Con questa nuova veduta di una spettacolare incubatrice stellare l’ESO celebra i 15 anni del VLT (Very Large Telescope). Questa fotografia rivela densi grumi di polvere che si stagliano sulla nube rosata di gas incandescente che gli astronomi chiamano IC 2944. Le macchie opache sembrano gocce d’inchiostro che galleggiano in un cocktail alle fragole, le loro stravaganti forme sono scavate dalla potente radiazione prodotta dalle giovani stelle circostanti.

Le nubi insterstellari di polvere e gas sono le incubatrici che danno vita alle nuove stelle. Questa nuova fotografia mostra una di queste, IC 2944, che appare come uno sfondo di debole luce rosata: è una delle immagini di questo oggetto più nitide mai ottenute da terra. La nube si trova a circa 6500 anni luce da noi, nella costellazione australe del Centauro. Questa zona del cielo ospita molte altre nebulose simili, osservate dagli astronomi per studiare i meccanismi della formazione stellare.

Le nebulose a emissione come IC 2944 sono composte principalmente da idrogeno gassoso che risplende di una caratteristica tonalità rossastra a causa dell’intensa radiazione prodotta dalle tante stelle brillanti appena nate. Contro questo sfondo luminoso si stagliano chiaramente alcuni grumi scuri e misteriosi di polvere opaca: nubi fredde note come globuli di Bok, così chiamati dal nome delll’astronomo olandese-americano Bart Bok, che per primo negli anni ’40 del secolo scorso richiamò l’attenzione degli studiosi su queste formazioni come possibili siti di formazione stellare. Questo particolare insieme di globuli è noto come Globuli di Thackeray .

Questa immagine risale a quindici anni fa, alla prima luce del primo dei quattro UT (Unit Telescope), il 25 maggio 1998. Da allora i quattro telescopi giganti del progetto originale sono stati arricchiti da altri quattro piccoli telescopi ausiliari (AT) che fanno parte integrante dell’interferometro del VLT (VLTI). Il VLT è uno degli impianti astronomici da terra più potenti e produttivi attualmente in funzione. Nel 2012 sono stati pubblicati più di 600 articoli su riviste con referee basati su dati del VLT e del VLTI.

Il comunicato dell’ESO

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