Molti studi scientifici sono stati dedicati a decifrare le movenze di una lontana coreografia, la danza delle aurore polari di Saturno, di cui abbiamo scritto su Media INAF pochi mesi fa riguardo ai risultati di osservazioni complementari della sonda Cassini e del Telescopio Spaziale Hubble. Uno studio basato proprio sulle osservazioni compiute da Hubble delle aurore boreali di Saturno tra l’aprile e il maggio 2013 è stato orchestrato da Jonathan Nichols, del Dipartimento di fisica e astronomia dell’Università di Leicester, e ora in via di pubblicazione sulla rivista Geophysical Research Letters.

Immagini in ultravioletto delle aurore boreali di Saturno ottenute con l’Advanced Camera for Surveys dello Hubble Space Telescope. Le aurore, chiaramente distinguibili vicino al polo nord, mostrano cambiamenti in forma nel corso dell’intervallo di osservazione. Crediti: NASA, ESA, Jonathan Nichols (University of Leicester)

Così come la Terra, anche Saturno possiede una “coda” magnetica, una zona dove il campo magnetico del pianeta si allunga sotto l’influsso del vento solare. Gli scienziati hanno per lungo tempo sospettato che sia proprio il collasso della coda magnetica la causa dell’attività aurorale più intensa su Saturno, in maniera molto simile a quanto avviene sul nostro pianeta. Gli autori del nuovo studio ritengono di avere trovato, grazie alle immagini di Hubble, la prova finora più convincente della validità di questa teoria.

Gli scienziati hanno catturato stupefacenti istantanee di aurore che si muovevano velocemente attorno al polo nord del pianeta. Il fenomeno accadeva nel momento in cui la coda magnetica veniva saturata da flussi particolarmente intensi di particelle ionizzate provenienti dal Sole che ne provocavano lo stiramento e il collasso. Questo induceva giganteschi disturbi al campo magnetico, disturbi di cui le aurore sono la spettacolare rappresentazione.

“Le nostre osservazioni mostrano un divampare di aurore che si muovono molto velocemente intorno alla regione polare del pianeta. Possiamo vedere che la coda magnetica è sottoposta a grande subbuglio e in continua riconfigurazione, sotto l’influsso del vento solare,” ha spiegato Nichols. “E’ la pistola fumante che cercavamo, e ci mostra che la coda magnetica sta collassando”.

Guarda il precedente servizio video di INAF-TV sulle osservazioni incrociate Cassini-Hubble: