Il rover “Curiosity” posatosi oggi sulla superficie marziana porta con se anche tante curiosità e gossip, che da sole basterebbero per un romanzo o un film, vediamone alcune.
Il nome del rover è stato ideato da una giovanissima studentessa di 12 anni del Kansas che ha suggerito il nome Curiosity in un concorso fra le scuole americane. Il vero nome del “trattorino” è Mars Science Laboratory.
Un pezzo di Italia (e di Torino) su Marte: il rover ha portato sul Pianeta Rosso un chip che contiene l’autoritratto di Leonardo Da Vinci e il Codice del Volo, il testo nel quale Leonardo descrive il volo degli uccelli e la sua Macchina volante, considerato il fondamento della storia del volo. L’iniziativa si deve all’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), al Tg della Rai Leonardo e della sua conduttrice Silvia Rosa Brusin, e al Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa.
Curiosity è una delle macchine più grandi, pesanti e complesse mai lanciate nello spazio: lungo 3 metri e pesa circa 900 kg, di cui 80 kg in strumenti scientifici (in paragone i rover Spirit e Opportunity pesano 174 kg, di cui 6.8 kg in strumenti).
7 minuti di terrore: così sono stati chiamati gli ultimi istanti prima dell’atterraggio sulla superficie dai tecnici NASA. Guardate il video simulato della spettacolare missione.
La durata stimata della vita di Curiosity è di 1 anno marziano, pari a 687 giorni terrestri.
La sonda e Marte (al momento in cui scriviamo) sono distanti 1,651 Unità Astronomiche (l’Unità astronomica è la distanza Terra-Sole). Dunque circa 247 milioni di chilometri.
Il segnale radio con le immagini impiega 13 minuti e 46 secondi per raggiungere il nostro pianeta alla velocità della luce (circa 300.000 km al secondo).
Il rover Curiosity può viaggiare sulla superficie di Marte alla velocità di 30 metri all’ora (con velocità massima di 90 metri all’ora) Durante i due anni di missione, viaggerà almeno per 6 km.
Su Wikipedia il riassunto di tutte le missioni su Marte. E la sua atmosfera è formata al 95% di anidride carbonica. L’ossigeno è praticamente assente.
Marte è più piccolo della Terra (diametro circa 6.800 Km contro i 12.700 Km della Terra).
Esiste una bandiera di Marte ideata dagli ingegneri NASA.
Contrariamente a quanto titolano diversi giornali italiani, Curiosity non va propriamente in cerca della vita.
Portare sulla superficie di Marte la sonda è costato circa 2,8 miliardi di dollari, ovvero circa il 10% dei soldi spesi per organizzare i Giochi Olimpici di London 2012.
E per chi si fosse persa la diretta di questa mattina con il Jet Propulsion Laboratory della Nasa ecco come hanno vissuto i primi momenti di commozione tecnici e scienziati presenti e la prima foto del suolo marziano in diretta.
Sarei curioso di sapere se il veicolo una volta lanciato e arrivato sul suolo marziano possa contenere sulla sua superficie o nella strumentazione tracce di vita terrestre , per dire particelle di aria , gocce di condensa di acqua , polvere , batteri , funghi , virus ….
a corollario aggiungo:le condizioni di temperatura e pressione(che portano l’acqua superficiale a ebollizione a temperature inferiori a 100 gradi,essendo l’atmosfera di marte 100 volte inferiore a quella terrestre e la temperatura atmosferica equatoriale di circa 30 gradi)implicano una sterilizzazione delle componenti della rover?
Come è possibile vedere dalle foto pubblicate sul sito ufficiale, l’assemblamento del rover (e di ogni altro marchingegno lanciato nello spazio) avviene in un ambiente il più possibile asettico dove persino i tecnici indossano cuffie e copri-calzature. Particolari precauzioni vengono prese poi, per sonde che andranno a solcare la superfice di altri pianeti. Ovviamente una sonda non è pulita come un tavolo operatorio, inoltre il rischio che si “contamini” durante il trasporto sulla rampa o il lancio esiste sebbene sia remoto.
Se si trovasse aria tra i componenti, questa verrebbe probabilmente dispersa in atmosfera, così come acqua/umidità.
C’è da dire che il rover stesso, il paracadute, lo sky crane sono delle “contaminazioni”. Al termine della loro vita utile diventano essi stessi dei rifiuti.
Dal punto di vista biologico il rischio di contaminazione è minimo.
Come detto bene da Norax le procedure di assemblaggio dei veicoli destinati verso gli altri pianeti devono sottostare a regole ben precise per ciò che riguarda la possibile contaminazione biologica. Oltre all’atmosfera controllata mantenuta in tutte le zone destinate alle operazioni di montaggio, la maggior parte dei componenti vengono anche sterilizzati con raggi ultravioletti e radiazioni (ovviamente per quei materiali che le possono sopportare). Esistono poi anche delle scale vere e proprie di “pulizia” a cui devono sottostare tutti i veicoli spaziali: e ovviamente il livello di sterilità di una sonda come Curiosity deve essere molto più spinto di un Messenger che affronta temperature altissime in orbita attorno a Mercurio, un ambiente di per sé già proibitivo.
Di casi di contaminazione ne abbiamo già visti (vedi ad esempio http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/1998/ast01sep98_1/ ) e batteri estremofili vengono scoperti nei posti più inospitali del nostro pianeta, quindi la cautela è d’obbligo.
Per ciò che riguarda tutte le sostanze non biologiche (umidità, gas), normalmente vengono “vented”, cioè liberate, nello spazio appena il veicolo giunge in orbita terrestre, anche per evitare zone pressurizzate impreviste che potrebbero avere ripercussioni sulle strutture o sugli strumenti di bordo.
Un solo appunto (che probabilmente è solo un refuso) al bell’articolo di Claudio Pasqua: l’attuale distanza Terra-Marte non è 2,47, ma 247 milioni di chilometri… 😉
Grazie Luigi, molto interessante il tuo intervento.
Per l’errore si tratta di un refuso che ho segnalato ieri alla redazione e devono ancora correggere ma che su http://www.gravita-zero.org è già stato corretto.
Marte si trova infatti a 1,651 Unità Astronomiche , e siccomme la distanza Terra-Sole è di 150milioni di Km circa, si ottiene la misura corretta che hai citato.
Ho notato l’assenza totale di pannelli fotovoltaici su Curiosity. Quindi quando si esaurirà il combustibile radioattivo “morirà ” del tutto. Almeno gli strumenti meteo avrebbero potuto continuare a funzionare con dei pannelli, o no?
Sì, in effetti la missione di Curiosity è “a termine”, cioè all’esaurimento del generatore a radioisotopi il rover si spegnerà definitivamente. Del resto la potenza necessaria per il funzionamento e il movimento di un “bestione” come MSL poteva soltanto essere fornita da questo tipo di fonte energetica. Comunque il funzionamento di una semplice stazione meteo implica l’uso della maggior parte della “logica pensante” di bordo, infatti i dati andrebbero letti, interpretati, convertiti, codificati e inviati, cose che necessitano il funzionamento di molti apparati.
Del resto anche Spirit e Phoenix avrebbero dovuto continuare come postazione fissa a funzionalità limitata, ma purtroppo non ce l’hanno fatta…