1824-2024

200 anni dalla caduta del più importante meteorite italiano

Renazzo è un piccolo, tranquillo borgo, frazione del comune di Cento, a cavallo tra la provincia di Ferrara e quella di Bologna. Questo villaggio, immerso nella pianura padana, ha dato i natali a Ferruccio Lamborghini, fondatore dell’omonima casa automobilistica. Basterebbe questo per dare al paese il suo ruolo nella storia, ma 200 anni fa, in una fredda sera invernale (il 15 o il primo gennaio: le cronache non sono concordi)  i paesani furono spaventati da forti boati, descritti come “scoppi di cannone” e diversi meteoriti (o com’erano allora chiamati “aeroliti”) caddero nei campi ed uno in vicinanza della chiesa.  Informato dell’accaduto, un professore dell’università bolognese, Mons. Ranzani, arrivò una quindicina di giorni dopo e raccolse (o acquistò) diversi frammenti per analizzarli. Uno di questi meteoriti, del peso di 307 grammi è attualmente esposto al museo Luigi Bombicci di Bologna, ma molti altri frammenti sono conservati in una quindicina di musei sparsi per il mondo e da alcuni collezionisti privati, con una massa totale conosciuta, attorno al chilo.
La caduta di meteoriti, non è una cosa così comune ma ciò non basterebbe a rendere questo oggetto così particolare. La sua importanza sta nel fatto che ha dato il nome ad un tipo di meteoriti;  le CR (Condriti “tipo” Renazzo) e che lo studio di questo meteorite ha dato l’avvio ad una nuova branca dell’astrofisica, l’astrofisica nucleare che indaga sulle prime fasi della formazione del Sistema Solare e della nebulosa pre-solare, che interagiva con lo spazio circostante, arricchita da elementi provenienti dal mezzo interstellare. Sappiamo, che molti elementi si formano all’interno di stelle massicce, venendo poi dispersi per il cosmo nelle esplosioni di Supernova e che nei gusci delle stesse supernove si formano ulteriori elementi pesanti. Anche i venti stellari delle giganti rosse inseminano   lo spazio di materiali elaborati nelle loro tenui e fredde atmosfere. Tutto ciò arricchisce le nebulose che vanno a formare le generazioni successive di stelle e i loro pianeti (vedi nello stesso numero articolo “Esplosioni Stellari in 3D”).
Tutto ciò accadeva anche alla nebulosa che 4,5 miliardi di anni fa stava formando  il Sistema Solare, ma la quasi totalità di questa “materia interstellare” è andata perduta nei processi di riscaldamento che hanno portato alla formazione di pianeti ed asteroidi, rimanendo nascosta, “segregata”, all’interno di corpi che conservavano quasi inalterate le loro primitive caratteristiche; le condriti carbonacee, come la condrite di Renazzo.
Le condriti, sono brecce[1] e sono classificate in vari gruppi, basati sulla loro composizione chimica, mineralogica e sul grado di alterazione dovuto a episodi di idratazione o riscaldamento. Nelle condriti di tipo Renazzo (CR) le alterazioni dovute alla presenza di acqua dimostrano che questi oggetti non sono stati sottoposti a forti riscaldamenti (<70 C°), conservando così il materiale primitivo. La struttura del meteorite è formata da due costituenti fondamentali. Le condrule (o condri) e la matrice, all’interno della quale si distinguono dei clasti neri, irregolari.
Il campione di Renazzo conservato al museo Luighi Bombacci di Bologna (Foto Paolo Mazzi, su permesso UNIBO SMA)
Il campione di Renazzo conservato al museo Luighi Bombacci di Bologna (Foto Paolo Mazzi, su permesso UNIBO SMA)
I condri sono strutture sferoidali composte principalmente da silicati, in particolare olivina e pirosseni, con abbondanti inclusioni metalliche di ferro-nichel (Fe-Ni inoltre sono caratterizzati da una composizione povera di ossidi di ferro e ricchi di metallo. La simmetria sferica e struttura a strati sovrapposti mostra che si sono formati nel vuoto, attraverso diverse fasi di accrescimento e raffreddamento. Le dimensioni dei condri variano generalmente tra 0,1 e 1 mm di diametro, ma possono essere presenti anche esemplari più grandi.
In termini di abbondanza, i condri del meteorite Renazzo rappresentano una frazione significativa rispetto alla matrice in cui sono inseriti. La matrice è costituita principalmente da silicati ricchi di ferro e materiali carboniosi. I clasti neri irregolari presenti nella matrice, sono ricchi di materiali carboniosi e contengono microcondri. Essi testimoniano una storia di alterazione idrotermale e impatti multipli, che hanno rimescolato e amalgamato materiali di diversa origine all’interno del corpo parentale del meteorite Renazzo.
Fin qui abbiamo parlato di materiale primitivo sì, ma pur sempre appartenente alla nebulosa solare.  Per cercare la materia interstellare, è necessaria una “firma” che la contraddistingua. Questa firma fu cercata, nel 1964 da Reynolds e Turner della Berkeley, che identificarono, in campioni di Renazzo, anomalie isotopiche in gas rari come lo xenon. Lo xenon è formato da una miscela di isotopi stabili, che si mantiene omogenea all’interno del Sistema solare così presenza di anomalie isotopiche in questa miscela si rifletterebbe su un diverso peso atomico del gas ed indicherebbe che il campione contiene materiali di provenienza extra solare.
Il francobollo emesso per l’anniversario dei 200 anni dalla caduta del meteorite
Il francobollo emesso per l’anniversario dei 200 anni dalla caduta del meteorite
Il successo della loro ricerca, mostrò come le condriti carbonacee fossero “scrigni” che custodivano al loro interno materia proveniente da altre stelle, forse dalla stessa supernova che aveva dato l’avvio alla formazione nostro sistema solare. Il passo successivo fu trovare della “polvere di stelle”, identificata a partire dal 1987, in “grani presolari”: minuscoli agglomerati di carburo di silicio, grafite, diamante o ossidi di alluminio.  Si tratta di particelle solide (da pochi namometri a qualche micrometro) che provengono dai gusci di supernova o dalle fredde atmosfere di giganti rosse e sono distribuiti all’interno della matrice del meteorite, spesso associati ai componenti più fini e primitivi, come le inclusioni ricche di carbonio.
Ma le condriti carbonacee non finiscono ancora di stupire. L’ultima sorpresa è la presenza in alcuni meteoriti di questo gruppo di composti organici.  Tale materia organica è principalmente costituita da composti carboniosi complessi, inclusi idrocarburi aromatici policiclici, acidi carbossilici, amminoacidi e altre molecole organiche. La sua origine è da collocare in parte in nubi molecolari interstellari ed in parte da processi all’interno del disco protoplanetario o da quelli mediati dalla circolazione idrotermica, sul corpo progenitore del meteorite. Gli amminoacidi trovati nelle meteoriti differiscono però da quelli terrestri, per la mancanza di una chiara chiralità[2]. Inoltre la materia organica nelle Carbonacee e più ricca di isotopi pesanti rispetto ai composti organici terrestri, indicando una formazione in zone lontane dal sole.
[1] Un meteorite brecciato è un tipo di meteorite che è composto da frammenti di rocce e minerali preesistenti, cementati insieme da una matrice più fine. La formazione delle brecce avviene a seguito di impatti.
[2] E’ detta chirale una molecola di non sovrapponibile alla propria immagine riflessa. 
Nome Renazzo
Anno e luogo del ritrovamento Renazzo (BO)
Massa 1000g . (307.55 g. custoditi presso Museo Bombacci BO)
Classificazione CR2  (Condrite tipo Renazzo 2)
Storia della classificazione Grady, M.M. (2000) Catalogue of Meteorites 5th edition -Cambridge Univ. Press Edimburg UK
Letture consigliate Meteoriti storiche (Un metodo per indagare il passato) In Riga edizioni  Astronomia
Link Meteoritical Bullettin: https://www.lpi.usra.edu/meteor/metbull.php?code=22586

L’articolo è pubblicato in COELUM 270 VERSIONE CARTACEA