Il nostro centro galattico non è così oscuro e profondo come si pensava. Alexis Andrés e il suo team di ricercatori dell’Università di Amsterdam ha osservato che Sagittario A* si illumina in modo irregolare di giorno in giorno, con intervalli che si dilatano su un range temporale a lungo termine.

Sono stati oggetto di esame i dati raccolti in 15 anni per giungere ad una simile conclusione. Lo studio è poi stato pubblicato recentemente sulla Monthly Notice della Royal Astromical Society.

Il buco nero al centro della Via Lattea è una enorme sorgente di onde radio, raggi X e raggi gamma (la luce visibile è bloccata dell’interposizione di gas e polvere). Gli astronomi sanno da decenni che Sagittario A* a queste altissime frequenze lampeggia ad intermittenza, emettendo esplosioni di radiazioni da dieci a cento volte più luminose dei normali segnali che si osservano solitamente in un buco nero.

Per sapere qualcosa in più sulla natura di questi bagliori, Andrés ha analizzato i dati messi a disposizione dal Neil Gehrels Swift Observatory della NASA, un satellite in orbita intorno alla Terra dedicato al rilevamento dei lampi di raggi gamma. Lo Swift Observatory osserva i raggi gamma dal buco nero dal 2006. La ricerca ha mostrati alti livelli di attività dal 2006 al 2008, con un forte calo dell’attività nei quattro anni successivi. Dopo il 2012 però la frequenza dei raggi di luce è aumentata di nuovo.

«La lunga ripresa di dati dell’Osservatorio Swift non è stato un evento accidentale», afferma la coautrice e precedente supervisore di Andrés, la dott.ssa Nathalie Degenaar anche lei dell’Università di Amsterdam, «Dalla ripresa dell’intensa attività ho chiesto regolarmente più tempo per compiere le osservazioni. Questo progetto richiede molto impegno e costanza, ma ci permette analisi mai tentate».

Infatti, nei prossimi anni il team di astronomi prevede di raccogliere dati sufficienti per escludere se le variazioni dei brillamenti di Sagittario A* siano dovute al passaggio di nubi o stelle gassose interposte sulla linea visuale fra noi e il buco nero, e contestualmente cercare altre cause dell’irregolarità nelle emissioni fino ad ora osservate.

«Il modo in cui si verificano esattamente questi brillamenti rimane infatti poco chiaro», conclude un altro membro della ricerca, il dott. Jakob van den Eijnden dell’Università di Oxford, «In passato si ipotizzava che i bagliori si diffondessero dopo il transito di nuvole gassose o stelle, ma non ci sono ancora prove evidenti in grado di confermarlo. Sarà necessario proseguire con le indagini per convalidare l’ipotesi secondo cui le proprietà dei gas presenti nel buco nero abbiano più o meno un ruolo di rilevanza nei brillamenti».

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Realese: https://ras.ac.uk/news-and-press/news/black-hole-centre-milky-way-unpredictable-and-chaotic

Monthy Notices of the Royal Astronomical Society (Januart 2022): “A Swift study of long-term changes in the X-ray flaring properties of Sagittarius A* ” by A. Andrés, J. van den Eijnden, N. Degenaar, P. A. Evans, K. Chatterjee, M. Reynolds, J. M. Miller, J. Kennea, R. Wijnands, S. Markoff, D. Altamirano, C. O. Heinke, A. Bahramian, G. Ponti, D. Haggard.