“Il 24 dicembre, AES Andes, una sussidiaria della società elettrica statunitense AES Corporation, ha presentato il progetto di un enorme complesso industriale per la valutazione dell’impatto ambientale. Questo complesso minaccia i cieli incontaminati sopra l’Osservatorio Paranal dell’ESO nel deserto di Atacama in Cile, il più buio e limpido di tutti gli osservatori astronomici al mondo [1]. Il megaprogetto industriale dovrebbe essere installato a soli 5-11 chilometri dai telescopi di Paranal, il che causerebbe danni irreparabili alle osservazioni astronomiche, in particolare a causa dell’inquinamento luminoso emesso durante il periodo di funzionamento del progetto. Il ricollocamento del complesso salverebbe uno degli ultimi cieli oscuri veramente incontaminati della Terra.”

Con queste parole l’Osservatorio Europeo Australe (ESO) ha espresso la forte preoccupazione per un progetto industriale pianificato nelle immediate vicinanze dei suoi osservatori situati nel deserto di Atacama, in Cile, una regione riconosciuta a livello internazionale come uno dei migliori siti al mondo per l’osservazione astronomica, grazie alla straordinaria qualità dei suoi cieli notturni, caratterizzati da un’eccezionale limpidezza e oscurità.

Il progetto in questione potrebbe avere un impatto significativo sulla qualità dell’ambiente notturno, compromettendo la capacità degli astronomi di effettuare osservazioni di alta precisione. Le attività industriali possono generare inquinamento luminoso, atmosferico e acustico, tutti fattori che rappresentano una minaccia per le sofisticate operazioni astronomiche condotte dagli osservatori dell’ESO. La riduzione della qualità dei cieli notturni potrebbe limitare la capacità di raccogliere dati preziosi per la comprensione dell’universo e ostacolare la realizzazione di scoperte fondamentali.

L’ESO ha ribadito l’importanza di preservare l’integrità dei cieli notturni del deserto di Atacama, un patrimonio naturale che non solo serve la scienza, ma rappresenta anche un valore inestimabile per l’umanità. La ricerca astronomica condotta in questa regione ha portato a scoperte rivoluzionarie, inclusi importanti contributi alla comprensione della formazione delle galassie, dei pianeti extrasolari e della materia oscura.

La Via Lattea segna un arco evidente nel Cielo del deserto di Atacama. Lo scatto evidenzia la qualità del cielo in questa zona dell’America Meridionale. Crediti: @ESO

L’organizzazione ha invitato tutte le parti coinvolte a considerare attentamente l’impatto ambientale di qualsiasi attività industriale nella zona. È essenziale che lo sviluppo economico e industriale sia bilanciato con la necessità di proteggere il patrimonio scientifico e naturale rappresentato dai cieli di Atacama. L’ESO ha inoltre auspicato un dialogo costruttivo tra governi, aziende e comunità scientifica, al fine di individuare soluzioni che consentano di conciliare lo sviluppo economico con la tutela delle risorse naturali fondamentali per la scienza astronomica.

In un contesto globale in cui la protezione dell’ambiente e delle risorse naturali è sempre più centrale, l’ESO ha sottolineato che la salvaguardia dei cieli notturni del deserto di Atacama deve diventare una priorità per tutte le parti coinvolte. Questo approccio non solo garantirebbe il proseguimento delle scoperte scientifiche, ma rappresenterebbe anche un esempio virtuoso di come lo sviluppo sostenibile possa essere realizzato in armonia con la conservazione dell’ambiente.

La Redazione di Coelum Astronomia condivide pienamente le preoccupazioni espresse dall’Osservatorio Europeo Australe (ESO). Compromettere l’accesso da terra ai cieli limpidi del deserto di Atacama significa limitare fortemente la capacità dell’astronomia di indagare l’universo e svelarne i misteri. Questo rischio si aggiunge alle già difficili sfide che la comunità scientifica deve affrontare per contrastare la proliferazione incontrollata di satelliti in orbita, spesso lanciati per scopi discutibili o non strettamente giustificati. Preservare l’oscurità e la qualità dei cieli notturni è fondamentale non solo per il progresso della conoscenza scientifica, ma anche per tutelare un patrimonio unico che appartiene all’intera umanità.

Fonte: ESO