Il 13 agosto scorso i famigliari danno la triste notizia della scomparsa di Piero Angela, per tutti gli italiani il volto amico della TV della divulgazione scientifica.
Oggi tutto il mondo della divulgazione, non solo quello televisivo ma per esempio anche quello che passa attraverso i social network, si nutre dei suoi insegnamenti e delle linee di rispetto dal giornalista sempre promosse.
Noi della redazione lo vogliamo ricordare attraverso l’impegno speso per la diffusione di informazioni verificate scientificamente che l’ha condotto fino alla fondazione del CICAP.
«Bisogna essere dalla parte degli scienziati per i contenuti e dalla parte del pubblico per il linguaggio»
questa era la convinzione di Piero Angela e una delle ragioni profonde del suo successo straordinario. Al contrario di altri personaggi televisivi dediti a solleticare gli istinti più bassi, Piero Angela trattava i suoi spettatori come persone intelligenti che desiderano imparare, anche se non sempre hanno avuto la fortuna di ricevere un’istruzione superiore: il pubblico capiva che il suo rispetto era autentico e lo ripagava con affetto immenso.
Accompagnare Piero Angela al Salone del Libro o ai Convegni del CICAP era come andare in giro con l’equivalente laico di un Papa: a ogni passo si veniva fermati da qualcuno che voleva testimoniarei la propria stima per il suo lavoro. Al termine di ogni sua conferenza c’era una lunga coda di persone che chiedeva autografi sul suo ultimo libro. Lui si godeva l’affetto del suo pubblico e lo ricambiava sinceramente, rimanendo al suo posto per tutto il tempo necessario per scambiare qualche parola con tutti coloro che lo desideravano, con la stessa educazione e cortesia che mostrava in televisione. Non c’erano due Piero Angela, uno privato e uno pubblico: quello che si vedeva in televisione era lo stesso che conoscevano i suoi amici e colleghi, sempre lucido e razionale, senza mai un moto d’ira o una parola fuori posto, ma anche umano e ricco di passioni, dalla musica agli scacchi.
La prima educazione arriva dalla famiglia e quella di Piero Angela era fuori dal comune. Suo padre Carlo era un neuropsichiatra che durante la seconda guerra mondiale salvò numerosi ebrei e antifascisti dalla deportazione ricoverandoli con false diagnosi nella sua casa di cura di San Maurizio Canavese, in provincia di Torino.
Finita la guerra, la famiglia non rivelò l’accaduto, con tipico riserbo piemontese, e il coraggio di Carlo Angela rimase sconosciuto fino a quando nel 1995 fu pubblicato il diario postumo di una delle persone che aveva salvato, Renzo Segre. Nel 2001 Carlo Angela fu riconosciuto “Giusto tra le Nazioni” e il suo nome venne inserito nel “Giardino dei Giusti” a Gerusalemme.
È da lui che Piero Angela apprese non solo l’amore per la giustizia, ma anche quello per la razionalità che contraddistinguerà tutto il suo operato.
La carriera giornalistica di Piero Angela comincia all’inizio degli anni Cinquanta. Finito il liceo classico, Piero studia ingegneria al Politecnico di Torino, ma dopo aver accompagnato un amico a un provino presso la Rai è inaspettatamente lui a essere scelto: per dedicarsi al lavoro mette da parte sia gli studi universitari sia una promettente carriera da pianista jazz, anche se non smetterà mai di suonare per divertimento. Diventa cronista radiofonico e poi inviato all’estero dell’unico telegiornale nazionale. Sarà anche conduttore della prima edizione del telegiornale e primo conduttore del TG2 alla nascita della seconda rete, ma è soprattutto come conduttore di trasmissioni di divulgazione scientifica che conquista il pubblico. Comincia nel 1968, con il programma Il futuro dello spazio dedicato al programma spaziale Apollo. Non si fermerà più per i successivi cinquantaquattro anni.
🖋🖋🖋🖋L’articolo completo è disponibile in Coelum Astronomia n°258 di ottobre/novembre 2022 🖋🖋🖋🖋
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