Indice dei contenuti
Siamo a quota 100 articoli sulle SUPERNOVAE!
Grazie a Fabio Briganti e Riccardo Mancini per il loro meticoloso lavoro e impegno in tutti questi anni con COELUM
→ Vai a tutti gli articoli pubblicati finora
Gli aggiornamenti di Aprile 2022
Continua il periodo positivo per la ricerca amatoriale italiana di supernovae in questi primi mesi del 2022.
A portare in alto la bandiera italiana è stato ancora una volta l’astrofilo emiliano Mirco Villi, che continua a mietere successi (una stupenda tripletta) portando avanti la collaborazione con i professionisti americani del CRTS Catalina.
Nella notte del 25 febbraio, analizzando un’immagine realizzata con il telescopio Cassegrain di 1,5 metri di diametro dell’osservatorio americano sul Mount Lemmon in Arizona, ha individuato una debole stella nuova di mag.+20,3 nella galassia a spirale barrata UGC9155 posta nella costellazione del Bootes a circa 560 milioni di anni luce di distanza.
Evidenziamo due interessanti curiosità: questa galassia ha visto esplodere al suo interno un’altra supernova, la SN2018ctc di tipo Ia, scoperta il 21 giugno 2018 proprio da Mirco Villi e la seconda curiosità sta nel fatto che stranamente il programma professionale americano denominato Zwicky Transient Facility (ZTF) aveva ripreso questa supernova il 13 febbraio (12 giorni prima del Catalina), quando brillava di mag.+19,9 senza segnalare o individuare questo nuovo oggetto ed ottenendo perciò solo una pre-discovery.
In modo scherzoso possiamo affermare che le supernova di questa galassia sono pertanto destinate ad esclusivo appannaggio del nostro Mirco!
Al momento in cui scriviamo nessun osservatorio professionale ha ottenuto uno spettro di conferma e pertanto a questa possibile supernova è stata assegnata la sigla provvisoria AT2022dfs. Grazie alla pre-discovery dello ZTF, possiamo affermare che la scoperta è avvenuta dopo il massimo di luminosità.
La seconda scoperta è stata realizzata nella notte del 12 marzo, analizzando un’immagine ottenuta sempre con il telescopio Cassegrain di 1,5 metri di diametro dell’osservatorio americano.
Questa volta la nuova stella, più luminosa della precedente, di mag.+19 è stata individuata nella galassia a spirale barrata IC1956 posta nella costellazione del Toro a circa 290 milioni di anni luce di distanza.
Al momento in cui scriviamo nessun osservatorio professionale ha ottenuto uno spettro di conferma e pertanto anche a questa possibile supernova è stata assegnata la sigla provvisoria AT2022erz.
Arriviamo infine alla terza scoperta, realizzata nella notte del 14 marzo, sempre analizzando un’immagine ottenuta con il telescopio Cassegrain di 1,5 metri.
Questa volta la stella nuova è molto debole con una luminosità pari a mag.+20,2 ed individuata in una piccola galassia anonima posta nella costellazione del Bootes alla notevole distanza di circa 700 milioni di anni luce. Anche per quest’ultima possibile supernova, purtroppo, non è stato ripreso lo spettro di conferma e pertanto al nuovo transiente è stata assegnata la sigla provvisoria AT2022euf.
Le scoperte italiane però non finiscono qui!
A mettere a segno un’altra incredibile doppietta è stato il team dell’Osservatorio di Monte Baldo (VR), composto da Flavio Castellani, Raffaele Belligoli, Claudio Marangoni e Vittorio Andreoli.
Non si tratta in verità di due supernovae, ma bensì di due Novae Extragalattiche
Con questi due nuovi successi l’Osservatorio di Monte Baldo, che fa parte dell’ISSP dal gennaio 2013, può vantare la scoperta di:
- tre supernovae: la SN2012fm di tipo Ia scoperta il 21 ottobre del 2012 nella galassia UGC3528, la SN2013ff di tipo Ic scoperta il 31 agosto 2013 nella galassia NGC2748 e la SN2020gpe di tipo II scoperta il 12 aprile 2020 nella galassia NGC6214;
- una Nova nella galassia M33, successivamente classificata come variabile di M33;
- cinque Novae nella galassia M81 e di undici Novae nella galassia M31.
Con queste 17 scoperte gli scaligeri sono leader indiscussi nella ricerca italiana di Novae Extragalattiche ed ai primi posti anche a livello mondiale.
L’esplosione generata da una Nova è d’intensità assai minore rispetto ad una Supernova e pertanto anche la luminosità è molto inferiore. Con le strumentazioni attuali è possibile individuare solo quelle che si verificano nelle galassie più vicine a noi.
Le più monitorate sono pertanto le famose M31, M33 e M81, è però possibile allargare il campo di ricerca anche ad altre galassie come ad esempio M32, M83, M110, NGC2403, IC342 cioè galassie distanti non oltre i 15 milioni di anni luce.
Le Novae Extragalattiche sono fenomeni che si verificano molto più frequentemente rispetto agli eventi di Supernova, però come abbiamo detto con una luminosità molto inferiore. Non è pertanto facile riuscire ad ottenere delle scoperte in questo campo di ricerca, ma gli amici di Monte Baldo hanno intrapreso questo tipo di ricerca, ottenendo dei risultati davvero straordinari.
Gli scaligeri hanno deciso di monitorare sistematicamente, tutte le notti di sereno, le tre principali galassie cioè M31, M33 e M81 utilizzando la loro strumentazione di tutto rispetto costituita da un telescopio Ritchey Chretien da 400mm F.8 su montatura GM 4000 + CCD Moravian G4-9000 KAF.
Per riuscire ad ottenere una minima probabilità di scoperta sono necessari due importanti fattori:
- riuscire a raggiungere una profonda magnitudine limite, arrivando intorno alla mag.+20,0 / +20,5
- una tempestività nei controlli per battere sul tempo i team di ricerca professionali.
Il team dell’Osservatorio di Monte Baldo riprende perciò subito in prima serata M31 ed M33 con pose complessive di circa 45 minuti ed a seguire una posa triplicata di circa 2 ore e 15 minuti per la più lontana M81.
Immediatamente dopo le riprese partono i controlli delle immagini acquisite, confrontate con immagini equivalenti di archivio. Prima però le immagini subiscono un lavoro standard di calibrazione (dark e flat) e poi un lavoro di mascheratura con Maxim per togliere il bagliore della galassia e isolare solamente le stelle. Con pose così lunghe infatti la luce della galassia saturerebbe l’immagine rendendola inutilizzabile allo scopo.
Ma veniamo alle due scoperte.
La prima è stata ottenuta nella notte del 6 marzo individuando una debole stellina di mag.+19,5 situata 41” Ovest e 241” Nord dal centro della stupenda galassia a spirale M81 nella costellazione dell’Orsa Maggiore.
Purtroppo nessun osservatorio professionale ha ottenuto uno spettro di conferma e pertanto alla possibile Nova è stata perciò assegnata la sigla provvisoria AT2022elz.
La seconda scoperta è stata invece ottenuta nella notte del 10 marzo, immortalando una luminosa stella di mag.+16,5 situata 225” Est e 62” Nord dal centro della famosa galassia a spirale M31 nella costellazione di Andromeda.
I veronesi hanno battuto sul tempo l’astrofilo rumeno Vintdevara Dunitru Ciprian, a cui va comunque la pre-discovery, che aveva ripreso il nuovo transiente appena un’ora prima, con una magnitudine leggermente minore, pari a +16,8.
Visto la discreta luminosità del nuovo oggetto, stranamente anche in questo caso, nessun osservatorio professionale ha ottenuto uno spettro di conferma e pertanto alla possibile Nova è stata assegnata la sigla provvisoria AT2022eqj.
Chiudiamo la rubrica con una notizia dell’ultima ora!
Si tratta di una nuova scoperta amatoriale realizzata dal solito giapponese Koichi Itagaki, che nella notte del 19 marzo ha individuato un nuovo transiente di mag.+16,3 nella galassia a spirale barrata NGC3367 poste nella costellazione del Leone a circa 130 milioni di anni luce di distanza.
A tempo di record, appena un’ora e mezzo dopo la scoperta, dall’Osservatorio di Okayama in Giappone, con il telescopio Seimei da 3,8 metri è stato ripreso lo spettro di conferma.
La SN2022ewj, questa la sigla definitiva assegnata, è una supernova di tipo II molto giovane, scoperta pochi giorni dopo l’esplosione. La luminosità dell’oggetto sta infatti lentamente aumentando e dovrebbe raggiungere presumibilmente la mag.+15,0/+15,5 intorno alla fine di marzo.