Il 27 aprile scorso, dopo una breve riunione, il Mission Management Team del programma Shuttle ha dato all’unanimità il suo go per il liftoff dell’Endevour previsto per oggi 29 aprile alle 15 e 47 ora della Florida (in Italia saranno le 21 e 47). Le condizioni meteo che avevano destato qualche preoccupazione nei giorni scorsi, sembrano essere favorevoli al lancio. L’equipaggio arrivato al Kennedy Space Center il 26 aprile, è al momento impegnato negli ultimi preparativi: “Siamo davvero felici di essere qui, è bello vedere l’Endevour pronto a partire”- ha dichiarato il comandante della missione Mark Kelly.
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Nove giorni fa lo shuttle Endevour ha superato brillantemente la Flight Readiness Review, -l’ispezione finale – effettuata nella giornata di ieri. Nel frattempo i tecnici della NASA hanno confermato l’integrità del serbatoio esterno, lievemente danneggiato a causa del violento temporale che si è abbattuto a fine marzo sul Kennedy Space Center.
Al Kennedy Space Center, Bill Gerstenmaier e Mike Leinbach non nascondono il loro ottimismo: “Lo shuttle è stato sottoposto a una revisione molto accurata “, ha affermato Gerstenmaier. “Sono orgoglioso del lavoro fatto dal nostro team, la missione sarà un successo”, ha aggiunto Leinbach. Il liftoff dell’Endevour è confermato per il 29 aprile alle 15 e 47 ora della Florida, (le 21 e 47 in Italia).
Dopo l’incredibile sequenza di inconvenienti tecnici che hanno fatto slittare di 4 mesi l’ultimo volo del Discovery, ritardando inevitabilmente il via libera alla STS-134, anche l’Endeavour è quindi pronto alla sua “last mission” verso la ISS. “Last Mission” su cui sono puntati gli occhi di tutto il mondo, ma dell’Italia in particolare. Perché quando lo Shuttle si staccherà dalla terra della Florida diretto verso la Stazione Spaziale Internazionale, porterà nella pancia molti “pezzi” importanti del nostro Paese.
Prima di tutto Roberto Vittori, colonnello dell’Aeronautica Militare, che raggiungendo Paolo Nespoli ad oltre 350 chilometri sopra le nostre teste, ci regalerà il sogno della presenza di due astronauti italiani contemporaneamente sulla ISS. Il che è anche un bel modo di celebrare i primi 150 anni di vita dell’Italia unita. A questo proposito, è il caso di sottolineare che per la prima volta il tricolore letteralmente andrà nello Spazio: il Col. Vittori porterà infatti con sè sulla Stazione la bandiera consegnatagli dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo scorso 7 gennaio a Reggio Emilia.
Ma non è certo tutto qui. Perché con la STS-134 viaggeranno verso la ISS anche una serie di strumenti ed esperimenti estremamente importanti, in cui l’Italia ha giocato un ruolo di primissimo piano. A cominciare da AMS (Alpha Magnetic Spectrometer) il potente “cacciatore” di antimateria. La realizzazione di questo strumento, per una missione che durerà almeno tre anni sulla ISS, ha richiesto lo sviluppo di numerose tecnologie – in particolare il sistema termico e i rivelatori a silicio – molte delle quali realizzate dall’Agenzia Spaziale Italiana e dall’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare). I ricercatori delle Sezioni INFN e dei Dipartimenti di Fisica delle Università di Bologna, Perugia, Pisa, Milano Bicocca e Roma “La Sapienza” hanno progettato e realizzato, infatti, alcuni tra i principali sistemi di identificazione dei raggi cosmici: Time of Flight, tracciatore al silicio, Star Tracker, RICH e calorimetro elettromagnetico. Complessivamente, un quarto del laboratorio e della strumentazione scientifica parlano italiano. AMS è un rilevatore di particelle di nuova concezione, progettato per operare come modulo esterno sulla ISS, dove sfrutterà le condizioni uniche dello spazio per scandagliare l’universo e le sue origini, cercando antimateria e materia oscura attraverso misure di precisione della composizione e del flusso dei raggi cosmici.
Lo strumento studierà con un livello di accuratezza mai raggiunto prima ( una parte su dieci miliardi) la composizione dei raggi cosmici primari indagando nuove frontiere nel campo della fisica delle particelle alla caccia dell’antimateria primordiale e della vera natura della materia oscura. AMS raccoglierà centinaia di milioni di raggi cosmici primari che, dopo essere stati accellerati da forti campi magnetici, hanno viaggiato moltissimi anni-luce prima di raggiungere l’esperimento.
A bordo dell’Endevour ci sarà posto anche per i sei payload italiani di DAMA, parte del programma congiunto ASI/Aeronautica Militare avviato nell’ambito dell’accordo di cooperazione nel settore del volo umano spaziale. Gli esperimenti di DAMA (DArk MAtter) hanno recentemente superato tutte le lunghe e complesse verifiche di safety imposte dalla NASA, e sono ora al centro di controllo di Houston per le ultime operazioni pre-volo. Selezionati a valle di un bando emesso dall’Agenzia Spaziale Italiana a giugno 2009, da una commissione congiunta ASI-AM, i sei payload porteranno a bordo della Stazione Spaziale Internazionale 12 apparati sperimentali sviluppati da altrettanti team scientifici e industriali nazionali.
Insomma ci siamo. Il rollout della navetta è stato regolarmente effettuato giovedì 10 marzo e, salvo complicazioni meteo dell’ultima ora, non dovrebbero esseci altri intoppi. L’equipaggio (ritratto nella foto qui sopra: a parte il Colonnello Roberto Vittori, mission specialist, il pilota Gregory H. Johnson e gli specialisti di missione Michael Fincke, Greg Chamitoff, Andrew Feustel) è pronto. E, soprattutto, è pronto il comandante, Mark Kelly, che a febbraio ha ripreso e poi completato la preparazioni dopo averla sospesa in seguito al tragico incidente che aveva coinvolto sua moglie a Tucson l’8 gennaio scorso. Il count down adesso può partire.
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