Ciao a tutti, popolo delle stelle! Oggi comincerò parlando del 1981, il mio anno di nascita. Sedetevi comodi, togliete le reebok pump, mettete le cuffie del vostro walkman e lasciatevi trasportare in un mondo retrò ma non troppo, mentre le mie parole vi portano fra cieli lontani, nuove scoperte e sogni adolescenziali.
Cominciamo allora parlando della prima missione operativa della navetta spaziale statunitense Columbia, noto ai più come Space Shuttle. Siamo in aprile e un veicolo spaziale destinato a fare la storia dei viaggi spaziali con astronauti e materiale si accinge a partire da una base terrestre per arrivare fino ad un altro veicolo spaziale, una stazione orbitale, per poi fare rotta verso casa, con “The winner takes it all” degli Abba che suona in sottofondo. Eh sì, perché dopo una serie di lanci e voli sperimentali, fatta una gavetta di 2 anni, avveniva la prima missione operativa, con ben due astronauti: il pilota Robert Crippen e il comandante John Young. La missione si svolgeva in un’orbita circumterrestre. Lo Space Shuttle opererà sino al luglio 1999, compiendo complessivamente 23 voli che videro alternarsi equipaggi e missioni, permanendo complessivamente in orbita ben 206 giorni. Mica pizza e fichi! Sempre nello stesso anno, William B. Hubbard, astronomo della University of Arizona a Tucson, scopre il terzo satellite di Nettuno: un macigno dal diametro pari a 160 km, a cui venne dato il nome Proteo. La missione Voyager 2, successivamente, nel 1989, scoprirà altri 6 nuovi satelliti ed un secondo anello parziale attorno al pianeta, che sarà confermato nel 1984 da parte dell’ESO (European Southern Observatory) di La Silla in Cile.
Il cielo del 1981 continuava a donare sorprese. In quell’anno furono scoperte quattro galassie lontanissime, distanti circa 10 miliardi di anni luce. La scoperta fu annunciata dagli astronomi Hyron Spinrad, della University of California, a Berkeley, e John Stauffer, della Smithsonian Institution di Washington (DC). Erano gli oggetti celesti più lontani mai scoperti sinora.
E mentre al CERN di Ginevra si verificavano le prime collisioni tra protoni e antiprotoni, ottenute grazie al raffreddamento stocastico, milioni di ragazzi si accingevano a giocare al Donkey Kong, uscito nel luglio dello stesso anno e dove faceva la sua prima apparizione la leggenda: Super Mario. Nelle loro magliette a righe gialle e marroni che li facevano assomigliare a caramelle mou, i ragazzi di quell’epoca sognavano il grande spazio, mentre la sonda Voyager 2 raggiungeva il punto di massimo avvicinamento a Saturno (101000 km) prima di proseguire nel suo “Grand Tour” verso Urano e Nettuno.
Le scoperte scientifiche in quell’anno furono un po’ offuscate dagli avvenimenti dall’enorme risonanza mediatica, due fra tutti le nozze di Carlo d’Inghilterra e Diana Spencer e l’attentato a Papa Wojtyla. Ma ehi, erano appena cominciati gli anni ’80. Chi lo sapeva dove la nave avrebbe condotto la ciurma? Si veleggiava a vista, con i piedi puntati a terra e lo sguardo allo spazio e credetemi quando vi si dice che gli anni ’80 hanno segnato un’epoca. Perché i ragazzi, quelli che li hanno vissuti, quelli che oggi hanno 40 anni e che si vestono in giacca e cravatta, ne portano ancora i segni. E sotto sotto, vestono ancora quell’improbabile maglietta a righe.
Alla prossima puntata n°2!