La ricerca di sistemi planetari che orbitano attorno ad altre stelle ha una lunga storia.

Un tempo la scoperta di ogni singolo “mondo alieno” faceva notizia, oggi il pianeta deve avere qualcosa di speciale: il più abitabile, il più vicino. Le attività di ricerca si focalizzano sempre di più sulla caratterizzazione degli esopianeti, spesso con lo scopo identificare quelli con proprietà fisiche adatte alla vita.

I “mondi alieni” che orbitano attorno a stelle nane M potrebbero rappresentare obiettivi promettenti per scoprire pianeti abitabili.

Credit: Marc Dantonio

La stella Barnard una brava madre ma non troppo

La stella di Barnard (o semplicemente Barnard), studiata già dalla fine del 1800, è una stella debole e vecchia, invisibile all’occhio umano, ma con un telescopio e un’attenta osservazione è possibile vederla muoversi nel cosmo perché ha uno dei moti propri più alti di qualsiasi stella conosciuta battendo la Stella di Kapteyn, catalogata nel 1898. La bassa temperatura interna di Barnard e il conseguente debole tasso di generazione di energia le permetteranno una vita incredibilmente lunga.

Sebbene sia una stella vecchia, Barnard sperimenta ancora eventi dinamici di attività stellare che potrebbero avere implicazioni per qualsiasi pianeta orbitante nella zona abitabile della stella. Nel 1998, un team di astronomi del Goddard Space Flight Center della NASA ha osservato la stella con uno spettrografo ad alta risoluzione rilevando un intenso brillamento stellare. Di solito le vecchie nane rosse tendono a essere quiete e le esplosioni così intense sono piuttosto rare. Un altro aspetto interessante di questa stella è l’interesse che ha suscitato per i primi pionieri dei viaggi interstellari: ad esempio, la Barnard era l’obiettivo del Progetto Dedalus, uno studio del 1978 della British Interplanetari Society per raggiungere con una sonda interstellare la stella in circa 50 anni. Un concetto di astronave altamente sviluppato che potrebbe ancora rivelarsi il modello per i futuri viaggi interstellari!

Bernard b, un mondo rovente

Ora gli astronomi hanno scoperto un esopianeta che orbita attorno a Barnard. Sono state eseguite misure di velocità radiale della stella di Barnard con lo strumento ESPRESSO (Echelle SPectrograph for Rocky Exoplanet and Stable Spectroscopic Observations), il successore dello spettrografo HARPS, in grado di estrarre l’oscillazione indotta nella stella da un pianeta, e sono stati rilevati vari segnali, di cui uno con periodicità di circa 3 giorni è stato reputato essere dovuto a un pianeta con una massa minima di circa 0.4 masse terrestri.

Come ci spiega Luigi Mancini, professore di Astronomia e Astrofisica presso l’Università di Roma “Tor Vergata”:

“La tecnica usata è quella delle velocità radiali e consiste nel misurare la velocità della stella proiettata lungo la linea di vista, osservando lo spostamento delle righe spettrali per effetto Doppler. È la seconda tecnica che ha rilevato più pianeti. Questa tecnica la usava Hubble per misurare la distanza delle galassie negli anni ’20 del secolo scorso. La si usa dagli anni ’90 per la ricerca dei pianeti extrasolari grazie a spettrografi più performanti che permettevano di avere una precisione delle decine di m/s. Ora, con Espresso, siamo scesi sotto a 1 m/s.”

“Una scoperta importante che mette in rilievo come i pianeti di piccola taglia, anche sub-terrestre, possano essere scoperti avendo a disposizione telescopi di classe large e strumenti di altissima precisione come ESPRESSO.”

Rappresentazione artistica di Barnard b – Credit: ESO/M. Kornmesser

Barnard b e la vita

Purtroppo questo mondo alieno è troppo caldo per essere abitabile secondo gli standard terrestri (la temperatura media sulla superficie è di 125 gradi Celsius). Infatti, non si trova nella zona abitabile ma in un’orbita ravvicinata con la sua stella a soli 3 milioni di chilometri di distanza. Questo rende impossibile la formazione di acqua liquida in superficie e della vita così come la conosciamo. Tuttavia, il pianeta potrebbe offrire condizioni non impossibili per la vita nel sottosuolo oppure sul suo emisfero non illuminato: infatti il pianeta rivolge sempre la stessa faccia alla sua stella, come fa la Luna con la Terra. Chissà che questo mondo alieno e vicino non riservi sorprese nelle future indagini astronomiche.

Gli astronomi continueranno a cercare.