Un team internazionale di ricerca, che include Luisa Maria SerranoElisa Goffo e il Prof. Davide Gandolfi del Dipartimento di Fisica dell’Università di Torino, ha recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista Science la scoperta del nuovo pianeta GJ 367b. La scoperta è stata resa possibile grazie alla collaborazione di 78 ricercatori provenienti da differenti enti di ricerca internazionali, ognuno coordinato da Kristine W. F. LamSzilárd Csizmadia dell’Institute of Planetary Research at the German Aerospace Center.

GJ 367b è un esopianeta con una massa pari alla metà di quella della Terra, e per questo ribattezzato come soprannome di “Pianeta Piuma”. Con un diametro di poco più di 9000 km, GJ 367b è leggermente più grande di Marte, ed impiega solo 8 ore a compiere una rivoluzione attorno alla sua stella.

«Grazie alla determinazione precisa delle sue dimensioni e della sua massa, siamo in grado di classificare GJ 367b come un pianeta roccioso», afferma il Prof. Davide Gandolfi, «È uno degli esopianeti terrestri più piccoli di cui sia stata misurata precisamente la sua massa».

Il “Pianeta Piuma” è stato scoperto grazie alle osservazioni condotte con il telescopio spaziale Transiting Exoplanet Survey Satellite (TESS) della NASA, utilizzando il metodo dei transiti, che consiste nel misurare la diminuzione di luce di una stella quando questa viene parzialmente occultata da un suo pianeta che le transita di fronte. Osservazioni successive condotte utilizzando lo spettrografo HARPS dell’European Southern Observatory (ESO) hanno permesso di determinare la massa del pianeta. Pianeti con periodo orbitale più breve di 24 ore vengono chiamati in gergo scientifico ultra-short period planets, ossia pianeti con periodo orbitale molto corto.

«Si tratta generalmente di pianeti rocciosi con dimensioni più piccole di una volta è mezza quella della Terra. Tra i pianeti appartenenti a questa famiglia, GJ 367b è il più piccolo membro di cui sia stata misurata la massa», aggiunge Gandolfi, «Anche se non conosciamo bene le sue origini, riteniamo che GJ 367b si sia formato a distanze molto più grandi dalla sua stella e che successivamente sia migrato verso le regioni più interne del sistema planetario, raggiungendo la sua orbita attuale».

Determinando il raggio e la massa con una precisione rispettivamente del 7 e del 14 %, i ricercatori sono stati in grado di dedurre informazioni importanti sulla struttura e composizione interna dell’esopianeta.

«GJ 367b ha una densità di circa 8 grammi per centimetro cubo, maggiore di quella della Terra. Questo suggerisce che il pianeta abbia un nucleo molto esteso di ferro e nichel, simile a quello di Mercurio, il pianeta più interno del Sistema Solare», spiega la ricercatrice Maria Luisa Serrano.

La vicinanza del pianeta alla sua stella lo espone ad un livello di radiazioni estremamente elevato, oltre 500 volte più intenso di quello che riceve la Terra dal Sole. «Stimiamo che la temperatura superficiale sia di circa 1500 gradi Celsius. A questa temperatura le rocce ed i metalli fondono ricoprendo la superficie di GJ 367b con un mare di lava», aggiunge la ricercatrice Elisa Goffo.

Il pianeta appena scoperto orbita attorno ad una stella nana rossa avente un raggio pari a circa il 45% di quello del Sole e una temperatura superficiale di circa 3500 K che le conferisce un colore rossastro. Le nane rosse sono le stelle più comuni nella nostra Galassia e si stima che attorno ad esse orbitino in media da due a tre pianeti, ciascuno dei quali è più piccolo di Nettuno. Il team di scienziati mira ad osservare intensamente GJ 367b e il suo sistema solare per scoprire la presenza di altri pianeti simili e comprenderne le origini.

Per approfondimenti:

Science (Dicember 2021): “GJ 367b: A dense, ultrashort-period sub-Earth planet transiting a nearby red dwarf star”. Kristine W.F. Lam, Szilárd Csizmadia, Nicola Austudillo-Defru, Xavier Bonfils, Davide Gandolfi, Sebastiano Padovan, Massimilaino Esposito, Coel Hellier, Teruyuki Hirano, Michael Vezie (+69 authors)