Immagine creata con con le ultime sequenze prese dalla Dawn del Polo Nord di Vesta. Credit:NASA/JPL-Caltech/ UCLA/MPS/DLR/IDA

Il 5 settembre, dopo quasi un anno di flyby, la missione Dawn della NASA ha lasciato l’orbita dell’asteroide Vesta. Prossimo obiettivo l’asteroide Cerere, che raggiungerà nel 2015. Per l’occasione scienziati, ricercatori e molti membri del team si sono dati appuntamento virtuale sui social media per festeggiare la partenza, in un evento chiamato “Hasta la Vesta”. E per la gioia degli appassionati, hanno realizzato e pubblicato un filmato con i greatest hits, i risultati più notevoli (almeno dal punto di vista dello spettacolo) di quest’anno di studi e osservazioni.

Scorriamo la classifica e vediamo, uno per uno, questi greatest hits annunciati nel filmato realizzato dal JPL.



Risultato 1)

Dawn è il primo veicolo spaziale ad aver orbitato intorno a un oggetto della fascia principale. Potrebbe sembrare una manovra scontata, ma davvero non lo è. Il campo gravitazionale di un oggetto così piccolo e irregolare come un asteroide comporta non poche difficoltà di avvicinamento e di manovra, soprattutto per un viaggio molto avventuroso, con distanze di avvicinamento minime e della durata di quasi un anno.

Risultato 2)

Vesta si è rivelata molto più simile a un pianeta che a un asteroide fornendo la prova finale di quanto sia interessante studiare questi oggetti, veri e propri rimasugli del processo di formazione del sistema solare.

Risultato 3)

Vesta ha una struttura interna stratificata e un nucleo ferroso. Il risultato è stato ottenuto confrontando il campo gravitazionale che Vesta esercita sullo spacecraft con la forma irregolare dell’asteroide. Il team ha dedotto che nel passato di Vesta devono esserci state delle fasi in cui il suo interno non era roccioso ma completamente fuso, per poi solidificarsi nella struttura attuale.

Risultato 4)

La superficie di Vesta ha rivelato una struttura molto irregolare con una montagna alta tre volte l’Everst e due impressionanti crateri nell’emisfero sud, Venenia e Rheasilvia. Con i suoi quasi 500 km di diametro, Rheasilvia è  uno dei più grandi crateri di tutto il sistema solare. Queste strutture sono collegate alla storia evolutiva dell’asteroide e del sistema solare stesso, essendo stati causati da due catastrofici impatti avvenuti rispettivamente circa 2 miliardi e 1 miliardo di anni fa.

Risultato 5)

Vesta presenta delle onde che corrono tutte intorno al suo equatore, come un mare agitato che si sia ghiacciato all’improvviso, mentre onde concentriche causate da un impatto ne percorrevano la superficie. La causa di queste (peraltro bellissime) strutture è sempre legata alla violenta storia evolutiva dell’asteroide.

Questo è tutto, per ora, almeno nel video della NASA. Ma la storia  ovviamente non finisce qui e c’è molto di più, dietro ai magnifici sorvoli e alle manovre presentate nel video, come già testimoniano le molte scoperte pubblicate recentemente su Science, anche grazie allo strumento italiano VIR, che ha fatto parlare e continuerà a far parlare di sé. Inoltre, come sempre, bisogna tenere a mente che le modalità e i tempi della ricerca scientifica non sono rapidissimi. I dati raccolti nello scorso anno verranno studiati e analizzati nei prossimi mesi ed anni e daranno vita a domande, ipotesi e teorie. L’appuntamento è fissato per le prossime pubblicazioni riguardanti la missione Dawn.