Lo scorso 10 maggio il cielo notturno sopra l’Italia è stato inondato da un fenomeno
spettacolare anche per la sua rarità: l’aurora boreale. Nelle pagine a seguire spiegheremo
il fenomeno dalle sue origini scientifiche sino alle modalità in cui si è manifestato e
come è stato possibile acquisirne dati e immagini anche con un approccio amatoriale.
Ci accompagnano nella ricca esposizione: Francesco Berrilli e Valentina Penza dell’Università
di Roma Tor Vergata, Alessandro Marchini dell’Università di Siena e Alessandro
Ravagnin.

PARTE 02

Il diario di un’aurora italiana

 a cura di Alessandro Marchini direttore dell’Osservatorio Astronomico dell’Università di Siena

La notte tra il 10 e l’11 maggio un’incredibile aurora boreale si è accesa nei cieli italiani. Si è trattato di un evento assolutamente straordinario e inconsueto per le nostre latitudini.

E pensare che due anni fa, nel febbraio 2022, ero andato a caccia dell’aurora fino a Tromsø, in Norvegia, per tornare dal viaggio abbastanza deluso: il tempo era stato inclemente ed insieme al gruppo di amici che erano con me siamo riusciti a vedere le luci del nord solo per qualche istante in quattro notti di nuvole, neve e pioggia.

La debole aurora del 27 febbraio 2022
in Norvegia (Stefano Parrini)
La debole aurora del 27 febbraio 2022
in Norvegia (Stefano Parrini)

Vivo a Siena, poco fuori dal centro storico, a casa ho due finestre a nord e la sera del 10 maggio mi sono affacciato più volte a guardare il cielo in quella direzione, finché non è stato chiaro che quelle strisciate rosa che stavo vedendo, sul profilo della città e distanti dal punto del tramonto, non potevano che essere le luci di un’aurora.

Le prime avvisaglie dell’aurora sopra Siena alle 22:30 del 10 maggio
(Crediti autore)
Le prime avvisaglie dell’aurora sopra Siena alle 22:30 del 10 maggio
(Crediti autore)

Come è stato possibile che l’aurora, timida e dispettosa in Norvegia, mi avesse inseguito fino a casa, per mostrarsi in tutta la sua magnificenza? Ma soprattutto, era prevedibile un’aurora su Siena tanto da farmi affacciare continuamente alla finestra per sperare di vedere le “luci del nord” da 43 gradi di latitudine?

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#NotHaarp!

E’ stata un’esperienza fantastica, rovinata soloda valanghe di commenti sui nostri social di alcuni complottisti che ormai non riescono a godersi un fenomeno naturale, noto fin dall’antichità, ma cercano di trovare cause artificiali, come l’esperimento HAARP (High Frequency Active AuroralResearch Program) che nasce nel 1993 in Alaska come installazione militare per lo studio della ionosfera. Dismessa nel 2013 e rivenduta per uso civile nel 2015, adesso è gestita dall’Università di Fairbanks ed è una struttura visitabile da chiunque, comprese le scuole che spesso ci vanno in gita di istruzione.Parliamo di una installazione che può simulare gli effetti di disturbo che una tempesta solare può provocare sulle telecomunicazioni, o aiutare a costruire modelli accurati di ciò che accade nella ionosfera, rendendo la struttura un ottimo laboratorio di ricerca utilizzato da enti e università di tutto il mondo.Il raggio massimo raggiunto da esperimenti simili raggiunge al massimo 500 Km, peraltro senza alcuna conseguenza.

L’esperimento HAARP tirato in ballo dagli amanti del complotto utilizza potenze ridicole (pochi megawatt) rispetto a quelle di una tempesta solare (centinaia di gigawatt) e non può produrre aurore artificiali visibili in mezzo mondo come quella, naturale, del 10 maggio scorso, vista persino nell’emisfero sud, in Nuova Zelanda. L’Università di Fairbanks, travolta dal clamore mediatico dei complottisti, lo ha chiaramente spiegato con un comunicato.

Le aurore sono fenomeni sì straordinari alle nostre latitudini, ma sono accaduti altre volte in passato, quando HAARP non esisteva ancora, come abbiamo già mostrato in precedenza.

Ricordando una notte diversa da tutte le altre, quando le luci dell’aurora boreale si sono accese sul cielo di Siena.

La mattina dell’11 maggio, prima di andare a dormire qualche ora, ho realizzato un video velocizzato con la sequenza delle immagini raccolte nei venti minuti di massima intensità, potete vederlo qui: youtu.be/S8RbJuenGKE.

E’ stata un notte unica ed emozionante, di quelle che un poeta come Ungaretti avrebbe definito “una notte diversa da ogni altra notte del mondo”.

Come documentare un’aurora è descritto nella terza parte

L’articolo è pubblicato in COELUM 269 VERSIONE CARTACEA