L’origine della Luna è ancora oggi un evento misterioso e, per molti versi, problematico. Insieme alla Terra, di cui è l’unico satellite naturale, costituisce un esempio pressocchè perfetto di “pianeta-doppio”, due oggetti celesti di massa diversa ma comparabile, in rotazione attorno a un baricentro comune (anche se localizzato all’interno del globo terrestre), in armonia di risonanza orbitale tra periodo di rotazione e di rivoluzione, caso più unico che raro nel nostro Sistema Solare (con l’eccezione – forse – della coppia Plutone-Caronte) .
L’insieme dei parametri orbitali ha da sempre suggerito ai planetologi l’idea di una origine comune per la Terra e per la Luna, ma questa ipotesi si è rivelata non corretta – o, almeno, non del tutto corretta – per via delle differenze di densità tra i due corpi e di composizione chimica e di età media tra le rocce terrestri e i campioni di rocce lunari, prelevati in loco dagli astronauti allunati negli anni Settanta. La Luna sembra comunque più “giovane” della Terra di circa 250 milioni di anni, età compatibile con l’ipotesi di una sua genesi posteriore al primo consolidamento della primordiale proto-Terra.
Delle molte ipotesi avanzate per spiegare l’origine del sistema Terra-Luna (cattura gravitazionale, fissione di una porzione equatoriale della Terra, accrescimento da un anello di detriti esterno) è la teoria del Grande Impatto quella che, ancora oggi, raccoglie più consensi tra i ricercatori: 4,55 miliardi di anni fa, un protopianeta delle dimensioni di Marte, battezzato dagli astronomi convenzionalmente Theia, presumibilmente proveniente da una regione più esterna del Sistema Solare e spinto verso la Terra dalle forze gravitazionali del Sole e dei pianeti maggiori, sarebbe entrato in collisione col nostro pianeta. L’impatto avrebbe provocato la fusione totale della crosta terrestre e l’espulsione verso lo spazio di una parte di crosta e mantello, insieme con la disgregazione completa di Theia. I detriti misti, così generati, avrebbero formato un disco o un anello in orbita attorno al nostro pianeta, successivamente addensatosi per formare la Luna primordiale.
Finora si era pensato ad una netta preponderanza dei detriti di Theia, per spiegare la composizione della Luna, ma un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Università di Chicago sui campioni di rocce lunari prelevati dagli Apollo, ha confermato una composizione isotopica dell’ossigeno in essi contenuto troppo simile a quella media delle rocce terrestri – e diversa da quella mediamente riscontrabile nelle meteoriti – per giustificare un’origine troppo aliena al nostro pianeta; e la composizione isotopica del Titanio è, addirittura, praticamente identica a quella delle rocce terrestri, entro un margine di quattro milionesimi.
Sembra dunque che la Luna sia fatta più di “Terra” che di Theia, un fatto che porta inevitabilmente a modificare almeno in parte la teoria del Grande Impatto: forse i materiali che componevano il planetoide impattore erano mediamente più pesanti – il che spingerebbe a modificarne verso il basso il diametro medio stimabile, o l’angolatura e la velocità di impatto – e i detriti provenienti da esso sono stati inglobati, affondando verso il nucleo della Luna o della Terra o di entrambi i corpi, oppure si sono dispersi nello spazio. In ogni caso, se i risultati verranno confermati da ulteriori analisi più precise, anche la teoria del Grande Impatto dovrà essere rivista, aumentando ancora i quesiti tuttora irrisolti sull’oggetto celeste a noi più vicino, familiare e che dovremmo conoscere meglio.
La Luna non ha niente in comune con la Terra,è solo vicina come distanza e basta,anche la composizione lunare dimostra che è un pianeta mancato e basta.