Bentornati su Marte!
Invece di un aggiornamento più generale oggi dedicheremo le nostre attenzioni esclusivamente a Perseverance, ma c’è un’ottima ragione per farlo.
Nel tardo pomeriggio di giovedì 15 settembre la NASA ha indetto una conferenza nella quale ha fatto il punto delle più recenti scoperte del suo rover attualmente impegnato nella seconda parte della sua missione nel cratere Jezero: Delta Front. C’è stata anche qualche anticipazione sulle prossime azioni programmate per Perseverance, tra le quali il rilascio al suolo di alcune fiale con i campioni. Andiamo con ordine.
Is there life on Mars?
Non possiamo dare risposta positiva a questa domanda, nonostante l’ottimismo dei titoloni di giornali e telegiornali. “Affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie” ricordava Carl Sagan.
Quello che è vero è che gli ultimi quattro campioni prelevati dal rover statunitense, provenienti da due siti peraltro molto vicini tra loro, sono di estremo interesse per i geologi e presentano un’ottima varietà di materiali.
Come evidente dalle immagini, i due campioni sono relativi a rocce moderatamente diverse tra loro.
Da una parte i campioni della roccia di Skinner Ridge (foto a sinistra) che presentano una struttura abbastanza diversificata con grani di roccia, derivati da detriti di sassi più grandi, trasportati qui dall’acqua probabilmente per centinaia di km.
L’abrasione eseguita sul sito Wildcat Ridge mostra invece una struttura parecchio più omogenea e con particelle molto fini. Questo viene generalmente associato dai geologi alle trasformazioni che subisce del materiale fangoso ricco di solfati. Potrebbe quindi essersi formato proprio in acqua salmastra, probabilmente quando l’antico lago evaporò.
Ci troviamo di fronte a due esempi di rocce sedimentarie, opposte a tutti i campioni raccolti in precedenza da Perseverance che erano invece rocce magmatiche. Queste ultime si formano nel sottosuolo e fuoriescono durante le attività eruttive, e risulteranno pratiche per datare con precisione la storia geologica del cratere. Le rocce sedimentarie hanno un’utilità diversa per gli scienziati: sulla Terra sono le rocce che conservano più fedelmente i fossili, ma su Marte…
Non troveremo fossili, ma lo strumento SHERLOC ha eseguito un’analisi spettrografica dettagliata dell’abrasione eseguita a Wildcat Ridge rilevando la maggiore concentrazione di molecole organiche mai rilevata su Marte e in particolare di composti aromatici (quelli sui quali il dispositivo è stato tarato per avere maggiore sensibilità).
Composti organici! Significa vita passata sul pianeta? No, è davvero troppo presto per dirlo. I composti organici si possono formare attraverso processi chimici di interazione tra acqua e rocce, e sono stati rintracciati anche nella polvere interstellare. Però è interessante notare che queste osservazioni sia state compiute in un’area che si ritiene sia stata in passato potenzialmente abitabile. Possiamo confermare di essere anche qui di fronte alle cosiddette biosignature, gli indizi di vita passata che Perseverance è stato creato per cercare, già rilevate in praticamente ognuna delle osservazioni sinora compiute da SHERLOC ma mai a questi livelli e mai sull’intera superficie esposta.
È un momento quasi emozionante per gli scienziati coinvolti e per noi che seguiamo così da vicino gli aggiornamenti, perché stiamo avendo conferma che il sito di atterraggio scelto è di straordinario valore scientifico e gli strumenti portati su Marte riescono a far “parlare” queste antichissime rocce. Non stiamo nella pelle all’idea di scoprire cos’altro sveleremo nel prossimo capitolo della missione del rover, quello che vedrà Perseverance risalire il delta e procedere verso ovest.
Quo vadis?
Nel corso della conferenza sono stati illustrati anche i futuri passi dell’esplorazione di Jezero, dai prossimi due mesi sino a oltre un anno.
Nell’immediato Perseverance raccoglierà almeno altri quattro campioni di roccia e impiegherà un altro dei suoi witness tube. Queste ultime sono delle fiale precaricate con materiali in grado di catturare gas estranei e contaminanti che, nonostante le incredibili attenzioni, potrebbero essere arrivati dalla Terra. Questi particolari oggetti subiscono le stesse manipolazioni delle normali fiale, tranne il riempimento con i carotaggi di roccia, al fine di documentare le condizioni ambientali in cui i prelievi avvengono e poter meglio interpretare i dati una volta che i campioni torneranno a Terra per le analisi molto più dettagliate.
Ricapitolando, i tubi attualmente impiegati e conservati sono 15: uno è purtroppo vuoto a causa del fallimento del primissimo tentativo di raccolta ma resta valido come campione atmosferico; 12 contengono campioni di roccia da 6 siti; 2 sono i tubi testimoni già adoperati (il primo il 22 giugno 2021 e il secondo il 16 luglio 2022). Arriveremo quindi a breve a 20 tubi.
Iniziamo a pensare a cosa fare con essi?
La risposta alla domanda è positiva, infatti tra circa due mesi è previsto di rilasciare al suolo alcuni dei campioni mettendo a segno un altro passo nella missione Sample Return. Dal momento che per ogni sito di raccolta sono stati e saranno prelevati due campioni, la strategia pensata sin dall’inizio è di depositare nel luogo selezionato solo il primo campione per ciascun sito, lasciando che il rover continui a trasportare il secondo in attesa di valutare successivamente le opzioni disponibili.
È stato individuato anche il luogo dove compiere i rilasci, e attualmente non ci troviamo molto lontano da esso. Si tratta di tornare indietro di 400/500 metri verso la regione del fondo del cratere, un’area estremamente pianeggiante e senza rilievi rocciosi. Queste caratteristiche geografiche rendono il luogo ideale per la futura missione di raccolta dei campioni, che qui dovrà atterrare e svolgere i compiti previsti.
Al termine dell’operazione di deposizione delle fiale si potrà iniziare a pensare alla prossima fase dell’esplorazione, ovvero risalire il bordo del cratere per andare oltre Jezero e raccogliere nuovi campioni.
Le prospettive di funzionalità di Perseverance vanno oltre i 10 anni (attuale età di Curiosity), quindi c’è il potenziale perché il rover possa incontrare la futura missione di raccolta e supportarla direttamente rilasciando a portata del braccio robotico del lander i campioni che ancora custodirà. Questa è stata infatti la recente revisione della Sample Return, che ha eliminato il previsto rover di raccolta per lasciare questo compito a Perseverance.
Da segnalare che la deposizione dei campioni nella regione del cratere ha funzione di backup nell’eventualità che, per qualche sfortunata ragione, il rover NASA non sia in grado di raggiungere il futuro lander e rilasciare le fiale nelle sue vicinanze. In questo caso le operazioni di raccolta saranno svolte, in tempi probabilmente più lunghi, esclusivamente dai due elicotteri che atterreranno insieme al lander.
Per questo aggiornamento marziano è tutto, appuntamento al prossimo che cercherò di rendere meno monotematico!
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