1993, l’anno della cometa
“In piedi, campeggiatori, camperisti e campanari! Mettetevi gli scarponi! Oggi fa freddo! Qui fa freddo ogni giorno!” Negli anni 90 il freddo era più pungente o eravamo noi con qualche chilo di meno? E non venite a raccontarmi che non ci sono più le mezze stagioni, che nel 1993 nemmeno la Cecoslovachia esisteva più.
Il 1993 arriva così, di punto in bianco, dopo il 1992. E chi se lo aspettava? Questo fu l’anno in cui la scienza fece un passl da gigante, ci furono i primi embrioni umani clonati. Forse era nell’aria, anche il cinema ci andava giù pesante con la genetica. Infatti mentre Jimurassic Park faceva sbavare il 99.9% dei maschietti dell’epoca, incrementando dello stratanto percento la vendita di qualsiasi oggetto ricordasse anche solo lontanamente un dinosauro, Bayside School ci catapultava direttamente nel pieno dei drammi adolescenziali.
Il 1993 fu struggente come Philadelphia, eclettico come Mrs Doubtfire, sfacciato come la tata e spaccone come Cliffanger messi assieme.
Io ho lavorato nel campo dell’astrobioligia. E mente chi dice che X-files non ha contributo almeno in piccola parte a questa passione. Perchè c’è un piccolo alieno in ognuno di noi.
E mentre plotoni di adolescenti smanettavano con capolavori galattici come Doom e Day of the Tentacle, come abbiamo detto più e più volte, all’Universo non gliene fregava un “amatocarlo”.
Tuttavia gli esseri umani non lo sapevano e quell’anno, gli astronomi Eugene e Carolyn Shoemaker e David H. Levy, scoprivano l’omonima cometa Shoemaker-Levy.
Il 1993 vide anche la conferma che la Via Lattea è circondata da un alone di materia oscura, ad opera di Douglas N.C. Lin, astronomo della University of California. Questo tipo di materia, trovandosi a bassa temperatura, non emette radiazione ed è quindi invisibile ai telescopi. Si stima che la maggior parte della massa dell’Universo, circa il 90% della massa totale, sia costituita proprio da essa.
Nello stesso anno venne anche osservata la prima supernova dallo spazio. Venne chiamata SN1113J ed era nella galassia M81. Le radiazioni emanate nelle bande radio, infrarosse, visibili e ultraviolette vennero registrate infatti dagli strumenti a bordo di vari veicoli spaziali. Era la seconda supernova più luminosa osservata nel ventesimo secolo.
Ora un’altra cosa spettacolare. Venne rivelata, grazie alle sonde spaziali Voyager 1 e 2, un’intensa emissione radio a bassa frequenza proveniente dall’eliopausa, che è quella regione al limite del Sistema Solare dove l’energia generata dagli effetti gravitazionali ed elettromagnetici del Sole sulle particelle di materia è dello stesso ordine di grandezza di quella dovuta alle cause che non dipendono dal Sole come l’agitazione.
Stiamo parlando di una zona posta tra 80 e 670 UA dal Sole, ossia tra 12 e 100 miliardi di km!
Il 1993 fu l’anno in cui venne convalidato il Global Positioning System o, per gli amici, il GPS. Senza di esso schiere di automobilisti starebbero ancora cercando la posizione del distributore di benzina più vicino e migliaia di influencer non potrebbero geotaggarsi mentre si fanno un selfie in bagno mentre si radono la barba che non hanno. Con il lancio del ventiquattresimo satellite Navstar infatti la flotta dell’US Air Force si completa.
Il 1993 vide anche la fine delle operazioni scientifiche del COsmic Background Explorer (COBE), che per diverso tempo ha studiato lo spettro e le anisotropie (disuniformità) del fondo cosmico a 3 K nella banda di energia da 0,1 a 10 mm e nell’infrarosso.
Nello stesso anno la NASA perdette in un’esplosione il Mars Observer mentre tentava di operare una manovra in un’orbita marziana. Era la prima croce nera, la prima sonda interplanetaria persa dall’agenzia spaziale americana. Con essa se ne andò anche il rivelatore di gamma ray burst di bordo, che assieme al Compton Gamma Ray Observatory e alla sonda solare Ulysses aveva contribuito a svelare i misteri di questi fenomeni ancora poco conosciuti.
Venne tuttavia rilevato un gamma ray burst proprio lo stesso giorno del Superbowl della National Football League del 1993, divenuto noto come “Superbowl burst”.
Il 25 aprile 1993 venne lanciato il mini-satellite ALEXIS, che sta per Array of Low Energy X-ray Imaging Systems, del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti (DOE) contenente sei telescopi compatti operanti nella banda X e ultravioletto estremo.
Il 20 febbraio del 1993 è la volta anche del quarto satellite giapponese per l’astronomia a raggi X, l’Advanced Satellite for Cosmology and Astrophysics (ASCA). Insomma, non si può proprio dire che l’astronomia degli anni ’90 non fosse figa. Ma d’altronde lo erano anche i computer agli occhi di noi adolescenti, con grandi sogni ed energie illimitate, anche se rispetto all’Universo eravamo più piccoli di Mighty Max in uno dei suoi cofanetti.
Alla prossima con lo scopiettante 1994!