Introduzione

L’osservazione del cielo notturno è un’esperienza affascinante che porta spesso l’appassionato di astronomia a spingersi in luoghi remoti, lontano dalle luci della città, dove il buio è più profondo e le stelle brillano con maggiore intensità. Ma in queste zone incontaminate, il silenzio della notte è spesso interrotto dai rumori della natura, e non è raro imbattersi in creature che popolano il buio, svolgendo la loro vita lontano dagli occhi dell’uomo. Nella raccolta di testimonianze di questo articolo esploreremo gli incontri notturni di diversi astrofili, che durante le loro osservazioni sotto il cielo stellato hanno avuto la fortuna – o talvolta la sorpresa – di incrociare il cammino di animali selvatici. L’esperienza narrata dall’autore che segue è solo uno dei tanti esempi di come la contemplazione del cosmo possa offrire un contatto ravvicinato con la natura più selvaggia, in un intreccio tra il mondo terrestre e quello celeste che lascia sempre un’impronta indelebile nella memoria di chi lo vive.

Incontri Ravvicinati

Molti astrofili, e io sono uno di quelli, quando possibile amano andare a fare osservazioni e fotografie sul campo, ed è veramente emozionante riuscire a vedere un cielo molto più buio di quello che abbiamo normalmente nelle nostre città. Si percorrono decine e a volte centinaia di km sulla propria auto con tutta la pesante attrezzatura per andare in luoghi specialmente montani, ma una volta arrivati a destinazione si è “carichi” perché il paesaggio con poco inquinamento luminoso permetterà di catturare scatti unici.
Quando ancora c’è un po’ di luce solare si inizia a montare il set-up astrofotografico e poi seguono lunghe ore di riprese fino quasi all’albeggiare. Ma a volte le emozioni non arrivano solo dal cielo. Col buio alcuni animali selvatici si possono avvicinare curiosi, attratti dalle lucine della nostra attrezzatura e dal computer collegato al telescopio. Se siamo poco distanti da qualche paesino è facile trovare qualche gatto o cane girovagare. Ma voglio raccontarvi una mia esperienza che in un secondo si è tramutata da motivo di spavento a bellissima sorpresa. Una sera estiva ho trovato una postazione tranquilla vicino alle cave di marmo di Carrara e mentre stavo riprendendo col telescopio ho piazzato anche il cavalletto con l’astro inseguitore e reflex per fotografare la Via Lattea ben visibile. Dopo qualche minuto ho sentito uno strano odore ma non capivo cosa fosse, prima non c’era. Finita la sessione con la reflex smonto il cavalletto. Nel toccarlo noto che è molto appiccicoso e sento ancora quello strano odore. Boh, mi risiedo in postazione telescopio e dopo un attimo mi sento “toccare” la sedia da dietro. Con un salto e un urlo mi alzo, accendo la luce frontale e chi trovo? Una bellissima volpe che naturalmente si è spaventata più di me! L’odore acre che sentivo era la sua urina, io avevo invaso il suo territorio, e per farmelo capire aveva bagnato il cavalletto (e anche un po’ smangiucchiato). Ma poi la sua curiosità ha preso il sopravvento e da lì è nata la nostra amicizia con diverse visite nelle sere successive, puntuale verso mezzanotte, veloce giretto e poi via nella boscaglia. L’urina di volpe ha un odore molto acre e per questo è usata (venduta anche dal più noto sito di vendite online) per tenere lontani altri animali.
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L’articolo è pubblicato in COELUM 270 VERSIONE CARTACEA

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