Dobson ritratto durante il convegno del GAD nell'ottobre del 2004.

La mattina del 15 gennaio scorso all’età di 95 anni, è scomparso a Burbank (California) John Lowry Dobson, padre e promotore di un particolare tipo di telescopio riflettore di grande apertura – poco costoso e facilmente trasportabile, l’omonimo “Dobson – e della “astronomia di strada”, una sorta di nuova “filosofia” finalizzata a rendere accessibile l’astronomia a tutti.

John Dobson nasce a Pechino il 14 settembre 1915 e nel 1927 si trasferisce con la famiglia a San Francisco. Laureatosi in chimica a Berkley nel 1943, l’anno successivo si unisce a un monastero (il “Vedanta society” di San Francisco) dove diventa monaco dell’ordine Ramakrishna dove si prende carico di riconciliare l’astronomia con gli insegnamenti vedanta, una mansione che lo vede anche impegnato nella costruzioni di telescopi che poi, per proprio diletto porta in giro, nelle strade adiacenti al monastero, affascinando il pubblico che era solito riunirsi numeroso attorno a queste osservazioni improvvisate.

In questo periodo matura quella che sarà poi la sua “filosofia” di vita… Infatti, lasciato l’ordine nel 1967, Dobson diventa cofondatore (assieme a Bruce Smas e Jeffrey Roloff) della “San Francisco Sidewalk Astronomers” (astronomia da marciapiede), un’organizzazione che ambisce a rendere popolare l’astronomia tra le persone per strada.  Ed è così che nasce anche la sua idea minimalista di telescopio, oggi conosciuto come telescopio dobsoniano, diventata famosa grazie alle sue spiegazioni al pubblico su come costruirsi da soli un telescopio, utilizzando materiali di recupero a basso costo.

Nel 1991 pubblica il libro “How and why to make a user friendly sidewalk telescope” edito da Norman Sperling, che ha reso popolare la montatura dobsoniana. Oltre a questo, ha scritto altri due libri: “Beyond space and time” (2004) e “The moon is new” (2008).

Alla sua memoria sarà dedicata, l’8 marzo di quest’anno, la Notte Internazionale degli Sidewalk Astronomers (ISAN).

2 Commenti

  1. Un saluto a un uomo che ha fatto la storia del’astronomia, soprattutto quella amatoriale. Devo però far notare che non si è spento all’età di 95 anni, come riportato nell’articolo, ma bensì alla veneranda età di 98 anni compiuti, essendo nato nel 1915, il 14 di settembre.