Ve lo ricordate, il meteorite del 15 febbraio scorso? Di certo non lo hanno dimenticato i mille e più cittadini di Chelyabinsk, nella Russia centrale, rimasti feriti dai frammenti di finestre e infissi esplosi a causa dell’onda d’urto provocata dal suo ingresso in atmosfera. Da quel giorno drammatico sono trascorsi esattamente otto mesi, ed ecco che dalle acque del lago Chebarkul – già teatro del ritrovamento di numerosi frammenti – emerge un’enorme roccia che ha tutta l’aria di essere appartenuta a quel meteorite.
Il condizionale è d’obbligo, un po’ perché le agenzie stanno battendo la notizia in queste ore e ancora non c’è stato il tempo per un’analisi approfondita, un po’ perché non sarebbe la prima volta che frammenti di roccia apparentemente spaziale recuperati dal lago Chebarkul rivelano in realtà tutt’altra origine. Quel che è certo è che la roccia, rinvenuta a oltre 13 metri di profondità, è davvero imponente. Le riprese video del recupero, scrive la BBC, mostrano un oggetto grande un metro e mezzo pesante almeno 570 kg. Frammento che si sarebbe spezzato in tre durante l’operazione di ripescaggio.
Se la natura spaziale della roccia verrà confermata, oltre a essere il residuo di maggiori dimensioni dell’impatto del 15 febbraio, potrebbe rientrare nell’elenco dei più massicci frammenti singoli mai trovati.
Guarda il servizio video di INAF-TV del giorno dell’impatto: