Il catalogo Messier rappresenta un universo di meraviglie celesti che, attraverso il binocolo 25×100, regala emozioni uniche. In questo viaggio di sette mesi, l’autore riscopre 110 oggetti del profondo cielo, da galassie a nebulose, vivendo la bellezza della volta celeste con passione autentica. Nonostante le difficoltà, l’esperienza ha mostrato come anche strumenti semplici possano offrire spettacoli indimenticabili.

Introduzione

Tra gli appassionati è risaputo che gli oggetti più belli e luminosi del profondo cielo (con poche esclusioni) appartengono al Catalogo Messier, pubblicato nel diciottesimo secolo. In esso sono contenuti 27 ammassi aperti, 29 ammassi globulari, 40 galassie (considerando anche la discussa M 102), 5 nebulose ad emissione, 4 nebulose planetarie, 1 nebulosa a riflessione, 1 resto di supernova, 1 nube stellare, una stella doppia (scambiata nei modesti strumenti dell’epoca per un oggetto nebulare), 1asterismo formato da quattro deboli stelle ravvicinate (a sua volta scambiato per un oggetto nebulare). Sicuramente tutti avranno osservato in più occasioni il più bel ammasso globulare dell’emisfero boreale ovvero il Grande Ammasso dell’Ercole, oppure la enorme e luminosa galassia di Andromeda, la Nebulosa Anello (celebre planetaria della Lira) o la splendida nebulosa ad emissione che ha preso il nome di Grande nebulosa di Orione. E poi M1, il famoso residuo di supernova del Toro e ancora la coppia di luminose galassie ravvicinate M 81-82 dell’Orsa Maggiore. Tutte perle del cielo che insieme ad altre contenute nel catalogo deliziano chi alza occhi e strumenti al cielo. Oltre a tanti gioielli ce ne sono molti altri meno pregiati ed altri ancora di “poco valore”, snobbati dai più, cosa che mi fa sorgere spontanea una domanda: ­ “Quanti hanno osservati tutti e centodieci gli oggetti Messier?”. Personalmente l’osservazione dell’intero catalogo fu uno tra i miei primi obbiettivi. Due Maratone Messier mi permisero poi di riosservarli praticamente tutti ed in seguito mi dedicai alla loro fotografia. In 25 anni di attività ho avuto comunque modo di guardarli e riguardarli con diversi strumenti, dal piccolo telescopio fino ad uno molto grande. Ma spesso ho usato il binocolo, da un piccolo 10×50 fino ad arrivare ad apertura doppia.

L'autore Claudio Pra con il suo binocolo 25x100
L’autore Claudio Pra con il suo binocolo 25×100

Nel dicembre scorso ho deciso di ripercorrere tutto il catalogo usando unicamente un binocolo 25×100 (25 ingrandimenti e 10 cm. di apertura delle lenti), progetto completato in circa sette mesi, più di quelli previsti a causa del meteo davvero sfavorevole che ha colpito il nord Italia dalla primavera ad inizio estate. È estata una bellissima esperienza che voglio condividere soprattutto, ma non solo, con chi si accosta o si è accostato da poco all’osservazione del cielo. Un “binocolone” come quello usato ha ovviamente diversi limiti rispetto al telescopio, soprattutto l’apertura tutto sommato modesta e gli ingrandimenti bassi, ma per contro ha anche indubbi vantaggi (comodità, intuibilità e facilità d’uso, campo visivo ampio). Ed un prezzo alla portata, a meno che non si vada a scegliere modelli sofisticati e di grande qualità. A fare una grande differenza sarà però il cielo sotto il quale si osserva che, se preservato dall’inquinamento luminoso, regalerà grandi soddisfazioni pur se scrutato con uno piccolo strumento.

Segue il report dei risultati

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L’articolo è pubblicato in COELUM 270 VERSIONE CARTACEA