Quando si pensa ai pianeti circondati da anelli, la mente corre subito ai giganti gassosi del Sistema Solare Saturno, Giove, Urano e Nettuno: tutti possiedono sistemi di anelli costituiti da detriti e particelle solide, allineati su orbite più o meno coerenti con i giochi di risonanza gravitazionale rispetto ai loro satelliti pastore.
Il satellite PAMELA (acronimo di Payload for Antimatter Exploration and Light-nuclei Astrophysics) ha rivelato ora l’esistenza di una struttura simile anche intorno al nostro pianeta, costituita però di antiprotoni di origine cosmica, intrappolati in un campo geomagnetico a diverse centinaia di chilometri nell’alta atmosfera. L’esistenza di un flusso di antiprotoni nell’atmosfera terrestre era stato ipotizzato da vari modelli teorici, sulla base delle interazioni tra campo magnetico terrestre e raggi cosmici di alta energia.
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Il PAMELA, risultato della collaborazione di un centinaio di enti ricerche di diversi paesi, tra cui i dipartimenti delle Università di Roma e Firenze, è un satellite dotato di uno spettrometro di massa, posto su un’orbita fortemente inclinata (70° tra le quote di 350 km e 610 km), dedicato allo studio della distribuzione di materia, antimateria e materia oscura nella Galassia. I suoi sensori sono in grado di rilevare accurate variazioni della radiazione cosmica di fondo nella magnetosfera terrestre. Gli antiprotoni vengono intrappolati dai rilevatori del PAMELA ed individuati per mezzo del calore generato dal loro processo di annichilazione. La ricostruzione del processo di rilevazione ha permesso di individuarne la traiettoria spiraliforme all’interno delle linee di forza della magnetosfera terrestre, con percorsi complessivi pari a parecchi raggi terrestri.