto.
Evento interessante che vale il tentativo di una foto panoramica la congiunzione fra Luna e Saturno (mag. 0,7) del 24 ottobre. I due astri saranno già alti nel cielo al tramonto e scompariranno sotto l’orizzonte solo a notte inoltrata.

Luna Saturno congiunzione il 24 ottobre ore 00:00 Roma https://theskylive.com/

Nei giorni successivi, la Luna, dopo aver affiancato Nettuno, si dirigerà di nuovo verso Giove, completando il suo periodo. Il 29 Giove e Luna danzeranno uno rispetto all’altro per tutta la notte senza avvicinarsi mai troppo, inoltre la Luna avrà da poco superato la fase piena quindi tanta luminosità in cielo. Condizioni non facili.

FASE DATA ORE SORGE CULMINA TRAMONTA DISTANZA DIAM. APP.
Ultimo Quarto 06/10 15:47 23:35 06:01 15:00 395056 km 1821.1
Nuova 14/10 19:55 06:53 12:07 18:26 399435 km 1771.7
Primo Quarto 22/10 05:29 15:15 19:51 –:– 373091 km 1917.9
 Piena 28/10 22:24 17:56 00:11 06:57 386953 km 1982.0
FASE DATA
Calante dal 01 al 06
Crescente dal 07 al 22
Calante dal 03 al 31
FASE DATA ORE DISTANZA DIAM. APP.
Perigeo 26/10 02:52 364902 km 1986,1
Apogeo 10/10 03:41 405396 km 1758.0

La Luna Blu, la Congiunzione Luna – Saturno e la Luna di Settembre

La Luna Blu

Al contrario di ciò che si potrebbe pensare la Luna Blu non ha nulla a che vedere con il suo colore, sono rarissimi i casi in cui le condizioni atmosferiche favoriscono un colore freddo all’altro al sorgere.

Quindi seconda Luna Piena il 31 agosto prevista per le 03:35 per questo sarà più facile ammirarla già dal giorno precedente (30 agosto).

Congiunzione Luna-Saturno

Solo 3° e 21′ primi di distanza fra Luna e Saturno il 30 agosto. Già dal sorgere di entrambi, intorno alle 21:00 orario di Roma, i due astri saranno molto vicini, ma probabilmente abbastanza lontani per consentire la vista di entrambi.
La Luna sarà al 97% di fase, quindi particolarmente luminosa.
Al culmine, intorno alle 01:35 i due astri saranno a circa 35° gradi sopra l’orizzonte.

Sguardo a SudSudEst nella costellazione dell’Acquario.

Congiunzione Luna-Saturno 30 agosto ore 22:00 di Roma

Meno spettacolare il primo dei mesi autunnali per la Luna ma che sarà darci comunque delle soddisfazioni. Primo appuntamento interessante il 4 settembre nella tarda notte quando Luna e Giove, si avvicineranno quasi allineati in orizzontale. Fase delle Luna 80%, altezza sull’orizzonte alle 23 circa 12° e distanza fra gli astri poco più di 3°. Nel corso della notte però essi tenderanno ad allontanarsi sempre di più, meglio cercare di riprenderli appena sorti.

La sera successiva segnaliamo una Luna al 70% avvicinarsi moltissimo alla Pleidi già dal sorgere (dopo le 22:00) fino a circa la mezzanotte, scavallato il giorno infatti i due oggetti tenderanno ad allontanarsi.

Il 9 settembre, ma sarebbe meglio dire la mattina dell’10 settembre dopo l’una la Luna sorgerà a Nord-Est già in compagnia di Polluce, la seconda delle stelle per importanza e luminosità della costellazione dei Gemelli. Distanza minima intorno ai 2°.

La mattina del giorno 13, poco prima del sorgere del Sole, sarà possibile scorgere nel cielo ancora abbastanza scuro Venere solidamente posizionata ad Est e a Nord-Est poco sopra l’orizzonte una minuscola falce di Luna del 4% appena. Non si tratta di una congiunzione stretta ma potrebbe essere una sfida per astrofotografi paesaggisti.

La mattina successiva, ancora più arduo perché ancora più a ridosso del sorgere del Sole, saremo già alle 6 del mattino, fra Luna molto bassa e Venere già alto farà capolino Mercurio.

A partire da metà mese potremo tornare ad ammirare la Luna nella sera ma essendo nuova dovremo attendere ancora qualche giorno perché si mostri. Peccato perché proprio il 16, anche se molto vicino al tramontare del Sole, dubito dopo le 19, Luna e Marte si renderanno partecipe di una strettissima  congiunzione, con inizio a meno di un grado ed in occultazione parziale al momento del tramonto.

Luna e Saturno ci riprovano il giorno 26 ben alti sull’orizzonte già alle 22:00, visibili per quasi tutta la notte la distanza, che resterà intorno ai 3° gradi andrà via via diminuendo. Fase della Luna 82%.

Il mese per la Luna si chiude il giorno 27 con un avvicinamento a Nettuno. Luna quasi piena e scatti non semplici a causa delle notevole differenza di luminosità.

Fase Data Ore Sorge Culmina Tramonta Diam App Distanza Terrakm
Ultimo Quarto 07/09 00:21 23:54 06:22 15:19 1839.2 390676
Nuova 15/09 03:40 06:58 12:49 19:43 1754.9 404449
Primo Quarto 22/09 21:32 14:40 18:02 23:11 1871.9 381271
Piena 29/09 11:57 19:08 23:27 06:49 2013.0 360579
 Calante dal 01 al 15
 Crescente Dal 16 al 29
 Calante Dal 30
Apogeo 12/09 15:42 1753.6 406066
Perigeo 28/09 01:04 2013.8 359927

Ben due pleniluni per agosto e la Luna più grande di tutto il 2023

Per il mese di Agosto la Luna ci riserva momenti di intenso spettacolo. Già il giorno 2 del mese la concomitanza fra due fattori, una Luna quasi al perigeo (molto vicina alla Terra) e la fase piena, darà origine alla seconda occasione per quest’anno (la prima è stata in Luglio) per ammirare la SuperLuna, la più grande di tutto il 2023 con ben 2019.8 secondi d’arco di grandezza apparente. Come per l’evento di luglio, bel tempo permettendo, sarà il momento per dare vita a scatti romantici caratterizzati da una Luna particolarmente rossa. Meglio pianificarli con anticipo! La Luna sorgerà alle 21:27 per un osservatore sito in Roma. Sullo sfondo a fare da cornice le costellazioni del Capricorno a destra e l’Aquario a sinistra. Nella foto panoramica potrebbe trovare spazio anche Saturno che sorge più o meno alla stessa ora e posto a circa 10° di distanza verso Est dal nostro satellite.

La Luna il 2 agosto alle ore 22:00 https://theskylive.com/

La vicinanza non troppo stretta fra Luna e Saturno si ripete la sera successiva il 3, questa volta con il pianeta collocato sopra al satellite spostato verso sud. La distanza si riduce leggermente arrivando sino a poco più di 7 gradi.

La mattina del 4 agosto, una luna non più piena ma con fase al 93% sorge poco dopo le 22:30 nella costellazione dei Pesci accompagnata da Nettuno, piccolo puntino luminoso in alto in direzione Est rispetto al satellite, distanza 4° e 30’ circa. La situazione migliora leggermente nella tarda notte, dopo le 03:00 del mattino successivo quando gli astri si avvicineranno fino a 3° e 30’ di distanza.

Nella notte, a cavallo fra il giorno 7 e 8 agosto altro incontro della Luna questa volta con il gigante Giove. La Luna, oramai al 55,7% di fase si alzerà dall’orizzonte intorno alla 23:30 ma dovremo aspettare ancora qualche minuto per vedere sorgere anche Giove. Trascorsi i 30 minuti dopo la mezzanotte i due astri saranno entrambi ben visibili in cielo e partiranno da una distanza di circa 4° e 28’ per poi via via avvicinarsi sempre più sino a meno di 3° di separazione intorno alle 3 del mattino. Massimo avvicinamento poco dopo le 8 del mattino ma a quell’ora il Sole sarà già alto.

La sera dell’8, o sarebbe meglio dire la notte dell’8 oramai superata la mezzanotte, la Luna e Giove si saranno oramai allontanati ma la visione potrebbe essere ugualmente avvincente soprattutto sotto un cielo con un buon seeing. In pochi gradi quadrati e piuttosto allineati troveremo in ordine da est verso sud: le Pleidi, La Luna sfiorata in basso da Urano, e Giove.

Nelle notti dal 10 agosto “San Lorenzo”, notte delle stelle cadenti, fino al 13 agosto, quando si prevede il massimo dello sciame, la Luna sarà dalla nostra parte sorgendo sempre più tardi, ben oltre la mezzanotte e riducendo via via sempre più la porzione visibile illuminata dal Sole. Il giorno 13 la Luna avrà fase di solo il 10%, praticamente una piccolissima falce.

Nel mese di Agosto le giornate si saranno già un po’ accorciate e il 18 si potrebbe azzardare l’osservazione di una minuscola falce di Luna (2,2%) ad ovest di Marte con subito sotto Mercurio. Il Sole sarà tramontato da poco, insomma dovremmo trovarci in una condizione di cielo davvero molto limpido e un orizzonte ad ovest totalmente scoperto.

Il resto del mese trascorrerà senza particolari note fino ad arrivare al 30 quando, oramai quasi di nuovo piena 97% si imbatterà nuovamente in Saturno, entrambi visibili già interno alle 21 e con distanza pari a 3° e 21’. Alle 21 la Luna sarà alta sull’orizzonte 13° e Saturno 16°.

Chiusura del mese con la seconda Luna Piena  di Agosto generalmente detta Luna Blu. Al contrario di ciò che si potrebbe pensare la Luna Blu non ha nulla a che vedere con il suo colore, sono rarissimi i casi in cui le condizioni atmosferiche favoriscono un colore freddo all’altro al sorgere.

Fase Data Ore Sorge Culmina tramonta Diam. Apparentearcsec Distanza Terra km
Luna Piena 01/08 20:31 20:51 00:36 05:03 2010.2 359014
Ultimo Quarto 08/08 12:28 –:– 05:59 14:06 1889.1 380062
 Nuova 16/08 11:38 05:59 12:43 20:36 1751.3 406519
Primo Quarto 24/08 11:57 14:31 18:21 23:40 1851.3 386265
 Piena 31/08 03:35 20:20 01:15 06:40 2026.2 357247
 Calante dal 01 al 16
 Crescente dal 07 al 31
Perigeo 01/08 05:51 2010.2 359014
Perigeo 31/08 15:50 2026.2 357247
Apogeo 16/08 11:54 1751.3 406519

Ripartiamo in luglio con la Luna solitaria come agli inizi di Giugno ma con un appuntamento particolare il 3 Luglio.

Segnate sul calendario 3 Luglio: SUPERLUNA

La superluna è un fenomeno ottico che si verifica quando due fattori sono concomitanti. La Luna, che non cambia mai dimensione reale ma solo apparente, in alcuni periodi dell’anno sembra più grande e più rossa rispetto al solito. Si tratta del risultato della combinazione di due eventi. Il primo è la Luna Piena, il 3 luglio infatti, la Luna tutta illuminata sarà al giorno 15° e con fase al 100%, il secondo è la distanza dalla Terra che il giorno 4 luglio sarà minima a soli 360.147 km, si dice che la Luna è al Perigeo.

Anche se i due eventi non si combinano proprio nello stesso giorno ma a distanza di poche ore, la loro vicinanza fa della Luna del ciclo di Luglio una delle apparentemente più grandi di tutto il 2023 con un diametro pari a 33′ e 10”, seconda solo a quella che si verificherà circa un mese più tardi il 2 agosto.

Il colore rosso invece è un fenomeno legato all’atmosfera terrestre che altera i colori percepiti dall’occhio umano e più evidente quando gli oggetti sono all’orizzonte. L’atmosfera per sua natura tende e riflettere le frequenze della luce più blu e lasciar passare invece quelle rosse. Quando un oggetto di trova all’orizzonte la sua luce deve attraversare, per giungere ai nostri occhi, uno strato più spesso di atmosfera e ciò amplifica l’effetto. In tal modo la Luna appena sorta sembrerà di un rosso fuoco perdendo di intensità man mano che si alzerà nel cielo.

Il giorno 3 la Luna sorgerà nel Sagittario alle ore 21 e 43 per un osservatore sito a Roma. Crediti: https://theskylive.com/

La mattina del giorno 5 una Luna praticamente piena, fase 98%, appena iniziato il tragitto calante, transiterà vicino Plutone, oggetti troppo diversi per luminosità e dimensioni per tentare un approccio.

Molto più interessante invece saranno i giorni successivi con La Luna che si avvia all’ultimo quarto, che verso Est transiterà vicino Saturno. Appuntamento dalla mezzanotte in poi e alle 5, ancora quasi un’ora prima del sorgere del Sole i due oggetti celesti saranno alti sopra l’orizzonte ben 34°, occhio che nel frattempo vi sarete già spostati a Sud.

Non ci sono particolari note per la Luna

Si ripete in parte lo spettacolo di giugno con una congiunzione a 3 (ma anche 4) all’inizio della terza decade del mese. Tramonto avvincente anche se fugace il 21 luglio. In 4 in pochi gradi di cielo: Luna tenue falce a meno del 10%, Venere, Marte e Mercurio. A partire dalle 21 ma per pochissimi minuti, dopo un’ora e trenta infatti, i pianeti prima e la Luna dopo scompariranno sotto l’orizzonte.

Fase Data Ore Sorge Culmina Tramonta Diam App Distanza Terrakm
Piena 03/07 13:38 21:28 00:46 04:59 1983.5 363584
Ultimo Quarto 10/07 03:48 00:42 06:30 13:55 1904.2 375660
Nuova 17/07 20:31 05:00 12:18 21:04 1772.5 402272
Primo Quarto 26/07 00:06 14:24 18:52 00:11 1834.3 391084
 Crescente dal 01 al 03
 Calante dal 03 al 17
 Crescente dal 17 al 31
Perigeo 04/07 22:27 1996.1 360147
Apogeo 20/07 06:56 1757.0 406286

–  Ogni fenomeno lunare e rispettivi orari sono rapportati alla Città di Roma, dati rilevati dai siti https://theskylive.com/http://www.marcomenichelli.it/luna.asp


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SUPERNOVAE aggiornamenti del mese di Settembre

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RUBRICA SUPERNOVAE COELUM   N. 124

SUPERNOVAE AGGIORNAMENTI di Fabio Briganti e Riccardo Mancini

In questo mese non abbiamo nessuna scoperta amatoriale di supernovae da raccontare, ma ci possiamo consolare con un successo targato ISSP relativamente ad una Nova Extragalattica. Nella notte del 24 agosto, utilizzando il telescopio Ritchey Chretien da 400mm F.8, il team dell’Osservatorio di Monte Baldo, formato da Flavio Castellani, Vittorio Andreoli e Raffaele Belligoli è riuscito ad individuare un nuovo transiente di mag.+17,1 nella famosa galassia di Andromeda M31.

Immagine di scoperta della AT2024ssq in M31 ottenuta dal team dell’Osservatorio di Monte Baldo con un telescopio Ritchey Chretien da 400mm F.8 e 100 minuti di posa.
Immagine di scoperta della AT2024ssq in M31 ottenuta dal team dell’Osservatorio di Monte Baldo con un telescopio Ritchey Chretien da 400mm F.8 e 100 minuti di posa.

Gli amici di Monte Baldo nell’acquisizione della prima immagine della nuova stella hanno preceduto il programma professionale americano ZTF per circa 8 ore ed incredibilmente anche l’altro programma professionale americano ATLAS per soli 17secondi! Le buone notizie però non finisco qui: nella notte seguente la scoperta, con la Nova calata leggermente verso la mag.+18 il nostro Claudio Balcon è riuscito a classificarla per primo nel TNS come una classica Nova. Nel suo spettro infatti era ben visibile la linea H-Alpha intorno ai 6500 Armstrong, tipico delle Novae Extragalattiche. Abbiamo pertanto una Nova Extragalattica scoperta e classificata tutto in casa ISSP. Alla Nova è stata assegnata la sigla provvisoria AT2024ssq, ma presto dovrebbe prendere la sigla definitiva, che molto probabilmente sarà M31N-2024-08e con il nome della galassia ospite seguita dalla lettera N (Nova), l’anno, il mese e la lettera “e” che in questo caso rappresenta la quinta Nova scoperta e confermata nel mese di agosto del 2024 in M31. L’Osservatorio di Monte Baldo, insieme ai cinesi del programma XOSS capitanati da Xing Gao e all’astrofilo ceco Kamil Hornoch, sono leader indiscussi a livello mondiale nel campo della ricerca di Novae Extragalattiche.

Elaborazione dello spettro della AT2024ssq in M31 ottenuto da Claudio Balcon con un telescopio Newton da 410mm F.5,5 dove è evidenziata la linea H-Alpha intorno ai 6500 Armstrong, tipico delle Novae Extragalattiche.
Elaborazione dello spettro della AT2024ssq in M31 ottenuto da Claudio Balcon con un telescopio Newton da 410mm F.5,5 dove è evidenziata la linea H-Alpha intorno ai 6500 Armstrong, tipico delle Novae Extragalattiche.

Concludiamo la rubrica soffermando la nostra attenzione su due supernovae scoperte entrambe nella notte del 23 luglio ed esplose in due galassie esteticamente molto fotogeniche. Una di queste due supernovae è risultata anche molto luminosa, peccato che sia visibile solo dall’emisfero australe.

La prima ad essere stata scoperta è stata proprio la supernova individuata dal programma professionale americano denominato DTL40 nella galassia a spirale barrata NGC6221 posta nella costellazione dell’Ara a circa 65 milioni di anni luce di distanza. Al momento della scoperta il nuovo transiente mostrava una luminosità pari alla mag.+15,1.

Nella stessa notte, gli astronomi americani dal Cerro Tololo Observatory con il SOAR Souther Astrophysical Research Telescope, un moderno telescopio da 4,10 metri con ottiche attive posto a 2.700 metri di altitudine sul Cerro Pachon in Cile, hanno ottenuto lo spettro di conferma. La SN2024pxg, questa la sigla definitiva assegnata, è una giovane supernova di tipo II scoperta 4 giorni dopo l’esplosione. Nei giorni seguenti la sua luminosità è aumentata leggermente fino a raggiungere la mag.+14,5. Questa è la seconda supernova conosciuta esplosa in NGC6221, la prima fu la SN1990W scoperta il 16 agosto 1990 dal famoso astrofilo australiano Robert Evans, che purtroppo ci ha lasciato nel novembre del 2022.

Immagine della SN2024pxg in NGC6221 ottenuta dall’astrofilo spagnolo Jordi Camarasa con un riflettore da 360mm F.8,4 somma di 7 immagini da 60 secondi.
Immagine della SN2024pxg in NGC6221 ottenuta dall’astrofilo spagnolo Jordi Camarasa con un riflettore da 360mm F.8,4 somma di 7 immagini da 60 secondi.

La seconda supernova del 23 luglio è stata invece scoperta dal programma professionale americano di ricerca supernovae Zwicky Transient Facility (ZTF) nella galassia a spirale barrata NGC6384 nella costellazione di Ofiuco a circa 80 milioni di anni luce di distanza. Nella notte seguente la scoperta, dal Siding Spring Observatory con l’ANU Telescope da 2,3 metri è stato ripreso lo spettro di conferma che ha permesso di classificare la SN2024pxl come una supernova di tipo Iax 02cx-like scoperta circa una settimana prima del massimo, che si è verificato nei primi giorni del mese di agosto intorno alla mag.+15,5. Le supernovae di tipo Iax sono transienti rari e peculiari, che prendono il nome dal prototipo di questo gruppo di oggetti, cioè la SN2002cx. Sono supernovae di solito più deboli e con righe nello spettro molto più strette rispetto ad una normale supernova di tipo Ia e sono associate a popolazioni stellari giovani. La loro interpretazione fisica è ancora in fase di approfondimento e sono perciò seguite con molto interesse dalla comunità astronomica internazionale. Questa è la terza supernova conosciuta esplosa in NGC6384. Le altre due sono state la SN2017drh scoperta il 3 maggio del 2017 dal programma professionale DTL40 di tipo Ia e la SN1971L scoperta il 24 giugno del 1971 da Logan di tipo I, che raggiunse la notevole mag.+12,8.

Immagine della SN2024pxl in NGC6384 ottenuta dall’astrofilo spagnolo Rafael Ferrando con un telescopio Meade LX200 da 400mm F.7
Immagine della SN2024pxl in NGC6384 ottenuta dall’astrofilo spagnolo Rafael Ferrando con un telescopio Meade LX200 da 400mm F.7

RUBRICA SUPERNOVAE COELUM   N. 123

SUPERNOVAE AGGIORNAMENTI

Questo mese torniamo a parlare di scoperte amatoriali con una vecchia conoscenza dell’emisfero meridionale: il neozelandese Stuart Parker. Fino al 2021 Parker rivaleggiava a suon di scoperte con il grande Itagaki per contendersi la terza posizione della Top Ten mondiale amatoriale. Purtroppo nell’agosto del 2021 una grande tempesta danneggiò irreparabilmente il suo osservatorio posto ad Oxford, piccola cittadina a circa 60 km dalla città di Christchurch e per un paio di anni ha dovuto sospendere la sua grande passione di cercare supernovae. Finalmente nel febbraio 2023 e tornato al successo con la SN2023pbx nella galassia NGC3557 ed adesso mette a segno una nuova e luminosa scoperta ottenuta la notte del  10 luglio nella galassia lenticolare NGC3706 posta nella costellazione del Centauro a circa 130 milioni di anni luce di distanza. Al momento della scoperta il nuovo transiente mostrava una luminosità pari alla mag.+16 e anche se molto luminoso era situato vicino al nucleo della galassia ospite. Stranamente nessun osservatorio professionale ad oggi ha ripreso lo spettro di conferma e pertanto il nuovo oggetto ha ancora la sigla provvisoria AT2024pfn. Fortunatamente abbiamo un’immagine di follow-up ottenuta cinque giorni dopo la scoperta dall’astrofilo spagnolo Jordi Camarasa, che perciò ha confermato la presenza della supernova con una luminosità in aumento a mag.+14,5. Purtroppo dalle nostre latitudini la galassia NGC3706 non è facile da osservare trovandosi alla declinazione di -36°. Sono avvantaggiati gli astrofili del Sud Italia con la galassia che a Catania culmina a circa 16° sopra l’orizzonte.

Immagine della AT2024pfn in NGC3706 ripresa dall’astrofilo neozelandese Stuart Parker in remoto con un telescopio da 400mm.

Immagine della AT2024pfn in NGC3706 ripresa dall’astrofilo spagnolo Jordi Camarasa con un riflettore da 360mm F.8,4 somma di 12 immagini sa 60 secondi.

Anche gli astrofili cinesi del programma XOSS, capitanati da Xing Gao, sono tornati al successo, proprio nella notte del 10 luglio, individuando una debole stellina di mag.+18,7 nella piccola galassia a spirale UGC11499 posta nella costellazione del Cigno a circa 340 milioni di anni luce di distanza. In questi ultimi anni i cinesi sono stati sicuramente i più prolifici in fatto di scoperte, ben 11 nel 2024, raggiungendo la quota di 98 scoperte e occupando in maniera stabile la settima posizione del Top Ten mondiale. A breve raggiungeranno quota 100, un traguardo che solo un ristretto numero di grandi astrofili è riuscito a raggiungere: Puckett 385, Newton 202, Itagaki 182, Parker 167, Boles 155 e Monard 150. I primi a riprendere lo spettro di conferma della supernova cinese sono stati gli astronomi americani dell’Osservatorio di Mauna Kea nelle Isole Hawaii con il telescopio da 2,2 metri. La SN2024pgy, questa la sigla definitiva assegnata, è una supernova di Tipo Ia scoperta circa due settimane prima del massimo di luminosità, con i gas eiettati dall’esplosione che viaggiano alla velocità di circa 14.000 km/s. Intorno al 25 luglio la supernova ha infatti raggiunto il suo massimo di luminosità, sfiorando la mag.+16. I cinese sono stati rapidi nell’inserire la scoperta nel TNS bruciando sul tempo due programmi professionali denominati GOTO e ZTF che avevano immortalato questa supernova alla mag.+19,6 il giorno prima dei cinesi. Questa è la seconda supernova conosciuta esplosa nella galassia UGC11499. La prima fu la SN2009hz, di tipo II, scoperta il 3 agosto del 2009 dal programma professionale di ricerca supernovae denominato LOSS.

Immagine della SN2024pgy in UGC11499 ripresa da Riccardo Mancini con un Newton 250mm F.5 somma di 36 immagini da 120 secondi.

Immagine della SN2024pgy in UGC11499 ripresa dall’astrofilo spagnolo Carlos Segarra con un telescopio da 200mm F.4

RUBRICA SUPERNOVAE COELUM   N. 122

SUPERNOVAE AGGIORNAMENTI

Anche questo mese, come il precedente, purtroppo non abbiamo da segnalare nessuna scoperta amatoriale. Sta diventando sempre più difficile la vita per gli astrofili che portano avanti la ricerca amatoriale di supernovae extragalattiche. Soffermiamo comunque la nostra attenzione su una interessante nonché peculiare supernova, degna di un approfondimento. Nella notte del 2 giugno il programma professionale americano di ricerca supernovae denominato Zwicky Transient Facility (ZTF) ha inserito per primo nel Transient Name Server (TNS) la comunicazione di scoperta di una nuova stella di mag.+17,5 in una piccola galassia Anonima molto vicina alla grande galassia ellittica M49, poste entrambe nella costellazione della Vergine.

In realtà il primo a riprendere questo nuovo transiente, quando mostrava una luminosità pari alla mag.+18,2 è stato il programma professionale americano di ricerca supernovae e pianetini denominato ATLAS Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System, tre ore prima di ZTF. Lo spettro di conferma di conferma invece è arrivato dagli astronomi americani del Lick Observatory in California con il telescopio Shane da 3 metri di diametro.

Aggiornamenti Supernovae
1) Immagine della SN2024kce, vicina alla galassia M49, ripresa dall’astrofilo spagnolo Calors Segarra con un telescopio da 200mm F.4, confrontata con una sua immagine d’archivio che permette di evidenziare la piccola galassia nana oscurata, nell’immagine attuale, dalla luce della supernova. Un altro chiaro esempio di una supernova che diventa più luminosa dell’intera galassia che la ospita.

La SN2024kce, questa la sigla definitiva assegnata, è una giovane supernova di tipo Ia-pec, dove la peculiarità si evidenzia nella bassa luminosità e nella forte presenza di Calcio. I gas eiettati dall’esplosione viaggiano ad una velocità di circa 15.600 Km/s. Vista la posizione del nuovo transiente, la domanda è sorta subito spontanea: si trattava di una supernova esplosa in Messier 49 oppure nella piccola galassia nana situata a circa 13’ a Nord dal centro di M49? In realtà anche se M49 è una galassia ellittica molto estesa con un diametro di circa 160.000 anni luce, è molto improbabile che il suo alone più esterno possa arrivare così lontano. Inoltre il redshift della supernova riporta un valore di 0,003 che corrisponde ad una distanza di circa 40 milioni di anni luce. M49 si trova invece ad una distanza di circa 55 milioni di anni luce. Alla luce di questi dati, la supernova è quasi sicuramente esplosa nella parte meridionale della piccola galassia nana situata solo prospetticamente vicino ad M49 ed anche se più vicina in termini di distanza (quasi 15 milioni di anni luce), risulta molto poco appariscente e quasi scompare, sovrastata dalla grande estensione del gigante M49.

Aggiornamenti Supernovae
2) Immagine della SN2024kce ripresa da Enrico Prosperi con un rifrattore da 70mm F.6, il campo più largo permette di evidenziare le numerose galassie che circondano M49 all’interno dell’Ammasso della Vergine.

Nei giorni successivi alla scoperta, la supernova ha comunque incrementato la sua luminosità, raggiungendo il massimo il 13 giugno alla discreta mag.+13,6 per poi iniziare la discesa. A fine giugno la luminosità è calata intorno la mag.+15 ma permette ancora di ottenere delle belle immagini di una campo stellare ricco di galassie (siamo infatti all’interno dell’Ammasso della Vergine) dove troneggia M49.

RUBRICA SUPERNOVAE COELUM   N. 121

SUPERNOVAE AGGIORNAMENTI

Questo mese purtroppo non abbiamo da segnalare nessuna scoperta amatoriale. Ci possiamo però consolare con un nuovo successo messo a segno dall’esperta coppia di astrofili Mirco Villi e Michele Mazzucato, che collaborano ormai da diversi anni con i professionisti americani del CRTS Catalina.

Nella notte del 15 maggio hanno individuato una debole stellina di mag.+19,7 analizzando immagini professionali realizzate con il telescopio Cassegrain di 1,5 metri di diametro dell’osservatorio americano sul Mount Lemmon in Arizona. La galassia ospite è la NGC7312, una spirale barrata posta nella costellazione di Pegaso a circa 450 milioni di anni luce di distanza.

Nei giorni seguenti la scoperta, il nuovo transiente è aumentato leggermente di luminosità raggiungendo la mag.+19 e facendo ipotizzare di essere di fronte ad una supernova di tipo II, però ad oggi nessun osservatorio professionale ha ripreso uno spettro di conferma e pertanto al nuovo oggetto rimane assegnata la sigla provvisoria AT2024ixe.

supernovae aggiornamenti
1) Immagine di scoperta della AT2022ixe in NGC7312 ripresa dal Catalina con il telescopio Cassegrain da 1,5 metri.

Da un transiente molto debole e quindi difficile da seguire, passiamo adesso alle due supernova più luminose del periodo. La prima è stata scoperta la notte del 10 maggio dal programma professionale americano denominato Automatic Learning for the Rapid Classification of Events (ALeRCE) nella galassia lenticolare NGC3524 posta nella costellazione del Leone a circa 70 milioni di anni luce di distanza. Al momento della scoperta il nuovo transiente appariva come una debole stellina di mag.+18,3 ma nei giorni seguenti ha aumentato costantemente la sua luminosità fino a raggiungere il massimo intorno al 27 maggio sfiorando la notevole mag.+12,5.

SUPERNOVAE AGGIORNAMENTI

I primi a riprendere lo spettro di conferma sono stati gli astronomi americani del Palomar Observatory con il telescopio da 1,5 metri. La SN2024inv, questa la sigla definitiva assegnata, è una giovane supernova di tipo Ia. Ci teniamo a sottolineare una particolarità: il bravissimo e famoso astrofilo giapponese Koichi Itagaki questa volta è arrivato leggermente in ritardo. Ha inserito infatti nel TNS la sua scoperta appena 7 minuti dopo i professioni americani, perdendo così la possibilità di inanellare una nuova scoperta. Gli va comunque riconosciuto che anche questa volta si trovava nel posto giusto ed al momento giusto!

Supernovae aggiornamenti
2) Immagine della SN2024inv ripresa da Riccardo Mancini con un telescopio Newton da 250mm F.5 esposizione di 60 minuti.

La seconda supernova più luminosa di questo periodo è stata invece scoperta nella notte del 12 maggio dal programma professionale denominato Gravitational-ware Optical Transient Observer (GOTO) nella piccola galassia nana PGC1846725, poco appariscente ma abbastanza vicina. Si trova infatti nella costellazione della Chioma di Berenice a circa 60 milioni di anni luce di distanza.

Al momento della scoperta il transiente appariva già molto luminoso a mag.+14,6 e nei giorni seguenti ha aumentato ulteriormente la sua luminosità fino a raggiungere il massimo intorno al 25 maggio superando leggermente la mag.+13. Ci è capitato spesso in passato di imbatterci in supernovae che con la loro luminosità hanno raggiunto ed a volte anche superato quella della galassia che le ospitava.

Questa volta però siamo di fronte ad un caso davvero eclatante

con la supernova che ha letteralmente surclassato in luminosità la piccola galassia ospite nana, che rimane pertanto invisibile, nascosta dall’immensa luce dell’esplosione della supernova.

Supernovae aggiornamenti
3) Immagine della SN2024iss ripresa da Gianluca Masi con un telescopio C14 somma di 8 immagini da 120 secondi.

SUPERNOVAE AGGIORNAMENTI

Il primo spettro di conferma è stato ripreso il 14 maggio dall’Osservatorio del Roque de los Muchachos con il Liverpool Telescope da 2 metri, confermando che eravamo di fronte ad una supernova, ma la fase era ancora troppo giovane per poterne distinguere il tipo. La notte seguente gli astronomi americani del Palomar Observatory con il telescopio da 1,5 metri hanno ottenuto a loro volta un nuovo spettro e stavolta è comparsa la linea dell’Idrogeno tipico delle supernovae di tipo II. Al transiente è stata perciò assegnata la sigla definitiva SN2024iss, con i gas eiettati dall’esplosione che viaggiano alla velocità di circa 20.000 km/s. L’oggetto è facile da seguire perché molto luminoso, peccato che la piccola galassia ospite è praticamente invisibile.

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Mondi in miniatura – Asteroidi del mese

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Mondi in miniatura – Asteroidi del mese di Settembre 2024

(194) Prokne

Asteroide di fascia principale compie un’orbita intorno al Sole ogni 1.550 giorni (4.24 anni) ad una distanza compresa tra le 2.00 e le 3.24 unità astronomiche (rispettivamente, 299.195.741 Km al perielio e 411.394.144 Km all’afelio). Deve il suo nome a Prokne, mitica figlia di Pandione re di Atene, sorella di Filomela. Scoperto il 21 marzo 1879 da Christian Heinrich Friedrich Peters, (194) Prokne è un asteroide con un diametro stimato di circa 150 chilometri ed è classificato come un asteroide di tipo C. Gli asteroidi di tipo C sono noti per avere una bassa albedo (riflettività), il che significa che riflettono solo una piccola frazione della luce solare che ricevono a causa della loro superficie scura, ricca di materiali carboniosi. (194) Prokne sarà in opposizione il 2 di Settembre, quando raggiungerà magnitudine 9.5. Il suo moto sarà di 0,88 secondi d’arco al minuto, quindi, con tempi di esposizione fino a 4 minuti ne preserveremo l’aspetto puntiforme. Volendo ottenere  una traccia di movimento dovremo esporre (o integrare) per un tempo più lungo, e con 40 minuti di posa vedremo (194) Prokne trasformarsi in una bella striscia luminosa di 35 secondi d’arco.

(20) Massalia

Asteroide di fascia principale che compie un’orbita intorno al Sole ogni 1.370 giorni (3.75 anni) ad una distanza compresa tra le 2.06 e le 2.75 unità astronomiche (rispettivamente, 308.171.612 Km al perielio e 411.394.143 Km all’afelio). Massalia è un asteroide di tipo S, a composizione prevalentemente silicatica. Gli asteroidi di tipo S sono composti principalmente da silicati ferrosi e nichel-ferro ed hanno una superficie relativamente brillante con un’albedo (riflettività) relativamente alta. (20) Massalia è membro della famiglia di asteroidi Masssalia che popola le regioni interne della fascia principale. Si ritiene che la famiglia asteroidale sia nata a seguito di una antica collisione che ha frammentato un corpo progenitore più grande. L’evento catastrofico ha generato numerosi pezzi che hanno poi assunto tutti caratteristiche orbitali simili, e Massalia,  con i sui 145 Km di diametro, è il resto più grande. Scoperto da Annibale Gasparis il 19 Settembre 1852, questo grande asteroide raggiungerà l’opposizione il 29 Settembre, momento nel quale raggiungerà magnitudine 9.2. Il suo moto sarà di 0,65 secondi d’arco al minuto, quindi, per far si che l’oggetto mantenga un aspetto puntiforme nelle  nostre immagini, anche in questo caso, potremo utilizzare tempi di esposizione fino a 5 minuti. Per ottenere  una traccia di movimento dovremo esporre (o integrare) per un tempo più lungo, e con 40 minuti di posa vedremo (20) Massalia trasformarsi in una bella striscia luminosa di 26 secondi d’arco.

Il percorso durante il mese di settembre dei due asteroidi: Massalia (traccia arancione in alto a sinistra) e Prokne (traccia in basso a destra).
Il percorso durante il mese di settembre dei due asteroidi: Massalia (traccia arancione in alto a sinistra) e Prokne (traccia in basso a destra).

Mondi in miniatura – Asteroidi del mese di Agosto 2024

(16) Psyche

Asteroide di fascia principale che compie un’orbita intorno al Sole ogni 1.830 giorni (5.01 anni) ad una distanza compresa tra le 2.53 e le 3.32 unità astronomiche (rispettivamente, 378.482.611 Km al perielio e 496.664.928 Km all’afelio). Deve il suo nome alla mitologica figura di Psyche. Scoperto da Annibale Gasparis il 17 Marzo 1852, questo grande asteroide che misura 226 Kilometri di diametro è composto principalmente da ferro e nichel, con piccole quantità di silicio e altri elementi (Tipo M). il 13 Ottobre 2023 è stata lanciata una sonda robotica che avrà il compito di esplorare (16) Psyche, con arrivo previsto nel 2029. La missione, denominata “Psyche”, ha l’obiettivo di studiare la composizione, la topografia, la gravità e il magnetismo dell’asteroide. (16) Psyche sarà in opposizione il 5 di agosto, momento in cui raggiungerà la magnitudine di 9.7. Il suo moto sarà di 0,54 secondi d’arco al minuto, quindi, per far si che l’oggetto risulti puntiforme nelle  nostre immagini, potremo utilizzare tempi di esposizione fino a 5 minuti. Per ottenere  una traccia di movimento dovremo esporre (o integrare) per un tempo più lungo, e con 40 minuti di posa vedremo (16) Psyche trasformarsi in una bella striscia luminosa di 22 secondi d’arco.

(7) Iris

Asteroide di fascia principale, il quarto in ordine di luminosità, che compie un’orbita intorno al Sole ogni 1.350 giorni (3.70 anni) ad una distanza compresa tra le 1.84 e le 2.94 unità astronomiche (rispettivamente, 275.260.082 Km al perielio e 439.817.740 Km all’afelio). Deve il suo nome al personaggio mitologico Iride, figlia di Taumante e di Elettra, personificazione dell’arcobaleno e messaggera degli dei. Scoperto dall’astronomo John Russell Hind il 13 Agosto 1847, questo imponente asteroide di circa 200 Km di diametro ha un’albedo relativamente alta e si ritiene che sia composto principalmente da silicati di ferro e magnesio, con una possibile presenza di metalli (Tipo S). L’alta riflettività della sua superficie lo rende il quarto oggetto più luminoso nella fascia degli asteroidi dopo Vesta, Cerere e Pallade, e nelle opposizioni vicino al perielio, Iris può raggiungere una magnitudine di 6.7, brillando quanto Cerere nei suoi momenti di massima luminosità. (7) Iris sarà in opposizione il 6 Agosto, momento nel quale raggiungerà magnitudine 8.3. Il suo moto sarà di 0,66 secondi d’arco al minuto, quindi, per far si che l’oggetto mantenga un aspetto puntiforme nelle  nostre immagini potremo utilizzare tempi di esposizione fino a 5 minuti. Per ottenere  una traccia di movimento dovremo esporre (o integrare) per un tempo più lungo, e con 40 minuti di posa vedremo (7) Iris trasformarsi in una bella striscia luminosa di 26 secondi d’arco.

(737) Arequipa

Asteroide di fascia principale che compie un’orbita intorno al Sole ogni 1.520 giorni (4.16 anni) ad una distanza compresa tra le 1.96 e le 3.22 unità astronomiche (rispettivamente, 293.211.827 Km al perielio e 481.705.144 Km all’afelio). Deve il suo nome in onore della città peruviana di Arequipa, sede dell’Osservatorio Boyden di Harvard fino al 1927. La sua superficie è composta principalmente da silicati e metalli (Tipo S), simile a quella di molti altri asteroidi della fascia principale. Scoperto dall’astronomo americano Joel Hastings Metcalf il 7 dicembre 1912, questo grande asteroide di circa 47 km sarà in opposizione il 7 di Agosto, e in questo frangente raggiungerà la magnitudine 11. Il suo moto angolare sarà modesto, 0,59 secondi d’arco al minuto, quindi, per far si che l’oggetto mantenga un aspetto puntiforme nelle  nostre immagini potremo utilizzare tempi di esposizione fino a 5 minuti. Per ottenere  una traccia di movimento dovremo esporre (o integrare) per un tempo più lungo, e con 40 minuti di posa vedremo (737) Arequipa trasformarsi in una bella striscia luminosa di 24 secondi d’arco.

(44) Nysa

Asteroide di fascia principale che compie un’orbita intorno al Sole ogni 1.380 giorni (3.78 anni) ad una distanza compresa tra le 2.06 e le 2.78 unità astronomiche (rispettivamente, 308.171.614 Km al perielio e 415.882.081 Km all’afelio).

Deve il suo nome alla mitica montagna di Nysa alle cui Ninfe fu affidato il compito di allevare il piccolo Dioniso. Scoperto dall’astronomo Hermann Goldschmidt il 27 Maggio 1857, questo grande asteoride classificato di tipo E (la sua superficie mostra la presenza di enstatite) é il membro principale della famiglia Nysa ed è stato oggetto di studio da parte della missione Hayabusa nel 2003 e della missione Dawn nel 2018. (44) Nysa sarà in opposizione il 27 Agosto, momento nel quale raggiungerà la magnitudine 10.1. Il suo moto sarà di 0,63 secondi d’arco al minuto, quindi, per far si che l’oggetto mantenga un aspetto puntiforme nelle  nostre immagini potremo utilizzare tempi di esposizione fino a 5 minuti. Per ottenere  una traccia di movimento dovremo esporre (o integrare) per un tempo più lungo, e con 40 minuti di posa vedremo (44) Nysa trasformarsi in una bella striscia luminosa di 25 secondi d’arco.

Il percorso seguito dagli asteroidi (16) Psyche, (7) Iris, (737) Arequipa e (44) Nysa nel mese di Agosto. Crediti inthesky.org

Mondi in miniatura – Asteroidi del mese di Luglio 2024

(1) Ceres

(1) Ceres è il più grande asteroide della fascia principale tanto che da solo costituisce il 40% della massa stimata dell’intera cintura degli asteroidi. Compie un’orbita intorno al Sole ogni 1.680 giorni (4.60 anni) ad una distanza compresa tra le 2.55 e le 2.99 unità astronomiche (rispettivamente, 381.474.570 Km al perielio e 447.297.633 Km all’afelio). La sua superficie è composta principalmente da silicati con la presenza di minerali carbonati e argille e di significative quantità di ghiaccio d’acqua, specialmente nelle regioni più ombreggiate e nei crateri profondi. Una delle scoperte più sorprendenti della missione Dawn è stata la presenza di depositi di sali, in particolare solfati di sodio, come l’hexahidrite, e cloruri. Questi sali sono particolarmente visibili nelle macchie luminose del cratere Occator, che sono interpretate come depositi di materiale salino lasciato dall’evaporazione di acqua salmastra che si è sublimata o evaporata. La missione Dawn ha inoltre rilevato la presenza di materiali organici, molecole a base di carbonio, i costituenti fondamentali della vita sulla Terra. Ceres ha un un diametro medio di 939 km ed una ha una superficie tormentata e fortemente craterizzata dove il più grande cratere è costituito dal bacino di Kerwan, che si estende in larghezza per oltre 280 km. La regione polare nord presenta un numero maggiore di crateri rispetto alla regione equatoriale e si conoscono almeno tre grandi bacini poco profondi che si pensa siano i resti di antichi crateri da impatto, dei quali il più esteso, la Vendimia Planitia, con i suoi 800 km di diametro, rappresenta la più grande struttura geografica ad oggi conosciuta. (1) Ceres sarà in opposizione il 5 di Luglio, di certo l’ateroide le mese più interessante In questo frangente raggiungerà la  magnitudine di 7.3, il suo moto sarà di 0,58 secondi d’arco al minuto, quindi, per far si che l’oggetto mantenga un aspetto puntiforme nelle  nostre immagini potremo utilizzare tempi di esposizione fino a 5 minuti. Per ottenere  una traccia di movimento dovremo esporre (o integrare) per un tempo più lungo, e con 40 minuti di posa vedremo (1) Ceres trasformarsi in una bella striscia luminosa di 23 secondi d’arco.

Asteroidi del mese – Il percorso di (68) Leto in Giugno. Crediti: in-the-sky.org.

(40) Harmonia

(40) Harmonia è un asteroide di fascia principale che compie un’orbita intorno al Sole ogni 1.250 giorni (3.42 anni) ad una distanza compresa tra le 2.16 e le 2.37 unità astronomiche (rispettivamente, 323.131.401 Km al perielio e 354.546.954 Km all’afelio). E’ stato scoperto dall’astronomo e pittore Hermann Mayer Salomon Goldschmidt il 31 Marzo 1856 e deve il suo nome a Armonia figlia di Ares e Afrodite, Dea della concordia e personificazione  dell’ordine morale e sociale. Questo grande asteroide ha un diametro di circa 107 Km ed una superficie composta in prevalenza da silicati e metalli (Tipo S). (40) Harmonia sarà in opposizione il 20 Luglio, momento nel quale raggiungerà la massima luminosità brillando di magnitudine di 8.9. Il suo moto sarà di 0,66 secondi d’arco al minuto, quindi, per far si che l’oggetto mantenga un aspetto puntiforme nelle  nostre immagini potremo utilizzare tempi di esposizione fino a 5 minuti. Per ottenere  una traccia di movimento dovremo esporre (o integrare) per un tempo più lungo, e con 40 minuti di posa vedremo (40) Harmonia trasformarsi in una bella striscia luminosa di 26 secondi d’arco.

Mondi in miniatura – Asteroidi del mese di Giugno 2024

(68) Leto

(68) Leto è un asteroide di fascia principale che compie un’orbita intorno al Sole ogni 1.700 giorni (4.65 anni) ad una distanza compresa tra le 2.27 e le 3.30 unità astronomiche (rispettivamente, 339.587.165 Km al perielio e 493.672.971 Km all’afelio). E’ stato scoperto il 29 Aprile 1861 dall’astronomo tedesco Karl Theodor Robert Luther. Deve il suo nome a Leto, madre di Apollo e di Artemide. Questo grande asteroide ha un diametro di circa 122 Km con una superficie che riflette relativamente bene la luce solare, indicando una composizione di silicati e metalli (Tipo S). (68) Leto sarà in opposizione il 19 Giugno, momento nel quale raggiungerà la massima luminosità brillando di magnitudine di 10.3. Il suo moto sarà di 0,58 secondi d’arco al minuto, quindi, per far si che l’oggetto mantenga un aspetto puntiforme nelle  nostre immagini potremo utilizzare tempi di esposizione fino a 5 minuti. Per ottenere  una traccia di movimento dovremo esporre (o integrare) per un tempo più lungo, e con 40 minuti di posa vedremo (68) Leto trasformarsi in una bella striscia luminosa di 23 secondi d’arco.

Asteroidi del mese
Asteroidi del mese – Il percorso di (68) Leto in Giugno. Crediti: in-the-sky.org.

(42) Isis

(42) Isis è un asteroide di fascia principale che compie un’orbita intorno al Sole ogni 1.390 giorni (3.81 anni) ad una distanza compresa tra le 1.90 e le 2.99 unità astronomiche (rispettivamente, 284.235.954 Km al perielio e 447.297.633 Km all’afelio). Scoperto dall’astronomo inglese Norman Robert Pogson il 23 maggio 1856 presso l’Osservatorio Radcliffe a Oxford, prende il nome dalla dea egizia Iside, ma anche dalla figlia di Pogson, Elizabeth Isis Pogson. Questo grande asteroide di circa 100 Km di diametro ha una composizione superficiale di silicati e metalli (Tipo S) ed il suo spettro rivela una forte presenza del minerale olivina, una rarità nella fascia degli asteroidi. (42) Isis sarà in opposizione il 27, momento nel quale raggiungerà la massima luminosità brillando di magnitudine di 9.4. Il suo moto sarà di 0,67 secondi d’arco al minuto, quindi, per far si che l’oggetto mantenga un aspetto puntiforme nelle  nostre immagini potremo utilizzare tempi di esposizione fino a 5 minuti. Per ottenere  una traccia di movimento dovremo esporre (o integrare) per un tempo più lungo, e con 40 minuti di posa vedremo (42) Isis trasformarsi in una bella striscia luminosa di quasi 27 secondi d’arco.

(471) Papagena

(471) Papagena è un asteroide di fascia principale che compie un’orbita intorno al Sole ogni 1.790 giorni (4.90 anni) ad una distanza compresa tra le 2.23 e le 3.55 unità astronomiche (rispettivamente, 333.603.252 Km al perielio e 531.072.441 Km all’afelio). E’ stato così chiamato in onore di Papagena, un personaggio dell’opera “Il flauto magico” di Mozart. La sua superficie è composta prevalentemente di rocce silicatiche e metalli (Tipo S) il che lo rende simile a molti altri corpi della fascia principale. Scoperto da  Max Wolf il 7 di Giugno del 1901, questo grande asteroide di circa 149 Km di diametro sarà in opposizione il 30, momento nel quale raggiungerà la massima luminosità brillando di magnitudine di 10.6. Il suo moto sarà di 0,59 secondi d’arco al minuto, quindi, per far si che l’oggetto mantenga un aspetto puntiforme nelle  nostre immagini potremo utilizzare tempi di esposizione fino a 5 minuti. Per ottenere  una traccia di movimento dovremo esporre (o integrare) per un tempo più lungo, e con 40 minuti di posa vedremo (471) Papagena trasformarsi in una bella striscia luminosa di quasi 24 secondi d’arco.

asteroidi del mese
Asteroidi del mese – Il percorso di (42) Isis e (471) Papagena in Giugno. Crediti: in-the-sky.org.


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Le Comete del Mese

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Le Comete del Mese di Settembre

ARRIVA LA C/2023 A3 TSUCHINSHAN-ATLAS

 Dopo tanta attesa eccoci al momento della verità. A fine settembre, nel chiarore dell’alba, fa capolino sull’orizzonte orientale laC/2023 A3 Tsuchinshan-ATLAS. In quei giorni il Sole tenterà di nascondercela, “liberandola” dalla sua luce solo verso metà ottobre. Pur in condizioni critiche la situazione andrà comunque monitorata.

C/2023 A3 Tsuchinshan-ATLAS

L’appuntamento tanto atteso è arrivato. Pur essendo ottobre il mese nel quale potremo seguirla al meglio, già gli ultimi giorni di settembre (pur tra tanti limiti prospettici) ci lasciano qualche speranza di poter “sbirciare” la C/2023 A3 Tsuchinshan-ATLAS immersa tra le luci del crepuscolo nautico mattutino, meglio osservabile dalle regioni meridionali, che raggiungerà il perielio il giorno 27 per poi cominciare l’allontanamento dal Sole avvicinandosi però nel contempo alla Terra. La sua luminosità, quella rivista dopo il primaverile calo di attività che potrebbe ridimensionarla (ma sul tema non tutti gli esperti sono concordi) la indica in quei giorni attorno alla seconda/terza grandezza, mentre la coda, ma solo se ben sviluppata, anticipando la levata della chioma potrebbe essere rilevabile in un cielo più buio. Tenendo in considerazione l’imprevedibilità delle comete e i disaccordi sulla curva di luce la situazione merita di essere tenuta sotto stretto controllo. Monitoriamo dunque l’orizzonte orientale, che dovrà obbligatoriamente presentare un cielo limpidissimo ed un’estensione molto ampia, prima del sorgere del Sole. Potremo essere ripagati della levataccia con uno spettacolo imprevedibile.

A3 Tsuchinshan-ATLAS in settembre
La cartina riporta il percorso dellaC/2023 A3 Tsuchinshan-ATLAS negli ultimi cinque giorni si settembre. Le stelle più deboli sono di magnitudine 7.

13P/Olbers

Di fronte alla Tsuchinshan-ATLAS la povera 13P passa in secondo piano, sia per la modesta luminosità che per il lungo periodo nel quale abbiamo seguito la sua evoluzione. Ormai in allontanamento e sempre piuttosto bassa in cielo, risulterà osservabile all’inizio della notte astronomica in spostamento dalla chioma di Berenice alla Vergine “brillando inizialmente di nona magnitudine, che si trasformerà in decima a fine mese. Settembre sarà il mese dei saluti in attesa del prossimo appuntamento fissato tra circa settant’anni.

13P Olbers in settembre
Cartina della 13P Olbers. Le stelle più deboli sono di magnitudine 10

Cartina della 13P Olbers. Le stelle più deboli sono di magnitudine 10

Le Comete del Mese di Agosto

OLBERS IN ALLONTANAMENTO

Agosto ci propone solo la modesta 13P/Olbers, in attesa che settembre ci porti l’attesissima C/2023 A3 Tsuchinshan-ATLAS.

13P/Olbers

Ormai in deciso allontanamento con conseguente calo di luminosità, a inizio mese dovrebbe ancora brillare di una non disprezzabile ottava magnitudine, che diventerà nona a fine agosto. Dall’Orsa Maggiore la cometa si trasferirà nella Chioma di Berenice, osservabile all’inizio della notte astronomica piuttosto bassa sull’orizzonte. Notevoli alcuni suoi incontri con oggetti deep-sky, a cominciare dal giorno 18 quando si troverà tra la galassia ellittica NGC 4494 (mag. 9,8) e la magnifica galassia a spirale vista esattamente di taglio NGC 4565 (mag. 9,7).La Luna quasi piena renderà però l’osservazione praticamente impossibile. Il 25, in condizioni migliori, la 13P passerà a circa mezzo grado dalla Galassia “Occhio Nero”, ovvero M 64 (Mag. 8,4). Infine il 31, finalmente senza disturbo lunare, si troverà a passare a meno di un grado o mezzo dai due globulari M 53 (mag. 7,5) e NGC 5053 (mag. 9,9).

Comete di Agosto
Cartina della 13P Olbers. Le stelle più deboli sono di magnitudine 10

Infine ancora due parole sulla C/2023 A3 Tsuchinshan-ATLAS, ormai scomparsa dai nostri cieli in attesa di ricomparire in autunno. Del suo calo di attività abbiamo già ampiamente parlato. Di nuovo c’è l’ipotesi che il nucleo si sia spezzato. Di questo hanno parlato alcuni esperti che però hanno subìto pronte repliche di altri colleghi assolutamente contrari alla tesi, che non vedono invece segni di cedimento. Ovviamente una frammentazione del nucleo metterebbe fine ad ogni speranza di assistere ad ottobre a quello spettacolo che stavamo pregustando da tempo, già messo in parte in discussione dal ridursi dell’emissione di polveri. Ormai scomparsa tra la luce del Sole dovremo obbligatoriamente attendere per capire la reale evoluzione di questo oggetto, già impropriamente battezzato dalla stampa non specializzata e dai media come “la cometa del secolo”. La nostra speranza, purtroppo un po’ al ribasso e sperando di essere smentiti, è di poter almeno assistere al passaggio di un bel “astro chiomato”, magari non indimenticabile ma che sappia regalare qualche fremito.

Le Comete del Mese di Luglio

SOLO LA 13P/OLBERS

Ne resterà soltanto una…Dopo che la C/2023 A3 Tsuchinshan-ATLAS è stata momentaneamente “inghiottita” dalla luce solare non rimane che concentrarsi sulla 13P/Olbers, che a luglio risulta l’unica cometa a sfoggiare una interessante luminosità.

13P/Olbers

Reduce dal passaggio al perielio avvenuto il 30 giugno, a inizio luglio la Olbers brillerà ancora su valori prossimi alla settima magnitudine, per poi cominciare a calare gradualmente fino attorno all’ottava grandezza. Dalla Lince raggiungerà la parte meridionale dell’Orsa Maggiore, rimanendo bassa in cielo. La sua ricerca dovrà cominciare non appena il cielo si fa completamente buio.

comete del mese - luglio
Cartina della 13P Olbers. Le stelle più deboli sono di magnitudine 10

C/2023 A3 Tsuchinshan-Atlas

Per completare questa breve rubrica spendiamo due parole sulla C/2023 A3 Tsuchinshan-Atlas, ormai sparita tra la luce solare, che tornerà visibile in autunno. Purtroppo non ci sono buone nuove dato che la sua attività, fino a qualche mese fa in linea con la promettente curva di luce prevista, sembra da qualche tempo essersi ridotta. L’emissione di polveri è drasticamente diminuita tanto che qualche dubbio sull’effettiva luminosità che l’oggetto raggiungerà al perielio comincia a insinuarsi tra gli esperti. Ricordo chele previsioni parlavano del raggiungimento della magnitudine zero. Questa “pausa” non è ovviamente un verdetto definitivo, ma sicuramente qualcosa di cui tener conto. Con l’ulteriore avvicinamento al Sole il nucleo sarà maggiormente sollecitato e l’emissione di materiale potrebbe riprendere abbondante, cosa che tutti sperano. Solo così potremo sperare di osservare fra qualche mese una grande cometa.

Le Comete del Mese di Giugno

13P/OLBERS AL PERIELIO, C/2023 A3 TSUCHINSHAN-ATLAS AI (MOMENTANEI) SALUTI

Giugno ci propone due le comete al di sotto della decima magnitudine, la 13P/Olbers, che a fine mese raggiunge il perielio e la C/2023 A3 Tsuchinshan-ATLAS che ci saluterà per poi tornare in autunno.

Comete del mese: 13P/Olbers

Il 30 giugno la 13P/Olbers transita al perielio raggiungendo secondo le previsioni un valore interessante, non distante dalla settima magnitudine. Purtroppo la sua altezza sull’orizzonte migliorerà solo leggermente rispetto a maggio, mantenendosi molto contenuta, cosa che non agevola le osservazioni. Dall’Auriga si trasferirà nella Lince, con la sessione osservativa che dovrà cominciare obbligatoriamente all’inizio della notte astronomica. Sicuramente non risulterà un oggetto vistoso ma meritevole di essere seguito dato il suo periodo orbitale di quasi settant’anni.

comete del mese giugno
Cartina della 13P Olbers. Le stelle più deboli sono di magnitudine 8

Comete del mese: C/2023 A3 Tsuchinshan-ATLAS

Continua il suo avvicinamento al perielio e la sua crescita luminosa che dovrebbe portarla nel corso del mese dalla decima fino attorno alla nona magnitudine. Dobbiamo però segnalare un calo di attività nell’ultimo periodo dopo che precedentemente l’oggetto aveva dato segni di ottima salute. Speriamo sia solo una momentanea pausa e che le grandi speranze rivolte a questa cometa non vadano deluse. Dalla Vergine la Tsuchinshan-ATLAS si dirigerà verso il Leone, rendendosi osservabile come la Olbers all’inizio della notte astronomica. Inizialmente la troveremo ancora abbastanza alta in cielo ma le condizioni peggioreranno gradualmente ed a fine mese, regioni meridionali a parte, il periodo osservativo potrà dirsi momentaneamente concluso. La ritroveremo in autunno, speriamo trasformata in una grande cometa visibile ad occhio nudo.

Comete del mese giugno
Cartina della C/2023 A3 Tsuchinshan-Atlas. Le stelle più deboli sono di magnitudine 10


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SDM: il “Buiometro” fai-da-te

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di Luca Bonardi

ABSTRACT

Fin da giovane, il mio interesse per la meccanica, l’elettronica e l’ingegneria, è cresciuto di pari passo con la mia inesausta curiosità di capire il funzionamento delle cose, smontando e rimontando – per la gioia dei miei genitori – ogni sorta di oggetto che mi capitasse tra le mani: un approccio sperimentale, un’attitudine alimentata dall’ammirazione che nutrivo per mio nonno e per la sua “arte di arrangiarsi”. Oggi abbiamo la fortuna di avere l’accesso gratuito ad una quantità di informazioni e risorse praticamente illimitate, possiamo costruire e creare qualcosa partendo quasi da zero e tutto è diventato molto più facile, a patto di sapere dove e cosa cercare. In queste pagine vi racconterò l’ avventura che ha portato alla creazione di questo mio SDM (Sky Darkness Meter), o “Buiometro” per gli amici, esplorando le idee, le sfide affrontate, le soluzioni adottate sia per lo strumento sia per cercare di prendere sonno la notte senza pensarci troppo.

Perché costruire un “SDM”?

Risposta breve: per curiosità. Risposta non ufficiale: perché ritengo che l’unica alternativa simile disponibile sul mercato, seppure affidabile, sia ormai un po’ obsoleta, oltre che non particolarmente economica. Confesso che da quando ho iniziato a fare osservazione e poi astrofotografia ho desiderato avere un qualcosa che, più che dare un valore “assoluto” alle condizioni di buio del cielo, mi permettesse di fare confronti fra le diverse situazioni… fidarmi del buon vecchio “occhio” non mi bastava più. Ho trovato molti spunti in rete, nessuno dei quali mi ha mai convinto fino in fondo: progetti pronti, smart, molto articolati e ben fatti, nei quali però ho sempre trovato qualche pecca: errori di conversione fra le grandezze, superficialità nelle misure, scarsa ripetibilità, algoritmi poco convincenti. Da qui la decisione di tentare – per l’ennesima volta – la più impegnativa strada dell’autocostruzione.

Un po’ di teoria

L’acronimo comunemente utilizzato, “Sky Quality Meter“, potrebbe fuorviare: il valore SQM rappresenta la luminanza del cielo in mag/arcsec^2 (o MPSAS, Magnitude Per Square Arc Second), e varia da 16.00 per i cieli più chiari a 22.00 per quelli più bui. Questo numero non riflette direttamente la qualità del cielo e, oltre a non essere propriamente definibile una grandezza in senso stretto, è influenzato da vari fattori come la trasparenza o il seeing; semplicemente fornisce un’indicazione di “quanto è buio” l’angolo di cielo che misuriamo, da qui la scelta del nome Sky Darkness Meter. Non esistendo sensori in grado di rilevare direttamente l’oscurità del cielo, si deriva la misura semplicemente valutandone la luminosità attraverso un piccolo miracolo dell’optoelettronica.

Il sensore

Sensore Buiometro
Sensore Buiometro
Per il mio strumento mi sono affidato allo stesso sensore utilizzato nello strumento SQM di Unihedron, il TSL237: questo componente, combinando un fotodiodo con un convertitore di corrente, genera un segnale elettrico digitale sotto forma di onda quadra ad una data frequenza. Tale frequenza è direttamente proporzionale proprio all’irradianza (flusso luminoso radiante per unità di superficie) sul fotodiodo; misurando la frequenza del segnale, con una formula abbastanza semplice, si arriva al valore SQM che ci interessa. Perchè proprio il TSL237? Studiandone le caratteristiche e confrontandole con altri componenti simili ho capito che è perfetto per lo scopo: molto sensibile alle basse luminosità, stabile in un ampio range di temperature (da -40 a +85°C), ha un bassissimo “rumore” di misura (dark frequency), è un sensore digitale pronto all’uso e soprattutto è molto veloce. A tal proposito, giusto per fare un esempio, vi descrivo la stessa situazione con una delle alternative disponibili sul mercato, il TSL235:
grafici irradianza Buiometro
grafici irradianza Buiometro
Osservando i due grafici in figura, a parità di irradianza, per esempio a 0.001 μW/cm2  (valore che corrisponde a un SQM di 18.00), il sensore TSL237 genererebbe un segnale a 2.3 Hz, leggendo un valore in 0.5”, mentre il TSL235 si fermerebbe a 0.8Hz … in pratica impiegherebbe quasi il triplo del tempo per avere la stessa misura e, prevedendo di fare una media di più valori, si arriva a parecchi minuti per avere un risultato sotto cieli molto bui, impensabile. Nella versione digitale formato sfogliabile a questo link: https://www.coelum.com/coelum-digitale/coelum-astronomia-267-2024-digitale  è disponibile il box “LA MATEMATICA DEL BUIO” con le espressioni necessarie al calcolo matematico dei valori di buio (riservato utenti QUASAR).

I primi test e prototipi

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L’articolo è pubblicato in COELUM 267 VERSIONE CARTACEA

CHARGE BANK per Astrofotografi Itineranti

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Charge Bank di Carmelo Algeri
Charge Bank di Carmelo Algeri

ABSTRACT

Ti è mai capitato che nel momento più bello si spegnesse tutto? Proprio quando stai per catturare l’immagine perfetta del cielo stellato, l’energia si esaurisce, lasciandoti al buio e senza possibilità di continuare. È esattamente per evitare queste situazioni frustranti che l’autore ha deciso di costruire un alimentatore da campo personalizzato, progettato per garantire autonomia energetica durante le sessioni di astrofotografia. Utilizzando una potente batteria LIFEPO4 da 100Ah, ha creato una power box leggera, efficiente e capace di alimentare tutta l’attrezzatura per oltre 20 ore. Con questo progetto, non solo si risolvono i miei problemi di alimentazione, ma si può sperimentare la soddisfazione di costruire qualcosa su misura per le proprie esigenze, evitando costose soluzioni preconfezionate. Se anche tu hai bisogno di un sistema di alimentazione affidabile e vuoi cimentarti in un progetto fai-da-te, questa guida ti mostrerà come fare.

ALIMENTATORE DA CAMPO AUTOCOSTRUITO

Nel mio percorso di astrofotografo itinerante ho sempre avuto la necessità di possedere una fonte di energia che mi garantisse un’autonomia per almeno due sessioni fotografiche. Da qui è nata l’idea di autocostruire una power box fatta su misura per le mie esigenze, e quindi affidandomi alla mia scarsa conoscenza dell’elettronica ma consapevole di essere un grande smanettone, ho messo in pratica un progetto che avevo in testa da diverso tempo e che ho ultimato con l’acquisto di una batteria LIFEPO4, la quale a differenza delle classiche batterie al piombo, può garantire delle prestazioni maggiori e cicli di carica/scarica almeno 10 volte superiori.

Charge Bank per Astrofotografia
Charge Bank per Astrofotografia

Per la realizzazione mi sono avvalso di una classica cassetta degli attrezzi reperibile in qualsiasi ferramenta o centro di bricolage, ho preferito prenderne una molto capiente in modo da poterci inserire eventuali accessori o cavetterie varie e inoltre che avesse degli scomparti in cui inserire i vari connettori e display.

Il suo funzionamento è molto semplice, la tensione 12V CC parte ovviamente dalla batteria principale una lifepo4 da 100AH e arriva ad un display digitale che mi consente di monitorare la corrente che assorbe tutto il carico. Da qui in serie fino ad un piccolo convertitore booster che la trasforma e la mantiene costante; può essere impostato agendo tramite una piccola vite da un minimo di 3V ad un massimo di 35V, (Figura 1) io lo mantengo intorno ai 13,3V questo consente alla montatura, una EQ6 di funzionare senza alcun problema anche durante i goto.

Display della Charge Bank
Display digitale per il controllo dell’assorbimento corrente, convertitore booster, presa accendi sigari e prese USB per ricarica rapida

Successivamente l’uscita del booster viene inviata a due morsettiere (una per il polo positivo ed una per il negativo) dalle quali parte l’alimentazione per ogni singolo connettore (Figura 2):

Morsettiere di distribuzione della Charge Bank
Morsettiere di distribuzione

  • 1 presa accendisigari per il collegamento del notebook (Figura 1)
  • 6 prese DC da pannello per il collegamento di fasce anticondensa, montatura, camera di ripresa, focheggiatore (Figura 3)
  • 1 HUB USB 3.0 per il collegamento di camera guida, camera di ripresa, focheggiatore (Figura 3)
  • 2 prese USB per la ricarica rapida di un telefono o tablet (Figura 1)

Prese per Charge Bank
Prese DC da pannello e USB 3.0 per Charge Bank

Sulla parte laterale della cassetta ho ricavato due connettori: uno serve per la ricarica della batteria, ad esso infatti è collegato un carica batterie da 20A che mi consente una ricarica completa in circa 5 ore (Figura 4), accanto un altro connettore collegato direttamente ai poli positivo/negativo consente l’aggiunta di un ulteriore eventuale batteria in parallelo (Figura 5).

Ho misurato che in media tutto il setup con ogni componente collegato e simulando una sessione di ripresa in funzione assorbe circa 5Ah per cui con una batteria da 100A dovrei poter alimentare tutto per circa 20 ore.

Connettore per ulteriore batteria in parallelo

Carica Batterie da 20A

Prezzi

Devo dire che ho costruito questo alimentatore da campo in diversi step e in svariati mesi quindi dal punto di vista economico la spesa non ha inciso molto avendo aggiunto un pezzetto per volta. L’unico componente che incide per circa la metà del costo totale è sicuramente la batteria. Facendo due conti il costo di tutta la componentistica si aggira intorno ai 400 euro, ma nulla vieta ovviamente di poter utilizzare batterie dalle prestazioni inferiori con costi praticamente dimezzati.

Vantaggi

  • Il peso di tutta la powerbox risulta essere circa 1/3 rispetto a quelle tradizionali con batterie al piombo
  • Cicli di carica/scarica una batteria lifepo4 può eseguire fino a 2000 cicli contro i 300 di quelle classiche
  • Infatti può essere scaricata fino al 95% della sua capacità nominale, contro il 50% di una batteria al piombo

Svantaggi

  • L’unico svantaggio che al momento mi viene in mente è sicuramente il costo della batteria visto che ancora il prezzo di una LIFEPO4 non si può considerare proprio economico.

Conclusioni

Sicuramente per la costruzione di questa stazione di alimentazione occorre un minimo di manualità con strumenti tipo saldatore a stagno, multimetro, o minidremel, non credo bisogna essere dei grandi esperti di elettronica, io non lo sono affatto, e ho fatto tutto seguendo qualche tutorial qua e là. Ovviamente in giro per la rete si possono trovare delle soluzioni già pronte al costo di meno di 1000 euro ma vuoi mettere la soddisfazione di costruirsi qualcosa secondo le proprie esigenze?

Spero quindi di aver fatto cosa gradita a chi intende cimentarsi nella costruzione e ringrazio la rivista Coelum per avermi dato la possibilità di condividere il mio progetto.

L’articolo è pubblicato in Coelum 267

ARP 122 Quando Uno + Uno (alla fine) fa UNO

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Arp 122 immagine Hubble
L'immagine mostra le due galassie NGC 6040 e LEDA 59642 in collisione nel formare Arp 122. Crediti: ESA/Hubble & NASA, J. Dalcanton, Dark Energy Survey/DOE/FNAL/DECam/CTIO/NOIRLab/NSF/AURA Acknowledgement: L. Shatz

ABSTRACT

Arp 122, distante circa  570 milioni di anni luce dalla Terra e nella Costellazione di Ercole, descrive la collisione di due galassie. Le galassie coinvolte sono NGC 6040, una spirale distorta visibile di taglio, e LEDA 59642, una spirale tondeggiante. Durante la collisione, il disco di NGC 6040 si è inclinato e i suoi bracci si sono deformati, estendendosi verso LEDA 59642. Questo evento cosmico provoca variazioni nelle orbite delle stelle, gas e polveri all’interno delle galassie, spesso portando alla formazione di una nuova galassia ellittica. Nonostante le significative perturbazioni, le stelle raramente collidono tra loro a causa delle immense distanze. Tuttavia, il materiale interstellare può comprimersi, accelerando la formazione stellare, come osservato in NGC 6040. Oltre alla fusione, le galassie stanno precipitando verso il centro dell’Ammasso di Ercole, subendo un processo noto come “ram-pressure stripping“, che priva le galassie del gas necessario per la formazione di nuove stelle. Si prevede che i buchi neri supermassicci al centro delle due galassie si avvicineranno fino a fondersi, generando intense onde gravitazionali. Le interazioni e le collisioni tra galassie, più comuni nell’Universo primordiale, sono state fondamentali nell’evoluzione delle galassie moderne.

Durante i mesi estivi, grazie alla sua elevata posizione nel cielo, questa zona è favorevole per l’osservazione in Italia, anche se la breve durata delle notti estive limita il tempo per accumulare sufficiente segnale luminoso.

Collisione Galattica : due Galassie in Una

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OVERALL PHOTONS cresce la voglia di condivisione

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M101 nella versione di Andrea Iorio del progetto Overall Photons
M101 nella versione di Andrea Iorio del progetto Overall Photons

Il 17 agosto scorso tre giovani astrofotografi hanno lanciato nuovo progetto “OVERALL PHOTONS” partorito dalla desiderio di condividere i dati amatoriali per lavorare in comune su specifici target.

Passano gli anni e nuove generazioni si affacciano alla grande passione per l’Astronomia e l’Astrofotografia, inondando il settore con nuova vitalità ma anche ispirando nuovi approcci. Il più significativo da un punto di vista (POV come direbbero loro!) puramente sociale è la smisurata propensione alla condivisione. Un modus operandi quello della condivisione che già si è fatto notare nei progetti di Science Citizen oppure nel più nostrano e più volte citato ShaRA. Tutti volti a migliorare la qualità dei risultanti partendo dall’esigenza comune di dove raccogliere molti e molti dati spendendo ore e ore di tempo tutti. E allora perché non unire le forze? Non solo economiche oppure amatoriali-professionali ma anche capacitive, riporre i tanti giga di dati raccolti sullo stesso soggetto in un unico database e metterli poi a disposizione di tutti per l’elaborazione. Certo più facile a dirsi che a farsi ma intanto la prima pietra è stata posata. I protagonisti dell’impresa sono Andrea Iorio, Fernando Linsalata ed Elisa Cuccu intendi a condividere alcuni dati per una lavoro a sei mani e da li l’idea: aprire il lavoro ad altri contributi e menti sia nazionali che internazionali. Le adesioni non sono tardate e inventare un nuovo nome si è resa subito necessario. Overall Photons, nome che rimanda ai fotoni catturati dai sensori delle camere astronomiche che poi vengono unificati durante l’integrazione dei dati derivanti da diversi astrofotografi. Gli obiettivi di questo nuovo progetto sono molteplici: 1) unione delle forze, per raggiungere centinaia, ma anche migliaia, di ore di integrazione di segnale su specifici target deepsky in modo da ottenere risultati altrimenti complicati da raggiungere 2) condivisione, per permettere a chiunque di avere a disposizione dati cumulativi di buona qualità anche non disponendo di attrezzatura di alto livello o vivendo in località con inquinamento luminoso 3) fare community astrofotografica, per permettere a chiunque di partecipare e contribuire a progetti condivisi e per apportare cambiamento e novità nel modo di fare e concepire l’astrofotografia Il metodo è ovviamente in una fase testing ed è indispensabile mettersi all’opera su campioni reali per individuare tutte le criticità di una simile idea. Primo soggetto scelto su cui cimentarsi: M101, un target molto fotografato e quindi che offre una discreta quantità di dati su cui metter mano. Il primo test ha consentito non solo di sondare l’interesse nel condividere dati da parte di altri astrofotografi ma anche valutare alcuni processi elaborativi per integrare dati che, non dimentichiamo, hanno origini estremamente differenti. Contattati privatamente sono stati in tutto 11,  inclusi i tre ideatori, gli astrofotografi che hanno messo a disposizione i propri dati grezzi  riuscendo a raggiungere così ben 260 ore di integrazione in HaLRGB sulla galassia M101. Lavorare concretamente su M101 ha subito messo in evidenza le potenzialità indiscusse del lavoro di squadra, ma, allo stesso tempo, ha fatto emergere alcune difficoltà tecniche chiave su cui Andrea, Elisa e Fernando sono impegnati per ottimizzare al meglio l’integrazione dei dati e la selezione del materiale grezzo condiviso. Si sta già pensando al prossimo target che vedrà come protagonista la nebulosa Helix. Le modalità e le tempistiche per la partecipazione verranno condivise sui profili social dei tre ragazzi nelle prossime settimane, oltre che nei principali gruppi social di astrofotografia sia nazionali che internazionali. Si respira molto ottimismo anche se la strada di Overall Photons è solo all’inizio ed è ancora molto lunga. Lunga vita alla condivisione! Per qualsiasi informazione su Overall Photons potete contattare e seguire i profili Instagram di: Andrea Iorio: https://www.instagram.com/a_glimpse_of_universe/ Elisa Cuccu: https://www.instagram.com/lislisette_/ Fernando Linsalata: https://www.instagram.com/ostespaceobservatory/ Ecco invece i contatti dei primi 11 pionieri: Elisa Cuccu (Elisa Cuccu) , Fernando Linsalata (Fernando Linsalata), Andre Vilhena (the.cosmic.arena), Gianluca Beccani (Gianluca Beccani), Francesco Radici (Francesco Radici), Reza Hakimi (IG: @rezzolution_), Kyle Fish (IG: @ak.astrophoto), Federico Boninsegna (Federico Boninsegna), Benjamin Rideout (Benjamin Rideout), Andrea Arbizzi (Andrea Arbizzi).

SAIt la Società Astronomica Italiana oggi

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La squadra italiana in Cina
La squadra italiana in Cina
a cura di Roberto Buonanno

ABSTRACT

Hai mai immaginato di esplorare l’universo attraverso gli occhi degli antichi astronomi? La Società Astronomica Italiana (SAIt) non solo mantiene viva questa tradizione, ma la reinventa per le nuove generazioni, portando la scienza del cielo nelle mani dei ragazzi con iniziative straordinarie come i Campionati Italiani di Astronomia e il concorso “Giovani astronome/i al TNG”. Dietro le quinte di questi eventi si nasconde un mondo fatto di passione, dedizione e scoperte mozzafiato, dove studenti di tutta Italia si sfidano per conquistare il cielo e i suoi segreti. Ma c’è di più: un progetto rivoluzionario vuole coinvolgere gli studenti nella creazione di un autentico “diagramma dell’orizzonte”, replicando un antico strumento che ha affascinato generazioni di scienziati. Scopri come la SAIt sta cambiando il modo in cui le nuove generazioni vedono e comprendono il cosmo, mescolando storia, scienza e tecnologia in un’avventura che promette di ispirare il futuro dell’astronomia italiana. Non perdere l’occasione di entrare in questo universo affascinante e scoprire come anche tu puoi fare la differenza!

Introduzione

Si è appena conclusa la LXV Assemblea dei Soci SAIt che ha confermato la necessità di un aggiornamento dello Statuto della Società. Tutti gli interventi hanno ribadito che la SAIt svolge un ruolo importante per lo sviluppo delle Scienze astronomiche in Italia e che la sua missione di diffusione della cultura scientifica non può che crescere nella prospettiva futura. Solo un’associazione di volontari della diffusione della cultura scientifica, infatti, è in grado di fondere le esperienze e le sensibilità di comunità formalizzate, quali quelle della ricerca, della scuola e dell’Università, ognuna agendo secondo le proprie specifiche finalità istituzionali. Per questo motivo sono grato alla Redazione di Coelum per l’opportunità che mi viene offerta di illustrare alcune delle azioni svolte dalla SAIt nel 2023 e, fra queste, desidero soffermarmi sulle attività svolte a vantaggio delle ragazze e dei ragazzi con lo scopo di trasmettere soprattutto a loro il fascino delle scienze del cielo. Ciò per due motivi. Il primo è che vorrei mostrare quante persone, fra colleghi e amici, siano oggi impegnate nell’attività di volontariato culturale proposta dalla SAIt, il secondo motivo è per far conoscere quanti ragazzi bravissimi e quanti insegnanti di valore ci sono nelle nostre scuole.

I Campionati Italiani di Astronomia

I Campionati Italiani di Astronomia (che nelle gare internazionali conservano il nome originale di Olimpiadi), giunti alla XXII edizione, sono una gara di cultura astronomica aperta agli studenti delle scuole superiori e promossa dalla Società Astronomica Italiana in collaborazione con l’INAF e il Ministero dell’Istruzione e del Merito nel quadro delle iniziative per la Valorizzazione delle eccellenze scolastiche del MIM. La competizione ha l’obiettivo di mettere gli studenti in contatto con l’ambiente della ricerca e così promuovere il loro interesse nell’astronomia la quale, non solo è una tra le più antiche scienze della storia umana, ma possiede anche un’evidente valenza multidisciplinare in quanto spazia dalla storia alla filosofia, dalla matematica alla chimica, dalla fisica alla letteratura, all’arte. La procedura dei Campionati è articolata. Si parte da una fase di preselezione alla quale quest’anno hanno partecipato oltre 12000 studenti provenienti da 395 scuole (comprese due scuole italiane all’estero), a cui segue una seconda fase nella quale le giurie interregionali selezionano, fra gli oltre 1000 elaborati che hanno superato la prima fase, i migliori 90 ai quali è riservata la  partecipazione alle finali nazionali. La cerimonia di apertura delle gare finali si è tenuta quest’anno a Reggio Calabria il 16 Aprile alla presenza di autorità locali, rappresentati del MIM e degli Enti sostenitori.  Il giorno seguente si sono svolte le gare vere e proprie presso il Liceo Scientifico Statale “Leonardo da Vinci”. I finalisti si sono cimentati con problemi di Astrofisica teorica, durante la mattina, e su prove pratiche e analisi di dati di Astronomia osservativa, nel pomeriggio. L’ARTICOLO COMPLETO è riservato agli abbonati alla versione digitale. Per sottoscrivere l’abbonamento Clicca qui. Se sei già abbonato accedi al tuo account dall’Area Riservata
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ShaRA#8.2 – Galassie Interagenti NGC3169 e NGC3166

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Le galassie NGC3169 & NGC3166 Immagine finale di gruppo, ottenuta sovrapponendo in modo pesato i contributi di 15 partecipanti del team
Le galassie NGC3169 & NGC3166 Immagine finale di gruppo, ottenuta sovrapponendo in modo pesato i contributi di 15 partecipanti del team

Benvenuti a un nuovo entusiasmante capitolo del progetto ShaRA!

Dopo avervi stuzzicato con l’affascinante Nebulosa Testa di Delfino, siamo finalmente pronti a condividere i risultati del nostro ultimo sforzo collettivo: ShaRA#8.2 – Danza Cosmica! Questa volta, il nostro team di astrofotografia ha puntato i suoi obiettivi su un gruppo di galassie interagenti che ha catturato l’immaginazione di tutti noi: NGC3169 e NGC3166, nella costellazione del Sestante.

Questo progetto ha richiesto impegno, precisione e una buona dose di pazienza, con riprese condotte nel cielo cileno e qualche imprevisto tecnico che ha reso il viaggio ancora più avvincente. Ma come sempre, le sfide sono state superate grazie alla passione e alla collaborazione del nostro team!

Le immagini finali, frutto di un lavoro collettivo e democratico, sono spettacolari e mettono in evidenza la straordinaria bellezza e complessità di questi oggetti cosmici. Siamo entusiasti di presentarvi il risultato di questa avventura cosmica e speriamo che vi lasci senza fiato tanto quanto ha fatto con noi!

**Restate con noi per scoprire di più e, perché no, unirvi alla nostra prossima sfida!** 🚀✨

di ShaRA Team

Introduzione

Lo abbiamo anticipato col precedente articolo, parlando della bellissima nebulosa testa di Delfino (l’antipasto dell’ottavo progetto del TEAM ShaRA), ora possiamo finalmente condividere il risultato dell’ultimo sforzo del nostro gruppo. Cosa abbiamo fotografato questa volta? Per chi non ci seguisse dalla prima uscita su COELUM, ricordo brevemente che la scelta dei target ripresi nei nostri progetti di astrofotografia remota condivisa viene effettuata con votazione democratica da parte di ogni singolo membro, partendo da una lista di oggetti proposti liberamente dai membri stessi. Quando partimmo con ShaRA#8, la maggioranza dei membri si polarizzò sul meraviglioso gruppo di galassie interagenti NGC3169 e NGC3166.

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Contributi dei partecipanti


Voglio una Stella che sia tutta mia!

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ABSTRACT

Immagina di possedere il Sole o di regalare una stella con il tuo nome. Fantasia? Non per Angeles Duran, la donna spagnola che ha osato rivendicare la proprietà del nostro astro più importante! Ma cosa succede quando il diritto romano incontra le moderne ambizioni spaziali? In un mondo in cui le superpotenze lottano per il controllo dello spazio, una falla nei trattati internazionali potrebbe cambiare tutto. Scopri le incredibili implicazioni legali e le sfide che ci attendono mentre ci avventuriamo sempre più lontano nel cosmo. E se pensavi di poter comprare una stella per il tuo amato, preparati a rivedere i tuoi piani: la realtà è ben diversa da quello che ci vendono! Intrighi spaziali e sogni infranti ti aspettano in questa affascinante esplorazione delle nuove frontiere della proprietà cosmica.

Il Sole è di mia proprietà!

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Speciale Aurora 10 Maggio: prepariamoci a nuovi spettacoli (pt.3)

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Lo scorso 10 maggio il cielo notturno sopra l’Italia è stato inondato da un fenomeno
spettacolare anche per la sua rarità: l’aurora boreale. Nelle pagine a seguire spiegheremo
il fenomeno dalle sue origini scientifiche sino alle modalità in cui si è manifestato e
come è stato possibile acquisirne dati e immagini anche con un approccio amatoriale.
Ci accompagnano nella ricca esposizione: Francesco Berrilli e Valentina Penza dell’Università
di Roma Tor Vergata, Alessandro Marchini dell’Università di Siena e Alessandro
Ravagnin.

PARTE 03

Cronaca di una giornata memorabile

 a cura di Alessandro Ravagnin

La mattina del 10 Maggio,dopo aver accompagnato i bambini a scuola come normalmente faccio al venerdì prima di andare al lavoro, ho deciso di tornare a casa per una fugace occhiata al Sole. Nei giorni precedenti, il gruppo di macchie identificato con la sigla AR3664 aveva fatto sfoggio di sé e si era sviluppato in modo importante, sia nel numero di fotosferiche che nella loro configurazione magnetica. Non volevo perdere l’occasione per dare una sbirciatina a quella che per quel momento era la più grande, complessa e attiva regione del 25esimo ciclo solare. Il cielo era limpido e la nostra stella, poco dopo le 8:15 (6:15 UTC), era ancora bassa sull’orizzonte est, a circa 25° di altezza. Dopo aver aperto l’osservatorio nel giardino di casa ho montato il filtro Daystar Quark Prominence sul rifrattore Tecnosky 115/800mm, come sempre faccio quando voglio osservare la dinamica cromosfera solare nella riga H-alpha dell’idrogeno ionizzato, nonché il filtro Baader Astrosolar in testa al C11HD, per una ripresa della fotosfera in luce bianca.

Il programma di quei 15 minuti di osservazione prevedeva quindi un paio di filmati e niente più. Spesso capita dalle mie parti (ma non solo dalle mie) che nelle mattinate primaverili/estive, l’atmosfera sia abbastanza stabile nelle prime ore dell’alba, permettendo di avere un seeing discreto per riprese in alta risoluzione. Alle 6.30 UTC era tutto pronto, la strumentazione era montata, il Sole era nel campo delle due camere di ripresa, la messa a fuoco era stata effettuata. Si preannunciava una normale sessione di ripresa, ma…

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Speciale Aurora 10 Maggio: prepariamoci a nuovi spettacoli (pt.2)

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L’aurora sul Lago di Misurina (BL) (Cristian Bigontina, Notti delle Dolomiti)
L’aurora sul Lago di Misurina (BL) (Cristian Bigontina, Notti delle Dolomiti)

Lo scorso 10 maggio il cielo notturno sopra l’Italia è stato inondato da un fenomeno
spettacolare anche per la sua rarità: l’aurora boreale. Nelle pagine a seguire spiegheremo
il fenomeno dalle sue origini scientifiche sino alle modalità in cui si è manifestato e
come è stato possibile acquisirne dati e immagini anche con un approccio amatoriale.
Ci accompagnano nella ricca esposizione: Francesco Berrilli e Valentina Penza dell’Università
di Roma Tor Vergata, Alessandro Marchini dell’Università di Siena e Alessandro
Ravagnin.

PARTE 02

Il diario di un’aurora italiana

 a cura di Alessandro Marchini direttore dell’Osservatorio Astronomico dell’Università di Siena

La notte tra il 10 e l’11 maggio un’incredibile aurora boreale si è accesa nei cieli italiani. Si è trattato di un evento assolutamente straordinario e inconsueto per le nostre latitudini.

E pensare che due anni fa, nel febbraio 2022, ero andato a caccia dell’aurora fino a Tromsø, in Norvegia, per tornare dal viaggio abbastanza deluso: il tempo era stato inclemente ed insieme al gruppo di amici che erano con me siamo riusciti a vedere le luci del nord solo per qualche istante in quattro notti di nuvole, neve e pioggia.

La debole aurora del 27 febbraio 2022
in Norvegia (Stefano Parrini)
La debole aurora del 27 febbraio 2022
in Norvegia (Stefano Parrini)

Vivo a Siena, poco fuori dal centro storico, a casa ho due finestre a nord e la sera del 10 maggio mi sono affacciato più volte a guardare il cielo in quella direzione, finché non è stato chiaro che quelle strisciate rosa che stavo vedendo, sul profilo della città e distanti dal punto del tramonto, non potevano che essere le luci di un’aurora.

Le prime avvisaglie dell’aurora sopra Siena alle 22:30 del 10 maggio
(Crediti autore)
Le prime avvisaglie dell’aurora sopra Siena alle 22:30 del 10 maggio
(Crediti autore)

Come è stato possibile che l’aurora, timida e dispettosa in Norvegia, mi avesse inseguito fino a casa, per mostrarsi in tutta la sua magnificenza? Ma soprattutto, era prevedibile un’aurora su Siena tanto da farmi affacciare continuamente alla finestra per sperare di vedere le “luci del nord” da 43 gradi di latitudine?

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#NotHaarp!

E’ stata un’esperienza fantastica, rovinata soloda valanghe di commenti sui nostri social di alcuni complottisti che ormai non riescono a godersi un fenomeno naturale, noto fin dall’antichità, ma cercano di trovare cause artificiali, come l’esperimento HAARP (High Frequency Active AuroralResearch Program) che nasce nel 1993 in Alaska come installazione militare per lo studio della ionosfera. Dismessa nel 2013 e rivenduta per uso civile nel 2015, adesso è gestita dall’Università di Fairbanks ed è una struttura visitabile da chiunque, comprese le scuole che spesso ci vanno in gita di istruzione.Parliamo di una installazione che può simulare gli effetti di disturbo che una tempesta solare può provocare sulle telecomunicazioni, o aiutare a costruire modelli accurati di ciò che accade nella ionosfera, rendendo la struttura un ottimo laboratorio di ricerca utilizzato da enti e università di tutto il mondo.Il raggio massimo raggiunto da esperimenti simili raggiunge al massimo 500 Km, peraltro senza alcuna conseguenza.

L’esperimento HAARP tirato in ballo dagli amanti del complotto utilizza potenze ridicole (pochi megawatt) rispetto a quelle di una tempesta solare (centinaia di gigawatt) e non può produrre aurore artificiali visibili in mezzo mondo come quella, naturale, del 10 maggio scorso, vista persino nell’emisfero sud, in Nuova Zelanda. L’Università di Fairbanks, travolta dal clamore mediatico dei complottisti, lo ha chiaramente spiegato con un comunicato.

Le aurore sono fenomeni sì straordinari alle nostre latitudini, ma sono accaduti altre volte in passato, quando HAARP non esisteva ancora, come abbiamo già mostrato in precedenza.

Ricordando una notte diversa da tutte le altre, quando le luci dell’aurora boreale si sono accese sul cielo di Siena.

La mattina dell’11 maggio, prima di andare a dormire qualche ora, ho realizzato un video velocizzato con la sequenza delle immagini raccolte nei venti minuti di massima intensità, potete vederlo qui: youtu.be/S8RbJuenGKE.

E’ stata un notte unica ed emozionante, di quelle che un poeta come Ungaretti avrebbe definito “una notte diversa da ogni altra notte del mondo”.

Come documentare un’aurora è descritto nella terza parte

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Speciale Aurora 10 Maggio: prepariamoci a nuovi spettacoli (pt.1)

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Lo scorso 10 maggio il cielo notturno sopra l’Italia è stato inondato da un fenomeno
spettacolare anche per la sua rarità: l’aurora boreale. Nelle pagine a seguire spiegheremo
il fenomeno dalle sue origini scientifiche sino alle modalità in cui si è manifestato e
come è stato possibile acquisirne dati e immagini anche con un approccio amatoriale.
Ci accompagnano nella ricca esposizione: Francesco Berrilli e Valentina Penza dell’Università
di Roma Tor Vergata, Alessandro Marchini dell’Università di Siena e Alessandro
Ravagnin.

PARTE 01

I COLORI DELLA TEMPESTA: COME, PERCHE’ E QUANDO

 a cura di Francesco Berrilli e Valentina Penza Università di Roma “Tor Vergata”

I fisici solari hanno delle specifiche date (e dei nomi) a cui sono particolarmente affezionati. Una ad esempio è il 1º settembre 1859, giorno in cui si manifestò sulla nostra stella un evento abbastanza comune nel suo genere, ma in quella occasione particolarmente violento nella sua intensità, al punto da meritare un appellativo tutto suo: evento di Carrington. In realtà il 1º settembre 1859 furono due gli astronomi inglesi, Richard Christopher Carrington e Richard Hodgson che osservarono sulla superficie del Sole un brillamento di luce “bianca” estremamente intenso in una zona del disco solare che stava attirando già da qualche giorno l’attenzione per la presenza un esteso gruppo di macchie solari. L’evento in sé sarebbe rimasto una notazione destinata ad incuriosire giusto qualche altro studioso, se non fosse stato per la grande quantità di particelle elettricamente cariche espulse ad alta velocità e in direzione della Terra il giorno successivo: una delle tempeste magnetiche più intense di cui si ha testimonianza nella storia dell’umanità. Il fenomeno diede luogo ad aurore a latitudini estremamente basse (come Roma e Catania) e danneggiò parte della rete telegrafica del mondo. Per avere una stima dell’intensità del fascio si può dire che il nostro Sole lanciò verso la Terra particelle cariche con un’energia pari a dieci miliardi di bombe atomiche.

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La cronaca della serata è nella seconda puntata

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LE SUPERNOVAE EXTRAGALATTICHE PIU’ LUMINOSE ED IMPORTANTI DELLA STORIA (pt.1): SN1885A IN M31

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M31_cefeide_Hubble
Lastra fotografica della galassia di Andromeda M31 ripresa da Edwin Hubble nella notte fra il 5 e il 6 ottobre 1923 con il telescopio di 2,54 metri dell’Osservatorio di Monte Wilson. Sono segnate tre “N” che rappresentano tre Novae. Quando Hubble andò a comparare questa immagine con alcune immagini di Novae ottenute in anni precedenti, notò che una di queste tre Novae, aumentava e diminuiva la sua luminosità ad intervalli regolari di circa 31 giorni. Aveva scoperto la prima Cefeide della galassia di Andromeda. Cancellò perciò la “N” e la sostituì con la dicitura “VAR” variabile. Da quella notte iniziò l’era Extragalattica, che cambiò radicalmente le nostre conoscenze sull’Universo e M31 divenne una Galassia e non più una Nebulosa della Via lattea.

DOPO LA RASSEGNA DELLE SUPERNOVA ITALIANE NELLE GALASSIE MESSIER, CON LA QUALE
ABBIAMO RIPERCORSO LA STORIA DELLE DIECI PIÙ IMPORTANTI SCOPERTE E CHE CI HA
PERMESSO DI AMMIRARE ANCHE IMMAGINI INEDITE E ACCEDERE AD INFORMAZIONI CHE
NON AVREMMO MAI PENSATO DI POTER OTTENERE, RITENIAMO CONCLUSO QUESTO PERCORSO
E CI SEMBRA OPPORTUNO APRIRE UNA NUOVA SEQUENZA CON “LE SUPERNOVAE
EXTRAGALATTICHE PIÙ LUMINOSE ED IMPORTANTI DELLA STORIA”.

ABSTRACT

Hai mai sentito parlare di una stella che ha cambiato per sempre la nostra comprensione dell’Universo? Nel 1885, un misterioso lampo di luce esplose nella galassia di Andromeda, visibile ad occhio nudo e destinato a lasciare un segno indelebile nella storia dell’astronomia. La scoperta della supernova SN1885A, inizialmente fraintesa e quasi dimenticata, ha rivoluzionato il modo in cui vediamo le galassie e l’intero cosmo. Ma cosa succederebbe se oggi esplodesse una supernova simile? E perché, dopo quasi 140 anni, gli astronomi stanno ancora cercando tracce di questo evento epocale? Scopri i segreti e le incredibili coincidenze che hanno portato a riscrivere i libri di scienza, e lasciati affascinare dalla storia di una scoperta che ha cambiato tutto.

SN1885A IN M31

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L’effetto guarda altrove

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ABSTRACT

Cosa accomuna un incontro casuale con Van Morrison in una libreria di New York e la misteriosa connessione tra la Piramide di Cheope e la velocità della luce? Potrebbe sembrare il preludio a un romanzo di fantascienza, ma dietro a queste coincidenze apparentemente straordinarie si cela un principio scientifico che sfida la nostra percezione della realtà: l’effetto “guarda altrove”. Scopri come il “look-elsewhere effect” demistifica le coincidenze più incredibili e perché, prima di lasciarsi incantare da numeri e incontri sorprendenti, dovremmo guardare oltre le apparenze. Preparati a vedere il mondo con occhi nuovi e a mettere in discussione tutto ciò che credevi fosse impossibile!

Incredibili coincidenze non così incredibili

Incredibile coincidenza numero 1: anni fa, durante una vacanza a New York, in una libreria ho incontrato Van Morrison, uno dei grandi della musica moderna, e anche uno dei miei idoli. E non avendo il coraggio di dirgli nulla del tipo “Van!Sei proprio tu!? Facciamo un selfie, dai!”, mi sono limitato a pensare che incontrare Van Morrison in una libreria a Manhattan era una coincidenza veramente incredibile.

Incredibile coincidenza numero 2: la Piramide di Cheope è collocata alla latitudine Nord di29.979167 gradi, e questo numero corrisponde, nelle prime 5 cifre, alla velocità della luce, 299 792 458 m/s. Secondo alcuni questa non può essere una semplice coincidenza, ma rappresenterebbe invece la manifestazione delle incredibili conoscenze degli egizi.

Prendiamo quindi a pretesto il mio inaspettato incontro ravvicinato con Van Morrison e la curiosità sulla Grande Piramide (vera, in termini di coincidenza numerica, sebbene la corrispondenza non è completa, ma solo sulle prime cifre), per imparare qualcosa che è alla base della metodologia scientifica sperimentale: il “look-elsewhere effect” (effetto “guarda altrove”), come lo chiamano i fisici delle particelle, in statistica altrimenti detto “multiple comparison” (confronto multiplo).

Tralasciando il fatto non proprio marginale che gli egizi non conoscevano né i metri né i secondi, e nemmeno i gradi, così di primo acchito si potrebbe dire che è veramente una coincidenza curiosa e molto improbabile che la latitudine della Piramide di Cheope sia uguale, anche se solo nelle prime cinque cifre, alla velocità della luce. Così come appare un evento altamente improbabile quello di incontrare Van Morrison durante una vacanza di qualche giorno a New York curiosando in una libreria. E invece dove sta l’errore? Sta nel trascurare il look-elsewhere effect.

Infatti una curiosa coincidenza poteva verificarsi in una miriade di modi diversi. Poteva verificarsi fra il perimetro della piramide espresso in avambracci del Faraone e la costante di Planck, il volume della piramide espresso in giare di frumento e lo spostamento verso il rosso della galassia NGC271-2interno4, la distanza fra la cima della piramide e la punta del naso della sfinge (prima che si rompesse) espressa in opportuni multipli della lunghezza d’onda della transizione iperfine dell’Idrogeno atomico, e così via.

Analogamente, io non ero partito dall’Italia dicendomi: “spero di incontrare Van Morrison a New York”.  Avrei potuto incontrare Bruce Springsteen, o qualche altro personaggio famoso, o magari Rinaldi, quello che per merenda a scuola si portava panini grandi come portaerei, e che da allora non ho più rivisto. Sarebbero state tutte coincidenze impreviste e sorprendenti.

Quindi, alla luce degli infiniti modi in cui è possibile trovare una coincidenza che ci colpisca, la coincidenza che riguarda la Piramide, apparentemente improbabile per come ci viene proposta, in realtà non è poi così incredibile. Anzi, se tenessimo conto del “look-elsewhere effect“, tutto sommato ci dovremmo stupire che ci sia solo questa coincidenza. In realtà probabilmente ce ne sono molte altre, che aspettano di essere scoperte. Quindi, nel caso in questione, la domanda: “qual è la probabilità chele prime cinque cifre della latitudine della Piramide di Cheope corrispondano alle prime cinque cifre della velocità della luce espressa in m/s?” è assolutamente mal posta. In modo del tutto analogo al mio incontro ravvicinato con Van Morrison, non è affatto questo quello che è accaduto! Quello che è accaduto è una corrispondenza (parziale!) fra uno degli infiniti numeri che riguardano la piramide di Cheope e un altro degli infiniti numeri che hanno a che fare con la scienza moderna. E se poi consideriamo che questa corrispondenza poteva riguardare non la piramide di Cheope, ma qualunque altra costruzione o manufatto legato alla civiltà egizia, o magari Sumerica (gli appassionati delle cose che non esistono adorano i Sumeri) i casi possibili diventano smisuratamente grandi. Certamente anche nelle misure del lavandino della mia cucina si celano incredibili e inspiegabili coincidenze cosmiche che aspettano di essere scoperte, come aveva già sottolineato Umberto Eco in uno dei suoi arguti scritti.

Il look-elsewhere effect è molto utilizzato nelle analisi dei risultati scientifici, qualora si cerchino effetti e anomalie non previsti a priori. Supponiamo infatti di raccogliere dati tra cui cercare la presenza di qualche nuovo fenomeno, ad esempio la produzione di una nuova particella (ma potrebbe essere anche una patologia non ipotizzata a priori). E supponiamo che questo nuovo fenomeno si manifesti come una anomalia rispetto al fondo, a ciò che ci appare “normale”. E supponiamo anche di non sapere cosa aspettarci a priori, di non sapere se esista una nuova particella o una patologia nascosta in quei dati, e nemmeno, nel caso dovesse esistere, come e dove dovrebbe manifestarsi. E supponiamo quindi di osservare nei dati raccolti qualcosa che ci sembra incompatibile con l’ipotesi di solo fondo.

A questo punto, prima di comprare il frac per Stoccolma, dobbiamo chiederci quanto frequentemente una analoga anomalia potrebbe apparire per caso in qualunque altro modo nei dati che abbiamo raccolto. La domanda da porsi è quindi: qual è la probabilità di osservare, in tutto l’insieme dei dati a nostra disposizione, una fluttuazione rispetto al fondo di quella entità? Se si considerano tutte le possibili analoghe fluttuazioni che ovunque possono saltare fuori per caso, ecco che la nostra mirabolante scoperta potrebbe diventare decisamente meno eclatante.

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Cosmologia: la dinamica stellare sfida la materia oscura

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Galassia nana sferoidale Antlia. Crediti: ESO. Materia Oscusa
Galassia nana sferoidale Antlia. Crediti: ESO.

ABSTRACT

Nell’intricato scenario delle galassie nane, un’intensa battaglia tra effetti della dinamica stellare e materia oscura decide il destino del rapporto M/L. Mentre la spoliazione mareale e le binarie non risolte tentano di influenzare la partita, la materia oscura rivendica la sua presenza indiscussa. Riuscirà costei ad avere l’ultima parola, ole stelle faranno finalmente luce su misteri ancora insondati?

Materia oscura o effetti dinamici? Un’analisi delle galassie nane

La materia oscura rappresenta uno dei più grandi enigmi della cosmologia moderna. Nonostante la sua natura elusiva, si ritiene che essa costituisca circa l’85% della massa totale del cosmo. Dai MACHOs (Massive Astrophysical Compact Halo Objects), ossia oggetti compatti di alone, alle particelle esotiche massive e debolmente interagenti che vanno sotto il nome di WIMPs (Weakly Interactive Massive Particles), svariate sono state le speculazioni fatte per identificare la composizione della materia oscura, nessuna delle quali, però, ancora verificata sperimentalmente. Ad oggi, infatti, l’esistenza della materia oscura viene ancora dedotta solo indirettamente sfruttandogli effetti gravitazionali che essa produce su galassie e ammassi di galassie.

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LO SCIAME METEORICO DELLE PERSEADI

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Lo sciame meteorico delle Perseidi sarà attivo dal 17 luglio al 24 Agosto,
raggiungendo il picco massimo di meteore intorno al 12 agosto

In questo periodo, ci sarà la possibilità di vedere le meteore Perseidi ogni volta che il punto radiante dello sciame, nella costellazione di Perseo, sarà sopra l’orizzonte; il numero di meteore visibili aumenterà quanto più alto sarà il punto radiante nel cielo.
Da Roma il punto radiante è circumpolare, il che significa che si trova sempre sopra l’orizzonte e lo sciame sarà attivo per tutta la notte.
Al suo apice, si prevede che lo sciame produca un tasso nominale di circa 150 meteore all’ora ( ZHR ). Tuttavia, questo tasso orario zenitale è calcolato assumendo un cielo perfettamente buio e che il radiante dello sciame sia situato direttamente sopra la testa. In pratica, qualsiasi vera osservazione non raggiungerà queste condizioni ideali. Il numero di meteore che probabilmente si vedranno è quindi inferiore.
Da Roma, il radiante dello sciame apparirà a un’altitudine massima di 70° sopra l’orizzonte con una stima nel momento di massimo splendore dello sciame di circa 141 meteore all’ora.
La Luna, in Bilancia, sarà intorno al primo quarto di fase al culmine dello sciame, ma tramonterà alle 23:36 e non interferirà più nel corso della notte.

NELL’IMMAGINE IL PUNTO RADIANTE DELLE PERSEIDI.
CREDITI IN-THE-SKY.ORG

Museo del Cielo e della Terra di San Giovanni in Persiceto

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Il museo del Cielo e della Terra di San Giovanni in Persiceto è una realtà che raggruppa diversi ambiti didattici che vanno dall’Astronomia all’Orto Botanico, dal laboratorio dell’insetto alla Fisica Experience. Il polo riservato all’astronomia è gestito dal Gruppo Astrofili Persicetani (GAPers) che quest’anno festeggia i 40 anni della sua fondazione, si trova all’interno dell’area dell’Orto Botanico “Ulisse Aldrovandi” e si compone di: un osservatorio, un planetario e di una serie di collezioni naturalistiche, tra le quali una collezione di meteoriti tra le più importanti in Italia.

Museo cielo terra san giovanni persiceto
Romano Serra descrive uno dei legni di Tungunska

La collezione è collocata al primo piano della struttura che ospita anche il planetario ed è il risultato della passione e della perseveranza di Romano Serra, che dal 1978 raccoglie meteoriti, sia come opera di ricerca propria sul territorio sia acquistandoli quando rari e importanti a livello didattico e divulgativo. Cercare meteoriti non è affatto semplice; i luoghi migliori sono solitamente i deserti, che uniscono l’ambiente arido, che prolunga il tempo di conservazione delle croste di fusione sulla superficie delle meteoriti, all’assenza di vegetazione ed in talune aree alla presenza di un tavolato di ciottoli chiari che facilita il riconoscimento delle meteoriti, dalle superfici più scure. Ciononostante, Romano Serra può vantare un centinaio di ritrovamenti, una quantità notevole, frutto di decine di spedizioni nel Sahara ed in molti altri deserti. I pezzi presenti nella raccolta nel complesso superano tuttavia il migliaio, segno che la gran parte è composta da pezzi inevitabilmente acquistati. Tutte le classi di meteoriti sono ben rappresentate, a partire dalle condriti ordinarie, con bellissimi pezzi orientati o ricchi di regmagliti[1] o addirittura che mostrano shattercones[2]. Sono presenti anche molte classi di Carbonacee, e diverse rare Enstatiti.Tra le Acondriti, solo per citarne alcune, appaiono tutte le tre classi delle HED[3](Eucriti, Diogeniti e Howarditi), alcune meteoriti marziane (Shergottiti), brecce lunari, Aubriti ed Acondriti primitive. Ben rappresentate sono anche le Pallasiti, e le Sideriti (Ottaedriti, Esaedriti ed Atassiti).

Per alcuni famosi crateri terrestri, sono disponibili apposite raccolte che comprendono campioni dei meteoriti che hanno formato i crateri stessi, assieme ad impattitirocciose (Rocce terrestre che hanno subito alterazioni) o vetrose (Vetri formatisi a causa della fusione di materiali silicei) formatesi a seguito dell’impatto

Notevole è la raccolta dei pezzi che appartenenti al Kamil Crater, il cratere individuato nel 2008 dalle immagini di Google Earth da Vincenzo De Michele, e visitato da Serra in alcune delle molte spedizioni a cui ha partecipato. Oltre ad alcune stupende meteoriti, anche fra questi reperti sono presenti vetri e una roccia terrestre che mostra shattercones.

Per i crateri di Wabar, in Arabia Saudita, appaiono diversi vetri, sia neri (Le famose perle del Wabar) che chiari oltre a impattiti rocciose ed alcune belle sideriti.

Vetrina delle condriti (in basso) e delle
acondriti (in alto)

Anche Canyon del Diablo (MeteorCrater in Arizona)è ben rappresentato grazie ad alcuni campioni ed un plastico del cratere.

Ma i due “pezzi forti” del museo sono la ricchissima raccolta di Lybian Glass e la sezione dei legni di Tunguska.

Il vetro del deserto libico (LDG), si è formato a seguito di una caduta meteorica di 26 milioni di anni fa, che con il calore dell’esplosione vetrificò la sabbia del deserto in una vasta area tra Libia ed Egitto. Il vetro, di un bel colore giallo chiaro è stato utilizzato per migliaia di anni per costruire manufatti, dai bifacciali acheuleani, alle lame del paleolitico superiore, alle punte di freccia, per finire in stupendi ornamenti della civiltà faraonica come lo scarabeo del pettorale di Tutankhamnon. E’ difficile descrivere l’emozione di vedere un manufatto realizzato decine di migliaia di anni fa utilizzando un vetro creato dall’impatto di un asteroide ancora più antico, fino a 26 milioni di anni fa.

I legni di Tungunska sono certamente il settore più importante del museo, a cui appartengono più di un centinaio di campioni, un numero che rende la raccolta probabilmente la più ricca al mondo, recuperati in ben sette spedizioni alle quali Serra ha partecipato dal 1991 al 2018. Sezioni di alberi tagliati in varie zone nell’area dell’evento, tronchi carbonizzati, campioni di terreno, foto, rilevamenti e persino gli spettri di piccole gocce di vetro, sono gli elementi di una ricchissima esposizione che agli occhi attenti può insegnare molto, come ad esempio un tronco d’albero che mostra stretti anelli rotondi di accrescimento della foresta profonda ma che dopo il 1908 si ovalizzano (L’albero ha cambiato inclinazione a seguito dell’onda d’urto).

La ricchissima collezione è purtroppo raccolta in uno spazio assolutamente insufficiente per essere giustamente valorizzata e molti pezzi più che interessanti rischiano di passare inosservati al visitatore perché “affogati” nella folla di campioni che riempiono le vetrine. La solaraccoltadi meteoriti italiane in grado di esporre anche una perfetta riproduzione del meteorite di Renazzo meriterebbe uno svolgimento descrittivo ed espositivo ben maggiore.

Ma di contro a questo limite, oltre alla ricchezza ed alla bellezza di questa collezione sta la simpatia e la competenza del Dr. Romano Serra che, con un meteorite tra le mani, tra aneddoti e racconti, riesce a trasportare chi lo ascolta attraverso le sabbie sahariane, la taiga siberiana o sul “rim” di un cratere, in una passeggiata che può ben definirsi “tra cielo e terra”.

[1]Depressioni simili a “ditate” dovute all’ablazione operata dall’atmosfera terrestre in fase di caduta meteorite.

[2] Coni di frattura si irradiano solitamente da un apice e sono dovuti ad uno shock da impatto.

[3]Classe di meteoriti provenienti da un corpo differenziato (Probabilmente Vesta).

Museo

Museo del Cielo e della Terra di San Giovanni in Persiceto

Indirizzo

Vicolo Baciadonne 1, San Giovanni in Persiceto

Contatti

–       Telefono 051-827067 (Lasciare messaggio in segreteria)

–       Mail segreteria@agenter.it

Orari:

Venerdì sera dalle 21:00 oppure su appuntamento concordato.

Biglietto Ingresso:

Ingresso planetario 6€ – Museo meteoriti ed osservatorio gratuiti.

Link al sito

https://museocieloeterra.org/scopri-il-museo/area-astronomica/

 

L’articolo è pubblicato in COELUM 269 VERSIONE CARTACEA

NGC 4753 nella Costellazione della Vergine

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NGC 4753
NGC 4753 si trova a circa 60 milioni di anni luce dalla Terra nella costellazione della Vergine e fu scoperta per la prima volta dall'astronomo William Herschel nel 1784. È un membro del gruppo di galassie NGC 4753 all'interno della nube della Vergine II, che comprende circa 100 galassie e ammassi di galassie. Si ritiene che questa galassia sia il risultato di una fusione galattica con una galassia nana vicina avvenuta circa 1,3 miliardi di anni fa.

ABSTRACT

NGC 4753 è una galassia lenticolare situata a circa 60 milioni di anni luce nella Costellazione della Vergine, osservata dal telescopio Hubble. Questa galassia mostra un aspetto spettrale con un disco distorto di polveri che oscura la luce delle stelle retrostanti. NGC 4753 combina caratteristiche delle galassie ellittiche e spirali, appartenendo alla categoria delle lenticolari. Si ritiene che tali galassie possano derivare da spirali prive di gas necessario per formare nuovi bracci o da fusioni galattiche. Priva di materiale per la nascita di nuove stelle, NGC 4753 continuerà ad affievolirsi. La sua struttura insolita potrebbe essere il risultato di una fusione con una galassia nana avvenuta circa 13 miliardi di anni fa, che ha generato fasce di polveri oscure attorno al nucleo galattico. Il disco di polveri, in precessione differenziale, mostra un tasso di precessione più rapido al centro rispetto ai bordi. Osservato dall’alto, il disco apparirebbe come una normale galassia a spirale. La galassia, scoperta da William Herschel nel 1784, è parte della Nube Virgo II e possiede oltre mille ammassi globulari. Lo studio di NGC 4753 offre agli scienziati l’opportunità di testare teorie sulla formazione delle galassie lenticolari, grazie alla sua complessa struttura e ambiente a bassa densità.


Polveri Galattiche come un Nido Cosmico


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L’Universo visto con il VLT Survey Telescope (VST)

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La galassia a spirale ESO510-G13 vista dal telescopio VST. L’immagine VST ne evidenzia la struttura, simile ad una “S”, che attraversa la protuberanza centrale (bulge), oltre ad un esteso alone stellare diffuso. Crediti: M. Spavone (INAF/VST), R. Calvi (INAF/VST).
La galassia a spirale ESO510-G13 vista dal telescopio VST. L’immagine VST ne evidenzia la struttura, simile ad una “S”, che attraversa la protuberanza centrale (bulge), oltre ad un esteso alone stellare diffuso. Crediti: M. Spavone (INAF/VST), R. Calvi (INAF/VST).

ABSTRACT

Il VLT Survey Telescope (VST), situato presso l’Osservatorio Paranal in Cile, è uno strumento di primaria importanza per l’astronomia moderna. Con un diametro di 2,6 metri e la fotocamera OmegaCAM, VST offre un’ampia visione del cielo, consentendo di esplorare dettagliatamente galassie e ammassi di galassie. Questo telescopio è fondamentale per comprendere i processi di formazione ed evoluzione delle galassie, grazie alla sua capacità di catturare immagini di alta risoluzione su un ampio campo visivo. Le immagini dettagliate di VST permettono di osservare elementi come bracci a spirale, barre, anelli, e segni di interazioni gravitazionali, contribuendo alla comprensione della morfologia e della struttura delle galassie.

Tra gli oggetti studiati dal VST vi sono la galassia ESO510-G13, con la sua caratteristica struttura distorta a forma di “S”, il gruppo di galassie HCG90, noto per le intense interazioni gravitazionali tra i suoi membri, e l’ammasso di galassie Abell 1689, che offre preziose informazioni sulla distribuzione della materia nell’universo locale. Queste osservazioni consentono agli astronomi di analizzare la struttura a grande scala dell’universo e di osservare fenomeni come le lenti gravitazionali, che rivelano galassie lontane e offrono una visione delle prime fasi dell’universo.

Dalle galassie vicine agli ammassi lontani

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